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Il governatore di Bankitalia Panetta: in Italia l’inflazione sotto controllo, è tornata stabilmente sotto al 2%

Il governatore di Bankitalia Panetta: in Italia l’inflazione sotto controllo, è tornata stabilmente sotto al 2%Roma, 17 gen. (askanews) – In Italia “la novità positiva è che l’inflazione è sotto controllo: è tornata stabilmente al di sotto del 2% e prevediamo che rimanga sotto il 2% nel prossimo triennio, nei prossimi tre anni che sono l’orizzonte su cui la Banca centrale europea valuta gli interventi di politica monetaria”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento al Comitato esecutivo dell’Abi.

Meno positivi i dati sulla crescita. “Quello che noi prevediamo per l’Italia è una crescita al di sotto dell’1% sia per il 2024 sia per il 2023, su cui i dati definitivi non ci sono. Prevediamo che il 23 si sia chiuso con una crescita attorno allo 0,6 o lo 0,7 per cento, una crescita sotto l’1% nel 2024 e un ritorno attorno all’1% nel 2025”, ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento al Comitato esecutivo dell’Abi. “Gli investimenti, che sono il motore dell’economia più che i consumi rimarranno deboli”, ha aggiunto.

Bankitalia, Panetta: prevediamo crescita sotto 1% in 2023 e 2024

Bankitalia, Panetta: prevediamo crescita sotto 1% in 2023 e 2024Roma, 17 gen. (askanews) – “Quello che noi prevediamo per l’Italia è una crescita al di sotto dell’1% sia per il 2024 sia per il 2023, su cui i dati definitivi non ci sono. Prevediamo che il 23 si sia chiuso con una crescita attorno allo 0,6 o lo 0,7 per cento, una crescita sotto l’1% nel 2024 e un ritorno attorno all’1% nel 2025”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento al Comitato esecutivo dell’Abi.

“Gli investimenti, che sono il motore dell’economia più che i consumi rimarranno deboli”, ha aggiunto.

Tim, Palazzo Chigi: ok a cessione rete, garantisce interesse nazionale

Tim, Palazzo Chigi: ok a cessione rete, garantisce interesse nazionaleRoma, 17 gen. (askanews) – “Il via libera con prescrizioni da parte del Governo italiano alla vendita della rete TIM al fondo infrastrutturale statunitense KKR rappresenta un ulteriore e fondamentale step nell’operazione di acquisizione di NetCo (società che detiene sostanzialmente tutte le infrastrutture di rete fissa di TIM), a tutela dell’interesse nazionale e a garanzia del controllo statale sugli asset strategici della rete primaria di telecomunicazione”. E’ quanto sottolinea Palazzo Chigi in una nota dopo il via libera all’operazione ai sensi della normativa golden power.

“Si prevede un ruolo del Governo nella definizione delle scelte strategiche, vengono assicurati tutti i presidi essenziali e garantita la supervisione allo Stato di tutti gli aspetti inerenti la sicurezza, la difesa e la strategicità della rete e dei relativi asset” prosegue il governo. “La delibera del Consiglio dei ministri – sottolinea ancora la nota – recepisce nelle prescrizioni gli impegni che le parti hanno assunto a cominciare dalla creazione dell’organizzazione di sicurezza, dalla nomina del preposto di cittadinanza italiana, dalla competenza esclusiva su tutte le questioni incidenti sugli asset strategici, dal mantenimento in Italia delle attività di ricerca e manutenzione, e dal monitoraggio”.

“Si delinea quindi un quadro certo di supervisione strategica affidata allo Stato. Un passo avanti importante nella definizione complessiva dell’operazione, che procede secondo le tempistiche annunciate” conclude Palazzo Chigi.

Piano casa, Fimaa: agevolare riconversione e cambi destinazione immobili

Piano casa, Fimaa: agevolare riconversione e cambi destinazione immobiliRoma, 17 gen. (askanews) – Agevolare la riconversione, e i cambi di destinazione d’uso degli immobili esistenti; semplificare le politiche urbanistiche; razionalizzare il tessuto edilizio; adottare una cedolare secca sulla locazione degli immobili commerciali. Sono alcune delle proposte che ha avanzato Fimaa-Confcommercio al secondo incontro sul Piano Casa che si è tenuto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per discutere del Piano Casa. L’iniziativa è stata promossa dal ministro Matteo Salvini per recuperare il patrimonio immobiliare esistente e riconvertire edifici soggetti a destinazione pubblica.

Per la Fimaa-Confcommercio è intervenuto il vicepresidente vicario Maurizio Pezzetta ha definito “lodevole e necessaria” l’iniziativa del Piano Casa. “Razionalizzare il tessuto edilizio – ha detto Pezzetta nel suo intervento – costituisce il fondamento stesso della qualità della vita delle persone, influendo direttamente sul benessere individuale e collettivo. La disponibilità di alloggi adeguati e accessibili per la federazione è essenziale per garantire una società equa e inclusiva”. Illustrando quindi le proposte della Federazione, Pezzetta ha spiegato che “è fondamentale agevolare i cambi di destinazione d’uso degli immobili, in questo modo sarà più facile convertire gli asset immobiliari inutilizzati, sulla base delle esigenze che di volta in volta maturano la società e il mercato. Per le stesse ragioni, occorre anche rendere più snello l’iter per le autorizzazioni urbanistiche e agevolare le pratiche relative all’allineamento della conformità urbanistica e catastale, mettendo un punto fermo temporale, che eviti contenziosi dannosi e superflui fra le parti contraenti”.

La Fimaa chiede inoltre di elaborare una strategia che porti all’ottimizzazione del panorama edilizio. “È necessario armonizzare il patrimonio esistente – ha argomentato il vicepresidente vicario – e, nel caso, demolire e ricostruire, quando giustificato, gli immobili eccessivamente vetusti e dispendiosi da riconvertire e riqualificare”. Per gli immobili a uso commerciale, in particolare, la Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari chiede di estendere la cedolare secca al 21% : “rappresenterebbe un passo significativo verso la semplificazione fiscale , e stimolerebbe gli investimenti nel settore commerciale e le vetrine illuminate dei negozi renderebbero le città più belle e più sicure. In ultimo – ha concluso Pezzetta, – la Fimaa rinnova la richiesta di prevedere incentivi fiscali in materia edilizia”.

Bce, Lagarde: tagli tassi? “Tra aprile e maggio sapremo di più”

Bce, Lagarde: tagli tassi? “Tra aprile e maggio sapremo di più”Roma, 17 gen. (askanews) – Passato il primo trimestre, “a primavera inoltrata”, quando si sapranno gli esiti delle tornate negoziali sui salari ci saranno elementi molto rilevanti per la politica monetaria, per giudicare le prospettive dei prezzi e capire se vi siano o no accresciuti rischi di effetti secondari sulle buste paga, che al momento non si rilevano. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde che in una intervista Bloomberg ha così fornito in maniera indiretta un elemento su quando l’istituzione potrebbe riflettere in maniera più seria a operare un primo taglio ai tassi di interesse.

Taglio che al momento non è sul tavolo del Consiglio direttivo: “siamo sul percorso giusto” per il ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2% sul medio termine “ma non canterò vittoria, non ancora”, ha detto. Lagarde ha notato che le buste paga ora stanno salendo in media nell’area euro, ma non con livelli tali da pareggiare quella che è stata la crescita dei prezzi nei mesi passati. “I lavoratori dipendenti hanno perso potere d’acquisto e ora ci sta un processo di recupero. Sapremo molto di più probabilmente tra aprile e maggio, perché gli accordi salariali vengono negoziati nel primo trimestre e i risultati vengono dopo il primo trimestre. Quindi – ha detto la presidente Bce – avremo delle informazioni a tarda primavera e queste avranno forti implicazioni” per le valutazioni di politica monetaria.

Se ci fossero forti rialzi salariali “mi creerebbe preoccupazione, perché oggi non vediamo effetti di secondo livello ma questo potrebbe essere il risultato da un processo di recupero molto forte”, ha spiegato Lagarde. Lagarde ha ribadito di ritenere che in assenza di nuovi shock i tassi della Bce abbiano raggiunto il picco, quanto ai tempi di un primo ha lasciato la porta aperta a che avvenga entro l’estate ma “devo essere riservata – ha detto – perché stiamo affermando che siamo legati e i dati e non siamo ancora ai livelli che vogliamo vedere”.

Tim, via libera golden power ad operazione Netco

Tim, via libera golden power ad operazione NetcoRoma, 17 gen. (askanews) – Tim ha ricevuto l’assenso all’esecuzione dell’operazione di cessione di NetCo a KKR ai fini della normativa ‘Golden power’.

Lo annuncia la società in una nota precisando che “il provvedimento autorizzativo, con il quale il Consiglio dei Ministri ha esercitato i poteri speciali nella sola forma delle prescrizioni, ha fatto propri gli impegni presentati nel corso del procedimento”. “Si tratta – prosegue Tim – di impegni ritenuti dal Governo pienamente idonei a garantire la tutela degli interessi strategici connessi agli asset oggetto dell’operazione”.

Cina, Pil in frenata nel IV trimestre. Crescita 2023 a +5,2%

Cina, Pil in frenata nel IV trimestre. Crescita 2023 a +5,2%Roma, 17 gen. (askanews) – Economia cinese in frenata nel quarto trimestre del 2023 anche se l’anno si chiude con una crescita leggermente superiore alle previsioni del governo. Una crescita giudicata però dagli analisti poco significativa perché si confronta con un 2022 ancora influenzato dalla crisi pandemica.

Il prodotto interno lordo negli ultimi tre mesi del 2023 è cresciuto dell’1% rispetto ai tre mesi precedenti, dopo il +1,3% del terzo trimestre. Complessivamente l’anno scorso il Pil è salito del 5,2% a fronte di una previsione del governo del 5% e al +3% del 2022. Nel solo mese di dicembre la produzione industriale è crescuta del 6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, leggermente meglio delle stime, mentre le vendite al dettaglio sono andate peggio delle previsioni con un +7,4% tendenziale a fonte di un +8% atteso. Anche qui da tenere in considerazione il basso livello dei dati di dicembre 2022. Il tasso di disoccupazione è salito dal 5,0% al 5,1%.

Dollaro risale ai massimi da un mese, l’euro cala a 1,0873

Dollaro risale ai massimi da un mese, l’euro cala a 1,0873Roma, 16 gen. (askanews) – Nuovi rafforzamenti del dollaro ai massimi da un mese a questa parte, mentre l’euro nel pomeriggio scivola 1,0873 sul biglietto verde, sui valori più bassi dal 13 dicembre scorso. Domani Eurostat riporterà i dati definitivi dell’inflazione dell’area valutaria dicembre, ma anche se confermasse la leggera risalita al 2,9%, indicata nella stima preliminare, altri sviluppi, in particolare sull’industria e il manifatturiero continuano segnalare debolezze e contrazioni.

Per questo resta credibile l’ipotesi di un taglio dei tassi di interesse già in primavera per l’istituzione di Francoforte, seppure sia uno scenario che finora diversi esponenti del Consiglio direttivo, tra cui la presidente Christine Lagarde hanno cercato di allontanare. Altri però, come ad esempio oggi il governatore della Banca centrale del Portogallo, Mario Centeno, in una intervista a Cnbc, appaiono più aperturisti in tal senso. All’opposto la persistente solidità dell’economia negli Stati Uniti rende più credibile una tempistica più distanziata sul primo taglio dei tassi sul dollaro.

Il consiglio direttivo della Bce tornerà a riunirsi giovedì 25 gennaio. Da domani fino a venerdì Lagarde parteciperà a una serie di panel di discussione al forum economico annuale economico (Wef) a Davos, sulle Alpi svizzere. Sempre domani il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, interverrà a Milano al Comitato esecutivo dell’Abi. Per quanto riguarda la banca centrale degli Stati Uniti il prossimo direttorio, il Fomc della Federal Reserve si svolgerà martedì 30 e mercoledì 31 gennaio. Non è prevista la presenza del presidente Jerome Powell a Davos, mentre oggi in un evento virtuale causa maltempo interverrà, Christopher Waller, domani Michael Barr.

Ue, De Croo: occorre un “Industrial Deal” accanto al Green Deal

Ue, De Croo: occorre un “Industrial Deal” accanto al Green DealBruxelles, 16 gen. (askanews) – L’Europa deve “cambiare marcia”, imparare a contare su sé stessa, sulla propria sovranità e autosufficienza, sostenendo lo sviluppo a livello di scala industriale delle proprie innovazioni, sviluppando un unico grande mercato dei capitali per finanziare la propria industria, accessibile a tutti i giovani imprenditori ovunque nel Continente, e facendo tutto il necessario per evitare le delocalizzazioni della produzione industriale. C’è bisogno di un nuovo ‘Industrial Deal’ accanto al Green Deal, anche per vincere la lotta al cambiamento climatico, ma con una politica industriale che, come fanno Cina e Stati Uniti, usi anche le carote delle sovvenzioni oltre al bastone degli obiettivi da raggiungere a tappe forzate.

E’ quanto ha affermato oggi, in sintesi, il primo ministro del Belgio Alexander De Croo, davanti alla plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo, durante il suo discorso come presidente di turno del Consiglio Ue per il semestre che è appena iniziato. “Il 2024 – ha rilevato De Croo – sarà un anno cruciale. La posta in gioco è molto alta, per l’Europa e per l’Occidente: le nostre democrazie e le nostre libertà saranno messe alla prova, non solo dalle elezioni europee, ma anche da quelle della presidenza americana e del Congresso”. Naturalmente in quest’utimo caso il rischio, a cui ha fatto implicito riferimento, è che sia eletto Donald Trump.

“Se il 2024 ci porterà nuovamente lo slogan ‘America first’, per noi” lo slogan “sarà più che mai ‘l’Europa che conta su sé stessa’. Ma – ha osservato il premier belga – non dobbiamo temere questa prospettiva; dovremmo invece abbracciarla, ponendo l’Europa su basi più solide, in modo da essere più forti, più sovrani, più autosufficienti. Un’Europa che consegue risultati e fa la differenza nella vita delle persone, proteggendole, rafforzando l’economia, preparando il nostro futuro comune”. “Mantenere la nostra economia europea forte e vitale – ha continuato – è una delle sfide più grandi che ci attendono. L’Europa non può diventare un museo economico. Se vogliamo rimanere un continente innovativo, creativo, ricco di capitali e produttivo, dovremo cambiare marcia”.

“Gli Stati Uniti d’America – ha ricordato De Croo, con un riferimento all’Ira, ‘Inflation Reduction Act’ – hanno dato alla loro industria un enorme stimolo attraverso la politica di bilancio, un bazooka di sussidi da 1.200 miliardi di dollari che preoccupa anche i più grandi Stati membri dell’Ue. D’altro canto, vediamo che la Cina sta rafforzando la sua presa sul mercato mondiale”. “L’unico modo per non rimanere schiacciati” da questa doppia pressione, ha sottolineato il presidente di turno del Consiglio Ue, “è far rivivere lo spirito del grande Jacques Delors: aprire alla concorrenza europea i mercati del futuro: energia, digitale, intelligenza artificiale, difesa e mercati dei capitali”.

“Il problema – ha spiegato – è che l’Europa è forte nell’innovazione, ma poi è debole nello sviluppo su scala di queste innovazioni. I nostri giovani imprenditori oggi lottano per portare le loro idee sul mercato, fanno fatica a trovare capitale di rischio e ‘venture capital’ per far crescere la propria attività e conquistare nuovi mercati”. I nostri imprenditori, ha aggiunto, “dobbiamo aiutarli a passare dall”inventato in Europa’, allo ‘sviluppato in Europa’, fino ad arrivare al ‘made in Europe’. Ma per fare questo, abbiamo bisogno di qualcosa di più che una manciata di capitali in poche città europee: abbiamo bisogno – ha indicato – che l’intera Europa, ogni angolo del nostro continente, si trasformi in un unico grande mercato dei capitali, accessibile a tutti i giovani imprenditori da Stoccolma a Napoli, da Dublino a Sofia”. “Per questo motivo – ha ricordato -, la presidenza belga” di turno del Consiglio Ue “ha chiesto all’ex primo ministro italiano Enrico Letta di presentare un rapporto per dare un nuovo slancio al mercato unico europeo. E dobbiamo compiere un passaggio simile anche per quanto riguarda la nostra industria, per mantenere forti gli investimenti e per mantenere qui in Europa la produzione industriale”. “Abbiamo bisogno – ha sottolineato De Croo – di un nuovo ‘Industrial Deal’ accanto al Green Deal. Questo non è solo vitale per la nostra prosperità, ma anche fondamentale per vincere la lotta al cambiamento climatico”. “Le politiche climatiche di Cina e Stati Uniti – ha osservato ancora il presidente di turno del Consiglio Ue – danno molte carote alla loro industria, mentre noi, qui in Europa, troppo spesso usiamo il bastone, non limitandoci solo a fissare gli obiettivi climatici, ma definendo anche il modo in cui quegli obiettivi devono essere raggiunti, e lasciando troppo poco spazio alle nostre aziende, troppo poco spazio all’innovazione e alla creatività”. E invece, “per prevalere nella lotta contro il cambiamento climatico abbiamo bisogno di un’Europa focalizzata, che si concentri sulla riduzione delle emissioni di gas serra”, ma anche “che sostenga le aziende che sviluppano e utilizzano queste tecnologie pulite, che diventi più neutrale tecnologicamente nelle sue politiche; e non dimentichiamolo: un’Europa che crei il sostegno sociale necessario per queste politiche climatiche, rendendo gli investimenti verdi accessibili a tutti, non solo a pochi fortunati”, ha concluso De Croo.

Apple supera Samsung e diventa numero uno globale sugli smartphone

Apple supera Samsung e diventa numero uno globale sugli smartphoneRoma, 16 gen. (askanews) – Storico sorpasso di Apple sulla rivale coreana Samsung: lo scorso anno in termini di volumi la casa californiana è diventata il primo produttore mondiale di smartphone, con 234,6 milioni di dispositivi sfornati, l’unico tra i grandi produttori in crescita con un più 3,7%. Lo riporta il Financial Times citando i dati della società di ricerche Idc, secondo cui Samsung si è fermata quota 226,6 milioni di smartphone.

Apple si è aggiudicata in questo modo una quota di mercato pari al 20,1% nel 2023, seguita dal gruppo coreano con il 19,4% e, ben distanziata, da Xiaomi con il 12,5% e Oppo con l’8,8%. Samsung ha detenuto il primato tra i produttori di smartphone per ben 12 anni. Una sorta di rivincita per Apple, che la scorsa settimana si era vista sopravanzare da Microsoft quale società con la maggiore capitalizzazione in Borsa.