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Trasporti, sindacati: venerdì sciopero nazionale di 24 ore bus e metro

Trasporti, sindacati: venerdì sciopero nazionale di 24 ore bus e metroRoma, 2 nov. (askanews) – Venerdì 8 novembre sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale con prestazioni ridotte nelle fasce di garanzia e manifestazione a Roma, dalle 10.30, davanti al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. A proclamarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna “per il rinnovo del ccnl, per la carenza di risorse, per la mancanza di politiche di programmazione, per la riforma del settore e per la salute e sicurezza sul lavoro”.


“Venerdì 8 novembre, a differenza dei precedenti scioperi – riferiscono le organizzazioni sindacali – non si prevede, nel rispetto della legge 146 che regolamenta il diritto di sciopero, la garanzia totale del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori ma sarà garantito, durante le fasce orarie previste a livello locale, l’utilizzo del 30% del personale viaggiante ed inoltre i servizi assolutamente indispensabili per la generalità degli utenti come collegamenti con porti e aeroporti nonché quelli specializzati di particolare rilevanza sociale quali trasporto dei disabili e scuola bus per materne e elementari”. “Fino a al giorno dello sciopero – hanno spiegato Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – si tiene in tutte le città e provincie un volantinaggio per spiegare a cittadini e utenti le ragioni dello sciopero, mentre ad enti locali ed associazioni viene diffuso un Manifesto per il tpl con analisi e proposte per il settore, nel tentativo di costruire alleanze per una vertenza che guarda alla condizione dei lavoratori e alla qualità della vita di tutti i cittadini”.

Wall Street chiude in forte ribasso con sell-off tech, Nasdaq -2,8%

Wall Street chiude in forte ribasso con sell-off tech, Nasdaq -2,8%Milano, 31 ott. (askanews) – Seduta da dimenticare per Wall Street che spazza via i guadagni di ottobre affossata dal sell-off sui titoli tech dopo le trimestrali di Microsoft e Meta, che hanno deluso il mercato, nonostante i loro utili abbiano battuto le aspettative. L’indice Dow Jones ha perso lo 0,93%, l’S&P500 l’1,89%, il Nasdaq il 2,81%. il titolo Microsoft ha lasciato sul terreno il 6%, mettendo a segno la giornata peggiore degli ultimi due anni dopo una guidance inferiore alle stime degli analisti, Meta il 4%.

OpenAI lancia ChatGPT search, sfida Google e Microsoft

OpenAI lancia ChatGPT search, sfida Google e MicrosoftMilano, 31 ott. (askanews) – OpenAI lancia ChatGPT search e sfida i motori di ricerca Google e Bing di Microsoft.


ChatGPT, informa OpenAI, è oggi in grado di effettuare ricerche sul web in maniera più efficace rispetto al passato. Sarà possibile ottenere risposte rapide e tempestive con link a fonti web pertinenti, per le quali in precedenza era necessario rivolgersi a un motore di ricerca. ChatGPT sceglierà la ricerca sul web in base a quanto richiesto dall’utente, che potrà anche scegliere manualmente di effettuare la ricerca facendo un semplice clic sull’icona Ricerca sul web. Il roll out proseguirà per gli utenti Enterprise ed Edu nelle prossime settimane e per gli utenti Free nei prossimi mesi. “ChatGPT search promette di evidenziare e attribuire meglio le informazioni provenienti da fonti di notizie affidabili, a beneficio del pubblico, ampliando al contempo la portata di editori che, come noi, fanno giornalismo di livello premium”, ha dichiarato Pam Wasserstein, Presidente di Vox Media.


Le chat includono collegamenti alle fonti, come articoli e blog post, che consentono di raccogliere maggiori informazioni: infatti, facendo clic sul pulsante “Fonti”, sotto la risposta fornita da ChatGPT, si apre la barra laterale con tutti i riferimenti. “Siamo convinti che la ricerca condotta con l’intelligenza artificiale sarà, in nel prossimo futuro e per le prossime generazioni, una modalità preferenziale per accedere alle informazioni. Inoltre, la collaborazione con OpenAI posiziona Le Monde in prima linea in questo cambiamento: ci permette di testare le innovazioni in fase iniziale, salvaguardando i valori fondamentali e l’integrità del giornalismo”, ha commentato Louis Dreyfus, CEO & Editore di Le Monde. “Nel contesto di ridefinizione del panorama dei media dettato dall’IA, la partnership di Axel Springer con OpenAI apre enormi opportunità per ulteriori innovazioni. Insieme, stiamo promuovendo modelli di business che possano garantire che il giornalismo rimanga affidabile e redditizio”, ha sottolineato Mathias Sanchez, SVP Global Strategic Partner Axel Springer.

Unicredit: Fitch alza rating a BBB+, migliora outlook a positivo

Unicredit: Fitch alza rating a BBB+, migliora outlook a positivoMilano, 31 ott. (askanews) – Fitch ha migliorato l’Issuer Default Rating (IDR) a lungo termine e il rating senior preferred di UniCredit, portandolo a ‘BBB+’, e ha inoltre migliorato l’outlook, da stabile a positivo. Il rating è ora un gradino al di sopra del rating sovrano italiano.


Secondo l’agenzia di rating, spiega una nota della banca, “questo risultato è dovuto a un’eccezionale posizione di forza rispetto ai peer nazionali sostenuta da un’efficace diversificazione in economie con buoni risultati o in crescita”. Fitch ritiene che ciò attenuerebbe le pressioni su UniCredit anche nell’improbabile caso di un grave stress sovrano italiano. Il Viability Rating (cioè il rating standalone) è stato è stato portato a “BBB+”, mentre i corrispondenti rating sui depositi a lungo termine, Senior Non-Preferred, Tier Non-Preferred, Tier 2 e Additional Tier 1 sono stati migliorati di un gradino ciascuno. Lo Short-Term Issuer Default Rating è stato confermato a F2.

Comcast valuta possibile scorporo reti via cavo (MSNBC, CNBC, Bravo)

Comcast valuta possibile scorporo reti via cavo (MSNBC, CNBC, Bravo)Roma, 31 ott. (askanews) – Il colosso multimediale statunitense Comcast sta valutando la creazione di una società separata per le sue reti via cavo e prenderà in considerazione partnership nello streaming: un segnale di come i profondi cambiamenti nel settore dei media stiano rimodellando il panorama del settore.


Le potenziali mosse strategiche giungono mentre Comcast, come molti dei suoi concorrenti, sta cercando di superare le sfide poste dal taglio del cavo della TV via cavo, che ha reso il business delle reti molto più difficile, spingendo anche verso la redditività nel suo business dello streaming. Una nuova società di reti via cavo – riporta il Wall Street Journal – sarebbe di proprietà degli azionisti Comcast e non includerebbe altre attività nell’unità NBCUniversal dell’azienda, come la rete di trasmissione NBC, lo studio Universal o i parchi a tema. Comcast possiede diversi canali via cavo come MSNBC, CNBC, Bravo, USA e Syfy.


“Abbiamo una mano molto forte”, ha affermato il presidente di Comcast Mike Cavanagh in una conference call sui conti, “potrebbero esserci delle cose intelligenti da fare e vogliamo studiarle”. Le azioni Comcast sono salite del 3% nelle contrattazioni mattutine. Giovedì la società ha registrato un balzo nei ricavi del terzo trimestre, alimentati dalle sue attività mediatiche.


Anni di cord-cutting hanno avuto un impatto sulla salute finanziaria e sulle prospettive di crescita dei canali via cavo, portando le aziende a rivedere le loro valutazioni per tali attività. Warner Bros. Discovery, la società madre di CNN, TNT e TBS, all’inizio di quest’anno ha svalutato le sue attività via cavo di 9,1 miliardi di dollari, mentre Paramount, proprietaria di MTV, Nickelodeon e Comedy Central, ha emesso una svalutazione di 6 miliardi di dollari.


Tuttavia, per ora molte reti via cavo sono molto redditizie, in gran parte a causa di contratti a lungo termine con i fornitori di TV via cavo che garantiscono tariffe annuali per gli abbonati. Ciò potrebbe renderle un obiettivo interessante per gli investitori finanziari come le società di private equity o altre aziende nel settore dei media.

Energia, superato obiettivo stoccaggio gas, già al 95% nell’Ue

Energia, superato obiettivo stoccaggio gas, già al 95% nell’UeBruxelles, 31 ott. (askanews) – Gli impianti di stoccaggio di gas dell’Ue sono stati riempiti al 95%, oltrepassando l’obiettivo vincolante del 90%, da raggiungere ogni anno entro il primo novembre, come previsto nel regolamento sullo stoccaggio del gas adottato dagli Stati membri durante la crisi energetica causata dalla guerra russa in Ucraina. Lo riferisce una nota pubblicata oggi a Bruxelles dalla Commissione europea, riportando gli ultimi dati pubblicati da “Gas Infrastructure Europe”.


Il regolamento sullo stoccaggio del gas è volto a garantire una sufficiente sicurezza dell’approvvigionamento e stabilità del mercato per i mesi invernali. Attualmente, ci sono circa 100 miliardi di metri cubi di gas negli impianti di stoccaggio negli Stati membri, che rappresentano circa un terzo del consumo annuale di gas nell’Ue. “Quando la Russia ha invaso l’Ucraina e ha cercato di ricattare l’Europa usando le sue forniture di energia, abbiamo preso misure rapide per proteggerci da futuri shock di approvvigionamento. Questo lavoro – rileva Kadri Simson, commissaria europea per l’Energia, nella nota della Commissione – sta dando i suoi frutti, ed entriamo in questo inverno con un buon livello di gas negli impianti di stoccaggio in tutta l’Ue, forniture energetiche diversificate, una quota maggiore di energie rinnovabili e un rinnovato impegno per l’efficienza energetica e il risparmio energetico”.


“Questo ci mette in una posizione di forza per mantenere stabili le forniture e i prezzi questo inverno, e per continuare la nostra transizione, eliminando la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili russi”, conclude la commissaria.

Nella Ue le emissioni di gas serra sono diminuite dell’8,3% nel 2023

Nella Ue le emissioni di gas serra sono diminuite dell’8,3% nel 2023Bruxelles, 31 ott. (askanews) – Le emissioni di gas serra stanno diminuendo a un ritmo sostenuto nell’Ue, grazie alla crescita impressionante delle energie rinnovabili. E’ quanto risulta dal rapporto per il 2024 sui progressi dell’azione per il clima, pubblicato oggi a Bruxelles dalla Commissione europea.


Il rapporto mostra che le emissioni nette di gas serra sono diminuite dell’8,3% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Si tratta del maggior calo annuale degli ultimi decenni, ad eccezione del 2020, quando il rallentamento dell’attività economica causato dalla pandemia di Covid-19 portò a una riduzione delle emissioni ancora più importante, del 9,8%. Le emissioni nette di gas serra sono ora inferiori del 37% rispetto ai livelli del 1990, mentre il Pil dell’Ue è aumentato del 68% nello stesso periodo, dimostrando, sottolinea la Commissione, “il continuo disaccoppiamento tra emissioni e crescita economica”.


Insomma, ha osservato il portavoce per le Politiche climatiche della Commissione, Tim McPie durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario oggi a Bruxelles, “siamo sulla buona strada per raggiungere i nostri obiettivi del 2030 per ridurre le emissioni di almeno il 55%, se questo slancio verrà mantenuto. Questi risultati positivi sono stati guidati in particolare dall’impressionante accelerazione nella riduzione delle emissioni generate dalla produzione di elettricità e dal riscaldamento, con un calo del 24% lo scorso anno. Anche i pozzi naturali di assorbimento del carbonio dell’Ue (ovvero la vegetazione e le foreste, ndr) sono cresciuti lo scorso anno, invertendo la tendenza al ribasso dell’ultimo decennio”. “Allo stesso tempo – ha aggiunto McPie -, non possiamo ignorare l’impatto che il cambiamento climatico sta già avendo in Europa: nel 2023 l’Europa ha sperimentato i suoi più grandi incendi boschivi e uno degli anni più umidi mai registrati, importanti ondate di calore marino e un continuo aumento delle temperature. Gli eventi catastrofici in Spagna di questa settimana ci ricordano nuovamente quanto possano essere devastanti tali impatti”.


A questo proposito, “il rapporto richiama anche l’attenzione sulla necessità di continuare il nostro lavoro con gli Stati membri sull’adattamento e sul rafforzamento della nostra resilienza al cambiamento climatico”, ha concluso il portavoce. Nella nota della Commissione sulla pubblicazione del rapporto, il commissario per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, ricorda che “l’Ue è all’avanguardia nella transizione pulita, con un altro anno di forti riduzioni delle emissioni di gas serra nel 2023”, e “rappresenta ora il 6% delle emissioni globali”. Hoekstra sottolinea che in questo modo “stiamo dimostrando ancora una volta ai nostri partner internazionali che è possibile intraprendere azioni per il clima e allo stesso tempo investire nella crescita della nostra economia. Purtroppo, il rapporto mostra anche che il nostro lavoro deve continuare, in patria e all’estero, poiché vediamo i danni che il cambiamento climatico sta causando ai nostri cittadini”.


La Commissione rileva che “l’ultimo anno ha visto gli eventi più catastrofici” a causa dei cambiamenti climatici già in corso, e che “le emissioni globali non hanno ancora raggiunto il picco”. Per questo, “è necessaria un’azione continua per garantire che l’Ue raggiunga i suoi obiettivi per il 2030 e sia sulla buona strada per raggiungere il suo futuro obiettivo per il 2040 (che, come è già stato annunciato, consisterà in una riduzione delle emissioni del 90% rispetto al 1990, ndr) e l’obiettivo di zero emissioni al 2050”. Inoltre, “l’Ue deve inoltre continuare il suo impegno internazionale, a partire dalla COP29” la Conferenza delle parti della Convenzione Onu sul cambio climatico, prevista il mese prossimo a Baku, in Azerbaigian, “per garantire che anche i nostri partner nel mondo intraprendono le azioni necessarie”, conclude la nota della Commissione.

Ue, emissioni di gas serra -8,3% nel 2023 rispetto al 2022

Ue, emissioni di gas serra -8,3% nel 2023 rispetto al 2022Bruxelles, 31 ott. (askanews) – Le emissioni di gas serra stanno diminuendo a un ritmo sostenuto nell’Ue, grazie alla crescita impressionante delle energie rinnovabili. E’ quanto risulta dal rapporto per il 2024 sui progressi dell’azione per il clima, pubblicato oggi a Bruxelles dalla Commissione europea.


Il rapporto mostra che le emissioni nette di gas serra sono diminuite dell’8,3% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Si tratta del maggior calo annuale degli ultimi decenni, ad eccezione del 2020, quando il rallentamento dell’attività economica causato dalla pandemia di Covid-19 portò a una riduzione delle emissioni ancora più importante, del 9,8%. Le emissioni nette di gas serra sono ora inferiori del 37% rispetto ai livelli del 1990, mentre il Pil dell’Ue è aumentato del 68% nello stesso periodo, dimostrando, sottolinea la Commissione, “il continuo disaccoppiamento tra emissioni e crescita economica”.


Insomma, ha osservato il portavoce per le Politiche climatiche della Commissione, Tim McPie durante il briefing quotidiano per la stampa dell’Esecutivo comunitario oggi a Bruxelles, “siamo sulla buona strada per raggiungere i nostri obiettivi del 2030 per ridurre le emissioni di almeno il 55%, se questo slancio verrà mantenuto. Questi risultati positivi sono stati guidati in particolare dall’impressionante accelerazione nella riduzione delle emissioni generate dalla produzione di elettricità e dal riscaldamento, con un calo del 24% lo scorso anno. Anche i pozzi naturali di assorbimento del carbonio dell’Ue (ovvero la vegetazione e le foreste, ndr) sono cresciuti lo scorso anno, invertendo la tendenza al ribasso dell’ultimo decennio”. “Allo stesso tempo – ha aggiunto McPie -, non possiamo ignorare l’impatto che il cambiamento climatico sta già avendo in Europa: nel 2023 l’Europa ha sperimentato i suoi più grandi incendi boschivi e uno degli anni più umidi mai registrati, importanti ondate di calore marino e un continuo aumento delle temperature. Gli eventi catastrofici in Spagna di questa settimana ci ricordano nuovamente quanto possano essere devastanti tali impatti”.


A questo proposito, “il rapporto richiama anche l’attenzione sulla necessità di continuare il nostro lavoro con gli Stati membri sull’adattamento e sul rafforzamento della nostra resilienza al cambiamento climatico”, ha concluso il portavoce. Nella nota della Commissione sulla pubblicazione del rapporto, il commissario per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, ricorda che “l’Ue è all’avanguardia nella transizione pulita, con un altro anno di forti riduzioni delle emissioni di gas serra nel 2023”, e “rappresenta ora il 6% delle emissioni globali”. Hoekstra sottolinea che in questo modo “stiamo dimostrando ancora una volta ai nostri partner internazionali che è possibile intraprendere azioni per il clima e allo stesso tempo investire nella crescita della nostra economia. Purtroppo, il rapporto mostra anche che il nostro lavoro deve continuare, in patria e all’estero, poiché vediamo i danni che il cambiamento climatico sta causando ai nostri cittadini”.


La Commissione rileva che “l’ultimo anno ha visto gli eventi più catastrofici” a causa dei cambiamenti climatici già in corso, e che “le emissioni globali non hanno ancora raggiunto il picco”. Per questo, “è necessaria un’azione continua per garantire che l’Ue raggiunga i suoi obiettivi per il 2030 e sia sulla buona strada per raggiungere il suo futuro obiettivo per il 2040 (che, come è già stato annunciato, consisterà in una riduzione delle emissioni del 90% rispetto al 1990, ndr) e l’obiettivo di zero emissioni al 2050”. Inoltre, “l’Ue deve inoltre continuare il suo impegno internazionale, a partire dalla COP29” la Conferenza delle parti della Convenzione Onu sul cambio climatico, prevista il mese prossimo a Baku, in Azerbaigian, “per garantire che anche i nostri partner nel mondo intraprendono le azioni necessarie”, conclude la nota della Commissione.

Panetta: essenziale creare un titolo europeo privo di rischio

Panetta: essenziale creare un titolo europeo privo di rischioRoma, 31 ott. (askanews) – Nell’Unione europea resta necessaria “la creazione di un mercato dei capitali”. E “la condizione per conseguire questo obiettivo, non l’unica, ma la più importante, è l’introduzione di un titolo europeo privo di rischio, essenziale per lo svolgimento delle principali attività tipiche dei mercati finanziari”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento alla 100esima giornata mondiale del risparmio, a Roma.

Inflazione, Istat: a ottobre sale allo 0,9%, carrello spesa a +2,2%

Inflazione, Istat: a ottobre sale allo 0,9%, carrello spesa a +2,2%Roma, 31 ott. (askanews) – Nel mese di ottobre l’inflazione registra una variazione su base mensile nulla e aumenta dello 0,9% su base annua, dal +0,7% del mese precedente. E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat.


La lieve accelerazione del tasso d’inflazione riflette principalmente l’andamento dei prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,5% a +2%) sia non lavorati (da +0,3% a +3,3%) e, in misura minore, l’attenuazione della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -11% a -10,2%). Un sostegno alla dinamica dei prezzi si deve anche all’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,8%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla decisa decelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +10,4% a +2%) e dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4% a +3,6%). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (da +1% a +2,2%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +0,5% a +1%).


L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1% per l’indice generale e a +2% per la componente di fondo.