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Da domani scatta l’obbligo di esporre il prezzo medio dei carburanti. Cosa cambia

Da domani scatta l’obbligo di esporre il prezzo medio dei carburanti. Cosa cambiaRoma, 31 lug. (askanews) – Da domani, primo agosto, all’interno dei punti vendita carburanti è prevista l’installazione di una nuova cartellonistica sui prezzi in base alle norme del cosiddetto Decreto Trasparenza del 31 marzo scorso. Ecco cosa cambia secondo una guida di Unem per il consumatore consapevole.

Quali prezzi sono indicati oggi all’interno del punto vendita carburanti? All’interno del punto vendita oggi il consumatore trova i prezzi effettivamente praticati per ogni tipologia di prodotto venduto sia nella modalità self-service, normalmente più basso, e, se presente, nella modalità servito.

Cosa cambia dal primi agosto? Dal primo agosto all’interno dell’impianto, oltre ai prezzi praticati, verrà pubblicizzato anche il prezzo medio regionale, se il punto vendita è sulla viabilità stradale, e il prezzo medio nazionale se il punto vendita è su quella autostradale.

Come viene calcolato il prezzo medio? Viene elaborato quotidianamente dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla base dei prezzi effettivamente praticati dagli esercenti, quale media aritmetica.

In che modo vanno esposti i prezzi? Vanno esposti all’interno dell’impianto in modo visibile su un cartello riportante i prezzi medi per ciascun tipo di carburante venduto (prezzo medio self-service per gasolio e benzina, prezzo medio servito per gpl e metano). Per quali prodotti deve essere esposto il prezzo medio? Per il gasolio, la benzina, il Gpl e il metano compresso (Gng); sono esclusi il Gnl e il L-Gnc nonché i carburanti speciali. Come posso conoscere il prezzo medio del giorno e gli impianti più convenienti? Il prezzo medio lo si può trovare ogni giorno sul sito Osservaprezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy non prima delle 8.30 o presso i punti vendita entro le ore 10.30 nel caso in cui l’impianto apra entro le ore 8.30; in caso di apertura dopo le 8.30, il prezzo medio sarà esposto entro le due ore successive all’apertura. Perché il prezzo medio è differente da Regione a Regione? Ogni Regione presenta condizioni di mercato differenti che dipendono dalla tipologia di impianti, dalla presenza più o meno diffusa sui punti vendita di carburanti di altri servizi e attività commerciali e di infrastrutture logistiche per il rifornimento degli impianti stessi. Perché il prezzo effettivamente praticato può essere diverso dal prezzo medio? Il “prezzo medio” è la media dei prezzi praticati da tutti gli impianti stradali nella singola Regione o da tutti gli impianti autostradali in Italia, mentre il prezzo praticato dal singolo impianto dipende da una molteplicità di fattori, tra cui la sua efficienza nella gestione e nell’approvvigionamento, le modalità di servizio, nonché le politiche commerciali del gestore e della azienda che lo rifornisce.

Urso: da domani per i distributori di carburanti scatta l’obbligo di esporre il cartellone con il prezzo medio

Urso: da domani per i distributori di carburanti scatta l’obbligo di esporre il cartellone con il prezzo medioRoma, 31 lug. (askanews) – “Da domani, come previsto nel decreto legge Trasparenza di gennaio, scatta il tabellone sul prezzo medio” dei carburanti. Lo ha detto il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in una conferenza stampa sul caro carburanti. “Da domani ciascun cittadino può verificare quando va a fare benzina se viene sottoposto a un costo superiore a quello medio. Il consumatore potrà accertarsi e scegliere”. “Riteniamo sia possibile così contenere i prezzi e contenere l’aumento qualora ci fosse delle quotazioni internazionali”, ha aggiunto Urso.

Si tratta dell’obbligo di esporre il prezzo medio regionale su rete stradale, per la rete autostradale il prezzo medio nazionale. Il dato verrà comunicato al ministero alle otto del mattino. Sia la rilevazione in aumento sia in diminuzione. Sono previste delle sanzioni sulla base di controlli della Guardia di Finanza. “Nell’ultima settimana c’è stato un aumento del prezzo medio di 4 centesimi in conseguenza degli aumenti dei prezzi internazionali del greggio ma siamo ben lontani da quanto accadeva prima del tetto al prezzo del gas e da domani come previsto nel decreto legge Trasparenza di gennaio scatta il tabellone sul prezzo medio”.

Istat: a luglio l’inflazione cala al 6,0%, il carrello spesa è a +10,4%

Istat: a luglio l’inflazione cala al 6,0%, il carrello spesa è a +10,4%Roma, 31 lug. (askanews) – A luglio l’inflazione registra una variazione su base mensile dello 0,1% e un aumento del 6,0% su base annua, in calo dal 6,4% di giugno. E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat. Con il rallentamento di luglio, l’inflazione torna allo stesso livello di aprile 2022 (+6,0%). La dinamica – commenta l’Istat – è ancora fortemente influenzata dall’evoluzione dei prezzi dei Beni energetici e riflette anche il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati e dei servizi. Rallenta, inoltre, l’inflazione di fondo, che a luglio si attesta al +5,2%. In attenuazione, per il quinto mese consecutivo, risulta infine la dinamica tendenziale del “carrello della spesa”, scesa a luglio al +10,4%.

Istat: il Pil frena nel secondo trimestre a -0,3% (+0,6 su anno)

Istat: il Pil frena nel secondo trimestre a -0,3% (+0,6 su anno)Roma, 31 lug. (askanews) – L’economia italiana frena nel secondo trimestre dell’anno. Il Pil registra una flessione dello 0,3% rispetto al primo trimestre dell’anno, quando la crescita era risultata positiva in misura dello 0,6%. Lo rileva l’Istat nella stima preliminare. Il Pil è aumentato dello 0,6% in termini tendenziali, rispetto al secondo trimestre 2022. “Nel secondo trimestre del 2023 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,6% in termini tendenziali. Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022”.

Nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell’1,9% nei confronti del primo trimestre del 2022. “La variazione congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sia in quello dell’industria, mentre il valore aggiunto dei servizi ha registrato un lieve aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto nullo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2023 è pari allo 0,8%”.

“Questo risultato – evidenzia ancora l’Istat – di cui va messa in evidenza la natura preliminare, è dovuto ad una flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi. Dal lato della domanda la flessione proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo”.

Inflazione, Istat: a luglio cala al 6,0%, carrello spesa +10,4%

Inflazione, Istat: a luglio cala al 6,0%, carrello spesa +10,4%Roma, 31 lug. (askanews) – A luglio l’inflazione registra una variazione su base mensile dello 0,1% e un aumento del 6,0% su base annua, in calo dal 6,4% di giugno. E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat. Con il rallentamento di luglio, l’inflazione torna allo stesso livello di aprile 2022 (+6,0%). La dinamica – commenta l’Istat – è ancora fortemente influenzata dall’evoluzione dei prezzi dei Beni energetici e riflette anche il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati e dei servizi. Rallenta, inoltre, l’inflazione di fondo, che a luglio si attesta al +5,2%. In attenuazione, per il quinto mese consecutivo, risulta infine la dinamica tendenziale del “carrello della spesa”, scesa a luglio al +10,4%.

Engineering acquisisce Extra Red: amplia competenze in ambito cloud

Engineering acquisisce Extra Red: amplia competenze in ambito cloudMilano, 31 lug. (askanews) – Il Gruppo Engineering acquisisce il 100% di Extra Red, Technology Service Provider che offre servizi e progettualità ad alto valore aggiunto su tecnologie leader di mercato, in partnership con i principali vendor IT.

Extra Red è Premier Business Partner di Red Hat, fornitore mondiale di soluzioni open source enterprise, di cui Engineering è già Advanced Business Partner e Red Hat Certified Cloud Service Provider. Con questa acquisizione il Gruppo rafforza le competenze nel guidare aziende e pubbliche amministrazioni nei loro processi di digitalizzazione e migrazione verso il Cloud. Nello specifico, con Extra Red Engineering amplia le capacità di accompagnare i player di ogni mercato in tutte le fasi della loro Cloud Transformation, supportandoli nello sfruttare a pieno le potenzialità di questa tecnologia tramite lo sviluppo di applicazioni cloud native, a microservizi e containerizzate, così da migliorarne agilità, resilienza e sostenibilità.

“Oggi – ha detto Fabio Momola, Executive Vice President di Engineering – la tecnologia cloud è una delle leve strategiche che permette alle aziende di abilitare nuove opportunità di business, così da rispondere in modo efficace e tempestivo alle sfide di un mercato in costante trasformazione. L’ingresso di Extra Red nel Gruppo Engineering consolida la nostra strategia di ampliare e rafforzare una Tech Excellence in grado di offrire ai nostri clienti servizi avanzati di automazione, rinnovamento e reingegnerizzazione dei processi, in grado di renderli sempre più competitivi nei loro settori di riferimento”.

Pil, Istat: frena nel secondo trimestre a -0,3% e +0,6 su anno

Pil, Istat: frena nel secondo trimestre a -0,3% e +0,6 su annoRoma, 31 lug. (askanews) – L’economia italiana frena nel secondo trimestre dell’anno. Il Pil registra una flessione dello 0,3% rispetto al primo trimestre dell’anno, quando la crescita era risultata positiva in misura dello 0,6%. Lo rileva l’Istat nella stima preliminare. Il Pil è aumentato dello 0,6% in termini tendenziali, rispetto al secondo trimestre 2022.

“Nel secondo trimestre del 2023 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e sia aumentato dello 0,6% in termini tendenziali. Il secondo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al secondo trimestre del 2022”. Nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e dell’1,9% nei confronti del primo trimestre del 2022.

“La variazione congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sia in quello dell’industria, mentre il valore aggiunto dei servizi ha registrato un lieve aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto nullo della componente estera netta. La variazione acquisita per il 2023 è pari allo 0,8%”. “Questo risultato – evidenzia ancora l’Istat – di cui va messa in evidenza la natura preliminare, è dovuto ad una flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi. Dal lato della domanda la flessione proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo”.

Antitrust: chiusa istruttoria su Google, faciliterà portabilità dati

Antitrust: chiusa istruttoria su Google, faciliterà portabilità datiMilano, 31 lug. (askanews) – L’Antitrust ha chiuso l’istruttoria per presunto abuso di posizione dominante nei confronti della galassia Google, la società Alphabet, Google LLC, Google Ireland Limited e Google Italy, accettando gli impegni proposti dal gruppo che si è impegnato a facilitare il trasferimento ad altre piattaforme i dati degli utenti presenti nell’ecosistema del gruppo.

Secondo l’Antitrust, le condotte potenzialmente abusive attuate da Google consistevano in ostacoli all’interoperabilità nella condivisione dei dati con altre piattaforme, in particolare con l’APP Weople, sviluppata da Hoda per proporre agli utenti modalità alternative di valorizzazione dei dati. L’Autorità ha ritenuto gli impegni proposti da Google idonei a rimuovere le preoccupazioni concorrenziali. Il gruppo ha presentato un pacchetto di tre impegni, dei quali due prospettano soluzioni integrative di Takeout, il servizio che Google rende disponibile agli utenti finali per il backup dei propri dati, per facilitare l’esportazione di dati verso operatori terzi. Il terzo impegno offre la possibilità di iniziare a testare, prima del rilascio ufficiale, una nuova soluzione attualmente in fase di sviluppo che permetterà la portabilità diretta dei dati da servizio a servizio, per gli operatori terzi autorizzati da un utente finale che ne faccia richiesta, in relazione ai dati forniti dall’utente stesso o generati mediante la sua attività sul motore di ricerca online di Google e della piattaforma YouTube.

Gli impegni presentati da Google, sottolinea l’Antitrust, garantiscono “un’importante automatizzazione della procedura disponibile per l’esportazione dei dati (Takeout). Inoltre migliorano un meccanismo di interoperabilità che rende accessibili a piattaforme terze i dati disponibili nell’ecosistema Google. Utenti e operatori terzi potranno avvalersi di questo meccanismo fino al rilascio di una soluzione di portabilità diretta da servizio a servizio, che, secondo quanto indicato dalla stessa Google, avverrà nel primo trimestre del 2024”. Inoltre, per effetto degli impegni, “gli operatori terzi interessati ai dati di Google potranno iniziare a testare la citata soluzione di portabilità diretta per quanto riguarda i servizi Google Search e YouTube con almeno sei mesi di anticipo rispetto al suo effettivo rilascio”.

Carburanti, Mimit: prezzi medi 1,74 euro gasolio e 1,89 benzina

Carburanti, Mimit: prezzi medi 1,74 euro gasolio e 1,89 benzinaRoma, 30 lug. (askanews) – In merito a notizie di stampa relative a casi isolati di stazioni di rifornimento di carburante lungo la rete autostradale in cui sono stati rilevati prezzi limiti a 2,5 euro al litro per la “benzina senza piombo” in modalità “servito”, si precisa che i prezzi medi nazionali del gasolio e della benzina sono ben al di sotto dei 2 euro al litro come rilevato dall’elaborazione settimanale su base giornaliera dei prezzi dei carburanti, effettuata dall’Osservatorio Prezzi Carburanti del MIMIT. I prezzi dei carburanti di questa settimana si attestano infatti a valori medi di 1,89 €/lt per la benzina e di 1,74 €/lt per il gasolio.

L’attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 €/lt nella scorsa settimana, è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell’aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati. Dall’inizio del 2023 il prezzo industriale di benzina e gasolio, al netto quindi della tassazione, in Italia resta stabilmente più basso di quello in Spagna, Germania e Francia. In merito alle misure del Governo per monitorare i prezzi medi dei carburanti e tutelare i consumatori, *è convocata domani 31 luglio, alle ore 11:30, al Mimit, una conferenza stampa sulle attività di trasparenza relative all’esposizione, presso le stazioni di rifornimento, del prezzo medio regionale dei carburanti, obbligatoria dal 1 agosto. Alla conferenza stampa parteciperanno il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci e il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo.

Uilca: le donne in banca guadagno meno, gender pay gap al 23,7%

Uilca: le donne in banca guadagno meno, gender pay gap al 23,7%Milano, 29 lug. (askanews) – In banca il livello retributivo per le donne è inferiore a parità di inquadramento: in Italia nel settore bancario il gender pay gap registra uno scarto del 23,7%, quasi cinque volte superiore la media nazionale del 4,7%. E l’Italia non è sola perché i dati Eurostat del 2021 fotografano un’Europa in cui il gender pay gap nel settore finanziario è ancora elevato: 31% in Francia; 23,3% in Germania; 13,8% in Spagna. E’ quanto emerge da una ricerca del Centro Studi Uilca Orietta Guerra.

Un divario che, osservando i dati, si manifesta maggiormente per dirigenti e quadri direttivi, con un gap salariale medio compreso tra il 10% e il 30%.Nel 2022 la presenza femminile nei ruoli dirigenziali e direttivi del settore è anche molto inferiore rispetto a quella maschile: 79,4% degli uomini contro il 20,6% delle donne. Anche per la figura dei quadri direttivi le percentuali non cambiano di molto: 64,4% degli uomini contro il 35,6% delle donne.

“È positivo che nei piani industriali delle banche si parli di riduzione del gap salariale e di valorizzazione del personale femminile, ma a questi intenti serve seguano risultati concreti. Nella piattaforma di rinnovo del Contratto Nazionale del credito, che stiamo discutendo con Abi, ci sono specifici richiami in tal senso”, ha detto il segretario generale Uilca Fulvio Furlan. “Per i prossimi anni ci auguriamo una maggiore giustizia salariale tra uomini e donne, che passa anche attraverso una lungimirante politica di assunzioni”.Nel 2022, spiega nel dettaglio Roberto Telatin, responsabile del Centro Studi Uilca, “sono stati assunti più uomini che donne. I numeri dei rapporti cessati, su cui incidono molto le dimissioni per accedere al fondo di solidarietà, evidenziano una maggiore presenza di uomini, dovuta anche a un settore storicamente più maschile”.