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Fondo per la Repubblica Digitale, approvato il Piano Strategico 2025-2026

Fondo per la Repubblica Digitale, approvato il Piano Strategico 2025-2026Roma, 3 mar. (askanews) – Il Comitato di indirizzo strategico (CIS) del Fondo per la Repubblica Digitale si è riunito in data 10 febbraio per deliberare il Piano Strategico relativo alle annualità 2025-2026. In campo risorse per 100 milioni di euro.


Al centro del Piano: lo scale up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuovi avvisi pubblici, l’incremento del plafond del bando Fuoriclasse, l’apertura di un canale di cofinanziamento per portare avanti collaborazioni strategiche e sostenere progetti con un alto potenziale di efficacia e il potenziamento dei Centri di Facilitazione Digitale attraverso la pubblicazione di un nuovo bando. Le misure approvate durante l’incontro sono volte a garantire il consolidamento di attività già avviate con successo e confermare nuove iniziative che guideranno le azioni del Fondo nel corso del biennio 2025-2026, per affrontare le grandi sfide del futuro in linea con la mission del Fondo.


Le modalità di intervento del Fondo per la Repubblica Digitale sono state definite da un Protocollo di intesa siglato tra il Governo e l’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio (Acri). L’obiettivo è sostenere progetti, selezionati attraverso bandi, rivolti alla formazione e all’inclusione digitale, per accrescere le competenze digitali e sviluppare la transizione digitale del Paese. Attraverso la valutazione d’impatto dei progetti sostenuti, il Fondo mira, nell’arco del quinquennio 2022-2026, a selezionare i più efficaci per ampliarne l’azione sul territorio nazionale e raggiungere più persone, realizzando miglioramenti tangibili nelle competenze digitali. L’obiettivo strategico del Fondo è individuare le best practice in ambito di upskilling e reskilling digitale, così da poterle riportare al decisore pubblico perché possa utilizzarle nella definizione di future politiche nazionali. LE MISURE PREVISTE DAL PIANO STRATEGICO 2025-2026.


Il Fondo per la Repubblica Digitale ha definito il Piano Strategico per il biennio 2025-2026, proseguendo nella sua mission che prevede interventi mirati per la crescita delle competenze digitali e l’inclusione. Nonostante la rimodulazione delle risorse a disposizione, come da Legge di Bilancio per l’anno 2025, il Fondo mette in campo, per il biennio 2025-2026, 100 milioni di euro. Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico, stabilisce:


– la realizzazione dello scale up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuovi bandi aperti a tutti gli stakeholder I progetti già sostenuti che avranno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità. L’obiettivo è finanziare un numero ridotto di progetti, di maggiori dimensioni sia in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti al fine di testare la tenuta di tali progetti su un raggio d’azione più ampio e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato. Con riferimento alla dotazione complessiva di 100 milioni di euro, a tal fine vengono stanziati in totale circa 85 milioni di euro per lo scale up dei bandi Futura, Onlife, Prospettive, Polaris e Digitale sociale. – incremento del plafond del bando Fuoriclasse, volto al reinserimento sociale delle persone detenute attraverso la formazione digitale, da 5 milioni originariamente previsti a 10 milioni di euro, anche in considerazione dell’alto numero di proposte pervenute alla chiusura del bando, tenutasi lo scorso 10 febbraio; – apertura di una linea di cofinanziamento, con una dotazione di risorse pari a 5 milioni di euro, al fine di attrarre risorse private e portare avanti collaborazioni strategiche e sostenere progetti con un alto potenziale di efficacia, in linea con le iniziative realizzate nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale messe in campo anche con il sostegno di Google.org. – pubblicazione di un bando per il potenziamento dei Centri Facilitazione Digitale (5 milioni di euro), iniziativa proposta dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale al fine di fornire opportunità di alfabetizzazione digitale ai cittadini su tutto il territorio nazionale. “Il Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale ha delineato il Piano relativo al biennio ’25-’26, confermando l’impegno a garantire la continuità operativa e l’efficacia delle proprie attività, nel perseguimento degli obiettivi strategici prefissati. Un approccio che testimonia la solidità del lavoro svolto e la volontà di proseguire nel processo di accrescimento delle competenze nella transizione digitale. In tale contesto, la sinergia tra Governo e Fondazioni di origine bancaria può svolgere un ruolo centrale nel promuovere iniziative per lo sviluppo del Paese.”, così Daria Perrotta, Ragioniere generale dello Stato e Presidente del Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale. “Con l’approvazione del Piano strategico 2025-2026, il Fondo per la Repubblica Digitale consolida ulteriormente la sua azione per favorire l’accesso alle nuove competenze digitali da parte di un ampio numero di italiani, che rischiano di essere esclusi dalla transizione digitale in corso. Lo scale-up delle sperimentazioni positive del primo triennio di attività e le nuove linee di intervento delineate dal Comitato di indirizzo strategico per il prossimo biennio contribuiranno a estendere l’impatto delle iniziative del Fondo. In particolare, l’introduzione della possibilità di cofinanziamento, già sperimentata con successo dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, potrà generare un ulteriore effetto leva in termini di risorse disponibili e, soprattutto, favorire il coinvolgimento di altri attori del Paese in questa vasta operazione di contrasto alle nuove disuguaglianze, di cui le Fondazioni di origine bancaria sono convintamente tra i principali promotori.”, dichiara Giovanni Azzone, Presidente di Acri. “Con il Piano Strategico ’25-’26 l’Impresa sociale continua a sostenere progetti e iniziative per la formazione e l’inclusione digitale, con un’attenzione particolare alle categorie più vulnerabili della popolazione. L’obiettivo è ampliare l’accesso al digitale, offrendo opportunità concrete di sviluppo delle competenze digitali e di inserimento lavorativo, grazie alla collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore. Pur tenendo conto della rimodulazione delle risorse disponibili, il nostro impegno per accompagnare il Paese nella transizione digitale resta saldo. Solo così possiamo garantire maggiore coesione sociale e un processo di trasformazione digitale equo ed efficace.”, afferma Giovanni Fosti, Presidente del Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale.

Conti pubblici, l’Istat: nel 2024 deficit-Pil cala al 3,4%

Conti pubblici, l’Istat: nel 2024 deficit-Pil cala al 3,4%Roma, 3 mar. (askanews) – L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche , misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4%, a fronte del -7,2 % nel 2023. Lo ha reso noto l’Istat.


Il saldo primario (indebitamento netto meno spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a +0,4% (-3,6% nel 2023). In valore assoluto, l’indebitamento per il 2024 è stato di -75.547 milioni di euro, in diminuzione di circa 78,7 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente.


Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è positivo e pari a 9.633 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del +0,4% (-3,6% nel 2023), soprattutto per la forte riduzione delle spese in conto capitale (-60,5 miliardi). Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle AP) è anch’esso positivo e pari a 35.523 milioni di euro, in miglioramento rispetto al 2023 (17.273 milioni). Questo risultato rispecchia una crescita delle entrate correnti (+55 miliardi) più sostenuta di quella delle uscite correnti (circa +36,7 miliardi) (Tavole 18 e 19 dell’allegato statistico). Nel 2024 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.192.182 milioni di euro correnti, con un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto dello 0,7%, pari al 2023. Lo ha reso noto l’Istat che, nelle stime preliminari diffuse il 30 gennaio scorso, aveva calcolato una crescita del Pil dello 0,5%.


Lo sviluppo è stato stimolato sia da un contributo positivo della domanda nazionale al netto delle scorte (+0,5%) sia della domanda estera netta (+0,4%), mentre è stato lievemente negativo il contributo della variazione delle scorte (-0,1%). Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite in agricoltura (+2%), nei servizi (+0,6%) e, in misura inferiore, nel complesso dell’industria (+0,2%).

Difesa: titoli europei volano in Borsa dopo vertice Londra, Leonardo +15%

Difesa: titoli europei volano in Borsa dopo vertice Londra, Leonardo +15%Milano, 3 mar. (askanews) – Titoli della Difesa sugli scudi in Borsa all’indomani del vertice a Londra dei leader europei sul futuro dell’Ucraina e sulla sicurezza, in cui si è raggiunto un accordo generale sulla necessità di aumentare la spesa per la difesa e le capacità militari. A Milano, in avvio di seduta, le azioni Leonardo volano del 15%, con un nuovo massimo toccato a 45,50 euro. In Germania Rheinmetal balza del 15%, Renk non riesce a fare prezzo per eccesso di rialzo, la britannica Bae System segna un +17%, la svedese Saab +14%.


La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato che presenterà al Consiglio europeo di giovedì prossimo un “piano completo” su come riarmare l’Europa, un tema “urgente”, secondo la numero uno dell’esecutivo europeo. Ci dovrà essere “un’impennata nella difesa” e si dovrà “veramente aumentare in modo massiccio la spesa per la difesa”, ha spiegato.

I soci di Banco Bpm con Castagna, per Anima rilancio a 7 euro

I soci di Banco Bpm con Castagna, per Anima rilancio a 7 euroMilano, 28 feb. (askanews) – Giuseppe Castagna fa il pieno di consensi all’assemblea degli azionisti di Banco Bpm. Il 97,6% dei soci riunitisi oggi a Milano ha espresso voto favorevole ad alzare a 7 euro il prezzo dell’Opa per ciascuna azione di Anima, con un ritocco sostanziale rispetto ai 6,2 euro inizialmente proposti. Il nuovo corrispettivo assicura un premio del 22,5% rispetto ai valori di Borsa del 5 novembre, il giorno precedente l’annuncio dell’offerta, ed è in linea con le quotazioni del mercato: la Sgr scambia a Piazza Affari a 6,95 euro per azione.


“Nessuna altra banca ha una completezza simile alla nostra e con Anima portiamo a termine il progetto di integrazione della fabbrica prodotto”, ha detto l’amministratore delegato di Banco Bpm parlando ai soci. “L’acquisizione di Anima è strategica” e, ha aggiunto Castagna, “la sua integrazione renderà il nostro modello di business sempre più solido. Questa operazione ha l’obiettivo di ampliare in misura rilevante il contributo dei ricavi commissionali, aumentando le possibilità del nostro gruppo di generare stabilmente valore”, anche in uno scenario in cui “il margine di interesse è messo in pericolo dalla riduzione dei tassi”. La volontà di piazza Meda è avanzare spediti. L’offerta potrebbe arrivare sul mercato già entro fine marzo. “La nostra intenzione è partire velocemente”, ha assicurato Castagna. Più dettagliato il presidente di Banco Bpm, Massimo Tononi: “Dopo le autorizzazioni di Ivass e di Banca d’Italia, ci saranno cinque giorni per la Consob. Non abbiamo sentori di ritardi, quindi siamo confidenti che questa offerta possa avviarsi non oltre la terza decade di marzo. Tutto ci fa pensare che possa avviarsi in tempi ragionevolmente brevi” e “solleciti”.


Il board, imbrigliato dalla passivity rule dopo l’Ops annunciata da UniCredit su Banco Bpm, ha incassato dai soci anche la flessibilità che chiedeva sulle condizioni sospensive dell’offerta per Anima. Il consiglio potrà ora rivedere la soglia di adesione, prevista al 67%, e si è guadagnato la possibilità di portare avanti l’Opa su Anima anche senza il via libera della Bce ai benefici patrimoniali previsti dal Danish compromise. “In casi simili è stata una regola sempre applicata, non ci sono precedenti in cui non ci sia stata l’autorizzazione. Aspettiamo con molta serenità, ma non possiamo dettare i tempi ai regolatori”, ha sottolineato Castagna. Il mancato via libera della Bce può costare un punto di Cet 1, oltre il 14% con il sì e superiore al 13% senza, e può ridurre di un miliardo la distribuzione degli utili ai soci al 2027. Tra gli azionisti che hanno dato sostegno al board anche Credit Agricole, primo socio di Banco Bpm con il 9,9% che nei mesi scorsi ha raccolto derivati per un ulteriore 5% in attesa di ricevere dalla Bce l’autorizzazione a salire fino al 20% di piazza Meda. “Riteniamo che Credit Agricole abbia partecipato e che abbia votato, ovvio che qualora l’abbiano fatto l’hanno fatto in modo favorevole. Non abbiamo notizia, ma mi sembra evidente”, ha chiosato Castagna.

Lavoro, Vittimberga: giovani e donne chiave per futuro del Paese

Lavoro, Vittimberga: giovani e donne chiave per futuro del PaeseRoma, 28 feb. (askanews) – “Dobbiamo lavorare insieme per ridurre le disuguaglianze e promuovere uno sviluppo inclusivo, soprattutto nel Mezzogiorno”. Lo dichiarato Valeria Vittimberga, direttore generale dell’Inps, intervenendo all’evento “Dall’arte alle persone” nella pinacoteca “Corrado Giaquinto” di Bari. “I dati Istat – ha detto – mostrano un tasso di occupazione nazionale del 62,6% nella fascia 15-64 anni, ma resta il divario con il Sud dove il dato si ferma al 49,6%. In Puglia siamo leggermente sopra la media del Mezzogiorno, ma ancora a più di 10 punti dalla media italiana. E’ fondamentale un’azione sinergica tra istituzioni, imprese e società civile per invertire questa tendenza e garantire pari opportunità a tutti”.


Vittimberga ha poi sottolineato che “l’occupazione femminile e giovanile rappresenta la chiave di volta per il futuro del Paese. La disparità di genere nel mercato del lavoro e l’alto tasso di neet nel Mezzogiorno, che in Puglia raggiunge il 25,3, richiedono interventi immediati e mirati. Dobbiamo investire in politiche attive, formazione professionale e misure di sostegno per favorire l’ingresso delle donne e dei giovani nel mondo del lavoro, colmando così il gap con le regioni del Nord”. Il dg dell’Inps ha parlato anche di spesa pensionistica, che “resta un pilastro fondamentale di protezione sociale nel nostro Paese: in Puglia, oltre un milione di pensionati percepiscono in media 1.568 euro al mese. E’ nostro compito garantire la sostenibilità del sistema previdenziale e migliorare le condizioni di vita di pensionati e lavoratori, concentrandoci soprattutto sulle aree più svantaggiate. L’impegno costante dell’istituto è quello di rafforzare i servizi e la vicinanza ai cittadini, per fronteggiare le sfide di un mercato del lavoro in evoluzione”.


Il radicamento territoriale dell’Inps, ha concluso, “è un valore aggiunto su cui dobbiamo continuare a puntare: in Puglia, gli assicurati sono quasi 1,5 milioni nel 2023, con un incremento del 5% rispetto al 2019. L’assegno unico universale, che in questa regione raggiunge 445mila nuclei familiari per quasi 700mila figli, dimostra come l’Inps sia vicina ai bisogni reali delle persone. Continueremo a promuovere misure di sostegno per favorire la coesione sociale e lo sviluppo di un Mezzogiorno più forte e inclusivo”.

Cdm, Tajani: approvato ddl nucleare, giornata storica

Cdm, Tajani: approvato ddl nucleare, giornata storicaRoma, 28 feb. (askanews) – “Questa è una giornata storica per l’Italia: con l’approvazione della legge delega sul nuovo nucleare comincia un percorso, in Parlamento e nel Paese, verso il futuro energetico sostenibile. Chiedo agli italiani di guardare a questo provvedimento con uno spirito propositivo e non pregiudiziale: di fronte non c’è il vecchio nucleare del passato, ma una fonte innovativa, pulita e sicura”. Lo dichiara in una nota il vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, commentando il via libera in Consiglio dei Ministri al disegno di legge delega per il nucleare sostenibile.


“Il lavoro svolto con grande cura dal ministro Gilberto Pichetto – prosegue Tajani – può rendere l’Italia moderna e competitiva, in un settore nel quale già esprime eccellenze pubbliche e private”. “Per Forza Italia il nuovo nucleare sostenibile è un punto qualificante del programma, che coerentemente portiamo avanti per il bene del Paese, delle sue famiglie e del settore produttivo”, conclude il vicepremier.

Italia-Europa domani, confronto su transizione ecologica e ruolo Pnrr

Italia-Europa domani, confronto su transizione ecologica e ruolo PnrrRoma, 28 feb. (askanews) – Il seminario “Italia – Europa domani. La costruzione di una nuova transizione ecologica. Il PNRR per un’Italia all’altezza delle sfide globali” ha chiuso nella giornata l’ottava edizione delle Giornate dell’Energia e dell’Economia Circolare promosse da Globe Italia e WEC Italia. Dopo la tappa di Trevi (PG) dello scorso settembre, la Camera dei deputati ha ospitato un incontro di alto profilo con rappresentanti istituzionali e i partner delle Giornate, per discutere le sfide legate alla fase di attuazione finale del PNRR e il suo contributo per la transizione ecologica del Paese e per un mercato unico, energetico e della manifattura circolare, in Europa.


A dare gli indirizzi di saluto iniziali Matteo Favero, Presidente di Globe Italia, e Marco Margheri, Presidente di WEC Italia, seguiti dagli interventi di apertura di Lorenzo Malagola, Segretario della XI Commissione della Camera dei deputati, e Massimiliano Atelli, Presidente della Commissione VIA VAS e Commissione PNRR-Pniec, e Fabrizio Penna, Capo del Dipartimento Unità Missione PNRR del MASE. Il dibattito ha coinvolto le aziende partner delle Giornate, per lasciare quindi le conclusioni al Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, Tommaso Foti. A moderare la giornata di lavori Gianni Todini, Direttore di Askanews. Gli interventi hanno illustrato il contributo del PNRR per accelerare la transizione ecologica e il ruolo delle riforme e degli investimenti per ridurre lacune strutturali, con particolare riferimento agli investimenti in rinnovabili e alla gestione del ciclo dei rifiuti, l’impatto sul mercato del lavoro e la crescente ed essenziale richiesta di competenze green. Il dibattito ha offerto spunti concreti su come il settore pubblico e privato possano collaborare per accelerare la transizione e ribadito l’impegno del Governo nel garantire un uso efficace dei fondi del PNRR a supporto della crescita sostenibile del Paese in un contesto europeo forte verso le sfide globali.


Le Giornate dell’Energia e dell’Economia Circolare organizzate da dieci anni da Globe Italia e WEC Italia si sono confermate ancora una volta piattaforma di dialogo tra politica, imprese e accademia per la costruzione di un futuro di sostenibilità ambientale, economica e sociale per l’Italia. Nel 2025 si terranno a Trevi dal 10 al 12 settembre.

Approvato il bonus bollette, Meloni : 3 miliardi contro i rincari

Approvato il bonus bollette, Meloni : 3 miliardi contro i rincariRoma, 28 feb. (askanews) – “Oggi abbiamo stanziato 3 miliardi per contrastare il caro bollette. Circa 1,6 miliardi per le famiglie e 1,4 miliardi per le imprese”. Lo dice in un video la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.


Con il dl bollette “andiamo incontro alle imprese. Tagliamo gli oneri di sistema per le Pmi, assicuriamo così una riduzione delle prossime bollette che si aggira intorno al 20%. Avremo finalmente delle bollette chiare grazie all’obbligo di trasparenza che imponiamo ai gestori e oltre a un certo prezzo dell’energia lo Stato rinuncerà all’Iva e destinerà l’eccesso di Iva alla riduzione delle bollette”, così Meloni nel video. “Abbiamo costruito un meccanismo che ci consentirà di utilizzare in base all’andamento futuro dei prezzi dell’energia anche ulteriori 3 miliardi e 500 milioni di euro del Fondo Sociale per il Clima”, ha anche detto Meloni.


Il bonus energia sarà esteso ai nuclei famigliari con Isee fino a 25.000 euro. Il bonus sarà di 200 euro per tutti “a valere sulle bollette del prossimo trimestre”. Lo ha riferito, tra le altre cose, il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri.

Dazi, Orsini: l’Ue agisca subito per tutelare famiglie e imprese

Dazi, Orsini: l’Ue agisca subito per tutelare famiglie e impreseRoma, 27 feb. (askanews) – “È saltato un paradigma: serve coraggio e serve agire subito con una visione di lungo termine. L’Europa deve mettere al centro la competitività del sistema industriale e quindi la crescita sociale”. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ribadisce così la necessità di agire all’indomani dell’annuncio dei dazi sull’Ue da parte dell’amministrazione Trump.


“La preoccupazione è innegabile. È un cambio di paradigma impensabile e tutti noi imprenditori europei confidavamo che non accadesse – ha spiegato Orsini che oggi ha ospitato al Consiglio Generale, il Presidente di BusinessEurope, Fredrik Persson -. Abbiamo solo una possibilità: cambiare subito con misure straordinarie per un momento straordinario”. “Con BusinessEurope stiamo costruendo un percorso che coinvolgerà le confindustrie europee. Siamo tutti europeisti, ma – ha aggiunto Orsini – quello che è uscito ieri da Bruxelles, sul pacchetto Omnibus e sul Clean Industrial Deal sono misure insufficienti. I tempi sono cambiati e le azioni dell’Europa devono sterzare decisamente per tutelare le imprese e le famiglie. Le democrazie occidentali si basano sul patto tra impresa e lavoro: mettiamoli finalmente al centro con azioni decise”.


“Costo dell’energia, sburocratizzazione, transizione ambientale e credito sono aree su cui si deve intervenire – ha concluso il presidente di Confindustria – Chiediamo alle forze politiche e alle parti sociali un patto bipartisan per il Paese e per l’Europa. USA, Cina, India, si sono date una visione e la perseguono. Serve che l’Europa faccia lo stesso, subito”.

Eni in 2024 utile a 5,2 mld (-37%), in piano 2025-28 cresce il dividendo

Eni in 2024 utile a 5,2 mld (-37%), in piano 2025-28 cresce il dividendoRoma, 27 feb. (askanews) – Eni ha chiuso il 2024 con un utile netto adjusted, depurato delle componenti straordinarie, di 5,2 miliardi di euro in calo del 37% rispetto al 2023 e, nel quarto trimestre, di 892 milioni, in calo del 46%. In un contesto particolarmente complesso per le oscillazioni dei prezzi di gas e petrolio e con una domanda in calo, la società guidata da Claudio Descalzi ha presentato anche un aggiornamento del Piano strategico per il 2025-28 incrementando il dividendo per gli azionisti per il 2025 a 1,05 euro ad azione (+5%) dall’attuale cedola a 1 euro, con una policy sul dividendo in crescita.


Il gruppo ha spiegato, infatti, che il dividendo sarà integrato da un piano di riacquisto di azioni proprie che porta il payout complessivo compreso tra 35% e 40% del cash flow da operations, aumentato rispetto al range precedente pari al 30-35%. Il riacquisto di azioni proprie inizialmente fissato a 1,5 miliardi è portato fino a 3,5 miliardi. Sempre oggi Eni ha annunciato un memorandum in esclusiva con Petronas per definire la costituzione di una joint venture per la gestione di una selezione di asset upstream in Indonesia e Malesia. Il focus sarà sul Gnl, garantendo nel medio termine una produzione sostenibile di 500 mila barili di olio equivalente al giorno. Le riserve della joint venture ammontano a circa 3 miliardi di barili di olio equivalente (boe), e il potenziale esplorativo è di circa 10 miliardi di boe.


Tornando al 2024, l’ad Claudio Descalzi, ha evidenziato come “nel 2024, crescita e creazione di valore hanno raggiunto un livello di eccellenza, supportati dalla struttura finanziaria e dalla disciplina nei costi”. La società ha raggiunto “oltre 21 miliardi di valore d’impresa nel corso dell’anno”, ha sottolineato Descalzi. Soddisfacenti per la società i risultati di 14,3 miliardi di utile operativo proforma adjusted e 13,6 miliardi di flusso di cassa adjusted, “entrambi ben superiori alle previsioni”. Nell’aggiornamneto del piano 2025-28, Eni prevede investimenti, al netto delle operazioni di portafoglio, pari a 7 miliardi all’anno nel corso del piano, in linea con lo scorso anno. Per il 2025 si prevedono investimenti organici inferiori a 9 miliardi, e tra 6,5 e 7 miliardi al netto del portafoglio.


Il gruppo porta avanti inoltre il suo modello satellitare con l’ingresso nel capitale di altre società, mantenendo la quota di maggioranza. Sia per Plenitude che per Enilive si prevede di continuare a ricevere manifestazioni di interesse, ed è probabile che Eni accoglierà anche per Plenitude, “come fatto per Enilive, investimenti esterni fino a un livello di partecipazione di circa il 30%”. La capacità installata di energia rinnovabile di Plenitude è prevista crescere di circa 4 volte, fino a 15GW, entro il 2030, emerge dall’aggiornamento del Piano 2025-28 del gruppo Eni.


Avanti poi con la ristrutturazione di Versalis, il gruppo della raffinazione tradizionale in perdita. Si prevede che Versalis raggiunga un Ebit a break even entro il 2027, un miglioramento dell’Ebit adjusted di circa 900 milioni entro il 2028 (rispetto al 2024) e una riduzione degli investimenti di circa 350 milioni rispetto al Piano precedente, che condurrà al pareggio del Fcf entro il 2028 con un Roace relativo alle nuove piattaforme di business di circa il 10% entro il 2030.