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Hewlett Packard Enterprise acquisirà Juniper Networks per 14 mld usd

Hewlett Packard Enterprise acquisirà Juniper Networks per 14 mld usdNew York, 10 gen. (askanews) – Hewlett Packard Enterprise ha reso noto che acquistarà il fornitore di apparecchiature di rete Juniper Networks per circa 14 miliardi di dollari, ovvero 40 dollari per azione, in un accordo interamente in contanti.

HPE prevede di concludere l’accordo entro la fine dell’anno o all’inizio del 2025 e se l’operazione sarà completata, Rami Rahim, CEO di Juniper, guiderà il gruppo combinato e riporterà al CEO di HPE, Antonio Neri, secondo una dichiarazione dell’azienda. Hewlett-Packard ha approfondito il networking quando ha acquistato Aruba Networks nel 2015. Mesi dopo, HP si è divisa in due, dando vita a HPE, che vende server e altre apparecchiature per data center, e HP Inc., che produce PC e stampanti.

Fondata nel 1996, Juniper ha dedicato molti anni alla ricerca di Cisco nel mercato degli apparati di rete. I ricavi sono cresciuti del 12% anno su anno nel 2022, la crescita più rapida dal 2010. L’unione porterebbe a un risparmio sui costi annuali di 450 milioni di dollari entro tre anni dal completamento dell’accordo, ha affermato HPE.

Generali diventa azionista al 100% della compagnia Danni in Cina

Generali diventa azionista al 100% della compagnia Danni in CinaMilano, 10 gen. (askanews) – Generali ha firmato un accordo per l’acquisizione del 51% di Generali China Insurance Company per un corrispettivo di circa 99 milioni di euro. Al closing, Generali diventerà azionista al 100% di GCI. L’accordo fa seguito al processo di gara pubblica avviato da CNPC Capital, come annunciato sul China Beijing Equity Exchange lo scorso 2 novembre.

L’impatto stimato sul Solvency Ratio di Generali è pari a circa -1 p.p. L’acquisizione, spiega la compagnia triestina, rappresenta un investimento strategico a lungo termine per sviluppare in Cina un business Danni interamente di proprietà, consentendo a Generali di rafforzarsi con una quota sempre maggiore nel crescente mercato cinese. A chiusura dell’operazione, Generali diventerà il primo operatore straniero ad acquisire la partecipazione di controllo di una compagnia Danni da un unico ente statale in Cina, esclusivamente attraverso una procedura di asta pubblica obbligatoria.

Come unico azionista di GCI, Generali prevede di espandere la propria rete distributiva in Cina; fare leva sugli investimenti cinesi verso la neutralità carbonica per espandere l’offerta di soluzioni assicurative con componenti ESG, facendo emergere i profili distintivi di Generali su questo mercato; sfruttare il know-how globale, regionale e locale del Gruppo per migliorare la strategia di distribuzione di GCI.

Ert, Draghi: industria Ue al centro di incontro odierno

Ert, Draghi: industria Ue al centro di incontro odiernoMilano, 10 gen. (askanews) – “Questo è uno dei tanti incontri che teniamo nel corso di questo rapporto. L’incontro di oggi si tiene a Milano. Tocca all’industria e io ascolto”. Lo ha detto l’ex governatore della Bce e premier italiano Mario Draghi facendo il suo ingresso nella sede di Banca d’Italia a Milano dove si terrà l’incontro Ert o European Round Table for Industry.

L’Ert si pone l’obiettivo di elaborare un piano di crescita di lungo termine dell’industria Ue, con focus su competitività e innovazione. Mario Draghi è stato incaricato di elaborare il piano da Ursula von der Leyen lo scorso settembre. All’incontro partecipano Jean-François van Boxmeer presidente Ert e Vodafone; Ilham Kadri, Ceo di Syensqo; Dimitri Papalexopoulos Chair, ERT Committee on Energy Transition e Climate Change Chair, Titan Cement; Jim Hagemann Snabe Chairman, Siemens; Jacob Wallenberg Chair, ERT Committee on Trade & Market Access Chair, Investor AB.

L’Ert riunisce circa 60 Ceo e presidenti di multinazionali di origine europea, che coprono un’ampia gamma di settori industriali e tecnologici. Le aziende dei membri Ert hanno fatturato combinato superiori a duemila miliardi di euro, fornendo posti di lavoro diretti a circa 5 milioni di persone in tutto il mondo – di cui la metà in Europa – e sostenendo milioni di posti di lavoro indiretti. Investono più di 60 miliardi di euro all’anno in ricerca e sviluppo, principalmente in Europa. Come rappresentanti italiani, dell’Ert fanno parte Rodolfo De Benedetti e Claudio Descalzi.

S&P: calo tassi non a breve, primo taglio Bce più probabile a giugno

S&P: calo tassi non a breve, primo taglio Bce più probabile a giugno

Milano, 10 gen. (askanews) – Il picco dei tassi di interesse è stato raggiunto, ma non scenderanno a breve. La previsione è di un primo taglio da parte della Bce più probabilmente a giugno. Lo hanno detto Barbara Castellano, managing director e global analytics di S&P, e Sylvain Broyer, capo economista Emea, nel corso della 2024 Italy annual press conference dell’agenzia di rating.

“‘Nuove regole, nuovo libretto istruzioni (new rules, new playbook’ è il titolo che abbiamo dato al nostro credit global outlook, perchè benchè le economiche sono state resilienti durante la pandemia, e anche dopo, ci sono stati squilibri molto importanti che stanno provocando effetti sui mercati”, ha spiegato Castellano. “Una parte di questi effetti l’abbiamo già visto nel 2023 con l’aumento dell’inflazione e il rallentamento della crescita economica, sono elementi che ci preoccupano, ma l’elemento più preoccupante per noi è il rialzo dei tassi di interesse che non andranno giù presto, non è la previsione che abbiamo. Quindi siamo di fronte a un nuovo paradigma in Europa che, dopo tassi bassi per un lungo periodo, adesso deve fare i conti con tassi diversi. Le nostre emittenti – Stati, società banche – devono adattarsi a un nuovo paradigma legato a tassi di interesse significativamente più alti rispetto a quelli che abbiamo visto in passato” e questo peserà sui rifinanziamenti, soprattutto per le società con rating più bassi. A oggi le stime di S&P sono di un tasso annuale di inflazione al 2,9% per l’anno in corso, per poi raggiungere il target del 2% sono nel 2025, ha spiegato Broyer.

Sui mutui e i prestiti alle imprese tassi ai massimi da 15 anni

Sui mutui e i prestiti alle imprese tassi ai massimi da 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – In Italia i tassi di interesse sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di casa e alle imprese balzano ai massimi da 15 anni a questa parte, sulla scia degli aumenti ai livelli di riferimento effettuati nei mesi scorsi dalla Bce. Ma proprio dall’istituzione monetaria giungono nuovi segnali che confermano come la fase di aumento sul costo del danaro sia ormai definitivamente conclusa. Mentre ora mercati e analisti si interrogano su quando l’istituzione, presumibilmente già nel corso di quest’anno, potrebbe iniziare a ritoccare al ribasso i tassi.

Intanto, però, a novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie nella Penisola sono saliti al 4,9185%, circa 20 punti base al di sopra del livello (4,72%) registrato a ottobre. Il dato, riportato nella statistica “Banche e moneta: serie nazionali” della Banca d’Italia, è relativo ai tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg). E secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento. Semprese a novembre il tasso medio sui nuovi prestiti al consumo per le famiglie si è invece moderato al 10,27 per cento, dal 10,45 nel mese precedente.

Nel frattempo anche sui prestiti alle imprese a novembre i tassi hanno segnato nuovi aumenti e al 5,5929 per cento, a fronte del 5,46 nel mese precedente, secondo le tabelle di Bankitalia hanno segnato un picco dall’ottobre del 2008, quando questa voce si attestava al 5,8404 per cento. Proprio oggi, il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos ha rilevato come il 2023 si sia chiuso con un tasso di inflazione media dell’area euro inferiore al 3%. “Una buona notizia”, ha detto nel suo intervento alla giornata degli investitori a Madrid. La leggera risalita di dicembre era ampiamente attesa, a riflesso degli effetti di base statistici e per il venir meno delle misure di aiuto sull’energia.

Le sue dichiarazioni non evidenziano elementi di allarme da parte della banca centrale sulle prospettive del carovita. De Guindos ha ricordato che l’inflazione dell’area euro era risultata superiore al 10% nell’ottobre del 2022 e all’8,6% all’inizio dell’scorso anno. “Il calo del 2023 riguardato tutte le componenti del processo disinflazionistico, che ha guadagnato slancio nella seconda metà dell’anno. E’ probabile che nel 2024 il rapido processo disinflazione che abbiamo osservato nel 2023 rallenti – ha spiegato – e che segni una pausa temporanea all’inizio dell’anno, come avvenuto a dicembre”. Il banchiere centrale ha ricordato che in risposta alle passate accelerazioni inflazionistiche l’istituzione monetaria ha complessivamente aumentato i tassi di interesse di 450 punti base. La prossima settimana tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo della Bce per le decisioni di politica monetaria. Non sono attesi altri aumenti dei tassi, mentre ora gli interrogativi degli operatori di mercato riguardano quando inizieranno ad essere abbassati, più avanti nel corso di quest’anno. Intanto domani mattina l’istituzione pubblicherà il suo nuovo Bollettino economico.

Esecuzioni immobiliari, Confedercontribuenti: cambiare legge Cartabia

Esecuzioni immobiliari, Confedercontribuenti: cambiare legge CartabiaRoma, 10 gen. (askanews) – Il governo riveda radicalmente le norme sulle esecuzioni immobiliari della riforma Cartabia, per aiutare le centinaia di migliaia di famiglie che rischiano di perdere la casa in cui vivono. È la richiesta che lancia Confedercontribuenti, sottolineando che “l’aumento vertiginoso dei tassi di interesse dei mutui, già nei prossimi mesi, rischia di far crescere in maniera incontrollata le esecuzioni immobiliari. E potrebbe finire anche con l’alimentare il racket dell’usura”.

“Occorre scegliere da che parte stare – commenta il presidente di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro – Da un lato ci sono le famiglie che, molto spesso senza alcuna colpa, rischiano di perdere la casa che hanno tanto faticosamente acquistato. Dall’altro ci sono le società che comprano i crediti delle persone in difficoltà, ovvero degli affaristi che hanno dato vita a un mercato a prezzi stracciati e senza regole”. La riforma Cartabia – ricorda la Confederazione – ha accorciato i tempi per le vendite forzose e ha ridotto gli strumenti che può utilizzare il debitore. “La politica però non sta verificando in maniera adeguata l’impatto che queste misure possono avere – avverte Finocchiaro. – La Banca d’Italia, dal canto suo, non vigilia sulle società che approfittano di questo business. Senza contare che, di fronte alla drammatica eventualità di perdere la casa, migliaia di famiglie potrebbero finire nella morsa degli usurai, altro gravissimo fenomeno su cui le istituzioni sembrano aver allentato la presa”.

Secondo la Confederazione, oltre alla correzione alla legge Cartabia, è necessaria una riforma seria delle Sezioni Esecuzioni Immobiliari all’interno dei Tribunali. “È fondamentale effettuare una rotazione biennale dei magistrati che vi lavorano – conclude Finocchiaro, – in modo da garantire che queste Sezioni operino sempre in maniera trasparente. A tal proposito, Confedercontribuenti aveva presentato una denuncia al Consiglio Superiore della Magistratura, sollecitando un’immediata ispezione. Sarebbe opportuno analizzare quali risultati sono emersi” conclude Finocchiaro.

Lavoro, Istat: per 1,3 milioni retribuzione lorda oraria sotto 7,79 euro

Lavoro, Istat: per 1,3 milioni retribuzione lorda oraria sotto 7,79 euroRoma, 10 gen. (askanews) – Nel 2021 sono 1,3 milioni le posizioni lavorative, pari al 6,6% del totale (quota in calo di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020, invariata rispetto al 2019), che percepiscono una retribuzione lorda oraria inferiore a 7,79 euro, inferiore cioè ai due terzi della mediana (low pay jobs). E’ quanto emerge da un report dell’Istat.

Il valore mediano delle retribuzioni orarie (per ora retribuita) nel 2021 è pari a 11,69 euro. Il valore del nono decile è pari a 21,92 euro ed è 2,6 volte superiore a quello del primo decile (8,32 euro). La variabilità delle retribuzioni, misurata come differenza tra il valore del nono e del primo decile, si concentra, per il 75%, tra il nono decile e la mediana e solo il restante 25% tra la mediana e il primo decile. Le posizioni lavorative con retribuzioni orarie più alte sono anche quelle per le quali si registra una maggiore variabilità; tra queste ci sono quelle occupate da laureati (la retribuzione oraria mediana è di 14,75 euro), da dipendenti con almeno 50 anni di età (12,84 euro), da impiegati/dirigenti (14,69 euro), quelle del Nord-ovest (12,37 euro) o nelle grandi imprese (13,22 euro). In questi casi il valore del nono decile è circa tre volte quello del primo decile (il rapporto sale a 3,5 volte tra i laureati).

Una minore variabilità in termini di retribuzione oraria caratterizza le posizioni meno retribuite, cioè i rapporti di lavoro a tempo determinato (la retribuzione oraria mediana è di 10,44 euro), con qualifica di operaio (10,94 euro), a tempo parziale (10,44 euro), occupate da giovani (10,37 euro), da nati all’estero (10,65 euro) oppure nelle micro imprese (10,58 euro); in questi casi il valore del nono decile è circa il doppio di quello del primo decile. Le posizioni occupate da donne, tra le quali la retribuzione mediana è pari a 11,23 euro, sono retribuite 0,81 euro in meno di quelle occupate da uomini; la differenza rispetto agli uomini, pari al 3,3% per il primo decile, sale al 14,4% per il nono.

Rispetto all’anno precedente, nel 2021, la retribuzione mediana è rimasta praticamente invariata (-0,1%), il valore del primo decile è aumentato dello 0,6% e quello del nono dell’1,6%, facendo così registrare un aumento della variabilità. Sempre nel 2021, nel settore privato extra-agricolo sono attive 19,5 milioni di posizioni lavorative dipendenti (+6,9% rispetto al 2020), per un totale di 15,4 milioni di lavoratori (+3,5%).

Tra i lavoratori, il 17,8% ha occupato più di una posizione nel corso dell’anno. L’input di lavoro per posizione lavorativa, in mediana, cresce rispetto al 2020 del 6,6% in ore lavorate e dell’1,5% in ore retribuite (diminuisce sul 2019 del -2,1% e -2,6% rispettivamente).

Bankitalia: a novembre i tassi dei nuovi mutui al 4,92%. Il record degli ultimi 15 anni

Bankitalia: a novembre i tassi dei nuovi mutui al 4,92%. Il record degli ultimi 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – A novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie dalle banche in Italia hanno toccato i massimi da quasi 15 anni a questa parte, al 4,92%. Il dato emerge dalla indagine “Banche e moneta: serie nazionali” pubblicato oggi dalla Banca d’Italia e riflette gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento operati nei mesi passati dalla Bce.

A novembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 4,9185 per cento, a fronte del 4,72 per cento del mese precedente. Secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento. Prosegue la contrazione del credito bancario in Italia, sulla scia della stretta monetaria operata dalla Bce. A novembre i prestiti al settore privato sono complessivamente diminuiti del 3,2 per cento su base annua, dopo il meno 3,1 nel mese precedente. Lo riferisce la Banca d’Italia nella statistica “Banche moneta: serie nazionali”.

I prestiti alle famiglie si sono ridotti dell’1,2 per cento sui dodici mesi (erano calati dell’1,1 nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie si sono ridotti del 4,8 per cento (-5,3 nel mese precedente). Nel frattempo i depositi del settore privato sono diminuiti del 4,1 per cento, sempre su base annua, dopo un meno 5 per cento a ottobre: All’opposto continua a rafforzarsi la raccolta obbligazionaria delle banche, con un più 19,7 per cento a novembre dal più 17,9 di ottobre.

Bankitalia, a novembre tassi nuovi mutui al 4,92%, record 15 anni

Bankitalia, a novembre tassi nuovi mutui al 4,92%, record 15 anniRoma, 10 gen. (askanews) – A novembre i tassi sui nuovi mutui erogati alle famiglie dalle banche in Italia hanno toccato i massimi da quasi 15 anni a questa parte, al 4,92%. Il dato emerge dalla indagine “Banche e moneta: serie nazionali” pubblicato oggi dalla Banca d’Italia e riflette gli aumenti dei tassi di interesse di riferimento operati nei mesi passati dalla Bce.

A novembre i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 4,9185 per cento, a fronte del 4,72 per cento del mese precedente. Secondo le tabelle storiche dell’istituzione di Via Nazionale si tratta del valore più elevato dal dicembre del 2008, quando questa voce segnò 5,1936 per cento.

Commercio, Istat: a novembre vendite +0,4%, su anno +1,5%

Commercio, Istat: a novembre vendite +0,4%, su anno +1,5%Roma, 10 gen. (askanews) – A novembre si stima, per le vendite al dettaglio, una crescita congiunturale dello 0,4% in valore e dello 0,2% in volume. Su base tendenziale, a novembre 2023, le vendite al dettaglio aumentano dell’1,5% in valore e registrano un calo in volume del 2,2%. Lo ha reso noto l’Istat.

Sono in aumento, su base mensile, le vendite dei beni alimentari in valore (+0,2%) mentre registrano una flessione quelle in volume (-0,2%); le vendite dei beni non alimentari sono, invece, in aumento in valore e in volume (rispettivamente +0,6% e +0,4%). Nel trimestre settembre-novembre del 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio calano sia in valore (-0,1%) sia in volume (-0,8%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,3%) e diminuiscono in volume (-0,5%) mentre le vendite dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,6%) sia in volume (-0,7%).

Su base annua le vendite dei beni alimentari crescono del 4,1% in valore e diminuiscono del 2% in volume; quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-0,3%) sia in volume (-2,3%). Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+5,0%), mentre registrano il calo più consistente Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,1%).

Rispetto a novembre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+3,4%) e il commercio elettronico (+0,6%), mentre registrano una variazione negativa le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-0,3%) e le vendite al di fuori dei negozi (-0,9%).