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Accordo Airbus-Tata per linea assemblaggio elicotteri in India

Accordo Airbus-Tata per linea assemblaggio elicotteri in IndiaRoma, 26 gen. (askanews) – Airbus Helicopters ha annunciato oggi l’avvio di una collaborazione con che sta collaborando con il gruppo indiano Tata per stabilire una linea di assemblaggio finale per gli elicotteri in India

La struttura produrrà elicotteri Airbus H125 della sua gamma civile per il mercato indiano e per l’esportazione in alcuni dei paesi vicini. La linea di assemblaggio finale sarà il primo esempio di un produttore privato estero che stabilisce una linea di produzione di elicotteri in India, fornendo una grande spinta al programma “AatmaNirbhar Bharat” (India autosufficiente) del governo indiano.

Nell’ambito di questa partnership, Tata Advanced Systems Limited (TASL), una filiale del gruppo Tata, allestirà la struttura insieme ad Airbus Helicopters. L’annuncio è stato fatto durante la visita di due giorni del presidente francese Emmanuel Macron in India come ospite principale delle celebrazioni odierne della Festa della Repubblica.

La linea di assemblaggio finale in India l’integrazione dei principali gruppi di componenti, avionica e sistemi di missione, installazione di cablaggi elettrici, circuiti idraulici, controlli di volo, componenti dinamici, sistema di alimentazione e motore. Effettuerà inoltre test, certificazione e consegna dell’H125 ai clienti in India e nella regione. Ci vorranno 24 mesi per allestire la struttura e le consegne dei primi H125 “Made in India” dovrebbero iniziare nel 2026. L’ubicazione sarà decisa congiuntamente da Airbus e dal Gruppo Tata. “Un elicottero civile ‘Made in India’ non sarà solo il simbolo della fiducia della Nuova India, ma sbloccherà anche il vero potenziale del mercato degli elicotteri nel paese”, ha affermato Guillaume Faury, CEO di Airbus. “Questa linea di assemblaggio finale di elicotteri, che costruiremo insieme al nostro partner di fiducia Tata, ribadisce l’impegno di Airbus nello sviluppo dell’intero spettro dell’ecosistema aerospaziale in India. Questa sarà la seconda linea di assemblaggio finale che Airbus costruirà in India dopo l’impianto di produzione di aerei militari C295 ‘Make in India’ a Vadodara, Gujarat”.

L’H125 è l’elicottero a rotore unico più venduto al mondo. Questo velivolo ad alte prestazioni fa parte della famiglia Ecureuil di Airbus, che ha accumulato più di 38 milioni di ore di volo in tutto il mondo. Può operare in ambienti caldi ed estremi e può essere facilmente riconfigurato per varie missioni, tra cui lavoro aereo, lotta antincendio, forze dell’ordine, salvataggio, ambulanza aerea, trasporto passeggeri e molte altre. Si tratta inoltre dell’unico elicottero ad essere atterrato sul Monte Everest, dimostrando la sua agilità nell’operare in ambienti estremi e ad alta quota.

AIE: mercato del libro tiene, prezzi crescono meno di inflazione

AIE: mercato del libro tiene, prezzi crescono meno di inflazioneMilano, 26 gen. (askanews) – Il mercato del libro registra nel 2023 una tenuta sostanziale, da leggere in chiaroscuro rispetto al futuro. Le vendite dell’editoria trade in Italia nel 2023 sono state infatti pari a 1,697 miliardi di euro a prezzo di copertina, in crescita dello 0,8% rispetto all’anno precedente (più 14,1% sul 2019). Le copie sono state invece 111,85 milioni, in flessione dello 0,7% sull’anno precedente (più 12,6% sul 2019). In concomitanza con la giornata conclusiva del XLI Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri di Venezia, l’Associazione Italiana Editori (AIE) ha reso pubblica l’analisi di mercato sull’editoria trade nel 2023, realizzata in collaborazione con Nielsen BookScan e IE Informazioni Editoriali. Nel trade, o varia, sono conteggiati i libri a stampa di narrativa e saggistica, compresi i titoli per bambini e ragazzi ed esclusa la scolastica, comprati nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione.

Nel 2023 il prezzo medio di copertina dei libri comprati è stato di 15,17 euro, in crescita dell’1,5% rispetto l’anno precedente. Nei 12 mesi, l’inflazione è stata invece del 5,7%. Tra il 2019 e il 2023, il prezzo dei libri venduti è cresciuto del 2,6%, contro una crescita generale dei prezzi del 15,7%. Numeri che testimoniano la riduzione dei margini di guadagno degli editori, ma anche il loro sforzo per tenere bassi i prezzi per non deprimere la domanda di libri e di lettura nel nostro Paese. Le librerie fisiche sono il primo canale di vendita per i libri: di qui passa il 54,7% (53,5% nel 2022) di tutto il mercato trade nel 2023, più di un punto percentuale dell’anno precedente ma 10 punti sotto i valori pre-pandemia. L’online si attesta al 40,7% (41,9% nel 2022), stabile la grande distribuzione al 4,6%. Cresce l’ebook e l’audiolibro, ma gli italiani preferiscono la carta. Nel 2023 le vendite di e-book sono cresciute del 2,5%, arrivando a 81 milioni, gli abbonamenti per l’ascolto di audiolibri del 12%, raggiungendo i 28 milioni. Ma gli italiani continuano in massima parte a preferire la carta: ebook e audiolibri pesano su un mercato complessivo (trade di copie a stampa più digitale) di 1,806 miliardi solo il 6%.

Se guardiamo alle vendite per genere, la narrativa italiana segna una crescita del 7,2% a fronte di un calo della narrativa straniera del 3,6%. La manualistica (non universitaria, ovvero how to do e self help) cresce del 4,7%, la saggistica di divulgazione del 4,6%, i libri per bambini e ragazzi dell’1%. In calo la saggistica specialistica (-1,7%), e i fumetti (-10,6%, dopo il boom del 2021-2022). Nella top dieci dell’anno (vedi allegato) sono presenti ben sette titoli scritti da autori italiani. Innocenzo Cipolletta, presidente di AIE, ha commentato: “Nel 2023 il mercato non è andato male, ma il 2024 sarà una sfida difficile per il venir meno di alcune misure a sostegno della domanda di libri, mentre la crescita dei costi di produzione pesa sui bilanci degli editori. Per questo chiediamo una politica industriale per il libro, che è centrale nella crescita economica e culturale del Paese. D’altro canto la buona crescita della narrativa italiana, ma direi più in generale dell’autorialità italiana, è il segno della crescente competitività dell’industria editoriale nazionale che si presenta quindi alla Fiera del Libro di Francoforte 2024, dove l’Italia è Ospite d’Onore, con tutte le carte in regola per imporsi ancora di più di quanto non faccia oggi sui mercati internazionali”.

La crescita del mercato trade in Italia nel 2023 (più 0,8%) è simile a quella registrata in Francia e Regno Unito (più 1%), mentre la Germania cresce del 2,9%. Gli Usa (dato di ottobre) arretrano dello 0,2%. Se guardiamo invece al confronto tra inflazione e crescita del prezzo dei libri in tutta Europa, secondo i dati Eurostat nel 2022 la prima è stata del 9% e la seconda del 3%. Ricardo Franco Levi, presidente della Federazione degli Editori Europei (FEP) ha commentato: “Il libro si conferma prima industria culturale europea. Non solo: sei dei primi 10 gruppi editoriali mondiali hanno sede nel Continente. Come Associazione, il 2024 ci vedrà ancora impegnati nella difesa del diritto d’autore, soprattutto in relazione alla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale, ambito in cui l’Ue è all’avanguardia. Chiediamo, in particolare, l’obbligo della trasparenza sui dati utilizzati per allenare gli algoritmi a carico delle aziende che sviluppano strumenti di Intelligenza Artificiale”.

Bce, giù attese su crescita e inflazione economisti settore privato

Bce, giù attese su crescita e inflazione economisti settore privatoRoma, 26 gen. (askanews) – Peggiorano ulteriormente le aspettative di crescita economica tra economisti ed esperti di banche e del settore finanziario privato nell’area euro, mentre contestualmente si attenuano anche le loro attese sull’inflazione, che ormai risultano perfettamente allineate dal 2025 in poi con gli obiettivi della banca centrale europea. E’ quanto emerge dai risultati dell’ultima indagine trimestrale condotta dalla stessa istituzione di Francoforte.

Sulla crescita economica ormai ci si attende che quest’anno l’espansione si limiti allo 0,6%, per poi mostrare una ripresa all’1,3% nel 2025 e all’1,4% nel 2026. Nella precedente indagine, tre mesi fa, in media era attesa una crescita economica sull’insieme di quest’anno anno dello 0,9% e per il 2025 un più 1,5%. Passando dall’inflazione in media ora gli esperti del settore privato prevedono un 2,4% quest’anno sull’area euro e poi 2% sia nel 2025 sia nel 2026. Tre mesi fa pronosticavano 2,7% quest’anno e 2,1% il prossimo. Riviste al ribasso anche le aspettative sull’inflazione di fondo, cioè la crescita dei prezzi escludendo voci volatili come energia, alimentari e tabacchi: 2,6% quest’anno, 2,1% il prossimo e 2% nel 2025.

La Bce ha come obiettivo di inflazione una crescita dei prezzi al consumo al 2% simmetrico per il medio termine. Ieri il Consiglio direttivo ha confermato l’importazione della politica monetaria, il principale tasso di riferimento è al 4,50% e ha mantenuto un atteggiamento cauto sulla tempistica dei primi tagli dei tassi di interesse, che generalmente sono attesi verso la fine della primavera. L’inchiesta (Survey of professional forecasters) ha coinvolto 59 analisti e economisti ed è stata condotta tra il 5 e il 10 gennaio, riporta la Bce. L’unico elemento che non abbia mostrato variazioni è l’attesa sulla disoccupazione: 6,7% quest’anno, 6,6% il prossimo è il 6,5% nel 2026 (che sarebbe un nuovo minimo storico).

Bce, prestiti a imprese e famiglie nell’eurozona restano deboli

Bce, prestiti a imprese e famiglie nell’eurozona restano deboliRoma, 26 gen. (askanews) – Segnali contrastanti dagli aggregati monetari e sul credito nell’area euro. A dicembre la crescita dei mutui alle famiglie ha subito un ulteriore rallentamento al più 0,3% su base annua, dal più 0,5 di novembre. Invece, secondo la rilevazione mensile condotta dalla Bce, la crescita dei prestiti alle imprese non finanziarie è tornata positiva per uno 0,4%, fronte di una variazione nulla a novembre novembre.

Anche il generale aggregato monetario M3 è tornato flebilmente positivo, con un più 0,1% su base annua a fronte del meno 0,9% di novembre. Questi sviluppi potrebbero tuttavia riflettere anche i netti indebolimenti che si stavano già verificando nello stesso periodo di un anno prima. Guardando i grafici pubblicati dall’istituzione, più che un qualche segnale di ripresa sembra essersi verificata una stabilizzazione delle dinamiche del credito a valori deboli.

Ieri la Bce ha confermato i livelli dei tassi di interesse e la presidente Christine Lagarde si è mantenuta molto prudente sulle indicazioni in merito ai possibili futuri tagli, limitandosi a ribadire che verranno valutati con attenzione i dati che verranno pubblicati dopo la fine del primo trimestre.

Agli Australian Open Sinner batte Djokovic e vola in finale

Agli Australian Open Sinner batte Djokovic e vola in finaleRoma, 26 gen. (askanews) – Jannik Sinner nella storia, batte in quattro set (6-1, 6-2, 6-7, 5-3, 6-3 in 3h26′ di gioco) Novak Djokovic ed è in finale agli Australian Open di Melbourne, primo italiano nella storia.

Primi due set sul velluto per Jannik. Il serbo è sempre in ritardo con le gambe e Jannik si guadagna due set point: chiude Sinner, che domina il 1° set 6-1 in appena 35′. Pazzesco Jannik! Si tratta del primo set perso nelle 11 semifinali di Djokovic a Melbourne. Nel secondo parziale la musica non cambia: Due super risposta di Djokovic, che si porta 0-30 per la prima volta nel match. Servizio e altro errore del serbo riportano Sinner in parità: Jannik chiude i conti ai vantaggi (1^ volta nel match per lui) di un altro set dominato, con due break e zero palle break concesse. Djokovic irriconoscibile con 29 errori e 11 vincenti in due set in cui ha vinto appena 3 games. Nel terzo parziale domina il servizio fino al tie break. Solo un malore di uno spettatore interrompe il gioco all’undicesimo game. Tie break sulle montagne russe. Si va 2-0 Djokovic con un minibreak. Poi 4-2 ancora Nole e Sinner infila tre punti per il 5-4. Il primo match ball che vale la finale è annullato da Nole con un pallonetto che scavalca Sinner a rete (5-5). Djokovic va 8-6 e Non sbaglia il set point con Sinner che cede il primo set di Melbourne dopo 39 minuti di gioco. Decisivo il quarto gioco del quarto set vinto in maniera incredibile: Djokovic mette pressione al servizio e sale 40-0, Sinner però con un gran recupero in allungo e con una risposta pazzesca si rimette in carreggiata (40-30) e trascina il rivale ancora ai vantaggi. Il doppio fallo regala palla break a Jannik, che va subito a segno. Pazzesco game vinto sotto 40-0 con cinque punti di fila: impazzisce Nole. Poi entrambi confermano il servizio fino all’apoteosi finale. Il serbo non perdeva a Melbourne da 2195 giorni. Sinner affronterà domenica il vincente di Medvedev-Zverev.

Cdm dà l’ok: al via l’iter per la cessione di una quota di Poste, ma governo manterrà il controllo

Cdm dà l’ok: al via l’iter per la cessione di una quota di Poste, ma governo manterrà il controlloRoma, 25 gen. (askanews) – Al via l’iter per la cessione di una quota di Poste italiane da parte del governo che manterrà comunque il controllo. Il consiglio dei ministri “ha approvato, in esame preliminare, un provvedimento che regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell’economia e delle finanze nel capitale di Poste Italiane, tale da mantenere una partecipazione dello Stato, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico”.

“Le modalità di alienazione tenderanno anche a favorire la tutela dell’azionariato diffuso e la stabilità dell’assetto proprietario”, spiega il governo.

Cosa farà la Bce, gli indizi forniti da Lagarde sui futuri tagli ai tassi di interesse

Cosa farà la Bce, gli indizi forniti da Lagarde sui futuri tagli ai tassi di interesseRoma, 25 gen. (askanews) – Alla Bce le discussioni sui tagli ai tassi di interesse sono ancora ritenute “premature”. Ma nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, la presidente Christine Lagarde, pur mantenendosi abbottonata sulle tempistiche, ha fornito una serie di indizi su come l’istituzione stia ragionando per questa futura inversione di rotta. Nei mesi passati la Bce ha alzato i tassi di 450 punti base complessivi, in risposta ai forti rincari dei prezzi. Ora “le condizioni monetarie restrittive deprimono la domanda e questo – ha sostenuto – aiuta a far calare l’inflazione”.

Un primo indizio fornito dalla presidente è stato ribadire che il direttorio vuole sentirsi “maggiormente fiducioso”, in base ai dati che giungeranno, sul fatto che il carovita medio dell’area euro sia instradato per tornare al valore obiettivo del 2% con la velocità auspicata, cioè per il 2025. Un altro elemento è nel fatto che Lagarde non ha voluto confermare esplicitamente le interpretazioni che sono state date ad alcune sue dichiarazioni di una decina di giorni fa, in una intervista durante il forum di Davos, secondo cui avrebbe suggerito come probabile un taglio dei tassi in estate. “Il consenso al tavolo del Consiglio è che era prematuro discutere di tagli dei tassi. Confermo solitamente le mie dichiarazioni (ma) non sono sicura che le caratterizzerei come avete detto o come altri hanno commentato su come ho parlato”, ha dichiarato. E un terzo indizio è arrivato in risposta a una domanda sui dati dei salari che la Bce vuole vedere prima di mettersi a discutere di tagli ai tassi. Le è stato chiesto se fossero quelli che Eurostat diffonderà ad aprile. “Lei è corretto in merito alle date di pubblicazione”, ha risposto.

Ha anche aggiunto che non si guarderà solo ai salari. “Guardiamo a tutti i tipi di dati. Guardiamo molto ai salari, dato che c’è un processo di recupero in corso. Ma guardiamo tante altre cose: i profitti delle imprese sono estremamente importanti; i prezzi dell’energia, che sono volatili con i rischi geopolitici. Guarderemo anche ai conti pubblici con molta attenzione: ci sono impegni da parte dei governi che rimuoveranno le misure di sostegno per il caro energia. Saremo molto attenti a questo e vedremo quanto risanamento ci stia – ha detto Lagarde – rispetto ai piani di bilancio che sono stati presentati”. Ad aprile l’ente di statistica Ue pubblicherà una molteplicità di dati, tra cui quelli sul tasso di disoccupazione (il 3), sui costi del lavoro (il 4), sui prezzi alla produzione (il 5), sulle retribuzioni nette (il 12), ma anche la stima preliminare sull’inflazione di aprile (il 30) e sulla crescita del Pil nel primo trimestre. Le prossime riunioni decisionali di politica monetaria si svolgeranno il 7 marzo, l’11 aprile e il 6 giugno. A marzo i tecnici della Bce aggiorneranno anche le previsioni su crescita economica e inflazione, mentre in occasione del 6 giugno l’aggiornamento sarà quello che ogni sei mesi viene effettuato assieme a tutto l’Eurosistema delle banche centrali nazionali. Quindi a giugno ci saranno sia tutti i dati più recenti disponibili, sia le previsioni più “condivise”.

Tra gli analisti, le attese sui tempi del primo taglio, che nei giorni scorsi si erano allungate su inizio estate, ora sembrano riavvicinarsi a tarda primavera. Sui mercati l’euro ha mostrato una leggera moderazione e in serata si scambia a 1,0832 dollari. Il quadro attuale resta non entusiasmante “E’ probabile che nell’ultimo trimestre del 2023 l’economia dell’area euro abbia segnato una stagnazione, mentre per il breve termine prevediamo debolezza ma alcune indagini puntano a una ripresa più avanti”, ha affermato Lagarde. Intanto il tasso sulle principali operazioni di rifianziamento resta al 4,50%, quello sulle operazioni marginali al 4,75 per cento e quello sui depositi, che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa banca centrale, resta al 4 per cento. Per quanto riguarda le banche centrali, ora l’appuntamento più atteso è il direttorio della Federal Reserve, mercoledì 31, mentre il giorno successivo sarà il turno della Banca d’Inghilterra.

(di Roberto Vozzi)

Bce, gli indizi forniti da Lagarde sui futuri tagli ai tassi

Bce, gli indizi forniti da Lagarde sui futuri tagli ai tassiRoma, 25 gen. (askanews) – Alla Bce le discussioni sui tagli ai tassi di interesse sono ancora ritenute “premature”. Ma nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo, la presidente Christine Lagarde, pur mantenendosi abbottonata sulle tempistiche, ha fornito una serie di indizi su come l’istituzione stia ragionando per questa futura inversione di rotta.

Nei mesi passati la Bce ha alzato i tassi di 450 punti base complessivi, in risposta ai forti rincari dei prezzi. Ora “le condizioni monetarie restrittive deprimono la domanda e questo – ha sostenuto – aiuta a far calare l’inflazione”. Un primo indizio fornito dalla presidente è stato ribadire che il direttorio vuole sentirsi “maggiormente fiducioso”, in base ai dati che giungeranno, sul fatto che il carovita medio dell’area euro sia instradato per tornare al valore obiettivo del 2% con la velocità auspicata, cioè per il 2025.

Un altro elemento è nel fatto che Lagarde non ha voluto confermare esplicitamente le interpretazioni che sono state date ad alcune sue dichiarazioni di una decina di giorni fa, in una intervista durante il forum di Davos, secondo cui avrebbe suggerito come probabile un taglio dei tassi in estate. “Il consenso al tavolo del Consiglio è che era prematuro discutere di tagli dei tassi. Confermo solitamente le mie dichiarazioni (ma) non sono sicura che le caratterizzerei come avete detto o come altri hanno commentato su come ho parlato”, ha dichiarato.

E un terzo indizio è arrivato in risposta a una domanda sui dati dei salari che la Bce vuole vedere prima di mettersi a discutere di tagli ai tassi. Le è stato chiesto se fossero quelli che Eurostat diffonderà ad aprile. “Lei è corretto in merito alle date di pubblicazione”, ha risposto. Ha anche aggiunto che non si guarderà solo ai salari. “Guardiamo a tutti i tipi di dati. Guardiamo molto ai salari, dato che c’è un processo di recupero in corso. Ma guardiamo tante altre cose: i profitti delle imprese sono estremamente importanti; i prezzi dell’energia, che sono volatili con i rischi geopolitici. Guarderemo anche ai conti pubblici con molta attenzione: ci sono impegni da parte dei governi che rimuoveranno le misure di sostegno per il caro energia. Saremo molto attenti a questo e vedremo quanto risanamento ci stia – ha detto Lagarde – rispetto ai piani di bilancio che sono stati presentati”.

Ad aprile l’ente di statistica Ue pubblicherà una molteplicità di dati, tra cui quelli sul tasso di disoccupazione (il 3), sui costi del lavoro (il 4), sui prezzi alla produzione (il 5), sulle retribuzioni nette (il 12), ma anche la stima preliminare sull’inflazione di aprile (il 30) e sulla crescita del Pil nel primo trimestre. Le prossime riunioni decisionali di politica monetaria si svolgeranno il 7 marzo, l’11 aprile e il 6 giugno. A marzo i tecnici della Bce aggiorneranno anche le previsioni su crescita economica e inflazione, mentre in occasione del 6 giugno l’aggiornamento sarà quello che ogni sei mesi viene effettuato assieme a tutto l’Eurosistema delle banche centrali nazionali. Quindi a giugno ci saranno sia tutti i dati più recenti disponibili, sia le previsioni più “condivise”. Tra gli analisti, le attese sui tempi del primo taglio, che nei giorni scorsi si erano allungate su inizio estate, ora sembrano riavvicinarsi a tarda primavera. Sui mercati l’euro ha mostrato una leggera moderazione e in serata si scambia a 1,0832 dollari. Il quadro attuale resta non entusiasmante “E’ probabile che nell’ultimo trimestre del 2023 l’economia dell’area euro abbia segnato una stagnazione, mentre per il breve termine prevediamo debolezza ma alcune indagini puntano a una ripresa più avanti”, ha affermato Lagarde. Intanto il tasso sulle principali operazioni di rifianziamento resta al 4,50%, quello sulle operazioni marginali al 4,75 per cento e quello sui depositi, che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa banca centrale, resta al 4 per cento. Per quanto riguarda le banche centrali, ora l’appuntamento più atteso è il direttorio della Federal Reserve, mercoledì 31, mentre il giorno successivo sarà il turno della Banca d’Inghilterra. (di Roberto Vozzi).

Gentiloni: l’Italia si impegni sul Pnrr o il piano finirà nell’album dei ricordi

Gentiloni: l’Italia si impegni sul Pnrr o il piano finirà nell’album dei ricordiMilano, 25 gen. (askanews) – “Se non vogliamo che iniziative come il Pnrr finiscano nell’album dei ricordi, ma diventino un prototipo, allora dobbiamo farne una storia di successo. Innanzitutto in Italia che ha ricevuto metà dei quattrini comuni europei”. Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, all’inuaugurazione dell’anno accademico a Brescia.

Comunque ha aggiunto Gentiloni sul Pnrr “vedo che c’è una grande volontà di andare avanti e realizzare gli obiettivi”.

Landini: sulle pensioni il governo ha perfino peggiorato la Fornero

Landini: sulle pensioni il governo ha perfino peggiorato la ForneroUdine, 25 gen. (askanews) – “Questo Governo è riuscito perfino a peggiorare la legge Fornero. Nessuno ci pensava che fosse possibile”. Così Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, oggi ad un convegno della propria organizzazione in Friuli. “Il Governo ha usato di nuovo le pensioni per fare cassa e ha alzato l’età pensionabile. I giovani continuano ad essere precari e quindi hanno un’incertezza oggi e non avranno una pensione in futuro. E non si stanno riconoscendo né i lavori di cura né quelli più pesanti – ha puntualizzato Landini -. Noi abbiamo presentato una vera proposta di riforma di tutto il sistema pensionistico. Con questo Governo non c’è stato verso di poterne discutere perché, insisto, sta facendo cassa. Ha preso soldi dove non doveva andare a prenderli”.