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Cosa è l’etichetta italiana contro la shrinkflation finita nel mirino Ue

Cosa è l’etichetta italiana contro la shrinkflation finita nel mirino UeMilano, 12 mar. (askanews) – Con l’avvio di una procedura di infrazione contro l’Italia, la Commissione europea ha messo nel mirino la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023 all’articolo 23, che interviene a regolamentare il fenomeno della shrinkflation, detta anche sgrammatura o riporzionamento. La misura prevede l’obbligo di indicare in etichetta la riduzione del peso a parità di prezzo e confezione e va a modificare il Codice del consumo all’articolo 15 (introduce un articolo 15 bis) sulle modalità di indicazione del prezzo per unità di misura.


Per capire cosa sia questo fenomeno occorre partire dall’etimologia del termine inglese shrinkflation che nasce dall’unione di due parole: “shrink”, che significa restringere, e “inflation”, inflazione appunto. E sta a indicare una pratica commerciale, diffusa ampiamente nell’ultimo periodo, attraverso cui l’azienda riduce quantità o volume di un prodotto mantenendo invariato il prezzo finale per il consumatore. Di fatto, è un modo per aumentare i prezzi. Il governo è intervenuto sulla materia con la Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, entrata in vigore il 18 dicembre scorso. L’articolo 23 modifica, infatti, il Codice del consumo, normando questa pratica commerciale e introducendo un obbligo informativo che dovrebbe scattare il primo ottobre prossimo, come da modifica prevista col decreto Milleproroghe, proprio per evitare di incorrere in procedure di infrazione.


Nello specifico l’articolo stabilisce che “I produttori che immettono in commercio, anche per il tramite dei distributori operanti in Italia, un prodotto di consumo che, pur mantenendo inalterato il precedente confezionamento, ha subito una riduzione della quantità nominale e un correlato aumento del prezzo per unità di misura da essi dipendenti, informano il consumatore dell’avvenuta riduzione della quantità, tramite l’apposizione, nel campo visivo principale della confezione di vendita o in un’etichetta adesiva, della seguente dicitura: ‘Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità’”. Questo obbligo informativo, secondo la norma introdotta dal governo, vale per “sei mesi a decorrere dalla data di immissione in commercio del prodotto”. Ora la Commissione, con una lettera di messa in mora, invita l’Italia a garantire il rispetto delle norme europee sulla libera circolazione delle merci dal momento che ritiene non abbia “affrontato l’incompatibilità dei suoi requisiti di etichettatura con gli articoli 34-36 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”. Nello specifico giudica l’obbligo introdotto dall’Italia “non proporzionato”. Pur riconoscendo infatti “l’importanza di informare i consumatori in merito a tali cambiamenti, non sembra proporzionato richiedere che tali informazioni siano riportate direttamente su ciascun prodotto interessato” scrive la Commissione. I requisiti per l’etichettatura rappresenterebbero quindi “un importante ostacolo al mercato interno e comprometterebbero seriamente la libera circolazione delle merci”. La Commissione, a tal proposito, ritiene che “le autorità italiane non abbiano fornito prove sufficienti sulla proporzionalità della misura, poiché sono disponibili altre opzioni meno restrittive come l’affissione delle stesse informazioni vicino ai prodotti interessati”. Ora il governo ha due mesi “per rispondere e colmare le lacune sollevate dalla Commissione. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato”.

Confcommercio, Carlo Sangalli confermato presidente

Confcommercio, Carlo Sangalli confermato presidenteRoma, 12 mar. (askanews) – L’assemblea di Confcommercio-Imprese per l’Italia, in rappresentanza delle imprese associate del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e logistica, della cultura e delle professioni, ha confermato per acclamazione Carlo Sangalli alla guida della Confederazione per il prossimo quinquennio.


Un rinnovo che – riferisce l’associazione – “sancisce la continuità dell’impegno di Confcommercio a sostegno delle imprese del terziario di mercato in un momento di grande incertezza e di profonde trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali. Trasformazioni che richiedono anche un’accelerazione dei cambiamenti organizzativi del sistema confederale”. Nel suo intervento all’assemblea, Sangalli ha delineato gli ambiti di intervento prioritari della nuova Consiliatura che, nel rispetto dei principi di responsabilità, partecipazione e innovazione, si pone tra gli obiettivi la valorizzazione della rete territoriale e di categoria, lo sviluppo di strumenti concreti per supportare sempre di più il sistema imprenditoriale e, più in generale, il rafforzamento dell’azione sindacale rispetto ai temi cruciali per il futuro del Paese: dalle grandi riforme strutturali alla trasformazione digitale con l’Intelligenza Artificiale generativa, dalla sostenibilità ambientale, economica e sociale alle strategie per rendere le città più vivibili e competitive. Sarà, inoltre, determinante la valorizzazione del contributo delle imprese del terziario di mercato ad una nuova e più avanzata fase del progetto europeo.

Bce, Lagarde: “Impegno assoluto sull’obiettivo di inflazione”

Bce, Lagarde: “Impegno assoluto sull’obiettivo di inflazione”Roma, 12 mar. (askanews) – Per onorare il suo mandato sulla stabilità dei prezzi, la Banca centrale europea dovrà mostrare “un impegno assoluto sul suo obiettivo di inflazione”, fissato in maniera rigida al 2%, così come nella sua capacità di capire quali tipi di shock richiedano una reazione monetaria e quale agilità serva per intervenire nella maniera più appropriata. È il messaggio chiave lanciato dalla presidente dell’istituzione, Christine Lagarde nel suo intervento alla conferenza annuale “The Ecb and its Watchers”, organizzata dell’Università Goethe di Francoforte.


“Preservare la stabilità in una nuova era sarà un compito formidabile. La nostra risposta al recente episodio di inflazione – ha sostenuto – dovrebbe dare al pubblico la fiducia che faremo sempre tutto quello che è necessario per garantire la stabilità dei prezzi, e che i nostri meccanismo di policy possono essere adattati a nuove circostanze”. Secondo Lagarde, i banchieri centrali dovranno mostrare “agilità per aggiustare la loro linea e i loro strumenti a circostanze che cambiano e dovranno avere la curiosità intellettuale di mettere in discussione principi prestabiliti e buon senso comune”, ha detto.


La presidente della Bce ha ribadito che ci si trova di fronte a un quadro di eccezionale incertezza, dovuta a geopolitica e economia, che solleva tre aspetti chiave per come possa la politica monetaria a svolgere il suo compito. Il primo è come stia cambiando il quadro in cui la banca centrale si trova ad operare. Il secondo è cosa questi cambiamenti comportino per le funzioni di risposta della Bce e il terzo, ha proseguito, è cosa tutto questo implichi per le comunicazioni della banca centrale. Ha anche menzionato i cambiamenti che si sono verificati rispetto alll’ultima volta, in realtà abbastanza recente, perché risale al 2021, in cui la Bce ha effettuato una revisione della sua strategia.


Da un lato ci sono elementi che dovrebbero avere effetti disinflazionistici, come la digitalizzazione e l’invecchiamento delle popolazioni. Dall’altro alcuni sviluppi possono avere invece effetti bivalenti, sia inflazionistici sia frenanti sui prezzi, come la frammentazione delle economie e l’aumento delle spese in difesa. (fonte immagine: ECB 2025).

Borsa, Trump affossa l’Europa: Milano -1,38%, sale Leonardo +1,74%

Borsa, Trump affossa l’Europa: Milano -1,38%, sale Leonardo +1,74%Milano, 11 mar. (askanews) – Altra giornata segnata dalle vendite per le Borse europee, condizionate dalle parole del presidente statunitense Donald Trump che ha rilanciato sui dazi raddoppiando le tariffe su acciaio e alluminio venduti dal Canada. A Milano Piazza Affari perde l’1,38%, con il Ftse Mib che abbandona quota 38mila punti. L’All share lascia sul parterre l’1,33%.


Solo una manciata di titoli del listino principale navigano in territorio positivo, guidati da Leonardo +1,74% spinta dai buoni risultati del 2024 chiuso con l’utile netto in crescita del 63% a 1,15 miliardi. Bene anche A2A +1,22, seguita da Prysmian +0,95% ed Enel +0,33% alla vigilia dei conti. Sul fronte opposto soffre Stellantis che perde il 5,22%. In calo anche Campari -4% e Recordati -3,33%. Mps perde il 3% e anche le altre banche non vivono una giornata tranquilla. Mediobanca -2,37%, Unicredit -2,31%, Pop Sondrio -1,37%, Bper -1,31% e Bpm -0,77%. Anche Nexi lasica l’1,35% dopo aver chiuso un accordo di rifinaziamento da 2,9 miliardi. Tim, a lungo positiva nel corso della giornata, archivia gli scambi in calo del 2,37%.


Se a Milano dominano le vendite, le cose non cambiano nel resto d’Europa. A Francoforte il Dax perde l’1,32% e Parigi segna -1,31%, male anche Londra -1,23% e Amsterdam -1,42%. Maglia nera per Madrid -1,5%. L’andamento dei listini principali condiziona l’Euro Stoxx 50 che perde terreno fino al -1,52%. In Europa si segnalano i cali di Basf -4,3% e Inditex -3,27%. Vendite anche per Deutsche Telecom -3% ed Essilux -2,85%.

Monito Dombrovskis sui Pnrr: cambiare le misure non attuabili in tempo

Monito Dombrovskis sui Pnrr: cambiare le misure non attuabili in tempoRoma, 11 mar. (askanews) – La Commissione europea ha sollecitato i Paesi a “riconsiderare attentamente” i loro Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr), per individuare le misure che non sono completabili entro l’agosto del prossimo anno e sostiturle con altre, ammissibili nel meccanismo ma attuabili nei tempi previsti. Oppure rischiare di non vedersi assegnare i relativi fondi. Questo il monito lanciato dal commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis durante la conferenza stampa al termine dell’Ecofin.


Sui Pnrr “il mio principale messaggio oggi è che il tempo incalza. I termini normativi prevedono che tutti gli obiettivi debbano essere raggiunti per l’agosto del 2026”, ha detto. Agosto 2026 è il termine ultimo in cui i Paesi possono proporre eventuali modifiche ai piani nazionali, che andranno perentoriamente completati entro la fine del prossimo anno.


“Questo significa che restano solo 18 mesi per sottoporre tutte le richieste di pagamento e fornire le relative prove di esecuzione. Questo significa anche che i Paesi membri devono riconsiderare attentamente i contenuti dei loro piani – ha detto – per assicurare che siano in grado di sottoporre le richieste di pagamento rimanenti in tempo”. “Le implicazioni sono chiare – ha insistito Dombrovskis -: qualunque misura che gli Stati membri dovessero valutare non essere in grado di completare per l’agosto del 2026 andrebbe rimossa dai piani, e rimpiazzata con misure alternative, che possano essere attuate nel tempo dovuto e nell’ambito degli obiettivi” del Recovery and Resilience Facility.

Bri mette in guardia da uso stablecoin come strumento monetario

Bri mette in guardia da uso stablecoin come strumento monetarioRoma, 11 mar. (askanews) – Nella divisione di percorsi che potrebbe verificarsi tra Stati Uniti ed Unione europea anche sul futuro delle monete e dei sistemi di pagamento digitali, oltre che su dazi commerciali e sicurezza, la Banca dei regolamenti internazionali evita di schierarsi, ma di fatto mostra posizioni che appaiono più compatibili con quelle europee.


Alla Bri “abbiamo lavorato molto sulla digitalizzazione e sull’innovazione del sistema monetario, abbiamo la nostra visione in base alla quale la moneta della Banca centrale dovrebbe essere la base delle innovazioni, che la Bri sta portando avanti nel suo Innovation Hub”, ha detto Hyun Song Shin, capo economista e direttore del Dipartimento affari economici e monetari della Bri, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto trimestrale dell’istituzione. Quanto alle scelte degli Usa “non abbiamo abbastanza dettagli su queste iniziative”, ma in generale “i criptoasset non sono realmente auspicabili come strumenti monetari. E le stablecoin sono un portale verso l’universo crypto, sul qualche ci sono dubbi su vari aspetti di possibile uso illecito – ha detto – come quello del riciclaggio”.


L’esponente della Bri rispondeva a una domanda sugli sviluppi che si sono verificati nelle ultime settimane. L’amministrazione Trump negli Usa ha emanato una serie di ordini esecutivi, nei quali vieta alla Federal Reserve di perseguire una versione digitale del dollaro (una Cbdc) mentre al tempo stesso Washington punta a diventare una sorta di hub globale per i criptoasset – il presidente Donald Trump ha anche ordinato di creare una riserva di Bitcoin – e altre tipologie di titoli simili. In un intervento venerdì scorso alla Casa Bianca, il segretario di Stato al Tesoro, Scott Bessent ha poi esplicitamente affermato che gli Usa intendono utilizzare Stablecoin in dollari per preservare il ruolo dominante della valuta statunitense nel sistema monetario internazionale. E che metteranno fine alla “guerra normativa” agli asset digitali.


All’opposto l’Unione europea e in particolare l’area euro sembrano orientate a procedere alla creazione di un euro digitale, cioè una versione digitalizzata della valuta della banca centrale (Cbdc). Un progetto su cui peraltro c’è stato un impegno diretto rilevante di banchieri centrali italiani, prima di Fabio Panetta, attuale governatore della Banca d’Italia, quando era nel Comitato esecutivo della Bce, ora di Piero Cipollone, che gli è succeduto in quella posizione. In ripetute occasioni i banchieri centrali dell’area valutaria hanno espresso forte diffidenza, se non aperta ostilità verso criptoasset e prodotti simili, ritenuti altamente speculativi, utilizzabili anche per operazioni illecite e in generale volatili e instabili. Insomma due strade, quella Usa e quella Ue, che appaiono quasi specularmente opposte.


A volte viene utilizzato il termine criptovalute per questi asset, ma il fatto stesso di accostare il termine “valuta” a questi prodotti viene contestato da molti esperti, perché i criptoasset non avrebbero le caratteristiche delle valute tradizionali. E questa sembra essere una linea condivisa anche dalla Bri. “Non possiamo escludere che possa esserci un uso nel sistema finanziario” di stablecoin o criptoasset, ma prima “devono davvero dare risultati” in modo da “costruire su fondamenta solide”, hanno detto ancora gli esperti dell’istuituzione, che ha sede a Basilea, in Svizzera. Alla conferenza stampa partecipavano anche Gaston Gelos, vicedirettore del dipartimento monetario e direttore sulla stabilità finanziaria e Frank Smets, direttore di analisi economica e statistica. (fonte immagine: Bank of International Settlements).

Euro supera 1,09 dollari per la prima volta da oltre 4 mesi

Euro supera 1,09 dollari per la prima volta da oltre 4 mesiRoma, 11 mar. (askanews) – L’euro torna a rafforzarsi vigorosamente e a metà seduta la valuta condivisa ha brevemente superato quota 1,09 sul dollaro, per la prima volta dagli inizi del novembre dello scorso anno.


Le spinte sulla valuta condivisa sono iniziate la scorsa settimana, in particolare dopo gli annunci degli accordi in Germania tra Cdu e Spd, per scavalcare i limiti costituzionali alla spesa in deficit su armamenti e infrastrutture. La dinamica di rafforzamento dell’euro è proseguita delle ultime sedute anche specularmente ai crolli dei mercati azionari, che si sono accompagnati alle crescenti tensioni sui dazi commerciali imposti dall’amministrazione Trump negli Usa. Nel primo pomeriggio l’euro si scambia a 1,0904 dollari.

Bri: dati continuano a supportare atterraggio morbido economia

Bri: dati continuano a supportare atterraggio morbido economiaRoma, 11 mar. (askanews) – Secondo la Banca dei regolamenti internazionali “i dati concreti continuano a supportare uno scenario di ‘soft landing’, di atterraggio morbido dell’economia”, anche negli Stati Uniti, mentre non fanno presagire rischi di scivolamento in recessione. “E farei attenzione a non mettere eccessiva enfasi su alti e bassi dei mercati finanziari”. Lo ha affermato il capo economista e direttore del Dipartimento monetario ed economico della Bri, Hyun Song Shin, durante la conferenza stampa di presentazione del rapporto trimestrale dell’istituzione di Basilea.


L’economista sudcoreano riconosce tuttavia che ci si trova in una fase di elevata incertezza e che in questo quadro “bisogna guardare con molta attenzione alle scelte di politiche che vengono effettuate dai governi”. Ma in generale “non penso che siano in alcun modo vicini alla situazione che si era creata con il Covid. Questo è il motivo per cui le nostre attese considerano ancora un atterraggio morbido”.


Peraltro sugli scivoloni recenti dei mercati, l’esponente della Bri ha rilevato come i rendimenti dei titoli considerati più speculativi e a rischio “stiano ancora facendo relativamente bene”. (fonte immagine: BIS).

Giorgetti all’Ecofin: proposta Italia su difesa ottimizza uso risorse

Giorgetti all’Ecofin: proposta Italia su difesa ottimizza uso risorseRoma, 11 mar. (askanews) – L’Italia appoggia i pacchetti di semplificazioni normative denominati “Omnibus” della Commissione europea, ma nel suo intervento al consiglio Ecofin, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha chiesto interventi supplementari sul rinvio delle scadenze degli obblighi di rendicontazione di sostenibilità e di due diligence ambientale per le imprese.


Ha sottolineato la necessità sostenere le imprese europee sulle esportazioni e a rilanciato la proposta, già presentata ieri in occasione dell’Eurogruppo, di creare un nuovo meccanismo europeo – battezzato European Security & Industrial Innovation Initiative” o “Eu-Sii” – per potenziare le capacità di intervento del già esistente meccanismo Invest EU sul settore della difesa. “In estrema sintesi – ha detto Giorgetti – si tratta di un fondo di garanzia a varie tranche, che ottimizza l’utilizzo di risorse nazionali e europee con l’obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati. E che con una spesa pubblica contenuta” di poco oltre 16 miliardi di euro “potrà mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti, in linea con le migliori pratiche di Invest EU”.


L’iniziativa che propone l’Italia punta a intervenire “alla base del tessuto tecnologico e industriale europeo, nei settori strategici della difesa, delle tecnologie a uso duale – ha detto Giorgetti – nella protezione delle filiere critiche, dei dati delle strutture essenziali”. (fonte immagine: Council of the European Union).

Ue, Giorgetti: l’Italia farà sua parte, ma la strategia di difesa sia comune

Ue, Giorgetti: l’Italia farà sua parte, ma la strategia di difesa sia comuneBruxelles, 11 mar. (askanews) – “L’Italia farà la sua parte” nel piano europeo per aumentare le capacità di difesa degli Stati membri; “prima però occorre definire ciò che è necessario” riguardo alle esigenze dei finanziamenti aggiuntivi nella spesa pubblica. L’Italia “non può concepire il finanziamento della difesa a scapito della spesa sanitaria e dei servizi pubblici”, ciò che “sarebbe inaccettabile”. Lo ha detto, questa mattina a Bruxelles, il ministro dell’Economia e Finanza, Giancarlo Giorgetti, durante la colazione di lavoro del Consiglio Ecofin a Bruxelles, secondo quanto riferiscono fonti del Mef.


“Per questa ragione – ha aggiunto Giorgetti – ho proposto soluzioni a livello europeo che promuovessero azioni coordinate per migliorare la difesa”. Il ministro ha osservato poi che “dobbiamo anche chiarire la portata e la durata della clausola di salvaguardia” che potrà essere attivata, su richiesta di ciascuno Stato membro, per non applicare le rigorose regole di bilancio del Patto di stabilità alla spesa aggiuntiva per la difesa e sicurezza, “poiché la maggior parte degli investimenti nella difesa si estende su molti anni, e il loro impatto sui conti pubblici può apparire solo a lungo termine”. “Dobbiamo anche distinguere – ha continuato Giorgetti – tra i bisogni immediati legati alla guerra in Ucraina e la strategia sulla sicurezza a lungo termine dell’Ue”. Secondo il ministro, occorre “fare un approfondimento sulla strategia, seguito da un piano di attuazione. Dobbiamo ragionare – ha sottolineato – sulla possibilità di convertire le industrie esistenti e sviluppare, allo stesso tempo, nuove capacità e capacità tecnologiche”.


“Solo a quel punto – ha concluso il ministro – le esigenze di finanziamento saranno chiaramente definite. L’Italia farà la sua parte, prima però occorre definire ciò che è necessario”. Di questi temi Giorgetti ha parlato anche in occasione della cena di ieri sera ospitata dalla presidenza di turno polacca del Consiglio Ue, per fare il punto sulla questione difesa, sicurezza e protezione europea, hanno riferito ancora le fonti Mef.