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Ddl concorrenza, con 153 sì Camera approva definitivamente

Ddl concorrenza, con 153 sì Camera approva definitivamenteRoma, 19 dic. (askanews) – Con 153 voti a favore, 93 contrari e 16 astenuti la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022, approvato dal Senato in prima lettura il 15 novembre.

I settori sui quali il provvedimento interviene riguardano, tra l’altro, l’energia, la promozione dell’utilizzo dei contatori di ultima generazione, il cold ironing, le assegnazioni delle concessioni del commercio al dettaglio, la sanità. L’approvazione della legge annuale sulla concorrenza rientra nelle condizioni previste dalla Commissione europea per ottenere le risorse del Pnrr.

Lsa

Mutui, raddoppia preferenza italiani per il tasso variabile

Mutui, raddoppia preferenza italiani per il tasso variabileRoma, 19 dic. (askanews) – Si allunga di oltre due anni la media della durata dei mutui nel 2023 e la preferenza degli italiani per il tasso variabile raddoppia. E’ quanto emerge da un rapporto Euroansa per CENTURY 21 Italia sui nuovi trend per i mutui erogati nel 2023. Oltre 2 anni di durata in più rispetto al 2022, crescita della preferenza per il tasso variabile e prevalenza di acquisti per la prima casa. Questi i trend più importanti del 2023 che emergono dall’analisi del mercato dei mutui di quest’anno e confrontandolo con quello degli anni passati nel rapporto di Euroansa, società di mediazione del credito, per CENTURY 21 Italia, branch italiana del colosso real estate statunitense, realizzato in occasione del lancio della loro partnership. Stando al rapporto il dato più rilevante che emerge ha a che fare con la durata dei mutui: rispetto agli anni passati, il 2023 vede la durata media dei mutui allungarsi e di molto. Se compariamo il 2022 con il 2023 vediamo che l’aumento della durata delle rate è di 25 mesi, oltre due anni. “Questo accade perché i tassi d’interesse si sono alzati e quindi, per riuscire a finanziare lo stesso importo di mutuo, c’è bisogno di più tempo” dice Marco Tilesi, CEO di CENTURY 21 Italia. E questo si rispecchia anche nell’importo erogato che per il 2023 si attesta sui 131,2 mila euro e che a differenza della durata, non è molto diverso da quello dell’anno scorso o della media degli ultimi anni. Nel 2022, infatti, era 130,5 mila euro, così come dal 2018 al 2022. “Le persone hanno potuto prendere circa la stessa quantità di denaro, ma per ripagarla hanno bisogno di dividerla in un numero maggiore di rate” aggiunge Tilesi. Raddoppiano rispetto al 2022 gli italiani che scelgono il tasso variabile al posto di quello fisso: se l’anno scorso, infatti, erano il 6,63%, nel 2023 arrivano a quasi il 14%, con un tasso fisso che, pur rimanendo il preferito degli italiani, cala nelle scelte dal 83% al 75%. “Con l’aumento dei tassi, aumentano le persone che scelgono il tasso variabile perché sperano che con il passare del tempo la rata vada riducendosi” dice Tilesi, che continua “Ma non è solo questo: il tasso variabile, non proteggendo l’acquirente dalla fluttuazione dei tassi, è più basso del fisso e nell’immediato questo permette a chi prende il mutuo di avere una migliore capacità di affrontare il pagamento”. Ma non solo “Attualmente – aggiunge Olivia Bernacchi, direttore commerciale di Euroansa – si sta verificando una diminuzione dell’IRS ( parametro di riferimento del tasso fisso). Le banche stanno già proponendo condizioni di tasso finito concorrenziali, questo comporterà, molto probabilmente, una inversione di scelta. È evidente che, in un contesto in continua evoluzione, la figura professionale del consulente del credito cresce di importanza nella scelta migliore da fare nei diversi momenti di mercato”. Nel 2023 c’è stata una maggiore concentrazione sui prestiti per l’acquisto della prima casa. Sono crollati surroghe, consolidamenti e sostituzioni del mutuo perché, spiega Tilesi “non c’è motivo di sostituire un mutuo preso negli anni passati ad un tasso più basso quando oggi quello stesso mutuo avrebbe un tasso molto più alto”.

Rete Tim, Fondazione Crt aderisce con 15 milioni al fondo F2i

Rete Tim, Fondazione Crt aderisce con 15 milioni al fondo F2iMilano, 19 dic. (askanews) – Fondazione Crt investirà 15 milioni di euro nel fondo F2i-Rete Digitale. Lo ha deliberato il cda dell’ente che sottoscriverà, insieme ad altri investitori istituzionali, una quota del fondo infrastrutturale promosso da F2i che parteciperà all’acquisizione della rete fissa di Tim.

“La Fondazione Crt conferma il proprio ruolo di investitore istituzionale per rafforzare lo sviluppo e la crescita del Paese su un asset strategico come l’infrastruttura delle telecomunicazioni”, ha dichiarato il presidente Fabrizio Palenzona.

Gas, Pichetto: l’Italia ha ottenuto il rinnovo del price cap

Gas, Pichetto: l’Italia ha ottenuto il rinnovo del price capMilano, 19 dic. (askanews) – “L’Italia ha ottenuto dall’Europa il rinnovo di un anno del price cap sul gas. Il via libera è arrivato oggi in Consiglio europeo Energia”. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto.

“Come MASE e come Governo – ha spiegato – abbiamo sostenuto il prolungamento del suo periodo di applicazione: nel corso del 2023 ha rappresentato, sui mercati del gas, uno strumento deterrente utile per scongiurare rischi speculativi, aumentando la resilienza e la stabilità dei sistemi energetici del Continente”, ha aggiunto. “A nome del nostro Paese, che ne era stato il promotore – ha concluso Pichetto – abbiamo chiesto e ottenuto il rinnovo per un anno della clausola sul tetto al prezzo del gas: i prezzi odierni non sono quelli di un anno fa, ma le tensioni restano e dobbiamo tenere sempre attivi i nostri meccanismi di difesa”.

Istat: aumentano i prezzi delle case e diminuiscono le compravendite

Istat: aumentano i prezzi delle case e diminuiscono le compravenditeRoma, 19 dic. (askanews) – Nel terzo trimestre 2023 torna ad accelerare la dinamica tendenziale dei prezzi delle abitazioni, alimentata soprattutto dall’andamento dei prezzi delle abitazioni nuove, che aumentano dell’8% su base annua. I prezzi delle abitazioni esistenti crescono, invece, solamente dello 0,5%. Il numero di immobili compravenduti continua a diminuire su base tendenziale, proseguendo la fase di discesa iniziata già dalla fine dell’anno 2022. Lo ha reso noto l’Istat.

Secondo le stime preliminari, nel terzo trimestre l’indice dei prezzi delle abitazioni, Ipab, acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento rimane stabile rispetto al trimestre precedente e aumenta dell’1,8% nei confronti dello stesso periodo del 2022 (era +0,6% nel secondo trimestre 2023). La crescita tendenziale dell’Ipab è da attribuirsi soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano dell’8%, in forte accelerazione rispetto al trimestre precedente (+0,5%). Per contro, i prezzi delle abitazioni esistenti salgono dello 0,5%, facendo registrare una lieve decelerazione rispetto al secondo trimestre (+0,7%).

Questi andamenti si registrano in un contesto di marcata riduzione dei volumi di compravendita: -10,4% la variazione tendenziale registrata nel terzo trimestre 2023 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, da -16,0% del trimestre precedente.

Inflazione, si conferma frenata al 2,4% novembre nell’area euro

Inflazione, si conferma frenata al 2,4% novembre nell’area euroRoma, 19 dic. (askanews) – A novembre l’inflazione media nell’area euro si è calmierata al 2,4%, ovvero mezzo punto percentuale inferiore alla crescita dei prezzi al consumo su base annua registrata ottobre. Il dato è stato confermato da Eurostat con la lettura definitiva, rispetto alla stima preliminare diffusa in precedenza. L’ente di statistica Ue ricorda che un anno prima nell’area euro l’inflazione si attestava al 10,1%.

Questa forte decelerazione ha spinto mercati e analisti a ipotizzare diversi tagli dei tassi di interesse da parte della Bce nel 2024. L’istituzione punta a ricondurre l’inflazione al suo livello obiettivo del 2%. Tuttavia di recente la presidente Christine Lagarde non si è mostrata accondiscendente con queste attese, avvertendo peraltro che sul breve termine sono previste risalite dell’inflazione a causa di alcuni effetti statistici. 

Casa, Istat: nel III trim. prezzi +1,8% su anno, calano compravendite

Casa, Istat: nel III trim. prezzi +1,8% su anno, calano compravenditeRoma, 19 dic. (askanews) – Nel terzo trimestre 2023 torna ad accelerare la dinamica tendenziale dei prezzi delle abitazioni, alimentata soprattutto dall’andamento dei prezzi delle abitazioni nuove, che aumentano dell’8% su base annua. I prezzi delle abitazioni esistenti crescono, invece, solamente dello 0,5%. Il numero di immobili compravenduti continua a diminuire su base tendenziale, proseguendo la fase di discesa iniziata già dalla fine dell’anno 2022. Lo ha reso noto l’Istat.

Secondo le stime preliminari, nel terzo trimestre l’indice dei prezzi delle abitazioni, Ipab, acquistate dalle famiglie per fini abitativi o per investimento rimane stabile rispetto al trimestre precedente e aumenta dell’1,8% nei confronti dello stesso periodo del 2022 (era +0,6% nel secondo trimestre 2023). La crescita tendenziale dell’Ipab è da attribuirsi soprattutto ai prezzi delle abitazioni nuove che aumentano dell’8%, in forte accelerazione rispetto al trimestre precedente (+0,5%). Per contro, i prezzi delle abitazioni esistenti salgono dello 0,5%, facendo registrare una lieve decelerazione rispetto al secondo trimestre (+0,7%).

Questi andamenti si registrano in un contesto di marcata riduzione dei volumi di compravendita: -10,4% la variazione tendenziale registrata nel terzo trimestre 2023 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, da -16,0% del trimestre precedente.

Bce fissa le priorità sulla vigilanza bancaria per il 2024-2026

Bce fissa le priorità sulla vigilanza bancaria per il 2024-2026Roma, 19 dic. (askanews) – La Bce ha definito le nuove priorità di vigilanza bancaria per il periodo 2024-2026, contestualmente al processo annuale di revisione e valutazione prudenziale (supervisory review and evaluation process, Srep). E in questo ambito, per rafforzare la capacità di tenuta delle banche agli shock macrofinanziari e geopolitici immediati, chiederà alle banche di porre rimedio alle carenze nei propri sistemi di gestione delle attività e delle passività e nella gestione del rischio di credito e di controparte.

Le banche, recita un comunicato, devono inoltre accelerare gli interventi per porre efficacemente rimedio alle carenze nella governance interna e nella gestione dei rischi climatici e ambientali. Infine, sono chiamate a compiere ulteriori progressi nella trasformazione digitale e nella realizzazione di solidi assetti di resilienza operativa.

Banche, Srep eurozona stabile, Bce alza lievemente requisito Cet1

Banche, Srep eurozona stabile, Bce alza lievemente requisito Cet1Roma, 19 dic. (askanews) – La Banca centrale europea ha completato il processo annuale di revisione e valutazione del sistema bancario sull’area euro (Srep, o Supervisory Revue and Evaluation Process) che mostra un punteggio stabile rispetto allo scorso anno. Questa procedura viene utilizzata dall’istituzione per determinare i requisiti patrimoniali prudenziali supplementari, marginalmente aumentati, e stabilire eventuali misure specifiche per rimediare a carenze delle banche.

Con un comunicato, la Bce spiega che il settore bancario dell’area euro ha continuato a mostrarsi resiliente quest’anno e che in media gli istituti di credito hanno mantenuto solide posizioni patrimoniali e di liquidità, “ben al di sopra dei livelli regolamentari. La redditività delle banche è tornata a livelli che non si vedevano da un decennio – prosegue l’analisi – rafforzando la loro capacità di affrontare shock esterni, come dimostrato da tre test test Ue”. Tuttavia secondo la Bce la debolezza delle prospettive economiche e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento restano un elemento di rischio per le banche. Il rapido aumento dei tassi di interesse ha aiutato al sostenere la redditività ma questo effetto “andrà diminuendo mentre trasferiscono tassi più alti ai depositi” (cosa che in realtà non sembra così rapida, almeno sui depositi a vista).

Al tempo stesso, secondo l’istituzione gli alti tassi hanno contribuito ad aumentare i rischi su credito e sulla valutazione di attivi e liquidità. Il risultato della valutazione Srep è rimasto stabile al 2,6 punti, con il 70% delle banche che hanno mostrato lo stesso punteggio dello scorso anno, il 14% livelli più bassi, prosegue la Bce, e il 15% livelli più elevati. Sulla base di queste valutazioni i livelli di patrimoniali specifici per istituto sul Coefficiente patrimoniale Cet1 da Pillar II sono stati aumentati lievemente all’1,2% degli attivi ponderati per il rischio, rispetto all’1,1% dello scorso anno.

Ue, su regolamento imballaggi Italia isolata spera in Strasburgo

Ue, su regolamento imballaggi Italia isolata spera in StrasburgoBruxelles, 18 dic. (askanews) – Le ragioni per cui l’Italia, unico Stato membro tra i Ventisette, ha votato contro l’orientamento generale del Consiglio Ue riguardo al regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi, al Consiglio Ambiente dell’Ue oggi a Bruxelles, sono state indicate dal ministro dell’Ambiente e la Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante un breve incontro con la stampa nel pomeriggio. L’orientamento generale costituisce la posizione negoziale del Consiglio Ue nel negoziato sul testo finale del Regolamento che inizierà ora con il Parlamento europeo e con la Commissione (“trilogo”).

Pichetto ha spiegato che il testo di compromesso che ha ricevuto oggi il sostegno del Consiglio Ue è molto più vicino a quello della proposta originaria della Commissione, e quindi molto più rigoroso ed esigente, in senso ambientalista, della posizione negoziale che era stata approvata dal Parlamento europeo il 22 novembre scorso a Strasburgo. La posizione dell’Eurocamera, invece, aveva accolto gran parte delle richieste dell’Italia, in particolare cancellando diversi obiettivi obbligatori di riuso degli imballaggi: quelli generali per il 2040 (erano rimasti solo quelli più blandi del 2030); quelli per gli alimenti da asporto del settore alberghiero e della ristorazione e catering (il 10% nel 2030 e il 40% nel 2040); quelli per il riuso e la ricarica delle bottiglie per bevande alcoliche (compreso il vino) e non alcoliche. Ed eliminando praticamente tutti i divieti relativi agli imballaggi monouso (art. 22, allegato V del regolamento) usati soprattutto nel settore della distribuzione alimentare.

Un altro punto su cui l’Italia sperava che il Consiglio Ue riprendesse la posizione dell’Europarlamento è quello che introduce deroghe dall’obbligo di riutilizzo per i paesi che, a livello nazionale, hanno una media molto alta di riciclaggio degli imballaggi usati (l’Italia ha il 56%, tra le più alte). Anche qui, tuttavia, il Consiglio ha preferito restare sul testo originario della Commissione. Pichetto ha anche criticato come insufficiente una delle ultime modifiche apportate al testo di compromesso dalla presidenza di turno spagnola del Consiglio Ue, quella che concede un anno in più (fino all’inizio del 2025) per l’entrata in vigore dell’obbligo di rendere biodegradabili e compostabili i materiali utilizzati negli imballaggi di prodotti di natura organica (art.8).

Il ministro si è anche espresso contro un’altre modifica proposta nelle ultime ore dalla presidenza spagnola di turno, riguardante l’articolo 26 sul riuso e ricarica delle bottiglie, affermando che discriminerebbe i piccoli esercizi commerciali e le Pmi, favorendo invece le grandi catene. In questo caso, tuttavia, il “no” italiano sembra essere motivato piuttosto dalla generale opposizione agli obblighi di riutilizzo e ricarica (con obiettivi al 2030 e 2040) delle bottiglie, soprattutto di quelle di vino.”Noi abbiamo preso una posizione con voto contrario sulla proposta di regolamento imballaggi da parte del Consiglio Ue, perché non soddisfa assolutamente quelle che sono le esigenze del nostro paese, perché noi siamo un paese che ha il 56,5% di raccolta differenziata; il resto d’Europa è su una media al 48%. Il 95% degli imballaggi a base nazionale sono imballaggi della plastica”, ha spiegato Pichetto Fratin ai giornalisti, dopo la decisione sulla posizione negoziale presa dai ministri oggi a Bruxelles. “Noi – ha continuato il ministro italiano – chiedevamo alcune modifiche sostanzialmente su tre articoli: uno che è quello che riguarda i cosiddetti imballaggi compostabili”, che dovranno essere obbligatori per certi prodotti di natura organica. Nonostante in Consiglio avesse accolto favorevolmente la proroga di un anno concessa su quest’obbligo, con i giornalisti Pichetto si è lamentato che sia stato concesso solo un anno in più, “fino al primo gennaio 2025”, osservando che “in questa situazione, peraltro, con il trilogo che avverrà nel 2024”, arrivare al 2025 “è del tutto normale”.

Il secondo punto su cui l’Italia non ha ottenuto soddisfazione è quello relativo alle deroghe dagli obiettivi di riuso, basate sull’alta percentuale di raccolta differenziata e riciclaggio che il Paese può vantare. “Volevamo su base nazionale, visto il nostro livello di differenziata, dei parametri diversi per riuso e riciclo” richiedendo “che laddove il riciclo raggiungeva percentuale superiori al 75-80% ci fosse lo spazio di deroga al riuso. Ma non è avvenuto”, ha constatato il ministro. “Per quanto riguarda l’articolo 26 (su riuso e ricarica, ndr), il Consiglio ha accolto l’istanza della Germania sulla possibilità di valutazione di gruppo, il ‘pooling’”, di due diverse imprese o diversi distributori finali per valutare che abbiano raggiunto gli obiettivi di riutilizzo. Ma questo, ha rilevato Pichetto, “riguarda solo la parte del ‘beverage’ (le bevande, ndr), e non complessivamente tutto il sistema. Questo significa che si vanno ad agevolare alcune situazioni di grandi imprese, e non invece le caratteristiche di un mercato, di una realtà come quella italiana dove la struttura è essenzialmente fatta di Pmi. Su questo ho anche manifestato, con la dichiarazione di voto, una eccezione di ordine giuridico che saranno poi gli uffici legali della Commissione a valutare, perché si va a incrinare quello che è l’equilibrio del mercato interno”. “Noi siamo – ha sottolineato il ministro – totalmente sulla posizione del Parlamento, che rappresenta i cittadini europei. Peraltro, la differenza è notevole: la scelta di oggi del Consiglio è molto più rigida, e molto più vicina alla proposta della Commissione europea”, e questo in particolare “sul fatto di porre dei vincoli molto rigidi sul riuso, fin dall’immediato, e con dei target vincolanti, mentre il Parlamento lascia degli spazi di flessibilità maggiori”. E poi “c’è tutto il fronte della plastica monouso”, con i divieti degli imballaggi usa e getta che il Parlamento aveva eliminato, e che invece il Consiglio ha confermato, con “una scelta rigida”. Per tutto questo, “io mi auguro che nel ‘trilogo’ prevalga la posizione del Parlamento europeo”, ha insistito Pichetto Fratin. A un giornalista che chiedeva perché si consideri che gli obiettivi di riuso rischino di compromettere quelli sul riciclaggio, come sostiene il governo italiano, dal momento che viene riciclato meno del 60% degli imballaggi, e la produzione di rifiuti in quest’area è in continuo aumento, perché i due target non possano essere complementari, il ministro ha risposto: “Infatti noi chiedevamo che stessero assieme”. C’è “il dato di fatto” per cui “non si può imporre l’obbligo del riuso, in particolare in un paese come l’Italia, con le sue caratteristiche della distribuzione. Pensiamo al food”, al settore agroalimentare, “che a livello italiano è qualcosa di enorme, e non è standardizzato sulle grandi catene”. “Ecco perché chiedevamo proprio quello, la possibilità di tenere insieme riciclo e riuso, naturalmente, se vogliamo, anche con regole rigide nel controllo, ma non con l’obbligo del riuso”, ha concluso Pichetto Fratin. Loc