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Rally titoli di Stato eurozona “sfida” l’intransigenza della Bce

Rally titoli di Stato eurozona “sfida” l’intransigenza della BceRoma, 15 dic. (askanews) – Quasi a “sfidare” la linea risoluta mostrata ieri dalla Bce, scatta il rally sui mercati dei titoli di Stato dell’area euro, con i rendimenti che calano ai minimi da nove mesi a questa parte. E anche di più sui Btp dell’Italia: al 3,70% nel corso della seduta i tassi retributivi sulla scadenza decennale sono scesi ai minimi da un anno a questa parte.

Gli acquisti si sono paradossalmente moltiplicati dopo che le indagini sull’attività delle imprese nell’Unione valutaria (indici Pmi) hanno riportato un’ulteriore peggioramento a dicembre, con valori sempre più vicini al rischio di recessione. In un articolo di analisi, il Financial Times rileva come gli sviluppi dell’economia appaiano in strindente contrasto con l’intransigenza mostrata dalla presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, che ieri, al termine del Consiglio direttivo dell’istituzione, ha riferito che di tagli ai tassi “non se ne è assolutamente parlato”.

I rendimenti sui titoli di Stato decennali della Germania sono scesi fino al 2,04%, sui minimi da marzo, con un calo di 9 punti base rispetto ai livelli di ieri. Nel pomeriggio i rendimenti dei Btp a 10 anni ritracciano lievemente ma al 3,74%, secondo Mts, restano in calo di 4 punti base rispetto a ieri e lo spread, il differenziale rispetto ai tassi dei Bund tedeschi si stringe a 170 punti base. E questo nonostante il fatto che ieri proprio la Bce, a sorpresa, abbia annunciato che da luglio intende avviare una riduzione anticipata degli stock di titoli, prevalentemente pubblici, anche sul programma di acquisti anticrisi Covid Pepp, mentre una manovra di questo genere è già in corso da mesi sul piano di acquisti App.

“Chiaramente gli sforzi della Bce per respingere i recenti allentamenti delle condizioni finanziarie sono andati a vuoto”, afferma Richard McGuire, direttore della strategia sui tassi di interesse a Rabobank citato dal quotidiano finanziario. “I mercati sentono che è aperta la porta in termini di reazione alla debolezza dei dati”. Secondo Mike Riddell, gestore di portafogli obbligazionari alla Allianz Global Investors “la Bce dice che i tassi resteranno alti o che potrebbero anche andare più in alto ma i mercati semplicemente non ci credono più”.

L’analista rileva che le banche centrali in tutto il mondo sono in affanno sulla loro credibilità. E secondo il FT la Bce in particolare si trova spiazzata dopo che il giorno prima del Consiglio direttivo il presidente della Federal Reserve, Jay Powell ha inviato messaggi più possibilisti verso un ammorbidimento dei tassi sul dollaro.

Bankitalia taglia le stime dell’inflazione: nel 2023 al 6%, nel 2024 drastico calo all’1,9%

Bankitalia taglia le stime dell’inflazione: nel 2023 al 6%, nel 2024 drastico calo all’1,9%Roma, 15 dic. (askanews) – La Banca d’Italia ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione sulla Penisola, che ora fin dal prossimo anno viene stimata a livelli inferiori al valore obiettivo della Bce (2% simmetrico, posto che quest’ultimo è relativo alla media dell’eurozona e non solo all’Italia). Ora per quest’anno l’istituzione di via Nazionale pronostica un caro vita al 6%, sul 2024 un drastico calmieramento all’1,9%, sul 2025 1,8% e sul 2026 1,7%.

Per l’inflazione di fondo, l’indice al netto di energia e alimentari, Bankitalia prevede 4,5% di crescita sulla media di quest’anno, 2,2% il prossimo, 1,9% del 2025 1,8% del 2026. Le previsioni sono state elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e Bce, che ieri ha pubblicato i dati per la media dell’area euro. Vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banca d’Italia stimava l’inflazione 2023 al 6,1%, sul 2024 2,4% e sul 2025 1,9%.

Se per la crescita economica i rischi restano sbilanciati verso l’indebolimento, secondo l’istituzione sull’inflazione “sono più bilanciati. Pressioni al rialzo potrebbero provenire da nuovi aumenti dei prezzi delle materie prime. Per contro, la possibilità di un deterioramento dello scenario internazionale e di un impatto più marcato della restrizione monetaria rispetto a quanto stimato nello scenario di base – si legge – potrebbero tradursi in un andamento più contenuto di salari, margini di profitto e inflazione al consumo”.

Usa, Produzione industriale +0,2% in novembre, sotto le stime

Usa, Produzione industriale +0,2% in novembre, sotto le stimeNew York, 15 dic. (askanews) – In novembre, la produzione industriale negli Stati Uniti è salita dello 0,2% rispetto al mese precedente a 102,7 punti, secondo l’indice della Federal Reserve, contro attese per un dato in rialzo dello 0,3%; il dato di ottobre è stato rivisto da -0,6% a -0,9%.

La produzione manifatturiera ha registrato un rialzo dello 0,3%, come anche quella mineraria in rialzo anch’essa dello 0,3%. L’utilizzo della capacità degli impianti – che misura la produzione industriale rispetto al potenziale – è salito di 0,1 punti al 78,8%, con le attese al 79,1%. Il dato di ottobre sulla capacità degli impianti è stato rivisto da 78,8% a 79,1%.

Bankitalia taglia stima crescita Pil 2024 a 0,6%, alza 2025 a 1,1%

Bankitalia taglia stima crescita Pil 2024 a 0,6%, alza 2025 a 1,1%Roma, 15 dic. (askanews) – La Banca d’Italia ha confermato la previsione di crescita e economica sull’insieme di quest’anno allo 0,7%, ma ha rivisto al ribasso la stima sul 2024 allo 0,6%, ha leggermente alzato quella sul 2025 all’1,1% e pronostica un livello di espansione analogo anche sul 2026.

Le nuove cifre sono state pubblicate dall’istituzione di via Nazionale nell’ambito delle proiezioni elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e la Bce, che ieri ha pubblicato le cifre aggiornate per la media dell’area euro. Si basano sui dati congiunturali disponibili fino al 30 novembre, secondo quanto riporta un comunicato. Queste previsioni vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banktalia stimava la crescita 2023 allo 0,7%, quella sul 2024 allo 0,8% e quella sul 2025 all’1%.

“Dopo il leggero aumento nei mesi estivi, le informazioni congiunturali più recenti segnalano che il Pil avrebbe ristagnato nel trimestre in corso – afferma Bankitalia -. Il prodotto tornerebbe a espandersi gradualmente dall’inizio del prossimo anno, sostenuto dalla ripresa del reddito disponibile e della domanda estera”. L’istituzione avverte che queste proiezioni “sono circondate da un’incertezza elevata, con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso. Il contesto geo-politico rimane uno dei principali fattori di instabilità, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di famiglie, imprese e investitori. Rischi non trascurabili sono anche connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale – si legge – che potrebbe risentire in misura maggiore delle difficoltà dell’economia cinese e dell’incertezza legata alle tensioni internazionali”.

A frenare la crescita potrebbe contribuire anche un eventuale peggioramento, più marcato del previsto, delle condizioni di finanziamento.

Bankitalia taglia stime di inflazione: 2023 6%, 2024 1,9%, 2025 1,8%

Bankitalia taglia stime di inflazione: 2023 6%, 2024 1,9%, 2025 1,8%Roma, 15 dic. (askanews) – La Banca d’Italia ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione sulla Penisola, che ora fin dal prossimo anno viene stimata a livelli inferiori al valore obiettivo della Bce (2% simmetrico, posto che quest’ultimo è relativo alla media dell’eurozona e non solo all’Italia). Ora per quest’anno l’istituzione di via Nazionale pronostica un caro vita al 6%, sul 2024 un drastico calmieramento all’1,9%, sul 2025 1,8% e sul 2026 1,7%.

Per l’inflazione di fondo, l’indice al netto di energia e alimentari, Bankitalia prevede 4,5% di crescita sulla media di quest’anno, 2,2% il prossimo, 1,9% del 2025 1,8% del 2026. Le previsioni sono state elaborate in coordinamento con l’Eurosistema delle banche centrali e Bce, che ieri ha pubblicato i dati per la media dell’area euro. Vengono aggiornate ogni tre mesi e lo scorso settembre Banca d’Italia stimava l’inflazione 2023 al 6,1%, sul 2024 2,4% e sul 2025 1,9%.

Se per la crescita economica i richi restano sbilanciati verso l’indebolimento, secondo l’istituzione sull’inflazione “sono più bilanciati. Pressioni al rialzo potrebbero provenire da nuovi aumenti dei prezzi delle materie prime. Per contro, la possibilità di un deterioramento dello scenario internazionale e di un impatto più marcato della restrizione monetaria rispetto a quanto stimato nello scenario di base – si legge – potrebbero tradursi in un andamento più contenuto di salari, margini di profitto e inflazione al consumo”.

Riparte Pedemontana lombarda: al via 2 tratte, 1,26 mld investimenti

Riparte Pedemontana lombarda: al via 2 tratte, 1,26 mld investimentiMilano, 15 dic. (askanews) – L’apertura dei cantieri delle tratte B2 e C dell’autostrada Pedemontana lombarda, per un investimento di circa 1,26 miliardi di euro, è prevista per l’inizio del prossimo anno. Riprendono, dunque, dopo otto anni i lavori dell’opera autostradale, la cui progettazione esecutiva e la realizzazione, è stata affidata al consorzio di imprese guidato da Webuild e partecipato da Impresa Pizzarotti. Per le due tratte, oltre l’83% del tracciato è interrato: il 36% è in galleria artificiale e il 47% in trincea.   Grazie all’apertura delle tratte B2 e C, prevista per la fine del 2026, gli utenti potranno beneficiare di una diminuzione dei tempi di spostamento e di una maggiore fluidità del traffico in una delle aree più urbanizzate d’Europa. La tratta B2 è lunga 9,6 km e si aggancia alla tratta B1 già realizzata, estendendosi da Lentate sul Seveso fino a Cesano Maderno. Il tracciato si sviluppa per 2,8 km in trincea, per 3,6 km in rilevato, per 3 km in galleria artificiale e per 0,2 km in viadotto. La tratta C ha una lunghezza di 16,6 km e si estende da Cesano Maderno alla Tangenziale Est in Comune di Vimercate. Il tracciato si sviluppa per 9,6 km in trincea, per 0,3 km in rilevato, per 6,5 km in galleria artificiale e per 0,2 km in viadotto.   “Oggi siamo insieme agli stakeholder del progetto Pedemontana per segnare l’avvio delle tratte B2 e C, che da Lentate Sul Seveso arrivano a Vimercate, un progetto fermo dal 2015 – ha dichiarato Luigi Roth, presidente di Autostrada Pedemontana Lombarda – Nello specifico, stiamo per completare il percorso procedurale e, in parallelo, lavoriamo con il contraente generale per definire gli aspetti operativi e i primi cantieri. Le opere verranno svolte nei tempi proposti in fase di gara, all’incirca in 1000 giorni. Un’autostrada è innovazione, sostenibilità e connettività, e rappresenta un fattore di sviluppo per l’economia del territorio. Ci stiamo impegnando – ha concluso Roth – per realizzare le nuove tratte nel rispetto del territorio e per ridurre al minimo gli impatti, attraverso un dialogo costante con le istituzioni”.   Dalle ricerche che Autostrada Pedemontana lombarda sta conducendo sugli impatti economici e sociali dell’opera sul territorio emerge che gli utenti intervistati valutano positivamente l’opera, sia in termini di esperienza, sia di sicurezza. Le tratte in gestione hanno, infatti, numeri in crescita e un tasso di incidenti inferiore alla media nazionale. Nella fascia di comuni accanto alle tratte esistenti, inoltre, Pedemontana rappresenta e ha rappresentato, anche nel periodo della pandemia, uno stabilizzatore dell’economia: nascono più imprese, ne chiudono meno, e sono più resilienti.

Risparmio, Isp-C. Einaudi: 95% famiglie finanziariamente indipendenti

Risparmio, Isp-C. Einaudi: 95% famiglie finanziariamente indipendentiRoma, 15 dic. (askanews) – Il 95 per cento delle famiglie italiane dichiara di essere finanziariamente indipendente,in aumento rispetto al 93 per cento dell’Indagine 2022, a conferma che (malgrado le difficoltà dello scenario) l’autonomia reddituale resiste. La quota delle famiglie che riescono a risparmiare si porta sui valori massimi del pre-pandemia (54,7 per cento vs. 53,5 per cento nel 2022). Sale anche la percentuale media di reddito risparmiata (12,6 per cento, dall’11,5 per cento del 2022). Tra la maggioranza dei risparmiatori continua a manifestarsi confusione sul concetto d’inflazione, e sulle scelte d’investimento più adatte al manifestarsi di tale fenomeno.

E’ quanto emerge dall’Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2023 presentata da Intesa Sanpaolo e Centro Einaudi. La ricerca analizza l’impatto dell’inflazione subita e attesa sui comportamenti dei risparmiatori e i suoi effetti su redditi, consumi, liquidità, obiettivi, scelte concrete di investimento e di indebitamento. Verifica, inoltre, l’adeguatezza dei comportamenti degli investitori dal punto di vista della protezione del reddito e del patrimonio, mettendo in rilievo l’importanza dell’educazione finanziaria. Alla presentazione hanno preso parte Gregorio De Felice (Chief Economist della Banca), Beppe Facchetti e Giuseppe Russo (rispettivamente, Presidente e Direttore del Centro Einaudi) e Umberto Filotto (Docente di Economia presso l’Università di Tor Vergata; Presidente e Coordinatore del Comitato Scientifico della FEduF). Secondo il rapporto – si legge in una sintesi -tra le motivazioni del risparmio, risaltano la casa (30 per cento) e i figli (16 per cento); solo il 5 per cento degli intervistati dichiara di aver accantonato risorse per far fronte all’aumento dei prezzi. Per un terzo del campione, il risparmio è genericamente precauzionale, cioè senza un’intenzione precisa.

Tra gli investimenti finanziari salgono le obbligazioni, che raggiungono il 28 per cento dei portafogli di chi le detiene e assorbono in parte la flessione del risparmio gestito. La Borsa resta un «terreno da dissodare»: vi ha operato negli ultimi 12 mesi solo il 4,2 per cento del campione. Nell’ambito degli investimenti alternativi, dominano l’oro (che interessa il 23 per cento degli intervistati) e i fondi etici ESG (13 per cento). Malgrado una crescente sensibilità ai rischi, l’86 per cento degli intervistati dichiara di non aver sottoscritto un’assicurazione per coprire le spese mediche; il 68 per cento non ha un’assicurazione vita.

Solo il 38 per cento del campione è in grado di dare una definizione corretta dell’inflazione: oltre un quarto la confonde con il livello dei prezzi; qualcuno con il deprezzamento della valuta; altri con lo scostamento dal target della Banca Centrale Europea. A conferma di questa difficoltà di orientamento, oltre un terzo circa degli intervistati indica la detenzione di liquidità e obbligazioni a tasso fisso tra i comportamenti più idonei da tenere nel caso di inflazione. Il 30 per cento cita invece il «mattone»; poco più del 10 per cento l’oro e i «beni rifugio». A fronte del ritorno dell’inflazione, le famiglie italiane hanno avuto il buon senso di non vendere tutto per panico e di continuare a risparmiare. Emerge tuttavia chiara dall’Indagine l’esigenza di maggiore competenza e alfabetizzazione finanziaria, sia per i giovani che per gli adulti, per poter affrontare con consapevolezza il nuovo contesto. “Ci sono le condizioni – ha detto Gregorio De Felice , Chief Economist di Intesa Sanpaolo, a Milano, alla presentazione dell’indagine di Intesa e Centro Einaudi – per un aumento dei salari, che costituirebbe un volano importante per sostenere i consumi delle famiglie, il cui potere d’acquisto è compromesso dalla crescita dei prezzi, e per trattenere in Italia le risorse più qualificate. Occorre trovare il giusto mix tra CCNL e politiche salariali a livello d’impresa, per tenere conto della elevata eterogeneità che vi è oggi nelle performance delle imprese in termini di produttività e in generale di competitività”.

Antitrust, sanzione di oltre 1 mln a società Chiara Ferragni

Antitrust, sanzione di oltre 1 mln a società Chiara FerragniRoma, 15 dic. (askanews) – Sanzione di oltre 1 milione alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta, da parte dell’Antitrust.

Secondo l’Autorità le società “hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro”. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato le società Fenice e Tbs Crew, che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale della signora Chiara Ferragni, rispettivamente per 400mila euro e per 675 mila euro, e Balocco Industria Dolciaria per 420 mila euro. L’Autorità contesta alle tre società di aver attuato una pratica commerciale scorretta per aver pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, “griffato” Chiara Ferragni, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing.

Le società Fenice e Tbs Crew hanno incassato la somma di oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi della signora Ferragni e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare nulla all’ospedale Regina Margherita di Torino.

Eurozona, indice Pmi a dicembre attività accelera discesa

Eurozona, indice Pmi a dicembre attività accelera discesaRoma, 15 dic. (askanews) – I dati provvisori dell’indagine PMI® di dicembre indicano una contrazione più rapida dell’attività economica nell’eurozona, concludendo un quarto trimestre in cui la produzione è crollata al tasso più rapido in 11 anni, escludendo i primi mesi di pandemia del 2020. Ancora una volta – informa una nota di S&P che elabora l’indice – il calo si è osservato sia nel terziario che manifatturiero, con entrambi i settori che hanno riportato una contrazione maggiore dei nuovi ordini, causando un’ulteriore riduzione del lavoro inevaso.

Per il secondo mese consecutivo, il livello occupazionale è diminuito poiché le aziende hanno riallineato la capacità operativa alla minore richiesta di nuovi ordini e alle previsioni negative sul prossimo anno, con un ottimismo che, anche se in leggero aumento, si è posizionato nettamente al di sotto della media di lungo termine. Le aziende manifatturiere hanno inoltre tagliato le giacenze di materie prime e semilavorati ad un tasso mai osservato dal 2009. Sono stati segnalati contrastanti segnali relativi all’inflazione, quella relativa ai costi di acquisto è diminuita mentre l’inflazione dei prezzi di vendita è aumentata, e quest’ultima in particolare è rimasta elevata rispetto alla media storica. Produzione e domanda

Calcolato sull’85% circa delle usuali risposte raccolte mensilmente dall’indagine prodotta dalla S&P Global, l’Indice HCOB PMI Flash della Produzione Composita dell’eurozona destagionalizzato di dicembre ha registrato 47.0, diminuendo rispetto a 47.6 di novembre e segnalando il settimo mese consecutivo di contrazione dell’attività economica dell’eurozona. Se escludiamo i primi mesi di chiusure pandemiche, questo debole valore conclude il trimestre segnando la peggiore contrazione media trimestrale dell’attività registrata dell’indagine dall’ultimo trimestre del 2012. A guidare la contrazione continua ad essere il manifatturiero, accompagnato dal forte calo dell’attività terziaria. La produzione manifatturiera ha indicato il nono mese consecutivo di calo, e ad un tasso accelerato dopo il rallentamento avutosi a novembre, ma meno elevato del record in quattro mesi di ottobre. L’attività terziaria è nel frattempo diminuita per il quinto mese consecutivo, anch’essa ad un tasso più rapido fino a segnare il calo peggiore dalle restrizioni pandemiche di inizio 2021.

Ancora una volta, la contrazione complessiva dell’attività economica rispecchia il deterioramento del flusso dei nuovi ordini, ridottosi per il settimo mese consecutivo e ad un tasso invariato rispetto al forte calo di novembre (ma di minore portata del picco in tre mesi di ottobre). È il ventesimo mese consecutivo che i nuovi ordini del manifatturiero indicano una contrazione, e ad un tasso che resta elevato rispetto alla media storica, anche se rallentato per il secondo mese consecutivo. Il tasso di riduzione degli ordini acquisiti dal terziario resta tra i più alti degli ultimi tre anni, indicando il sesto mese di calo ininterrotto. Il lavoro inevaso è di conseguenza diminuito fortemente, riducendosi per la diciassettesima volta su 18 mesi, e peggiorando il ritmo di declino rispetto a novembre. Nel manifatturiero, continua la forte diminuzione degli ordini non ancora completati, ma a dicembre assistiamo anche al sesto mese consecutivo di calo delle commesse inevase terziarie, il più rapido da febbraio 2021.

Tendenze nazionali La contrazione è stata guidata dalla Francia, dove le aziende hanno riportato la peggiore riduzione dell’attività da marzo 2013 (escludendo il periodo pandemico) a causa di tassi di declino accelerati sia per il manifatturiero che per il terziario. Tuttavia, anche in Germania la produzione è diminuita a tasso elevato e accelerato, visti i cali netti del settore dei beni e dei servizi. Il resto dell’eurozona ha invece riportato riduzioni più attenuate rispetto a Francia e Germania, indicando il quinto mese consecutivo di contrazione dei livelli di produzione, dovuto al forte calo dei livelli produttivi manifatturieri che continua a controbilanciare una crescita solo limitatamente modesta dell’attività terziaria. Commentando i dati PMI flash, Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, ha dichiarato: “I dati raccolti presentano ancora una volta un quadro sconfortante, con l’economia dell’eurozona che non mostra alcun segnale evidente di ripresa, registrando invece la sesta contrazione consecutiva su base mensile. La possibilità che l’eurozona sia entrata in recessione dal terzo trimestre rimane quindi parecchio elevata.

Il caso del Pandoro Balocco, oltre un milione di multa alle società di Chiara Ferragni: pratica commerciale scorretta

Il caso del Pandoro Balocco, oltre un milione di multa alle società di Chiara Ferragni: pratica commerciale scorrettaRoma, 15 dic. (askanews) – Sanzione di oltre 1 milione alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta, da parte dell’Antitrust.

Secondo l’Autorità le società “hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro “griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro”. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato le società Fenice e Tbs Crew, che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale della signora Chiara Ferragni, rispettivamente per 400mila euro e per 675 mila euro, e Balocco Industria Dolciaria per 420 mila euro. L’Autorità contesta alle tre società di aver attuato una pratica commerciale scorretta per aver pubblicizzato il “Pandoro Pink Christmas”, “griffato” Chiara Ferragni, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing.

Le società Fenice e Tbs Crew hanno incassato la somma di oltre 1 milione di euro a titolo di corrispettivo per la licenza dei marchi della signora Ferragni e per la realizzazione dei contenuti pubblicitari senza versare nulla all’ospedale Regina Margherita di Torino.