Giorgetti: debito nostro punto debole. E’ suonata la svegliaRoma, 31 ott. (askanews) – La solidità dei conti pubblici “non deve portare a sottovalutare il tema del livello elevato del debito, il nostro punto debole”. Lo ha detto il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo alla Giornata Mondiale del Risparmio.
“Dopo anni di bassi tassi d’interesse e di impennata degli scostamenti per la pandemia e la guerra è suonata la sveglia” ha aggiunto “più debito significa più spesa per intesssi che significa risrse sottratte a famigle ed imprese”. “L’equazione è semplice ma spesso non sufficientemenete chiara agli attori politici e sociali” ha aggiunto Giorgetti.
L’inflazione scende all’1,8% ad ottobre, ma il carrello della spesa è al 6,3%Roma, 31 ott. (askanews) – Crolla l’inflazione in Italia, ma i prezzi dei prodotti del carrello della spesa restano elevati. Ad ottobre, secondo le stime dell’Istat, l’inflazione evidenzia un netto calo, scendendo da +5,3% di settembre a +1,8%, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9%). Su base mensile la diminuzione è stata dello 0,1%. Secondo l’Istituto di statistica, la drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, “in decisa decelerazione tendenziale, a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto”.
A rallentare, in termini tendenziali, sono anche i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona da +8,1% a +6,3%. In calo poi i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). Dati comunque decisamente più elevati rispetto a quello dell’indice generale. Ottobre è il primo mese del trimestre anti-inflazione, frutto del patto tra governo, produttori e distributori per offrire agli italiani prodotti a prezzi bloccati o scontati. E su base annua i prezzi dei Beni alimentari passano da +8,4% a +6,5%; ma in crescita dello 0,1% rispetto a settembre. Entrando nel dettaglio, gli Alimentari lavorati passano da +8,9% a +7,4% con un +0,2% congiunturale, e gli Alimentari non lavorati da +7,7% a +5% con -0,2% rispetto al mese precedente. Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il deciso calo dell’inflazione è “frutto anche delle efficaci misure messe in campo nel settore dei carburanti e della corale iniziativa del ‘carrello tricolore’. Grazie ai commercianti e agli esercenti, alle reti delle farmacie e delle parafarmacie, alla grande distribuzione organizzata per il loro immediato riscontro e grazie anche alla filiera produttiva, all’industria e all’agricoltura e ai grandi marchi del Made in Italy, per aver scelto di aderire al Patto anti inflazione: un successo dell’intero sistema Paese”.
Di diverso avviso i consumatori che definiscono un “flop” il carrello tricolore. Per il Codacons “il carrello della spesa, invece, continua a salire a ritmi sostenuti e segna ad ottobre +6,3%, con gli alimentari che su base annua crescono del +6,5% (+0,1% su mese), equivalente ad una maggiore spesa solo per il cibo pari a +523 euro annui per un nucleo con due figli”. Dunque, “una mera illusione ottica il calo dell’inflazione che non deve far pensare che l’emergenza prezzi sia terminata – afferma il presidente Carlo Rienzi – Al contrario i listini dei beni primari e dei prodotti più acquistati dalle famiglie continuano a crescere a ritmi sostenuti, e nemmeno il paniere salva-spesa varato ad ottobre dal Governo ha riportato i prezzi a livelli accettabili”. Dello stesso avviso l’Unione nazionale consumatori che osserva:Un flop! Che il provvedimento spot del trimestre anti-inflazione, una scatola vuota in cui ognuno poteva fare quello che più gli faceva comodo, fosse destinato al fallimento, era elementare prevederlo. Ora la conferma ufficiale arriva dall’Istat. Rispetto a settembre i prezzi dei prodotti alimentari, ossia quelli interessati al Patto salva spesa, invece di scendere di prezzo salgono addirittura, +0,1%”.
Istat: ad ottobre l’inflazione è crollata all’1,8%, ai minimi da luglio 2021Roma, 31 ott. (askanews) – Crolla l’inflazione in Italia. Ad ottobre l’inflazione evidenzia un netto calo, scendendo a +1,8%, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9%). E’ la stima preliminare dell’Istat.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato, dunque, una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento di 1,8% su base annua, da +5,3% del mese precedente. L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -32,7%), e in misura minore al calo degli Alimentari non lavorati (da +7,7% a +5%) e lavorati (da +8,9% a +7,4%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4%).
L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%). Frena decisamente la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6% a +0,1%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1%), riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,0 punti percentuali, dai -1,9 di settembre).
Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,3%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). “La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto. Un contributo al ridimensionamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari, il cui tasso tendenziale scende al +6,5%, esercitando un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” .
I prezzi del carrello della spesa sono infatti in frenata. Ad ottobre, secondo le stime preliminari dell’Istat, rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona da +8,1% a +6,3%. In calo anche i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). Ottobre è il primo mese del trimestre anti-inflazione, frutto del patto tra governo, produttori e distributori per offrire agli italiani prodotti a prezzi bloccati o scontati. Da segnalare la decelerazione su base annua dei prezzi dei Beni alimentari (da +8,4% a +6,5%; +0,1% da settembre), a cui contribuiscono entrambe le componenti di questo aggregato: Alimentari lavorati (da +8,9% a +7,4%; +0,2% il congiunturale) e Alimentati non lavorati (da +7,7% a +5%; -0,2% rispetto al mese precedente). In particolare, nell’ambito dei prodotti freschi, continuano a frenare decisamente i prezzi dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da +13,8% a +2,8%; -2,2% il congiunturale), a fronte della ulteriore lieve accelerazione di quelli di Frutta fresca o refrigerata (da +9,6% a +9,8%; +0,9% su base mensile).
Inflazione, Istat: ad ottobre crolla all’1,8%, ai minimi da luglio 2021Roma, 31 ott. (askanews) – Crolla l’inflazione in Italia. Ad ottobre l’inflazione evidenzia un netto calo, scendendo a +1,8%, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9%). E’ la stima preliminare dell’Istat.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività ha registrato, dunque, una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento di 1,8% su base annua, da +5,3% del mese precedente. L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -32,7%), e in misura minore al calo degli Alimentari non lavorati (da +7,7% a +5%) e lavorati (da +8,9% a +7,4%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4%).
L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%). Frena decisamente la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +6% a +0,1%), mentre quella dei servizi resta stabile (a +4,1%), riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi (+4,0 punti percentuali, dai -1,9 di settembre).
Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,3%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). “La drastica discesa del tasso di inflazione si deve in gran parte all’andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell’effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi del comparto. Un contributo al ridimensionamento dell’inflazione si deve inoltre alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari, il cui tasso tendenziale scende al +6,5%, esercitando un freno alla crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+6,3%).
Crescita zero per l’economia italiana, l’Istat: Pil resta fermo nel terzo trimestreRoma, 31 ott. (askanews) – Crescita zero per l’economia italiana. Nel terzo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo è rimasto fermo sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022. E’ la stima preliminare dell’Istat. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,7%.
Il terzo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di un aumento in quello dell’industria e di una stazionarietà in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta.
“L’economia italiana rimane stabile – è il commento dell’Istat – nel terzo trimestre del 2023 dopo il calo fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno. Anche la dimanica tendenziale risulta stabile, interrompendo una crescita che durava da dieci trimestri consecutivi. La crescita acquisita del Pil si stabilizza perciò allo 0,7%, valore uguale a quello fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno”. Per l’Istituto di statistica “il risultato è la sintesi, dal lato della produzione, di un calo del valore aggiunto dell’agricoltura, di una crescita dell’industria e di una sostanziale stabilità del settore dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta”.
Pil, Istat: crescita zero nel III trimestre, l’economia resta fermaRoma, 31 ott. (askanews) – Crescita zero per l’economia italiana. Nel terzo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo è rimasto fermo sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022. E’ la stima preliminare dell’Istat. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,7%.
Il terzo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2022. La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di un aumento in quello dell’industria e di una stazionarietà in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale, al lordo delle scorte, e un apporto positivo della componente estera netta.
“L’economia italiana rimane stabile – è il commento dell’Istat – nel terzo trimestre del 2023 dopo il calo fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno. Anche la dimanica tendenziale risulta stabile, interrompendo una crescita che durava da dieci trimestri consecutivi. La crescita acquisita del Pil si stabilizza perciò allo 0,7%, valore uguale a quello fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno”. Per l’Istituto di statistica “il risultato è la sintesi, dal lato della produzione, di un calo del valore aggiunto dell’agricoltura, di una crescita dell’industria e di una sostanziale stabilità del settore dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta”.
Vodafone: venderà attività Spagna al fondo Zegona per 5 miliardiMilano, 31 ott. (askanews) – Vodafone ha annunciato di aver stipulato accordi vincolanti per vendere le sue attività spagnole al fondo britannico Zegona Communications per un valore massimo di 5 miliardi di euro, di cui 4,1 miliardi in contanti e fino a 0,9 miliardi sotto forma di azioni privilegiate riscattabili.
“La vendita di Vodafone Spagna è un passo fondamentale nel ridimensionamento del nostro portafoglio per la crescita e ci permetterà di concentrare le nostre risorse in mercati con strutture sostenibili e una sufficiente scala locale”, ha commentato il Ceo del gruppo Vodafone, Margherita Della Valle. “Vorrei ringraziare tutto il nostro team in Spagna per la dedizione ai nostri clienti e per l’incessante determinazione a migliorare la nostra performance organica. Tuttavia, il mercato è stato difficile, con rendimenti strutturalmente bassi. La mia priorità – ha proseguito – è creare valore attraverso la crescita e il miglioramento dei rendimenti. Dopo la transazione recentemente annunciata nel Regno Unito, la Spagna è il secondo dei nostri mercati più grandi in Europa in cui stiamo intervenendo per migliorare la competitività e le prospettive di crescita del gruppo.” Il completamento dell’operazione è subordinato all’ottenimento di alcune approvazioni da parte degli attuali azionisti di Zegona e di autorizzazioni normative e si prevede che avvenga nella prima metà del 2024.
Vodafone e Zegona stipuleranno un accordo di licenza del marchio, che consentirà l’uso del marchio Vodafone in Spagna per un massimo di 10 anni dopo il closing. Vodafone e Zegona stipuleranno altri accordi transitori e a lungo termine per i servizi, tra cui l’accesso agli appalti, l’IoT, il roaming e i servizi di carrier.
Manovra, attesa in serata in Senato. Domani via a sessione bilancioRoma, 30 ott. (askanews) – Dopo l’accordo raggiunto in maggioranza, si sblocca l’avvio dell’iter per l’esame parlamentare della legge di bilancio, licenziata il 18 ottobre scorso dal Consiglio dei ministri.
Il testo, trasmesso a Palazzo Chigi dal Ministero dell’Economia venerdì scorso, dopo le ultime modifiche di “drafting”, viene trasmesso al Quirinale per l’autorizzazione alla presentazione in Parlamento e quindi trasmesso alla Presidenza del Senato, dove quest’anno la manovra inizierà il suo iter con la prima lettura. La Presidenza del Senato domani lo trasmetterà alla commissione Bilancio che esprimerà un primo parere sul contenuto del provvedimento e sulla necessità di eventuali stralci.
Poi, dopo le comunicazioni del Presidente in Aula previste per le 15, verrà ufficialmente avviata la sessione di bilancio con l’assegnazione alla V Commissione permanente di Palazzo Madama in sede referente e alle altre commissioni in sede consultiva. La maggioranza punta ad un’approvazione rapida della legge di bilancio ed ha confermato la volontà di non presentare emendamenti. L’approdo in Aula del Senato è previsto il 27 novembre.
Intesa Sp acquisisce First Bank, raddoppia la presenza in RomaniaMilano, 30 ott. (askanews) – Intesa Sanpaolo rafforza la propria presenza nel centro-est Europa attraverso l’acquisizione della rumena First Bank dal fondo di investimento privato statunitense J.C. Flowers & Co.
Intesa Sanpaolo e JCF Tiger Holdings, l’azionista di controllo di First Bank, hanno firmato un accordo per l’acquisizione del 99,98% delle azioni della banca rumena. La transazione dovrebbe chiudersi entro il primo trimestre del 2024, in attesa dell’approvazione delle autorità di regolamentazione competenti. First Bank, con un patrimonio totale di circa 1,5 miliardi di euro è una banca commerciale con 40 filiali in Romania – dove si prevede che la crescita del Pil supererà il 3% nei prossimi due anni – e si concentra sul servizio alle pmi e alla clientela retail.
“Questa operazione, che raddoppia la nostra presenza in un Paese in forte crescita e con forti legami con l’Italia come la Romania, bene si inserisce nella strategia del Gruppo di cogliere opportunità orientate al valore pur mantenendo l’attenzione sulla crescita organica, orientata alla redditività”, ha commentato Marco Elio Rottigni, Chief Divisione International Subsidiary Banks. “L’espansione in Romania rafforza la nostra posizione nell’Europa Centro Orientale e conferma il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane; siamo davvero felici di iniziare a lavorare con i nostri nuovi colleghi”. Intesa Sanpaolo è presente nel paese attraverso Intesa Sanpaolo Bank Romania – parte della Divisione Banche Internazionali di Intesa Sanpaolo -, serve circa 60.000 clienti attraverso 34 filiali e ha un patrimonio di circa 1,5 miliardi di euro.
Eni: una tantum da 3 mila euro lordi per 20mila dipendentiRoma, 30 ott. (askanews) – Eni annuncia un’una tantum di 3mila euro lordi per 20mila dipendenti, non dirigenti, del gruppo in Italia, per un ammontare complessivo pari a circa 85 milioni di euro. Il Piano straordinario di interventi, spiega il gruppo, serve a supportare i dipendenti nell’attuale fase di congiuntura economica.
Verrà invece stabilmente incrementato del 45% il valore del buono pasto elettronico riconosciuto nelle giornate di prestazione lavorativa in smart working e, inoltre, sarà riconosciuto, in coerenza con quanto previsto dalla normativa vigente, un bonus carburante/ricarica elettrica del valore di 200 euro. “Si tratta di intervento di welfare aziendale a supporto delle persone Eni e delle loro famiglie – si legge in una nota -. Il capitale umano è il fondamento di Eni impegnata nel proprio percorso di trasformazione energetica”.