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Amazon entra nel Dow Jones, la Big Tech scalza Walgreens

Amazon entra nel Dow Jones, la Big Tech scalza WalgreensNew York, 26 feb. (askanews) – Da lunedì il gigante del commercio online Amazon diventa ufficialmente membro del Dow Jones Industrial Average, in sostituzione di Walgreens Boots Alliance. In apertura di seduta le azioni di Amazon erano piatte, tuttavia l’aggiornamento dell’indice a 30 componenti mostra che i mercati cercano di adeguarsi alla realtà imperante della tecnologia: le azioni della società di Jeff Bezos, infatti, sono aumentate di oltre l’80% nell’ultimo anno, rendendolo uno dei tanti grandi titoli che hanno alimentato l’indice S&P 500.


Apple, Microsoft e Salesforce sono le altre aziende tech presenti già nell’indice.

Cinque compagnie Tlc globali unite per sviluppare applicazioni IA

Cinque compagnie Tlc globali unite per sviluppare applicazioni IARoma, 26 feb. (askanews) – Alcune grandi compagnie di Tlc mondiali si sono alleate nel nome dell’intelligenza artificiale (IA) con l’obiettivo di sviluppare “modelli linguistici di grandi dimensioni” (LLM), per applicativi del tipo di ChatGPT tarati sulle esigenze delle società di telecomunicazioni. L’ha comunicato oggi la sudcoreana SK Telecom, uno dei partner coinvolti.


Secondo la società, la joint venture sarà costituita entro la fine dell’anno da SK Telecom, dalla tedesca Deutsche Telekom, dall’e& Group degli Emirati Arabi Uniti, dalla Singtel di Singapore e dalla giapponese SoftBank. Il piano è stato annunciato durante il meeting inaugurale della Global Telco AI Alliance tenutosi al Mobile World Congress Barcelona 2024.


SK Telecom ha affermato che la joint venture svilupperà LLM che possono aiutare le società di telecomunicazioni a migliorare le interazioni con i clienti tramite assistenti digitali e chatbot. Le società mirano a sviluppare LLM multilingue ottimizzati per lingue tra cui coreano, inglese, tedesco, arabo e giapponese, con piani per lingue aggiuntive da concordare tra i membri fondatori.


Secondo la società coreana, i LLM previsti aiuteranno probabilmente la joint venture a raggiungere una base clienti globale di circa 1,3 miliardi in 50 paesi.

Il Consiglio Ue ha adottato il regolamento sui bonifici istantanei in euro

Il Consiglio Ue ha adottato il regolamento sui bonifici istantanei in euroBruxelles, 26 feb. (askanews) – Il Consiglio Ue ha adottato definitivamente, oggi a Bruxelles, il regolamento che renderà i bonifici istantanei in euro (pagabili entro 10 secondi), senza sovrapprezzo rispetto a quelli ordinari, pienamente disponibili per i consumatori e le imprese in tutta l’Ue e negli altri paesi dello Spazio economico europeo (Islanda, Norvegia e Liechtenstein).


Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue, ma la tempistica dell’attuazione delle sue disposizioni è più complicata: nell’Eurozona, tutti i detentori di un conto bancario potranno ricevere i pagamenti istantanei entro nove mesi dall’entrata in vigore, ma dovranno aspettare 18 mesi per essere certi di poter inviare i pagamenti alle stesse condizioni; negli altri paesi dello Spazio economico europeo, che necessitano di più tempo per adattarsi, ricevere i bonifici istantanei in euro senza sovrapprezzo sarà possibile per tutti gli utenti entro 33 mesi, mentre ci vorranno 39 mesi per essere sicuri do poter inviare questi pagamenti. Il nuovo regolamento consentirà di trasferire denaro entro dieci secondi, in qualsiasi momento della giornata, anche al di fuori dell’orario lavorativo, 24 ore su 24 e sette giorni su sette, non solo all’interno dello stesso paese ma anche in qualsiasi altro Stato membro dell’Ue e dello Spazio economico europeo. Le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento saranno tenuti a offrire il servizio di invio e ricezione di bonifici istantanei in euro applicando delle commissioni (se presenti) che non dovranno essere superiori a quelle applicate ai bonifici standard.


Le nuove regole contengono anche un giro di vite sulla sicurezza dei bonifici e le garanzie contro le frodi online: i fornitori dei servizi di pagamento avranno l’obbligo di verificare la concordanza fra il numero di conto bancario (Iban) e il nome del beneficiario fornito dal pagatore, in modo da poter avvertire quest’ultimo sulla possibilità di eventuali errori o frodi prima che sia effettuata la transazione istantanea. Questo requisito si applicherà anche ai bonifici standard. Il regolamento garantisce l’accesso ai sistemi di pagamento da parte degli istituti di pagamento e degli istituti di moneta elettronica. Di conseguenza, questi istituti saranno soggetti all’obbligo di offrire il servizio di invio e ricezione di bonifici istantanei in euro, dopo un periodo transitorio. Il regolamento prevede garanzie adeguate per assicurare che l’accesso di questi due tipi di istituti ai sistemi di pagamento non comporti rischi aggiuntivi per il sistema.


La proposta di regolamento era stata presentata dalla Commissione europea il 26 ottobre 2022, con un testo che modifica e modernizza il regolamento dell’Area unica dei pagamenti in euro (Sepa) del 2012, aggiungendo le disposizioni specifiche per i bonifici istantanei. L’accordo politico provvisorio nel negoziato co-legislativo (“trilogo”) tra Commissione, Consiglio Ue e Parlamento europeo era stato raggiunto il 6 novembre scorso, e poi approvato dalla plenaria di Strasburgo il 7 febbraio con una fortissima maggioranza (599 voti a favore, 7 contrari e 35 astensioni). Il regolamento sui bonifici istantanei rientra nel contesto del completamento dell’Unione dei mercati dei capitali (l’iniziativa per creare un vero e proprio mercato unico dei capitali in tutta l’Ue, che però vede ancora forti resistenze da diversi paesi), con l’obiettivo di far sì che investimenti e risparmi fluiscano senza ostacoli in tutti gli Stati membri a beneficio dei cittadini, delle imprese e degli investitori.

Banche, adottato regolamento Ue sui bonifici istantanei in euro

Banche, adottato regolamento Ue sui bonifici istantanei in euroBruxelles, 26 feb. (askanews) – Il Consiglio Ue ha adottato definitivamente, oggi a Bruxelles, il regolamento che renderà i bonifici istantanei in euro (pagabili entro 10 secondi), senza sovrapprezzo rispetto a quelli ordinari, pienamente disponibili per i consumatori e le imprese in tutta l’Ue e negli altri paesi dello Spazio economico europeo (Islanda, Norvegia e Liechtenstein).


Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue, ma la tempistica dell’attuazione delle sue disposizioni è più complicata: nell’Eurozona, tutti i detentori di un conto bancario potranno ricevere i pagamenti istantanei entro nove mesi dall’entrata in vigore, ma dovranno aspettare 18 mesi per essere certi di poter inviare i pagamenti alle stesse condizioni; negli altri paesi dello Spazio economico europeo, che necessitano di più tempo per adattarsi, ricevere i bonifici istantanei in euro senza sovrapprezzo sarà possibile per tutti gli utenti entro 33 mesi, mentre ci vorranno 39 mesi per essere sicuri do poter inviare questi pagamenti. Il nuovo regolamento consentirà di trasferire denaro entro dieci secondi, in qualsiasi momento della giornata, anche al di fuori dell’orario lavorativo, 24 ore su 24 e sette giorni su sette, non solo all’interno dello stesso paese ma anche in qualsiasi altro Stato membro dell’Ue e dello Spazio economico europeo. Le banche e gli altri prestatori di servizi di pagamento saranno tenuti a offrire il servizio di invio e ricezione di bonifici istantanei in euro applicando delle commissioni (se presenti) che non dovranno essere superiori a quelle applicate ai bonifici standard.


Le nuove regole contengono anche un giro di vite sulla sicurezza dei bonifici e le garanzie contro le frodi online: i fornitori dei servizi di pagamento avranno l’obbligo di verificare la concordanza fra il numero di conto bancario (Iban) e il nome del beneficiario fornito dal pagatore, in modo da poter avvertire quest’ultimo sulla possibilità di eventuali errori o frodi prima che sia effettuata la transazione istantanea. Questo requisito si applicherà anche ai bonifici standard. Il regolamento garantisce l’accesso ai sistemi di pagamento da parte degli istituti di pagamento e degli istituti di moneta elettronica. Di conseguenza, questi istituti saranno soggetti all’obbligo di offrire il servizio di invio e ricezione di bonifici istantanei in euro, dopo un periodo transitorio. Il regolamento prevede garanzie adeguate per assicurare che l’accesso di questi due tipi di istituti ai sistemi di pagamento non comporti rischi aggiuntivi per il sistema.


La proposta di regolamento era stata presentata dalla Commissione europea il 26 ottobre 2022, con un testo che modifica e modernizza il regolamento dell’Area unica dei pagamenti in euro (Sepa) del 2012, aggiungendo le disposizioni specifiche per i bonifici istantanei. L’accordo politico provvisorio nel negoziato co-legislativo (“trilogo”) tra Commissione, Consiglio Ue e Parlamento europeo era stato raggiunto il 6 novembre scorso, e poi approvato dalla plenaria di Strasburgo il 7 febbraio con una fortissima maggioranza (599 voti a favore, 7 contrari e 35 astensioni). Il regolamento sui bonifici istantanei rientra nel contesto del completamento dell’Unione dei mercati dei capitali (l’iniziativa per creare un vero e proprio mercato unico dei capitali in tutta l’Ue, che però vede ancora forti resistenze da diversi paesi), con l’obiettivo di far sì che investimenti e risparmi fluiscano senza ostacoli in tutti gli Stati membri a beneficio dei cittadini, delle imprese e degli investitori.

Morto Lord Jacob Rothschild, finanziere di 87 anni

Morto Lord Jacob Rothschild, finanziere di 87 anniRoma, 26 feb. (askanews) – Lord Jacob Rothschild, finanziere britannico e membro della famiglia di banchieri Rothschild, è morto all’età di 87 anni. Lo ha comunicato oggi Fondazione Rothschild, che ha definito Jacob Rothschild “una persona straordinaria e la sua perdita sarà sentita da molti”.


La sua ascesa era iniziata presso la banca di famiglia, NM Rothschild & Sons, prima di avviare un proprio fondo di gestione patrimoniale, RIT Capital, nel 1989. Fino al 2019 ha continuato a guidarlo. Secondo il Sunday Times Rich List dello scorso anno, la famiglia Rothschild possiede un patrimonio stimato di circa 825 milioni di sterline, poco meno di 1 miliardo di euro.


Lord Rothschild è stato descritto come “uomo d’affari, imprenditore, filantropo e leader culturale, che ha fatto una profonda differenza in molti settori della vita britannica.” nella dichiarazione rilasciata dalla fondazione di famiglia, di cui era presidente. Nato nel Berkshire nel 1936, frequentò l’Eton College e continuò a studiare storia al Christ Church College di Oxford.


Rothschild ha ricoperto diversi ruoli tra cui vicepresidente della BSkyB Television, direttore di RHJ International, ora noto come BHF Kleinwort Benson Group, oltre a essere stato membro del consiglio del Ducato di Cornovaglia per l’allora Principe di Galles. Era anche noto per essere un mecenate di lunga data e amministratore della National Gallery tra il 1985 e il 1991, oltre a presiedere il National Lottery Heritage Fund.

Giapponesi NTT Docomo e NEC creeranno JV per reti 5G RAN

Giapponesi NTT Docomo e NEC creeranno JV per reti 5G RANRoma, 26 feb. (askanews) – Il più grande operatore di telecomunicazioni del Giappone, NTT Docomo, formerà una joint venture con NEC, denominata OREX SAI, dal primo aprile per far crescere la propria attività di apparecchiature di rete 5G RAN per i mercati esteri. Lo segnala oggi Nikkei Asia.


NTT Docomo e NEC sono forti promotori del cosiddetto protocollo Open Radio Access Network. Open RAN è un’attività di collaborazione tra vari produttori di apparecchiature, produttori di chip, produttori di server e operatori di telecomunicazioni per stabilire standard comuni per le stazioni base. L’obiettivo è quello di aprire il mercato consentendo ai vettori di mescolare e abbinare componenti di diversi fornitori invece di essere vincolati a un unico fornitore, come Huawei, Ericsson o Nokia.


Oggi – secondo quanto riferisce Nikkei Asia – NTT Docomo ha dichiarato di voler lanciare tre sperimentazioni internazionali quest’anno utilizzando la nuova infrastruttura di telecomunicazioni aperta con gli operatori regionali StarHub di Singapore, Smart Communications delle Filippine e Ooredoo del Qatar. L’annuncio è arrivato durante la fiera annuale delle telecomunicazioni Mobile World Congress. NTT prevede che tali sforzi si trasformeranno in usi e ordini commerciali entro il 2025, ha affermato Sadayuki Abeta, responsabile globale delle soluzioni RAN aperte presso NTT Docomo.


Il più grande operatore wireless giapponese ha dichiarato di aver aggiunto Arm, Marvell e Amazon Web Services come partner al suo ecosistema di rete Open RAN, aggiungendosi a una già ampia gamma di partner come i giganti globali dei chip Intel, Advanced Micro Device e Nvidia e i produttori di server HP, Dell e Fujitsu. Le RAN svolgono un ruolo cruciale nell’infrastruttura di comunicazione wireless, collegando i singoli dispositivi alla rete più ampia utilizzando segnali radio. La loro importanza è stata amplificata dalle tensioni geopolitiche tra Stati uniti e Cina, evidenziando la necessità di soluzioni di rete sicure e affidabili.

Renault, de Meo: a Ginevra riconosciuto lavoro fatto per rilancio

Renault, de Meo: a Ginevra riconosciuto lavoro fatto per rilancioMilano, 26 feb. (askanews) – “Un fantastico riconoscimento del lavoro fatto in questi tre anni per rilanciare Renault. Il gruppo non è più quello che vi ricordate, l’abbiamo trasformato in una realtà vincente. E siamo solo all’inizio”. Così su Fb il Ceo di Renault Luca de Meo a Ginevra per il Salone dell’Auto, commenta il premio Car of The Year 2024 ottenuto dalla Renault Scenic E-Tech elettrica “l’auto che accompagnerà gli europei nella transizione”.


Renault, che presenta anche le nuove Dacia Spring e Duster, è l’unico big europeo presente al Salone che conta anche la defezione dei gruppi coreani e giapponesi. La notizia del riconoscimento alla Scenic è arrivata a ridosso della presentazione dell’attesa R5 elettrica, in vendita a circa 25mila euro.

Gli agricoltori a Bruxelles, Prandini: ecco le nostre richieste all’Ue

Gli agricoltori a Bruxelles, Prandini: ecco le nostre richieste all’UeBruxelles, 26 feb. (askanews) – “Oggi siamo di nuovo a Bruxelles per ribadire con forza quello che 15 giorni fa avevamo chiesto a Ursula von der Leyen”, la presidente della Commissione europea, da parte della quale, ha riconosciuto, “c’è stata un’apertura in termini di proposte che sono state avanzate”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, parlando con i giornalisti a margine delle nuove manifestazioni delle organizzazioni agricole stamattina a Bruxelles, dove si svolge oggi il Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Ue.


“Ma noi – ha puntualizzato Prandini – abbiamo la necessità di avere la certezza dei tempi rispetto all’attuazione di queste proposte”, e in particolare “i regolamenti modificati in termini di semplificazione, le risorse economiche stanziate” e poi anche “nel senso di andare oltre quello che è il limite agli aiuti di Stato che fino a oggi abbiamo avuto, e di poter intervenire nei confronti anche di tutte quelle filiere produttive che hanno forti criticità”. “Tutto questo diventa necessario – ha rilevato – anche rispetto alla semplificazione di carattere burocratico”; perché la troppa burocrazia “strozza la vita dei nostri imprenditori”. Ma soprattutto, l’attuale situazione “non dà certezze, anche ai giovani agricoltori, di poter continuare a svolgere l’attività agricola”.


Riguardo alla tempistica, il presidente di Coldiretti ha spiegato di attendersi che ci sia una svolta partendo dal Consiglio Agricoltura di oggi ed entro fine marzo, quando ci sarà a Bruxelles il vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue, in modo che si comincino a vedere gli effetti delle nuove misure già prima delle elezioni europee di giugno. “A tutto questo – ha aggiunto Prandini – si unisce poi anche una richiesta di fondamentale importanza, di giustizia, che è il tema della reciprocità. Le regole che vengono imposte alle imprese agricole italiane ed europee devono essere le stesse che devono essere rispettate dai prodotti che importiamo, provenienti da altri continenti”. I prodotti importati che non rispettano le regole europee in campo sociale e ambientale “fino a oggi hanno creato un meccanismo di concorrenza sleale”, perché “vengono venduti a un prezzo più basso”, ha sottolineato. Questa mancanza di reciprocità nelle norme applicate dai paesi terzi, ha ricordato il presidente di Coldiretti, riguarda tutto il continente europeo, ma “in particolar modo l’Italia, che è il paese più attento a livello globale su ciò che viene fatto nella prassi produttiva in agricoltura, e che rischia ovviamente di essere fortemente penalizzata, perché i suoi prodotti hanno costi e impatti decisamente più alti”.


Riguardo a una possibile revisione anticipata della Politica agricola comune europea (Pac) da parte delle istituzioni Ue, Prandini ha osservato: “Siamo per semplificare la vita delle nostre imprese. Questa Pac non ci è mai piaciuta. L’unico aspetto positivo che eravamo riusciti a modificare, all’inizio, era quello che parlava di una convergenza in termini di valori per tutti gli Stati membri, ed eravamo riusciti a difendere una convergenza interna per i singoli Stati; si tratta di tecnicismi, che però hanno una ricaduta significativa in termini di valore economico”. Ma il presidente di Coldiretti ha insistito soprattutto sulla necessità di una semplificazione burocratica. “Questa è una Politica agricola comune piena di cavilli e di burocrazia, piena di vincoli per le imprese agricole, che in tanti casi, soprattutto per le piccole e medie imprese, non riesce ad avere attuazione rispetto a come storicamente era stato pensato l’utilizzo delle risorse nella Pac”.


Infine, a una domanda sulla dinamica dei prezzi, per cui la la grande distribuzione e altri attori della filiera alimentare spesso assorbono gran parte del valore aggiunto, con forti ricarichi nella vendita al pubblico di prodotti pagati a prezzi non remunerativi agli agricoltori, Prandini ha risposto: “Noi riteniamo che debba essere fatto un grande lavoro, non solo con la distribuzione ma con l’intera filiera agroalimentare. In questi anni l’agricoltura è stato il soggetto più debole, sul quale si sono fatte ricadere tutte le inefficienze del sistema legato alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti. E’ una situazione che non è più assolutamente sostenibile”. “Basti vedere quali sono i prezzi pagati dei nostri agricoltori, e quelli che sono i prezzi che poi i cittadini e i consumatori a loro volta devono sostenere”, ha osservato. Accanto a lui, un manifestante di Coldiretti esponeva un cesto di radicchio rosso con un cartello che ne indicava il prezzo al produttore (0,70 euro al Kg) e quello finale al consumatore (3 euro al Kg), con un ricarico del 329%. “A fronte di tutto questo – ha riferito il presidente di Coldiretti – nelle scorse ore noi abbiamo denunciato una catena della grande distribuzione, riguardo alle pratiche che vengono attuate sui prezzi esposti, proprio perché riteniamo che questi sistemi non ci debbano più essere. Abbiamo delle regole che li vietano, e dobbiamo pretendere che anche le nostre istituzioni facciano rispettare quelle leggi e quelle regole”, in modo da “avere una trasparenza all’interno dell’intera filiera agroalimentare, partendo da un giusto reddito – ha concluso – che deve essere riconosciuto ai nostri agricoltori”.

IA, McCaul (Bce): “Il punto non è sé, ma come usarla nelle banche”

IA, McCaul (Bce): “Il punto non è sé, ma come usarla nelle banche”Roma, 26 feb. (askanews) – Sull’intelligenza artificiale, per le banche e per le istituzioni che svolgono l’attività di vigilanza sulle stesse “il tema non è più se utilizzarla o meno, ma piuttosto come possa esserlo in maniera efficace e responsabile”. Lo sostiene Elizabeth McCaul, l’esponente “americana” del ramo di vigilanza bancaria della Bce, in una intervista alla rivista specialistica Revue Banque.


Una intervista che è quasi un monologo, dato che ci sono solo due domande sullo stesso argomento: l’IA. Secondo McCaul “può analizzare enormi quantità di dati velocemente e efficacemente, migliorare l’identificazione dei rischi individuando le tendenze dei dati, supportare i processi decisionali e automatizzare i compiti ripetitivi: tutti elementi che possono migliorare il lavoro delle autorità di vigilanza”. Al tempo stesso l’IA presenta dei rischi “che non sono ancora pienamente capiti”. E “le banche fronteggiano lo stesso dilemma. l’IA può migliorare l’esperienza che offrono ai consumatori, migliorare la loro potenziale efficienza e rafforzare i processi di gestione del rischio. Ma mentre cercano di fare leva sulla capacità dell’IA, ci sono sfide e rischi, come nella governance per esempio sulla confidenzialità e l’affidabilità dei dati, sui modelli di gestione e i rischi di contabilità”.


Per questo secondo l’esponente della Vigilanza bancaria Ue “dobbiamo adottare un approccio a prova di futuro per capire utilizzare l’IA. Dovremmo usarla per migliorare le nostre capacità di vigilanza e ottenere maggiori capacità di individuare i rischi che fronteggiano le banche vigilante, mentre la utilizzano”.

L’incontro con il Governo sulla sicurezza sul lavoro per la Cisl è stato ‘positivo, per Cgil e Uil ‘no’

L’incontro con il Governo sulla sicurezza sul lavoro per la Cisl è stato ‘positivo, per Cgil e Uil ‘no’Roma, 26 feb. (askanews) – Il leader della Cgil, Maurizio Landini, giudica “totalmente inadeguato” il metodo di confronto tra Governo e sindacati sulla sicurezza sul lavoro. Il numero uno della confederazione al tavolo ha chiesto di “avviare una vera trattativa per realizzare un piano nazionale di prevenzione e protezione della salute e sicurezza”. “Un incontro positivo e apprezzabile,in cui il Governo ha illustrato alcuni elementi che caratterizzeranno il prossimo decreto sicurezza aprendo al contributo del sindacato per miglioramenti e integrazioni” ha, invece detto al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sulla sicurezza il leader Cisl, Luigi Sbarra. “In particolare il ministro Calderone ha preannunciato la volontà di rafforzare controlli, ispezioni, assunzioni, sanzioni e investimenti. Sono misure in parte condivisibili, che rispondono ad alcune priorità avanzate dalla Cisl, ma che per essere davvero efficaci devono essere collegate a una complessiva e concertata strategia nazionale. Aspettiamo di conoscere nel merito i contenuti del decreto per una valutazione completa. Bisogna dare continuità al confronto, renderlo strutturale, costante, per costruire insieme una controffensiva partecipata contro le morti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali. Pensiamo a un vero e proprio patto che unisca Governo, sindacati e imprese per porre fine a una strage silenziosa che porta via oltre mille vittime ogni anno creando decine di migliaia di infortuni. La Cisl ha indicato la via di un decalogo con cui qualificare questo accordo”. Secondo Sbarra “vanno rafforzati controlli e ispezioni sui luoghi di lavoro. Bisogna assumere più ispettori, medici del lavoro e tecnici della prevenzione, puntare sulla qualità delle imprese con una patente a punti che stabilisca un rating sociale collegato alle gare pubbliche. Occorre estendere regole e procedure del codice degli appalti pubblici anche ai grandi cantieri privati”. Il numero uno della Cisl ha aggiunto che “c’è da fare uno sforzo condiviso sul piano formativo, promuovere ad ogni livello cultura della sicurezza e della legalità, nella consapevolezza che un’azienda più sicura è anche una realtà più innovativa e competitiva. Per questo va fatto un grande investimento sulla prevenzione, le competenze e la comunicazione, anche istituendo la materia nelle scuole dell’obbligo. Secondo la Cisl è poi necessario far evolvere le relazioni industriali in senso partecipativo dando ai delegati della sicurezza maggiori poteri decisionali e di controllo nelle aziende. Il tema delle risorse non può essere un freno: si cominci a usare la totalità dell’avanzo Inail, circa 3 miliardi l’anno che vengono ancora troppo dirottati sulla contabilità generale a copertura del debito pubblico. Non va bene: sono soldi di imprese e lavoratori, lì devono tornare, con progetti coerenti e innalzamento delle rendite delle famiglie colpite”. Al Governo “chiediamo di dare concretezza e profondità a queste proposte dentro un metodo decisionale compartecipato, fondato su una corresponsabilità che impegni ogni parte a comportamenti conseguenti – ha concluso – la Cisl prosegue la sua mobilitazione nazionale avviata giorni fa programmando assemblee nei luoghi di lavoro ed iniziative sindacali nel territorio per un forte ed efficace discussione e sensibilizzazione su questi temi”. Sulla sicurezza sul lavoro dal Governo sono arrivare “risposte non all’altezza” della gravità della situazione e la Cgil “ha intenzione di proseguire la mobilitazione con tutte le forme possibili” ha detto il segretario generale Maurizio Landini al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. Alcune delle proposte avanzate dal sindacato e che non hanno trovato riscontro nelle risposte del Governo “non costano – ha poi detto Landini – l’incontro non è stato all’altezza dei bisogni che abbiamo. Per il metodo perché essere convocati alle 8.30 quando hanno il consiglio dei ministri alle 15.30 e ci consegnano un testo dopo un’ora che è iniziato il confronto, dà l’idea non c’è una grande volontà di trovare degli accordi con i sindacati. Poi ci sono cose che non costano, che non fanno e che continuano a non fare”, Landini ha ribadito la richiesta di “ripristinare la parità di trattamento, economico e normativo, per tutti i lavoratori di tutta la filiera degli appalti. Viene lasciata la giungla del subappalto, su questo nessuna risposta. La patente a punti la chiediamo per tutti i settori, il Governo dice che la fa per i cantieri mobili, cioé il 95% degli edili”. Nessuna risposta, ha aggiunto, neanche sull’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. “Per il Governo – ha concluso il numero uno della Cgil – deve continuare quel modello folle fatto di appalti e subappalti a cascata e di non rispetto delle norme di legge. Siamo molto lontani dalla sensibilità che ci vorrebbe nei confronti dei lavoratori. Così non va bene”.


“C’è un problema di metodo. Lei dice che oggi ci illustrerà delle proposte che saranno decise nel consiglio dei ministri delle 15.30. Come al solito, però, l’illustrazione è orale. Non abbiamo un testo del documento. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato una piattaforma unitaria da circa un anno e mezzo, ma non discutono con il ministro del Lavoro su questo tema da luglio dello scorso anno”. E’ quanto avrebbe detto, secondo quanto si apprende, il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, nel corso del tavolo a Palazzo Chigi sulla sicurezza sul lavoro rivolgendosi al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano.