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Tim, via libera golden power ad operazione Netco

Tim, via libera golden power ad operazione NetcoRoma, 17 gen. (askanews) – Tim ha ricevuto l’assenso all’esecuzione dell’operazione di cessione di NetCo a KKR ai fini della normativa ‘Golden power’.

Lo annuncia la società in una nota precisando che “il provvedimento autorizzativo, con il quale il Consiglio dei Ministri ha esercitato i poteri speciali nella sola forma delle prescrizioni, ha fatto propri gli impegni presentati nel corso del procedimento”. “Si tratta – prosegue Tim – di impegni ritenuti dal Governo pienamente idonei a garantire la tutela degli interessi strategici connessi agli asset oggetto dell’operazione”.

Cina, Pil in frenata nel IV trimestre. Crescita 2023 a +5,2%

Cina, Pil in frenata nel IV trimestre. Crescita 2023 a +5,2%Roma, 17 gen. (askanews) – Economia cinese in frenata nel quarto trimestre del 2023 anche se l’anno si chiude con una crescita leggermente superiore alle previsioni del governo. Una crescita giudicata però dagli analisti poco significativa perché si confronta con un 2022 ancora influenzato dalla crisi pandemica.

Il prodotto interno lordo negli ultimi tre mesi del 2023 è cresciuto dell’1% rispetto ai tre mesi precedenti, dopo il +1,3% del terzo trimestre. Complessivamente l’anno scorso il Pil è salito del 5,2% a fronte di una previsione del governo del 5% e al +3% del 2022. Nel solo mese di dicembre la produzione industriale è crescuta del 6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, leggermente meglio delle stime, mentre le vendite al dettaglio sono andate peggio delle previsioni con un +7,4% tendenziale a fonte di un +8% atteso. Anche qui da tenere in considerazione il basso livello dei dati di dicembre 2022. Il tasso di disoccupazione è salito dal 5,0% al 5,1%.

Dollaro risale ai massimi da un mese, l’euro cala a 1,0873

Dollaro risale ai massimi da un mese, l’euro cala a 1,0873Roma, 16 gen. (askanews) – Nuovi rafforzamenti del dollaro ai massimi da un mese a questa parte, mentre l’euro nel pomeriggio scivola 1,0873 sul biglietto verde, sui valori più bassi dal 13 dicembre scorso. Domani Eurostat riporterà i dati definitivi dell’inflazione dell’area valutaria dicembre, ma anche se confermasse la leggera risalita al 2,9%, indicata nella stima preliminare, altri sviluppi, in particolare sull’industria e il manifatturiero continuano segnalare debolezze e contrazioni.

Per questo resta credibile l’ipotesi di un taglio dei tassi di interesse già in primavera per l’istituzione di Francoforte, seppure sia uno scenario che finora diversi esponenti del Consiglio direttivo, tra cui la presidente Christine Lagarde hanno cercato di allontanare. Altri però, come ad esempio oggi il governatore della Banca centrale del Portogallo, Mario Centeno, in una intervista a Cnbc, appaiono più aperturisti in tal senso. All’opposto la persistente solidità dell’economia negli Stati Uniti rende più credibile una tempistica più distanziata sul primo taglio dei tassi sul dollaro.

Il consiglio direttivo della Bce tornerà a riunirsi giovedì 25 gennaio. Da domani fino a venerdì Lagarde parteciperà a una serie di panel di discussione al forum economico annuale economico (Wef) a Davos, sulle Alpi svizzere. Sempre domani il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, interverrà a Milano al Comitato esecutivo dell’Abi. Per quanto riguarda la banca centrale degli Stati Uniti il prossimo direttorio, il Fomc della Federal Reserve si svolgerà martedì 30 e mercoledì 31 gennaio. Non è prevista la presenza del presidente Jerome Powell a Davos, mentre oggi in un evento virtuale causa maltempo interverrà, Christopher Waller, domani Michael Barr.

Ue, De Croo: occorre un “Industrial Deal” accanto al Green Deal

Ue, De Croo: occorre un “Industrial Deal” accanto al Green DealBruxelles, 16 gen. (askanews) – L’Europa deve “cambiare marcia”, imparare a contare su sé stessa, sulla propria sovranità e autosufficienza, sostenendo lo sviluppo a livello di scala industriale delle proprie innovazioni, sviluppando un unico grande mercato dei capitali per finanziare la propria industria, accessibile a tutti i giovani imprenditori ovunque nel Continente, e facendo tutto il necessario per evitare le delocalizzazioni della produzione industriale. C’è bisogno di un nuovo ‘Industrial Deal’ accanto al Green Deal, anche per vincere la lotta al cambiamento climatico, ma con una politica industriale che, come fanno Cina e Stati Uniti, usi anche le carote delle sovvenzioni oltre al bastone degli obiettivi da raggiungere a tappe forzate.

E’ quanto ha affermato oggi, in sintesi, il primo ministro del Belgio Alexander De Croo, davanti alla plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo, durante il suo discorso come presidente di turno del Consiglio Ue per il semestre che è appena iniziato. “Il 2024 – ha rilevato De Croo – sarà un anno cruciale. La posta in gioco è molto alta, per l’Europa e per l’Occidente: le nostre democrazie e le nostre libertà saranno messe alla prova, non solo dalle elezioni europee, ma anche da quelle della presidenza americana e del Congresso”. Naturalmente in quest’utimo caso il rischio, a cui ha fatto implicito riferimento, è che sia eletto Donald Trump.

“Se il 2024 ci porterà nuovamente lo slogan ‘America first’, per noi” lo slogan “sarà più che mai ‘l’Europa che conta su sé stessa’. Ma – ha osservato il premier belga – non dobbiamo temere questa prospettiva; dovremmo invece abbracciarla, ponendo l’Europa su basi più solide, in modo da essere più forti, più sovrani, più autosufficienti. Un’Europa che consegue risultati e fa la differenza nella vita delle persone, proteggendole, rafforzando l’economia, preparando il nostro futuro comune”. “Mantenere la nostra economia europea forte e vitale – ha continuato – è una delle sfide più grandi che ci attendono. L’Europa non può diventare un museo economico. Se vogliamo rimanere un continente innovativo, creativo, ricco di capitali e produttivo, dovremo cambiare marcia”.

“Gli Stati Uniti d’America – ha ricordato De Croo, con un riferimento all’Ira, ‘Inflation Reduction Act’ – hanno dato alla loro industria un enorme stimolo attraverso la politica di bilancio, un bazooka di sussidi da 1.200 miliardi di dollari che preoccupa anche i più grandi Stati membri dell’Ue. D’altro canto, vediamo che la Cina sta rafforzando la sua presa sul mercato mondiale”. “L’unico modo per non rimanere schiacciati” da questa doppia pressione, ha sottolineato il presidente di turno del Consiglio Ue, “è far rivivere lo spirito del grande Jacques Delors: aprire alla concorrenza europea i mercati del futuro: energia, digitale, intelligenza artificiale, difesa e mercati dei capitali”.

“Il problema – ha spiegato – è che l’Europa è forte nell’innovazione, ma poi è debole nello sviluppo su scala di queste innovazioni. I nostri giovani imprenditori oggi lottano per portare le loro idee sul mercato, fanno fatica a trovare capitale di rischio e ‘venture capital’ per far crescere la propria attività e conquistare nuovi mercati”. I nostri imprenditori, ha aggiunto, “dobbiamo aiutarli a passare dall”inventato in Europa’, allo ‘sviluppato in Europa’, fino ad arrivare al ‘made in Europe’. Ma per fare questo, abbiamo bisogno di qualcosa di più che una manciata di capitali in poche città europee: abbiamo bisogno – ha indicato – che l’intera Europa, ogni angolo del nostro continente, si trasformi in un unico grande mercato dei capitali, accessibile a tutti i giovani imprenditori da Stoccolma a Napoli, da Dublino a Sofia”. “Per questo motivo – ha ricordato -, la presidenza belga” di turno del Consiglio Ue “ha chiesto all’ex primo ministro italiano Enrico Letta di presentare un rapporto per dare un nuovo slancio al mercato unico europeo. E dobbiamo compiere un passaggio simile anche per quanto riguarda la nostra industria, per mantenere forti gli investimenti e per mantenere qui in Europa la produzione industriale”. “Abbiamo bisogno – ha sottolineato De Croo – di un nuovo ‘Industrial Deal’ accanto al Green Deal. Questo non è solo vitale per la nostra prosperità, ma anche fondamentale per vincere la lotta al cambiamento climatico”. “Le politiche climatiche di Cina e Stati Uniti – ha osservato ancora il presidente di turno del Consiglio Ue – danno molte carote alla loro industria, mentre noi, qui in Europa, troppo spesso usiamo il bastone, non limitandoci solo a fissare gli obiettivi climatici, ma definendo anche il modo in cui quegli obiettivi devono essere raggiunti, e lasciando troppo poco spazio alle nostre aziende, troppo poco spazio all’innovazione e alla creatività”. E invece, “per prevalere nella lotta contro il cambiamento climatico abbiamo bisogno di un’Europa focalizzata, che si concentri sulla riduzione delle emissioni di gas serra”, ma anche “che sostenga le aziende che sviluppano e utilizzano queste tecnologie pulite, che diventi più neutrale tecnologicamente nelle sue politiche; e non dimentichiamolo: un’Europa che crei il sostegno sociale necessario per queste politiche climatiche, rendendo gli investimenti verdi accessibili a tutti, non solo a pochi fortunati”, ha concluso De Croo.

Apple supera Samsung e diventa numero uno globale sugli smartphone

Apple supera Samsung e diventa numero uno globale sugli smartphoneRoma, 16 gen. (askanews) – Storico sorpasso di Apple sulla rivale coreana Samsung: lo scorso anno in termini di volumi la casa californiana è diventata il primo produttore mondiale di smartphone, con 234,6 milioni di dispositivi sfornati, l’unico tra i grandi produttori in crescita con un più 3,7%. Lo riporta il Financial Times citando i dati della società di ricerche Idc, secondo cui Samsung si è fermata quota 226,6 milioni di smartphone.

Apple si è aggiudicata in questo modo una quota di mercato pari al 20,1% nel 2023, seguita dal gruppo coreano con il 19,4% e, ben distanziata, da Xiaomi con il 12,5% e Oppo con l’8,8%. Samsung ha detenuto il primato tra i produttori di smartphone per ben 12 anni. Una sorta di rivincita per Apple, che la scorsa settimana si era vista sopravanzare da Microsoft quale società con la maggiore capitalizzazione in Borsa.

Inflazione, Istat: da 2019 boom prezzo zucchero +64,8%, per riso +50%

Inflazione, Istat: da 2019 boom prezzo zucchero +64,8%, per riso +50%Roma, 16 gen. (askanews) – Tra il 2019 e il 2023, più di un quinto del paniere (22,6%) evidenzia aumenti superiori al 20%. Di questi prodotti circa la metà (10,9%) appartengono al comparto dei Beni alimentari, e circa un quarto a quello dei Beni energetici (5,4%). Tra i prodotti alimentari a maggiore tasso di crescita del prezzo nel periodo 2019 – 2023 figurano lo zucchero (64,8%), il riso (+50,0%), l’olio di oliva (42,3%), la pasta secca (40,1%), il burro (36,5%), il latte intero (21,9%). E’ la fotografia scattata dall’Istat.

Cali di prezzo interessano poco meno del 10% del paniere. Oltre la metà (5,1%) è costituita da prodotti appartenenti alla categoria degli Altri beni. Tra i prodotti con la maggiore flessione del prezzo, vi sono gli apparecchi per la ricezione, registrazione e riproduzione di immagini e suoni (-45,7%) e gli smartphone (-36,7%).

Banche, Abi: primo calo tasso nuovi mutui da 2 anni, dicembre 4,42%

Banche, Abi: primo calo tasso nuovi mutui da 2 anni, dicembre 4,42%Roma, 16 gen. (askanews) – Dopo l’aumento registrato a novembre, nell’ultimo mese dell’anno il tasso sui nuovi mutui erogati dalle banche in Italia alle famiglie si è attenuato al 4,42%, dal 4,50% del mese precedente. Lo riporta alla Abi nel suo Rapporto mensile. Secondo l’associazione si tratta del primo calo dopo 24 mesi di rialzi. Il tasso sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è invece ulteriormente aumentato, al 5,69% dicembre dal 5,59% novembre.

Secondo l’associazione bancaria a dicembre il tasso medio sul totale dei prestiti è stato pari al 4,76%, un livello stabile rispetto al mese precedente.

Il Tar ha chiesto alla Consulta di verificare le norme sugli extraprofitti delle aziende energetiche

Il Tar ha chiesto alla Consulta di verificare le norme sugli extraprofitti delle aziende energeticheRoma, 16 gen. (askanews) – Il Tar Lazio rimette alla Corte costituzionale l’esame delle disposizioni sul ‘contributo 2023’ sugli extraprofitti delle aziende energetiche.

Il Tar del Lazio ha sollevato, con diverse ordinanze, questioni di legittimità costituzionale delle disposizioni della legge n. 197 del 2022, che hanno previsto il pagamento di un “contributo di solidarietà temporaneo” sui cosiddetti “extraprofitti” degli operatori del settore energetico. Le ordinanze hanno prospettato la possibile violazione del regolamento europeo n. 1854 del 2022, poiché la legge ha previsto che il contributo debba essere pagato anche dagli operatori diversi da quelli indicati da tale regolamento. Inoltre, avendo il contributo natura tributaria, il Tar ha sollevato ulteriori questioni di legittimità costituzionale in relazione agli articoli 3 e 53 della Costituzione, avendo rilevato criticità nelle disposizioni che hanno fissati i criteri di calcolo della base imponibile del contributo, in quelle che hanno precisato cosa debba essere inteso come ‘effettivi extraprofitti’ come presupposto del contributo (anche tenuto conto della riespansione dei consumi nell’epoca post-covid) ed in quelle che hanno previsto la non deducibilità del contributo, potendosi ravvisare così una ‘doppia tassazione’.

Istat: nel 2023 l’inflazione cala al 5,7%, a dicembre giù a +0,6%

Istat: nel 2023 l’inflazione cala al 5,7%, a dicembre giù a +0,6%Roma, 16 gen. (askanews) – Nel 2023, in media, i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% in ribasso dal +8,1% nel 2022). Il trascinamento dell’inflazione al 2024 è pari a +0,1%. Lo ha reso noto l’Istat. Nel mese di dicembre 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenti dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,7% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’”inflazione di fondo”), i prezzi al consumo, nel 2023, crescono del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 5,3% (+4,1% nel 2022).I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano, a dicembre, lievemente su base tendenziale da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% a +4,4%).

Nel 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’Ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa (+6,5%; +5,7% per quelle con maggiore capacità di spesa). I prezzi nel comparto alimentare evidenziano, nel 2023, un’accelerazione della crescita media annua: +9,8%, da +8,8% del 2022, nonostante l’attenuazione della loro dinamica tendenziale durante la seconda metà dell’anno. Lieve frenata, a dicembre 2023, per i costi dei prodotti del ‘carrello della spesa’. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente su base tendenziale da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d`acquisto (da +4,6% a +4,4%). Dicembre 2023 è stato l’ultimo mese del trimestre anti-inflazione, il patto tra governo, produttori e distributori per offrire agli italiani tanti prodotti a prezzi bloccati o scontati..

 

Inflazione, Istat: nel 2023 cala al 5,7%, a dicembre giù a +0,6%

Inflazione, Istat: nel 2023 cala al 5,7%, a dicembre giù a +0,6%Roma, 16 gen. (askanews) – Nel 2023, in media, i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% in ribasso dal +8,1% nel 2022). Il trascinamento dell’inflazione al 2024 è pari a +0,1%. Lo ha reso noto l’Istat. Nel mese di dicembre 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenti dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +0,7% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’”inflazione di fondo”), i prezzi al consumo, nel 2023, crescono del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 5,3% (+4,1% nel 2022). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano, a dicembre, lievemente su base tendenziale da +5,4% a +5,3%, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,6% a +4,4%).

Nel 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’Ipca, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa (+6,5%; +5,7% per quelle con maggiore capacità di spesa).