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Immobiliare, Nomisma: compravendite -13% con crollo mutui erogati (-29%)

Immobiliare, Nomisma: compravendite -13% con crollo mutui erogati (-29%)Milano, 22 nov. (askanews) – Il rallentamento del mercato immobiliare italiano, che aveva iniziato a manifestarsi a partire dal secondo semestre del 2022, si è fatto progressivamente più intenso nel corso di quest’anno e minaccia ora di estendersi al prossimo. E’ quanto emerge dal terzo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma che ha analizzato le performance immobiliari dei 13 principali mercati italiani (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia).

L’erosione del potere di acquisto delle famiglie italiane associata alle difficoltà di accesso al credito ha finito per penalizzare le prospettive del comparto. Politiche creditizie più prudenti unitamente alla frenata della domanda si ripercuotono sui volumi di mutui erogati, che registrano un calo del 29% nell’anno in corso, con una conseguente diminuzione delle compravendite nell’ordine del 13%. Le difficoltà riscontrate dalle famiglie a finalizzare l’acquisto di una casa fanno crescere l’interesse per il mercato degli affitti: nell’ultimo anno il 7,3% della domanda si è spostata dall’acquisto all’affitto accentuando la pressione su un comparto già saturo. Considerando le compravendite residenziali, se nel 2022 si era registrato un rallentamento della crescita (+4,7% annuo), la flessione tendenziale semestrale (primo semestre 2023/primo semestre 2022) si è attestata al -12,5% per un totale di 50mila scambi in meno. Nel secondo semestre 2023 la variazione semestrale dei prezzi si è attestata tra l’estremo inferiore delle abitazioni in ottimo stato di Cagliari (-1,3%) e quello superiore rappresentato da Milano (+1,3%).

Nel secondo semestre il parziale spostamento di interesse verso il mercato degli affitti ha portato ad una vera e propria ascesa dei canoni (+2,1%). Analizzando le singole città si segnalano gli incrementi compresi tra il +3-4% di Milano, Firenze e Torino, fino al +5% di Bologna. Infine, sui tempi di vendita, nei maggiori mercati sono necessari meno di 5 mesi per concludere una trattativa. Si passa dai 5,5 mesi di Padova, Venezia, Firenze; Roma, Bari e Catania, ai 4 mesi di Milano e Bologna. Considerando il segmento della locazione la forbice varia dal mese e mezzo a poco più di due mesi.

Mps, Moody’s alza rating di un gradino a Ba3, outlook positivo

Mps, Moody’s alza rating di un gradino a Ba3, outlook positivoRoma, 22 nov. (askanews) – Moody’s ha migliorato di un gradino i rating su Banca Monte dei Paschi di Siena, portando il rating standalone Baseline Credit Assessment a “Ba3” da “B1”, il long-term deposit rating a “Ba1” da “Ba2” e il long-term senior unsecured debt a “Ba3” da “B1”.

La decisione di Moody’s, riporta un comunicato, si inserisce in un’ampia revisione dei rating di alcune banche italiane e fa seguito all’azione di rating sull’Italia del 17 novembre scorso, che ha determinato il miglioramento di outlook sulla Repubblica italiana. Il miglioramento su Mps riflette anche, secondo Moody’s, i progressi compiuti dalla Banca nella ristrutturazione, la maggiore capacità di generare utili e la riduzione del profilo di rischio, in un contesto operativo più favorevole. Per l’Agenzia, inoltre, Mps beneficia di una base di depositi retail ampia e ha riconquistato l’accesso al mercato obbligazionario.

L’outlook sui rating di lungo termine dei depositi e del debito senior unsecured di Mps è stato confermato a positivo, si legge, e riflette l’opinione di Moody’s secondo cui il miglioramento del merito creditizio della Banca potrebbe portare ad un rating standalone Bca più elevato se i progressi compiuti si dovessero mantenere nei prossimi 12-18 mesi.

Enel, nuovo Piano: selettivi in rinnovabili, 49% investimenti Italia

Enel, nuovo Piano: selettivi in rinnovabili, 49% investimenti ItaliaRoma, 22 nov. (askanews) – Nuovo Piano strategico 2024-2026 per Enel, il primo targato Flavio Cattaneo, l’amministratore delegato che ha assunto la guida della società dalla primavera scorsa. La società, che ha presentato le strategie per i prossimi 3 anni agli analisti, a Milano, ha pianificato investimenti lordi per 35,8 miliardi, in flessione rispetto ai 37 mld previsti nel piano precedente, di cui il 49% in Italia. Tra i punti chiave del piano gli investimenti diventano più selettivi nelle rinnovabili, c’è un maggiore focus sulle reti con centralità dei business regolati, la prosecuzione del piano di dismissioni con un incasso di 8 miliardi nel 2024, una riduzione del debito per 11,5 miliardi di euro tra il 2023 e il 2024 e un taglio dei costi per 1,2 miliardi al 2026. Il piano resta concentrato sui 6 paesi core di Enel, nello specifico Italia, Spagna, Brasile, Cile, Colombia e Stati Uniti mentre il gruppo annuncia l’uscita dal business elettrico in Perù con una cessione del 100% degli asset per 1,3 mld di euro.

“La strategia che annunciamo oggi – ha detto Cattaneo – punta a trasformare il gruppo Enel in un’organizzazione più snella, flessibile e resiliente, pronta per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che possono presentarsi in futuro”. “Nei prossimi tre anni adotteremo un approccio più selettivo negli investimenti, per massimizzare la redditività e minimizzare i rischi. Ci concentreremo sui nostri Paesi core implementando strategie integrate, puntando sulle reti, le energie rinnovabili. La disciplina finanziaria sarà il fondamento della nostra strategia, per potenziare la generazione di cassa e l’efficienza”, ha aggiunto Cattaneo.

Per quanto riguarda le reti tra il 2024 e il 2026 il gruppo ha pianificato investimenti lordi pari a circa 18,6 miliardi di euro nelle reti, di cui 15,2 miliardi di euro circa al netto di finanziamenti, con una concentrazione degli investimenti sulle aree geografiche caratterizzate da un quadro regolatorio più equilibrato e chiaro, in particolare in Italia dove il gruppo prevede circa 12,2 miliardi di euro di investimenti lordi, pari a un aumento del 47% rispetto al 2021-2023. Nelle rinnovabili si prevede di realizzare partnership per i progetti al fine di flessibilizzare le risorse finanziarie investite per un importo complessivo pari a circa 6,1 miliardi di euro. In particolare il gruppo ha pianificato investimenti lordi totali pari a circa 12,1 miliardi di euro tra il 2024 e il 2026. Nello specifico prevede di investire su eolico onshore, solare e batterie di accumulo. Tra il 2024 e il 2026 si stima che la società potrà di realizzare circa 13,4 GW di nuova capacità rinnovabile in tutte le geografie in cui è presente grazie a una solida pipeline di circa 450 GW, di cui circa 160 GW in fase avanzata.

Grazie al Piano Enel prevede che l’Ebitda ordinario aumenti a un valore compreso tra 23,6 e 24,3 miliardi di euro nel 2026. L’Ebitda ordinario atteso al 2023 ammonta a un valore compreso tra 21,5 e 22,5 miliardi di euro mentre l’utile netto è stimato a un valore compreso tra 7,1 e 7,3 miliardi di euro nel 2026 mentre nel 2023 l’utile netto ordinario atteso ammonta a un valore compreso tra 6,4 e 6,7 miliardi di euro. Il gruppo conferma una politica dei dividendi “semplice e attrattiva” con un dividendo fisso minimo pari a 0,43 euro per il periodo 2024-2026, con un aumento potenziale fino a un payout del 70% sull’utile netto ordinario in caso di raggiungimento della neutralità dei flussi di cassa.

Moody’s ha migliorato l’outlook a “stabile” a 18 banche italiane

Moody’s ha migliorato l’outlook a “stabile” a 18 banche italianeRoma, 22 nov. (askanews) – Ieri l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato a “stabile” da “negativo” l’outlook di 18 banche e istituzioni finanziarie italiane, confermandone i rispettivi rating e facendo seguito alla decisione di venerdì scorso di confermare la valutazione sull’Italia, in cui ha migliorato l’outlook stabile.

Un comunicato diffuso da Moody’s riporta l’elenco delle banche coinvolte dal miglioramento di outlook: Intesa SanPaolo, UniCredit, Bpm, Bper, Mps, Credi Agricole Italia, Bnl, Mediobanca, Credem, CA Auto Bank, Banca Sella, Banca del Mezzogiorno, Banca Ifis, Bff Bank, Cassa Centrale Raiffeisen, Mediocredito Trentino, Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e Invitalia.

Bce: prospettive stabilità finanziaria eurozona restano fragili

Bce: prospettive stabilità finanziaria eurozona restano fragiliRoma, 22 nov. (askanews) – I mercati finanziari nell’area euro restano esposti a sviluppi avversi a livello geopolitico e macro finanziario, che potrebbero venire potenzialmente amplificati dalle vulnerabilità presenti in alcune istituzioni della finanza non bancaria. L’economia reale non ha ancora pienamente risentito della stretta monetaria degli ultimi mesi e l’aumento dei costi di indebitamento e di rinnovo dei debiti metterà alla prova la resilienza di famiglie, imprese e Stati. La redditività delle banche è stata sostenuta dai rialzi dei tassi ma ora subirà venti contrari con l’aumento dei costi di finanziamento e il peggioramento della qualità e dei volumi di credito. E’ la fotografia scattata dalla Bce nell’ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria, presentato oggi con una conferenza stampa.

Secondo lo studio le prospettive per la stabilità finanziaria dell’area euro restano fragili. “La debolezza dell’economia assieme alle ricadute dell’alta inflazione stanno mettendo sotto pressione la capacità di consumatori, imprese e paesi di rinnovare i loro debiti”, avverte il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos citato in un comunicato. “E’ cruciale che restiamo attenti mentre l’economia passa da un contesto di tassi più elevati assieme a crescenti incertezze e tensioni geopolitiche”. Secondo la Bce mercati finanziari e istituzioni non bancarie restano altamente sensibili a ulteriori sviluppi negativi e le loro vulnerabilità potrebbero essere esposte a inattesi sviluppi negativi. I fondi di investimento e altre istituzioni non bancarie restano vulnerabili alle liquidità, al ricorso alla leva e ai rischi di credito. Questo richiama la necessità di rafforzare la loro resilienza da un punto di vista macro prudenziale.

In particolare la Bce rileva che l’effetto della stretta monetaria “è già visibile nel settore immobiliare” nell’area euro, che sta assistendo a una contrazione. Nei mercati dell’immobiliare residenziale (casa) “il calo dei prezzi è stato guidato dal deterioramento dell’accessibilità ai mutui con i costi in crescita. Sull’immobiliare commerciale – prosegue la Bce – gli effetti dell’aumento dei costi di finanziamento sono stati rinforzati da cali strutturali della domanda per uffici e per proprietà dopo la pandemia di Covid”, e di tutte le relative misure restrittive imposte dai governi. Il comunicato, invece, non cita gli effetti sull’immobiliare delle politiche climatiche dell’Ue e della stretta sui costosissimi requisiti di efficientamento energetico degli edifici.

Passando alle banche, secondo il rapporto si sono dimostrate resilienti agli shock mentre la loro redditività è migliorata. Al tempo stesso ora fronteggiano difficoltà da tre principali elementi: primo, prosegue la Bce, i costi di finanziamento sono attesi in aumento, mentre i titolari di depositi trasferiscono fondi verso sistemi a maggior rendimento o obbligazioni. Secondo, la qualità degli impieghi delle banche potrebbe soffrire a causa di una combinazione di alti costi di servizio del debito e indebolimento dell’economia. Terzo, dice ancora la Bce, la redditività fronteggerà un calo consistente dovuto ai volumi di credito in diminuzione combinati con minore domanda e inasprimento dei crediti di erogazione dei prestiti.

Secondo l’istituzione complessivamente il sistema bancario è ben piazzato per affrontare questi rischi. Le autorità macro prudenziali hanno aumentato i margini di robustezza delle banche e la Bce raccomanda di mantenere la rotta su questo versante, completando il processo di Basilea III.

Inps avvia accertamento esistenza in vita pensionati all’estero

Inps avvia accertamento esistenza in vita pensionati all’esteroRoma, 22 nov. (askanews) – L’Inps ha programmato il processo di accertamento dell’esistenza in vita, per gli anni 2024 e 2025, dei pensionati che riscuotono all’estero. La verifica, secondo quanto riporta un comunicato, sarà articolata in due fasi. La prima, riferita all’anno 2024, che si svolgerà da marzo a luglio 2024, riguarderà i pensionati residenti in America, Asia, Estremo Oriente, Paesi scandinavi, Stati dell’Est Europa e Paesi limitrofi.

Citibank, si legge, curerà la spedizione delle richieste di attestazione dell’esistenza in vita a partire dal 20 marzo 2024 e i pensionati dovranno far pervenire le attestazioni entro il 18 luglio 2024. Nel caso in cui l’attestazione non sia prodotta, il pagamento della rata di agosto 2024, laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 agosto 2024, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di settembre 2024, avverte l’istituto.

La seconda fase della verifica, che si svolgerà da settembre 2024 a gennaio 2025, riguarderà i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania. Le comunicazioni saranno inviate ai pensionati a partire dal 20 settembre 2024 e i pensionati dovranno far pervenire le attestazioni di esistenza in vita entro il 18 gennaio 2025. Nel caso in cui l’attestazione non sia prodotta, il pagamento della rata di febbraio 2025, laddove possibile, avverrà in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita entro il 19 febbraio 2025, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2025, dice ancora l’Inps.

OpenAI ci ripensa, Altman richiamato alla guida dopo soli 4 giorni

OpenAI ci ripensa, Altman richiamato alla guida dopo soli 4 giorniRoma, 22 nov. (askanews) – Dopo appena quattro giorni dalla clamorosa estromissione, OpenAI, la società di intelligenza artificiale che controlla il sistema ChatGPT ha annunciato un accordo per il ritorno del cofondatore Sam Altman alla carica di amministratore delegato. L’annuncio è stato affidato ad una breve nota, in cui si precisa che è stata decisa anche una nuova composizione del Cda con la presenza di Bret Taylor quale presidente, Larry Summers e Adam D’Angelo.

Altman era stato estromesso a sorpresa venerdì scorso dopo che il Cda lo aveva accusato di scarsa trasparenza sulla gestione dello sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale. L’episodio aveva innescato una turbolenta rivolta degli investitori che ora vede estromettere il Cda con questa totale marcia indietro.

Usa, Fed: tassi restrittivi finché serve per rientro inflazione a 2%

Usa, Fed: tassi restrittivi finché serve per rientro inflazione a 2%Roma, 21 nov. (askanews) – I tassi di interesse sul dollaro fissati dalla Federal Reserve dovranno restare restrittivi abbastanza a lungo da garantire il ritorno dell’inflazione al valore obiettivo del 2%. E’ il messaggio chiave che viene ribadito dai verbali dell’ultimo direttorio di politica monetaria, il Fomc della Fed, che si è svolto il 31 ottobre il 1 novembre, il cui resoconto è stato pubblicato oggi dall’istituzione monetaria.

Non sembra fornire grandi elementi di novità rispetto a un quadro che già il primo novembre, dopo la conferma dei tassi al 5,25-5,50§% si era delineato come di sostanziale stabilità per i mesi a venire. Negli Stati Uniti “l’inflazione resta elevata ma ha continuato a mostrare segni di rallentamento”, secondo i tecnici della Fed. La crescita è rimasta solida nel terzo trimestre e componenti del Fomc, pur riconoscendo il continuo rallentamento dell’inflazione hanno anche notato che ci sono progressi solo limitati limitati nel rallentamento dei prezzi sui servizi chiave.

I partecipanti del Fomc hanno notato che l’inflazione resta ben al di sopra l’obiettivo del 2% e che l’alta inflazione continua a danneggiare imprese famiglie. Ma al tempo stesso si va attenuando la situazione di squilibrio sul mercato del lavoro. Per quanto riguarda la politica monetaria, secondo i verbali al Fomc è stato concordato che è cruciale che la linea di politica monetaria resti sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione 2% sul medio termine. Tutti hanno concordato che il comitato si trova nella posizione di poter procedere con cautela e che debba decidere volta per volta sulla base di tutte le informazioni disponibili. La decisione di confermare i tassi è stata unanime.

Mps: tonfo in Borsa (-7,9%) dopo collocamento 25% Mef, scambi boom

Mps: tonfo in Borsa (-7,9%) dopo collocamento 25% Mef, scambi boomMilano, 21 nov. (askanews) – Pioggia di vendite in Borsa, con scambi boom, su Mps dopo il collocamento lampo del 25% del capitale della banca da parte del Tesoro ad un prezzo di 2,92 euro, pari a uno sconto del 4,9% rispetto al prezzo di chiusura del 20 novembre, per un incasso complessivo di 920 milioni. Sulla performance del Monte, reduce da un recente rally, pesa la cessione a sconto: le azioni hanno lasciato sul terreno il 7,94%, chiudendo a 2,828 euro, al di sotto quindi del prezzo dell’accelerated book building rivolto agli investitori istituzionali che ieri sera in poche ore ha ricevuto richieste pari a oltre 5 volte l’ammontare iniziale, alzando l’offerta dal 20% al 25%. Fortissimi gli scambi, con il 7,9% del capitale passato di mano, pari a oltre 100 milioni di titoli.

Con il placement, il Mef è sceso dal 64% del capitale al 39% e si è impegnato a non vendere sul mercato ulteriori azioni per un periodo di 90 giorni. L’operazione, ha spiegato il Tesoro, “rappresenta la prima fase del più ampio processo che porterà il Mef a valorizzare pienamente la banca, nell’interesse della stessa e di tutti gli stakeholders, nel contesto del solido quadro patrimoniale e reddituale che caratterizza la banca e delle sue prospettive di ulteriore sviluppo”. Il mercato si interroga ora sul destino della banca, su quali possono essere i nuovi soci entrati nel capitale e sugli scenari di aggregazione, facilitato dalla discesa nel capitale del Mef. Anche se, “nell’attuale contesto di mercato – scrivono gli analisti di Equita – non vediamo necessariamente l’M&A come uno scenario di breve termine”. A Piazza Affari, intanto, dopo Mps i titoli più venduti sono proprio i due istituti che da sempre vengono associati, nonostante le ripetute smentite, a una possibile unione con Rocca Salimbeni: Banco Bpm ha perso il 4%, Bper il 3,87%.

Piazza Affari (-1,3%) chiude in rosso zavorrata dalle banche, tonfo Mps

Piazza Affari (-1,3%) chiude in rosso zavorrata dalle banche, tonfo MpsMilano, 21 nov. (askanews) – Chiusura in deciso ribasso per Piazza Affari, peggior Borsa in Europa, zavorrata dalle vendite che hanno colpito i titoli bancari dopo il blitz del Tesoro che, con un accelerated bookbuilding, ha collocato il 25% del capitale di Mps. L’indice principale Ftse Mib ha perso l’1,31% a 29.153 punti. Ribassi più contenuti per gli altri listini europei, in attesa dei verbali della Fed: Parigi -0,24%, Londra -0,22, mentre Francoforte ha chiuso poco sopra la parità.

Sotto i riflettori il titolo del Monte, che ha lasciato sul terreno il 7,49% chiudendo a 2,842 euro, al di sotto del prezzo del collocamento del Mef avvenuto a 2,92 euro, pari a uno sconto del 4,9% rispetto alla chiusura di ieri del titolo. A essere colpiti dalle vendite anche i titoli dei due istituti che vengono associati, nonostante le smentite, a un possibile M&A con Rocca Salimbeni: Banco Bpm ha perso il 3,91%, Bper il 3,7%. Male anche Tim (-3,36%). Sul fronte dei nostri titoli di Stato, lo spread ha chiuso in rialzo a 176 punti, ma con il rendimento del Btp decennale in discesa al 4,31%.