Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Immobiliare, Fimaa: dopo 2 anni di record mercato in calo fisiologico

Immobiliare, Fimaa: dopo 2 anni di record mercato in calo fisiologicoRoma, 17 ott. (askanews) – Rallenta il mercato immobiliare nei primi sei mesi del 2023. Il confronto con un temine di paragone eccezionalmente forte (nel post pandemia c’è stato un vero e proprio boom di compravendite), l’aumento dei tassi di interesse dei mutui, e in parte una maggiore attenzione per la classe energetica degli immobili hanno determinato una contrazione delle compravendite del 12,5%, pari a 50mila abitazioni scambiate in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. È quanto mette in evidenza Fimaa Confcommercio, nell’ultima edizione dell’Indagine sull’andamento del mercato Immobiliare, sottolineando che in termini assoluti, il livello delle compravendite – 350mila – nel primo semestre, dimostra ancora un mercato attivo: risulta secondo solamente ai dati del 2021 (364mila scambi) e del 2022 (400.000). I prezzi degli immobili sono tuttora in crescita: nel secondo trimestre le abitazioni nuove hanno registrato un aumento dello 0,5% e quelli delle abitazioni esistenti addirittura dello 0,8%.

“Si tratta di un rallentamento fisiologico già largamente preventivato – afferma il presidente di Fimaa, Santino Taverna-. Il mercato immobiliare nel 2021 e nel 2022 ha evidenziato performance inaspettate, ed era inevitabile attendersi una fase di assestamento. L’incremento del numero di compravendite nel post-pandemia ha dato risposta al mercato soddisfacendo una percentuale consistente di domanda”. Il report della Fimaa mette in evidenza anche una crescente sensibilità verso l’efficientamento energetico degli immobili. Si assiste ad una domanda di unità immobiliari in classi energetiche elevate anche in funzione della direttiva europea “CASE GREEN” con l’avvicinarsi dei termini previsti del 2030 e del 2033. L’offerta di abitazioni nuove non è ancora sufficiente ad esaudire la domanda incidendo di fatto sul numero delle compravendite del mercato. Il 14% degli operatori del settore ritiene infatti che nell’ultima parte dell’anno gli adeguamenti alle classi energetiche potrebbero determinare un ulteriore contrazione della domanda. I fattori che attualmente destano maggiore preoccupazione sono l’incremento dei tassi d’interesse sui mutui (40%), il rallentamento dell’economia italiana (24%), e l’aumento dei costi di ristrutturazione (22%).

Quasi la metà degli operatori (il 46%) ritiene che a sostenere la domanda sarà l’investimento offerto dal mercato delle locazioni. La richiesta di locazioni a breve termine stà rallentando l’offerta di immobili da destinare agli affitti ordinari. Fattori che hanno inciso nell’aumento dei canoni di locazione del 4,8% nei primi sei mesi dell’anno. La crescita maggiore si è registrata tra gli affitti ordinari transitori (+6,7%), quella più contenuta tra gli affitti agevolati concordati (+2,7%). Il numero di nuovi contratti di locazione registrati è comunque cresciuto dell’1,4% rispetto ai primi sei mesi 2022, grazie al traino dei contratti agevolati studenti (+11%) e di quelli ordinari transitori (+5,9%). I contratti agevolati concordati hanno mostrato una tenuta (+1,4%), mentre quelli ordinari di lungo periodo sono in calo dello 0,7%.

Patto stabilità, Gentiloni: fiducioso su accordo per fine dell’anno

Patto stabilità, Gentiloni: fiducioso su accordo per fine dell’annoRoma, 17 ott. (askanews) – Oggi all’Ecofin “avremo una discussione importante sulle nostre regole sui conti pubblici, sulla riforma (del Patto di stabilità e di crescita-ndr). Penso che tutti i governi, tutti i ministri siano impegnati in queste discussioni e la presidenza spagnola (di turno dell’Ue-ndr) ha fatto un grande sforzo per trovare un punto di incontro. Spero che oggi faremo progressi verso un compromesso, un accordo che dobbiamo raggiungere per la fine dell’anno”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, al suo arrivo all’Ecofin.

Questo accordo “deve essere basato sul giusto bilanciamento tra necessità di ridurre il debito e quella di promuovere la crescita. Quindi sono fiducioso – ha concluso – che con l’impegno di tutti i governi saremo in grado di raggiungere questo accordo per la fine dell’anno”.

Bce, Lane: se ampi shock inflazione dovremo fare di più (su tassi)

Bce, Lane: se ampi shock inflazione dovremo fare di più (su tassi)Roma, 16 ott. (askanews) – Alla Bce “manterremo i tassi di interesse elevati tutto il tempo che sarà necessario”. Ma se vi fossero “shock di inflazione sufficientemente ampi o sufficientemente persistenti, dovremo essere aperti a fare di più” (in termini di rialzi del costo del danaro). Lo ha affermato il capo economista della Bce, Philip Lane in una intervista al quotidiano olandese Financieele Dagblad.

Al momento all’istituzione monetaria “riteniamo che l’inflazione tornerà al 2% per il 2025. (Ma) solo quando saremo sufficientemente fiduciosi di raggiungere questo obiettivo potremmo normalizzare la policy”. E questo “è piuttosto distante da dove ci troviamo adesso. Personalmente avrò bisogno di più informazioni riguardo gli accordi salariali per il 2024 e dovremo aspettare fino alla primavera del prossimo anno prima che molti paesi diffondano queste informazioni”, ha aggiunto, fornendo quindi una indicazione indiretta su quando tempo ci voglia prima che la Bce inizi ad ipotizzare un eventuale primo taglio dei tassi. “Ci vorrà del tempo – ribadisce Lane – prima che possiamo avere fiducia sul fatto che l’inflazione sia sulla strada per tornare al 2%”.

Antitrust multa Tim, Vodafone, Fastweb e WindTre su fatturazione

Antitrust multa Tim, Vodafone, Fastweb e WindTre su fatturazioneRoma, 16 ott. (askanews) – L’Antitrust ha pubblicato i quattro diversi provvedimenti con cui ha sanzionato varie compagnie telefoniche per intese e abuso di posizione dominante sulla cosiddetta fatturazione a 4 settimane (invece che mensile). La vicenda riguarda Tim Telecom Italia, Vodafone Italia, Fastweb e Wind Tre in merito a un provvedimento del gennaio del 2020 adottato dalla stessa autorità a conclusione di una procedura in cui aveva riscontrato che le suddette società avevano “posto in essere un’intesa restrittiva segreta, unica, complessa e continuata della concorrenza contraria” alle normative sulla concorrenza.

Lo scopo, prosegue l’authority era “mantenere il livello dei prezzi esistente e a ostacolare la mobilità delle rispettive basi clienti – riporta il bollettino dell’Agcm – impedendo il corretto svolgersi delle dinamiche concorrenziali tra operatori nei mercati dei servizi di telefonia fissa e dei servizi di telefonia mobile”. Con provvedimenti separati, firmati dal presidente Roberto Rustichelli, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha multato Fastweb per 12,7 milioni di euro. Tim per 100,7 milioni, Vodafone Italia per 52,8 milioni e Wind Tre per 36,4 milioni di euro.

Calcio, offerte per diritti tv a 900mln: Serie A divisa, opzione canale

Calcio, offerte per diritti tv a 900mln: Serie A divisa, opzione canaleMilano, 16 ott. (askanews) – Club di Serie A divisi sul futuro dei diritti televisivi del massimo campionato italiano. Secondo quanto si apprende, i broadcaster avrebbero rilanciato per un’offerta complessiva che non supera i 900 milioni di euro a stagione per il ciclo 2024-2029, con Dazn e Sky a dividersi i match. Mediaset, fino a oggi in corsa per una partita in chiaro, sarebbe fuori dai giochi. Un totale che non piace a tutti i club, che oggi incassano 927 milioni all’anno.

Tra i delusi dall’apertura delle buste c’è chi tifa per accendere il canale della Lega di Serie A, come ha spiegato il patron della Salernitana, Danilo Iervolino: “La proposta dei broadcaster a mio avviso è molto, molto bassa, non mi soddisfa e ho espresso grandi perplessità. Io spingo per il canale: penso che sia un atto di grande coraggio e di modernità”, ha detto parlando con i giornalisti al termine dell’assemblea. Con la Salernitana, ha spiegato, ci sono “Fiorentina e Napoli. E’ giusto che ci sia un canale della Lega, gestito da noi in termini commerciali e tecnologici”, ha sottolineato Iervolino.

L’opzione, trapela dall’assemblea, è stata a lungo discussa nel corso della giornata di lavori in via Rosellini. Urbano Cairo, presidente del Torino ed editore di La7, avrebbe spiegato ai rappresentanti delle società le opportunità e i rischi legati al canale autonomo. Una strada che, se intrapresa, potrebbe far ritornare in campo anche i fondi finanziari chiamati a sostenere economicamente la realizzazione del canale. La decisione dell’assemblea arriverà nel meeting del 23 ottobre, quando scadrà l’offerta di Sky e Dazn. Sarà una settimana di studio. “C’è una strategia di tipo conservativo e c’è anche la possibilità di provare a fare qualcosa di diverso”, ha spiegato Maurizio Stirpe, proprietario del Frosinone. “Niente è deciso: non sono chiari i numeri con cui fare i confronti. C’è la necessità di capire i numeri per stabilire qual è l’opzione migliore per il futuro del calcio: una scelta che riguarda anche le strategie che le società devono seguire nei prossimi anni. Giusto – ha aggiunto – prendersi una settimana di tempo”.

Manovra del governo da oltre 24 miliardi: taglio del cuneo ma stretta sulle pensioni

Manovra del governo da oltre 24 miliardi: taglio del cuneo ma stretta sulle pensioniRoma, 16 ott. (askanews) – Una manovra per il 2024 di oltre 24 miliardi di euro (forse anche 25) che ha come ‘piatto forte’ la conferma per il prossimo anno del taglio del cuneo contributivo, l’avvio della revisione delle aliquote irpef con l’accorpamento dei primi due scaglioni nella tassazione del 23% (quindi per i redditi fino a 28.000 euro), oltre 3 miliardi per la sanità e 5 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici.

A queste voci se ne aggiungono altre di minore entità, come le risorse per le spese indifferibili (il finanziamento delle missioni internazionali, quello a sostegno dell’Ucraina), 200 milioni per il rifinanziamento dei bonus energia per il primo trimestre dell’anno, gli sgravi per le imprese che aumento gli assunti a tempo indeterminato, la decontribuzione per un anno per le donne con due figli (fino a dieci anni di età del più piccole) e permanente se hanno tre figli (fino a diciotto anni), l’asilo nido gratis dal secondo figlio, lo scorporo dei titoli di Stato dal calcolo Isee, l’ulteriore potenziamento dei congedi parentali, la proroga della carta ‘dedicata a te’ per l’acquisto dei generi alimentari. Si riduce dal prossimo anno il canone Rai che si paga attraverso la bolletta elettrica: passa da 90 a 70 euro l’anno. Ma la novità emersa oggi riguarda le modalità di copertura con una stretta sulle pensioni. Confermato che gran parte della manovra, 15,7 miliardi, sarà fatta a deficit, come prevede la Nadef, e che un’altra quota viene reperita dalla decurtazione del 5% delle spese discrezionali di Ministeri e enti territoriali. Emerso durante la conferenza stampa seguita al Cdm alcuni elementi nuovi come lo stop a quota 103 e la fine di Opzione donna e dell’Ape sociale. In più arriva un taglio lineare di 260 euro delle detrazioni Irpef per i contribuenti con redditi superiori a 50.000 euro.

In particolare, dal prossimo anno non si potrà più andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 di età (appunto quota 103). Come ha spiegato il Ministro dell’economia, Giancaro Giorgetti, il requisito contributivo è confermato ma sale l’eta anagrafica e contestualmente viene introdotto un sistema di incentivi a posticipare l’uscita dal lavoro. Quindi “non sarà quota 104 piena – ha detto Giorgetti – Ci sarà un meccanismo di incentivo a restare al lavoro, nella logica del bonus Maroni, e una penalizzazione per chi decide di andare in pensione”. Le altre misure, Opzione donna e Ape sociale, saranno sostituite da un unico strumento di accompagnamento alla pensione con flessibilità in uscita. Per quanto riguarda il meccanismo di indicizzazione all’inflazione per il 2024 viene rimodulato assicurando il 100% alle pensioni fino a 4 volte il minimo, il 90% tra 4 e 5 volte il minimo e a scendere gli i trattamenti di maggiore importo. Confermata la super rivalutazione per gli over 75.

La proroga (per il solo 2024) del taglio del cuneo fiscale, di 6 punti percentuali per i redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti fino a 25.000 euro consentirà ai lavoratori di avere i circa 100 euro in più in busta paga (per i redditi di 27.500 euro lordi) considerando anche l’applicazione dell’aliquota al 23% fino a 28.000 euro. Un avvio della riforma dell’irpef verso l’obiettivo della flat tax a fine legislatura, che però vale solo per il 2024. Per i redditi sopra 50.000 euro lo sgravio derivante dall’accorpamento dei primi due scaglioni sotto l’aliquota del 23% (anzichè il 25% tra 15.000 e 28.000 euro) verrà neutralizzato con il taglio delle detrazioni, una “franchigia”, come l’ha chiamata Giorgetti, di 260 euro. L’intervento, anzi, consentirà anche di ‘fare cassa’, di “realizzare un po di risorse in favore delle fasce più basse”.

Conti pubblici, debito in calo a 2.840,7 mld ad agosto

Conti pubblici, debito in calo a 2.840,7 mld ad agostoRoma, 16 ott. (askanews) – Il debito delle amministrazioni pubbliche ad agosto è diminuito di 18,3 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.840,7 miliardi. Lo comunica la Banca d’Italia nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.

Hanno operato in tal senso la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (15,2 miliardi, a 53,2) e l’avanzo di cassa delle amministrazioni pubbliche (3,7 miliardi). Per contro, l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio hanno aumentato il debito (0,5 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è diminuito di 17,8 miliardi, quello delle Amministrazioni locali di circa 0,6 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile.

La vita media residua del debito – immutata rispetto al mese precedente – è pari a 7,7 anni. La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 25,1% (dal 25,2% del mese precedente), mentre a luglio (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quelle detenute dai non residenti e dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) sono leggermente aumentate, collocandosi rispettivamente al 27% e al 12%.

Arriva domani in Consiglio dei ministri la manovra da 23-24 miliardi

Arriva domani in Consiglio dei ministri la manovra da 23-24 miliardiRoma, 15 ott. (askanews) – Arriva domani in Consiglio dei ministri la manovra da 23-24 miliardi con al centro la conferma del taglio del cuneo contributivo, i contratti della Pa, le risorse per la sanità ed i primi decreti in attuazione della riforma fiscale.

Il governo ha infatti deciso di concentrare le risorse a disposizione in pochi interventi mirati su lavoro e famiglie. “Non ci sono risorse da sperperare – ha sottolineato ieri la premier Giorgia Meloni – non ci sono soldi che si possono buttare in cose che non hanno alcun senso, le risorse vanno sulle cose importante e le cose importanti sono imprese, redditi, lavoro, imprese e famiglie”. Al Cdm convocato per domattina alle 9,30 sono attesi, oltre alla Legge di bilancio e al Documento Programmatico con le linee generali della manovra da inviare a Bruxelles, un decreto anticipazioni finanziato da 3,2 miliardi di deficit 2023 e altri provvedimenti, probabilmente due decreti legislativi, in attuazione della delega fiscale con una prima revisione dell’Irpef e con la tassazione delle multinazionali.(I maxi-capitoli della manovra, illustrati anche alle parti sociali, sono il pacchetto da 15 miliardi di euro con la proroga al 2024 del taglio del cuneo fiscale, i circa 4 miliardi di euro necessari per il primo accorpamento delle aliquote irpef, (anche questo finanziato solo per l’anno prossimo) e le misure per natalità e famiglie; i 5 miliardi di euro necessari per avviare i rinnovi contrattuali nella pubblica amministrazione (da verificare se in parte coperti dal decreto anticipi); altri 3 miliardi per la sanità con l’obiettivo di ridurre le liste di attesa per l’accesso alle prestazioni. A queste cifre vanno aggiunte le risorse per le spese ‘indifferibili’, tra cui quelle per le missioni internazionali. Si arriverebbe così a circa 23-24 miliardi.

Per quanto riguarda le coperture, c’è la conferma dei 15,7 miliardi a deficit autorizzati per il 2024 dal Parlamento. Uno scostamento che non ha mancato di sollevare critiche dall’opposizione e qualche rilievo dal Fmi. Dubbi che il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ha respinto spiegando che “quando leggeranno il contenuto della legge di bilancio capirano che il governo italiano ha fatto le cose in modo responsabile e serio”. Al deficit che copre circa due terzi della manovra si aggiungono i tagli per 2 miliardi alle spese correnti discrezionali dei ministeri. Il governo potrebbe poi riprendere in considerazione di anticipare la revisione delle detrazioni fiscali e l’abbassamento della soglia di reddito per usufruire dei benefici pieni. Gettito aggiuntivo dovrebbe arrivare anche dalla global minimum tax sulle multinazionali. Fuori dalle coperture il ricavato delle privatizzazioni (si punta a 20 miliardi in tre anni) che per legge deve andare ad abbattere il debito. A completare il quadro degli interventi attesi, le misure che entreranno nel cosiddetto ‘decreto anticipi’ finanziato con lo scostamento aggiuntivo 2023 da 3,2 miliardi. Intervento deciso per ‘scaricare’ sul deficit di quest’anno alcune poste come i circa 2 miliardi per l’anticipo degli aumenti contrattuali dei dipendenti pubblici, le rivalutazioni delle pensioni e i fondi per gli interventi per l’emergenza immigrazione.

Per quanto riguarda le singole misure finora annunciate, oltre alla proroga del taglio del cuneo, sul capitolo lavoro è attesa la conferma dei benefici sui finge benefit fino a 3mila euro e sui premi di produttività. Confermata nel vertice di venerdì con le parti sociali la proroga di un anno di quota 103 e di Ape sociale con un possibile ampliamento delle platee. Sul fronte fiscale il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha annunciato per domani i primi decreti attuativi della delega, con l’introduzione della global minimum tax, misure per il reshoring delle imprese con sede all’estero e la prima riforma degli scaglioni Irpef che passeranno da quattro a tre. In particolare si avrà una sola aliquota del 23% fino a 28mila euro con la cancellazione di quella del 28% tra 15 e 28mila. Nei provvedimenti attesi domani anche sconti fiscali per le imprese che fanno “investimenti innovativi” o assunzioni “di particolari categorie” e un intervento sulle detrazioni fiscali che dovrebbero restare confermate in pieno per spese sanitarie, mutui prima casa e spese per l’istruzione. Sulle misure della legge di bilancio il lavoro di limatura proseguirà fino a domattina quando è previsto per le 7,30 un preconsiglio che chiuderà il lavoro tecnico sui provvedimenti. Sullo sfondo resta il nodo del Superbonus. Una prima questione riguarda i termini della classificazione Eurostat, e quindi di attribuzione della competenza sui bilanci passati o sui prossimi. Poi si continua a lavorare sul tema dei crediti incagliati mentre i costruttori e gli artigiani chiedono una proroga per i cantieri in avanzato stato di completamento. Tema quest’ultimo che potrebbe essere sciolto nel corso dell’esame parlamentare della legge di bilancio.

Fmi-Banca Mondiale, Thailandia ospiterà gli incontri annuali nel 2026

Fmi-Banca Mondiale, Thailandia ospiterà gli incontri annuali nel 2026Marrakech, 15 ott. (askanews) – La Thailandia ospiterà gli incontri annuali di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale nel 2026. La cerimonia di firma di è svolta al vertice di Marrakech, all’ultimo giorno di svolgimento, con un passaggio ideale tra economie africane e asiatiche. “Siamo così entusiasti che la Thailandia sarà il prossimo ospite degli incontri – ha commentato sabato il direttore del Fondo Kristalina Geoergieva – un paese molto ospitale, come il Marocco, con una grande capacità di accogliere incontri internazionali”.

Poi dalla direttrice del Fondo, in conferenza stampa, una battuta scaramantica: “vi dirò una cosa che vorrei che non accadesse, affinché la Thailandia

Fmi, finiti incontri Marrakech senza accordo su finanziamenti

Fmi, finiti incontri Marrakech senza accordo su finanziamentiMarrakech, 15 ott. (askanews) -Nulla di fatto al vertice di Marrakech, in Marocco, sulle maggiori sfide relative al Fondo Monetario Internazionale per quanto riguarda il cambiamento degli equilibri azionari, che potrebbe riflettere meglio le mutate gerarchie economiche, e sulla capacità di prestito da aumentare. I ministri e i governatori delle banche centrali dei paesi membri del Fondo monetario internazionale non sono infatti riusciti a trovare un accordo su un piano sostenuto dagli Stati Uniti per aumentare i finanziamenti dell’istituzione senza dare più azioni alla Cina e ad altri grandi mercati emergenti, ma hanno promesso un “aumento significativo” delle risorse di prestito entro la fine dell’anno, come ha annunciato la presidente dell’International Monerary and Financial Committee, l’organo più rappresentativo Fmi, il ministro dell’Economia spagnolo Nadia Calvino.

Nella sua dichiarazione Calvino ha chiesto nuove quote di contributo che “manterrebbero almeno l’attuale dotazione di risorse del Fondo” mentre stanno scadendo accordi di prestito bilaterali per un valore complessivo di 185 miliardi di dollari. Le quote, apportate dai paesi membri in proporzione alla loro partecipazione azionaria, rappresentano solo circa il 40% dei circa mille miliardi di dollari del FMI in termini di prestiti, e il Fondo afferma che una percentuale maggiore di quote fornirebbe maggiore certezza sui prestiti man mano che gli shock economici aumentano.

In questo contesto il piano del Tesoro Usa caldeggiato dal segretario Janet Yellen prevede che i paesi contribuiscano con nuovi fondi di quota in proporzione alle loro attuali partecipazioni – invariate dal 2010 – e aveva ottenuto il sostegno dei paesi del G7, dell’India e di una serie di altri mercati emergenti. Di diverso avviso la Cina, la cui economia è ora tre volte più grande di quella del 2010, e che ha continuato a sollecitare una riforma che preveda per Pechino una maggiore quota di azioni del FMI. Il governatore della Banca popolare cinese Pan Gongsheng ha dichiarato in una dichiarazione alla riunione dell’IMFC che Pechino vuole sia un aumento delle quote che un riallineamento delle azioni “per riflettere il peso relativo dei membri nell’economia globale e rafforzare la voce e la rappresentanza dei mercati emergenti e in via di sviluppo”.

I membri dell’IMFC hanno concordato di aggiungere un terzo presidente del comitato esecutivo dell’FMI per rappresentare i paesi africani, un elemento chiave per il “piano di quote equiproporzionali” degli Stati Uniti. Pan ha affermato che la Cina ha sostenuto questa mossa, ma si tratta di una questione separata dalla formula di partecipazione azionaria. Un funzionario del Tesoro americano ha detto ai giornalisti che, nonostante l’assenza di un accordo definitivo, ci sono stati buoni progressi sulla questione delle quote, con i paesi che parlano delle loro posizioni e un accordo “sempre più probabile” entro ottobre.

Una posizione, quella Usa, sostanzialmente condivisa dalla delegazione italiana guidata dal ministro Giancarlo Giorgetti: “Con sfide così formidabili in vista in un contesto di elevata incertezza – ha affermato nel suo intervento consegnato al Imfc – il ruolo chiave del Fondo è ancora più importante il centro della rete di sicurezza finanziaria globale (GFSN) dovrebbe essere pienamente preservato. “Questo richiede – ha aggiunto Giorgetti – che il Fondo continui ad essere dotato di una solida dotazione finanziaria. Ci sforziamo almeno di mantenere le risorse complessive del Fondo, aumentando al tempo stesso la quantità di quote per dotare il Fondo con una quota maggiore di risorse più stabili e immediatamente utilizzabili. Raggiungere questo obiettivo costituirà un risultato fondamentale della 16a revisione generale delle quote, verso la quale manteniamo il nostro impegno di concluderla entro dicembre 2023”. Ma a dividere i Paesi c’è anche il crescente conflitto tra Israele e Gaza. Il direttore del Fmi Kristalina Georgieva e Georgieva nella conferenza stampa finale tenuta insieme a Calvino ha dato conto delle possibili incognite per il futuro legate al conflitto. “Posso dire che lo shock che le persone hanno provato è emerso dai nostri incontri”, ha detto Georgieva, sottolineando che questi sentimenti si sono spostati dagli attacchi contro “civili innocenti” in Israele alla “necessità di trovare ora modi per prevenire la perdita di vite civili a Gaza. Quello che vediamo, ovviamente, è il riconoscimento che questa è un’altra fonte di incertezza”. Anche il Development Committee, l’organo di governo della Banca Mondiale non è stato in grado di emettere un comunicato congiunto, sebbene abbia notato in una dichiarazione del suo presidente che la “la maggior parte dei membri” ha sostenuto il linguaggio dei leader del G20 sulla guerra in Ucraina.