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Nasce Confindustria Professioni e Management, Lupoi presidente

Nasce Confindustria Professioni e Management, Lupoi presidenteRoma, 6 dic. (askanews) – Nasce Confindustria Professioni e Management, la decima Federazione di Settore del sistema Confindustria, in rappresentanza del mondo dei servizi Head Made. Le Federazioni di Settore – si legge in una nota – sono aggregati di associazioni che ad oggi nel mondo di Confindustria vedono rappresentati, tra gli altri, il settore dell’edilizia, della meccanica, della chimica e della moda.

Professioni e Management parte con l’intento di riunire più realtà possibili, anche per aumentare la rappresentanza dei servizi a matrice intellettuale all’interno del Consiglio Generale di Confindustria. “La valorizzazione dei servizi head made che caratterizzano le nostre associazioni necessita da tempo di un contenitore comune che possa rappresentare al meglio quella che oggi è a tutti gli effetti un’industria tra le più sane e attive; anche all’interno del sistema confindustriale. Il frutto del lavoro derivante dal Capitale Umano, contando solamente Assoconsult e Oice genera un fatturato complessivo di 10 miliardi di euro. Ci troviamo davanti ad un vero e proprio volano di cui beneficia tutta la filiera produttiva; con un rapporto che, sempre in termini di fatturato, rende uno a dieci su tutti i nostri settori di intervento. Questo perché al giorno d’oggi non c’è più manifattura senza ingegno e non c’è più industria senza soft skills”. Queste le parole di Giorgio Lupoi, presidente di Oice e primo presidente designato della neonata Federazione. “L’ingegno italiano è un brand conosciuto in tutto il mondo – sempre Lupoi – ma paradossalmente proprio nel nostro paese ha bisogno di essere più rappresentato e farsi spazio nei rapporti con le istituzioni e la politica, che sono storicamente appannaggio di manifattura e piccola e media industria”.

Sangalli: la frenata dell’inflazione rafforza la fiducia per i consumi

Sangalli: la frenata dell’inflazione rafforza la fiducia per i consumiRoma, 6 dic. (askanews) – “Crescita dell’occupazione, taglio del cuneo fiscale e contributivo, frenata dell’inflazione rafforzano la fiducia per i consumi di Natale. Anche i minori costi energetici contribuiscono a ridurre l’incertezza per il 2024, che sarà un anno certamente impegnativo soprattutto per la difficile situazione internazionale”. Ad affermarlo è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando i dati su tredicesime e consumi di Natale diffusi dall’Ufficio Studi dell’Associazione.

Confcommercio: Natale 2023 senza pessimismo, la spesa per i regali a 186 euro

Confcommercio: Natale 2023 senza pessimismo, la spesa per i regali a 186 euroRoma, 6 dic. (askanews) – Un Natale senza pessimismo, ma con qualche incertezza per il futuro. E’ questo quello che si prospetta per molte famiglie italiane che vedranno, quest’anno, aumentare il volume delle tredicesime e che, grazie anche alla frenata dell’inflazione, spenderanno in totale 8 miliardi di euro per i regali, pari a 186 euro a testa. E’ quanto emerge dall’indagine su tredicesime e consumi di Natale dell’Ufficio Studi di Confcommercio.

Cresce, nel 2023, il volume delle tredicesime di dipendenti e pensionati: oltre 50 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 47,4 miliardi del 2022. L’incremento è legato – spiega l’Ufficio Studi di Confcommercio – all’aumento degli occupati, ai nuovi pensionati con migliori storie contributive, al taglio del cuneo fiscale e al crollo dell’inflazione. Aumenta così la quota di tredicesima disponibile per i consumi, che sale a 43,6 miliardi contro i 34,9 del 2022. Ecco, allora, che i consumi da tredicesima, per famiglia, passano a 1.882 euro dai 1.598 dello scorso anno. La spesa per i regali di Natale cresce, così, a 8 miliardi di euro, dai 7,1 del 2022, con 186 euro a testa da destinare ai doni sotto l’albero. Sul fronte dei consumi, “ci aspettiamo in termini reali non di tornare ai livelli del 2019, però siamo molto sopra al 2022. Complessivamente il quadro non è affatto pessimistico, non è affatto negativo. Possiamo legittimamente aspettarci un buon dicembre. Questo sarebbe di ottimo auspicio in vista di un complicato 2024”, ha spiegato il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella. Del resto, stando ai dati dell’Associazione, la spesa totale dei primi nove mesi dell’anno è superiore dello 0,6% rispetto al 2019.

Tuttavia l’84,1% degli italiani prevede un Natale molto dimesso, quota pressochè stabile se guardiamo allo scorso anno con un dato dell’86,3%. Stabile anche la propensione a fare i regali: una spesa che piace affrontare al 40,1% degli italiani. Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “crescita dell’occupazione, taglio del cuneo fiscale e contributivo, frenata dell’inflazione rafforzano la fiducia per i consumi di Natale. Anche i minori costi energetici contribuiscono a ridurre l’incertezza per il 2024, che sarà un anno certamente impegnativo soprattutto per la difficile situazione internazionale”.

Confcommercio: Natale 2023 senza pessimismo, spesa regali a 186 euro

Confcommercio: Natale 2023 senza pessimismo, spesa regali a 186 euroRoma, 6 dic. (askanews) – Un Natale senza pessimismo, ma con qualche incertezza per il futuro. E’ questo quello che si prospetta per molte famiglie italiane che vedranno, quest’anno, aumentare il volume delle tredicesime e che, grazie anche alla frenata dell’inflazione, spenderanno in totale 8 miliardi di euro per i regali, pari a 186 euro a testa. E’ quanto emerge dall’indagine su tredicesime e consumi di Natale dell’Ufficio Studi di Confcommercio.

Cresce, nel 2023, il volume delle tredicesime di dipendenti e pensionati: oltre 50 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 47,4 miliardi del 2022. L’incremento è legato – spiega l’Ufficio Studi di Confcommercio – all’aumento degli occupati, ai nuovi pensionati con migliori storie contributive, al taglio del cuneo fiscale e al crollo dell’inflazione. Aumenta così la quota di tredicesima disponibile per i consumi, che sale a 43,6 miliardi contro i 34,9 del 2022. Ecco, allora, che i consumi da tredicesima, per famiglia, passano a 1.882 euro dai 1.598 dello scorso anno. La spesa per i regali di Natale cresce, così, a 8 miliardi di euro, dai 7,1 del 2022, con 186 euro a testa da destinare ai doni sotto l’albero. Sul fronte dei consumi, “ci aspettiamo in termini reali non di tornare ai livelli del 2019, però siamo molto sopra al 2022. Complessivamente il quadro non è affatto pessimistico, non è affatto negativo. Possiamo legittimamente aspettarci un buon dicembre. Questo sarebbe di ottimo auspicio in vista di un complicato 2024”, ha spiegato il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella. Del resto, stando ai dati dell’Associazione, la spesa totale dei primi nove mesi dell’anno è superiore dello 0,6% rispetto al 2019.

Tuttavia l’84,1% degli italiani prevede un Natale molto dimesso, quota pressochè stabile se guardiamo allo scorso anno con un dato dell’86,3%. Stabile anche la propensione a fare i regali: una spesa che piace affrontare al 40,1% degli italiani. Per il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “crescita dell’occupazione, taglio del cuneo fiscale e contributivo, frenata dell’inflazione rafforzano la fiducia per i consumi di Natale. Anche i minori costi energetici contribuiscono a ridurre l’incertezza per il 2024, che sarà un anno certamente impegnativo soprattutto per la difficile situazione internazionale”.

Confcommercio: per il Black Friday boom acquisti, spesi 4,31 mld

Confcommercio: per il Black Friday boom acquisti, spesi 4,31 mldRoma, 6 dic. (askanews) – Boom di acquisti durante la settimana del Black Friday. La spesa è salita a quota 4,31 miliardi di euro (+7%), con 2,41 miliardi spesi online e 1,9 nei negozi, in aumento rispetto ai 4,03 miliardi del 2022. Hanno fatto acquisti 19,2 milioni d’italiani, spendendo 220-230 euro a testa. E’ quanto emerge dall’indagine dell’Ufficio Studi di Confcommercio su tredicesime e consumi di Natale.

La metà degli acquisti sono destinati ai regali di Natale. “Una buona black week è di ottimo auspicio per i consumi complessivi di dicembre”, ha spiegato il direttore dell’Ufficio Studi dell’associazione, Mariano Bella.

Natale, Sangalli: frenata inflazione rafforza fiducia per consumi

Natale, Sangalli: frenata inflazione rafforza fiducia per consumiRoma, 6 dic. (askanews) – “Crescita dell’occupazione, taglio del cuneo fiscale e contributivo, frenata dell’inflazione rafforzano la fiducia per i consumi di Natale. Anche i minori costi energetici contribuiscono a ridurre l’incertezza per il 2024, che sarà un anno certamente impegnativo soprattutto per la difficile situazione internazionale”. Ad affermarlo è il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commentando i dati su tredicesime e consumi di Natale diffusi dall’Ufficio Studi dell’Associazione.

Carburanti, prezzi in calo: la benzina sotto 1,8 e/l, minimi 2023

Carburanti, prezzi in calo: la benzina sotto 1,8 e/l, minimi 2023Roma, 6 dic. (askanews) – Il prezzo medio nazionale della benzina è sceso sotto la soglia di 1,8 euro/litro, toccando un nuovo minimo dell’anno. Giù anche il gasolio, sui livelli di fine luglio-inizio agosto. Lieve rimbalzo per le quotazioni dei prodotti raffinati, Brent ancora in calo.

Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per IP registriamo un ribasso di 2 cent/litro su entrambi i prodotti. Queste le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,798 euro/litro (-2 millesimi, compagnie 1,799, pompe bianche 1,796), diesel self service a 1,773 euro/litro (-2, compagnie 1,775, pompe bianche 1,768). Benzina servito a 1,940 euro/litro (-2, compagnie 1,978, pompe bianche 1,862), diesel servito a 1,914 euro/litro (-2, compagnie 1,954, pompe bianche 1,833). Gpl servito a 0,719 euro/litro (-1, compagnie 0,727, pompe bianche 0,710), metano servito a 1,455 euro/kg (-2, compagnie 1,458, pompe bianche 1,453), Gnl 1,411 euro/kg (-16, compagnie 1,429 euro/kg, pompe bianche 1,397 euro/kg).

Questi i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,888 euro/litro (servito 2,154), gasolio self service 1,865 euro/litro (servito 2,137), Gpl 0,848 euro/litro, metano 1,542 euro/kg, Gnl 1,447 euro/kg.

Lamborghini, Fim e Fiom: raggiunto accordo su settimana corta

Lamborghini, Fim e Fiom: raggiunto accordo su settimana cortaRoma, 5 dic. (askanews) – Firmata l’ipotesi d’accordo tra la Rsu, i sindacati Fiom e Fim e Automobili Lamborghini sul contratto integrativo aziendale, dopo un anno di trattative, che con il traguardo della settimana corta. Nei prossimi giorni l’ipotesi sarà presentata alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’azienda e sarà sottoposto al referendum confermativo.

Caratteristiche di questo “storico accordo sono: una importante riduzione dell’orario di lavoro, aumento del salario annuale, 500 nuove assunzioni, un percorso di miglioramento sugli appalti continuativi del sito, consolidamento e implementazione dei diritti e la tutela delle differenze”. La riduzione dell’orario di lavoro “sarà così composta: l’alternarsi di una settimana da 5 giorni e una da quattro per il personale di produzione o collegato a essa che lavora su due turni (mattina e pomeriggio) e turno centrale per una riduzione complessiva di 22 giornate di lavoro all’anno; una settimana da 5 giorni e due da 4 per il personale di produzione o collegato a essa che lavora su un regime a tre turni (mattina, pomeriggio e notte) per una riduzione complessiva di 31 giornate di lavoro all’anno; 16 giorni in meno all’anno per il personale operaio non collegato a produzione, mentre 12 giornate in meno per il personale impiegatizio. Per quest’ultima categoria sarà possibile usufruire fino a 12 giorni di smart-working al mese”.

Inoltre “si è ottenuto – comunicano i sindacati – un aumento sostanziale del premio di continuità di risultato annuale, che passerà dai 332 euro del 2022 a 2.200 euro nel 2026. Il nuovo Premio di Risultato sarà pari 4.000 euro. In aggiunta è previsto un aumento di varie indennità legate alla produzione e per la valorizzazione delle competenze dei dipendenti”. E ancora: “un’altra importante vittoria è l’impegno dell’azienda per un concreto miglioramento delle condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto. Questo si articolerà tramite la il contrasto ai contratti pirata e incentivando accordi integrativi di secondo livello all’interno della comunità del sito produttivi”.

Infine, “la trattativa ha portato all’introduzione di vari strumenti per il sostegno alla genitorialità e per il contrasto alla violenza di genere. Per quanto riguarda il primo, verranno creati dei permessi retribuiti in caso di adozione e affido di un bambino e per l’inserimento dei figli al nido o alla scuola materna, oltre che un aumento del 10% del contributo aziendale per il congedo parentale che arriva all’80% della retribuzione. Per quanto riguarda il contrasto alla violenza di genere, viene resa obbligatoria la formazione, in collaborazione con le associazioni che operano nel territorio sul tema, viene altresì costituito un gruppo di lavoro sull’”innovazione sociale” con l’obiettivo di conquistare nuovi diritti civici”. L’intesa è storica perché vede per la prima volta un’industria dell’automotive in Europa raggiungere una consistente riduzione dell’orario di lavoro, “non con una diminuzione del salario ma con una sua maggiorazione. Lavorare meno e lavorare meglio, questo è il principio che ha guidato questa trattativa, e che si pone all’interno di un ragionamento più complessivo. In un momento dove si attacca il potere di acquisto di chi lavora, mentre non vengono toccati i grandi patrimoni e gli extraprofitti, la trattativa in Lamborghini pone alcuni punti cardine: ridurre l’orario, alzare il salario, tutelare chi lavora in condizioni peggiori e dare sempre più strumenti per il contrasto alla violenza di genere”.

Sbarra: patto sociale con chi ci sta, sindacato non vende sogni

Sbarra: patto sociale con chi ci sta, sindacato non vende sogniRoma, 5 dic. (askanews) – La Cisl rilancia l’idea di un nuovo e moderno patto sociale per unire il Paese su obiettivi strutturali non più rinviabili. Un accordo tra istituzioni, sindacati e imprese per sciogliere quei nodi di sistema che frenano qualità e quantità dell’occupazione, aumento di salari e pensioni, sicurezza sul lavoro, formazione e politiche attive, nuove strategie e relazioni industriali, investimenti e produttività. Una linea, quella dettata dal segretario generale Luigi Sbarra in apertura dell’assemblea organizzativa della confederazione, che deve fare i conti con la diversità di vedute, sempre più marcata, di Cgil e Uil.

Per Sbarra, però, l’intesa “non può più aspettare. Questa è la sfida – ha detto – questa è la visione se volgiamo aiutare questo Paese a risollevarsi dall’emergenza pandemica, dell’inflazione e dell’impatto forte di due guerre. Dobbiamo costruire insieme, lavorare insieme. E la via è quella di un grande patto con chi ci sta”. Con Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri “mi sento, ma ci sono valutazioni diverse”. A partire dalla manovra, ma anche sul salario minimo. “Non è la prima volta che in questo Paese ci sono posizioni articolate – ha ricordato – è successo nel 1984 con l’accordo di San Valentino. Ci sono state discussione molto articolate ai primi anni ’90 con i grandi accordi di concertazione. Il tema oggi è quale modello sindacale serve a questo Paese per sostenere la transizione e stare dentro il cambiamento”.

La Cisl, dunque, continua a ritenere che “la via del dialogo e del confronto, che non esclude il conflitto quando serve, è quella da praticare per il bene comune. Secondo me il sindacalista non può vendere sogni, ma deve fare i conti con la realtà e nella difficile realtà di questa stagione costruire risultati e conquiste per le persone che rappresenta”. Sbarra ha ribadito “il rifiuto categorico di sottostare a una supposta egemonia di aree sindacali movimentiste o di partiti che cercano sostegni e cinghie di trasmissione”, anche perché la Cisl è un sindacato che “non si parla addosso – ha sottolineato – non si rifugia in nessuna comfort zone ideologica, politica e neanche organizzativa. Invece, sfida se stessa con il coraggio e l’ambizione di chi vuole esserci per cambiare”.

Il leader sindacale ha parlato a una platea tutta interna senza invitati esterni, né politici né sindacali. Ha annunciato che la federazione dei medici della Cisl scenderà in piazza “con uno sciopero il 18 dicembre insieme con altre sigle” per impegnare il Governo a migliorare il capitolo sanità della legge di bilancio. E dopo le affermazioni del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha avvertito a non mettere in discussione il diritto di sciopero, anche se “non ci siamo mai sottratti al confronto” sugli scioperi nel trasporto pubblico locale. “Siamo aperti a ogni prospettiva di migliorare, rafforzare la legislazione”, ha aggiunto, che in Italia è “abbastanza chiara”. La Cisl intanto continua a crescere. Nel triennio 2020-2022 sono stati superati i 4 milioni di iscritti (+49mila attivi). C’è stato inoltre un aumento nelle pratiche Inas e nell’attività fiscale del Caf, che quest’anno ha superato il tetto dei 2.500.000 di modelli 730. L’assemblea organizzativa si chiuderà domani con le conclusioni di Sbarra.

Ue, Giorgetti: obiettivo ridurre debito ma no vincoli eccessivi Patto

Ue, Giorgetti: obiettivo ridurre debito ma no vincoli eccessivi PattoRoma, 5 dic. (askanews) – Ridurre il debito pubblico del Paese è obiettivo del governo, ma allo stesso tempo va tenuta in considerazione l’esigenza di sostenere la crescita, che sarebbe compromessa di fronte a “vincoli eccessi” o “regole troppo stringenti”. Lo ha detto il Ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti nell’audizione sulla riforma del Patto di Stabilità europeo nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato.

“Ridurre l’elevato debito pubblico e i disavanzi eccessivi è un obiettivo del Governo ed è nell’interesse generale del Paese. Più volte – ha spiegato il Ministro – ho avuto modo di argomentare come il peso degli interessi che paghiamo sul debito pubblico abbia ormai raggiunto livelli molto elevati, assorbendo risorse che potrebbero essere più utilmente destinate a interventi diretti a consolidare il nostro tessuto economico e sociale”. “In prospettiva – ha aggiunto Giorgetti – ridurre il debito pubblico consentirebbe di liberare maggiori risorse connesse agli oneri del relativo servizio e, allo stesso tempo, ridurre il premio sul rischio che spinge verso l’alto i nostri tassi di interesse. Non bisogna però trascurare di ricordare che le esigenze di consolidamento dovrebbero essere compatibili con l’intento di favorire una crescita sostenibile e duratura dell’economia, che potrebbe essere ostacolata da vincoli eccessivi e regole troppo stringenti”.

La trattativa sulla nuova governance economica europea “non ha finora portato alla definizione di un quadro condiviso” e “il negoziato si è fatto più complesso” perchè i Paesi a basso debito temono che si possa lasciare “uno spazio eccessivo” all’espansione dei deficit di bilancio. Non aiutano a trovare un accordo anche “le evoluzioni politiche che hanno portato in alcuni Paesi a cambi di maggioranze di governo”. In ogni caso l’Italia è disponibile a “ricercare una soluzione” che però non deve incidere negativamente sulla crescita economica che avrebbe poi effetti negativi sull’andamento del debito. Il nuovo Patto di stabilità dovrà “dare spazio” agli investimenti green e nel settore del digitale.

Sul percorso di aggiustamento dei conti pubblici “la risposta che dobbiamo dare è ‘serietà’, che significa prendere impegni che si possono mantere. Di fronte a delle regole sfidanti noi possiamo anche accedere, ma di fronte a regole impossibili da mantenere io non credo, per serietà. che si possa dire di sì”.