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E’ guerra di cifre sull’adesione allo sciopero del personale Trenitalia

E’ guerra di cifre sull’adesione allo sciopero del personale TrenitaliaRoma, 14 apr. (askanews) – E’ guerra di cifre sullo sciopero di 8 ore che oggi ha coinvolto il personale di Trenitalia. Sciopero proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal, per le condizioni di lavoro dei ferrovieri e dei lavotarori delle ditte appaltatrici di pulizia, nonché per le aggressioni contro il personale di bordo dei treni e delle stazioni.

Il gruppo Fs in una nota parla di disagi contenuti. “Rispetto al numero di corse che durante le 8 ore di sciopero sarebbero dovute circolare – ha spiegato la società -, quelle cancellate sono state il 40,37% nella Lunga Percorrenza (AV, Frecce e Intercity), e una media del 65,16 nei Regionali. Hanno circolato in sostanza tre treni a lunga percorrenza su cinque e, pur con differenze tra Regione e Regione, una media di un treno su tre nel trasporto regionale”. “Prima e durante lo sciopero – prosegue – ampia e capillare è stata l’attività informativa condotta da Trenitalia e dal Gruppo FS che ha trovato supporto ed eco sui media nazionali e territoriali. Questo, insieme ad altre iniziative gestionali, ha consentito di contenere i disagi per chi aveva necessità di spostarsi in treno. Oltre a quei treni nazionali la cui circolazione è garantita per legge dalle attuali norme sugli scioperi nei servizi pubblici, Trenitalia ha fatto viaggiare altri treni, sia a lunga percorrenza sia regionali, in coerenza con il personale disponibile perché non scioperante”.

Di “adesioni altissime” parlano invece i sindacati, secondo i quali l’astensione dal lavoro è stata “in media dell’80% tra equipaggi dei treni, addetti alle sale operative, impiegati e biglietterie con punte fino al 100% in alcune officine della manutenzione”. “L’altissima adesione allo sciopero di oggi – concludono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal – dimostra, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la fondatezza della vertenza e richiede l’avvio di un confronto urgente”.

Euro sale ancora, a 1,1076 dollari segna massimo da un mese e mezzo

Euro sale ancora, a 1,1076 dollari segna massimo da un mese e mezzoRoma, 14 apr. (askanews) – L’euro continua a rafforzarsi e a 1,1076 dollari nel corsod ella seduta ha segnato i livelli più elevati da un mese e mezzo a questa parte. A sostenere la valuta condivisa è la prospettiva di ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte della Bce, laddove il netto rallentamento di marzo dell’inflazione negli Usa alimenta le ipotesi che la Federal Reserve possa optare per una pausa nella sua stretta monetaria.

Oggi, la presidente Bce Christine Lagarde si è limitata a ribadire il concetto comunicato dal Consiglio direttivo dopo il rialzo da 50 punti base deciso a marzo: l’elevata incertezza aumenta l’importanza di basare le future decisioni sull’evolversi dei dati. Nel suo intervento all’International Monetary and Financial Committe, durante le assemblee primaverili di Fmi e Banca mondiale, ha anche ribadito che la Bce si attende ulteriori cali dell’inflaizone totale, ma che anche qui c’è molta incertezza e che l’inflaizone di fondo resta sotto pressione. Ieri a tornare alla carica sulla necessità di fare di più contro l’inflazione è stato il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel. Mentre sempre da Washington il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che come Nagel siede nel Consiglio direttivo della Bce, è invece tornato a lanciare richiami alla prudenza, sottolineando la necessità di attendere di vedere gli effetti delle strette già decise.

Il direttorio Bce sulla linea monetaria tornerà a riunirsi il 4 maggio. Nel pomeriggio l’euro si scambia a 1,1059 dollari.

Bonus trasporti, ministero Lavoro: da lunedì al via le domande

Bonus trasporti, ministero Lavoro: da lunedì al via le domandeRoma, 14 apr. (askanews) – Dalle ore 8 di lunedì 17 aprile sarà attiva la piattaforma digitale per accedere al bonus trasporti 2023, il beneficio per studenti, lavoratori, pensionati e cittadini con un reddito complessivo nel 2022 non superiore a 20mila euro. La domanda potrà essere inviata accedendo su bonustrasporti.lavoro.gov.it con Spid o Carta di Identità Elettronica e permetterà di ricevere un contributo fino a 60 euro valido per l’acquisto di un abbonamento mensile, plurimensile e annuale per l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici su gomma e rotaia.

“Abbiamo mantenuto la promessa di accogliere le domande immediatamente dopo il nulla osta della Corte dei Conti – commenta il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone – per garantire il sostegno del Governo a chi ha più avvertito il peso della crisi a causa di redditi limitati e utilizza il trasporto pubblico per i propri spostamenti”. Cento i milioni di euro a disposizione, a valere sul Fondo istituito presso il Dicastero come previsto dal decreto-legge 14 gennaio 2023 n. 5, convertito con legge del 10 marzo 2023 n. 23, e dal decreto n. 4/2023 del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con i Ministri dell’Economia e delle Finanze e delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Si potrà fare domanda online del beneficio per sé stessi o per un minore del quale si ha la potestà o la rappresentanza. Ciascun beneficiario potrà chiedere un “Bonus trasporti” al mese, entro il 31 dicembre 2023 e fino a esaurimento risorse. Restano esclusi i servizi di prima classe, executive, business, club executive, salotto, premium, working area e business salottino. Prevista la possibilità di chiedere telematicamente l’agevolazione sulla piattaforma e acquistare l’abbonamento fisicamente in biglietteria in un secondo momento, mostrando, al momento dell’acquisto, il codice ricevuto al termine della procedura.

Bankitalia, a febbraio debito sale di 21,6 mld a quota 2.772 miliardi

Bankitalia, a febbraio debito sale di 21,6 mld a quota 2.772 miliardiRoma, 14 apr. (askanews) – Nel mese di febbraio il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 21,6 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.772 miliardi. L’aumento è dovuto al fabbisogno (12,9 miliardi) e all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (8,6 miliardi, a 43,3); vi ha inoltre contribuito l’effetto complessivo di scarti e premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (0,1 miliardi). Lo ha reso noto la Banca d’Italia.

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 21,6 miliardi mentre quello delle Amministrazioni locali e quello degli Enti di previdenza è rimasto pressoché invariato. Alla fine di febbraio la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia era pari al 26,2 per cento (invariata rispetto al mese precedente); quella detenuta da non residenti era pari a gennaio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) al 26,5 per cento. A febbraio la vita media residua del debito è rimasta stabile rispetto a gennaio, a 7,7 anni.

A febbraio le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 34,9 miliardi, in diminuzione del 3,0 per cento (1,1 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2022. Nel primo bimestre dell’anno le entrate tributarie sono state pari a 79,1 miliardi, in aumento del 4,5 per cento (3,4 miliardi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In occasione della Notifica dei dati di finanza pubblica trasmessa alla Commissione europea lo scorso 31 marzo, sono stati inoltre rivisti i dati relativi agli anni precedenti. Rispetto ai dati diffusi lo scorso 15 marzo, il debito è stato rivisto al rialzo di 0,3 miliardi nel 2019, 0,6 nel 2020, 1,5 nel 2021 e al ribasso di 5,5 nel 2022. Le revisioni riflettono – oltre all’ordinario aggiornamento delle fonti – l’ampliamento del perimetro delle Amministrazioni pubbliche definito dall’Istat in accordo con l’Eurostat.

Mlp

Scuola, Sil Confesercenti: allarme caro-libri, aumenti fino al 12%

Scuola, Sil Confesercenti: allarme caro-libri, aumenti fino al 12%Roma, 14 apr. (askanews) – In arrivo una nuova stangata per le famiglie. Per i libri di testo di medie e superiori si registra un incremento medio dell’8% dei prezzi di copertina imposti dagli editori, con punte del +12% per alcuni titoli. Un’ondata di aumenti che peserà sui bilanci delle famiglie, e che certamente non va a vantaggio di librerie e cartolibrerie che, anzi, vedono paradossalmente ridursi i margini di guadagno, passati dal 15% lordo di due anni fa al 10% circa di oggi. A lanciare l’allarme è Sil, il Sindacato Italiano Librai di Confesercenti.

I testi costano di più, ma i librai guadagnano di meno. E perdono quote di mercato: i margini attuali, al netto dei costi sostenuti, sono infatti uno spazio di manovra troppo stretto, che non consente agli imprenditori di praticare sconti ai clienti finali. Cosa che invece possono fare le grandi piattaforme online e la grande distribuzione, che hanno volumi di vendita molto diversi e che, quindi, riescono ad applicare sconti fino al massimo previsto per legge del 15%, anche perché vendendo molti tipi di merce possono bilanciare le offerte tra i vari prodotti. Si tratta di una situazione insostenibile: se non si troverà una soluzione, molte librerie e cartolibrerie si vedranno costrette a rinunciare alla vendita dei libri di testo, privando le famiglie di un servizio essenziale e rischiando gravi ripercussioni sull’attività economica. È essenziale dunque aprire un confronto, anche in considerazione del fatto che molti dei testi ai quali facciamo riferimento sono libri di scuola dell’obbligo. Anche per la scuola primaria, dove il costo dei testi è a carico dei comuni, si profila l’impossibilità per i Librai di anticipare agli editori il pagamento degli stessi, con esposizioni finanziarie che a volte durano mesi.

Per questo, torniamo a chiedere la convocazione urgente di un tavolo di filiera al Ministero dell’Istruzione con editori, scuole, distributori, librai e cartolibrai per capire come creare un sistema virtuoso che tuteli le famiglie, ma anche librerie e cartolibrerie del territorio, un punto di riferimento per gli studenti e una ricchezza per città e piccoli centri.

Euro torna sopra 1,10 dollari ai massimi da un anno

Euro torna sopra 1,10 dollari ai massimi da un annoRoma, 13 apr. (askanews) – L’euro si riporta al di sopra di 1,10 sul dollaro, con un picco di seduta (1,1068) che ha visto la valuta condivisa segnare i massimi da oltre un anno a questa parte (da inizio aprile 2022). A sostenere l’euro è la prospettiva di ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte della Bce, laddove il netto rallentamento di marzo dell’inflazione negli Usa alimenta le ipotesi tra gli operatori di una possibile pausa della Federal Reserve nella sua stretta monetaria.

Oggi a tornare alla carica sulla necessità di fare di più contro l’inflazione è stato il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel: “la battaglia non è finita”, ha affermato durante un dibattito alle assemblee primaverili di Fmi e Banca mondiale. Sempre da Washington il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che come Nagel siede nel Consiglio direttivo della Bce, è invece tornato a lanciare richiami alla prudenza, sottolineando la necessità di attendere di vedere gli effetti delle strette già decise. Il direttorio Bce sulla linea monetaria tornerà a riunirsi il 4 maggio. In serata l’euro ritraccia marginalmente a 1,1048 dollari.

Ponte Stretto, Ok dalla Commissione Trasporti del Parlamento Ue

Ponte Stretto, Ok dalla Commissione Trasporti del Parlamento UeBruxelles, 13 apr. (askanews) – La commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo ha approvato oggi a Bruxelles, con 44 voti a favore, nessuno contrario e una astensione, la sua posizione negoziale sulla revisione del regolamento Ue riguardante le Reti transeuropee dei trasporti (“Ten-T”). Tra l’altro, il regolamento stabilisce quali siano i corridoi prioritari delle reti transeuropee (“core Ten-T network”), le cui infrastrutture dovranno essere completate entro il 2030.

Tra i corridoi prioritari, previsti nell’allegato 3 del Regolamento, un emendamento di compromesso ha inserito, come chiedevano in particolare gli eurodeputati della Lega, l’aggiunta di un collegamento “Villa San Giovanni – Messina”, come “autostrada, linea ferroviaria passeggeri, linea ferroviaria merci (ponte, collegamento fisso)”, nell’ambito del “Corridoio scandinavo-mediterraneo”. Concretamente, l’aggiunta di questo collegamento specifico nell’elenco dei corridoi prioritari, se verrà confermata dal voto in plenaria dell’Europarlamento e poi dal Consiglio Ue, significa che la Commissione europea (presumibilmente fra due o tre anni) chiederà al governo italiano di sottoporle i progetti previsti nella lista (compreso dunque il progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina), da realizzare sul territorio nazionale entro il 2030. E a quel punto l’Italia potrà chiedere anche dei finanziamenti europei per le opere interessate; una richiesta che riguarderà comunque il prossimo bilancio pluriennale dell’Ue, nel nuovo periodo di programmazione che partirà dal 2028.

A parte la questione del Ponte sullo Stretto, con il voto di oggi gli eurodeputati della commissione Trasporti hanno chiesto di unificare a livello Ue gli standard tecnici e operativi di ogni modalità di trasporto, e di rafforzare il trasporto intermodale, privilegiando le ferrovie, il trasporto fluviale e quello marittimo di corto raggio, e affidando ai veicoli stradali solo l’ultimo tratto. Inoltre, gli europarlamentari chiedono che entro il 2030 la parte prioritaria della rete ferroviaria dei corridoi transeuropei sia pienamente elettrificata, che funzioni con alta velocità (almeno 160 Km/h per i treni passeggeri e 100 Km/h per i treni merci) e che ogni convoglio su rotaie sia in grado di attraversare le frontiere interne dell’Ue entro 15 minuti.

La commissione Trasporti dell’Europarlamento chiede di stabilire la condizione per cui, per avere i fondi europei dedicati alle reti Ten-T, gli Stati membri dovranno presentare e adottare dei “piani di mobilità urbana sostenibile” entro il 2025. E insiste sul fatto che, in caso di ritardo nella realizzazione dei progetti sostenuti dai fondi Ue, infine, la Commissione europea dovrebbe immediatamente lanciare una procedura d’infrazione contro lo Stato membro responsabile, e ridurre o azzerare i finanziamenti erogati.

Bce, Visco: se margini profitto salgono ancora bisognerà agire

Bce, Visco: se margini profitto salgono ancora bisognerà agireRoma, 13 apr. (askanews) – Alla Bce su tassi e politica monetaria “la direzione è chiara” (al rialzo e verso l’inasprimento), quello su cui “sollevo questioni sono la velocità e la mole dei possibili movimenti, che dobbiamo decidere solo volta per volta, in base alle informazioni che giungono”. Lo ha ribadito il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervistato da Cnbc a margine delle assemblee primaverili di Fmi e Banca mondiale a Washington.

La questione chiave, ha spiegato, è se si materializzeranno “effetti di secondo livello” dell’elevata inflazione in termini di continui aumenti dei margini di redditività delle imprese, perché a quel punto la Bce dovrà agire (inasprendo ulteriormente la linea). “L’inflazione totale è calata in maniera consistente e questo è dovuto prevalentemente ai prezzi dell’energia, che erano esplosi e poi sono calati consistentemente – ha detto Visco -. Il rialzo che continuiamo a vedere nell’inflazione di fono è anche da considerare come un ritardo di reazione al rincaro dell’energia durante lo scorso anno. Ora questi prezzi dell’energia stanno calando consistentemente. Quindi la questione cruciale è quella degli effetti di secondo livello: se i beni finali rifletteranno queste riduzioni dei prezzi dell’energia. Se non lo fanno, se aumentano significa che i margini di profitto aumentano: allora la politica monetaria dovrà fare quello che va fatto”, ha avvertito.

“Ma l’incertezza è molto alta e dobbiamo essere molto cauti, dati i numerosi fattori” all’opera. Secondo Visco “la direzione della linea monetaria deve essere chiara, io ho questioni con la velocità e la mole dei possibili movimenti che dobbiamo decidere solo volta per volta in base alle informazioni che giungono”. Quanto al rischio di fare troppo o troppo poco “dobbiamo mostrare che siamo determinati ma che siamo anche pazienti”, ha concluso.

Fmi, Gerogieva: reshoring? “Sì, ma evitiamo una nuova guerra fredda”

Fmi, Gerogieva: reshoring? “Sì, ma evitiamo una nuova guerra fredda”Roma, 13 apr. (askanews) – Le classi dirigenti nel mondo devono agire “con razionalità”, puntando a difendere gli interessi dei loro cittadini e a migliorare la sicurezza delle forniture commerciali globali “senza spingersi al punto tale da ritrovarci in una seconda guerra fredda. Penso che sia possibile”. Lo ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva, interpellata sul problema del riassetto delle catene di approvvigionamenti durante una conferenza stampa, nel corso delle assemblee primaverili a Washington.

“Sono tra coloro che sanno cosa sono le conseguenze di una guerra fredda, in termini di perdite di talenti e di contributi al mondo e non voglio che si ripeta – ha detto – e penso sia possibile evitarlo”. Dopo la spaccatura che si è aperta tra Stati Uniti e paesi dell’Ue, da una parte, e diversi giganti emergenti dall’altra, con la guerra in Ucraina e le sanzioni imposte dai primi contro la Russia, nelle economie occidentali si è aperto un dibattito sulla necessità di riportare nell’ambito di stati ritenuti “amici” le forniture dei beni chiave. Una manovra che viene spesso definita con termini come “reshoring” o “friendshoring”, in contrapposizione all’offshoring degli anni passati, in cui Usa e Ue hanno lasciato che ampie quote di loro produzione venissero delocalizzate nelle economie emergenti, a cominciare dalla Cina.

“La sicurezza delle forniture e del funzionamento affidabile delle catene di approvvigionamento sta assumendo una maggiore priorità nelle discussioni e nelle decisioni politiche. E dobbiamo riconoscere che non possiamo più dare per scontate alcune cose – ha detto Gerogieva -. L’invasione russa dell’Ucraina non è solo una tragedia per gli ucraini, ma è una tragedia anche per la comunità globale perché invia il messaggio che le spese in difesa devono salire che bisognerà affidarsi di più a Stati amici”. Ha ripetuto le stime del Fmi, secondo cui la “frammentazione” del commercio globale potrebbe costare tra lo 0,2% e il 7% del Pil globale. “C’è una bella differenza” tra questi due possibili esiti: “Possiamo razionalmente accettare che ci saranno dei costi, ma che bisogna mantenerli bassi. Sul come vedo due cose: primo servoo istituzioni come il Fondo monetario che portano tutti al tavolo. Un posto dove possiamo creare più fiducia e comprensione reciproca. Due, servono policy maker che difendano gli interessi dei loro cittadini. Se non riusciamo essere più razionali la gente ovunque starà peggio – ha avvertito -. Anche la classe media nei Paesi ricchi pagherà un prezzo”.

Dl Pnrr, ok del Senato. Le novità su governance e semplificazione

Dl Pnrr, ok del Senato. Le novità su governance e semplificazioneRoma, 13 apr. (askanews) – Misure per ridurre i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, un contributo di 40 milioni di euro ai gestori di Spid, stabilizzazione del personale che opera su progetti europei, possibilità di affidare a pensionati incarichi di vertice negli enti delle pubbliche amministrazioni, un piano per il posizionamento di defibrillatori in vista del Giubileo del 2025, proroga al 31 dicembre 2023 per l’attuazione della legge Cartabia sull’ordinamento giudiziario. Queste le principali novità introdotte dal Senato al decreto legge sull’attuazione del Pnrr, che oggi ha avuto il via libera dall’Aula di Palazzo Madama. I voti a favore sono stati 83 (tutti i gruppi della maggioranza), quelli contrari espressi da Pd, M5s e Avs sono stati 57, mentre 6 astensioni sono state dei senatori del Terzo Polo. Il decreto, che deve essere convertito entro il 25 aprile, passa ora alla Camera. Le modifiche approvate al Senato si inseriscono nel testo base del decreto che semplifica le procedure per la messa a terra dei progetti e modifica la governance del Pnrr, prevedendo l’istituzione presso la Presidenza del Consiglio, nel Dipartimento guidato dal Ministro Raffaele Fitto, della struttura di missione del Piano, che ha il compito di coordinare le attività di realizzazione dei progetti e diventa il punto di contatto nazionale per l’attuazione del Piano e i rapporti con le istituzioni di Bruxelles. Con lo stesso decreto viene soppressa l’Agenzia per la coesione territoriale e le sue competenza transitano anch’esse al Dipartimento guidato da Fitto, dove viene costituito uno speciale nucleo. L’obiettivo è quello di mettere a sistema ed efficientare l’utilizzo delle risorse del Pnrr con quelle delle politiche di coesione.

Di seguito le novità approvate al Senato. Spid – Un contributo di 40 milioni di euro è riconosciuto ai gestori di identità digitale a fronte di adeguamenti tecnologici per il miglioramento della qualità dei servizi. Per raggiungere i target previsti dalla missione 1 del Pnrr (digitalizzazione, innovazione, competitività), in sede di rinnovo degli accreditamenti da parte di AgID, i gestori di Spid, oltre ai servizi già erogati, garantiscono la verifica dei dati mediante l’accesso all’Anagrafe nazionale della popolazione residente e provvedono agli adeguatementi tecnologici per assicurare l’innalzamento dei livelli di servizio, della loro sicurezza e interoperabilità. Per questi ulteriori impegni viene erogato il contributo. Riduzione dei tempi di pagamento – Le amministrazioni centrali dello Stato adottano misure, anche organizzative, finalizzate all’efficientamento dei processi di spesa, dandone conto alla Ragioneria generale dello Stato. Si introducono inoltre incentivi economici ai dirigenti pubblici responsabili dei pagamenti delle fatture commerciali che raggiugono gli obiettivi di riduzione dei tempi. Incarichi di vertice enti pubblici a pensionati – Si amplia la possibilità di affidare incarichi di vertice di enti pubblici a personale in quiescenza. Il testo del decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri prevede già la possibilità di affidare incarichi di vertice in enti delle amministrazioni centrali a pensionati, previo parere delle Commissioni parlamentari. Il Senato, approvando un emendamento, ha esteso questa possibilità agli incarichi per i quali è prevista l’informativa alle Commissioni parlamentari (quindi non il parere). Tra questi enti figura l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza. Stabilizzazione del personale – Il decreto anticipa dal 1° gennaio 2027 al 1° marzo 2023 la data a partire dalla quale le amministrazioni titolari di progetti previsti nel Pnrr possono stabilizzare nei propri ruoli il personale non dirigenziale già assunto a tempo determinato dalle stesse amministrazioni per la realizzazione di questi progetti. Si prevede che la stabilizzazione avvenga nei confronti del personale che ha prestato servizio continuativo per almeno quindici mesi nella qualifica ricoperta (e non più alla scadenza del contratto a termine, come era prima). Opere Giubileo – Le opere legate al Giubileo, qualificate come essenziali e indifferibili, devono essere realizzate con i metodi e le tecniche della ‘progettazione universale’, quindi con l’abbattimento delle barriere fisiche e architettoniche. Rientrano in questi interveti il sottovia di piazza Pia, piazza Risorgimento, la riqualificazione dello spazio antistante la Basilica di San Giovanni, la riqualificazione di piazza dei Cinquecento e zone adiacenti, il rinnovo dell’infrastruttura della metro A di Roma. Viene inoltre previsto un piano per il posizionamento di totem con defibrillatori, teleconnessi al numero 118, in considerazione dei flussi di pellegrini e delle eventuali necessità di soccorso per problemi cardiaci che potrebbero verificarsi. Controlli Mimit – Previsto il rafforzamento dei controlli del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sui crediti di imposta relativi all’investimento ‘Transizione 4.0’ del Pnrr, attraverso una convenzione con l’Agenzia delle Entrate. La misura è volta ad agevolare lo scambio di dati e informazioni rilevanti per le attività di controllo. Legge Cartabia – Sono prorogati al 31 dicembre 2023, dal 30 giugno 2023, i termini per l’adozione dei decreti attuativi della delega sull’ordinamento giudiziario. Banda larga – Viene disposta la proroga di 24 mesi dei termini relativi a permessi, concessioni, certificati, attestati o autorizzazioni relativi ai lavori per la banda larga e ultralarga. Portovesme: Sono estesi a Portovesme i sostegni previsti per le imprese energivore in quanto “unico produttore nazionale di zinco e piombo primari”.

Lsa