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Mbda, Béranger: mondo cambiato, così come richieste clienti

Mbda, Béranger: mondo cambiato, così come richieste clientiParigi, 13 mar. (askanews) – “Viviamo un cambiamento fondamentale nel mondo, la forza sta modificando il diritto internazionale. E questo sta altresì modificando la richiesta dei nostri clienti, divenuta urgente, con una forte pressione ad accelerare in termini di volumi, di innovazione, di nuove tecnologie, come l’IA, con nuove richieste nel campo del cyberspazio e di nuovi prodotti. Mbda è attiva in questa innovazione, in un mondo che cambia velocemente, confermando la sua mission di offrire ai propri clienti capacità militari per essere superiori sul campo”.


Lo ha affermato il CEO di Mbda, Eric Béranger, alla CEO Press Conference 2024 a Parigi, presentando i risultati 2023 e le prospettive del 2024. Dopo aver definito il 2023 “anno straordinario”, rispetto ai passi e alle iniziative compiute dall’Unione europea in termini di Strategia europea di Difesa, Eric Béranger, sottolineando la crescita e l’importanza per l’Europa del settore della difesa aerea, ha commentato: “Non so se sia giusto usare la parola ottimismo, saluto le iniziative, positive, che ci aiuteranno, perchè stabiliscono chiaramente un’ambizione di cui si vedono già i progressi. Come Mbda supporteremo come sempre con forza e convintamente queste iniziative, che ci vedono già coinvolti con 31 progetti”.


Mbda è un gruppo europeo multinazionale leader mondiale nel campo dei sistemi d’arma complessi, controllata con uguali regole di Corporate Governance da Airbus (37,5%), BAE Systems (37,5%) e Leonardo (25%). .

Lavoro, Istat: prosegue la crescita del numero di occupati, +491mila a tempo indeterminato (disoccupazione cala al 7,7%)

Lavoro, Istat: prosegue la crescita del numero di occupati, +491mila a tempo indeterminato (disoccupazione cala al 7,7%)Roma, 13 mar. (askanews) – Nella media del 2023 prosegue la crescita, già registrata nei due anni precedenti, del numero di occupati (+481 mila, +2,1% in un anno), la cui stima si attesta a 23 milioni 580mila unità. Il tasso di occupazione di 15-64 anni sale al 61,5% (+1,3 punti percentuali in un anno). Lo ha reso noto l’Istat.


La crescita dell’occupazione, rispetto al 2022, interessa soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato (+491 mila, +3,3%) e, con minore intensità, gli indipendenti (+62 mila, +1,3); risultano invece in calo i dipendenti a termine (-73 mila, -2,4%). Continua l’aumento, già osservato nei due anni precedenti, del lavoro a tempo pieno (+446 mila, +2,4%) e cresce a ritmi più sostenuti rispetto all’anno precedente anche quello a tempo parziale (+35 mila, +0,8%).


Parallelamente nel 2023 prosegue, seppur attenuata rispetto al 2022, la diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione (-81 mila, -4%) che scende a 1 milione 947 mila; aumentano leggermente coloro che cercano lavoro da meno di un anno e, di conseguenza, diminuisce l’incidenza dei disoccupati di lunga durata, da almeno 12 mesi, che scende al 54,8% (-2,5 punti in un anno). Il tasso di disoccupazione cala al 7,7%, -0,4 punti rispetto al 2022. Lo ha reso noto l’Istat. L’uso dei canali informali nella ricerca di occupazione rimane la pratica più diffusa: la quota di chi si rivolge a parenti, amici e conoscenti aumenta e raggiunge il 76,6% (+1,2 punti); in marcata crescita anche l’incidenza di chi ha cercato lavoro rivolgendosi al Centro pubblico per l’impiego (25,8%, +3,5 punti), mentre risultano più stabili le quote di coloro che svolgono altre azioni di ricerca formali, come l’invio di domande/curriculum (invariata al 64,9%), la consultazione di offerte di lavoro (47,6%, +0,6 punti), la risposta ad annunci o la pubblicazione di inserzioni (30,0%, +0,4 punti) oppure l’aver contattato un’agenzia di lavoro interinale (invariata al 20%).


Nel 2023, il numero di inattivi di 15-64 anni diminuisce per il terzo anno consecutivo (-468 mila, -3,6% in un anno), attestandosi a 12 milioni 377 mila; in calo sia coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare (-175 mila, -1,7%) sia, soprattutto, le forze di lavoro potenziali (-293 mila, -11,8%), ossia la componente degli inattivi più vicina al mercato del lavoro. Diminuisce il numero degli scoraggiati (-44 mila, -4,3%), di chi aspetta gli esiti di passate azioni di ricerca (-129 mila, -20,9%) e di chi non cerca lavoro per motivi familiari (-139 mila, -4,8%). Il tasso di inattività 15-64 anni scende al 33,3% (-1,1 punti rispetto al 2022).

Lavoro, Istat: al Sud tasso disoccupazione è triplo rispetto al Nord

Lavoro, Istat: al Sud tasso disoccupazione è triplo rispetto al NordRoma, 13 mar. (askanews) – Nel 2023 i divari territoriali, nel mercato del lavoro, rimangono “molto elevati”: il tasso di occupazione nel Nord (69,4%) è di 21 punti superiore a quello del Mezzogiorno (48,2%) e il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali (14%) è circa tre volte quello del Nord (4,6%). Lo ha reso noto l’Istat.


A livello territoriale, il Mezzogiorno – ha spiegato l’Istat -mostra l’aumento più consistente del tasso di occupazione (+1,6 punti rispetto a +1,3 punti nel Nord e +1,1 punti nel Centro) e la riduzione più marcata del tasso di inattività 15-64 anni (-1,6 punti nelle regioni meridionali rispetto a -1,0 punti nel Nord e -0,6 punti nel Centro); il tasso di disoccupazione, invece, diminuisce in maggior misura nel Centro (-0,7 punti in confronto a -0,5 punti nel Nord e -0,3 punti nel Mezzogiorno). Mlp

Lavoro, Istat: nel 2023 disoccupazione cala al 7,7%

Lavoro, Istat: nel 2023 disoccupazione cala al 7,7%Roma, 13 mar. (askanews) – Nel 2023 prosegue, seppur attenuata rispetto al 2022, la diminuzione del numero di persone in cerca di occupazione (-81 mila, -4%) che scende a 1 milione 947 mila; aumentano leggermente coloro che cercano lavoro da meno di un anno e, di conseguenza, diminuisce l’incidenza dei disoccupati di lunga durata, da almeno 12 mesi, che scende al 54,8% (-2,5 punti in un anno). Il tasso di disoccupazione cala al 7,7%, -0,4 punti rispetto al 2022. Lo ha reso noto l’Istat.


L’uso dei canali informali nella ricerca di occupazione rimane la pratica più diffusa: la quota di chi si rivolge a parenti, amici e conoscenti aumenta e raggiunge il 76,6% (+1,2 punti); in marcata crescita anche l’incidenza di chi ha cercato lavoro rivolgendosi al Centro pubblico per l’impiego (25,8%, +3,5 punti), mentre risultano più stabili le quote di coloro che svolgono altre azioni di ricerca formali, come l’invio di domande/curriculum (invariata al 64,9%), la consultazione di offerte di lavoro (47,6%, +0,6 punti), la risposta ad annunci o la pubblicazione di inserzioni (30,0%, +0,4 punti) oppure l’aver contattato un’agenzia di lavoro interinale (invariata al 20%). Nel 2023, il numero di inattivi di 15-64 anni diminuisce per il terzo anno consecutivo (-468 mila, -3,6% in un anno), attestandosi a 12 milioni 377 mila; in calo sia coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare (-175 mila, -1,7%) sia, soprattutto, le forze di lavoro potenziali (-293 mila, -11,8%), ossia la componente degli inattivi più vicina al mercato del lavoro. Diminuisce il numero degli scoraggiati (-44 mila, -4,3%), di chi aspetta gli esiti di passate azioni di ricerca (-129 mila, -20,9%) e di chi non cerca lavoro per motivi familiari (-139 mila, -4,8%). Il tasso di inattività 15-64 anni scende al 33,3% (-1,1 punti rispetto al 2022).


Mlp

Lavoro, Istat: +481mila occupati nel 2023, tasso sale al 61,5%

Lavoro, Istat: +481mila occupati nel 2023, tasso sale al 61,5%Roma, 13 mar. (askanews) – Nella media del 2023 prosegue la crescita, già registrata nei due anni precedenti, del numero di occupati (+481 mila, +2,1% in un anno), la cui stima si attesta a 23 milioni 580 mila unità. Il tasso di occupazione di 15-64 anni sale al 61,5% (+1,3 punti percentuali in un anno). Lo ha reso noto l’Istat.


La crescita dell’occupazione, rispetto al 2022, interessa soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato (+491 mila, +3,3%) e, con minore intensità, gli indipendenti (+62 mila, +1,3); risultano invece in calo i dipendenti a termine (-73 mila, -2,4%). Continua l’aumento, già osservato nei due anni precedenti, del lavoro a tempo pieno (+446 mila, +2,4%) e cresce a ritmi più sostenuti rispetto all’anno precedente anche quello a tempo parziale (+35 mila, +0,8%).


Tra le donne, il tasso di occupazione aumenta poco di più rispetto agli uomini (+1,4 punti rispetto a +1,2 punti) e si associa alla diminuzione più marcata di quello di disoccupazione (-0,6 e -0,3 punti, rispettivamente); è invece quasi identica la riduzione del tasso di inattività 15-64 anni (-1,2 punti le donne e -1,1 punti gli uomini). Il gap a sfavore delle donne si attesta a circa 18 punti per i tassi di occupazione e di inattività (15-64 anni) e a 2 punti per il tasso di disoccupazione.


Mlp

Confindustria, Marenghi lascia. E’ corsa a tre per la presidenza

Confindustria, Marenghi lascia. E’ corsa a tre per la presidenzaRoma, 12 mar. (askanews) – Alberto Marenghi, come era nelle previsioni, ha lasciato la corsa per la presidenza di Confindustria. Con una lettera inviata ai saggi, Marenghi, il candidato meno favorito nella successione a Bonomi, ha spiegato il passo indietro affermando di voler dare “un segnale di unità e di compattezza” perchè la priorità di questa fase è la “ricomposizione e la convergenza”. A circa tre settimane dal voto del 4 aprile in campo restano Edoardo Garrone, Emanuele Orsini e Antonio Gozzi.


Terminate le consultazioni con la base associativa, i saggi hanno inviato una lettera ai presidenti e componenti del consiglio generale annunciando “ulteriori comunicazioni” sull’eventuale “raggiungimento della soglia percentuale di voti assembleari regolarmente esercitabili”, pari al 20%, necessaria per “l’automatica partecipazione al voto di designazione del 4 aprile”. Garrone ha già certificato di poter contare su oltre il 20% di tali voti, avendo così accesso di diritto alla finale. Anche Orsini avrebbe superato tale soglia e consegnato la documentazione ai saggi. Fonti vicine a Gozzi fanno sapere che, entro giovedì, anche lui dovrebbe attestare un sostegno superiore al 20%.


“In vista dell’appuntamento del consiglio generale del prossimo 21 marzo, la commissione – si legge ancora nella missiva inviata dai saggi, Mariella Enoc, Ilaria Vescovi e Andrea Moltrasio – procederà entro la fine della corrente settimana all’analisi della documentazione acquisita, con particolare attenzione al riscontro di legittimità formale e sostanziale delle delibere delle associazioni che sono state trasmesse e depositate in queste settimane di consultazione”. I tre si preparano a redigere una relazione finale delle valutazioni raccolte sui candidati. Quindi individueranno i nominativi scelti. Lo statuto di Confindustria prevede un numero massimo di tre candidati per il voto, a scrutinio segreto, del consiglio generale, “fermo restando un obiettivo di sintesi e di promozione della massima unitarietà possibile”.


Da procedura, per acquisire lo status di presidente designato è necessario conseguire almeno la metà più uno dei voti dei presenti in consiglio generale, senza tener conto degli astenuti e delle schede bianche. Se non si dovesse raggiungere il quorum richiesto alla prima votazione, in caso di tre candidati, si andrà al ballottaggio tra i due più votati nel primo scrutinio. Caso mai avvenuto nella storia di Confindustria.

Usa, Biden: mia massima priorità economica è riduzione dei costi

Usa, Biden: mia massima priorità economica è riduzione dei costiNew York, 12 mar. (askanews) – “La mia massima priorità economica è la riduzione dei costi e il rapporto di oggi mostra che continuiamo a fare progressi su questo fronte”, così il presidente americano Joe Biden ha commentato il report sui prezzi al consumo pubblicato questa mattina dal Dipartimento del lavoro. Nonostante sia stata rilevato un aumento dell’inflazione annuale del 3,2%, il dato core, esclusi cioè i prezzi di cibo ed energia è scesa al 3,8%, “la più bassa da maggio 2021”.


Il presidente, nel comunicato ufficiale, insiste che “dobbiamo fare di più per ridurre i costi e dare una giusta possibilità alla classe media” e sottolinea le proposte del suo budget che consentirebbero di ridurrebbe i costi per l’assistenza sanitaria, l’assistenza all’infanzia e l’istruzione, mentre abbasserebbe gli affitti. Biden ha approfittato per dare una stoccata agli avversari politici dicendo che “i repubblicani del Congresso non hanno alcun piano per ridurre i costi”.

Urso: G7 dopo sette anni torna per l’Industria, giovedì a Verona

Urso: G7 dopo sette anni torna per l’Industria, giovedì a VeronaRoma, 12 mar. (askanews) – Dopo sette anni di assenza torna il G7 dell’industria, occasione in cui i grandi del mondo torneranno a parlarsi per affrontare le grandi sfide dello sviluppo con la tecnologia. Lo ha sottolineato il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nella conferenza stampa per illustrare i prossimi appuntamenti, a Verona, giovedì, con gli altri ministri dell’industria dei Paesi del G7, e a Trento, venerdì, per affrontare insieme il tema del digitale. Trasversale a entrambe le giornate sarà il tema dell’intelligenza artificiale.


“L’Italia ha inteso ripristinare dopo 7 anni il G7 dell’industria – ha detto il ministro- per un confronto sul tema con le grandi economie, per garantire l’autonomia strategica dei Paesi con le tecnologie e l’intelligenza artificiale”. Ad anticipare le due giornate, domani si terrà il B7, che riunirà i rappresentanti delle associazioni degli imprenditori dei sette Grandi, presieduto da Emma Marcegaglia.

Cooperative, Gardini: mancanza personale ne frena la crescita

Cooperative, Gardini: mancanza personale ne frena la crescitaRoma, 12 mar. (askanews) – La mancanza di personale è il principale ostacolo alla crescita delle cooperative, per 4 su 10 è un problema oramai strutturale a cui non sembra esserci rimedio, almeno nel breve medio periodo. È ciò che emerge dall’analisi congiunturale completata dal Centro Studi Confcooperative a febbraio su un campione rappresentativo delle 17.000 imprese associate che danno lavoro a 540.000 persone. «L’incertezza – spiega il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini in una nota – continua a essere il sentiment più diffuso tra le cooperative che ripongono più fiducia sulle proprie prospettive di crescita che su quelle dell’economia in generale: tant’è che due su dieci temono ancora un trascinamento negativo delle crisi geopolitiche, un aumento delle tensioni e una riduzione ulteriore del potere d’acquisto dei consumatori finali. Una mancanza dal conto salato per il paese, il Censis stima in 28 miliardi il costo per il solo 2023, vale a dire l’1,5% del Pil. Rispetto allo scorso autunno i pessimisti si riducono di poco e gli ottimisti, ancora una sparuta minoranza, che confidano in un andamento migliore del ciclo dell’economia italiana, salgono solo dal 5,9% al 6,4. Le nostre cooperative occupano 540.000 persone, ne potrebbero assumere altre 30.000, ma non trovano personale formato e disponibile: nel socio sanitario, nell’agroalimentare, nel trasporto, nei servizi turisti e culturali».


PREVISIONI PRIMAVERA 2024 – Gli indicatori anticipatori sul livello degli ordini delineano uno scenario di prevalente stazionarietà anche per i prossimi mesi. Il saldo atteso dovrebbe, comunque, mantenere il segno positivo. In particolare sebbene la maggioranza assoluta dei cooperatori, il 73,2% del totale, non preveda variazioni significative della domanda e degli ordini a breve termine, il 17,5% attende una ripresa della domanda, a fronte del 9,3% che, invece, prevede una diminuzione degli ordini per i prossimi mesi. INFLAZIONE – Si attende un moderato riallineamento verso l’alto della dinamica inflativa. In particolare il 26,1% dei cooperatori dovrebbe rivedere verso l’alto i listini nei prossimi mesi, a fronte di un incremento atteso dei costi all’origine. Solo il 2,5% ridurrà i prezzi finali di vendita ricorrendo, di fatto, alla leva del prezzo per fronteggiare la concorrenza. Per il 69,6% degli intervistati la dinamica dei prezzi finali di vendita delle cooperative nel breve periodo è prevista prevalentemente stazionaria. Ancora surriscaldati i costi di fornitura e più in generale i prezzi all’origine.


LAVORO – La “madre di tutte le criticità” da oltre diciannove mesi, e non era mai successo in 20 anni di indagini congiunturali, rimane il «mismatch tra domanda e offerta di lavoro». Più di quattro cooperatori su dieci, tra quelli che ha hanno lamentato ostacoli alle attività, hanno segnalato, la difficoltà di trovare personale (sia qualificato sia generico). ACCESSO AL CREDITO – Spread e tassi ancora in salita a fine 2023. Le condizioni generali di offerta nel secondo semestre 2023 sono rimaste poco accomodanti. Il 66% delle cooperative ha evidenziato una crescita del tasso lordo applicato dalle banche. Il 30% ha rilevato tassi invariati rispetto alle precedenti condizioni di erogazione. Solo il 4% è riuscito a spuntare tassi migliori e più bassi rispetto ai livelli precedenti.


Nonostante tutto sono positive sia le attese di rafforzamento della spesa per investimenti per i prossimi mesi sia, più in generale, le prospettive per il futuro a breve termine delle cooperative. Di fatto, l’86,8% delle cooperative prevede un consolidamento e anche, sebbene in misura inferiore, un rafforzamento e un’espansione delle attività. Per il restante 13,2% delle aderenti, invece, la prospettiva è il ridimensionamento delle attività, in alcuni casi con ricadute sui livelli occupazionali o con il rischio di continuità aziendale.

Confindustria, saggi:possibili indicazioni su altri candidati sopra 20%

Confindustria, saggi:possibili indicazioni su altri candidati sopra 20%Roma, 12 mar. (askanews) – I saggi di Confindustria si riservano “ulteriori comunicazioni in ordine all’eventuale raggiungimento della soglia percentuale di voti assembleari regolarmente esercitabili, prevista dal nono comma dell’articolo 12 dello statuto confederale come presupposto, dopo le verifiche richieste, per l’automatica partecipazione al voto di designazione del 4 aprile”. E’ quanto si legge in una lettera – che Askanews è in grado di anticipare – inviata dai tre membri della commissione di designazione, al termine del giro di consultazioni con la base associativa, ai presidenti e ai componenti del consiglio generale di Confindustria.


Al momento, tra i candidati in corsa per la presidenza di Confindustria, solo Edoardo Garrone avrebbe già certificato di poter contare su oltre il 20% dei voti assembleari potendo coì accedere di diritto al voto del consiglio. Anche Emanuele Orsini avrebbe superato quella soglia e consegnato la documentazione ai saggi entro i termini previsti. Mentre Antonio Gozzi sarebbe sotto quel limite. “In vista dell’appuntamento del Consiglio Generale del prossimo 21 marzo, la Commissione – si legge nella missiva – procederà entro la fine della corrente settimana all’analisi della documentazione acquisita, con particolare attenzione al riscontro di legittimità formale e sostanziale delle delibere delle associazioni che sono state trasmesse e depositate in queste settimane di consultazione”.