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Generali, piano riacquisto azioni proprie da 500 milioni euro

Generali, piano riacquisto azioni proprie da 500 milioni euroMilano, 30 gen. (askanews) – Alla luce dei risultati, il Gruppo Generali ha deciso di proporre alla prossima assemblea degli azionisti di aprile un piano di riacquisto di azioni proprie pari a 500 milioni di euro, da avviare entro il 2024, una volta ricevute tutte le autorizzazioni, evidenziando “l’impegno alla remunerazione degli azionisti e la sicurezza riguardo la posizione di cassa e di capitale del Gruppo”. Lo si legge nel comunicato diffuso in occasione dell’Investor Day.

Francia, Pil fermo nel quarto trimestre del 2023

Francia, Pil fermo nel quarto trimestre del 2023Roma, 30 gen. (askanews) – Il prodotto interno lordo (Pil) della Francia è risultato stabile nel quarto trimestre del 2023 (0,0%, dopo lo 0,0% del trimestre precedente). Lo ha comunicato oggi l’agenzia statistica transalpina Insee.

La domanda interna finale (escluse le scorte) ha contribuito negativamente alla crescita del Pil nell’ultimo trimestre del 2023 (-0,1 punti dopo +0,4 punti nel terzo trimestre), a causa del calo degli investimenti fissi lordi (-0,7% dopo +0,2%) e i consumi delle famiglie (-0,1% dopo +0,5%). Al contrario, il commercio estero è rimbalzato nel quarto trimestre e ha contribuito positivamente alla crescita del Pil (+1,2 punti dopo -0,1 punti). Le importazioni sono risultate in forte calo (-3,1% dopo -0,4%), mentre le esportazioni sono rimaste pressoché stabili (-0,1% dopo -0,6%).

Infine, il contributo delle variazioni delle scorte all’evoluzione del Pil è stato ancora una volta negativo. Si è attestato a -1,1 punti, dopo -0,3 punti nel terzo trimestre del 2023. In media nel 2023 il Pil è cresciuto dello 0,9% (dopo il +2,5% nel 2022 e il +6,4% nel 2021). Questa crescita annuale deriva principalmente dal forte aumento nel secondo trimestre del 2023, mentre l’attività è rimasta stabile per il resto dell’anno. Alla fine del quarto trimestre del 2023 il margine di crescita per il 2024 ammonta al +0,1%.

Compagnia San Paolo: il presidente Profumo si dimetterà il 22 febbraio

Compagnia San Paolo: il presidente Profumo si dimetterà il 22 febbraioMilano, 29 gen. (askanews) – Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, prima azionista di Intesa Sanpaolo, annuncia che si dimetterà il prossimo 22 febbraio, in leggero anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato.

“Ho realizzato che la possibilità di lasciare la carica di presidente con un breve anticipo rispetto alla naturale scadenza del mandato non determinerebbe difficoltà né sul piano istituzionale né su quello operativo”, ha dichiarato Profumo. “Ciò è dettato dalla consapevolezza di ritenere ormai sostanzialmente e compiutamente concluso il mio ruolo alla guida della Fondazione; ruolo in cui ho messo a disposizione, con spirito di servizio, il mio bagaglio di esperienze e di competenze. Tale scelta – ha spiegato – discende, anche, dal rispetto che nutro verso questa importantissima istituzione secolare, che ritengo debba essere il più possibile preservata, ancora di più oggi, dalle dinamiche legate agli avvicendamenti delle governance. Pertanto, rassegnerò le mie dimissioni dalla carica di Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo in data 22 febbraio 2024.”. Con l’approvazione del bilancio di esercizio 2023 da parte del Consiglio Generale nel mese di aprile giungerà formalmente a scadenza il mandato degli organi della Fondazione per il quadriennio 2020-2023. Profumo, 70 anni, è dal 2016 presidente dell’ente torinese, che detiene il 6,5% circa di Intesa Sanpaolo, il cui cda è in scadenza nella primavera 2025. Secondo indiscrezioni di stampa, l’ambizione dell’ex ministro sarebbe proprio quella di andare alla presidenza della banca. L’addio anticipato alla Compagnia gli consentirebbe eventualmente di essere eletto, essendo passati più di 12 mesi dalla fine del suo mandato ai vertici della fondazione azionista.

Giorgetti, Africa priorità assoluta per presidenza italiana del G7

Giorgetti, Africa priorità assoluta per presidenza italiana del G7Roma, 29 gen. (askanews) – “Per la Presidenza italiana del G7 l’Africa è una priorità assoluta”. Lo ha detto il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della sessione sulla cooperazione economica del vertice Italia-Africa.

Giorgetti ha ricordato la tavola rotonda ministeriale dei Paesi G7 con i partner africani agli incontri annuali della Banca Mondiale e del fondo Fondo Monetario il prossimo ottobre. “Molti filoni di lavoro – ha aggiunto – riguardano la prevenzione di crisi del debito, infrastrutture verdi, contrasto ai cambiamenti climatici, preparazione sanitaria/pandemica”. Oltre a questo “proseguiremo il dibattito sulle riforme delle Banche Multilaterali di Sviluppo sostenendo le situazioni di fragilità, per agire circostanze e instabilità”.

Per il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha quindi sottolineato Giorgetti “l’attenzione verso l’Africa è già una realtà”. Il Mef “cura molti aspetti” tra cui le infrastrutture, in termini di “reti energetiche, trasporti e connettività digitale come il cavo sottomarini ELMED che connette l’Italia alla Tunisia. Le infrastrutture sono un ingrediente chiave per il successo dell’area di libera scambio africana”. I paesi africani, ha concluso il Ministro “hanno un enorme potenziale e hanno bisogno di accedere alle catene del valore regionali e globali. Questo richiede un nuovo modello di partnership con investitori e paesi stranieri. L’Italia è qui per questo e questo è ciò che concretamente offre il Piano Mattei”.

Bce, nel 2023 sequestri di euro falsi risaliti ma ancora limitati

Bce, nel 2023 sequestri di euro falsi risaliti ma ancora limitatiRoma, 29 gen. (askanews) – Sull’insieme dello scorso il numero di banconote in euro false sequesdtrate è leggermente risalito, a 467.000 totali, tuttavia l’aumento deriva anche dal fatto che nel 2021 e nel 2022 i sequestri erano scesi ai minimi storici, seguito delle restrizioni all’attività imposte dai governi a motivo del Covid, e il livello del 2023 resta molto contenuto, guardando alle serie storiche. Lo riporta la Bce sulla base della sua indagine semestrale.

Tra i pezzi sequestrati, 7 banconote false su 10 riguardano i tagli da 20 e 50 euro. La BCE sottolinea che le banconote in euro restano un mezzo di pagamento sicuro e affidabile e che possono essere controllate rapidamente da chiunque con il metodo “toccare, guardare, muovere”. Le probabilità di ricevere un esemplare falso sono molto scarse, poiché il numero di falsi, spiega l’istituzione, resta contenuto rispetto al totale dei biglietti autentici in circolazione. Nel 2023 sono stati individuati solo 16 falsi per ogni milione di banconote autentiche in circolazione, in proporzione uno dei livelli più bassi mai registrati dopo l’introduzione delle banconote in euro.

I tagli da 20 e 50 euro hanno continuato a far registrare il numero più elevato di falsificazioni fra le banconote e rappresentano nell’insieme oltre il 70% dei falsi. Il 97,2% delle banconote falsificate è stato rinvenuto in paesi dell’area dell’euro, mentre l’1,9% proviene da Stati membri dell’Ue non appartenenti all’area e lo 0,9% da altre regioni del mondo. Le contraffazioni sono in gran parte facili da individuare in quanto non presentano le caratteristiche di sicurezza, o ne presentano solo imitazioni molto scadenti. I cittadini non devono temere la falsificazione, ma devono restare vigili. La Bce spiega che l’autenticità dei biglietti può essere verificata con il semplice metodo basato sulle tre parole chiave “toccare, guardare, muovere”, descritto nella pagina dedicata alle caratteristiche di sicurezza e nei siti Internet delle banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro.

L’Eurosistema delel banche centrali, poi, sostiene inoltre le categorie professionali che operano con il contante assicurando che le apparecchiature verificate positivamente per la selezione, verifica e accettazione delle banconote siano in grado di individuare e trattenere i falsi in maniera affidabile. L’utilizzo di denaro falso a scopo di pagamento costituisce un reato che può essere perseguito penalmente. Se una banconota appare sospetta, può essere subito confrontata con un’altra di autenticità comprovata. Se la presunta falsificazione trova quindi conferma, ricorda la Bce, occorre contattare le forze dell’ordine o, a seconda della prassi vigente nel paese, la banca centrale nazionale oppure una banca commerciale o al dettaglio. L’Eurosistema sostiene attivamente le forze dell’ordine nella lotta alla falsificazione di valuta.

Istat-Bankitalia: a fine 2022 è calato a 10.421 miliardi di euro la ricchezza delle famiglie

Istat-Bankitalia: a fine 2022 è calato a 10.421 miliardi di euro la ricchezza delle famiglieMilano, 29 gen. (askanews) – Alla fine del 2022, la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 10.421 miliardi di euro. Rispetto al 2021, è diminuita dell’1,7% in termini nominali, dopo tre anni di crescita. Il calo in termini reali, usando come deflatore l’indice dei prezzi al consumo, è stato più marcato: -12,5%. Lo rileva una nota sulle stime sulla ricchezza dei settori istituzionali in Italia negli anni 2005-2022 elaborate dall’Istat e dalla Banca d’Italia, anche in confronto con altre economie avanzate.

Il rapporto tra la ricchezza netta e il reddito lordo disponibile – secondo lo studio – è sceso da 8,7 a 8,1, tornando ai livelli del 2005. L’aumento delle attività non finanziarie nel 2022 (+2,1%) ha riflesso soprattutto quello del valore delle abitazioni, che ha registrato il più elevato tasso di crescita dal 2009; il peso di questa componente sul totale della ricchezza lorda ha raggiunto il 46,3%. Le attività finanziarie si sono contratte del 5,2%, principalmente per effetto della riduzione del valore delle azioni e degli strumenti del risparmio gestito. Dopo circa un decennio sono tornati a crescere i titoli di debito detenuti dalle famiglie, in buona parte emessi dalle amministrazioni pubbliche, mentre l’aumento dei depositi è stato contenuto, dopo il forte accumulo osservato nel triennio precedente. La crescita delle passività finanziarie (+2,8%) è riconducibile soprattutto alla componente dei prestiti.

Ryanair, utile terzo trimestre in netto calo, ricavi in crescita

Ryanair, utile terzo trimestre in netto calo, ricavi in crescitaRoma, 29 gen. (askanews) – Ryanair ha chiuso il terzo trimestre dell’esercizio al 31 marzo prossimo con un utile dopo le imposte di 15 milioni di euro, rispetto a un risultato di 211 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente, un calo che la compagnia aerea low cot spiega con i maggiori costi del carburante che hanno compensato gli aumenti delle entrate.

I passeggeri e i ricavi nel periodo di Natale/Capodanno sono stati inferiori rispetto a quanto previsto in precedenza poiché Ryanair ha abbassato i prezzi “in risposta all’improvvisa (ma gradita) rimozione dei voli dai siti Web dei pirati agenti di viaggio online all’inizio di dicembre” si legge in una nota. L’utile dopo le tasse per i 9 mesi chiusi al 31 dicembre 2023 è aumentato del 39% a 2,19 miliardi di euro.

Nel trimestre i ricavi dal trasporto di passeggeri sono aumentati del 21% a 1,75 miliardi di euro. Il traffico è cresciuto del 7% a 41,4 milioni di persone. Le tariffe medie sono aumentate del 13% a 42 euro per passeggero, mentre i ricavi accessori sono aumentati del 10% a 0,95 miliardi di euro (circa 23 euro per passeggero). I ricavi totali del terzo trimestre sono aumentati del 17% a 2,7 miliardi di euro. I costi operativi sono aumentati del 26% a 2,7 miliardi di euro, principalmente a causa di un aumento del 35% dei costi del carburante, di maggiori costi per il personale. Ryanair ha ridotto la sua stima sull’utile dell’esercizio 2023/2024 tra 1,85 e 1,95 miliardi di euro rispetto ai precedenti 1,85-2,05 miliardi.

Carburanti, la benzina self torna sopra 1,8 euro-litro

Carburanti, la benzina self torna sopra 1,8 euro-litroRoma, 29 gen. (askanews) -Salgono con forza i prezzi dei carburanti alla pompa, con la benzina self service che torna in media nazionale sopra quota 1,8 euro/litro, ai massimi da quasi due mesi. Continuano a salire le quotazioni dei prodotti raffinati, come pure il Brent, sopra quota 83 dollari al barile.

Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Q8 e Tamoil hanno aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per Ip si registra un rialzo di duce centesimi al litro sul gasolio. Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,808 euro/litro (+12 millesimi, compagnie 1,815, pompe bianche 1,792), diesel self service a 1,769 euro/litro (+13, compagnie 1,777, pompe bianche 1,752). Benzina servito a 1,947 euro/litro (+12, compagnie 1,991, pompe bianche 1,858), diesel servito a 1,907 euro/litro (+12, compagnie 1,951, pompe bianche 1,818). Gpl servito a 0,713 euro/litro (invariato, compagnie 0,721, pompe bianche 0,704), metano servito a 1,407 euro/kg (-1, compagnie 1,423, pompe bianche 1,393), Gnl 1,288 euro/kg (-1, compagnie 1,293 euro/kg, pompe bianche 1,285 euro/kg).

Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,894 euro/litro (servito 2,155), gasolio self service 1,862 euro/litro (servito 2,128), Gpl 0,846 euro/litro, metano 1,508 euro/kg, Gnl 1,317 euro/kg

Corsa affollata per presidenza di Confindustria, si parte giovedì

Corsa affollata per presidenza di Confindustria, si parte giovedìRoma, 28 gen. (askanews) – Al via la corsa per la presidenza di Confindustria. Il mandato dell’attuale presidente, Carlo Bonomi, scade a maggio. La procedura per il rinnovo partirà il primo febbraio quando il Consiglio Generale estrarrà i nominativi dei tre saggi che andranno a comporre la Commissione di designazione. Il nuovo presidente verrà designato il 4 aprile dal Consiglio generale e sarà poi eletto dall’assemblea dei delegati in programma per il 23 maggio.

Per il dopo Bonomi i rumors vedono pronti alla gara ben cinque candidati, quasi tutti espressione del mondo imprenditoriale del Nord. Ai nastri di partenza ci sarebbero tre attuali vicepresidenti: Emanuele Orsini (Emilia Romagna), Alberto Marenghi (Lombardia) e Giovanni Brugnoli (Lombardia). In pista anche il ligure Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, ed Edoardo Garrone, anche lui ligure e presidente di Erg e Sole 24 Ore. La corsa parte affollata, ma nel giro di poco tempo i candidati potrebbero ridursi a due se, come nella tradizione confindustriale, si cercheranno accordi e alleanze in nome di una visione comune. Quello che sembra consumarsi, al momento, è uno scontro tra le due anime di Confindustria: una parte chiede un cambio di passo auspicando che il prossimo leader sia un rappresentante della grande impresa; l’altra ritiene che si possa proseguire con un presidente espressione di realtà imprenditoriali più piccole.

Nessuno, ad oggi, si è ufficialmente candidato perchè il meccanismo di elezione del presidente di Confindustria ha tempi e rituali precisi. I tre saggi (estratti da una rosa di sei-nove nomi), chiamati a sondare la base imprenditoriale, nella prima settimana dall’insediamento, potranno ricevere eventuali auto candidature sostenute da almeno il 10% dei voti assembleari o dal 10% dei componenti del Consiglio Generale, entrambe con dichiarazione firmate dai presidenti delle associazioni o dai sostenitori membri del Consiglio Generale. In sostanza i candidati dovranno presentare almeno venti firme a loro sostegno. Le auto candidature vanno accompagnate dalle linee programmatiche. Dalla data d’insediamento dei saggi, entro una settimana dal sorteggio, decorre il termine di otto settimane per arrivare al voto di designazione del nuovo presidente da parte del Consiglio generale. Il ruolo dei saggi è, dunque, molto importante. I tre, d’intesa con il Consiglio di indirizzo etico e dei valori associativi e con il Collegio dei Probiviri, sono chiamati a verificare, sotto il profilo personale, imprenditoriale, professionale e associativo, le autocandidature.

La stessa Commissione di designazione comunica, poi, agli interessati la conclusione degli accertamenti preliminari. Nelle successive cinque settimane, prenderà il via il tour nazionale dei saggi. Verranno ascoltati i presidenti delle associazioni e i più importanti componenti del Consiglio Generale. Durante questo passaggio i saggi raccoglieranno le espressioni di consenso sugli eventuali nominativi indicati dalle associazioni stesse e sulle autocandidature formalizzate nella prima settimana di lavoro. Dopo aver effettuato le necessarie verifiche di conformità alla presentazione della candidatura, la Commissione provvederà a comunicare ai presidenti delle Associazioni, i nomi dei candidati emersi dal giro di consultazioni e le loro linee programmatiche, che saranno richieste agli stessi qualora la Commissione avrà rilevato un consenso significativo.

Al termine delle consultazioni, i saggi individueranno i nominativi dei candidati che saranno chiamati ad ufficializzare l’accettazione della candidatura e ad illustrare il proprio programma in occasione del Consiglio Generale del 21 marzo. Al di fuori dei canali di consultazione, possono essere ammessi alla presentazione della propria candidatura, previa verifica di tutti requisiti richiesti dallo statuto, anche coloro che certifichino per iscritto – con dichiarazione firmata dai presidenti delle Associazioni sostenitrici – di poter disporre di un consenso pari ad almeno il 20% dei voti rappresentati nell’assemblea dei delegati, in regola con il versamento dei contributi associativi. Il 4 aprile il Consiglio generale di Confindustria voterà, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei votanti, il nome del futuro presidente che verrà poi proposto all’assemblea dei delegati. Il Consiglio generale del 18 aprile voterà, poi, il programma e la proposta di squadra di Presidenza. Infine, l’assemblea dei delegati del 23 maggio eleggerà il nuovo presidente, insieme alla sua squadra.

La Francia annncia misure contro la concorrenza sleale di “Italia o altri”

La Francia annncia misure contro la concorrenza sleale di “Italia o altri”Milano, 28 gen. (askanews) – Il premier francese Gabriel Attal ha detto alla tv francese parlando con gli agricoltori che sta prendendo in considerazione misure “aggiuntive” contro la “concorrenza sleale” di altri paesi “Italia o altri”. “Non è normale che ti venga impedito di utilizzare determinati prodotti, che ti impedisca di metterli a punto nelle tue aziende agricole, e quindi di produrre quanto ti serve se hai paesi vicini, Italia o altri, che ti permettono di utilizzarli, andare avanti a livello europeo: esamineremo prodotto per prodotto”, ha dichiarato in tv.Attal afferma di non volere “un divieto senza soluzione”, citando l’esempio della riautorizzazione dei neonicotinoidi sulle barbabietole.

Attal era atteso questa domenica in una fattoria dell’Indre-et-Loire dopo aver annunciato misure che non hanno convinto i principali sindacati degli agricoltori. Nonostante gli annunci del primo ministro, molti agricoltori continuano a mobilitarsi su appello dei principali sindacati, FNSEA in testa.