Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Titoli Stato, Btp Più chiude con adesioni per quasi 15 mld

Titoli Stato, Btp Più chiude con adesioni per quasi 15 mldRoma, 21 feb. (askanews) – Sfiorano i 15 miliardi di euro le adesioni al nuovo Btp dedicato al mercato dei piccoli risparmiatori. Alla chiusura del collocamento del Btp Più, iniziato lunedì, le sottoscrizioni complessive sono state pari a 14,9 mld (circa 1,1 mld quelle odierne).


Il titolo supera di slancio l’ultima emissione retail, quella del Btp Valore del maggio 2024 che aveva raccolto 11,2 miliardi di euro. Alla chiusura del collocamento il Ministero dell’Economia ha annunciato che “in considerazione delle condizioni di mercato” i tassi cedolari del nuovo Btp Più sono stati rivisti al rialzo, rispetto a quelli minimi annunciati lo scorso 14 febbraio, dal 2,80% al 2,85% per i primi 4 anni e dal 3,60% al 3,70% per i successivi quattro anni.


Il titolo ha data di godimento 25 febbraio 2025 e scadenza 25 febbraio 2033. Ai sottoscrittori che manterranno il Btp Più fino alla fine del quarto anno è garantita l’opzione di rimborso anticipato dell’intero capitale investito o anche solo di una sua quota. L’opzione potrà essere esercitata dando comunicazione alla propria banca o ufficio postale nella finestra temporale compresa tra il 29 gennaio e il 16 febbraio 2029.

Poste: nel 2024 ricavi e utili record, il dividendo sale del 35%

Poste: nel 2024 ricavi e utili record, il dividendo sale del 35%Roma, 21 feb. (askanews) – Poste Italiane ha chiuso il 2024 con ricavi a livelli record pari a 12,6 miliardi, in crescita del 5%, e con l’utile netto più alto mai registrato, a 2,01 miliardi (+4,1%), raggiunto con due anni di anticipo rispetto al piano e in linea con la guidance aggiornata.


Il risultato operativo adjusted è pari a 2,96 miliardi nel 2024, in anticipo rispetto al piano, ampiamente al di sopra dell’ultima guidance e pari a circa tre volte il livello del 2017. Il gruppo ha proposto un dividendo per azione per l’esercizio 2024 di 1,08 euro, in crescita del 35% rispetto al 2023, per una distribuzione totale di 1,4 miliardi sugli utili del 2024, in linea con la politica dei dividendi rivista al rialzo e basata su un pay-out ratio del 70%. Inoltre Poste, che oggi ha aggiornato gli obiettivi del Piano strategico, ha rivisto ulteriormente al rialzo la politica dei dividendi, grazie alla solida visibilita sui flussi di cassa e all’ottimizzazione del capitale di gruppo: il pay-out ratio è strutturalmente incrementato al 70% dal precedente target ‘maggiore o uguale al 65%’, con dividendi cumulati nel periodo 2024-2028 pari a circa 7,5 miliardi. La traiettoria di crescita è confermata per il 2025, con una guidance del risultato operativo (ebit) adjusted pari a 3,1 miliardi, dell’utile netto a 2,1 miliardi e dei ricavi a 12,8 miliardi.


“A distanza di un anno dall’avvio del nostro Piano Strategico, abbiamo superato gli obiettivi finanziari, registrando una solida performance su tutta la nostra piattaforma e realizzando con successo le nostre priorità strategiche”, ha commentato l’amministreatore delegato Matteo Del Fante. “Nell’era digitale, Poste Italiane rimane una delle istituzioni più affidabili in Italia, con una presenza fisica capillare in ogni comunità e la più grande piattaforma digitale del Paese”, ha sottolineato l’ad evidenziando come “Tutte le iniziative chiave del piano industriale ‘The Connecting Platform’ risultano perfettamente avviate. Poste Italiane continua a rappresentare un pilastro strategico per l’Italia e a svolgere un ruolo chiave nello sviluppo economico e sociale del Paese. La nostra trasformazione sta producendo risultati tangibili”. Particolarmente positivo il business della consegna pacchi e quelli finanziari. I ricavi del settore Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione sono aumentati del 2,6% su base annua, raggiungendo 3,8 miliardi (1 miliardi nel quarto trimestre del 2024, +5,5% su base annua).


I ricavi dei servizi finanziari sono stati in crescita del 5,6% su base annua, a 5,5 miliardi, trainati da solidi ricavi dal portafoglio investimenti e da commissioni record nella distribuzione di prodotti di finanziamento.

Banconote euro false risalite nel 2024, ma restano poche sul totale

Banconote euro false risalite nel 2024, ma restano poche sul totaleRoma, 21 feb. (askanews) – Pur restando bassa, la quota di falsi tra le banconote in euro in circolazione è tornata ad aumentare lo scorso anno, dopo i cali che si erano verificati negli anni di restrizioni ad attività e commercio, imposte dai governi a motivo della Covid. I tagli presi maggiormente di mira dai falsificatori restano quelli da 50 e 20 euro: messi assieme rappresentano quasi 8 banconote false su 10 sequestrate. E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio effettuato dalla Banca centrale europea.


Secondo l’istituzione di Francoforte, lo scorso anno circa 554.000 banconote in euro false sono state ritirate dalla circolazione. La probabilità di ricevere un esemplare falso è bassa, rileva un comunicato, poiché il loro numero è molto contenuto rispetto ai biglietti autentici in circolazione. Nel 2024 sono stati individuati 18 falsi per ogni milione di banconote in circolazione. Nonostante l’aumento del 2024, il numero di falsi resta inferiore rispetto agli anni antecedenti alla “pandemia”. La banconota da 50 euro resta quella più presa di mira dai falsari, con un 46,3% del totale. Quella da 20 rappresenta un ulteriore 36% e poi a seguire, molto distanziate, la banconota da 100 (7,9%), quella da 10 euro (6,8%), quella più rara da 200 euro (3,8%) e, fanalino di coda, la banconota da 5 euro con l’1,3% di casi. C’è poi il taglio da 500 euro, che è stato eliminato dalla nuova serie ma che resta valido e su questo i falsi sono appena lo 0,6% del totale, secondo le tabelle della Bce.


Il 97,8% delle banconote falsificate è stato rinvenuto in paesi dell’area dell’euro, mentre l’1,3% proviene da Stati membri dell’Ue non appartenenti all’area e lo 0,9% da altre regioni del mondo. I cittadini non devono temere la falsificazione, ma devono restare vigili, dice la banca centrale. I falsi sono in gran parte facilmente individuabili, poiché non contengono le caratteristiche di sicurezza o ne recano solo pessime imitazioni. L’autenticità dei biglietti può essere verificata con il semplice metodo basato sulle tre parole chiave “toccare, guardare, muovere”, descritto su una pagina internet dedicata alle caratteristiche di sicurezza oppure nei siti delle banche centrali nazionali dei paesi dell’area dell’euro.


L’Eurosistema sostiene inoltre le categorie professionali che operano con il contante assicurando che le apparecchiature verificate positivamente per la selezione, verifica e accettazione delle banconote siano in grado di individuare e trattenere i falsi in maniera affidabile. Se una banconota appare sospetta, può essere confrontata accostandola a un’altra di autenticità comprovata. Se la presunta falsificazione trova quindi conferma, occorre contattare le forze dell’ordine o, a seconda della prassi vigente nel paese, la banca centrale nazionale oppure una banca commerciale o al dettaglio.

Eurozona, attività delle imprese marginalmente positiva a febbraio

Eurozona, attività delle imprese marginalmente positiva a febbraioRoma, 21 feb. (askanews) – A febbraio il crollo dell’attività nel settore dei servizi della Francia – il più acuto dall’ottobre del 2023 – ha controbilanciato in negativo i tentativi di miglioramento del manifatturiero della Germania – che pur restando in contrazione ha mostrato i dati migliori da 2 anni a questa parte – e in questo modo, complessivamente, il livello di attività delle imprese nella zona euro è rimasto invariato a valori marginalmente positivi. A 50,2 punti, l’indice Pmi sull’area euro si è attestato appena al di sopra della soglia di neutralità, pari a 50 punti.


Secondo S&P Global il Purchasing Managers Index relativo al terziario dell’area euro è calato a 50,7 punti, da 51,3 gennaio. L’indice Pmi sul manifatturiero è invece risalito a 47,3 punti; dai 46,6 gennaio. Come accade mensilmente dallo scorso ottobre, il tasso di inflazione dei prezzi d’acquisto è accelerato, il rialzo continua ad essere guidato dal terziario, prosegue S&P con un comunicato. Anche l’inflazione dei prezzi di vendita di febbraio è a sua volta accelerata segnando il valore più alto in dieci mesi.


“Mancano solo due settimane alla riunione della Bce ma arrivano già brutte notizie sul fronte dei prezzi”, rileva Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank. Al tempo stesso, però “il settore dei servizi sta mostrando nuovi segnali di debolezza. Questo si accompagna ad un calo dei nuovi ordini e alla riduzione più rapida del lavoro inevaso. La produzione economica nella zona euro si sta muovendo a malapena. La recessione un po’ più mite nel settore manifatturiero è appena compensata dalla crescita quasi impercettibile del settore dei servizi”.

Germania, a febbario manifatturiero prova a “rialzare la testa”

Germania, a febbario manifatturiero prova a “rialzare la testa”Roma, 21 feb. (askanews) – Segnali di miglioramento a febbraio per le imprese in Germania, in particolare sul manifatturiero che dopo anni di difficoltà sembra “rialzare la testa”. L’indice generale Pmi sull’attività nel settore privato è risalito a 51 punti, massimo da nove mesi, a fronte di 50,5 punti di gennaio. Secondo Standard & Poor’s Global, l’indice sul manifatturiero ha mostrato un miglioramento relativo alla produzione a 48,5 punti, dai 46,3 gennaio. L’indice generale sul manifatturiero è risalito a 46,1 punti, da 45 gennaio segnando il valore migliore da oltre due anni.


Questi indicatori permangono su livelli di contrazione, dato che sono inferiori alla soglia di neutralità dei 50 punti, ma sono decisamente migliori rispetto a quelli dei mesi scorsi. Invece si è verificata una limatura del Purchasing managers index relativo ai servizi, a 52,2 punti a febbraio dai 52,5 gennaio. Secondo il capo economista della Hamburg commercial bank, Cyrus de la Rubia, il manifatturiero tedesco sta ancora in affanno “ma ha rialzato la testa”. Tuttavia “e’ troppo presto per esultare perché è molto probabile che subisca sfide dei dazi Usa nei prossimi mesi”. Complessivamente comunque l’economia tedesca sembra orientarsi di nuovo verso una dinamica di possibile crescita.

Dnata: Airport Handling avvia operazioni all’aeroporto di Fiumicino

Dnata: Airport Handling avvia operazioni all’aeroporto di FiumicinoMilano, 20 feb. (askanews) – Airport Handling ha avviato le operazioni presso l’aeroporto di Roma Fiumicino. La società, controllata dal dnata, gruppo emiratino di servizi aeroportuali, è stata scelta come provider da 22 compagnie aeree clienti ed erogherà servizi a circa 70.000 voli all’anno, attraverso l’impiego di oltre 2.100 professionisti assunti dal bacino locale. Lo scalo romano diventa, così, il secondo gateway più grande della rete mondiale di dnata, che comprende oltre 90 aeroporti in 16 Paesi.


Fondata nel 2013, Airport Handling serve oltre 60 compagnie aeree presso i due aeroporti di Milano, Malpensa e Linate, grazie ai servizi forniti sia ai passeggeri che in area rampa. La sua espansione strategica a Roma – una delle realtà più grandi del settore – la renderà il principale fornitore di servizi a terra in Italia, con 150.000 voli gestiti ogni anno. Dopo aver ottenuto una licenza settennale per operare presso l’aeroporto di Fiumicino, Airport Handling ha investito oltre 20 milioni di euro in infrastrutture e attrezzature. La flotta di mezzi e attrezzature per l’erogazione dei servizi è principalmente elettrica per garantire efficienza ambientale.


“Siamo orgogliosi di portare i nostri servizi nell’aeroporto più grande d’Italia, garantendone qualità e sicurezza, quasi raddoppiando le nostre operazioni nel Paese – ha dichiarato Alberto Morosi, Ceo di Airport Handling – Desidero ringraziare il nostro team, inclusi i nostri nuovi colleghi altamente qualificati, e i nostri partner per aver contribuito e supportato un avvio senza intoppi. Insieme, non vediamo l’ora di migliorare i servizi per i passeggeri e le attività di assistenza a terra in questo importante snodo modale dell’aviazione”. “L’espansione di Airport Handling a Roma rappresenta un importante passo nel nostro percorso di crescita continua – ha sottolineato Clive Sauvé-Hopkins, Ceo di dnata airport operations – Consolida un investimento significativo e dimostra l’impegno di dnata nel migliorare continuamente le operazioni a beneficio dei nostri clienti e stakeholder. Apprezzo enormemente il duro lavoro e la dedizione del team di Airport Handling nel raggiungere questo traguardo”.

Bce chiude il Blancio 2024 con una perdita da quasi 8 miliardi

Bce chiude il Blancio 2024 con una perdita da quasi 8 miliardiRoma, 20 feb. (askanews) – La Banca centrale europea ha riferito di aver chiuso il 2024 con una perdita di bilancio di 7.944 milioni di euro, quasi analoga alla perdita da 7.886 milioni del 2023. Ma se nel 2023 questo rosso era stato in parte compensato da accantonamenti precedentemente effettuati, nel 2024 non vi erano residui da utilizzare a questo fine. La Bce chiarisce che la perdita, peraltro di un ammontare marginale rispetto alla mole del suo bilancio, è ininfluente ai fini della conduzione della politica monetaria.


Quindi, con un comunicato, l’istituzione spiega che anche la perdita 2024, così come il rosso residuo del 2023 (1.260 milioni) resterà in bilancio nella prospettiva di essere compensata da profitti futuri. Conseguentemente, la Bce non distribuirà dividendi alle banche centrali nazionali che fanno parte dell’Eurosistema relativamente all’anno 2024.


L’istituzione di Francoforte ricorda che la perdita giunge dopo molti anni di consistenti profitti collegati alle operazioni effettuate dalla stessa Bce e dalle altre banche centrali (soprattutto gli acquisti di titoli pubblici) per perseguire l’obiettivo di stabilità dei prezzi. La Bce imputa la perdita 2024 prevalentemente alle spese per interessi correlate “agli impieghi sul sistema Target, che sono state remunerate al tasso delle principali operazioni di rifinanziamento (Mro) salito al 4,1%” sulla media 2024 rispetto al 3,8% del 2023. L’istituzione riporta anche un aumento molto consistente delle spese sul personale a 844 million, a fronte di 676 milioni nel 2023 “prevalentemente a causa dei maggiori costi sui benefit correlati al piano pensionistico”.


La Bce aggiunge che potrebbe registrare altre perdite negli anni future che se dovesse accadere queste saranno comunque inferiori a quelle di 2023 e 2024. Successivamente torna di contare in utile.

Bce chiude il 2024 con una perdita di bilancio da 8 mln di euro

Bce chiude il 2024 con una perdita di bilancio da 8 mln di euroRoma, 20 feb. (askanews) – La Banca centrale europea ha riferito di aver chiuso il 2024 con una perdita di bilancio di 7,944 milioni di euro, sostanzialmente analoga alla perdita da 7,886 milioni del 2023. Ma se nel 2023 questo rosso era stato in parte compensato da accantonamenti precedentemente effettuati, nel 2024 non vi erano residui da utilizzare a questo fine. La Bce chiarisce che la perdita, peraltro di un ammontare marginale rispetto alla mole del suo bilancio, è ininfluente ai fini della conduzione della politica monetaria.


Quindi, con un comunicato, l’istituzione spiega che anche la perdita 2024, così come il rosso residuo del 2023 (1,26 milioni) resterà in bilancio nella prospettiva di essere compensata da profitti futuri. Conseguentemente, la Bce non distribuirà dividendi alle banche centrali nazionali che fanno parte dell’Eurosistema relativamente all’anno 2024.


L’istituzione di Francoforte ricorda che la perdita giunge dopo molti anni di consistenti profitti collegati alle operazioni effettuate dalla stessa Bce e dalle altre banche centrali (soprattutto gli acquisti di titoli pubblici) per perseguire l’obiettivo di stabilità dei prezzi. La Bce imputa la perdita 2024 prevalentemente alle spese per interessi correlate “agli impieghi sul sistema Target, che sono state remunerate al tasso delle principali operazioni di rifinanziamento (Mro) salito al 4,1%” sulla media 2024 rispetto al 3,8% del 2023. L’istituzione riporta anche un aumento molto consistente delle spese sul personale a 844 million, a fronte di 676 milioni nel 2023 “prevalentemente a causa dei maggiori costi sui benefit correlati al piano pensionistico”.


La Bce aggiunge che potrebbe registrare altre perdite negli anni future che se dovesse accadere queste saranno comunque inferiori a quelle di 2023 e 2024. Successivamente torna di contare in utile.

Fps: nel 2024 italiani hanno speso 138 mld su salute e assistenza

Fps: nel 2024 italiani hanno speso 138 mld su salute e assistenzaRoma, 20 feb. (askanews) – La spesa privata degli italiani per il “welfare familiare” (salute e assistenza ad anziani e disabili) nel 2024 è stata di circa 138 miliardi di euro, ovvero quasi 5.400 euro per ciascun nucleo. Un impegno consistente, che colma il vuoto lasciato in molti settori dall’intervento pubblico, nonostante il fatto che la Penisola sia al secondo posto in Europa per la spesa sociale, con circa 620 miliardi di euro, pari al 30% del prodotto interno lordo.


Lo rileva il rapporto annuale della Fondazione per la Sussidiarietà (Fps), “Sussidiarietà e… welfare territoriale”, presentato oggi a Roma al Centro Convegni Carlo Azeglio Ciampi della Banca d’Italia. All’incontro, aperto dal governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, intervengono Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Lilia Cavallari, presidente Ufficio Parlamentare di Bilancio, Francesco Maria Chelli, presidente Istat, Pierciro Galeone, Direttore Ifel, Daria Perrotta, Ragioniere Generale dello Stato, e Lorenza Violini, professoressa di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano. “Investire sullo stato sociale, sulla sua universalità e inclusività, non è solo un dovere di solidarietà verso i più fragili, ma significa anche costruire società più coese, sistemi più resilienti e una crescita economica più stabile”, sostiene Giorgio Vittadini, Presidente di FpS, “È venuto il momento di rinnovare il patto sociale che ci unisce, con la cultura della sussidiarietà, che è ricerca del bene comune attraverso la messa a sistema del contributo di tutti. Più società e più Stato insieme”.


Il Rapporto analizza il welfare italiano, in particolare quello territoriale, ovvero l’insieme dei servizi sociali di competenza dei Comuni che comprendono l’assistenza verso anziani, famiglie e soggetti minori in stato di bisogno, disabili, soggetti affetti da dipendenza, indigenti, persone emarginate dal lavoro. Povertà e disuguaglianza, che i servizi di welfare sono chiamati a limitare, stanno peggiorando: il 5% delle famiglie possiede il 46% della ricchezza, mentre quasi il 10% della popolazione è in difficoltà. Particolarmente grave la situazione delle famiglie con persone disabili: oltre un quarto (28,4%) è a rischio povertà o esclusione sociale. La ricerca segnala che negli ultimi tre anni una quota significativa (oltre il 67%) di chi ha richiesto assistenza ha incontrato difficoltà o impossibilità di accesso ai servizi del welfare territoriale.


La ricerca segnala la disomogeneità della spesa, con una crescente disparità territoriale tra Nord e Sud, tra aree urbane e periferiche, e tra zone interne e non. L’attuale sistema di welfare non è ben visto dagli italiani. Solo il 38% dei cittadini promuove le politiche per la lotta alla povertà e al disagio sociale. Nel nostro Paese, dice ancora lo studio, le prestazioni pensionistiche (vecchiaia, invalidità e reversibilità) assorbono quasi la metà delle risorse del welfare, mentre alle politiche sociali (famiglie e minori, disabilità e disoccupazione) è destinato meno del 20%. La sostenibilità nel lungo periodo appare critica.

Panetta: solo la crescita potrà garantire pensioni e welfare

Panetta: solo la crescita potrà garantire pensioni e welfareRoma, 20 feb. (askanews) – In Italia “solo crescendo potremo garantire risorse adeguate a pensioni, sanità, istruzione e assistenza sociale”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento in apertura della presentazione del Rapporto sulla sussidiarietà 2023/2024 “Sussidiarietà e welfare territoriale”, della Fondazione Sussidiarietà, ospitata dalla stessa istituzione di Via Nazionale.


“Un’economia forte e produttiva è il fondamento di un welfare equo ed efficace – ha sottolineato – capace di rispondere alle esigenze delle generazioni di oggi e di creare opportunità per quelle di domani”. Secondo Panetta “nei prossimi anni non sarà facile bilanciare una crescente domanda di protezione sociale, soggetta a rapide e imprevedibili evoluzioni, con un’offerta inevitabilmente limitata dai vincoli di finanza pubblica”.


Il tutto mentre i dati “mettono in luce la necessità di una riflessione approfondita sul modello istituzionale dell’offerta di servizi sociali. È fondamentale trovare un equilibrio tra due esigenze: da un lato il decentramento – ha proseguito – che consente di rispondere in modo più preciso ai bisogni specifici dei territori e di adottare misure mirate; dall’altro lato, un solido coordinamento centrale, necessario per garantire un uso appropriato delle risorse e un livello uniforme dei servizi essenziali su tutto il territorio nazionale”. Secondo il numero uno di Bankitalia questo l’equilibrio si può cercare “agendo su due fronti. Il primo riguarda la razionalizzazione della struttura dell’offerta, come messo in luce dal Rapporto, valorizzando la sussidiarietà sia verticale, tra i diversi livelli dello Stato, sia orizzontale – ha detto – coinvolgendo accanto allo Stato anche il mercato e il terzo settore”.


Il secondo ambito di intervento “passa attraverso riforme e investimenti pubblici – ha concluso Panetta – volti ad aumentare la crescita potenziale e la produttività dell’economia”.