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Usa, Pil III trim. (II lettura) +5,2%, inflazione PCE +2,8%

Usa, Pil III trim. (II lettura) +5,2%, inflazione PCE +2,8%New York, 29 nov. (askanews) – Il Prodotto interno lordo statunitense, nel terzo trimestre 2023, secondo la seconda lettura, appena pubblicata dal dipartimento del Commercio è salito del 5,2%, mentre in prima lettura si era registrato un +4,9%. Il II trimestre si era chiuso con un +2,1% (confermato). Le attese degli analisti prevedevano un rialzo del 5%. Nel primo trimestre 2023 il Pil era aumentato al tasso annualizzato del 2%, secondo la lettura finale, confermata.

Il dato Pce sull’inflazione è aumentato del 2,8%, meno del 2,9% della prima lettura. Il dato ‘core’, quello che esclude dal calcolo i prezzi energetici e alimentari, è salito del 2,3%, meno del +2,4% registrato in prima lettura e molto meno del 3,7% del trimestre precedente.

Le stime dell’Ocse vedono al ribasso la crescita dell’Italia e un (lieve) aumento del debito-Pil

Le stime dell’Ocse vedono al ribasso la crescita dell’Italia e un (lieve) aumento del debito-PilRoma, 29 nov. (askanews) – L’Ocse ha ritoccato al ribasso le previsioni di crescita sull’Italia, indicando ora una espansione del Pil dello 0,7% quest’anno e anche sul 2024, mentre per il 2025 è prevista una accelerazione al più 1,2%. I dati, contenuti nell’ultimo Economic Outlook segnano una marginale riduzione, pari a 0,1 punti percentuali, rispetto alle stime che erano state già ritoccate al ribasso per 2023 e 2024 lo scorso 19 settembre.

Sempre per la penisola, l’Organizzazione per la cooperazione lo sviluppo economico prevede una inflazione al 6,1% sulla media di quest’anno e poi in rallentamento al 2,6% il prossimo anno e al 2,3% nel 2025. Il tasso di disoccupazione è previsto in calo al 7,6% quest’anno, dall’8,1% del 2022, in lieve risalita al 7,8% nel 2024 e di nuovo in calo al 7,6% nel 2025. L’Ocse, inoltre, prevede che dopo una limatura al 148,2% del Pil quest’anno, l’incidenza del debito pubblico dell’Italia risalga marginalmente al 148,3% del Pil nel 2024, per poi tornare a ridursi, al 147,4% nel 2025. Nelle tabelle contenute nel suo ultimo Economic Outlook, l’ente parigino prevede che il deficit di bilancio della Penisola cali quest’anno al 5,4% del Pil, a fronte dell’8% del 2022, e poi al 4,2% nel 2024 e al 3,6% nel 2025, restando quindi superiore alla soglia Ue del 3%.

In Italia “la bassa crescita dei salari e l’alta inflazione hanno eroso i redditi reali, le condizioni finanziarie si sono inasprite e la maggior parte del supporto di bilancio straordinario correlato alla crisi energetica è stato rimosso, pesando su consumi e investimenti. Il previsto calo dell’inflazione, i tagli mirati sulla tassazione dei redditi e la ripresa degli investimenti pubblici correlati a NextGenerationEu bilanceranno solo in parte questi venti contrari. I rischi sono sbilanciati al ribasso”, afferma l’Ocse nel capitolo dedicato all’Italia dell’ultimo Economic Outlook. Secondo l’ente parigino “il principale rischio al ribasso è un inasprimento superiore al previsto delle condizioni finanziarie dovuto alla stretta monetaria nell’area euro a un aumento dei premi di rischio sui titoli di Stato italiani”.

All’opposto le ipotesi di una dinamica dell’economia migliore delle attese (rischi al rialzo) poggiano su “un aumento significativo degli investimenti pubblici correlato al Pnrr, che potrebbe spingere la crescita nel 2024 e nel 2025”. L’organizzaizone per la cooperazione e lo sviluppo economico rileva che anche in Italia “gli effetti dell’inasprimento monetario hanno iniziato a farsi sentire, mentre il sostegno di bilancio alle famiglie e alle imprese per affrontare la crisi energetica è stato rimosso, sebbene l’ultimo sia ampiamente bilanciato da tagli mirati alla tassazione sui redditi e maggiori spese del Pnrr”.

L’Ocse giudica “ampiamente neutrale” la politica di bilancio nella Penisola, prevedendo che “limiterà il rallentamento della crescita, ma ci sono margini per migliorare il bilancio più rapidamente di quanto attualmente previsto e per mettere le finanze pubbliche su un percorso più prudente”. “Le spese pubbliche devono essere contenute – si legge – anche guardando a opzioni per ridurre la spesa sulle pensioni e aumentando l’ambizione delle spending review. La velocità di attuazione dei piani di investimento pubblici e delle riforme del Pnrr sarà cruciale per sostenere la crescita e ridurre l’incidenza del debito”.

Ocse lima stime crescita Italia: +0,7% in 2023 e 2024; +1,2% in 2025

Ocse lima stime crescita Italia: +0,7% in 2023 e 2024; +1,2% in 2025Roma, 29 nov. (askanews) – L’Ocse ha ritoccato al ribasso le previsioni di crescita sull’Italia, indicando ora una espansione del Pil dello 0,7% quest’anno e anche sul 2024, mentre per il 2025 è prevista una accelerazione al più 1,2%. I dati, contenuti nell’ultimo Economic Outlook segnano una marginale riduzione, pari a 0,1 punti percentuali, rispetto alle stime che erano state già ritoccate al ribasso per 2023 e 2024 lo scorso 19 settembre.

Sempre per la Penisola, l’Organizzazione per la cooperazione lo sviluppo economico prevede una inflazione al 6,1% sulla media di quest’anno e poi in rallentamento al 2,6% il prossimo anno e al 2,3% nel 2025. Il tasso di disoccupazione è previsto in calo al 7,6% quest’anno, dall’8,1% del 2022, in lieve risalita al 7,8% nel 2024 e di nuovo in calo al 7,6% nel 2025.

Istat: clima fiducia imprese calato ai minimi da oltre 2 anni

Istat: clima fiducia imprese calato ai minimi da oltre 2 anniRoma, 29 nov. (askanews) – Il clima di fiducia dei consumatori migliora in Italia, ma quello delle imprese si è ulteriormente indebolito. Secondo le ultime rilevazioni effettuate dall’Istat, a novembre si sono registrati “segnali eterogenei”: fra i consumatori si stima un aumento del clima di fiducia (l’indice passa da 101,6 a 103,6) mentre l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese diminuisce da 103,9 a 103,4.

Peraltro “il clima di fiducia delle imprese cala per il quarto mese consecutivo – è il commento dell’istituto – raggiungendo il livello più basso da aprile 2021. La riduzione dell’indicatore è determinata dal peggioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni”. “L’indice di fiducia dei consumatori, dopo quattro mesi consecutivi di calo, torna ad aumentare pur mantenendosi al di sotto del livello medio registrato nel periodo gennaio – ottobre 2023. Si segnala – dice ancora l’Istat – un generale miglioramento di tutte le nove variabili che compongono l’indicatore ad eccezione delle aspettative sulla disoccupazione, che sono in lieve peggioramento”.

L’istituto di statistica segnala inoltre un diffuso miglioramento delle opinioni dei consumatori sia sulla situazione personale sia su quella economica generale. L’evoluzione positiva è sintetizzata dai quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti: il clima personale e quello corrente registrano gli incrementi più consistenti (il primo passa da 98,6 a 101,2 e il secondo da 97,4 a 99,8); il clima futuro aumenta da 107,7 a 109,3 e il clima economico sale da 110,5 a 111,0. Tornando alle imprese, segnali contrastanti provengono dai quattro comparti economici indagati: nei servizi, dice l’Istat, e nelle costruzioni si stima una decisa riduzione dell’indice di fiducia (da 98,0 a 96,4 e da 163,8 a 161,3, rispettivamente); nella manifattura e, soprattutto, nel commercio la fiducia è in miglioramento (l’indice sale, nell’ordine, da 96,1 a 96,6 e da 106,1 a 107,4).

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura peggiorano leggermente i giudizi sugli ordini mentre crescono le attese sulla produzione e le scorte sono giudicate in lieve decumulo. Nelle costruzioni si stima un deterioramento di tutte le componenti. Nei servizi di mercato si evidenziano dinamiche negative per tutte le componenti dell’indice di fiducia. Con riferimento al commercio al dettaglio, i giudizi sulle vendite sono in peggioramento e le scorte di magazzino mostrano un lieve accumulo; le attese sulle vendite, invece, aumentano marcatamente, specie per la grande distribuzione.

Banche, De Guindos (Bce) vuole fusioni Ue e bacchetta su depositi

Banche, De Guindos (Bce) vuole fusioni Ue e bacchetta su depositiRoma, 29 nov. (askanews) – Richiamo alle banche a impegnarsi in manovre di consolidamento su scala europea e bacchettata sui mancati aumenti dei tassi sui depositi. Secondo il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos nell’area euro “ci sono molte banche”, e per questo sarebbe auspicabile “un movimento di consolidamento”, soprattutto a livello pan europeo per “aiutare a trovare una soluzione”. In una intervista a Der Standard e La Libre Belgique, il numero due della Bce avverte: “la vera domanda da porsi riguarda il modello di attività tradizionale delle banche. Bisogna trovare nuovi fonti di ricavi e il numero di sportelli deve essere ridotto”.

“Presumo che gli investitori si defilino dalle banche perché il livello di redditività non risponde alle loro aspettative. Penso – prosegue – che dovrebbe esserci un approfondimento del movimento di consolidamento transfrontaliero”, peraltro supervisionato da un’autorità di vigilanza unica nell’ambito di un quadro di politica monetaria unica. Quanto ai mancati aumenti dei tassi sui depositi bancari non vincolati, che nonostante l’aumento dei tassi di riferimento da 450 punti base nei mesi passati restano poco sopra lo zero in molti Paesi “la nostra posizione è molto chiara – dice De Guindos -: se i tassi della Bce aumentano non è che questo deve traduris unicamente sui prestiti, ma anche sui depositi. Penso effettivamente che le banche dovrebbero riflettere la risalita dei tassi. La nostra politica monetaria non punta unicamente a rendere i prestiti più cari. Un aumento dei tassi sul risparmio consente di rendere il risparmio più attraente e di ridurre simultaneamente il potenziale di consumo. E quello che vogliamo – ricorda – è diminuire la domanda aggregata e in questo modo frenare l’inflazione”.

“Penso che le banche rinviano un po’ il rialzo ma un giorno o l’altro i tassi più elevati sui depositi diventeranno una realtà”, aggiunge. Infine, sulla frenata del mercato immobiliare e la contrazione che in particolare ha investito l’immobiliare commerciale “il calo è forte ma l’esposizione delle banche a questo settore è relativamente limitata. Sono soprattutto gli attori non bancari come fondi immobiliari che sono più toccati. Ma il sistema finanziario è fortemente interconnesso – riconosce -. Le banche sono esposte indirettamente, tramite dei prestiti ai fondi di investimento. Cosa che ci obbliga a avere un approccio olistico”.

Dollaro ai minimi da oltre 3 mesi, euro fa capolino sopra 1,10

Dollaro ai minimi da oltre 3 mesi, euro fa capolino sopra 1,10Roma, 28 nov. (askanews) – Nuovi deprezzamenti del dollaro, ai minimi da oltre tre mesi con l’euro brevemente salito sopra quota 1,10 sul biglietto verde, dopo che uno degli esponenti della Federal Reserve ha lanciato messaggi che non fanno presagire ulteriori aumenti dei tassi di interesse, ma anzi un possibile calo già da metà 2024. Nel corso delle contrattazioni la valuta condivisa è salita fino a 1,1009 dollari, sui massimi da metà agosto, successivamente l’euro rintraccia 1,0980 dollari.

Secondo Christopher Waller, uno dei componenti del Fomc, “se vediamo la disinflazione proseguire per diversi altri mesi, non saprei dire quanti, se tre, quattro o cinque, a quel punto si potrebbe iniziare ad abbassare i tassi di riferimento, perché l’inflazione è più bassa”, ha detto durante un intervento all’American Enterprise Institute. “Sono sempre più fiducioso che l’attuale linea sia ben posizionata per rallentare l’economia e riportare l’inflazione al 2%”.

Pnrr, via libera dalla Commissione Ue alla quarta tranche da 16,5 miliardi

Pnrr, via libera dalla Commissione Ue alla quarta tranche da 16,5 miliardiRoma, 28 nov. (askanews) – La Commissione Ue ha dato una valutazione preliminare positiva della richiesta di pagamento dell’Italia di una quarta tranche da 16,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti legati al Pnrr. E’ quanto si legge in un comunicato della Commissione. Il 22 settembre l’Italia aveva presentato alla Commissione una quarta richiesta di pagamento basata sul raggiungimento delle 21 milestones e dei sette target stabiliti dal Consiglio Ue. Con la richiesta, le autorità italiane hanno fornito prove dettagliate ed esaurienti che dimostrano il raggiungimento delle 28 milestones e target, si legge nella nota di Bruxelles. La Commissione ha valutato attentamente queste informazioni prima di presentare la sua valutazione preliminare positiva, aggiunge l’esecutivo comunitario.

Il Piano italiano per la ripresa e la resilienza – ricorda la Commissione – copre un’ampia gamma di misure di investimento e di riforma organizzate in sei aree tematiche, le cosiddette “Missioni”. Il piano sarà finanziato con 191,6 miliardi di euro, di cui 69 miliardi di euro a fondo perduto e 122,6 miliardi di euro di prestiti. Ad oggi l’Italia ha ricevuto 85,4 miliardi di euro, compresi 9 miliardi di euro in sovvenzioni e 15,9 miliardi di euro in prestiti in prefinanziamento il 13 agosto 2021. Il primo pagamento del valore di 21 miliardi di euro è stato erogato il 13 aprile 2022; un secondo pagamento da 21 miliardi di euro il 9 novembre 2022; e un terzo pagamento del valore di 18,5 miliardi di euro il 9 ottobre 2023.

Manovra, modifiche su stretta pensioni. Cgil e Uil: non bastano

Manovra, modifiche su stretta pensioni. Cgil e Uil: non bastanoRoma, 28 nov. (askanews) – Il governo è disponibile a rivedere le norme sulle pensioni di medici e operatori sanitari e delle altre categorie del pubblico impiego, colpite dalla stretta sul coefficiente di calcolo prevista dalla manovra. La modifica della norma sarà presentata dal governo con un emendamento al Ddl di bilancio. Nessuna modifica, invece, sul nuovo meccanismo di quota 103 introdotto con la manovra (interamente contributivo), nè sui requisiti più restrittivi per accedere a Opzione donna e Ape sociale.

“Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31 dicembre 2023 i requisiti attualmente previsti”, ha detto il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, ai sindacati nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi che si è protratto per oltre tre ore e mezza. Una modifica che varrebbe per tutte le categorie colpite dalla stretta, non solo per il comparto sanità, per il quale, in più, “si sta valutando un ulteriore meccanismo di tutela in modo da ridurre la penalizzazione – ha aggiunto la premier – all’approssimarsi all’età della pensione di vecchiaia. Faremo del nostro meglio per risolvere e correggere”. Cgil e Uil hanno espresso insoddisfazione, secondo la Cisl ci sono invece stati piccoli passi avanti. Le ragioni dello sciopero contro la manovra “sono confermate”, ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, perché “non hanno cambiato nulla”. Rispetto all’articolo 33, che prevede una stretta sulle pensioni, “noi ne avevamo chiesto il ritiro – ha aggiunto – il governo si è limitato a dire che stanno ragionando e valutando delle modifiche, ma non nel fatto che interverranno nella direzione” del ritiro. “Quindi – ha concluso – continua a essere una manovra sbagliata che fa cassa sul lavoro dipendente e sui pensionati, che non combatte la precarietà e non dà un futuro serio al nostro Paese”.

Il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra, ha sottolineato che “il governo ci ha assicurato che interverranno dei cambiamenti e dei miglioramenti. In particolare aliquote e rendimenti dei futuri trattamenti pensionistici di medici, infermieri, personale degli enti locali e maestre d’asilo dovrebbero restare quelli attuali per la pensione di vecchiaia. E sta ragionando per introdurre miglioramenti anche per la pensione anticipata”. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha parlato di incontro “lungo e cordiale”, ma alla fine “le decisioni illustrate dal governo rinconfermano l’impostazione della manovra, anche sull’articolo 33 su cui il governo si limita a valutare un’eventuale modifica”.

Bce, primo calo da 8 anni prestiti a imprese eurozona, ottobre -0,3%

Bce, primo calo da 8 anni prestiti a imprese eurozona, ottobre -0,3%Roma, 28 nov. (askanews) – La stretta monetaria operata dalla Bce continua a fare effetto sui prestiti bancari nell’area euro, una manovra frenante che per la prima volta da otto anni a questa parte vede i finanziamenti alle imprese registrare un calo su base annua: meno 0,3% ottobre a fronte di un più 0,2% a settembre. Lo riporta la Bce nell’ultima statistica sugli sviluppi monetari nell’eurozona.

La dinamica dei prestiti alle famiglie ha segnato un indebolimento al più 0,6% annuo a ottobre, rispetto al più 0,8% di settembre. Secondo la Bce il generale aggregato monetario M3 ha visto il calo già in corso limarsi al meno 1%, al fronte del -1,2% di settembre. Inizialmente questi indicatori erano tra quelli più monitorati dall’istituzione per le decisioni di politica monetaria, c’era perfino chi dava loro un peso superiore a quello dell’indice generale di inflazione.

Con il passare del tempo il grado di attenzione a queste misurazioni si è attenuato. Tuttavia in questa fase sono un elemento rilevante per valutare l’effetto complessivo delle manovra monetaria operata sull’andamento del credito bancario. Di recente la presidente della Bce, Christine Lagarde ha spiegato che il Consiglio direttivo guarda anche a questo elemento per effettuare le sue valutazioni su quale sia la linea monetaria più opportuna.

A ottobre la Bce ha confermato i tassi di interesse dopo 10 rialzi consecutivi che hanno visto il riferimento sulle principali operazioni di finanziamento portato al 4,50%. Allo stato attuale generalmente gli analisti non prevedono ulteriori aumenti. La prossima riunione operativa monetaria del Consiglio direttivo è fissata per il 14 dicembre.

Sky: siglato accordo con Fastweb per il lancio di Sky Mobile

Sky: siglato accordo con Fastweb per il lancio di Sky MobileMilano, 28 nov. (askanews) – Sky e Fastweb hanno siglato una partnership pluriennale per il lancio, nel corso dei primi mesi del 2024, di Sky Mobile.

“Siamo entusiasti di annunciare il lancio di Sky Mobile grazie ad un accordo con Fastweb, partner tecnologico anche per il broadband di Sky Wifi”, ha commentato Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky Italia. “Dopo essere entrati nelle case di milioni di italiani con i nostri contenuti esclusivi e l’ultra broadband di Sky Wifi, con il lancio di Sky Mobile vogliamo completare la nostra offerta di servizi diventando un punto di riferimento per le famiglie Sky anche per tutte le esigenze di connettività”. “La partnership siglata con Sky conferma il ruolo di primo piano delle nostre infrastrutture fisse e mobili”, ha dichiarato Walter Renna, AD di Fastweb. “Grazie a questo accordo di distribuzione si rafforza ulteriormente il nostro posizionamento sul mercato mobile”.