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Fmi: Bce stia più attenta al rischio di danneggiare la crescita

Fmi: Bce stia più attenta al rischio di danneggiare la crescitaRoma, 30 gen. (askanews) – Il capo economista del Fondo monetario internazionale vede una possibile divergenza di strategia sulla politica monetaria da adottare tra la Federal Reserve statunitense e la Banca centrale europea: mentre la prima deve prestare maggiore attenzione ai rischi di ripresa inflazionistica, la Bce deve piuttosto focalizzarsi sul pericolo di danneggiare troppo l’economia e di strafare in termini di calo del caro vita.

In un articolo che accompagna la pubblicazione del World Economic Outlook di interim, Pierre-Olivier Gourinchas rileva che la fase finale di normalizzazione dell’inflazione richiede ora una attenta calibrazione della politica monetaria, che entrambe le banche centrali hanno energicamente inasprito nei mesi passati. “Le incertezze persistono e le banche centrali ora fronteggiano rischi su due fronti. Devono evitare un allentamento prematuro che minerebbe la credibilità che hanno faticosamente ripristinato e porterebbe a un rimbalzo dell’inflazione. Ma i segnali di affanno nei settori sensibili tassi di interesse stanno aumentando – spiega il capo economista del Fmi – come sulle costruzioni e sull’attività di erogazione di prestiti che è calata marcatamente”. “Sarà altrettanto importante svoltare verso la normalizzazione monetaria in maniera tempestiva, come hanno già iniziato diverse economie emergenti dove l’inflazione è ben instradata al ribasso. Non farlo – avverte Gourinchas – mettere a repentaglio la crescita economica e rischierebbe di far calare l’inflazione sotto i livelli obiettivo”.

“A mio parere gli Stati Uniti, dove l’inflazione appare più dovuta alla domanda devono focalizzarsi sui rischi del primo tipo mentre l’area euro – conclude – dove l’aumento dei prezzi dell’energia ha giocato un ruolo sproporzionato, deve gestire più il secondo tipo di rischio. In entrambi i casi mantenere la rotta verso un atterraggio morbido potrebbe non essere facile”.

Fmi alza stima Pil Italia 2025 a +1,1%, taglia eurozona e Germania

Fmi alza stima Pil Italia 2025 a +1,1%, taglia eurozona e GermaniaRoma, 30 gen. (askanews) – Il Fondo monetario internazionale ha confermato la previsione di crescita economica dell’Italia su quest’anno al più 0,7 per cento in termini di Pil, mentre ha ritoccato al rialzo di un decimale di punto percentuale la stima di espansione sul 2025 al più 1,1 per cento. Le cifre sono inserite in una tabella riepilogativa all’interno di un parziale aggiornamento del World Economic Outlook, che presenta revisioni in ordine sparso sui vari paesi.

In generale per l’economia globale il Fmi ha ritoccato al rialzo di 2 decimali di punto, rispetto alle stime di tre mesi fa (ottobre 2023), l’attesa di crescita su quest’anno, ora al più 3,1% quest’anno, mentre sul 2025 la previsione è stata confermata al più 3,2%. Per l’eurozona il Fmi ha effettuato una generale revisione al ribasso delle aspettative, ora indica una crescita 2024 allo 0,9% e sul 2025 un più 1,7%, rispettivamente 0,3 e 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di tre mesi fa.

Il taglio più energico riguarda la Germania: il Fmi ha rivisto al ribasso di 0,4 punti percentuali sia la previsione di crescita di quest’anno, allo 0,5%, che peraltro segue una recessione dello 0,3% nel 2023, sia sul 2025 al più 1,6%. Per la Francia il Fmi prevede più 1% del Pil quest’anno e più 1,7% il prossimo, rispettivamente 0,3 e 0,1 punti percentuali in meno rispetto a tre mesi fa. Sugli Stati Uniti la previsione di crescita di quest’anno, ora al più 2,1% è stata consistentemente alzata, per 0,6 punti percentuali, laddove quella sul 2025 è stata limata di un decimale di punto all’1,7%.

Sulla Cina ora l’istituzione di Washington prevede un 4,6% di crescita economica quest’anno, 0,4 punti percentuali in più rispetto a tre mesi fa mentre la previsione sul 2025 è stata confermata al 4,1%. Sull’India il Fmi ha rivisto al rialzo di 0,2 punti percentuali le stime sul 2025 e sul 2024, per entrambi gli anni prevede espansione al 6,5%, il più il valore più elevato tra i paesi elencati.

Eurozona, clima fiducia gennaio -0,1 punti, Italia maglia rosa +3,8

Eurozona, clima fiducia gennaio -0,1 punti, Italia maglia rosa +3,8Roma, 30 gen. (askanews) – Clima di fiducia generale nell’economia in limatura nell’area euro a inizio anno e in flebile aumento guardando all’intera Unione europea: l’indicatore complessivo elaborato dalla Commissione europea ha segnato un calo di 0,1 punti sull’unione valutaria, a quota 96,2 punti a gennaio, e secondo quanto riporta un comunicato quello relativo a tutta la Ue è aumentato di 0,1 punti a quota 95,9 punti.

L’indicatore relativo alle aspettative sull’occupazione è calato di 0,8 punti nell’area euro e di 0,7 punti su tutta l’Unione europea. Guardando alle diverse componenti e settori dell’economia, la Commissione riporta una dinamica sostanzialmente stabile per l’industria, con aumento di 0,1 punti, un aumento di 0,2 punti nel terziario e un calo di 0,2 punti sul livello livello di fiducia dei consumatori.

Tra i vari Paesi, l’indagine (Economic Sentiment Indicator) segnala un netto calo della fiducia in Germania (-2,2 punti) e all’opposto un netto miglioramento in Italia (+3,8 punti, il dato più forte tra i Paesi elencati), anche in Polonia (+3,2 punti), Francia (+2,4 punti), Olanda e Spagna.

Industria, Istat: nel 2023 prezzi alla produzione -5,7%

Industria, Istat: nel 2023 prezzi alla produzione -5,7%Roma, 30 gen. (askanews) – In media, nel 2023 i prezzi alla produzione dell’industria diminuiscono del 5,7% (+34,4% nel 2022); la flessione è sintesi di dinamiche differenziate sul mercato interno (-8,3%; era +42,7% l’anno precedente) e sul mercato estero (+1,9%; +12% nel 2022). Lo ha reso noto l’Istat.

La flessione dei prezzi nel 2023 è spiegata dalle dinamiche rilevate sul mercato interno che riflettono soprattutto il venire meno delle tensioni sui prezzi dei prodotti energetici (-24,4%; +104,3% nel 2022); al netto di questi prodotti, i prezzi sul mercato interno crescono del 2,5% in media d’anno (+12,8% nel 2022). Per le costruzioni, la decisa attenuazione della crescita dei prezzi nel 2023 riflette principalmente i ribassi dei costi dei materiali.

Eurozona, crescita zero nel IV trim, su intero 2023 Pil +0,5%

Eurozona, crescita zero nel IV trim, su intero 2023 Pil +0,5%Roma, 30 gen. (askanews) – Finale di 2023 con l’economia ferma nell’area euro: nell’ultimo trimestre il Pil ha segnato una crescita zero rispetto ai tre mesi precedenti, dopo un meno 0,1% registrato nel terzo trimestre. Lo riporta Eurostat con la stima preliminare.

La dinamica di crescita del Pil su base annua risulta limitata a uno 0,1%, dopo la crescita zero del terzo trimestre. L’intero 2023 si chiude con una espansione dello 0,5%, secondo l’ente di statistica comunitario.

Pil, Istat: nel 2023 a +0,7%, crescita acquisita per 2024 a +0,1%

Pil, Istat: nel 2023 a +0,7%, crescita acquisita per 2024 a +0,1%Roma, 30 gen. (askanews) – Rallenta la crescita economica dell’Italia. Nel 2023 il Pil dell’Italia, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,7% su base annua. Lo ha stimato l’Istat spiegando che nel 2023 vi sono state due giornate lavorative in meno del 2022, quando il Pil era cresciuto del 3,7%. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,1%. Nella Nadef il governo aveva stimato un crescita dello 0,8% per il 2023.

Nel quarto trimestre del 2023 l’Istat stima che Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in termini tendenziali. Il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia nell’industria sia nei servizi. Dal lato della domanda, si stima un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta.

I risultati dei conti nazionali annuali per il 2023 – ha comunicato l’Istituto di statistica – saranno diffusi il prossimo primo marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo.

L’Istat: nel 2023 il Pil cala a +0,7%, la crescita acquisita per il 2024 è pari a +0,1%

L’Istat: nel 2023 il Pil cala a +0,7%, la crescita acquisita per il 2024 è pari a +0,1%Roma, 30 gen. (askanews) – Rallenta la crescita economica dell’Italia. Nel 2023 il Pil dell’Italia, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,7% su base annua. Lo ha stimato l’Istat spiegando che nel 2023 vi sono state due giornate lavorative in meno del 2022, quando il Pil era cresciuto del 3,7%. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,1%. Nella Nadef il governo aveva stimato un crescita dello 0,8% per il 2023.

Nel quarto trimestre del 2023 l’Istat stima che Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in termini tendenziali. Il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia nell’industria sia nei servizi. Dal lato della domanda, si stima un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta.

I risultati dei conti nazionali annuali per il 2023 – ha comunicato l’Istituto di statistica – saranno diffusi il prossimo primo marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo. Nel quarto trimestre 2023 l’economia italiana è cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% rispetto al quarto trimestre 2022. E’ la stima provvisoria sul Pil diffusa dall’Istat. Il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022.

Questo risultato fa seguito al lieve aumento registrato nel terzo trimestre (+0,1%), e determina una crescita dello 0,7% nel 2023 in termini di valori reali corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati. La stima preliminare del quarto trimestre 2023 “riflette una flessione del comparto primario ed un aumento sia del settore industriale sia dei servizi. Dal lato della domanda, la componente nazionale misurata al lordo delle scorte è in diminuzione, mentre si stima un aumento della componente estera netta”.

Generali, piano riacquisto azioni proprie da 500 milioni euro

Generali, piano riacquisto azioni proprie da 500 milioni euroMilano, 30 gen. (askanews) – Alla luce dei risultati, il Gruppo Generali ha deciso di proporre alla prossima assemblea degli azionisti di aprile un piano di riacquisto di azioni proprie pari a 500 milioni di euro, da avviare entro il 2024, una volta ricevute tutte le autorizzazioni, evidenziando “l’impegno alla remunerazione degli azionisti e la sicurezza riguardo la posizione di cassa e di capitale del Gruppo”. Lo si legge nel comunicato diffuso in occasione dell’Investor Day.

Francia, Pil fermo nel quarto trimestre del 2023

Francia, Pil fermo nel quarto trimestre del 2023Roma, 30 gen. (askanews) – Il prodotto interno lordo (Pil) della Francia è risultato stabile nel quarto trimestre del 2023 (0,0%, dopo lo 0,0% del trimestre precedente). Lo ha comunicato oggi l’agenzia statistica transalpina Insee.

La domanda interna finale (escluse le scorte) ha contribuito negativamente alla crescita del Pil nell’ultimo trimestre del 2023 (-0,1 punti dopo +0,4 punti nel terzo trimestre), a causa del calo degli investimenti fissi lordi (-0,7% dopo +0,2%) e i consumi delle famiglie (-0,1% dopo +0,5%). Al contrario, il commercio estero è rimbalzato nel quarto trimestre e ha contribuito positivamente alla crescita del Pil (+1,2 punti dopo -0,1 punti). Le importazioni sono risultate in forte calo (-3,1% dopo -0,4%), mentre le esportazioni sono rimaste pressoché stabili (-0,1% dopo -0,6%).

Infine, il contributo delle variazioni delle scorte all’evoluzione del Pil è stato ancora una volta negativo. Si è attestato a -1,1 punti, dopo -0,3 punti nel terzo trimestre del 2023. In media nel 2023 il Pil è cresciuto dello 0,9% (dopo il +2,5% nel 2022 e il +6,4% nel 2021). Questa crescita annuale deriva principalmente dal forte aumento nel secondo trimestre del 2023, mentre l’attività è rimasta stabile per il resto dell’anno. Alla fine del quarto trimestre del 2023 il margine di crescita per il 2024 ammonta al +0,1%.

Compagnia San Paolo: il presidente Profumo si dimetterà il 22 febbraio

Compagnia San Paolo: il presidente Profumo si dimetterà il 22 febbraioMilano, 29 gen. (askanews) – Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, prima azionista di Intesa Sanpaolo, annuncia che si dimetterà il prossimo 22 febbraio, in leggero anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato.

“Ho realizzato che la possibilità di lasciare la carica di presidente con un breve anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato non determinerebbe difficoltà né sul piano istituzionale né su quello operativo”, ha dichiarato Profumo. “Ciò è dettato dalla consapevolezza di ritenere ormai sostanzialmente e compiutamente concluso il mio ruolo alla guida della Fondazione; ruolo in cui ho messo a disposizione, con spirito di servizio, il mio bagaglio di esperienze e di competenze. Tale scelta – ha spiegato – discende, anche, dal rispetto che nutro verso questa importantissima istituzione secolare, che ritengo debba essere il più possibile preservata, ancora di più oggi, dalle dinamiche legate agli avvicendamenti delle governance. Pertanto, rassegnerò le mie dimissioni dalla carica di Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo in data 22 febbraio 2024.”. Con l’approvazione del bilancio di esercizio 2023 da parte del Consiglio Generale nel mese di aprile giungerà formalmente a scadenza il mandato degli organi della Fondazione per il quadriennio 2020-2023. Profumo, 70 anni, è dal 2016 presidente dell’ente torinese, che detiene il 6,5% circa di Intesa Sanpaolo, il cui cda è in scadenza nella primavera 2025. Secondo indiscrezioni di stampa, l’ambizione dell’ex ministro sarebbe proprio quella di andare alla presidenza della banca. L’addio anticipato alla Compagnia gli consentirebbe eventualmente di essere eletto, essendo passati più di 12 mesi dalla fine del suo mandato ai vertici della fondazione azionista.