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Versace: Dario Vitale di Miu Miu direttore creativo al posto di Donatella

Versace: Dario Vitale di Miu Miu direttore creativo al posto di DonatellaMilano, 13 mar. (askanews) – Donatella Versace lascia il ruolo di direttore creativo della maison della Medusa. Al suo posto dal primo aprile arriva da Miu Miu Dario Vitale. Lo comunicano in una nota Capri Holdings, gruppo globale di moda di lusso proprietario del brand Versace, e la maison italiana. “La chief creative officer Donatella Versace assumerà il ruolo di chief brand ambassador a partire primo aprile 2025. Nel suo nuovo ruolo, Donatella Versace si dedicherà a sostenere le iniziative filantropiche e di beneficenza di Versace e rimarrà advocate del brand a livello globale”, si legge nella nota.


Versace ha inoltre annunciato che Dario Vitale è stato nominato chief creative officer di Versace a partire dal primo aprile 2025. Vitale si unisce al brand da MiuMiu, dove era precedentemente design and Image Director. Versace è ciò che è oggi grazie a Donatella Versace e alla passione che ha messo nel suo ruolo ogni giorno per quasi trent’anni. I valori universali che rappresenta e il suo amore per una creatività senza compromessi hanno reso Versace molto più di un brand o un’azienda – ha commentato Emmanuel Gintzburger, Ceo di Versace – Lavorare al suo fianco è stato un privilegio e un piacere incredibili. Ho fiducia nell’azienda e nel suo posizionamento attuale, poichè siamo ben preparati per scrivere questo nuovo capitolo di Versace”.


A proposito del nuovo direttore creativo, Dario Vitale, ha detto essere “un talento raro, che rispetta profondamente l’essenza e i valori di Versace e ne comprende chiaramente il potenziale di crescita. Siamo convinti che la sua esperienza e la sua visione porteranno una nuova prospettiva al brand. Sono entusiasta di dargli il benvenuto nelle prossime settimane e di intraprendere insieme un nuovo e ambizioso viaggio per Versace”.

Bruxelles su dazi Trump: “L’Ue non è parte del problema”

Bruxelles su dazi Trump: “L’Ue non è parte del problema”Roma, 13 mar. (askanews) – Sui nuovi dazi commerciali da parte degli Usa, alla Commissione europea “siamo pronti a reagire a qualunque eventualità”, ma “vogliamo essere molto chiari sul fatto che l’Unione europea non è parte del problema e che la tesi che saremmo parte del problema è profondamente fuorviante. Riteniamo che dovremmo lavorare con gli Stati Uniti per essere parte della soluzione e per intervenire sul vero problema, che è l’eccesso di capacità produttiva globale su acciaio e alluminio”, in particolare in Asia e Cina”. Lo ha affermato il portavoce della Commissione per queste materie, Olof Gill interpellato sugli sviluppi in questo ambito durante il briefing stampa di metà giornata.


Il portavoce ha precisato che l’Ue è pronta a reagire anche all’eventualità di un reindirizzamento verso il suo mercato delle mancate esportazioni di Cina o altri Stati sempre a seguito dei dazi decisi dall’amministrazione Usa. “Sì – ha detto – siamo preparati per le potenziali conseguenze delle decisioni deplorevoli degli Usa. E ho detto più volte che siamo molto impegnati con il nostro settore di acciaio e alluminio su base regolare”, con cui la prossima settimana si svolgeranno nuovi incontri. Quanto ai nuovi dazi e alle minacce di ulteriori misure contro le importazioni dalla Ue da parte del presidente Usa Donald Trump, “ribadiamo il rammarico” per queste mosse e “ripetiamo la richiesta agli Usa di revocarli subito. Siamo pronti a negoziare”, e si tratta di iniziative che causerebbero “solo danni a entrambi”. (fonte immagine: European Union).

Rearm EU, De Guindos (Bce): si può finanziare alzando tasse o debito

Rearm EU, De Guindos (Bce): si può finanziare alzando tasse o debitoRoma, 13 mar. (askanews) – L’impatto dei piani dell’Unione europea di aumento della spesa in armamenti e difesa dei Paesi “è qualcosa che dovremmo analizzare. Ci serviranno i dettagli, perché ci sono questioni da chiarire che immagino verranno affrontate, come l’ammontare concreto di queste spese in difesa e come queste spese verranno suddivise su varie poste di bilancio, perché ci possono essere moltiplicatori diversi. E’ molto importante anche se parte di questo stimolo filtrerà oltre frontiera. E poi c’è la questione di come finanziare il tutto: ci sono varie alternative, si possono aumentare le tasse o utilizzare altri strumenti, oppure puoi aumentare il debito. Questi sono tutti elementi che andranno considerati”. Lo ha rilevato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, intervendo ad un dibattito durante una conferenza organizzata dall’Eiopa.


“Ci sono alcune questioni da definire. La Commissione Ue ha deciso che 150 miliardi saranno finanziati con debito comune e che poi innescheranno le clausole nazionali di sospensione (del Patto di stabilità e di crescita), per esentare queste spese addizionali dai bilanci pluriennali approvati. Questo è il piano, poi dobbiamo conoscere i dettagli. Riteniamo che sia qualcosa di molto razionale, dato il contesto geopolitico, ma al tempo stesso è molto importante garantire la sostenibilità sul medio termine – ha aggiunto De Guindos – perché forse la reazione dei mercati potrebbe essere un aumento dei tassi e questo sarebbe negativo per tutti. E poi la Commissione è stata chiara che le priorità su digitale e clima non saranno intaccate da questo piano”. (fonte immagine: Eiopa).

Startup, Elkann presidente di Vento: ora un nuovo fondo da 75 milioni

Startup, Elkann presidente di Vento: ora un nuovo fondo da 75 milioniMilano, 13 mar. (askanews) – John Elkann presidente e un nuovo fondo da 75 milioni di euro per sostenere le startup italiane nei prossimi cinque anni. Vento, il fondo privato di venture capital early-stage di Exor Ventures, rilancia dopo essere diventato un punto di riferimento nell’ecosistema italiano della tecnologia: l’obiettivo di individuare, supportare e far crescere la nuova generazione di imprenditori italiani nel mondo.


“A quasi tre anni dal lancio di Vento, siamo orgogliosi di rinnovare il nostro impegno e sostenere i migliori imprenditori italiani con un nuovo fondo”, ha detto John Elkann, presidente di Vento. “La passione che anima i loro progetti innovativi e i successi già raggiunti insieme ci spingono a perseguire obiettivi ancora più ambiziosi”. Accanto al presidente lavora un Comitato d’Investimento d’eccezione che include figure di spicco del settore tech come Diego Piacentini, Mike Volpi e Jean de La Rochebrochard. Ad oggi, Vento ha investito in 100 startup tra cui Bee, JetHR e Qomodo, creando uno dei più ampi portafogli early-stage in Italia. La strategia di investimento si concentra esclusivamente su founder italiani, sia in patria che all’estero, con una forte prevalenza degli Stati Uniti e Regno Unito, seguiti da Germania e Francia. Con il Fondo II, Vento prevede di realizzare 375 investimenti nell’arco di cinque anni.


Ad oggi Vento ha esaminato oltre 3.500 startup, investendo in circa 100 aziende fondate da italiane e italiani nel mondo, con un tasso di conversione molto selettivo del 2,5% e un ticket standard di 150mila euro. Vengono inoltre effettuati investimenti follow on mirati per supportare i fondatori italiani più promettenti nella loro espansione internazionale. “Crediamo che il potenziale tecnologico e imprenditoriale dell’Italia sia stato sottovalutato troppo a lungo”, ha detto Diyala D’Aveni, ceo di Vento. “Attraverso il nostro approccio che unisce investimenti diretti, creazione di startup e il nostro evento annuale sul tech, vogliamo cambiare questa narrazione e posizionare l’Italia come un importante hub tecnologico europeo”, ha sottolineato.


Oltre al fondo e all’organizzazione dell’Italian Tech Week, Vento gestisce anche un programma di venture building che ha creato 26 startup in tre edizioni.

Bce, De Guindos: buone notizie su inflazione, al 2% verso fine 2025

Bce, De Guindos: buone notizie su inflazione, al 2% verso fine 2025Roma, 13 mar. (askanews) – Sull’inflazione nell’area euro “abbiamo buone notizie, pensiamo che la disinflazione sia ben avviata. I nuovi dati sui salari sono positivi e segnalano un rallentamento della crescita. E pensiamo che saremo in grado di convergere alla nostra definizione di stabilità dei prezzi, inflazione al 2% tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo”. Lo ha affermato il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos durante un dibattito a una conferenza organizzata dalla Eiopa. “Possiamo continuare con le nostre decisioni monetarie”, ha aggiunto.


E proprio su questo aspetto, al Consiglio direttivo della scorsa settimana “abbiamo ridotto i tassi di altri 25 punti, per la sesta volta per una riduzione totale di 150 punti base” da quando la Bce ha iniziato a ridurre i tassi. “Questa è una riduzione rilevante e quindi il livello di restrizione è stato consistentemente ridotto”, ha proseguito. “Per il futuro, data la quantità di incertezza è molto importante mantenere un approccio basato sui dati in cui le decisioni vengono prese volta per volta e in cui – ha ribadito – non c’è nessun vincolo a un percorso futuro dei tassi. Dobbiamo restare con la mente aperta”. (fonte immagine: Eiopa).

Social media nell’era dell’IA, il punto degli esperti di PostPickr

Social media nell’era dell’IA, il punto degli esperti di PostPickrRoma, 13 mar. (askanews) – L’intelligenza artificiale sta palesemente rivoluzionando il mondo del digital marketing e, di conseguenza, anche la gestione dei social media. Negli ultimi anni, le aziende hanno iniziato a utilizzare strumenti sempre più avanzati per ottimizzare la produzione di contenuti, migliorare le strategie di engagement e analizzare i dati in tempo reale. Grazie a tecnologie sempre più sofisticate, oggi i social media manager possono contare su software in grado di generare testi, immagini, video e persino interazioni personalizzate con gli utenti.


Questo cambiamento, tuttavia, non riguarda solo l’aspetto tecnologico, ma coinvolge anche le competenze e il ruolo dei professionisti del settore. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio interno di PostPickr, realtà operante nell’ambito social media, oltre l’80% dei social media manager utilizza regolarmente strumenti basati sull’intelligenza artificiale. L’IA viene impiegata in diversi ambiti: dalla pianificazione strategica alla creazione automatizzata di contenuti testuali e multimediali, fino alla gestione cross-platform e all’analisi delle metriche di performance. Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie solleva una serie di interrogativi sul futuro della professione e sul rapporto tra intelligenza artificiale e creatività umana. Maurizio Lotito, co-founder di PostPickr, sottolinea come l’intelligenza artificiale non sostituirà i professionisti del settore, ma andrà a potenziare le loro capacità. Secondo Lotito, la sfida principale non è l’automatizzazione in sé, ma la capacità di sfruttare al meglio questi strumenti.


“L’intelligenza artificiale sta ridefinendo sempre più il modo con cui le imprese italiane gestiscono la loro presenza sui social media”, spiega. “Da un’indagine del nostro osservatorio di settore, è emerso che oltre l’80% dei social media manager utilizza regolarmente strumenti IA nella routine lavorativa, come supporto nella fase strategica e creativa, nella generazione di contenuti testuali e multimediali personalizzati, e nella distribuzione cross-platform su più social network contemporaneamente, fino all’ultima fase di analisi dei dati per monitorare e rivedere le strategie”. L’introduzione di tecnologie IA nei social media apre nuove possibilità per le aziende. Da un lato, strumenti basati sull’intelligenza artificiale permettono di ottimizzare il tempo dedicato alla creazione e distribuzione dei contenuti, garantendo una maggiore efficienza operativa. Dall’altro, possono rendere le strategie di marketing più mirate, offrendo insights dettagliati sul comportamento degli utenti e personalizzando le campagne in base ai dati raccolti.


Ma l’automazione non è priva di rischi. Il principale pericolo è la perdita di autenticità nella comunicazione. Se utilizzata in modo eccessivo e senza un’adeguata supervisione umana, l’IA può produrre contenuti impersonali, privi di originalità e distanti dal tono di voce del brand. La sfida per i social media manager è quindi trovare il giusto equilibrio tra automazione e creatività, utilizzando l’intelligenza artificiale come un supporto senza perdere di vista il valore del contenuto autentico e genuino. Un altro aspetto cruciale è la formazione. Come sottolinea Lotito, la diffusione dell’intelligenza artificiale nel social media marketing impone ai professionisti del settore di sviluppare nuove competenze. “Questa sinergia tra uomo e macchina non sostituirà i professionisti del settore ma richiederà l’acquisizione di nuove competenze nell’utilizzo di questi strumenti, nella capacità di interrogare in maniera sempre più efficace, di valutare criticamente gli output e di applicare strategicamente gli insight ottenuti”, continua Maurizio Lotito.


L’uso dell’intelligenza artificiale nei social media sta trasformando il modo in cui i brand interagiscono con il pubblico. La possibilità di personalizzare i messaggi, prevedere il comportamento degli utenti e ottimizzare le campagne pubblicitarie sta ridefinendo le regole del digital marketing. Tuttavia, il successo di queste strategie dipende dalla capacità di integrare l’IA in modo intelligente, senza rinunciare all’elemento umano che rende un brand riconoscibile e apprezzato. Non ci sono dubbi sul fatto che, nel prossimo futuro, l’adozione dell’intelligenza artificiale nei social media continuerà a crescere, portando con sé nuove opportunità e sfide. Ma solo le aziende che sapranno adattarsi a questa evoluzione, investendo nella formazione e nell’integrazione consapevole delle tecnologie IA, avranno un vantaggio competitivo significativo. “Il futuro – conclude Maurizio Lotito – non sarà dominato dalle macchine, ma da professionisti capaci di utilizzarle in modo strategico per migliorare la comunicazione e l’efficacia delle strategie digitali”.

Dazi Usa su acciaio e alluminio, le contromisure dell’Ue

Dazi Usa su acciaio e alluminio, le contromisure dell’UeBruxelles, 12 mar. (askanews) – A partire da oggi, 12 marzo, gli Stati Uniti hanno imposto dei dazi fino al 25% sulle importazioni di acciaio, alluminio e determinati prodotti derivati (che contengono acciaio e alluminio) dall’Unione europea e da altri paesi. In risposta a questi dazi, giudicati “ingiustificati e ingiusti”, la Commissione ha lanciato stamattina una serie di contromisure per proteggere le aziende, i lavoratori e i consumatori europei dall’impatto di queste restrizioni commerciali.


Le misure statunitensi applicate da oggi consistono in quattro elementi chiave: 1) il ripristino dei dazi che erano già stati imposti dalla precedente Amministrazione Trump, nel giugno 2018, e poi ancora nel 2020, sui prodotti in acciaio (25%) e alluminio (10%) (riguardavano anche diversi tipi di prodotti semilavorati e finiti, come tubi in acciaio, fili e fogli di stagno), e che erano stati parzialmente sospesi nel 2021, sotto l’Amministrazione Biden; 2) un aumento dal 10% al 25% dei nuovi dazi sull’alluminio, rispetto a quelli del 2018; 3) una estensione dei dazi a una gamma di prodotti derivati molto più ampia, rispetto a sette anni fa, come utensili da cucina o infissi per finestre, nonché prodotti che sono realizzati solo in parte in acciaio o alluminio, come macchinari, attrezzature da palestra, alcuni elettrodomestici o mobili; 4) il Segretario al Commercio Usa, inoltre, attiverà entro il 12 maggio 2025 un sistema in base al quale si continuerà ad ampliare l’elenco dei prodotti derivati ​​da acciaio e alluminio soggetti a dazi americani aggiuntivi fino al 25%. Secondo la Commissione, i dazi statunitensi interesseranno le esportazioni dall’Ue per circa 26 miliardi di euro, ciò che corrisponde a circa il 5% delle esportazioni totali di merci europee verso gli Usa. Sulla base degli attuali flussi di importazioni, gli importatori statunitensi dovranno pagare 6 miliardi di euro in più a causa dei dazi aggiuntivi.


La risposta dell’Ue, a sua volta, consiste in due serie di contromisure con tempi di attuazione diversi: 1) la riattivazione delle misure europee di riequilibrio rispetto ai dazi americani del 2018 e del 2020, misure che erano state sospese fino al primo aprile 2025; 2) l’imposizione di un pacchetto di misure aggiuntive. Il prossimo primo aprile, le misure di riequilibrio del 2018 e del 2020 saranno automaticamente ripristinate, e per la prima volta saranno attuate per intero. I contro-dazi europei saranno applicati a prodotti che spaziano dalle imbarcazioni al bourbon alle motociclette.


Inoltre, dato che i nuovi dazi americani hanno una portata notevolmente più ampia e incidono su un valore significativamente più elevato del commercio europeo, rispetto a quelli di sette e cinque anni fa, la Commissione ha avviato oggi il processo per imporre ulteriori contromisure agli Stati Uniti. Queste nuove misure saranno mirate su altri 18 miliardi di euro circa di merci. L’obiettivo è garantire che il valore totale delle misure dell’Ue, con la riattivazione dei contro-dazi sospesi e l’introduzione delle nuove contromisure, corrisponda grossomodo all’aumento del valore del commercio interessato dai nuovi dazi statunitensi. La consultazione con le parti interessate dell’Ue durerà due settimane, e serviranno a garantire che vengano scelti i prodotti giusti da includere nelle nuove contromisure, assicurando una risposta efficace e proporzionata che riduca al minimo i problemi per le aziende e i consumatori dell’Ue. I prodotti target proposti includono un mix dai settori industriale e agricole che includono, tra l’altro, prodotti in acciaio e alluminio, prodotti tessili, pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche, prodotti in legno, e poi pollame, carne di manzo, alcuni frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure.


Il 26 marzo si concluderà la consultazione delle parti interessate, e la Commissione valuterà i contributi e consoliderà la lista dei prodotti target, per poi presentare una proposta di atto esecutivo agli Stati membri sulle misure di salvaguardia. Le misure dovranno essere approvate secondo le procedure di “comitologia”, in base alle quali, in sostanza, le proposte della Commissione possono essere respinte solo da una maggioranza qualificata di Stati membri. L’entrata in vigore è prevista a metà aprile.

Made in Italy e IA, pubblicato il bando “vIvA”

Made in Italy e IA, pubblicato il bando “vIvA”Roma, 12 mar. (askanews) – Pubblicato oggi dall’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale “vIvA”, il bando nato dalla condivisione degli obiettivi comuni di impatto sociale del Fondo per la Repubblica Digitale e di Google.org.


L’iniziativa mira a selezionare progetti di formazione per lo sviluppo di competenze digitali in ambito di Intelligenza Artificiale, con particolare riferimento ai settori del Made in Italy, a beneficio di persone in condizioni di vulnerabilità e difficoltà. Il bando prevede un ammontare complessivo pari a 2.600.000 €, i cui fondi sono messi a disposizione pariteticamente da parte di Google.org e del Fondo per la Repubblica Digitale. Il bando punta ad abilitare le persone alla comprensione e all’utilizzo delle tecnologie di Intelligenza Artificiale attraverso lo sviluppo di competenze specifiche spendibili nel mondo del lavoro, così da offrire opportunità di inserimento lavorativo o di miglioramento delle condizioni professionali, contribuendo altresì all’aumento della competitività delle imprese italiane. Le azioni formative dovranno essere destinate, tra gli altri, a persone disoccupate, inattive, NEET, lavoratori a rischio di demansionamento o sostituzione, persone con disabilità, minoranze sottorappresentate, vittime di violenza, residenti in aree svantaggiate o in contesti emarginati. L’obiettivo è, in questo modo, favorire la coesione e l’inclusione sociale.


L’Intelligenza Artificiale rappresenta una delle frontiere più promettenti della tecnologia moderna, nonché una delle forze più trasformative degli ultimi tempi con il potenziale per rimodellare il panorama economico italiano: secondo uno studio del 2024 commissionato da Google, si stima che l’IA possa assistere il 58% dei lavori in Italia e contribuire a un incremento dell’8% del PIL nei prossimi dieci anni. Inoltre, il report di Assintel sottolinea come il mercato ICT italiano abbia registrato nel 2024 una crescita del +4,1%, raggiungendo i 42,4 miliardi di euro, con una previsione di +4,6% per il 2025. Per quanto riguarda le imprese italiane, secondo lo studio, il 27% delle aziende sta aumentando gli investimenti in innovazione, mentre il 62,2% li mantiene costanti. In questo scenario, assume una rilevanza particolare il contesto del Made in Italy che costituisce un asse fondamentale per l’economia del Paese: settori come agroalimentare, commercio, metalmeccanico, metalsiderurgico, mobile e arredo, moda e abbigliamento e turismo, costituiscono le filiere caratterizzanti l’economia nazionale sulle quali è prioritario agire e nelle quali l’impiego dell’IA rappresenta un’occasione per acquisire un vantaggio competitivo sia in termini di efficienza che di aumento di produttività. Alcuni modelli predittivi basati sull’IA sono già in grado di dimostrare che tali tecnologie possono portare miglioramenti significativi in termini di efficienza. Attualmente, il settore del Made in Italy è caratterizzato da una scarsa integrazione delle tecnologie avanzate rispetto ad altri settori, che ne limita la capacità competitiva nel mercato globale. Sostenere iniziative volte ad accrescere la consapevolezza circa le opportunità e i vantaggi offerti dall’IA nel Made in Italy porterà inevitabilmente a un aumento dell’impiego di questo strumento e alla conseguente richiesta di competenze ad esso legate.


Per Martina Lascialfari, Direttrice Generale del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale: “Siamo felici di presentare il bando ‘vIvA’, un’iniziativa che pone al centro le persone e lo sviluppo delle loro competenze, rendendo l’Intelligenza Artificiale un’opportunità concreta anche per le fasce più vulnerabili della popolazione. Investire nella formazione sulle nuove tecnologie significa creare possibilità di inserimento nel mondo del lavoro e favorire la crescita del Paese. Con questo bando, intendiamo sostenere progetti che uniscano innovazione tecnologica e inclusione sociale, offrendo a chi è più a rischio di esclusione gli strumenti per affrontare le sfide del futuro. Il Made in Italy, pilastro della nostra economia, ha bisogno di professionisti qualificati: con ‘vIvA’, vogliamo garantire a tutti l’opportunità di essere parte attiva di questa trasformazione.” Per Diego Ciulli, Responsabile degli Affari Istituzionali di Google in Italia, “In Google crediamo che l’Intelligenza Artificiale possa essere una forza positiva per il Made in Italy, a patto che sia utilizzata in modo responsabile e inclusivo. Supportando il bando ‘vIvA’ , Google.org intende supportare organizzazioni ad impatto sociale per formare una nuova generazione di professionisti in grado di sfruttare le potenzialità dell’IA per far crescere le imprese italiane e creare nuove opportunità di lavoro, in particolare per le persone più vulnerabili. L’IA può aiutarci ad affrontare alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo, dalla sostenibilità alla digitalizzazione, e siamo convinti che il suo sviluppo debba andare di pari passo con la creazione di competenze e la promozione dell’inclusione sociale.”

Difesa Ue, Giorgetti: prima valutare le necessità poi la spesa

Difesa Ue, Giorgetti: prima valutare le necessità poi la spesaRoma, 12 mar. (askanews) – “Invece di sparare cifre a priori dobbiamo sapere quali sono le vere necessità per quelli che sono gli investimenti militari. Una volta determinato questo, e ci sta lavorando il ministro Crosetto, si stabilirà il tipo di impegno e l’ammontare dell’impegno” nell’ambito del piano ReArm EU. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo ad un’interrogazione nel corso del question time alla Camera.


“Prima di tutto l’Italia deve rispettare gli impegni internazionali. Fa parte di un’allenza e se questa alleanza richiede un impegno del 2% del pil siamo tenuti a rispettarlo – ha spiegato – La seconda dimensione è che invece di sparare cifre a priori dobbiamo sapere quali sono le vere necessità per gli investimenti militari. Una volta determinato questo, e ci sta lavorando il ministro Crosetto, si stabilirà il tipo di impegno e l’ammontare dell’impegno che il governo italiano dovrà sostenere”. “Terza dimensione, questo sforzo – ha precisato – non potrà non contemplare una valutazione di politica industriale con riferimento all’industria della difesa che dovrà produrre un beneficio in termini di crescita economica e di occupazione”.


Dopo aver ribadito che la spesa per la difesa, in ogni caso, non sarà a scapito di sanità e servizi Pubblici, Giorgetti ha giudicato positivamente la clausola di salvaguardia decisa dalla Commissione europea per questo tipo di investimenti. “Tuttavia – ha concluso il Ministro – la flessibilità della spesa non deve compromettere la sostenibilità dei conti pubblici e non deve far aumentare in misura significativa il debito pubblico”.

Petrolio, Opec conferma stime domanda globale (2025 +1,4 mln barili)

Petrolio, Opec conferma stime domanda globale (2025 +1,4 mln barili)Roma, 12 mar. (askanews) – L’Opec ha confermato le sue previsioni sulla domanda globale di petrolio, stimando un incremento pari a 1,4 milioni di barili equivalenti al giorno sulla media del 2025. A trainare la crescita sono i paesi non Ocse, sostanzialmente le economie emergenti come Cina, India e simili che da sole contribuiranno per 1,3 milioni di barili, secondo quanto riporta il cartello degli esportatori nel suo ultimo rapporto mensile.


“Nel 2026 è atteso che la crescita della domanda prosegua robusta”, recita lo studio: per il prossimo anno è atteso nuovamente un incremento pari a 1,4 milioni di barili equivalenti al giorno. Anche in questo caso la stima è confermata rispetto al precedente rapporto mensile. Secondo l’Opec i maggiori contributi agli aumenti delle forniture globali di oro nero arriveranno invece da Stati Uniti, Brasile, Canada e Norvegia. Il tutto in un quadro in cui il cartello petrolifero ha mantenuto inalterate anche le sue previsioni sulla crescita economica globale: 3,1% nel 2025 e 3,2% nel 2026.


Previsioni di crescita confermate “nonostante le sfide sul commercio e i potenziali sviluppi delle dinamiche geopolitiche”, riconosce la stessa Opec in un riquadro di analisi inserito nello studio. “Le preoccupazioni sul commercio dovrebbero contribuire alla volatilità. Le pressioni sui prezzi potrebbero pesare sulla crescita globale ma è improbabile – afferma lo studio – che siano in grado di far deragliare lo slancio dell’espansione”. Nel pomeriggio, dopo i ribassi delle passate sedute i prezzi del petrolio mantengono una dinamica di risalita. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord sale dell’1,40% a 70,55 dollari. Il West Texas Intermediate aumenta dell’1,70% al 67,38 dollari.


La scorsa settimana, diversi paesi del cartello allargato degli esportatori, l’Opec+, che include la Russia, hanno concordato di non prorogare i tagli supplementari che si erano autoimposti negli anni scorsi per sostenere le quotazioni. Questo comporterà un aumento delle forniture a partire da aprile.