Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Banche, Bce pubblica la guida aggiornata sui modelli di gestione

Banche, Bce pubblica la guida aggiornata sui modelli di gestioneRoma, 19 feb. (askanews) – La Bce ha pubblicato la versione definitiva della revisione alla sua guida sui modelli di gestione interna delle banche, che spazia su una serie di tematiche generali dal rischio di credito, al rischio di mercato alla gestione del rischio sulle controparti. Secondo quanto riporta un comunicato diffuso dalla vigilanza bancaria della Bce, la guida chiarisce il significato delle regole e le modalità con cui l’istituzione le interpreta e le applica nei suoi controlli.


La revisione include dettagli sui requisiti nelle definizioni di insolvenza, di rischio di controparte, di rischio di insolvenza nei libri contabili e anche sulla rendicontazione delle questioni correlate al concetto di rischio climatico, oltre a un approccio generalizzato che punta standardizzare di più alcune pratiche chiave. La revisione è stata pubblicata dopo una consultazione pubblica che si era conclusa nel settembre dello scorso anno. In quest’ambito la Bce ha ricevuto 625 diversi commenti e osservazioni che hanno contribuito a all’elaborazione dei suoi chiarimenti. Contestualmente è stato pubblicato un resoconto delle risposte ricevute nella consultazione.


La guida aggiornata spiega come la Bce interpreti le regole che le banche sono tenute a seguire sui modelli di gestione interna e le attività di accertamento che la vigilanza bancaria effettua su queste regole. Previa autorizzazione della stessa Bce, prosegue il comunicato, le banche possono utilizzare i loro modelli interni per calcolare il livello di ponderazione sul rischio dei loro asset, che riflette il livello di rischio del bilancio e viene utilizzato come base per calcolare i requisiti minimi regolamentari su diverse voci chiave.


La guida chiarisce inoltre come le banche debbano includere materiali legati alle questioni climatiche e ambientali nei loro modelli di rischio. Sul rischio di credito la guida aiuta tutte le banche a procedere verso una definizione condivisa di insolvenza e verso un trattamento coerente di delle operazioni di dismissione in massa di crediti deteriorati (Npl). Infine la guida fornisce chiarimenti anche sul concetto di rischio sul credito di controparte.

Francia taglia crescita 2024 a +1% e cerca 10 mld extra per i conti

Francia taglia crescita 2024 a +1% e cerca 10 mld extra per i contiRoma, 19 feb. (askanews) – Il governo della Francia ha rivisto al ribasso la previsione di crescita economica di quest’anno al più 1% del Pil, a fronte del più 1,4% precedentemente previsto. Lo ha annunciato ieri sera nel corso di un’intervista televisiva il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, che stamattina ha tenuto una conferenza stampa con il ministro delegato ai conti pubblici, Thomas Cazenave in merito alle ricadute delle nuove cifre sulle dinamiche delle finanze dello Stato.


Il taglio riflette il contesto geopolitico e le ricadute di guerra in Ucraina e tensioni in Medio Oriente, assieme al rallentamento della crescita della Cina e alla recessione in Germania. Fondamentalmente per la Francia la revisione implica la necessità di reperire 10 miliardi di euro, che l’esecutivo intende ottenere con tagli supplementari sulla spesa pubblica.


Secondo Le Maire 5 miliardi di tagli riguarderanno le spese di funzionamento di tutti i ministeri e altri 5 miliardi dovrebbero essere reperiti mediante tagli agli aiuti allo sviluppo e a enti pubblici come Cusiness France o France Compétences. Foprse anche alla luce del periodo in cui si avvicinano le elezioni europee, il ministro ha escluso che vi siano altri aumenti delle tasse. Il tutto allo scopo di mantenere l’obiettivo di deficit di quest’anno al 4,4% del Pil, dal 4,9% del 2023 e proseguire il percorso di rientro che prevede di tornare al 3% nel 2027.

Ex Ilva,Mittal indisponibile,chiesta amministrazione straordinaria

Ex Ilva,Mittal indisponibile,chiesta amministrazione straordinariaRoma, 18 feb. (askanews) – Acciaierie d’Italia, la società che gestisce gli impianti dell’ex Ilva va verso l’amministrazione straordinaria. Invitalia, socio pubblico di Acciaierie d’Italia, ha inoltrato oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy un’istanza per le valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia. Lo si legge in una nota.


Invitalia, viene spiegato, ha “preso atto dell’indisponibilità” di ArcelorMittal “a contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato e conforme alle normative vigenti anche di fonte europea nell’ambito di una situazione di crisi non dipendente dalla volontà né da responsabilità gestionali della parte pubblica”. Invitalia sottolinea di “aver esperito negli ultimi mesi e da ultimo in queste settimane, in costante dialogo con il Governo, ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato”.


“È chiaro che se colui che guida l’azienda, colui che ha la maggioranza azionaria e che dovrebbe essere il partner industriale di un socio pubblico, un socio finanziario minoritario che è Invitalia, non intende investire sull’impresa, io credo che sia giusto che il Paese si riappropri di quello che è il frutto del lavoro, del sacrificio di intere generazioni”, aveva dichiarato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, questa mattina. “Si tratta di un assoluto disastro, non solo economico ma anche sociale, che attesta l’ennesimo fallimento della politica industriale del governo Meloni. Un esecutivo incapace, in ormai un anno e mezzo di governo, di proporre una soluzione credibile. Un fallimento di Stato di cui sono responsabili Giorgia Meloni, latitante sul tema, e i ministri Urso e Giorgetti, completante incapaci a gestire una tematica complessa che meritava ben altra conclusione”, afferma Mario Turco, vicepresidente M5s.


Domani alle 18,30 è in programma un tavolo a Palazzo Chigi tra governo e sindacati.

L’Ue è pronta a multare Apple per 500 milioni per la musica in streaming (secondo il Financial Times)

L’Ue è pronta a multare Apple per 500 milioni per la musica in streaming (secondo il Financial Times)Milano, 18 feb. (askanews) – L’Unione europea sarebbe pronta a multare Apple per 500 milioni di euro. La società di Cupertino, secondo Bruxelles avrebbe violato le leggi europee sulla concorrenza limitando l’accesso degli utenti ai servizi di musica in streaming. Lo rileva il Financial Times in un articolo online. La sanzione dovrebbe essere annunciata all’inizio di marzo e arriverebbe al culmine di un’indagine iniziata nel 2019, dopo un reclamo di Spotify: l’indagine, spiega il quotidiano della City, sta verificando se Apple abbia impedito alle app di informare gli utenti di iPhone di alternative più economiche per accedere agli abbonamenti musicali al di fuori dell’App Store.


Ft spiega che l’Unione europea avrebbe concluso che la società fondata da Steve Jobs e Steve Wozniak ha effettivamente abusato della sua posizione dominante, imponendo pratiche commerciali anti-concorrenziali. Come ricorda il giornale londinese, sarebbe la prima multa europea per Apple anche se l’azienda è stata multata in Francia nel 2020 per 1,1 miliardi di euro (poi ridotti a 372 milioni) sempre per comportamento anti-concorrenziale.

Ft: Ue pronta a multare Apple per 500mln per la musica in streaming

Ft: Ue pronta a multare Apple per 500mln per la musica in streamingMilano, 18 feb. (askanews) – L’Unione europea sarebbe pronta a multare Apple per 500 milioni di euro. La società di Cupertino, secondo Bruxelles avrebbe violato le leggi europee sulla concorrenza limitando l’accesso degli utenti ai servizi di musica in streaming. Lo rileva il Financial Times in un articolo online. La sanzione dovrebbe essere annunciata all’inizio di marzo e arriverebbe al culmine di un’indagine iniziata nel 2019, dopo un reclamo di Spotify: l’indagine, spiega il quotidiano della City, sta verificando se Apple abbia impedito alle app di informare gli utenti di iPhone di alternative più economiche per accedere agli abbonamenti musicali al di fuori dell’App Store.


Ft spiega che l’Unione europea avrebbe concluso che la società fondata da Steve Jobs e Steve Wozniak ha effettivamente abusato della sua posizione dominante, imponendo pratiche commerciali anti-concorrenziali. Come ricorda il giornale londinese, sarebbe la prima multa europea per Apple anche se l’azienda è stata multata in Francia nel 2020 per 1,1 miliardi di euro (poi ridotti a 372 milioni) sempre per comportamento anti-concorrenziale.

In arrivo in Consiglio dei ministri un nuovo pacchetto su lavoro sommerso e sicurezza

In arrivo in Consiglio dei ministri un nuovo pacchetto su lavoro sommerso e sicurezzaMilano, 17 feb. (askanews) – “Nessun passo indietro sulla sicurezza del lavoro. Andremo avanti per attuare quanto già adottato da quando il Governo si è insediato. Ma altro sarà fatto: questo è il momento del cordoglio per i lavoratori che hanno perso la vita, della vicinanza alle loro famiglie e dell’accertamento dei fatti da parte dell’autorità giudiziaria, alla quale si sta fornendo ogni supporto necessario attraverso il personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro e i Carabinieri del Comando per la Tutela del lavoro”. Così il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone, all’indomani della tragedia nel cantiere di Firenze.


Calderone annuncia che nei prossimi giorni in Consiglio dei Ministri porterà un nuovo pacchetto di norme per il contrasto al lavoro sommerso, al caporalato e per la tutela della sicurezza nella filiera degli appalti. Misure che, si legge in una nota, “si aggiungono ai diversi interventi adottati negli ultimi 16 mesi per rendere i luoghi di lavoro – e quindi i lavoratori – più sicuri. A cominciare dalle maggiori risorse messe a disposizione dall’Inail per il 2024 per finanziare la formazione e la prevenzione e sostenere le aziende virtuose, pari a 1,5 miliardi di euro (il doppio rispetto al 2023). A seguito dell’ingresso in organico presso l’Ispettorato del Lavoro di 850 ispettori tecnici nel 2023, inoltre, le ispezioni nei luoghi di lavoro nel corso del 2024 saliranno da 70 a 100 mila”.Il Ddl lavoro attualmente in discussione in Parlamento, sottolinea il ministero, “non contempla in alcun caso l’eliminazione dell’obbligo di badge per gli operai dei cantieri edili. Più semplicemente, la norma intende semplificare il quadro normativo abrogando norme pressoché identiche in materia di tessere di riconoscimento”.


Quanto alle 16 ore obbligatorie di formazione, si legge, “al momento non è intervenuta alcuna modifica dell’accordo Stato-Regioni esistente. Il confronto con le parti sociali, ancora in corso, ha come obiettivo il raggiungimento di un accordo relativo ad una migliore valutazione del rischio e la conseguente individuazione delle ore di formazione da svolgere sulle specifiche attività. Quindi, non uno standard uguale per tutti bensì una migliore profilazione della formazione necessaria”. A titolo esemplificativo, fa sapere il ministero, nel corso del 2023 è stata approvata l’estensione dell’assicurazione a carico dello stato di tutte le attività svolte negli ambienti per studenti, docenti e personale scolastico. Così come sono state previste norme più stringenti sui programmi di alternanza scuola – lavoro e un fondo risarcimento anche per i familiari delle vittime di infortuni collegati alle attività scolastiche.

Confindustria: gara a 4 per la presidenza, Garrone vola in ‘finale’

Confindustria: gara a 4 per la presidenza, Garrone vola in ‘finale’Roma, 17 feb. (askanews) – Con il via libera dei saggi di Confindustria ai quattro candidati alla presidenza parte ufficialmente la corsa per la successione a Carlo Bonomi. Ammessi alla competizione Edoardo Garrone, Alberto Marenghi, Antonio Gozzi ed Emanuele Orsini. Tutti hanno superato la soglia percentuale di appoggio da parte del 10% dei membri del Consiglio Generale, come previsto dallo statuto confederale. Ma Garrone è in testa, potendo contare su oltre il 20% del totale dei voti esercitabili nell’assemblea confederale. Per questo vola direttamente nella ‘finale’ del 4 aprile. In quella data si riunisce il Consiglio generale che designa, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta, il futuro presidente. Per l’elezione vera e propria bisognerà aspettare l’assemblea dei delegati del 23 maggio.


Nella lettera ai presidenti e componenti del Consiglio generale – anticipata da Askanews – i tre saggi, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi, annunciano che Garrone ha “certificato di poter disporre di un consenso che supera il 20% del totale dei voti ad oggi regolarmente esercitabili nell’Assemblea confederale, condizione che, per effetto del nono comma dell’articolo 12 dello statuto confederale, determina di diritto la sua partecipazione al voto di designazione per il nuovo presidente di Confindustria, in calendario per il prossimo 4 aprile”. Nella missiva, inoltre, i saggi lanciano un appello agli associati per un confronto elettorale sui candidati che sia indipendente dai sostegni esterni alla confederazione. “Importante sarà mantenere e qualificare l’indipendenza del confronto elettorale interno – si legge nella missiva – rispetto ad eventuali appoggi e supporti espressi da soggetti estranei al sistema associativo”. Un richiamo implicito, probabilmente, al recente endorsement ad Orsini da parte del ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. E, con il via libera ufficiale dei saggi a tutti i candidati, sembrerebbe sgonfiarsi proprio il caso Orsini. Nessuna osservazione è arrivata sulla sua candidatura L’imprenditore emiliano, attualmente vicepresidente nella squadra di Bonomi, era stato convocato dai membri della Commissione di designazione per chiarimenti su presunte incompatibilità anche alla luce di una lettera anonima e della situazione mediatica che lo aveva visto protagonista nelle ultime settimane.


Pronto, poi, il nuovo calendario delle consultazioni dei saggi. Gli incontri con il sistema associativo inizieranno il 23 febbraio a Torino presso l’Unione Industriali. Il 24 febbraio tappa a Bologna presso Confindustria Emilia-Romagna. Poi il 28 e 29 febbraio i saggi saranno a Roma presso Confindustria. Il primo marzo a Milano presso Assolombarda e l’8 marzo, sempre a Milano, ma presso Federchimica. Il 9 marzo è la volta di Padova presso Confindustria Veneto Est. Il ‘tour’ nazionale dei saggi si chiude l’11 marzo a Napoli presso l’Unione Industriali della città. Nella missiva Enoc, Moltrasio e Vescovi esprimono l’auspicio di “una larga partecipazione alle consultazioni” e richiamano l’impegno “alla riservatezza sui contenuti delle audizioni e degli orientamenti espressi”. Mlp

Gara a 4 per la presidenza di Confindustria (Edoardo Garrone vola in ‘finale’)

Gara a 4 per la presidenza di Confindustria (Edoardo Garrone vola in ‘finale’)Roma, 17 feb. (askanews) – Con il via libera dei saggi di Confindustria ai quattro candidati alla presidenza parte ufficialmente la corsa per la successione a Carlo Bonomi. Ammessi alla competizione Edoardo Garrone, Alberto Marenghi, Antonio Gozzi ed Emanuele Orsini. Tutti hanno superato la soglia percentuale di appoggio da parte del 10% dei membri del Consiglio Generale, come previsto dallo statuto confederale. Ma Garrone è in testa, potendo contare su oltre il 20% del totale dei voti esercitabili nell’assemblea confederale. Per questo vola direttamente nella ‘finale’ del 4 aprile. In quella data si riunisce il Consiglio generale che designa, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta, il futuro presidente. Per l’elezione vera e propria bisognerà aspettare l’assemblea dei delegati del 23 maggio.


Nella lettera ai presidenti e componenti del Consiglio generale – anticipata da Askanews – i tre saggi, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi, annunciano che Garrone ha “certificato di poter disporre di un consenso che supera il 20% del totale dei voti ad oggi regolarmente esercitabili nell’Assemblea confederale, condizione che, per effetto del nono comma dell’articolo 12 dello statuto confederale, determina di diritto la sua partecipazione al voto di designazione per il nuovo presidente di Confindustria, in calendario per il prossimo 4 aprile”. Nella missiva, inoltre, i saggi lanciano un appello agli associati per un confronto elettorale sui candidati che sia indipendente dai sostegni esterni alla confederazione. “Importante sarà mantenere e qualificare l’indipendenza del confronto elettorale interno – si legge nella missiva – rispetto ad eventuali appoggi e supporti espressi da soggetti estranei al sistema associativo”. Un richiamo implicito, probabilmente, al recente endorsement ad Orsini da parte del ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. E, con il via libera ufficiale dei saggi a tutti i candidati, sembrerebbe sgonfiarsi proprio il caso Orsini. Nessuna osservazione è arrivata sulla sua candidatura L’imprenditore emiliano, attualmente vicepresidente nella squadra di Bonomi, era stato convocato dai membri della Commissione di designazione per chiarimenti su presunte incompatibilità anche alla luce di una lettera anonima e della situazione mediatica che lo aveva visto protagonista nelle ultime settimane.Pronto, poi, il nuovo calendario delle consultazioni dei saggi. Gli incontri con il sistema associativo inizieranno il 23 febbraio a Torino presso l’Unione Industriali. Il 24 febbraio tappa a Bologna presso Confindustria Emilia-Romagna. Poi il 28 e 29 febbraio i saggi saranno a Roma presso Confindustria. Il primo marzo a Milano presso Assolombarda e l’8 marzo, sempre a Milano, ma presso Federchimica. Il 9 marzo è la volta di Padova presso Confindustria Veneto Est. Il ‘tour’ nazionale dei saggi si chiude l’11 marzo a Napoli presso l’Unione Industriali della città.


Nella missiva Enoc, Moltrasio e Vescovi esprimono l’auspicio di “una larga partecipazione alle consultazioni” e richiamano l’impegno ad “esprimere ed a rappresentare le proprie opinioni sul rinnovo della presidenza nell’unica sede statutariamente deputata – rappresentata dalla nostra Commissione – con la massima attenzione alla riservatezza sui contenuti delle audizioni e degli orientamenti espressi”. Al termine del giro d’incontri, i saggi individueranno i nominativi dei candidati che saranno chiamati ad ufficializzare l’accettazione della candidatura e ad illustrare il proprio programma in occasione del Consiglio Generale del 21 marzo.


Nel giro di poche settimane i candidati potrebbero ridursi a due se, come nella tradizione confindustriale, si cercheranno accordi e alleanze in nome di una visione comune. Una mossa suggerita anche dalla necessità di non disperdere i voti e di non apparire eccessivamente divisi al di fuori dell’associazione.

Confindustria, appello Saggi: indipendenza elezione da appoggi esterni

Confindustria, appello Saggi: indipendenza elezione da appoggi esterniRoma, 17 feb. (askanews) – Appello dei saggi di Confindustria per un confronto elettorale sui candidati alla presidenza dell’associazione che sia indipendente da eventuali appoggi esterni al sistema. In una lettera ai presidenti e componenti del Consiglio Generale di Confindustria – anticipata da Askanews – i saggi, Mariella Enoc, Andrea Moltrasio, Ilaria Vescovi, sottolineano come sia “importante mantenere e qualificare l’indipendenza del confronto elettorale interno rispetto ad eventuali appoggi e supporti espressi da soggetti estranei al sistema associativo”.


E ancora: “Vogliamo richiamare, in particolare, l’impegno – scrivono i membri della Commissione di designazione – ad esprimere ed a rappresentare le proprie opinioni sul rinnovo della presidenza nell’unica sede statutariamente deputata – rappresentata dalla nostra Commissione – con la massima attenzione alla riservatezza sui contenuti delle audizioni e degli orientamenti espressi”.

I Saggi di Confindustria: Garrone direttamente al voto di designazione

I Saggi di Confindustria: Garrone direttamente al voto di designazioneRoma, 17 feb. (askanews) – Per la presidenza di Confindustria “si sono candidati Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi ed Emanuele Orsini. Tutti risultano aver superato la soglia percentuale di appoggio da parte del 10% dei componenti del Consiglio Generale, richiesta dallo statuto confederale. Il candidato Edoardo Garrone ha inoltre certificato di poter disporre di un consenso che supera il 20% del totale dei voti ad oggi regolarmente esercitabili nell’Assemblea confederale, condizione che, per effetto del nono comma dell’articolo 12 dello statuto confederale, determina di diritto la sua partecipazione al voto di designazione per il nuovo presidente di Confindustria, in calendario per il prossimo 4 aprile”. E’ quanto indicato dai saggi della Commissione di Designazione in una lettera al sistema che Askanews è in grado di anticipare.