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Swisscom, tratta l’acquisto di Vodafone Italia per 8 miliardi

Swisscom, tratta l’acquisto di Vodafone Italia per 8 miliardiRoma, 28 feb. (askanews) – Swisscom conferma di essere in “trattative esclusive avanzate” con Vodafone Group per l’acquisizione in contanti del 100% di Vodafone Italia.


“Sebbene i termini completi della transazione debbano ancora essere definiti – si legge in una nota – Swisscom e Vodafone hanno concordato un prezzo di acquisto preliminare per Vodafone Italia di 8 miliardi di euro su base cash and debt free”. La società che già controlla Fastweb sottolinea che “la fusione prevista tra Vodafone Italia e Fastweb riunirebbe infrastrutture mobili e fisse di alta qualità, competenze e capacità complementari per creare un’azienda leader convergente”.


“Non c’è alcuna certezza che la transazione vada a buon fine – conclude Swisscom – Se necessario, verrà fatto un ulteriore annuncio al momento opportuno”.

MWC, sguardi sul futuro: la ricerca al centro delle strategie

MWC, sguardi sul futuro: la ricerca al centro delle strategieBarcellona, 28 feb. (askanews) – Il World Mobile Congress di Barcellona, come tutte le grandi fiere tecnologiche, è anche l’occasione per ragionare su scenari e previsioni sul futuro delle nostre vite, sempre più legate alle soluzioni digitali. Per questo abbiamo provato a chiedere ad alcuni protagonisti di parlarci della visione delle grandi compagnie globali.


“Tutto quello che vedete qui a Barcellona – ha detto ad askanews Thomas Ma, General manager di Xiaomi Italia – rappresenta la nostra idea del futuro: abbiamo la forza di offrire soluzioni per tutto ciò che sta intorno alle persone, con la nostra strategia Humans x Car x Home: vogliamo offrire tutto quello di cui la gente ha bisogno in termini di trasporti e abitazione, ma anche di lavoro e di comunicazione. E vogliano farlo usando la tecnologia che abbiamo sviluppato noi: investiamo più del 10% delle nostre revenue in Ricerca e Sviluppo. Quindi nel futuro vedrete un’azienda fortemente leader nella tecnologia”. La telefonia è al centro del MWC, ma, come chiaramente si percepisce, lo smartphone assume una connotazione sempre più ampia, diventa il vettore per altre innovazioni e altre prospettive. E i prossimi anni si annunciano, una volta di più, anni di rapidi cambiamenti.


“Tutta l’industry – ci ha spiegato Giorgia Bulgarella, Head of Marketing di Motorola Italia – ci sta dicendo che si punterà sempre di più sul software e che davvero l’intelligenza artificiale, che fino a poco tempo fa potrà sembrare una label, è qualcosa che sta cambiando anche la fruizione dei contenuti, ma anche il modo in cui si vivranno i dispositivi. Si andrà sempre più verso la maggiore importanza del software rispetto all’hardware, che sicuramente rimarrà centrale, ma che verrà razionalizzato. Questo permetterà di dare agli utenti delle funzioni diverse, innovative e utili soprattutto e farà in modo anche che l’industry si focalizzerà su altri tipi di business. Cioè le revenue non verranno fatte soltanto dai prodotti, ma anche dai servizi che saranno compenetrati”. La sensazione, qui a Barcellona, è quella di essere all’interno della frangia più dinamica del capitalismo contemporaneo, quella più visibile quantomeno. Ma si percepisce anche che l’avvento sempre più massiccio dell’intelligenza artificiale ci colloca sul confine di un cambiamento di cui ancora non tutti i contorni sono stati delineati. E questo significa ovviamente opportunità, ma anche possibili preoccupazioni.

La ricetta di Draghi sulla competitività: riforme anche per l’Ue

La ricetta di Draghi sulla competitività: riforme anche per l’UeRoma, 28 feb. (askanews) – L’Unione europea deve applicare a sé stessa la richiesta di operare delle ‘riforme strutturali’, che rivolge spesso e giustamente agli Stati membri, per poter ritrovare quella capacità di agire collettivamente e per obiettivi comuni che sembra avere perso negli ultimi anni, e per recuperare la competitività della sua economia a livello globale.


E’ quanto ha detto l’ex premier italiano ed ex presidente della Bce Mario Draghi, oggi a Strasburgo, intervenendo alla riunione della Conferenza dei presidenti delle commissioni del Parlamento europeo. L’incontro era destinato a uno scambio di vedute nel quadro della preparazione del rapporto sul futuro della competitività dell’Ue, che è stato chiesto a Draghi dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e che dovrebbe essere pubblicato a fine giugno. Secondo una nota dello staff di Draghi, ‘lo scambio ha dimostrato quanto globale e complessa sia la strada per riconquistare la nostra competitività, in particolare in termini di mobilitazione degli investimenti per le massicce esigenze’ che oggi ha l’Ue.


‘Draghi – riferisce la nota – ha sottolineato la necessità di essere competitivi per mantenere i nostri sistemi di welfare e preservare i nostri valori fondamentali’, e soprattutto ‘ha chiesto riforme strutturali a livello dell’Ue e il ritrovamento della capacità di agire collettivamente per gli interessi collettivi’. Durante il suo discorso introduttivo, Draghi ha ricordato innanzitutto gli ‘importanti risultati’ ottenuti dall’Ue negli ultimi anni, ‘dall’adozione di politiche climatiche e digitali all’avanguardia a livello mondiale, alla definizione degli strumenti che guidano la ripresa dell’Europa dalla pandemia di Covid-19 e alla riduzione della nostra dipendenza dalle importazioni energetiche russe’.


Nonostante questi successi nell’affrontare crisi e shock, ci troviamo oggi, ha sottolineato l’ex premier italiano, ‘in un momento critico’, di fronte a ‘tre tendenze convergenti che ci costringono a considerare come rafforzare la competitività europea nel lungo termine’. ‘In primo luogo – ha spiegato -, la rapida accelerazione della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica continua a migliorare l’organizzazione del lavoro e il suo ruolo nello stimolare la crescita produttiva. Prendiamo ad esempio gli sviluppi compiuti nello sviluppo dell’Intelligenza artificiale generativa, le cui applicazioni pratiche in ambiti quali la sanità e l’istruzione sono di vasta portata’.


‘In secondo luogo – ha continuato Draghi -, il cambiamento climatico sta spingendo il nostro ecosistema naturale a un punto critico, costringendo tutti ad agire per accelerare la transizione verde’. ‘In terzo luogo – ha rilevato -, un contesto geopolitico in rapida evoluzione, caratterizzato da una maggiore tendenza al conflitto, sia in termini economici che militari, sta costringendo l’Ue a riesaminare il proprio approccio alla globalizzazione’. In questo contesto, ‘le pratiche anti concorrenziali di alcuni dei nostri concorrenti continuano a compromettere la parità di condizioni a livello globale e l’autonomia strategica aperta dell’Ue. Ciò richiede una riflessione seria su come ridurre il rischio delle nostre potenziali vulnerabilità. Queste tendenze – ha aggiunto Draghi – sollecitano una riflessione complessiva sulle leve per rilanciare la competitività europea, compresi gli attrezzi e gli strumenti a disposizione delle nostre istituzioni’. L’ex presidente della Bce ha avvertito quindi che ‘ripensare le nostre politiche economiche per aumentare la crescita della produttività e della competitività è essenziale per preservare il modello sociale unico dell’Europa’, e ha posto quindi una serie di domande per alimentare il dibattito con i presidenti delle commissioni europarlamentari. ‘In primo luogo – ha chiesto -, come possono le nostre istituzioni mobilitare una migliore spesa pubblica per sostenere gli investimenti privati negli innovatori che guidano la doppia transizione’, verde e digitale? In secondo luogo – ha proseguito -, cosa possiamo fare per stimolare e accelerare l’innovazione pionieristica?’. La terza domanda, infine, è ‘come possiamo colmare il disallineamento delle competenze in Europa?’. Secondo fonti presenti all’incontro Draghi ha evidenziato come il vero problema che l’industria europea oggi ha in relazione alla forza lavoro non riguardi più i suoi costi (che sono diventati quasi un fattore marginale, non una considerazione primaria), ma piuttosto la mancanza di competenze specifiche e la necessità di formarle. L’industria, ovunque in Europa, ha osservato Draghi, ha problemi di scarsità di manodopera. Due o tre anni fa, se si chiedeva a un economista come affrontare questa questione, dava le classiche risposte sull’aumento dei lavoratori: alzare l’età della pensione, far lavorare più giovani e più donne; ora non è questa la risposta, o almeno non è la sola. Oggi l’altra risposta è quella delle competenze: la scarsità di manodopera è anche un problema di mancanza di competenze. Quindi bisogna promuovere la formazione delle competenze sul terreno. Riguardo ai problemi di competitività, inoltre, un’altra risposta quattro anni fa sarebbe stata quella di guardare al costo del lavoro. Oggi invece non è più questa la questione. Nei calcoli che tutte le industrie fanno, il costo del lavoro è qualcosa che magari non definiscono marginale, ma non è più una considerazione primaria, ha spiegato ancora l’ex premier italiano, aggiungendo poi che l’istruzione è essenziale per creare il retroterra dell’innovazione, per le competenze, per la formazione permanente, e per la riconversione della forza lavoro. Poi c’è il mercato unico europeo che secondo Draghi è ‘altamente imperfetto’, perché ci sono centinaia di direttive che non sono state attuate, o che sono state attuate in modo diversi nei diversi Stati membri, e su questo non è stato fatto molto negli ultimi 15 anni. E c’è il mercato dell’elettricità, un altro fattore importante per la competitività dell’industria: l’Ue non può essere competitiva se, nonostante la riduzione dei prezzi del gas, continua a pagare l’elettricità il triplo di quanto costa negli Usa, e il gas naturale tre, quattro, cinque volte il prezzo che si paga altrove. Un’altra questione di qui tenere conto, naturalmente, è quella del commercio internazionale: come possiamo, ha chiesto Draghi, continuare con i dazi sulle importazioni dalla Cina al 10% quando gli Usa li hanno al 27%, e mentre Donald Trump ha già annunciato che, se sarà eletto, imporrà dai dazi al 67% sulle importazioni cinesi? La Cina negli ultimi 15 anni ha fatto vasti investimenti in molte aree, nei veicoli elettrici, nelle batterie e nelle tecnologie collegate, sussidiando tutti, e ora ha una immensa sovraccapacità con cui fa dumping in Europa. E poi, quando si parla di commercio scopriamo immediatamente che gli interessi fra i diversi produttori nell’Ue non sono allineati. E’ una questione difficile, ma non impossibile da risolvere, e soprattutto dobbiamo farlo, ha avvertito l’ex presidente della Bce. E poi le altre domande di Draghi a cui mancano ancora le risposta: come possiamo mobilitare meglio il risparmio privato e i fondi pubblici pubblici, a livello nazionale ed europeo, magari con dei nuovi ‘fondi dedicati’, per finanziare l’immenso bisogno di investimenti nell’Ue? Come stimoliamo l’innovazione? Negli Stati Uniti due terzi dell’innovazione è finanziata da fondi privati. Nell’Ue sono i fondi pubblici a finanziare per due terzi l’innovazione. Perché i finanziamenti privati sono così scarsi nell’Unione europea? E infine, nelle politiche macroeconomiche, qual è il livello sostenibile del debito pubblico? Quello degli Usa, o il 60% previsto dalle norme Ue? Insomma è piuttosto chiaro che dobbiamo fare una profonda riforma strutturale del modo in cui abbiamo interagito negli ultimi 20 anni, una profonda rivisitazione delle regole europee che abbiamo costruito, ha affermato l’ex premier italiano. Si diceva agli Stati membri che dovevano fare le riforme strutturali, lo si dice ancora adesso, ma adesso questo va fatto al livello europeo. E’ una riforma complessiva a 360 gradi che dobbiamo intraprendere. E tutto questo può essere conseguito solo se abbiamo il consenso dei cittadini. Non c’è una bacchetta magica, ma c’è un minimo comune denominatore della nostra azione: dobbiamo ritrovare le nostre capacità di agire collettivamente e per l’interesse collettivo. Non possiamo continuare a dire ‘no’ a questo e ‘no’ a quest’altro. Bisogna fare qualcosa, scegliere le soluzioni che che si considerano più adeguate, ma agire, ha concluso Draghi.

Wto, ministri cercano convergenze su sussidi agricoltura e pesca

Wto, ministri cercano convergenze su sussidi agricoltura e pescaRoma, 28 feb. (askanews) – Ministri e delegati presso l’Organizzazione mondiale del commercio, riuniti alla 13esima conferenza ministeriale che si svolge ad Abu Dhabi hanno lavorato intensamente per cercare di raggiungere risultati tangibili su sussidi alla pesca e all’agricoltura. Lo riferisce il Wto con un comunicato, precisando che i ministri ci sono impegnati su entrambe le tematiche in varie sessioni e che hanno cercato di avvicinare le posizioni.


Sul tavolo anche le nuove normative sui servizi e sull’inquinamento da plastiche, la riforma dei sussidi alle fonti di energia fossili e la sostenibilità ambientale.

Svezia adotta sistema Tips Bankitalia per pagamenti istantanei

Svezia adotta sistema Tips Bankitalia per pagamenti istantaneiRoma, 28 feb. (askanews) – La Svezia è il primo paese al di fuori dell’area dell’euro a regolare la propria valuta su Tips (Acronimo di Target Instant Payment Settlement), la piattaforma di pagamenti bancari istantanei operata dalla Banca d’Italia per contro di tutto l’Eurosistema delle banche centrali. Lo riferisce la stessa istituzione di Via Nazionale, spiegando con un comunicato che dopo aver completato nelle settimane scorse la migrazione a Tips, gli operatori di mercato svedesi possono ora regolare i pagamenti istantanei in moneta di banca centrale.


Tips è un sistema di regolamento di instant payment in euro e corone svedesi interamente sviluppato e gestito dalla Banca d’Italia e permette ai fornitori di servizi di pagamento di regolare i pagamenti istantanei in moneta di banca centrale. Garantisce che cittadini e imprese europee possano inviare e ricevere pagamenti rapidamente, indipendentemente dagli orari di apertura della loro banca. Tips, ricorda ancora Bankitalia, è progettato come una piattaforma multivalutaria. Altri paesi al di fuori dell’area euro si stanno preparando a migrare sulla piattaforma europea per i pagamenti istantanei. In particolare, Danimarca e Norvegia hanno già espresso interesse a utilizzare la stessa piattaforma.


Infine, Tips è anche tra i sistemi valutati dalla Bce per il possibile utilizzo su un eventuale futuro euro digitale.

Cgil condanna le cariche agli studenti e annuncia: mobilitazione nazionale il 9 marzo per cessate il fuoco a Gaza

Cgil condanna le cariche agli studenti e annuncia: mobilitazione nazionale il 9 marzo per cessate il fuoco a GazaRoma, 27 feb. (askanews) – L’assemblea generale della Cgil impegna “l’organizzazione alla mobilitazione in difesa del diritto di manifestazione, di sciopero e della libertà di associazione e nel tenere vivi i rapporti con il mondo dell’associazionismo e della società civile per una mobilitazione nazionale il 9 marzo 2024 a Roma”. Questo l’esito della assemblea. La mobilitazione sarà finalizzata a sostenere “il cessate il fuoco, impedire il genocidio, garantire assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza, liberare gli ostaggi e prigionieri, la fine dell’occupazione, il riconoscimento dello stato di Palestina sulla base delle risoluzioni Onu e l’organizzazione di una conferenza internazionale per pace e giustizia in Medio Oriente”.


L’assemblea “esprime profonda disapprovazione e preoccupazione democratica per le violente cariche delle forze dell’ordine sui cortei di studenti avvenute nei giorni scorsi e ribadisce che le libertà di manifestazione e di associazione, a partire dal diritto di sciopero, sono diritti costituzionali inviolabili che vanno difesi, manifestando”. Le indicazioni finali della Assemblea del sindacato, inoltre, prevedono la preparazione anche di referendum su temi del lavoro, licenziamenti, precarietà e appalti.


“Per cambiare le leggi sbagliate e proporre un altro modello sociale e di sviluppo, che metta al centro la dignità e la libertà delle persone, l’Assemblea generale della Cgil dà mandato alla Segreteria nazionale di predisporre referendum abrogativi su tre campi: licenziamenti individuali, precarietà del lavoro, appalti; preferibilmente da affiancare a un referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata che abbiamo tutta l’intenzione di promuovere non appena il Ddl Calderoli verrà approvato definitivamente”. L’assemblea sottolinea come gli iscritti alla Cgil vogliano “abolire il lavoro povero e precario, conquistare un diritto al lavoro che permetta alle persone di vivere dignitosamente, vogliamo che il lavoro sia il fulcro di un nuovo patto di cittadinanza. Vogliamo favorire e praticare un’effettiva e libera partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla vita democratica”. (foto da Facebook Cgil Toscana)

Infrastrutture, AIS: coinvolgere tutti i portatori di interesse

Infrastrutture, AIS: coinvolgere tutti i portatori di interesseRoma, 27 feb. (askanews) – Il coinvolgimento dei portatori d’interesse rappresenta sempre più un aspetto determinante nella pianificazione e nella realizzazione delle infrastrutture, assumendo un’importanza centrale per attrarre e attivare investimenti in infrastrutture sostenibili in grado di generare sviluppo. È quanto emerso dall’evento tenutosi oggi in Senato, organizzato dal think tank AIS – Associazione Infrastrutture Sostenibili e che ha visto la partecipazione di istituzioni, imprese, stazioni appaltanti e associazioni.


Nel corso dell’evento è stato presento il rapporto Stakeholder engagement e infrastrutture sostenibili – L’importanza del dialogo con le comunità locali, sesto position paper prodotto da AIS, l’Associazione Infrastrutture Sostenibili che oggi conta circa cento soci che complessivamente esprimono oltre 150mila addetti e un fatturato corrispondente a oltre l’1,2% del Pil italiano. Il documento è stato elaborato da un gruppo di lavoro composto da 45 tecnici appartenenti a 24 società associate AIS, tra le quali figurano alcuni dei più grandi player nazionali sia a livello di stazioni appaltanti che a livello di general contractor e imprese specializzate.


Considerando le risorse oggi disponibili anche grazie al Pnrr e includendo gli impatti sia diretti che indiretti, in Italia la spesa per investimenti in infrastrutture e mobilità è possibile generare un valore aggiunto stimato in 37,8 miliardi di euro. Secondo l’istituto Oxford Economics, per il prossimo quinquennio gli investimenti infrastrutturali in Italia potrebbero far registrare importanti tassi di crescita: in ferrovie, porti e aeroporti del 3,8% all’anno, e nel settore energetico e del gas del 3,2%. Il rapporto presentato da AIS propone un approccio innovativo e inclusivo per coinvolgere attivamente tutti i portatori di interessi – economici, sociali e istituzionali – nel processo di trasformazione dei territori in chiave sostenibile. Lo studio fornisce un quadro completo e un ampio set di indicazioni pratiche per attuare percorsi di ascolto e dialogo che coinvolgano le diverse parti interessate dai progetti di realizzazione di infrastrutture sostenibili. Attraverso un approccio olistico e collaborativo, il documento fornisce un insieme di istruzioni per guidare i diversi attori lungo tutte le fasi progettuali e realizzative, promuovendo così un confronto costruttivo e continuo finalizzato a una accelerazione virtuosa dei processi e, in ultima analisi, a creare sviluppo per i territori e per il Paese. Il documento prodotto da AIS sottolinea l’importanza di creare un ecosistema partecipativo che coinvolga sia soggetti pubblici che privati, al fine di generare valore condiviso e sostenibile nel lungo termine.


“La corretta gestione dello Stakeholder Engagement è essenziale per affrontare le complesse sfide legate alle infrastrutture in modo efficiente e lungimirante – ha dichiarato Lorenzo Orsenigo presidente di AIS -. Grazie al contributo di stazioni appaltanti e imprese tra le più grandi e specializzate in Italia, abbiamo individuato un approccio che non solo migliora la qualità delle relazioni e la governance di progetto, riducendo le conflittualità, ma è in grado di ridurre significativamente tempi e costi di realizzazione delle opere, generando processi virtuosi di crescita economica e sociale che vanno oltre la dimensione dell’infrastruttura stessa”.

Fisco, Leo: vogliamo tendere la mano ai contribuenti onesti

Fisco, Leo: vogliamo tendere la mano ai contribuenti onestiRoma, 27 feb. (askanews) – “Vogliamo tendere la mano ai contribuenti onesti e che vogliono mettersi in regola, ed essere inflessibili con chi fa frode e omette la dichiarazione”. Lo ha affermato il Vice Ministro dell’economia e delle finanze, Maurizio Leo, nel corso della trasmissione radiofonica “Giù la maschera” (Radio 1 Rai), condotta da Marcello Foa e dedicata al tema “Fisco e lotta all’evasione: la strada è giusta?”.


“In questo momento c’è una penuria di risorse”, ha detto Leo, secondo quanto riportato da un comunicato della trasmissione. “Abbiamo già fatto degli interventi per le classi medio basse. Per il mondo delle partite Iva stiamo introducendo il concordato preventivo biennale. Se il contribuente si adegua a quello che viene definitivo dall’amministrazione finanziaria per due anni pagherà le tasse sul reddito concordato. Se guadagna di più non dovrà pagare somme aggiuntive”. Il vice Ministro ha spiegato che “se riusciamo a ottenere queste risorse il nostro obiettivo è venire incontro alle classi medie. Oggi abbiamo 3 aliquote. Vogliamo, come abbiamo fatto per le classi medio basse, abbassare la tassazione anche per i redditi medi, visto che non possono essere ritenuti super ricchi. Abbiamo fatto interventi importanti con la tregua fiscale, recuperando 6,8 miliardi di euro. Abbiamo ridotto le sanzioni, dando le possibilità di rateizzare, dando una mano al contribuente che è in difficoltà finanziaria. Facendo sempre pagare le imposte, nessun condono e perché non è nel nostro Dna”.


Il viceministro è poi intervenuto sull’eliminazione della soglia d’accesso al concordato preventivo biennale. “La finalità che si è voluta perseguire eliminando l’8 è gradualmente di portare tutti più su, in modo da poter combattere il fenomeno dell’evasione fiscale, laddove si dovesse riscontrare. Il problema è legato al numero dei controlli per chi ha un punteggio inferiore all’8: o li portiamo tutti più su o rischiamo che continuino a non dichiarare. Se portiamo chi sta più giù a livelli accettabili anche questi contribuenti aderiranno. E’ impensabile che in un anno il contribuente che guadagnava 15 mila euro, triplichi questo ammontare. Se un po’ per volta li riportiamo su riusciamo ad avere un quadro coerente con la capacità contributiva. Abbiamo inoltre eliminato gli accertamenti presuntivi. Pensiamo al tovagliometro per i ristoratori”. Leo ha poi spiegato di voler portare le sanzioni agli standard europei. “Dico che una misura di civiltà”, ha spiegato, “Oggi le sanzioni vanno dal 120 al 240% e questo è un motivo che alimenta un contenzioso che non finisce mai. In Europa non si va oltre il 60%. Per il mondo delle partite Iva attraverso il concordato preventivo evitiamo l’applicazione di sanzioni. Per le imprese più strutturate abbiamo introdotto il cosiddetto adempimento collaborativo. Se il contribuente si rende collaborativo con il fisco, mettendo in evidenza tutta la sua situazione, non pagherà sanzioni amministrative”.

Btp Valore: stamani richieste già oltre 573 milioni

Btp Valore: stamani richieste già oltre 573 milioniRoma, 27 feb. (askanews) – Dopo il record di lunedì è partita la seconda giornata di collocamento della terza emissione dei Btp Valore, il titolo di Stato dedicato ai piccoli risparmiatori. I contratti hanno già superato i 573 milioni di euro.


Il collocamento termina venerdì primo marzo (salvo chiusura anticipata). Previsti tassi cedolari (trimestrali) minimi garantiti pari al 3,25% per i primi tre anni e al 4% per i successivi tre anni. Alla scadenza dei sei anni è previsto un premio finale extra pari allo 0,7% del capitale investito.

Ex Ilva, Urso: rilancio e avvio procedure per nuovi investitori

Ex Ilva, Urso: rilancio e avvio procedure per nuovi investitoriRoma, 27 feb. (askanews) – Il Governo vuole “rilanciare subito la produzione” dell’ex Ilva di Taranto per poi “realizzare delle procedure pubbliche per consentire ad altri investitori di poter scommettere su questo impianto”. Così il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, incontrando nel sito siderurgico una rappresentanza di lavoratori. “Nel contempo – ha aggiunto – abbiamo chiesto all’Europa di cambiare la politica siderurgica e industriale”.


Urso ha sottolineato che in Europa va cambiata la politica siderurgica “perchè altrimenti saremo schiacciati da chi produce fuori dall’Europa, ma senza rispettare le condizioni ambientali e sociali che noi, giustamente, vogliamo rispettare. Ma non possiamo vivere e produrre con concorrenza sleale con chi fuori dall’Europa sta realizzando impianti siderurgici, anche a carbone, per invadere il mercato europeo. Questo non sarà più consentito, non lo sarà sicuramente fino a quando il Governo italiano porrà queste condizioni in Europa”.