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Dombrovskis: proponiamo fino a +1,5 punti Pil difesa Paesi Ue l’anno

Dombrovskis: proponiamo fino a +1,5 punti Pil difesa Paesi Ue l’annoRoma, 10 mar. (askanews) – Sulle spese militari dei Paesi della Ue “quello che proponiamo” come Commissione europea “è di attivare le clausole nazionali di sospensione” del Patto di Stabilità e di crescita “per un periodo di tempo limitato, quattro anni, per spendere di più in difesa fino a 1,5 punti percentuali di Pil all’anno”. Lo ha spiegato il commissario europeo all’economia, il lettone Valdis Dombrovsksi giungendo all’Eurogruppo.


“Questa è la flessibilità che le regole attuali prevedono e la possibilità di utilizzare queste regole è importante poterla fare nel modo più coordinato possibile”, ha aggiunto. (fonte immagine: European Union).

Italia, quasi 1 donna su 10 investe sui mercati finanziari. Nel 2024 prediletti i titoli bancari

Italia, quasi 1 donna su 10 investe sui mercati finanziari. Nel 2024 prediletti i titoli bancariRoma, 10 mar. (askanews) – Secondo una ricerca condotta da XTB, quasi una donna su dieci investe nei mercati finanziari in Italia. Una cifra inferiore rispetto ad altri Paesi europei come la Romania (21%), il Portogallo (16%) e la Polonia (15%). “Il crescente coinvolgimento delle donne nel mondo degli investimenti è un segnale positivo verso l’emancipazione economica femminile. Tuttavia, in Italia, la percentuale di investitrici è ancora inferiore rispetto ad altri Paesi europei, evidenziando la necessità di intensificare gli sforzi per promuovere l’educazione finanziaria tra le donne. XTB si impegna attivamente a rendere gli investimenti più accessibili, offrendo strumenti formativi e risorse dedicate a tutti gli investitori, donne incluse, per supportarli nel raggiungimento della loro indipendenza finanziaria”, ha dichiarato Gaia Zerbola, Marketing & Partnerships Manager di XTB.


Il profilo della donna investitrice in Italia: i dati di XTB, informa una nota, mostrano che l’età media delle donne italiane che operano sui mercati è di 41 anni, mentre quella degli uomini è di 36. Le investitrici tendono a preferire forme di investimento più tradizionali; nel 2024, il 6% dei loro portafogli è stato destinato ai titoli azionari, contro il 4% dedicato agli ETF. Questa scelta potrebbe derivare dalla tendenza a puntare su aziende consolidate e conosciute, considerate più affidabili e sicure. Unicredit, Leonardo e Intesa Sanpaolo, sono le aziende su cui le donne italiane hanno maggiormente investito, non solo perché rappresentano solidità e continuità nell’economia italiana, ma anche per il senso di fiducia legato alla familiarità con il contesto nazionale. Nella maggior parte degli altri Paesi, invece, il portafoglio delle investitrici è spesso orientato verso titoli legati ad aziende tech e di intelligenza artificiale internazionali. È interessante notare che, nonostante una preferenza per investimenti più tradizionali, c’è una crescente apertura verso gli ETF. Tra i preferiti dalle investitrici italiane figurano gli iShares NASDAQ 100 UCITS ETF USD, iShares S&P 500 Information Technology Sector UCITS ETF e iShares Core S&P 500 UCITS ETF, a conferma di una propensione per indici globali e investimenti stabili. Le donne, inoltre, tendono a essere più tradizionaliste nelle modalità di investimento: il 52% delle transazioni effettuate da investitrici italiane è stato eseguito tramite desktop, mentre il 48% ha scelto i dispositivi mobile per gestire i propri investimenti.


“A livello globale, stiamo assistendo a una democratizzazione degli investimenti, dove non è più necessario disporre di capitali ingenti per partecipare. Con una maggiore accessibilità alla formazione e alle risorse, le donne investitrici potranno diventare una componente fondamentale di questo panorama in evoluzione, contribuendo a creare un ambiente finanziario più inclusivo e paritario”, conclude Zerbola.

Landini: l’Ue non cancelli con la guerra le sue ragioni fondative

Landini: l’Ue non cancelli con la guerra le sue ragioni fondativeMilano, 9 mar. (askanews) – “L’Unione Europea o è per la pace, i diritti e il lavoro o non è. La Cgil non condivide e intende contrastare l’iniziativa della Commissaria europea e del Consiglio che hanno deciso un piano di riarmo generalizzato delle singole nazioni europee di 800 miliardi, evitando addirittura un voto del Parlamento europeo. La priorità deve essere lavoro pace diritti. L’Europa, del resto, è nata per questo”. Lo scrive il segretario della Cgil Maurizio Landini in una lettera al quotidiano La Repubblica.


“La disponibilità al dialogo e il contributo che la Cgil vuole offrire – scrive Landini – ha un obiettivo dichiarato: far assumere da tutti lo stato sociale quale valore fondante dell’Europa per garantire salute, istruzione, benessere, sicurezza, occupazione, libertà senza alcuna discriminazione. Gli 800 miliardi di euro, di cui 650 fuori dal patto di stabilità e presi dai fondi di coesione, sono invece risorse sottratte allo stato sociale e alla creazione di posti di lavoro anche perché circa il 70% di queste risorse saranno impiegate per comprare armi che aumenteranno i profitti delle aziende statunitensi. Inoltre, queste risorse e il piano deciso non serviranno né a costruire un esercito europeo né a definire un sistema di difesa europeo”. “Apprendere che l’unica idea di Europa che hanno in mente tutti i governi dell’Unione sia la corsa agli armamenti è un tragico errore – aggiunge Landini – e fa male a chi, come noi da sempre in rappresentanza del mondo del lavoro, ha fatto dell’europeismo un tratto identitario e programmatico”. “Abbiamo pensato di rispondere – osserva il segretario sindacale – alla proposta di mobilitarsi per riaffermare l’importanza dell’Europa come dovere e necessità. L’Unione Europea o è per la pace, i diritti e il lavoro o non è. Non possiamo accettare che un presi- dente degli Stati Uniti come Donald Trump passi per pacifista mentre cerca di depredare l’Ucraina delle sue risorse e fare di Gaza un resort sulla pelle dei popoli martoriati da morte e distruzione. E rifiutiamo un’idea di Europa che agisce come se la guerra fosse uno strumento giusto di regolazione dei conflitti”.


“Nel momento più difficile per l’Unione – conclude Landini – pensiamo sia doveroso intraprendere un’azione da vera comunità politica, economica e democratica di tutti gli Stati membri, che possa definire politiche europee comuni non solo su difesa, ma su economia e fisco, politiche industriali e stato sociale, anche attraverso la creazione di fondi che contrastino i licenziamenti e tutelino e qualifichino i lavoratori e le lavoratrici nei processi di transizione ecologica e digitale. E che sia protagonista nella risoluzione dei conflitti con gli strumenti che da sempre ci contraddistinguono: la cooperazione, il dialogo e l’azione diplomatica. Considero ancora valido l’insegnamento di Enrico Berlinguer: se vuoi la pace costruisci la pace”.

Usa, Bessent: usereno stablecoin per mantenere ruolo dominante dollaro

Usa, Bessent: usereno stablecoin per mantenere ruolo dominante dollaroRoma, 8 mar. (askanews) – Gli Stati Uniti intendono utilizzare le Stablecoin per preservare il ruolo dominante del dollaro quale riserva valutaria globale. Lo ha affermato il segretario di Stato al Tesoro Usa, Scott Bessent durante il primo vertice sugli asset digitali che si è svolto ieri alla Casa Bianca, alla presenza del presidente Donald Trump e di diversi esponenti dell’industria delle “criptovalute”.


“Lavoreremo molto sul regime delle Stablecoin e, come ha ordinato il presidente Trump, manterremo il ruolo dominante degli Stati Uniti sulle riserve valutarie globali. E per farlo utilizzeremo le Stablecoin”, ha affermato durante la sessione trasmessa pubblicamente della riunione. Le Stablecoin sono criptoasset agganciati ad un altro attivo sottostante, come può essere l’oro o – specificatamente nel caso di quanto intende fare l’amministrazione Usa – il dollaro, tramite ad esempio titolo pubblici. In questo modo puntano ad ottenere stabilità sul valore, evitando le marcate fluttuazioni e la volatilità tipiche delle criptovalute (il termine stesso “valute” su questi prodotti viene contestato da alcuni, specialmente dai banchieri centrali in Europa).


Il numero uno del Tesoro Usa ha aggiunto che sempre in base agli ordini di Trump verrà stabilita una riserva pubblica di Bitcoin. E che in generale “metteremo fine alla guerra regolamentare contro gli asset digitali”. (fonte immagine: The White House).

Treni a rischio disagi fino a stasera per sciopero del personale FS

Treni a rischio disagi fino a stasera per sciopero del personale FSRoma, 8 mar. (askanews) – Treni a rischio disagi fino a stasera, per lo sciopero generale nazionale che interesserà il personale del Gruppo FS Italiane proclamato da alcune sigle sindacali. L’agitazione di 24 ore è iniziata ieri e proseguirà fino alle 21 di domani. Con un comunicato, il gruppo FS ha avvertito che la protesta potrebbe avere impatti sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale di Trenitalia.


Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine dell’agitazione sindacale.Per il trasporto Regionale sono garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali: dalle ore 6 alle ore 9, prosegue il comunicato, e dalle ore 18 alle ore 21 di sabato 8 marzo. Trenitalia, tenuto conto delle possibili ripercussioni sul servizio, invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione e, nel caso, a riprogrammare il viaggio. Informazioni su collegamenti e servizi attivi sono disponibili consultando l’App di Trenitalia, la sezione Infomobilità di trenitalia.com, i canali social e web del Gruppo FS, il numero verde gratuito 800892021, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, attraverso le self-service e le agenzie di viaggio convenzionate.

Usa, Bessent: spese militari Germania vittoria per America First

Usa, Bessent: spese militari Germania vittoria per America FirstRoma, 8 mar. (askanews) – Con i dazi commerciali, per ora in alcuni casi solo annunciati, e i possibili cambi di rotta sull’impegno militare all’estero, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump “ha iniziato una campagna per riequilibrare il sistema economico internazionale. E forse stiamo assistendo ai primi segni di una grande vittoria con le discussioni in Germania per aumentare in maniera drastica la spesa militare”. Lo ha rilevato il segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent nel suo discorso ieri in serata all’Economic Club di New York.


Si è trattato di uno dei primi interventi di ampio respiro del massimo responsabile sulle materie economiche e finanziarie dell’amministrazione Trump. Ha affrontato tre temi chiave nella sua prolusione. Il primo è quello delle semplificazioni burocratiche, in cui fondamentalmente ha spiegato che l’obiettivo è di riportare baricentro dell’economia verso il settore privato – e le imprese medie e piccole, a cui dice di essere particolarmente legato, per quanto sia molto inserito nella finanza speculativa – sottraendolo invece all’apparato pubblico. Ma questo senza compromettere la solidità e la sicurezza del sistema bancario: “le regole devono servire ad assicurare la tenuta delle banche, a garantire l’accessibilità a beni e servizi e a facilitare la crescita economica. Lo faremo migliorando l’efficienza e l’efficacia del nostro settore finanziario nel sostenere l’attività economica interna – ha detto -. Dobbiamo ridurre la leva nel settore pubblico e riaumentare la leva nel settore privato” in modo da ridare vigore alle istituzioni finanziarie sottoposte a vigilanza.


Il secondo “pilastro” riguarda relazioni internazionali, dazi commerciali e gli impegni militari Usa, su cui l’amministrazione Trump vuole appunto un riequilibrio. “Il sistema commerciale internazionale consiste in una rete di relazioni, militari, economiche e politiche. Non si può intervenire su un singolo aspetto in isolamento. Questo è come la vede il presidente Trump, non un mondo ‘a somma zero’ ma un sistema interconnesso che può essere in riordinato in modo da sostenere gli interessi degli americani. Questo è l’opposto di quanto accaduto negli ultimi decenni – ha proseguito Bessent – quando altri Paesi hanno agito a vantaggio dei loro interessi, mentre i nostri policy maker si sono ampiamente scordati delle ricadute dei disallineamenti sul commercio”. “Il risultato è stato che gli Stati Uniti hanno assicurato una massiccia fonte di domanda, hanno agito come arbitro della pace globale ma non hanno ricevuto alcuna adeguata compensazione” per tutto questo. “Per esempio – ha notato il capo del Tesoro Usa – oggi gli Stati Uniti si trovano a sussidiare le carenze di spese in difesa del resto del mondo”.


Questa “non è solo una questione di sicurezza. Gli Usa forniscono anche gli asset di riserva, fungono da consumatore di prima e ultima istanza: assorbono gli eccessi di offerta rispetto a domande interne insufficienti delle economie di altri paesi. Questo sistema non è sostenibile”, ha avvertito. Interessante rilevare come il capo del Tesoro Usa chiarisca che l’accesso a beni a basso costo non sia una questione così cruciale del “Sogno americano”. Piuttosto “il Sogno americano è radicato nel concetto che ogni cittadino può raggiungere prosperità, mobilità al rialzo e sicurezza economica”. Mentre “per troppo tempo coloro che hanno disegnato gli accordi commerciali multilaterali hanno perso questo riferimento. E le relazioni economiche internazionali che non funzionano per gli americani devono essere riviste”.


Ed è per questo, ha proseguito, che vengono disegnati i dazi commerciali, per riportare il commercio internazionale su un campo di concorrenza paritetica “in modo tale che inizino ad essere ripagate sicurezza, stato di diritto e stabilità. E non ad essere retribuite soppressione dei salari, manipolazione delle valute, furti di proprietà intellettuale e barriere non tariffarie o regole draconiane”. Bessent ha promesso di “rispondere, nella misura in cui un altro Paese pratica danni alla nostra economia e al popolo degli Stati Uniti. Questa è la politica America First”. E non si tratta appunto solo di agire sugli scambi commerciali, nel mirino dell’amministrazione Usa ci sta anche questo aspetto della difesa: “i dollari delle tasse degli americani, i sistemi militari americani e, in alcuni casi, le vite degli americani non potranno più essere gli unici a sostenere la sicurezza e gli scambi commerciali liberi. La condivisione di questo fardello non è una questione di scaricare i rischi, ma quella di fare in modo che tutti beneficiari abbiano un interesse nel sistema. L’interesse condiviso rafforza il sistema internazionale”. L’ultimo aspetto chiave citato dal capo del tesoro Usa è quello di “esercitare la massima pressione sull’Iran in modo da far collassare la sua già disastrata economia”. In particolare Washington vuole colpire le persistenti esportazioni di petrolio iraniane che proseguono grazie “a un complessa rete di facilitatori internazionali, operatori del mercato nero e tramite una flotta fantasma”. “Questi tre pilastri che ho delineato oggi sono la visione di questa amministrazione e ogni decisione politica del governo degli Stati Uniti servirà all’interesse del popolo americano”, ha concluso. Cofondatore di un hedge fund, un veicolo di investimenti speculativo, e consigliere economico di Trump, Bessent – 62 anni – è stato nominato a capo del Tesoro dopo che ha finanziato la campagna per la rielezione del tycoon alle presidenziali. Prima di unirsi al movimento che supporta Trump (Maga) ha avuto una lunga esperienza presso il fondo del finanziere ultra liberal George Soros, ritenuto all’opposto forte sostenitore dei democratici. (fonte immagine: U.S. Department of the Treasury).

8 marzo, Calderone: stiamo colmando un gap con l’Ue sull’occupazione delle donne

8 marzo, Calderone: stiamo colmando un gap con l’Ue sull’occupazione delle donneRoma, 8 mar. (askanews) – Sull’occupazione femminile, che nonostante i progressi in Italia resta sotto la media europea “abbiamo ereditato un gap importante, che stiamo colmando: i dati ci stanno premiando, ma chiaramente c’è ancora tanto lavoro da fare, specie al Sud. Il ritardo di ben venti punti della partecipazione al lavoro delle donne del Mezzogiorno rispetto al resto d’Italia rappresenta un fenomeno grave che dobbiamo affrontare altraverso una strategia complessiva, anche se, dal 2019, si contano nel Mezzogiorno 146mila occupate in più”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Marina Calderone in una intervista a La Repubblica.


“Ci sono oggi nuove tendenze nel mondo del lavoro, le competenze sono sempre più richieste dalle aziende e l’esperienza è un valore aggiunto. Le politiche di invecchiamento attivo sono un grande tema del futuro e il calo demografico renderà sempre più dificile l’auspicabile turn over”.Sulle Pensioni “al momento non è previsto alcun tavolo sulla riforma”, prosegue Calderone. “Ma anche senza un preciso calendario su questi temi calendario di convocazioni, su questi temi la disponibilità al confronto e al dialogo con le parti sociali c’è sempre”. Sui divari salariali di genere “la stratificazione culturale ha una forza tale che servirà tempo per superarla. La differenza salariale uomo-donna è una questione europea e occidentale che dobbiamo altrontare con sensibilizzazione, incentivi e controlli. È quello che stiamo facendo e i dati ci premiano – ha rilevato -: nel 2024, l’occupazione femminile ha corso più di quella maschile. E ha avuto un incremento netto lo scorso anno di 227 mila lavoratrici su 413 mila nuovi occupati”.

Fed, Powell: aspettiamo più chiarezza prima di agire sui tassi

Fed, Powell: aspettiamo più chiarezza prima di agire sui tassiRoma, 7 mar. (askanews) – La Federal Reserve calibrerà la sua politica monetaria in base all’evolversi della situazione, con l’obiettivo di riportare l’inflazione al 2% in maniera sostenibile. “La linea non è su un percorso predeterminato”, ha ribadito il presidente della Fed, Jerome Powell nel suo intervento allo U.S. Monetary Policy Forum, organizzato a New York dalla University of Chicago Booth School of Business. Sulle prossime mosse per i tassi di interesse “non abbiamo fretta e siamo ben piazzati per poter aspettare di avere maggiore chiarezza”, ha detto.


“Se l’economia restasse solida, ma l’inflazione non continuasse a muoversi in maniera sostenibile verso l’obiettivo del 2%, possiamo mantenere la restrizione più a lungo”, ha proseguito Powell. All’opposto “se il mercato del lavoro dovesse indebolirsi in maniera inattesa, o se l’inflazione dovesse calare più rapidamente di quanto anticipato, possiamo conseguentemente allentare” l’intonazione monetaria. “La nostra linea attuale è ben posizionata per gestire rischi e incertezze”, ha affermato Powell. Interpellato sul tema calo dei dazi commerciali decisi, e a volte sospesi, dall’amministrazione Trump, il banchiere centrale ha spiegato che quello che conta per la politica monetaria è quello che possono causare in termini di “effetti di lungo termine”. E “dobbiamo valutare anche il contesto generale, gli effetti sull’economia, dobbiamo considerare tutto questo quando assumiamo una decisione”.


“L’idea generale è che se ci sta un picco sui prezzi che è (solo) una cosa tantum non è appropriato reagire”, perché una reazione monetaria restrittiva “ridurrebbe occupazione e attività e non servirebbe. Ma rispetto ai dazi, praticamente tutti prevedono qualche effetto. Se fosse una cosa una tantum guarderemmo oltre. Ma quello che conta sono gli effetti sull’inflazione di lungo termine, gli effetti persistenti. E dobbiamo valutare il contesto dell’economia – ha spiegato – devi considerare tutto questo quando prendi una decisione”. Ad ogni modo per ora “nonostante gli elevati livelli di incertezza, l’economia degli Stati Uniti continua a risultare in buone condizioni. Il mercato del lavoro è solido e l’inflazione si è mossa più vicina al nostro obiettivo di lungo termine del 2%”. E “alla Fed siamo focalizzati sul nostro mandato duale, che ci è stato assegnato dal Congresso – ha detto -: massima occupazione e stabilità dei prezzi”.


In serata Wall Street torna leggermente positiva, in un quadro che resta volatile. Il Dow Jones guadagna lo 0,41%, l’S&P 500 segna più 0,34% e il Nasdaq aumenta in misura analoga. Il dollaro recupera marginalmente con l’euro che si scambia 1,0832 sul biglietto verde. Infine, interpellato su quale fosse il suo banchiere centrale preferito – esclusi coloro che sono ancora vivi – Powell ha risposto “Paul Volcker”, il presidente della Fed durante le presidenze di Carter e Reagan, che operò una rigorosa linea monetaria restrittiva per combattere l’alta inflazione causata dalla crisi del petrolio.


“Nessuno vuole lavorare in una banca centrale quando l’inflazione è alta”, ha rilevato. Ma Volcker è riuscito a intervenire efficacemente con la giusta linea monetaria proprio in una situazione di questo genere, tramite un approccio rigoroso. “Per questo alla Fed siamo una istituzione indipendente, non è per i tempi buoni ma è per poter fare quello che va fatto” nelle situazioni difficili, come accadde a Paul Volcker. (fonte immagine: Chicago Booth School of Business).

Condizioni sistema finanziario italiano nell’insieme favorevoli

Condizioni sistema finanziario italiano nell’insieme favorevoliRoma, 7 mar. (askanews) – Le condizioni del sistema finanziario italiano sono nell’insieme favorevoli. Il settore bancario beneficia di elevati livelli di redditività e la posizione patrimoniale ha continuato a rafforzarsi. Il comparto assicurativo ha registrato un aumento della raccolta e una flessione dei rischi di liquidità, e presenta un grado consistente di patrimonializzazione. I rischi del settore del risparmio gestito e di quello dei fondi pensione sono contenuti, anche per effetto delle loro caratteristiche strutturali.


Sono le conclusioni chiave del Comitato per le politiche macroprudenziali nella sua Relazione sulle attività nel 2024, che come riporta un comunicato della Banca d’Italia è stata inviata anche al Governo e al Parlamento. L’autorità indipendente designata per la conduzione delle politiche macroprudenziali in Italia, è composta dal governatore della Banca d’Italia (Fabio Panetta) che lo presiede, dai presidenti della Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob), della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) e dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass). Il Direttore generale del Tesoro partecipa alle riunioni senza diritto di voto. Il Comitato ha iniziato le sue attività nel gennaio dello scorso anno, con l’entrata in vigore del decreto istitutivo. Secondo la relazione, i principali rischi dell’Italia nel breve termine sono riconducibili al contesto esterno, in particolare agli effetti che potrebbero derivare dall’intensificarsi delle tensioni di natura geopolitica. L’alto livello del debito pubblico e la bassa crescita potenziale aumentano la vulnerabilità del Paese agli sviluppi del quadro internazionale e a mutamenti nella percezione e nell’attitudine al rischio da parte degli investitori. Politiche di bilancio responsabili riducono l’esposizione dell’Italia a possibili episodi di contagio associati a tensioni provenienti dall’estero.


In una situazione di generale solidità della condizione finanziaria delle famiglie, il Comitato continuerà a seguire gli sviluppi connessi con gli investimenti in strumenti di complessa valutazione, come i certificates e le criptoattività. Inoltre, l’esperienza dell’ultimo biennio ha mostrato l’importanza di proseguire nell’analisi dell’esposizione delle assicurazioni al rischio di liquidità, che potrebbe risentire – in termini di raccolta premi – delle situazioni di crisi che hanno interessato di recente compagnie europee operanti in Italia. In base all’evoluzione dei rischi legati alla stabilità del sistema finanziario italiano, il Comitato, se necessario, potrà adottare iniziative per contenerli, nell’ambito delle competenze assegnategli dall’ordinamento.


Il Comitato persegue la stabilità del sistema finanziario italiano. Con la sua azione contribuisce a contrastare l’accumulazione e la propagazione dei rischi, promuovendo la capacità del sistema di assorbire le conseguenze di eventi che possano minacciarne il corretto funzionamento. Nel 2024 le condizioni macrofinanziarie dell’Italia sono rimaste stabili, recita il capitolo sullo stato del sistema finanziario. La debolezza della crescita economica e il consistente debito pubblico, in presenza di forti tensioni internazionali e di un’elevata incertezza politica in alcune economie avanzate, rappresentano i principali elementi di rischio per il sistema finanziario italiano. I dati dell’Istat indicano che nel 2024 il Pil è cresciuto dello 0,7 cento. A dicembre l’inflazione armonizzata al consumo era pari all’1,4 per cento; la sua componente di fondo all’1,816. In prospettiva, la riduzione dei tassi di interesse e il recupero del potere d’acquisto delle famiglie, favorito dalla moderata inflazione e dalla graduale ripresa delle retribuzioni, potranno fornire un impulso positivo all’economia.


L’alto livello del debito pubblico continua a rappresentare una significativa fonte di vulnerabilità per l’economia italiana, si legge. Nel 2024 l’indebitamento netto è diminuito e, secondo il quadro programmatico del Piano strutturale di bilancio di medio termine per gli anni 2025-29, dovrebbe continuare a ridursi progressivamente nei prossimi anni. Tuttavia, il debito in rapporto al prodotto è aumentato nel 2024 e continuerebbe a espandersi fino al 2026, anche per gli effetti dei crediti di imposta sulle ristrutturazioni edilizie maturati negli anni precedenti. I rischi per la stabilità finanziaria associati al mercato immobiliare sono contenuti. Nel terzo trimestre dello scorso anno i prezzi degli immobili residenziali sono saliti del 3,9 per cento rispetto a dodici mesi prima, senza che si siano tuttavia manifestati segnali di sopravvalutazione. Le compravendite restano inferiori al picco del 2022, anche per effetto di una domanda di abitazioni più debole. Nel comparto non residenziale le compravendite hanno continuato ad aumentare nella prima metà del 2024, mentre i prezzi sono rimasti invariati. I rischi provenienti dal settore privato non finanziario sono moderati. Il debito delle famiglie italiane in rapporto al reddito è molto inferiore a quello della media dell’area dell’euro e la quota di debito detenuta da nuclei finanziariamente vulnerabili è bassa17. Nel 2024 i prestiti sottoscritti per l’acquisto di abitazioni hanno registrato una lieve ripresa rispetto a un anno prima, mentre quelli per finalità di consumo sono cresciuti in misura maggiore. I redditi sono sostenuti da un elevato tasso di occupazione. Lo scorso anno la capacità delle imprese di rimborsare i debiti ha beneficiato di condizioni di bilancio favorevoli, dice ancora la relazione, in particolare di una leva finanziaria molto inferiore al picco osservato nel 2011 e di ampie disponibilità liquide. La solvibilità delle imprese più indebitate potrebbe tuttavia risentire della debole crescita dell’economia e del permanere di alti costi di finanziamento.

Euro estende rally a 1,0852 dollari, bilancio settimanale da record

Euro estende rally a 1,0852 dollari, bilancio settimanale da recordRoma, 7 mar. (askanews) – Prosegue e si estende per la terza seduta consecutiva il rally rialzista dell’euro, la valuta condivisa si scambia a 1,0852 dollari nel pomeriggio, continuando ad aggiornare i massimi dallo scorso novembre. A spingere l’euro è stata la prospettiva di un ondata di spese pubbliche su infrastrutture e difesa, dopo l’accordo tra Cdu e Spd in Germania per superare i limiti costituzionali sulle spese in deficit.


Secondo il Financial Times per l’euro – che finora è salito del 4,5% sul dollaro – si profila il maggior apprezzamento su un bilancio settimanale dal 2009 ad oggi.