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Gentiloni: costruire cittadinanza Ue contro ritorno nazionalismi

Gentiloni: costruire cittadinanza Ue contro ritorno nazionalismiMilano, 25 gen. (askanews) – “Costruire una cittadinanza europea resta una sfida fondamentale se non vogliamo tornare a una Europa di piccole patrie e di nazionalismi di ritorni”. Lo ha detto il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, all’inuaugurazione dell’anno accademico a Brescia.

“Oggi la cittadinanza europea è incompiuta. Bisogna difendere i valori europei, come la democrazia e loo Stato di diritto, l’economia di mercato e il welfare che non sono garantiti ovunque. Sono sotto pressione e sotto attacco in molte parti del mondo” ha detto Gentiloni.

La Bce ha confermato i tassi di interesse, rifinanziamento al 4,50%

La Bce ha confermato i tassi di interesse, rifinanziamento al 4,50%Roma, 25 gen. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente confermato, come da attese, i tassi di riferimento per l’area euro: il livello sulle principali operazioni di rifinanziamento resta quindi al 4,50 per cento, il tasso sulle operazioni marginali al 4,75 per cento e quello sui depositi, che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa banca centrale, resta al 4 per cento.

“A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita – afferma l’istituzione nel comunicato diffuso al termine del direttorio – e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento”. “Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”, recita il comunicato diffuso al termine del direttorio, ripetendo la formula che ormai da mesi viene interpretata come un segnale sul mantenimento della linea attuale per un periodo ancora da definire. La Bce “ritiene” infatti “che i tassi si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale” al ritorno dell’inflazione media dell’area euro al valore obiettivo (2%).

La Bce ha anche confermato l’accelerazione decisa nell’ultima riunione dello scorso anno sulla futura manovra di progressiva riduzione delle consistenze di titoli accumulati con il piano lanciato in risposta alla crisi passata, il Pepp. Rinnoverà questi stock integralmente per tutta la prima metà di quest’anno mentre a partire da luglio procederà a una riduzione “passiva” pari a 7,5 miliardi di euro al mese, ovvero mediante parziale non rinnovo dei Bond in scadenza. Le decisioni sono in linea con le attese, ora l’attenzione si sposta sulla conferenza stampa esplicativa della presidente Christine Lagarde. Gli interrogativi riguardano soprattutto il quando l’istituzione inizierà a ritoccare al ribasso tassi e a alleggerire l’intonazione della sua linea restrittiva. Ma generalmente gli analisti si attendono che la presidente non si sbilanci troppo, continuando a prendere tempo.

Bce conferma i tassi di interesse, rifinanziamento al 4,50%

Bce conferma i tassi di interesse, rifinanziamento al 4,50%Roma, 25 gen. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente confermato, come da attese, i tassi di riferimento per l’area euro: il livello sulle principali operazioni di rifinanziamento resta quindi al 4,50 per cento, il tasso sulle operazioni marginali al 4,75 per cento e quello sui depositi, che le banche commerciali parcheggiano presso la stessa banca centrale, resta al 4 per cento.

“A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita – afferma l’istituzione nel comunicato diffuso al termine del direttorio – e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento”. “Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”, recita il comunicato diffuso al termine del direttorio, ripetendo la formula che ormai da mesi viene interpretata come un segnale sul mantenimento della linea attuale per un periodo ancora da definire. La Bce “ritiene” infatti “che i tassi si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale” al ritorno dell’inflazione media dell’area euro al valore obiettivo (2%).

La Bce ha anche confermato l’accelerazione decisa nell’ultima riunione dello scorso anno sulla futura manovra di progressiva riduzione delle consistenze di titoli accumulati con il piano lanciato in risposta alla crisi passata, il Pepp. Rinnoverà questi stock integralmente per tutta la prima metà di quest’anno mentre a partire da luglio procederà a una riduzione “passiva” pari a 7,5 miliardi di euro al mese, ovvero mediante parziale non rinnovo dei Bond in scadenza. Le decisioni sono in linea con le attese, ora l’attenzione si sposta sulla conferenza stampa esplicativa della presidente Christine Lagarde. Gli interrogativi riguardano soprattutto il quando l’istituzione inizierà a ritoccare al ribasso tassi e a alleggerire l’intonazione della sua linea restrittiva. Ma generalmente gli analisti si attendono che la presidente non si sbilanci troppo, continuando a prendere tempo.

Turchia, Banca centrale alza tassi di altri 250 punti base al 45%

Turchia, Banca centrale alza tassi di altri 250 punti base al 45%Roma, 25 gen. (askanews) – La Banca centrale della Turchia ha deciso di alzare nuovamente i tassi di interesse, per 250 punti base con cui il riferimento sulle operazioni di rifinanziamento a sette giorni sale dal 42,5% al 45%. La decisione avviene in un quadro di persistente altissima inflazione, che anzi a dicembre ha segnato un ulteriore rafforzamento sfiorando il 65% (64,77% secondo Turkstat).

Dopo le elezioni politiche dello scorso anno, l’istituzione ha invertito la rotta e adottato un approccio più ortodosso, alzando ripetutamente i tassi (quello odierno è l’ottavo rialzo) e inasprendo la linea monetaria, anche per mettere a riparo la valuta nazionale, la lira, dai continui indebolimenti, che tuttavia si sono trascinati anche in questi ultimi mesi con il dollaro che continua a infrangere record.

Gb. studio sterlina digitale prosegue, all’inizio limiti a detenzione

Gb. studio sterlina digitale prosegue, all’inizio limiti a detenzioneRoma, 25 gen. (askanews) – Il Tesoro della Gran Bretagna e la Banca d’Inghilterra stanno proseguendo i preparativi e le consultazioni sulla possibile creazione di una valuta digitale della banca centrale, una sterlina digitale, su cui la decisione definitiva non è stata ancora raggiunta. In un comunicato congiunto di aggiornamento su queste attività, le due istituzioni precisano che sarebbe un complemento al contante che resterebbe comunque disponibile “per chi lo preferisse.

E che potrebbero esserci restrizioni sull’ammontare massimo che singoli cittadini o imprese potrebbero detenere in sterline digitali, “almeno inizialmente”, puntualizza il comunicato. La sterlina digitale servirebbe ad effettuare pagamenti online, in presenza e tra persone, mentre non implicherebbe il versamento di interessi dato che “non sarebbe uno strumento di risparmio”, aggiunge il comunicato di Tesoro Uk e Bank of England.

In Gran Bretagna le attività preparatorie per una valuta digitale della banca centrale (central bank digital currency o Cbdc) sono iniziate nel febbraio dello scorso anno. Secondo le due istituzioni dalel imprese c’è un sostanziale sostegno a muoversi verso una valuta digitale. Ora il lavoro proseguirà sulla fase di design e studi di fattibilità su diverse opzioni.

Bonomi: il 2024 è cruciale per l’Ue, le elezioni di giugno sono un punto di non ritorno

Bonomi: il 2024 è cruciale per l’Ue, le elezioni di giugno sono un punto di non ritornoRoma, 25 gen. (askanews) – “Questo è un anno cruciale per il destino dell’Europa. Le elezioni di giugno segneranno uno spartiacque importante, saranno un punto di non ritorno. E gli imprenditori che da sempre sono i più convinti europeisti fanno sentire la loro voce per chiedere un’Europa che torni a pensare a se stessa come una potenza economica, ad avere un ruolo di leadership sullo scacchiere geopolitico che accompagni e sostenga la sua industria”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in occasione della presentazione del rapporto sul digitale promosso da Anitec-Assinform.

“Per questo – ha aggiunto – serve un Industrial Act dopo le elezioni. Anche perchè c’è sempre più bisogno di un’Europa solida e autorevole”.

Snam: nel piano al 2027 investimenti salgono a 11,5 miliardi

Snam: nel piano al 2027 investimenti salgono a 11,5 miliardiMilano, 25 gen. (askanews) – Snam investirà nel periodo 2023-2027 complessivi 11,5 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto al precedente piano 2022-2026, destinati al rafforzamento delle infrastrutture di trasporto, stoccaggio e Gnl e ai business della transizione (biometano, CCS, idrogeno ed efficienza energetica).

Nel dettaglio, allo sviluppo sostenibile delle infrastrutture sono destinati 10,3 miliardi, in particolare: 7,4 miliardi dedicati al trasporto (rispetto ai 6,3 mld del precedente piano), compresi gli investimenti relativi al potenziamento della Dorsale Adriatica, la sostituzione di circa 900 km di rete, la costruzione di stazioni di compressione dual fuel, le opere di collegamento con le FSRU e gli impianti di biometano; 1,4 miliardi (dai precedenti 1,3 mld) per l’ampliamento e l’upgrade dei siti di stoccaggio; 1,5 miliardi (dai 1,4 mld) destinati al GNL, con un aumento riconducibile alla messa in esercizio della FSRU di Ravenna, al ricollocamento della FSRU di Piombino, ai relativi investimenti infrastrutturali e alla realizzazione delle infrastrutture smallscale (Panigaglia e Pignataro) nel Nord e nel Sud Italia. Gli investimenti nei business della transizione energetica ammontano invece a 1,2 miliardi, così ripartiti: 400 milioni per il biometano; 350 milioni per la CCS (Carbon Capture and Storage); 100 milioni per l’idrogeno; 300 milioni per l’efficienza energetica e la generazione distribuita.

“In un contesto energetico globale che continua ad essere sfidante e volatile – ha dichiarato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam – investiremo 11,5 miliardi nello sviluppo di un’infrastruttura in grado di gestire in modo sempre più flessibile una pluralità di molecole verso la neutralità carbonica del Paese. Prosegue il nostro impegno per rafforzare la sicurezza energetica, garantendo infrastrutture per forniture diversificate e sostenibili nel lungo periodo e supportando il percorso di transizione, anche attraverso progetti considerati strategici a livello europeo. Lo faremo assicurando ritorni in crescita a tutti i nostri stakeholder”. Il nuovo piano prevede un utile netto adjusted in crescita di circa il 4% medio annuo (+3% nel piano precedente) e un dividendo in crescita minima aumentata al 3% (dal precedente +2,5%). Migliorata la guidance sull’utile netto 2023, pari a circa 1,14 miliardi, rispetto alla precedente pari almeno a 1,1 miliardi, con la proiezione a fine 2027 di circa 1,33 miliardi.

Snam: nel piano al 2027 gli investimenti salgono a 11,5 miliardi (+15%)

Snam: nel piano al 2027 gli investimenti salgono a 11,5 miliardi (+15%)Milano, 25 gen. (askanews) – Snam investirà nel periodo 2023-2027 complessivi 11,5 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto al precedente piano 2022-2026, destinati al rafforzamento delle infrastrutture di trasporto, stoccaggio e Gnl e ai business della transizione (biometano, CCS, idrogeno ed efficienza energetica).

“In un contesto energetico globale che continua ad essere sfidante e volatile – ha dichiarato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam – investiremo 11,5 miliardi di euro nello sviluppo di un’infrastruttura in grado di gestire in modo sempre più flessibile una pluralità di molecole verso la neutralità carbonica del Paese. Prosegue il nostro impegno per rafforzare la sicurezza energetica, garantendo infrastrutture per forniture diversificate e sostenibili nel lungo periodo e supportando il percorso di transizione, anche attraverso progetti considerati strategici a livello europeo. Lo faremo – ha spiegato – assicurando ritorni in crescita a tutti i nostri stakeholder, con una strategia di sostenibilità ampliata, che all’impegno sul fronte delle emissioni affianca il mantenimento di altri equilibri come quello della biodiversità e della rigenerazione territoriale”. Il 58% degli investimenti netti del nuovo piano è allineato ai Sustainable Development Goals e il 37% alla Tassonomia Europea. Snam prevede Net zero al 2050 su tutte le emissioni.

Stellantis: fortemente impegnati in Italia, investiti miliardi

Stellantis: fortemente impegnati in Italia, investiti miliardiMilano, 24 gen. (askanews) – “Stellantis è fortemente impegnata in Italia e lo ha fatto negli ultimi anni. L’azienda ha investito diversi miliardi di euro nelle attività italiane per nuovi prodotti e siti produttivi”. Lo sottolinea un portavoce di Stellantis Italia, dopo le parole della premier Giorgia Meloni al question time.

“Oltre il 63% dei veicoli prodotti lo scorso anno negli stabilimenti italiani di Stellantis sono stati esportati all’estero, contribuendo così alla bilancia commerciale italiana”, viene spiegato. Lo scorso anno “sono stati prodotti oltre 752mila veicoli (auto + veicoli commerciali), in crescita del 9,6% rispetto al 2022, di cui oltre 474mila sono stati commercializzati all’estero”. Nel dettaglio si sottolinea che nel 2023, “con oltre 85.00 unità prodotte, Mirafiori ha un avuto un export pari al 93%, Cassino, con circa 48.800, del 75%, Pomigliano, con circa 215.000, del 41%, Modena, con circa 1.240, del 92%, Atessa, con circa 230.000, dell’85%, e Melfi, con oltre 170.120, del 53%”.

Sui singoli stabilimenti il portavoce di Stellantis fa sapere che “Melfi diventerà il centro di produzione di auto elettriche di medie dimensioni”; Cassino “si specializzerà nel segmento delle auto elettriche di grandi dimensioni” e “Termoli è impegnata in una fondamentale riconversione: dalla produzione di motori termici a una gigafactory europea ACC: un investimento da 2,1 miliardi di euro”. Ad Atessa, viene aggiunto, “si produce la maggior parte dei grandi VAN (per Fiat Professional, Citroën, Peugeot Opel, Vauxhall e Toyota)”, mentre a Torino Mirafiori c’è la “produzione di 500e (FIAT e Abarth), di Maserati Levante, GranTurismo e GranCabrio, il Battery Technology Center, The Circular Economy Hub, lo stabilimento eDCT per la produzione di trasmissioni elettriche, grazie alla joint venture con Punch Powertrain. Il nuovo impianto sarà operativo quest’anno. Il grEEn Campus – conclude – è una nuova applicazione concreta della New Era of Agility a sostegno degli obiettivi Carbon Net Zero”.

3Sun (Enel GP):560 mln da Bei-banche per Gigafactory più grande Europa

3Sun (Enel GP):560 mln da Bei-banche per Gigafactory più grande EuropaMilano, 24 gen. (askanews) – 3Sun, la gigafactory per la produzione di celle e moduli fotovoltaici di Enel Green Power, si è assicurata un pacchetto finanziario di 560 milioni di euro che serviranno ad ampliarne la capacità produttiva, segnando una tappa importante verso la transizione e sicurezza energetica in Europa. Il finanziamento si è concretizzato grazie alla collaborazione messa a punto tra la Banca europea per gli investimenti, sostenuta da InvestEU, e un pool di banche italiane, guidate da UniCredit e comprendente Bper Banca e Banco Bpm, affiancate da Sace.

La capacità di produzione della Gigafactory 3Sun di Catania passerà dagli attuali 200 megawatt circa a 3 gigawatt annui entro la fine del 2024, consentendole di diventare la più grande fabbrica per la produzione di celle e moduli solari in Europa. Oltre a generare energia pulita sufficiente a rifornire l’equivalente di 1 milione di famiglie all’anno, l’operazione stimolerà anche la crescita economica in Sicilia, creando posti di lavoro diretti e opportunità di lavoro indirette. Il sostegno del consorzio di banche italiane, con il supporto della garanzia green di Sace, e il finanziamento diretto della Bei, garantito in parte dal programma InvestEU, è stato strumentale per destinare alla costruzione e gestione del più grande stabilimento fotovoltaico europeo 560 milioni. Rientrano nel finanziamento Bei prestiti intermediati concessi a istituti di credito commerciali, pari a 118 milioni, che eventualmente potrebbero aumentare a 342 milioni nel 2024. L’intervento complessivo della Bei a favore di 3Sun potrebbe quindi raggiungere 389,5 milioni.

Nel dettaglio, la struttura finanziaria dell’operazione prevede: prestito Bei di 47,5 milioni; prestito UniCredit di 147,5 milioni, garantito per l’80% da Sace Green, oltre a un prestito di 85 milioni per il pagamento dell’Iva (di questi 147,5 milioni, la Bei si è impegnata a erogare a UniCredit 118 milioni di finanziamenti intermediati, consentendo alla banca italiana di agevolare le condizioni di prestito a 3Sun); prestito Banco Bpm di 140 milioni, garantito per l’80% da Sace Green; prestito Bper di 140 milioni, garantito per l’80 % da Sace Green.