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Commissione Ue vara 5 misure per rafforzare sicurezza economica

Commissione Ue vara 5 misure per rafforzare sicurezza economicaBruxelles, 24 gen. (askanews) – La Commissione europa ha adottato oggi a Bruxelles un pacchetto di cinque iniziative per rafforzare la sicurezza economica dell’Ue, nel contesto delle attuali tensioni geopolitiche e dei profondi cambiamenti tecnologici in corso.

Le prime tre iniziative riguardano il mercato (investimenti ed esportazioni) e mirano a: 1) rafforzare ulteriormente, mediante un nuovo regolamento, la tutela della sicurezza, con un migliore controllo (“screening”) degli investimenti esteri diretti nell’Ue; 2) lanciare, tramite un “Libro bianco”, consultazioni e iniziative per un maggiore coordinamento europeo nel settore dei controlli sulle esportazioni, nel pieno rispetto dei regimi multilaterali esistenti e delle prerogative degli Stati membri; 3) consultare, con un altro “Libro bianco” gli Stati membri e le parti interessate per identificare i potenziali rischi derivanti dagli investimenti europei in uscita verso paesi terzi (“outbound investments”), riguardo a una lista ristretta di tecnologie (Intelligenza artificiale, semiconduttori avanzati, biotecnologie e tecnologie quantistiche). Le altre due iniziative riguardano invece il settore della ricerca e dell’innovazione. Da una parte, la Commissione ha pubblicato un “Libro bianco” che promuove la discussione su tre diverse opzioni relative ai programmi di ricerca e sviluppo che coinvolgono tecnologie con potenziale a duplice uso (civile e militare), con scadenza al 30 aprile per la chiusura della consultazione; dall’altra, viene proposta una raccomandazione del Consiglio Ue riguardo al “rafforzamento  della sicurezza della ricerca” ai livelli nazionale e settoriale.

Quest’ultima raccomandazione prevede che gli Stati membri sviluppino dei piani d’azione nazionale, con linee guida, misure e iniziative pertinenti e una tempistica per la loro attuazione, al fine di rafforzare la sicurezza della ricerca. Inoltre, si propone di istituire un “Centro europeo di competenze sulla sicurezza della ricerca”, collegato allo “sportello unico” della Commissione per contrastare le interferenze straniere nella ricerca e innovazione. L’obiettivo è rendere sistematica da parte degli Stati membri la pratica (oggi presente solo in alcuni paesi) della valutazione del rischio nel settore della ricerca. La Commissione spiega in una nota che “nel contesto geopolitico odierno, l’apertura e la cooperazione senza confini nel settore della ricerca e dell’innovazione possono essere sfruttate e trasformate in vulnerabilità. I risultati della cooperazione internazionale in materia di ricerca e innovazione possono essere utilizzati per scopi militari in paesi terzi o in violazione dei valori fondamentali. Gli istituti di istruzione superiore e di ricerca possono cadere vittime dell’influenza maligna degli stati autoritari”.

La proposta di raccomandazione del Consiglio mira a “fornire maggiore chiarezza, orientamento e sostegno agli Stati membri e al settore della ricerca e dell’innovazione in generale. È necessaria – sottolinea la Commissione – un’azione dell’Ue per garantire coerenza in tutta Europa ed evitare un mosaico di misure. Unendo le forze a tutti i livelli e in tutta l’Unione possiamo mitigare i rischi per la sicurezza della ricerca e garantire che la cooperazione internazionale in materia di ricerca e innovazione sia aperta e sicura”. Da notare che, nel quadro del regolamento sul programma di ricerca “Horizon Europe”, 31 azioni del programma di lavoro 2023-2024 (3,5% del totale) hanno già una “ammissibilità limitata”, nel senso che non possono parteciparvi le entità con sede in determinati paesi terzi, o possedute o controllate da questi paesi. Inoltre, la cooperazione con soggetti con sede in Cina è stata esclusa per le azioni di innovazione, mentre, in linea con con il regime di sanzioni dell’Ue, è stata esclusa del tutto la partecipazione a Horizon di soggetti giuridici provenienti da Russia e Bielorussia.

Tornando agli investimenti esteri diretti, è già in vigore un regolamento sul loro “screening”. La Commissione ha esaminato oltre 1.200 transazioni notificate dagli Stati membri negli ultimi tre anni in base a questo regolamento, e basandosi su questa esperienza ha presentato una proposta di modifica della normativa per affrontare le carenze esistenti e migliorare l’efficienza del sistema. Il  nuovo regolamento mira a garantire che tutti gli Stati membri dispongano di un meccanismo nazionale di controllo,  e che le norme nazionali siano meglio armonizzate; inoltre, viene individuato un ambito settoriale minimo, in cui tutti gli Stati membri dovranno controllare tutti gli investimenti esteri, e il controllo è esteso agli investimenti di operatori dell’Ue che sono in ultima analisi controllati da individui o imprese di un paese extra-Ue. Quanto al monitoraggio e alla valutazione dei rischi degli investimenti in uscita, il problema riguarda un insieme ristretto di tecnologie avanzate che potrebbero migliorare le capacità militari e di intelligence di attori che potrebbero utilizzare queste capacità contro l’Ue o per minare la pace e la sicurezza internazionali. Gli investimenti in queste tecnologie  attualmente non sono monitorati o controllati né a livello dell’Ue, né dagli Stati membri. Il Libro bianco della Commissione sugli investimenti in uscita propone pertanto un’analisi passo per passo degli investimenti in uscita per comprendere i potenziali rischi ad essi collegati, concentrandosi su un insieme ristretto di tecnologie sensibili (anche qui, sono menzionate l’Intelligenza artificiale, i semiconduttori avanzati, le tecnologie quantistiche e le biotecnologie). Questa analisi includerà una consultazione delle parti interessate di tre mesi e un monitoraggio di 12 mesi degli investimenti in uscita, con un rapporto congiunto di valutazione del rischio. Sulla base dell’esito della valutazione del rischio, la Commissione determinerà, insieme agli Stati membri, se e quale risposta politica è giustificata. C’è poi la necessità di un controllo più efficace e coordinato da parte dell’Ue sulle esportazioni di beni e tecnologie a duplice uso, sia civile che di difesa (come l’elettronica avanzata, le tossine, la tecnologia nucleare o missilistica), in modo che non vengano utilizzati per compromettere la sicurezza e i diritti umani. Il “Libro bianco” che è stato presentato oggi sui controlli delle esportazioni propone di introdurre controlli Ue uniformi, in modo da evitare che vi sia un un mosaico incoerente di approcci nazionali. Il Libro bianco prevede, infine, un forum di alto livello per il coordinamento politico tra gli Stati membri e annuncia una raccomandazione della Commissione per l’estate 2024, per un migliore coordinamento degli elenchi di controllo nazionali.

Germania, ferrovie paralizzate da maxi-sciopero 6 giorni macchinisti

Germania, ferrovie paralizzate da maxi-sciopero 6 giorni macchinistiRoma, 24 gen. (askanews) – Ferrovie in Germania quasi paralizzate. I macchinisti tedeschi hanno iniziato uno sciopero di sei giorni paralizzando la rete ferroviaria del paese con uno stop che secondo i dirigenti aziendali potrebbe costare all’economia nazionale fino a 1 miliardo di euro. Lo sciopero, indetto dal sindacato GDL, è il più lungo nei 30 anni di storia della Deutsche Bahn, l’operatore ferroviario pubblico tedesco.

L’agitazione ha interessato il trasporto merci a partire da martedì sera e quello passeggeri da mercoledì mattina e continuerà fino a lunedì sera alle 18.00. Deutsche Bahn è in grado di assicurare solo un servizio estremamente ridotto, con circa un treno a lunga percorrenza su cinque in funzione. Alcune delle arterie chiave d’Europa – riporta il Financial Times – sono state colpite dallo sciopero. “Sono interessati il trasporto merci europeo attraverso le Alpi, la Polonia o la Scandinavia, nonché i porti marittimi in Olanda o Belgio”, ha annunciato la Deutsche Bahn.

I leader aziendali hanno lanciato l’allarme per i notevoli danni alle rispettive attività che giungono in un momento in cui l’economia del paese è già stagnante. Lo scorso anno il prodotto interno lordo si è ridotto dello 0,3%, il che significa che la Germania è stata la grande economia con la peggiore performance nel 2023. Lo sciopero comporterà “duri vincoli, persino arresti della produzione, riduzioni della produzione e blocchi dell’industria”, ha affermato Tanja Gönner, responsabile della BDI, la Confindustria tedesca. “L’industria tedesca si trova già in una situazione fragile, vista la stagnazione dell’economia”.

La richiesta della GDL di una settimana lavorativa di 35 ore a retribuzione piena, rispetto alle 38 ore attuali, è stata respinta dalla direzione della Deutsche Bahn. Ministro trasporti Mercoledì il sindacato ha presentato una nuova proposta, con una transizione più lunga, di quattro anni, verso una settimana di 35 ore. Anche questo è stato respinto dalla DB, che lo ha definito una “ripetizione di ben note richieste massime”. Il ministro dei trasporti Volker Wissing ha definito lo sciopero “inaccettabile” e ha accusato la GDL di rifiutarsi di negoziare.

“Una società può avere successo solo se tutti esercitano i propri diritti in modo responsabile”, ha detto alla radio tedesca, secondo quanto riportato dal Ft. “E mi aspetto dal sindacato che dimostri responsabilità e si metta al tavolo delle trattative”.

Ex Ilva, Urso-Calderone annunciano la Cig in deroga per le aziende della filiera

Ex Ilva, Urso-Calderone annunciano la Cig in deroga per le aziende della filieraRoma, 24 gen. (askanews) – Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro del Lavoro, Marina Calderone, hanno avuto una riunione in videocollegamento con i sindacati rappresentanti dei lavoratori dell’indotto di Acciaierie d’Italia per un aggiornamento sulla situazione dell’ex Ilva anche al fine di predisporre ulteriori misure necessarie per la filiera.

Nel corso della riunione, rende noto Mimit e Lavoro, Urso e Calderone hanno illustrato i provvedimenti che il governo intende mettere in campo a tutela dei lavoratori, a partire dall’estensione in deroga della Cig per le aziende della filiera. Inoltre, è stato reso noto che il governo sta elaborando un quadro di misure a tutela delle imprese dell’indotto per l’ipotesi di commissariamento straordinario di Adi.In particolare, revisione delle norme per la tutela dei crediti delle imprese dell’indotto nell’ambito della procedura concorsuale. Sarà confermata la prededucibilità dei crediti delle imprese dell’indotto, eliminando quelle differenziazioni che in passato hanno generato difficoltà interpretative e applicative e provocato discriminazioni all’interno della platea. Nell’ambito della prededuzione, sarà data priorità assoluta alle imprese dell’indotto che hanno erogato le proprie prestazioni, senza soluzione di continuità, sino al giorno della decretazione dell’amministrazione straordinaria, contribuendo a garantire la continuità produttiva.

Poi, accesso agevolato delle imprese dell’indotto al fondo di garanzia Pmi. Sarà previsto l’esonero dal pagamento delle commissioni una tantum per l’accesso al fondo e per il mancato perfezionamento delle operazioni garantite. Per la misura della garanzia diretta sarà previsto un innalzamento all’80% per tutte le operazioni. Per quanto riguarda le operazioni di riassicurazione, la copertura del fondo di MCC sarà incrementata fino al 90% sulle garanzie rilasciate in prima istanza dai confidi non superiori all’80%.Inoltre, istituzione fondo di sostegno per le imprese dell’indotto. Il fondo prevedrà un contributo, nell’ambito del de minimis, per abbattere gli interessi che le imprese dell’indotto dovranno corrispondere sui mutui per nuova liquidità.

 

Eurozona, stima indice Pmi manifatturiero a gennaio in rialzo a 46,6

Eurozona, stima indice Pmi manifatturiero a gennaio in rialzo a 46,6Roma, 24 gen. (askanews) – In rialzo a gennaio, secondo la stima preliminare, l’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona che si porta a 46,6 dai precedenti 44,4 punti.

In leggero rialzo anche l’indice composito a 47,9 da 47,6 mentre quello dei servizi si porta a 48,4 da 48,8 punti. “Secondo i dati provvisori dell’indagine Pmi, a gennaio l’attività economica nell’area dell’euro è scesa al tasso più lento in sei mesi, anche se con flessioni persistenti sia nel settore manifatturiero che in quello dei servizi, a fronte di ulteriori cali nei nuovi ordini. In generale la contrazione dei nuovi ordini è stata tuttavia la più contenuta registrata dallo scorso giugno, contribuendo a stabilizzare e aumentare i livelli occupazionali e l’ottimismo delle imprese per l’anno a venire ai massimi di otto mesi”, si legge nell’indagine.

Bill Ackman e moglie acquistano il 4,9% della Borsa di Tel Aviv

Bill Ackman e moglie acquistano il 4,9% della Borsa di Tel AvivMilano, 24 gen. (askanews) – Bill Ackman, il magnate americano a capo dell’hedge fund Pershing Square Capital Management, e sua moglie Neri Oxam, nata in Israele, hanno acquistato una partecipazione azionaria nella Borsa di Tel Aviv (TASE). La coppia ha acquistato una quota azionaria di circa il 4,9% del Tel Aviv Stock Exchange.

La Borsa di Tel Aviv ha annunciato oggi il prezzo di un’offerta secondaria di 17.156.677 azioni ordinarie. TASE riceverà circa 242 milioni di shekel (65 mln dollari circa) di proventi netti dall’offerta che saranno utilizzati per investimenti nella sua infrastruttura tecnologica. L’operazione, sottolinea una nota della Borsa israeliana, “ha suscitato un forte interesse da parte di investitori israeliani, statunitensi, europei e australiani, a testimonianza di un forte voto di fiducia nei confronti della Borsa di Tel Aviv e dell’economia israeliana in generale”. Tra gli acquirenti di spicco figurano, appunto, la coppia Ackman-Oxman che hanno concordato l’acquisto di circa il 4,9% di azioni.

Carne coltivata, Lollobrigida: sulla possibilità della commercializzazione in Ue decida la volontà popolare

Carne coltivata, Lollobrigida: sulla possibilità della commercializzazione in Ue decida la volontà popolareBruxelles, 23 gen. (askanews) – Sulla possibilità che sia approvata nell’Ue la commercializzazione della “carne coltivata” basata cioè sulla coltivazione di cellule di animali in laboratorio, dovremmo “affidarci alla volontà popolare”, invece che sulla attuali procedure previste dal regolamento europeo “Novel Foods”. E’ quanto ha affermato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, parlando con la stampa a margine del Consiglio Agrifish dell’Ue, questo pomeriggio a Bruxelles.

L’Italia, l’Austria e la Francia, con il sostegno di di Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania, Slovacchia e Ungheria, hanno presentato il 18 gennaio un documento comune, che è stato discusso dal Consiglio oggi, in cui si chiede alla Commissione europea molta cautela, l’applicazione del principio di precauzione e nuove estese consultazioni e nuove approfondite valutazioni d’impatto prima di prendere in considerazione qualsiasi richiesta da parte delle imprese di autorizzare la produzione e commercializzazione in Europa della carne coltivata. Nel documento, ha detto Lollobrigida, “c’è scritto con chiarezza che la carne coltivata, sempre che si possa chiamare ‘carne’, è un potenziale pericolo per l’Europa, da tanti punti di vista: forse quello sanitario, forse quello ambientale, forse quello etico”, e anche dal punti di vista socio-economico. “Noi ci siamo già dati una risposta in Italia e oggi tante altre nazioni con noi hanno presentato questo documento”.

“L’Italia – ha rivendicato il ministro – non solo non era isolata su questa posizione, ma è in grado di essere avanguardia rispetto alla protezione delle nostre filiere agricole, della salute dei cittadini, dei consumatori, della qualità. Non c’è niente che abbiamo fatto in maniera erronea. C’è un tempo per prendere delle decisioni e l’Italia è in grado di prenderle, senza dover aspettare, anzi coinvolgendo gli altri”, ha aggiunto Lollobrigida, con un implicito riferimento alla recente legge che vieta la carne coltivata in Italia (e vieta anche di chiamarla “carne”). Il divieto italiano verrebbe automaticamente messo fuori legge nel momento in cui la Commissione europea proponesse e ottenesse l’approvazione di una richiesta di commercializzazione di carne coltivata, secondo le procedure previste dal regolamento Ue “Novel Foods”. Secondo il regolamento, l’eventuale proposta favorevole della Commissione potrebbe essere respinta solo se vi fosse una maggioranza qualificata di Stati membri contraria. E questo è ciò che evidentemente l’Italia vuole a tutti i costi evitare: che si possa arrivare a una proposta favorevole da parte della Commissione. á “Adesso – ha proseguito il ministro – vedremo anche gli esiti della discussione, però il documento mi sembra molto netto e molto chiaro. Abbiamo chiesto che la scienza ci dia le risposte richieste e che si ricorra anche eventualmente a un cosa che è molto democratica: chiediamo ai cittadini europei che ne pensano, perché abbiamo sentito tante voci. Sentiamo anche quella dei cittadini europei, con una consultazione pubblica nella quale ci diranno che cosa pensano di queste produzioni” “L’Europa – ha ricordato Lollobrigida – ha già fatto delle scelte, nelle quali ha posto dei divieti”. Ad esempio, “il divieto di clonazione animale: non si possono importare in Europa carni derivate da clonazione animale; e lo ha fatto in altre circostanze, come sulla vicenda degli Ogm. Ovviamente, la libertà di far circolare un prodotto deve presentare sul piano politico e scientifico anche una garanzia per le persone che consumano, che scelgono anche sulla base di un elemento di garanzia che si aspettano dalle istituzioni. Non si aspettano che qualcosa che può essere potenzialmente pericoloso circoli come se fosse benefico”.

“Non voglio sottolineare – ha osservato il ministro – questioni allarmistiche, ma è evidente per esempio che con la riproduzione cellulare, ci dicono alcuni istituti, rispetto a certe patologie non ci sarebbe forse nemmeno la garanzia di poterle riscontrare sull’animale vivo, da cui queste cellule vengono prelevate…, e ci sono rischi nella riproduzione, magari di una cellula malata, o di difficoltà di riscontro di certe patologie”. L’Italia vuole insomma, gli è stato chiesto, sottoporre a consultazioni popolari, a deri referendum, qualunque via libera alla ácommercializzazione di carne coltivata e altri cibi sintetici?

“Lo abbiamo scritto nel documento. Io oggi – ha risposto Lollobrigida – non rappresento che una delle tante nazioni che hanno posto il problema”. Proponiamo “una consultazione pubblica, si chiedono i dati; io spero che si arrivi in questa Europa ad avere dei processi democratici. Sulla carne coltivata, sintetica, sul fake food, per semplificare, il Parlamento europeo, che sarebbe l’organismo direttamente eletto dal popolo, si è già espresso: tanti emendamenti che tentavano l’apertura a questi processi sono stati bocciati, con la maggioranza”. La maggioranza, ha ricordato ancora il ministro, “che fino a prova contraria nelle istituzioni democratiche è quella che sceglie la linea; può cambiare, ma nel frattempo quella maggioranza sceglie la linea. E quindi credo che ci sia un processo che più è democratico, meglio stiamo tutti”. “Perché esistono quelli che pensano di essere più bravi degli altri. Ce ne sono tanti: gli oligarchi, gli aristocratici lo hanno pensato per tanto tempo. Poi è arrivata la democrazia, e ci hanno spiegato, e io sono convinto di questo, che con tutti i suoi difetti è il migliore sistema possibile. E quindi – ha concluso Lollobrigida – affidiamoci alla volontà popolare”.

Idealista: maggioranza case in affitto supera 60 metri quadrati

Idealista: maggioranza case in affitto supera 60 metri quadratiRoma, 23 gen. (askanews) – La tipologia più diffusa delle case in affitto è quella compresa tra 60 e 100 m2 (42,3%); i tagli medio-piccoli costituiscono la seconda tipologia più diffusa con il 31,3% dello stock disponibile, mentre gli appartamenti di meno di 30 m2 rappresentano appena il 2% del campione. E’ quanto emerge dall’ultima analisi condotta dall’Ufficio Studi di idealista sulle attuali disponibilità abitative nel portale. Nel dettaglio, Roma (40,3%) segue la tendenza italiana con più stock tra i 60 ed i 100m2; mentre a Milano prevalgono tagli più piccoli tra i 30 ed i 60m2 (40%). “Nonostante la persistente sfida dell’offerta, con particolare riguardo agli appartamenti di dimensioni contenute, come i monolocali, che rimangono la categoria più richiesta in relazione alla reale disponibilità sul mercato, si intravede qualche segnale di cambiamento”, osserva Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi di idealista. “Nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno scorso, abbiamo osservato un aumento significativo del 5% nell’offerta di abitazioni in affitto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo cambio di tendenza rappresenta un’importante inversione rispetto al declino costante osservato dal 2019, durante il quale il mercato ha subito una drastica diminuzione del 42% dell’offerta residenziale destinata alla locazione. Il recente aumento potrebbe suggerire una ripresa del settore degli affitti tradizionali e un significativo miglioramento nell’accessibilità alle possibilità di locazione”. A Milano, solo il 3,6% delle abitazioni in locazione sono miniappartamenti (meno di 30 metri quadrati), mentre il 40% ha una superficie compresa tra 30 e 60 metri quadrati e il 38,3% tra 60 e 100 metri quadrati. Solo l’11,9% delle case in affitto misura tra 100 e 150 metri quadrati, mentre il 6,3% supera questa soglia. A Roma, l’1,9% delle abitazioni in locazione ha dimensioni inferiori a 30 metri quadrati rispetto all’offerta totale, mentre il 27,8% ha una superficie compresa tra 30 e 60 metri quadrati. Il 40,3% delle abitazioni si colloca tra 60 e 100 metri quadrati, l’18,5% tra 100 e 150 metri quadrati, mentre l’11,6% supera i 150 metri quadrati.

Bce, il primo taglio dei tassi ora è atteso a giugno o luglio

Bce, il primo taglio dei tassi ora è atteso a giugno o luglioRoma, 23 gen. (askanews) – Il primo taglio dei tassi di interesse da parte della Bce arriverà tra fine primavera e inizio estate, giugno o luglio: è il parere diffuso tra un cospicuo numero di analisti, in vista del Consiglio direttivo dell’istituzione che inizierà domani, per concludersi con la riunione formale giovedì mattina. Al termine della quale, alle 14 e 15 italiane, verranno annunciate le decisioni di politica monetaria. Mezz’ora dopo la presidente, Christine Lagarde terrà la tradizionale conferenza stampa esplicativa.

Nelle ultime fasi del 2023 i mercati si erano spinti a ipotizzare tagli ai tassi già a inizio primavera, qualcuno addirittura a marzo. Ma in ripetute occasioni, e in maniera più esplicita la scorsa settimana, sia Lagarde, sia altri esponenti della Bce hanno sostanzialmente smentito queste speculazioni, spingendo la palla in avanti. L’aspetto chiave su cui è stato messo rilievo è quello delle dinamiche salariali: se queste ultime dovessero mostrare forti spinte, tali da apparire come effetti secondari della passata alta inflazione, potrebbe crearsi un nuovo problema per la Bce. Questa incognita si definirà con la tornata negoziale che si svolge nei primi mesi dell’anno e i cui risultati potrebbero essere chiari appunto a fine primavera.

A quel punto i banchieri centrali dell’eurozona potrebbero avere davanti un quadro tale da renderli più sicuri di sé nel ritenere che l’inflazione rientrerà al valore obiettivo del 2% nel 2025. E nulla ostacolerebbe un taglio del costo del danaro, che dopo gli aumenti da 450 punti base decisi nei mesi scorsi resta a livelli decisamente restrittivi nell’eurozona, dove l’inflazione è scesa sotto il 3%. Tuttavia la questione potrebbe risultare non così semplice, specialmente se il quadro dell’economia non dovesse migliorare come indicato dallo scenario previsionale di base. E in questo ambito Claudia Fontanive-Wyss, Portfolio Manager di Vontobel osserva come la dinamica degli aggregati monetari sia diventata negativa nell’eurozona e negli Stati Uniti. “Questo dato è restrittivo. Pertanto, l’attuale orientamento di politica monetaria potrebbe essere ancora più restrittivo e non è da escludere del tutto un taglio prima di giugno”.

In pratica la Bce potrebbe ritrovarsi con una linea più dura del dovuto. Ad ogni modo, aggiunge Fontanive-Wyss, l’aggiornamento delle previsioni della Bce a marzo “fornirà probabilmente migliori indizi sulla tempistica del primo taglio”. Un altro fattore di rischio, ma in senso opposto, cioè di ulteriori spinte all’inflazione, è rappresentato dagli attacchi dei gruppi miliziani di Houthi nello Yemen contro le navi in transito da e per il Canale di Suez. Ma su questo ad oggi non si sono verificati impatti nemmeno lontanamente paragonabili a quelli delle strozzature alle catene globali dei mesi passati.

Così come con la guerra di Israele contro i terroristi di Hamas, non è avvenuto nulla di analogo sui prezzi di petrolio e gas rispetto a quanto si è visto a seguito della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro le forniture dalla Russia. Tornando ai rischi di debolezza dell’economia, un elemento che resta sotto osservazione è il concetto di “trasmissione monetaria”. Non è infatti chiarissimo quanto della stretta operata dalla Bce si sia già trasmesso all’economia e reale e quanto resti da “scaricarsi”. Guardando al canale del credito bancario, l’indagine dell’Eurosistema pubblicata oggi mostra che questa trasmissione, che avviene con un certo ritardo, sembra ancora in corso: nel quarto trimestre 2023 in media le banche hanno continuato a inasprire i criteri di concessione di prestiti e prevedono di farlo ulteriormente in questo inizio d’anno. Secondo gli analisti di Ing ne derivano “prospettive piuttosto deboli per gli investimenti”. E questo conferma lo scenario di un taglio dei tassi più avanti da parte della Bce. Sul quando resta l’interrogativo. In tutto questo il direttorio giunge mentre su Lagarde è stato pubblicato un sondaggio decisamente negativo dal sindacato del personale della Bce, l’Ipso, secondo il quale tra i dipendenti serpeggia un forte malcontento per la sua conduzione dell’istituzione. Specialmente per il suo continuo sconfinare su questioni che non appartengono strettamente alla politica monetaria. Giovedì la conferenza stampa della presidente si terrà alle 14 e 45.

Ita, l’Ue avvia indagine approfondita sull’acquisizione da parte di Lufthansa

Ita, l’Ue avvia indagine approfondita sull’acquisizione da parte di LufthansaRoma, 23 gen. (askanews) – La Commissione europea ha annunciato l’avvio di una indagine approfondita sul progetto di acquisizione del controllo comune di Ita Airways da parte della tedesca Lufthansa AG e del ministero italiano dell’Economia e delle finanze (Mef). Con un comunicato, l’Antitrust comunitario spiega di aver “espresso riserve preliminari in quanto ritiene che l’operazione possa ridurre la concorrenza sul mercato dei servizi di trasporto aereo di passeggeri su diverse rotte a corto e a lungo raggio da e verso l’Italia”.

Bruxelles precisa che in base alle normative in vigore dispone ora di 90 giorni lavorativi, quindi fino al 6 giugno 2024, per adottare una decisione. L’avvio di un’indagine approfondita non pregiudica l’esito del procedimento. L’operazione era stata notificata alla Commissione il 30 novembre scorso. L’8 gennaio, poi, Lufthansa ha presentato una serie di impegni per rispondere ad alcune delle riserve preliminari dell’Antitrust Ue. “Tuttavia questi impegni sono risultati insufficienti – recita il comunicato – sia per portata che efficacia, ad eliminare le riserve della Commissione, che non li ha quindi sottoposti a verifica con i partecipanti al mercato”.

L’organo esecutivo comunitario ricorda che Lufthansa e Ita gestiscono un’ampia rete di rotte nazionali, rotte a corto raggio all’interno dello Spazio economico europeo (See) e rotte a lungo raggio tra il See e il resto del mondo. Lufthansa fa inoltre parte di una joint venture con United Airlines e Air Canada, attraverso la quale le tre compagnie si coordinano su prezzi, capacità, programmazione e ripartizione delle entrate sulle rotte transatlantiche. “L’indagine preliminare – avverte Bruxelles – indica che l’operazione può ridurre la concorrenza sul mercato dei servizi di trasporto aereo di passeggeri su diverse rotte a corto e a lungo raggio. Lufthansa e Ita sono in forte e stretta concorrenza tra loro nella fornitura di servizi di trasporto aereo di passeggeri su determinate rotte da e verso l’Italia”.

In particolare, la Commissione ha elencato varie elementi. “L’operazione può ridurre la concorrenza sulle rotte a corto raggio che collegano l’Italia con i paesi dell’Europa centrale. Su alcune rotte di questo tipo, Lufthansa e Ita sono concorrenti diretti per i collegamenti senza scalo, con una concorrenza limitata da parte di altre compagnie aeree, soprattutto vettori low cost, come Ryanair, che in molti casi operano da aeroporti più difficilmente raggiungibili”. “Inoltre – si legge – la Commissione esaminerà anche le rotte in cui una delle parti offre già servizi e l’altra sarà attiva a breve nonché quelle in cui una o entrambe le parti offrono pratici voli diretti o in cui i collegamenti diretti sono limitati o offerti solo dall’altra parte. Per quanto riguarda le rotte a lungo raggio tra l’Italia e l’America settentrionale, la Commissione valuterà inoltre se, dopo la fusione, le attività di Ita, Lufthansa e dei partner della sua joint venture (United Airlines e Air Canada) debbano essere trattate come attività di un’unica entità”.

E ancora, “l’operazione potrebbe ridurre la concorrenza su alcune rotte a lungo raggio tra l’Italia e gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e l’India perché Ita – asserisce Bruxelles – Lufthansa o i partner della joint venture di Lufthansa sono in stretta concorrenza tra loro con pratici voli diretti e siti aeroportuali di facile accesso e, presumibilmente, altre compagnie aeree potranno esercitare una limitata pressione concorrenziale con collegamenti attraenti”. L’operazione, poi “potrebbe dar luogo a una posizione dominante di Ita nell’aeroporto di Milano Linate, o rafforzarla, rendendo più difficile per i concorrenti fornire servizi di trasporto aereo di passeggeri da e verso Milano Linate. La Commissione esaminerà inoltre le possibili ripercussioni negative su rotte per le quali altre compagnie aeree fanno affidamento sulla rete nazionale e a corto raggio di Ita per operare i propri voli, con un impatto possibile sui loro servizi verso destinazioni internazionali servite anche da Lufthansa”. Ita fa parte dell’alleanza SkyTeam, mentre Lufthansa è una compagnia aerea di rete su scala mondiale che gestisce gli hub di Francoforte, Monaco di Baviera, Zurigo, Vienna e Bruxelles e annovera come controllate Austrian Airlines, Brussels Airlines, Eurowings, Swiss International Airlines e Air Dolomiti. Fa parte della Star Alliance e di una joint venture transatlantica con United Airlines e Air Canada.

Ita, Ue avvia indagine approfondita su acquisizione da Lufthansa

Ita, Ue avvia indagine approfondita su acquisizione da LufthansaRoma, 23 gen. (askanews) – La Commissione europea ha annunciato l’avvio di una indagine approfondita sul progetto di acquisizione del controllo comune di Ita Airways da parte della tedesca Lufthansa AG e del ministero italiano dell’Economia e delle finanze (Mef). Con un comunicato, l’Antitrust comunitario spiega di aver “espresso riserve preliminari in quanto ritiene che l’operazione possa ridurre la concorrenza sul mercato dei servizi di trasporto aereo di passeggeri su diverse rotte a corto e a lungo raggio da e verso l’Italia”.

Bruxelles precisa che in base alle normative in vigore dispone ora di 90 giorni lavorativi, quindi fino al 6 giugno 2024, per adottare una decisione. L’avvio di un’indagine approfondita non pregiudica l’esito del procedimento.