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Lavoro, la Cisl deposita alla Camera firme su legge partecipazione

Lavoro, la Cisl deposita alla Camera firme su legge partecipazioneRoma, 27 nov. (askanews) – La Cisl deposita alla Camera le firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare sulla partecipazione. La delegazione del sindacato è guidata dal segretario generale Luigi Sbarra.

In questi mesi sono state raccolte centinaia di migliaia di firme in tutte le città italiane e nei luoghi di lavoro a sostegno della proposta di legge su partecipazione gestionale, consultiva, organizzativa, economica-finanziaria dei lavoratori alla vita delle aziende private e pubbliche, in attuazione dell’articolo 46 della Costituzione.

Manovra, la Cisl in piazza: la responsabilità va ricambiata

Manovra, la Cisl in piazza: la responsabilità va ricambiataRoma, 25 nov. (askanews) – In questi mesi la Cisl ha cercato il confronto e il dialogo con il Governo, adoperandosi con “grande senso di responsabilità” per assicurare relazioni costruttive e propositive. Ha offerto “serietà e affidabilità”, che l’esecutivo deve però “ricambiare con altrettanta responsabilità”. Il messaggio che il leader della Cisl, Luigi Sbarra, ha lanciato al premier Giorgia Meloni da piazza Santi Apostoli è stato chiaro e sarà ribadito martedì prossimo all’incontro in programma a Palazzo Chigi.

Sbarra, che sulla manovra ha espresso un giudizio articolato con luci e ombre, dal palco della manifestazione nazionale cui, secondo la Cisl, hanno partecipato 13mila persone, ha voluto mettere in risalto soprattutto le parti che non vanno bene, a partire dal tema delle pensioni. Un modo per continuare ad esercitare il pressing sul capo del governo in vista dell’appuntamento di martedì. “Vogliamo un chiaro e deciso riferimento a una pensione contributiva per i giovani e per le donne – ha detto – bisogna ritirare l’articolo 33 che restringe e penalizza aliquote e rendimenti per alcune categorie della P.A. Pensiamo ai medici e gli infermieri, al personale degli enti locali, alle maestre di asilo e agli ufficiali giudiziari. Non si può continuare a fare cassa con le pensioni dei lavoratori. Vanno eliminate le restrizioni su Ape sociale e Opzione donna e bisogna investire di più sull’indicizzazione e la perequazione delle pensioni”.

Secondo la confederazione di via Po ci sono ancora le condizioni per discutere, cambiare e migliorare la legge di bilancio con l’obiettivo di realizzare un nuovo e moderno patto sociale e un’Agenda 2024 che mettano al centro crescita, sviluppo sostenibile, rilancio degli investimenti, recupero di produttività, qualità e stabilità del lavoro, investimenti sulla formazione e competenze. Sbarra ha avvertito Meloni anche sulle privatizzazioni: “Se l’idea è quella di svendere, ci metteremo di traverso. No a una stagione di saldi di Stato”. Infine, un messaggio anche per Cgil e Uil: “Smettiamola di pensare a un’egemonia che è finita con il ‘900. Serve condivisione, responsabilità e il rispetto tra di noi. Abbiamo assistito a provocazioni, insulti e ingiurie. Noi rispettiamo, anche se non condividiamo molte volte le scelte e le strategie di Cgil e Uil, ma il sindacato deve restare unito, compatto con grandi obiettivi strategici. Si prenda atto, laicamente, dell’esistenza di differenti sensibilità, di modi diversi di intendere l’azione sindacale e il ruolo del sindacato. Non accettiamo lezioni da nessuno”. Intanto, la Cisl continua la sua battaglia sulla partecipazione. Lunedì consegnerà alla Camera le firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare.

La Cisl in piazza contro la manovra: la responsabilità va ricambiata

La Cisl in piazza contro la manovra: la responsabilità va ricambiataRoma, 25 nov. (askanews) – In questi mesi la Cisl ha cercato il confronto e il dialogo con il Governo, adoperandosi con “grande senso di responsabilità” per assicurare relazioni costruttive e propositive. Ha offerto “serietà e affidabilità”, che l’esecutivo deve però “ricambiare con altrettanta responsabilità”. Il messaggio che il leader della Cisl, Luigi Sbarra, ha lanciato al premier Giorgia Meloni da piazza Santi Apostoli è stato chiaro e sarà ribadito martedì prossimo all’incontro in programma a Palazzo Chigi.

Sbarra, che sulla manovra ha espresso un giudizio articolato con luci e ombre, dal palco della manifestazione nazionale cui, secondo la Cisl, hanno partecipato 13mila persone, ha voluto mettere in risalto soprattutto le parti che non vanno bene, a partire dal tema delle pensioni. Un modo per continuare ad esercitare il pressing sul capo del governo in vista dell’appuntamento di martedì. “Vogliamo un chiaro e deciso riferimento a una pensione contributiva per i giovani e per le donne – ha detto – bisogna ritirare l’articolo 33 che restringe e penalizza aliquote e rendimenti per alcune categorie della P.A. Pensiamo ai medici e gli infermieri, al personale degli enti locali, alle maestre di asilo e agli ufficiali giudiziari. Non si può continuare a fare cassa con le pensioni dei lavoratori. Vanno eliminate le restrizioni su Ape sociale e Opzione donna e bisogna investire di più sull’indicizzazione e la perequazione delle pensioni”.

Secondo la confederazione di via Po ci sono ancora le condizioni per discutere, cambiare e migliorare la legge di bilancio con l’obiettivo di realizzare un nuovo e moderno patto sociale e un’Agenda 2024 che mettano al centro crescita, sviluppo sostenibile, rilancio degli investimenti, recupero di produttività, qualità e stabilità del lavoro, investimenti sulla formazione e competenze. Sbarra ha avvertito Meloni anche sulle privatizzazioni: “Se l’idea è quella di svendere, ci metteremo di traverso. No a una stagione di saldi di Stato”. Infine, un messaggio anche per Cgil e Uil: “Smettiamola di pensare a un’egemonia che è finita con il ‘900. Serve condivisione, responsabilità e il rispetto tra di noi. Abbiamo assistito a provocazioni, insulti e ingiurie. Noi rispettiamo, anche se non condividiamo molte volte le scelte e le strategie di Cgil e Uil, ma il sindacato deve restare unito, compatto con grandi obiettivi strategici. Si prenda atto, laicamente, dell’esistenza di differenti sensibilità, di modi diversi di intendere l’azione sindacale e il ruolo del sindacato. Non accettiamo lezioni da nessuno”. Intanto, la Cisl continua la sua battaglia sulla partecipazione. Lunedì consegnerà alla Camera le firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare.

I sindacati di base del trasporto pubblico locale spostano lo sciopero di 24 ore al 15 dicembre

I sindacati di base del trasporto pubblico locale spostano lo sciopero di 24 ore al 15 dicembreMilano, 25 nov. (askanews) – I sindacati di base spostano lo sciopero nazionale nel trasporto pubblico al 15 dicembre. Lo rende noto un comunicato di Adl Cobas, Cobas Lavoro Privato, Sgb, Cub Trasporti e Usb Lavoro Privato “Il ministro Salvini precetta uno sciopero regolare e riduce l’astensione da 24 a 4 ore. Rifiutiamo la riduzione illegittima e sfidiamo il ministro anti-sciopero il 15 dicembre prossimo”, si legge. “La precettazione da parte del Ministro dei Trasporti Salvini dello sciopero nazionale del Tpl di 24 ore, regolarmente indetto dalle sigle dei sindacati di base, altamente rappresentativi nel settore, è tutt’altro che inaspettata. Ciò, però, non toglie la gravità di quanto deciso da Salvini, interprete da padrone delle ferriere dell’art.8 della L.146/90”.

“Le motivazioni addotte da Salvini per giustificare l’intervento di riduzione della astensione dal lavoro in programma, un potere del Ministro che la legge prevede solo per situazioni eccezionali, sono invece ridicole – scrivono – e suonano come un vero e proprio oltraggio all’esercizio di un diritto costituzionale. Va sottolineato come questo sciopero sia stato indetto più di un mese fa, prima persino di quello di Cigl e Uil, nel pieno rispetto delle più restrittive norme in Europa per l’effettuazione di uno sciopero. Significativo a tale proposito il fatto che la Commissione di Garanzia non ha mosso il benché minimo rilievo alla proclamazione dello sciopero del TPL del 27.11.2023″.”E’ oramai evidente che il problema è diventato politico – sottolineano i sindacati -, accettare la riduzione imposta nell’ordinanza sarebbe a nostro avviso come fare proprio che un Ministro consideri il diritto di sciopero alla stregua di una propria concessione ai sindacati, tanto da considerarne eccessiva la durata di 24 ore”. “Per questo motivo, le scriventi organizzazioni sindacali – si legge – hanno deciso unitariamente di rifiutare la riduzione e di spostare lo sciopero nazionale di 24 ore di tutto il trasporto pubblico locale al 15 dicembre prossimo, sfidando il Ministro Salvini sul terreno dei diritti costituzionali, oltre che nel merito delle questioni poste dalle istanze dei lavoratori, ignorate dalle controparti datoriali e dal responsabile del dicastero dei trasporti.

“Non è più tollerabile – concludono – che questo avvenga senza che i lavoratori e l’intera società che SI riconosce nei valori della Carta Costituzionale e che la continuerà a difendere, prendano una esplicita posizione contro questa palese aggressione a uno dei diritti costituzionali più importanti”.

Nel 2023 oltre 5,5 mln assunzioni programmate (+6,4%), turismo traina

Nel 2023 oltre 5,5 mln assunzioni programmate (+6,4%), turismo trainaMilano, 25 nov. (askanews) – Oltre 5,5 milioni di assunzioni programmate dalle imprese nel 2023 con contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per la durata superiore a 30 giorni: 330mila in più rispetto al 2022 (+6,4%) e quasi 894mila in più rispetto al 2019 (+19,4%). È lo scenario delineato dal Bollettino annuale 2023 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, e diffuso in occasione delle iniziative promosse nell’ambito della 32esima edizione di Job&Orienta, il salone dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro che si tiene a Verona.

L’andamento positivo dell’occupazione nel settore privato quest’anno, nonostante condizioni economiche meno favorevoli nel secondo semestre, si deve in particolare all’effetto trainante della filiera del turismo, che supera il milione e 100mila assunzioni previste (+160mila rispetto al 2022 e +291mila sul 2019), del commercio, quasi 749mila contratti (rispettivamente, +77mila e +59mila), delle costruzioni (+40mila e +177mila, per complessive 549mila assunzioni) e delle industrie manifatturiere (con 957mila entrate, +22mila sul 2022 e +103mila sul 2019). Il mismatch continua ad aumentare per tutti i profili ricercati, collocandosi al 45,1% delle assunzioni, in crescita di 4,6 punti percentuali sul 2022 e di 18,7 p.p. sul 2019. In particolare, raggiunge il 60,3% la quota di criticità per gli operai specializzati. Per più di 8 assunzioni su 10 i candidati dovranno possedere almeno un titolo di studio secondario: oltre 800mila i contratti per profili con una formazione terziaria (laurea o ITS Academy) e più di 3,5 milioni le posizioni offerte per professioni con un titolo tecnico-professionale e di istruzione e formazione professionale. Difficili da reperire il 65,5% dei diplomati ITS Academy, il 49% laureati e il 46,9% dei qualificati/diplomati professionali.

Tpl, Salvini: su rinvio sciopero ha prevalso il buonsenso

Tpl, Salvini: su rinvio sciopero ha prevalso il buonsensoMilano, 25 nov. (askanews) – Il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, esprime “grande soddisfazione” per il rinvio dello sciopero del 27 novembre annunciato da alcuni dei promotori. La mobilitazione, inizialmente in agenda per lunedì e della durata di 24 ore, ha subìto la precettazione del Mit che ha ridotto il tempo per incrociare le braccia a sole 4 ore tanto che alcuni dei sindacati coinvolti hanno ufficialmente posticipato l’iniziativa a dicembre. Così una nota del Mit.

“Ha prevalso il buonsenso e sono soddisfatto di aver tutelato milioni di cittadini che devono vedere garantita la loro possibilità di spostamento, senza cancellare il sacrosanto diritto allo sciopero”, ha dichiarato. In questo senso, anche alla luce di quanto emerso dal tavolo di confronto organizzato ieri al Mit con le sigle che hanno proclamato l’agitazione, Salvini auspica che “le prossime settimane possano servire per promuovere un sereno confronto tra le aziende e i rappresentanti dei lavoratori”.

Sindacato, Sbarra a Cgil-Uil: basta egemonie, serve condivisione

Sindacato, Sbarra a Cgil-Uil: basta egemonie, serve condivisioneRoma, 25 nov. (askanews) – “Smettiamola di pensare a un’egemonia che è finita con il ‘900. Serve condivisione, responsabilità e il rispetto tra di noi”. Lo ha sottolineato il leader della Cisl, Luigi Sbarra, rivolgendosi a Cgil e Uil dopo le tensioni dei giorni scorsi in alcuni luoghi di lavoro seguite alla divisioni prima sul salario minimo e poi sullo sciopero.

“Abbiamo assistito a provocazioni, insulti e ingiurie – ha detto Sbarra a margine della manifestazione nazionale della Cisl – noi rispettiamo, anche se non condividiamo molte volte le scelte e le strategie di Cgil e Uil, ma il sindacato deve restare unito, compatto con grandi obiettivi strategici. Con Cgil e Uil continuiamo ad avere piattaforme comuni, a gestire rinnovi contrattuali, a governare crisi aziendali e su alcune grandi strategie. E’ un patrimonio di unità e coesione: abbiamo giudizi e valutazioni diversi molte volte sui risultati che portiamo a casa. Penso che quando conquistiamo risultati li dobbiamo capitalizzare, valorizzare – ha aggiunto – perché rappresentano la fatica, le mobilitazioni e momenti di confronto e negoziato. Quindi, riflettiamoci e condividiamo”.

Pnrr rivisto, più soldi e più ambizione per clima e digitale

Pnrr rivisto, più soldi e più ambizione per clima e digitaleBruxelles, 24 nov. (askanews) – Il Pnrr rivisto italiano, che ha avuto oggi il via libera della Commissione europea, comporta 2,75 miliardi di euro in più assegnati al nuovo capitolo “REPowerEU” per la riforma energetica, e 144 milioni di euro aggiuntivi (in entrambi i casi sovvenzioni non rimborsabili) a causa della correzione della chiave di ripartizione tra gli Stati membri fatta nel giugno 2022, in base alla crescita economica più bassa del previsto. In totale, con la revisione i fondi del Pnrr per l’Italia passano da 191,5 miliardi e 194,394 miliardi (di cui 69 miliardi in sovvenzioni, e il resto in prestiti), rispetto al Pnrr originario.

Inoltre, gli obiettivi della transizione verde e di quella digitale non solo non sono stati indeboliti con la revisione ma vengono rafforzati, con il 39% dei fondi che saranno destinati ai progetti contro il cambiamento climatico (rispetto al 37,5% iniziale) e il 25,6% dedicati alla digitalizzazione (rispetto al 25,1%). Il nuovo capitolo “REPowerEU” prevede una dotazione di 11,17 miliardi in totale: oltre ai 2,75 miliardi aggiuntivi già menzionati, ci sono 8,4 miliardi provenienti da progetti che sono stati eliminati dal Pnrr (ma in molti casi per essere finanziati da fondi nazionali o fondi Ue della politica di coesione, che non hanno la scadenza tassativa del 2026).

Il nuovo Piano include 145 in tutto 145 misure o progetti nuovi o modificati (inclusi quelli del REPowerEU). Un centinaio di queste modifiche sono state apportate a causa di circostanze oggettive (crisi energetica, alta inflazione, problemi nelle catene di approvvigionamento, ritardi negli appalti pubblici, altri ostacoli imprevisti, eventi meteorologici estremi). In alcuni casi, le misure inizialmente previste sono state sostituite da misure alternative considerate migliori, mentre diversi progetti sono stati eliminati (soprattutto quelli che non avrebbero potuto essere realizzati entro il 2026), con i finanziamenti inizialmente previsti riassegnati ad altri progetti. Gli investimenti che sono stati rivisti e rafforzati riguardano in particolare l’efficienza energetica nei processi di produzione, la povertà energetica, le infrastrutture per la trasmissione dell’elettricità e il trasporto del gas, il riciclaggio delle materie prime critiche, la formazione e le competenze nell’economia verde nel settore privato, nel mercato del lavoro e tra gli impiegati delle Amministrazioni pubbliche, la promozione dell’idrogeno (soprattutto per i treni a zero emissioni).

Verranno rafforzati gli investimenti nelle infrastrutture per la distribuzione dell’acqua e la gestione dei rifiuti e delle acque reflue, per gli alloggi per gli studenti, per la riqualificazione urbana. Saranno riorientati gli investimenti per l’efficienza energetica delle abitazioni (precedentemente previsti nel quadro del Superbonus, continueranno con i programmi per l’edilizia popolare), per diverse connessioni ferroviarie (sempre in considerazione di ciò che può essere completato entro il 2026 e ciò che non potrà esserlo, e dovrà fare affidamento piuttosto sui fondi di coesione), e per la riduzione di rischi idrogeologici (molti più fondi andranno all’Emilia Romagna e alle Marche, dopo le disastrose alluvioni di quest’anno). Anche diverse riforme previste nella prima versione del Pnrr (giustizia civile, appalti pubblici, ritardi di pagamento delle Pubbliche Amministrazioni) sono state riviste, con gli obiettivi e i tempi per raggiungerli modificati, per recuperare i ritardi e rafforzare le condizioni per realizzarle. Prevista, tra l’altro, l’unificazione di tutte le procedure e della legislazione esistenti sulle procedure di autorizzazione per le energie rinnovabili.

Il nuovo Pnrr prevede, infine, che siano ridotti i sussidi statali “dannosi per l’ambiente” per 22 miliardi di euro, con una prima parte da decidere entro l’inizio del 2026 e il resto entro il 2030.

Bankitalia: da debito pubblico e Pil lento rischi sulla stabilità finanziaria

Bankitalia: da debito pubblico e Pil lento rischi sulla stabilità finanziariaRoma, 24 nov. (askanews) – Debolezza dell’economia globale, alto debito pubblico dell’Italia e timori che si ritorni a una situazione di bassa crescita strutturale: sono i fattori che in questa fase stanno pesando sui rischi per la stabilità finanziaria della Penisola. All’opposto, a contenere queste spinte contribuiscono il miglioramento delle condizioni nel sistema bancario italiano e il basso livello di indebitamento di famiglie e imprese. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Lo studio rileva come l’economia globale stia rallentando e le prospettive di crescita siano condizionate dalle forti tensioni geopolitiche e dalla decelerazione dell’attività economica in Cina. L’inflazione nei paesi avanzati è in calo, ma ancora superiore agli obiettivi della politica monetaria, che permane restrittiva. La scorsa estate, ricorda Bankitalia, i timori di una restrizione monetaria più protratta del previsto hanno determinato un peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari internazionali, in gran parte riassorbito nelle ultime settimane. E negli ultimi mesi i tassi sono fortemente aumentati sui mercati dei titoli di Stato a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti.

Il tutto mentre Bce e Eurosistema delle banche centrali proseguono la manovra di inasprimento quantitativo, non rinnovando i titoli acquistati con il piano App quando giungono a scadenza. Ma secondo Bankitalia la liquidità e il funzionamento del mercato secondario dei titoli di Stato non hanno risentito di questa manovra, più che compensata dall’aumento degli acquisti da parte delle famiglie. Seppure favorevoli, prosegue lo studio, le condizioni di liquidità sono comunque particolarmente sensibili alle notizie relative all’economia globale e alla politica di bilancio, oltre che alle decisioni di politica monetaria.

Nel frattempo in Italia i prezzi delle abitazioni hanno continuato a salire, benché a ritmi inferiori a quelli dello scorso anno e molto al di sotto dell’inflazione. E il rallentamento proseguirebbe nel 2024. Le compravendite sono risultate ancora in flessione, anche a seguito del peggioramento delle condizioni di accesso al credito. L’immobiliare italiano, comunque, anche per l’assenza di corse al rialzo eccessive negli anni scorsi, appare esposto a rischi di brusche correzioni al ribasso rispetto a quelli di altri Paesi Ue, in particolare la Germania.

I rischi provenienti dal settore delle famiglie rimangono contenuti. La loro ricchezza finanziaria è cresciuta nel primo semestre dell’anno, prosegue Bankitalia, a fronte dei bassi tassi di interesse sui depositi a vista le famiglie ne hanno ridotto le consistenze e hanno aumentato gli investimenti in attività finanziarie. Il rapporto tra indebitamento e reddito disponibile, già basso nel confronto internazionale, è sceso. Tuttavia è salito il tasso di deterioramento del credito, in particolare, si legge, nel comparto dei mutui a tasso variabile. Passando alle imprese, il rallentamento economico e l’incremento dei costi di finanziamento incidono sulla situazione finanziaria, la cui rischiosità si mantiene comunque nel complesso limitata, secondo Bankitalia. Il credito si è ridotto in modo significativo per effetto del maggiore costo, delle minori esigenze finanziarie per investimenti e dell’aumento dei rimborsi di prestiti assistiti da garanzia pubblica contratti durante la pandemia. L’indebitamento in rapporto al Pil ha continuato a flettere, rimanendo ben al di sotto della media dell’area dell’euro mentre la capacità di servizio del debito si conferma buona. Ma anche qui Bankitalia avverte: l’incremento del costo dei finanziamenti potrebbe determinare nel 2024 un aumento del tasso di deterioramento dei prestiti. Passando al sistema bancario della Penisola, secondo il Rapporto i principali rischi continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita. Sebbene la qualità degli attivi abbia mostrato finora solo lievi segnali di deterioramento, la decelerazione dell’attività economica e l’elevato livello dei tassi di interesse potranno determinare un peggioramento della capacità dei debitori di fare fronte ai propri impegni. La redditività delle banche è fortemente aumentata, si legge, favorita dal buon andamento del margine di interesse, ma nel prossimo biennio risentirà del maggior costo della raccolta e di un più alto tasso di deterioramento dei prestiti. Il profilo di liquidità resta equilibrato; il rimborso, nel mese di giugno, di un importo rilevante delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro3) non ha avuto ripercussioni di rilievo. I coefficienti patrimoniali sono migliorati. Uno stress test condotto sulle banche vigilate direttamente dalla Banca d’Italia mostra che queste sarebbero nel complesso in grado di sostenere l’impatto di scenari macroeconomici avversi, in linea con quanto già riscontrato per i gruppi maggiori nell’esercizio condotto nei mesi scorsi a livello europeo. Quanto alle assicurazioni, prosegue lo studio, nei primi nove mesi dell’anno la patrimonializzazione del comparto è cresciuta, beneficiando dell’aumento del valore degli investimenti. Nel primo semestre la redditività è migliorata, anche se continua a risentire delle minusvalenze non realizzate sui titoli in portafoglio. La posizione di liquidità si mantiene complessivamente buona, benché nel comparto vita siano proseguiti il calo della raccolta premi e le estinzioni anticipate dei contratti. Infine, la raccolta netta dei fondi comuni italiani è risultata negativa sia nel secondo sia nel terzo trimestre dell’anno, risentendo dell’incertezza connessa con la situazione macroeconomica e con il rialzo dei tassi di interesse; i deflussi sono riconducibili soprattutto a risparmiatori al dettaglio. I fondi hanno aumentato gli investimenti in titoli governativi e in obbligazioni con merito di credito elevato, riducendo le disponibilità liquide. I rischi del comparto rimangono contenuti. E generale La Banca d’Italia ha rivisto la metodologia di individuazione delle banche a rilevanza sistemica nazionale (O-SII) e di calibrazione della relativa riserva di capitale (buffer), designando sette O-SII per il 2024. Con l’introduzione dei nuovi buffer i requisiti macroprudenziali richiesti alle O-SII italiane si avvicinano a quelli mediamente applicati alle altre O-SII europee con profili di rischio simili.

Bankitalia: debito pubblico e Pil lento rischi su stabilità finanza

Bankitalia: debito pubblico e Pil lento rischi su stabilità finanzaRoma, 24 nov. (askanews) – Debolezza dell’economia globale, alto debito pubblico dell’Italia e timori che si ritorni a una situazione di bassa crescita strutturale: sono i fattori che in questa fase stanno pesando sui rischi per la stabilità finanziaria della Penisola. All’opposto, a contenere queste spinte contribuiscono il miglioramento delle condizioni nel sistema bancario italiano e il basso livello di indebitamento di famiglie e imprese. E’ la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Lo studio rileva come l’economia globale stia rallentando e le prospettive di crescita siano condizionate dalle forti tensioni geopolitiche e dalla decelerazione dell’attività economica in Cina. L’inflazione nei paesi avanzati è in calo, ma ancora superiore agli obiettivi della politica monetaria, che permane restrittiva. La scorsa estate, ricorda Bankitalia, i timori di una restrizione monetaria più protratta del previsto hanno determinato un peggioramento delle condizioni dei mercati finanziari internazionali, in gran parte riassorbito nelle ultime settimane. E negli ultimi mesi i tassi sono fortemente aumentati sui mercati dei titoli di Stato a lungo termine, soprattutto negli Stati Uniti.

Il tutto mentre Bce e Eurosistema delle banche centrali proseguono la manovra di inasprimento quantitativo, non rinnovando i titoli acquistati con il piano App quando giungono a scadenza. Ma secondo Bankitalia la liquidità e il funzionamento del mercato secondario dei titoli di Stato non hanno risentito di questa manovra, più che compensata dall’aumento degli acquisti da parte delle famiglie. Seppure favorevoli, prosegue lo studio, le condizioni di liquidità sono comunque particolarmente sensibili alle notizie relative all’economia globale e alla politica di bilancio, oltre che alle decisioni di politica monetaria.

Nel frattempo in Italia i prezzi delle abitazioni hanno continuato a salire, benché a ritmi inferiori a quelli dello scorso anno e molto al di sotto dell’inflazione. E il rallentamento proseguirebbe nel 2024. Le compravendite sono risultate ancora in flessione, anche a seguito del peggioramento delle condizioni di accesso al credito. L’immobiliare italiano, comunque, anche per l’assenza di corse al rialzo eccessive negli anni scorsi, appare esposto a rischi di brusche correzioni al ribasso rispetto a quelli di altri Paesi Ue, in particolare la Germania.

I rischi provenienti dal settore delle famiglie rimangono contenuti. La loro ricchezza finanziaria è cresciuta nel primo semestre dell’anno, prosegue Bankitalia, a fronte dei bassi tassi di interesse sui depositi a vista le famiglie ne hanno ridotto le consistenze e hanno aumentato gli investimenti in attività finanziarie. Il rapporto tra indebitamento e reddito disponibile, già basso nel confronto internazionale, è sceso. Tuttavia è salito il tasso di deterioramento del credito, in particolare, si legge, nel comparto dei mutui a tasso variabile. Passando alle imprese, il rallentamento economico e l’incremento dei costi di finanziamento incidono sulla situazione finanziaria, la cui rischiosità si mantiene comunque nel complesso limitata, secondo Bankitalia. Il credito si è ridotto in modo significativo per effetto del maggiore costo, delle minori esigenze finanziarie per investimenti e dell’aumento dei rimborsi di prestiti assistiti da garanzia pubblica contratti durante la pandemia. L’indebitamento in rapporto al Pil ha continuato a flettere, rimanendo ben al di sotto della media dell’area dell’euro mentre la capacità di servizio del debito si conferma buona. Ma anche qui Bankitalia avverte: l’incremento del costo dei finanziamenti potrebbe determinare nel 2024 un aumento del tasso di deterioramento dei prestiti. Passando al sistema bancario della Penisola, secondo il Rapporto i principali rischi continuano a dipendere dalle deboli prospettive di crescita. Sebbene la qualità degli attivi abbia mostrato finora solo lievi segnali di deterioramento, la decelerazione dell’attività economica e l’elevato livello dei tassi di interesse potranno determinare un peggioramento della capacità dei debitori di fare fronte ai propri impegni. La redditività delle banche è fortemente aumentata, si legge, favorita dal buon andamento del margine di interesse, ma nel prossimo biennio risentirà del maggior costo della raccolta e di un più alto tasso di deterioramento dei prestiti. Il profilo di liquidità resta equilibrato; il rimborso, nel mese di giugno, di un importo rilevante delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Tltro3) non ha avuto ripercussioni di rilievo. I coefficienti patrimoniali sono migliorati. Uno stress test condotto sulle banche vigilate direttamente dalla Banca d’Italia mostra che queste sarebbero nel complesso in grado di sostenere l’impatto di scenari macroeconomici avversi, in linea con quanto già riscontrato per i gruppi maggiori nell’esercizio condotto nei mesi scorsi a livello europeo. Quanto alle assicurazioni, prosegue lo studio, nei primi nove mesi dell’anno la patrimonializzazione del comparto è cresciuta, beneficiando dell’aumento del valore degli investimenti. Nel primo semestre la redditività è migliorata, anche se continua a risentire delle minusvalenze non realizzate sui titoli in portafoglio. La posizione di liquidità si mantiene complessivamente buona, benché nel comparto vita siano proseguiti il calo della raccolta premi e le estinzioni anticipate dei contratti. Infine, la raccolta netta dei fondi comuni italiani è risultata negativa sia nel secondo sia nel terzo trimestre dell’anno, risentendo dell’incertezza connessa con la situazione macroeconomica e con il rialzo dei tassi di interesse; i deflussi sono riconducibili soprattutto a risparmiatori al dettaglio. I fondi hanno aumentato gli investimenti in titoli governativi e in obbligazioni con merito di credito elevato, riducendo le disponibilità liquide. I rischi del comparto rimangono contenuti. E generale La Banca d’Italia ha rivisto la metodologia di individuazione delle banche a rilevanza sistemica nazionale (O-SII) e di calibrazione della relativa riserva di capitale (buffer), designando sette O-SII per il 2024. Con l’introduzione dei nuovi buffer i requisiti macroprudenziali richiesti alle O-SII italiane si avvicinano a quelli mediamente applicati alle altre O-SII europee con profili di rischio simili.