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Fmi-Banca Mondiale, da oggi le riunioni annuali a Marrakech

Fmi-Banca Mondiale, da oggi le riunioni annuali a MarrakechMarrakech, 9 ott. (askanews) – Da oggi Marrakech, in Marocco, la cui regione un mese fa è stata colpita da un devastante terremoto che ha provocato 3 mila vittime, ospita le riunioni annuali della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che per quattro anni non si sono tenute al di fuori di Washington a causa della pandemia di Covid-19. Per l’edizione 2023, questo vertice economico, uno dei più grandi a livello internazionale, riunirà 14.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo.

Per sette giorni, dal 9 al 15 ottobre, gli attori dello sviluppo, tra cui banchieri centrali, ministri delle finanze (l’Italia sarà rappresentata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco) investitori, accademici e rappresentanti delle organizzazioni della società civile, esamineranno le questioni contemporanee in un momento in cui i conflitti armati (Ucraina, Sudan, e nelle ultime ore Israele, il clima (lo scioglimento dei ghiacci polari nell’Artico, le spettacolari inondazioni in Libia nel settembre 2023) stanno rallentando l’economia globale. Il peso di questi eventi sta impattando sulla crescita globale anche con rilevanti pressioni inflazionistiche in tutto il mondo.

I temi più caldi che verranno affrontati sotto l’egida delle discussioni coordinate da Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fondo monetario internazionale e Ajay Banga, presidente del gruppo della Banca mondiale sono almeno quattro. Il primo riguarda la costruzione della resilienza economica: in un contesto di indebolimento dell’economia globale e di elevata incertezza, i politici devono costruire un futuro più resiliente rafforzando le reti di sicurezza sociale per proteggere i più vulnerabili, migliorando la governance e la responsabilità, rafforzando i quadri politici e affrontando il cambiamento climatico. Le preoccupazioni sulla sicurezza alimentare e il rischio di future pandemie si aggiungono all’urgenza di maggiori sforzi e collaborazione per costruire economie resilienti.

Il secondo tema riguarda le riforme necessarie. L’impatto delle recenti crisi sulla situazione economica dei paesi ha aumentato la necessità di riforme strutturali per sostenere la crescita e garantire una trasformazione che promuova l’inclusione e la diversificazione, affronti la sfida esistenziale del cambiamento climatico e sostenga la digitalizzazione. Terza, non certo in ordine di importanza, la necessità di rafforzare la cooperazione globale. Il mondo si trova ad affrontare il rischio di una frammentazione geoeconomica determinata dalle politiche, che potrebbe mettere a repentaglio i guadagni economici ottenuti nelle ultime generazioni. Per mitigare questo rischio sono necessari sforzi concertati per promuovere aree di interesse comune, come la lotta al cambiamento climatico, l’insicurezza alimentare e una maggiore preparazione alle pandemie. L’FMI può svolgere un ruolo importante nell’aiutare i paesi membri ad adattarsi alle sfide emergenti e ad aumentare la collaborazione. Le riunioni annuali del 2023 offriranno l’opportunità di rinvigorire la cooperazione globale.

Infine l’Africa. Il Fmi e la Banca Mondiale hanno tenuto l’ultimo incontro nel continente nel 1973, quando il Kenya ospitò l’evento e alcune nazioni erano ancora sotto il dominio coloniale. Mezzo secolo dopo, il continente si trova ad affrontare una serie di sfide che vanno dai conflitti a una serie di colpi di stato militari, dalla povertà incessante ai disastri naturali. “Un’economia mondiale prospera nel 21° secolo richiede un’Africa prospera”, ha affermato la direttrice generale del FMI Kristalina Georgieva in un discorso ad Abidjan pronunciato la scorsa settimana. Con una mossa simbolica, il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale sono pronti a dare all’Africa un terzo seggio nei loro consigli esecutivi, che secondo Georgieva darebbe al continente una “voce più forte”. Ma le questioni più spinose riguardano il denaro. I principali Paesi contributori di Fmi e Banca non sono favorevoli ad un aumento di capitale perché li costringerebbe a stanziare più fondi e darebbe maggiore influenza a potenze emergenti come Cina e India. La Banca Mondiale, tuttavia, dovrebbe confermare i piani per aumentare i prestiti di 50 miliardi di dollari nel prossimo decennio attraverso modifiche al bilancio. Il presidente della Banca Mondiale Ajay Banga vuole andare ancora oltre e aumentare la capacità di 100 miliardi di dollari o fino a 125 miliardi di dollari attraverso i contributi delle economie avanzate. Ma difficilmente la questione verrà risolta a Marrakech. Ma il vertice di Marrakech vede in prima linea anche le organizzazioni non governative che intendono organizzare una manifestazione per sollecitare le istituzioni con sede a Washington a compiere passi coraggiosi contro il cambiamento climatico e il debito. Le soluzioni guidate dall’austerità offerte dal Fmi e dalla Banca Mondiale – è la loro tesi – non fanno altro che ampliare il divario tra ricchi e poveri nei paesi in via di sviluppo. Gli attivisti sostengono che i finanziatori globali dovrebbero concentrarsi invece sulla cancellazione dei debiti delle nazioni più povere e sull’imposizione di tasse sui ricchi. Oxfam, una delle organizzazioni non governative più conosciute sostiene che il 57% dei paesi più poveri del mondo dovrà tagliare la spesa pubblica per un totale di 229 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni.

Lavoro, 472mila assunzioni previste dalle imprese a ottobre (-1,2%)

Lavoro, 472mila assunzioni previste dalle imprese a ottobre (-1,2%)Roma, 9 ott. (askanews) – Sono circa 472mila gli ingressi programmati dalle imprese per il mese di ottobre e 1,2 milioni quelli per il trimestre ottobre-dicembre, con una leggera flessione rispetto all’anno precedente del 1,2% nel mese e del 1,4% nel trimestre, a conferma del rallentamento che sta interessando l’economia globale ed europea. La difficoltà di reperimento del personale segnalata dalle imprese, ormai con carattere strutturale, riguarda il 51,0% delle assunzioni programmate. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

L’industria programma a ottobre circa 150mila assunzioni (+1,7% rispetto allo scorso anno) e 365mila per il trimestre ottobre-dicembre (-1,4% sull’anno). L’incremento è dovuto all’attuale domanda nel settore delle costruzioni con 56mila nuovi contratti programmati nel mese e 132mila nel trimestre (+6,3% e +1,1% rispetto allo stesso periodo del 2022). I settori manifatturieri mostrano, invece, una leggera flessione nel mese (-0,9% rispetto allo scorso anno) che appare destinata ad accentuarsi nel trimestre (-2,8% rispetto a un anno fa). Più marcato il rallentamento dei servizi che programmano complessivamente 322mila assunzioni nel mese (-2,5% rispetto a ottobre 2022) e 839mila nel trimestre (-1,3% rispetto al trimestre 2022). In flessione soprattutto le previsioni di istruzione e sanità tra i servizi alle persone (-12,5% rispetto ad ottobre 2022 e -11,9% nel trimestre ottobre – dicembre). Le imprese del commercio segnalano, invece, una domanda in crescita con 66mila assunzioni ad ottobre (+1,8% rispetto a 12 mesi fa) e 177mila assunzioni nel trimestre ottobre-dicembre (+1,5% rispetto allo stesso periodo del 2022). Nel mese, la flessione si registra in tutte le fasce dimensionali, con maggiore intensità nelle micro e nelle medie imprese (rispettivamente -1,6% e -2,6%), fanno eccezione quelle con oltre 250 dip. (+1,1%). I contratti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta per l’ingresso in azienda con circa 255mila unità, pari al 54,0% del totale, seguono i contratti a tempo indeterminato (99mila unità, 21,0%), quelli in somministrazione (51mila, 10,7%), gli altri contratti non alle dipendenze (21mila, 4,4%), i contratti di apprendistato (25mila; 5,4%), gli altri contratti alle dipendenze (13mila; 2,9%) e i contratti di collaborazione (7mila; 1,6%). La difficoltà di reperimento, che complessivamente riguarda il 51,0% delle ricerche di personale, raggiunge il picco del 66,3% per gli operai specializzati e del 53% per le professioni tecniche e per quelle qualificate nelle attività commerciali. Il Borsino delle professioni di Excelsior evidenzia tra le figure di più difficile reperimento, in particolare, gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (circa il 76% è di difficile reperimento), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (71,8%), gli addetti nelle attività di ristorazione (64,6%), i tecnici in campo ingegneristico (64,1%). In aumento anche la domanda di lavoratori immigrati con 99mila ingressi programmati nel mese (+11mila rispetto allo stesso periodo del 2022), pari al 21,0% del totale contratti. A livello territoriale sono le imprese della ripartizione Sud e Isole (con 119mila assunzioni ad ottobre) a registrare dati negativi rispetto ad un anno fa (-8mila), mentre si presentano ancora positive le previsioni nel mese per Nord ovest (147mila), Nord est (108mila) e Centro (98mila).

Bce: redditività banche Ue tocca record da avvio vigilanza comune

Bce: redditività banche Ue tocca record da avvio vigilanza comuneRoma, 9 ott. (askanews) – L’indice aggregato sulla redditività delle maggiori banche in Europa ha segnato un nuovo massimo storico, balzando al 10,04% nel secondo trimestre a fronte del 7,59% registrato dal ritorno sul capitale nello stesso periodo del 2022. Il dato, riportato dalla vigilanza bancaria della Bce nell’ultima rilevazione trimestrale, è il più elevato da quando l’istituzione è nata e ha avviato questo monitoraggio, a inizio 2016.

Secondo la vigilanza della Bce questo forte aumento deriva da una crescita del reddito operativo collegato all’aumento delle entrate dei tassi di interesse (salite del 24% su base annua) e da un calo di svalutazioni e accantonamenti. Sempre nel secondo trimestre i margini netti sui tassi di interesse sono saliti all’1,53%, a fronte dell’1,23% che si registrava un anno prima. La vigilanza Bce riporta il persistere di marcate differenze tra paesi su questa voce.

Bce: banche Ue rafforzano capitale e balza redditività II trim

Bce: banche Ue rafforzano capitale e balza redditività II trimRoma, 9 ott. (askanews) – Nonostante l’indebolimento dell’economia, le maggiori banche europee continuano a rafforzare i livelli patrimoniali mentre la redditività ha segnato un vero e proprio balzo, nel frattempo i crediti deteriorati non mostrano aumenti di rilievo e anzi la quota di prestiti a rischio ha perfino segnato una limatura. E’ la fotografia scattata dall’ultima rilevazione trimestrale sugli aggregati di bilancio delle banche Ue “significative” pubblicata dalla vigilanza bancaria della Bce.

L’indice aggregato sul livello di patrimonializzazione (Cet1 o Common equity Tier 1) è salito al 15,72% nel secondo trimestre di quest’anno, per le banche che ricadono sotto la vigilanza comune, a fronte del 15,53% del trimestre precedente del 14,96% dello stesso periodo di un anno prima. L’indice aggregato sul ritorno sul capitale è balzato al 10,04%, sempre nel secondo trimestre, a fronte del 7,59% di un anno prima, riporta la Bce.

Nel frattempo secondo l’ultima rilevazione l’indice aggregato dei crediti deteriorati (Non performing loans) è rimasto quasi stabile al 2,26%, a fronte del 2,24% del trimestre precedente. Peraltro la Bce riporta che la quota di prestiti che mostrano un aumento significativo del rischio di credito (i prestiti a stadio 2) sono calati al 9,19%, a fronte del 9,31% del trimestre precedente.

Germania, ad agosto nuovo calo industria -0,2% mese -2% annuo

Germania, ad agosto nuovo calo industria -0,2% mese -2% annuoRoma, 9 ott. (askanews) – È stato più forte delle attese il calo della produzione dell’industria in Germania ad agosto: -0,2% rispetto al precedente e il 2% in meno nel paragone su base annua. Lo riporta Destatis, l’agenzia federale di statistica che ha anche rivisto i dati di luglio in cui si erano già verificati cali, pari allo 0,6% rispetto al mese precedente e all’1,7% su base annua.

La dinamica rafforza il timore dei rischi di recessione piena per la prima economia dell’area euro.

Pnrr, Gentiloni: lavoriamo con governo per sbloccare quarta rata

Pnrr, Gentiloni: lavoriamo con governo per sbloccare quarta rataRoma, 8 ott. (askanews) – “Siamo quasi a metà strada se consideriamo che il via libera dell’Europa al Pnrr, insieme con la prima tranche di fondi, è arrivato nell’agosto 2021 e c’è tempo fino al 2026 per completare tutti i progetti. L’Europa ha già versato all’Italia circa 70 miliardi di euro, in questi giorni arriveranno anche i fondi della terza rata per altri 18,5 miliardi e mezzo e stiamo lavorando insieme con il Governo per riuscire a sbloccare la quarta rata da 16,5 miliardi. Questa quarta rata farebbe arrivare a una dotazione di 100 miliardi, quindi una cifra già senza precedenti che è una straordinaria occasione del Paese”. Così il commissario europeo degli Affari economici, Paolo Gentiloni, intervenendo al Festival del digitale popolare di Torino.

“Solo per il digitale e l’innovazione nel Pnrr ci sono 40 miliardi di investimenti – ha detto – si tratta di sviluppare la banda ultralarga su tutto il territorio, digitalizzare la pubblica amministrazione e di portare avanti il piano Transizione 4.0 per l’industria. Anche questa è un’opportunità unica. La grande sfida per l’Italia è tornare a crescere a ritmi più alti a quelli cui siamo stati abituati negli ultimi venti anni. Anche grazie al Pnrr negli ultimi due anni ne abbiamo avuto in qualche modo un assaggio. Abbiamo visto la forte ripresa del ’21 e ’22 quando l’Italia è cresciuta più della media europea. Gli investimenti pubblici sono tornati a salire dopo anni di austerità. Ma abbiamo bisogno di una crescita all’insegna della trasformazione digitale e anche della sostenibilità ambientale e sociale”.

Fmi-Banca Mondiale, al via le riunioni annuali a Marrakech

Fmi-Banca Mondiale, al via le riunioni annuali a MarrakechRoma, 8 ott. (askanews) – Marrakech, la cui regione un mese fa è stata colpita da un devastante terremoto che ha provocato 3 mila vittime, si appresta a ospitare le riunioni annuali del Gruppo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale (FMI), che per quattro anni non si sono tenute al di fuori di Washington a causa della pandemia di Covid-19. Per l’edizione 2023, questo vertice economico, uno dei più grandi a livello internazionale, riunirà 14.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo.

Per sette giorni, dal 9 al 15 ottobre, gli attori dello sviluppo, tra cui banchieri centrali, ministri delle finanze (l’Italia sarà rappresentata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco) investitori, accademici e rappresentanti delle organizzazioni della società civile, esamineranno le questioni contemporanee in un momento in cui i conflitti armati (Ucraina, Sudan, e nelle ultime ore Israele, il clima (lo scioglimento dei ghiacci polari nell’Artico, le spettacolari inondazioni in Libia nel settembre 2023) stanno rallentando l’economia globale. Il peso di questi eventi sta impattando sulla crescita globale anche con rilevanti pressioni inflazionistiche in tutto il mondo.

I temi più caldi che verranno affrontati sotto l’egida delle discussioni coordinate da Kristalina Georgieva, direttrice generale del Fondo monetario internazionale e Ajay Banga, presidente del gruppo della Banca mondiale sono almeno tre. Il primo riguarda la costruzione della resilienza economica: in un contesto di indebolimento dell’economia globale e di elevata incertezza, i politici devono costruire un futuro più resiliente rafforzando le reti di sicurezza sociale per proteggere i più vulnerabili, migliorando la governance e la responsabilità, rafforzando i quadri politici e affrontando il cambiamento climatico. Le preoccupazioni sulla sicurezza alimentare e il rischio di future pandemie si aggiungono all’urgenza di maggiori sforzi e collaborazione per costruire economie resilienti.

IL secondo tema riguarda le riforme necessarie. L’impatto delle recenti crisi sulla situazione economica dei paesi ha aumentato la necessità di riforme strutturali per sostenere la crescita e garantire una trasformazione che promuova l’inclusione e la diversificazione, affronti la sfida esistenziale del cambiamento climatico e sostenga la digitalizzazione. Ultima, non certo in ordine di importanza, la necessità di rafforzare la cooperazione globale. Il mondo si trova ad affrontare il rischio di una frammentazione geoeconomica determinata dalle politiche, che potrebbe mettere a repentaglio i guadagni economici ottenuti nelle ultime generazioni. Per mitigare questo rischio sono necessari sforzi concertati per promuovere aree di interesse comune, come la lotta al cambiamento climatico, l’insicurezza alimentare e una maggiore preparazione alle pandemie. L’FMI può svolgere un ruolo importante nell’aiutare i paesi membri ad adattarsi alle sfide emergenti e ad aumentare la collaborazione. Le riunioni annuali del 2023 offriranno l’opportunità di rinvigorire la cooperazione globale.

Governo, Landini: siamo piazza che paga le tasse, non ci fermeremo

Governo, Landini: siamo piazza che paga le tasse, non ci fermeremoRoma, 7 ott. (askanews) – La Cgil torna in piazza per indicare al Governo e a Cisl e Uil “La via maestra” per cambiare il Paese. Alla manifestazione nazionale, che secondo gli organizzatori avrebbe portato in piazza San Giovanni 100mila persone, che hanno sfilato per le strade del centro di Roma con due cortei partiti da piazza della Repubblica e piazzale dei Partigiani, hanno aderito più di cento associazioni e reti.

Il messaggio lanciato dalla confederazione guidata da Maurizio Landini è stato “unire le diversità, unire il Paese e chiedere che il mondo del lavoro che lo tiene in piedi sia messo nella condizione di poter discutere e definire il futuro facendo quelle riforme di cui c’è bisogno”. Landini ha chiesto al premier Giorgia Meloni di ascoltare i rappresentanti dei lavoratori, coloro che pagano le tasse e tengono in piedi il Paese. “Sia chiaro a tutti, non ci fermeremo – ha detto Landini – non ci fermeremo e andremo avanti fino a quando gli obiettivi non li avremo raggiunti”. Il numero uno della Cgil ha chiesto più risorse per la sanità, l’applicazione della Costituzione, una vera lotta all’evasione fiscale, investimenti per la sicurezza nei luoghi di lavoro, la lotta alla precarietà, il rinnovo dei contratti pubblici e privati. E, soprattutto, l’introduzione del salario minimo.

“E’ il momento di introdurre un salario orario minimo”, una soglia sotto la quale “nessuno possa essere pagato” perché “5-6 euro l’ora è una paga da fame. E’ inaccettabile”, ha affermato. Per la Cgil la priorità non è l’autonomia differenziata perché il Paese è già abbastanza diviso. “Ho avuto modo di dirlo al presidente del consiglio – ha aggiunto Landini – le ho detto con molta franchezza che continuiamo a pensare che la Costituzione l’abbiamo sempre difesa. Non diciamo queste cose perché c’è un nuovo governo. L’abbiamo difesa quando c’erano Berlusconi e Renzi. C’è una coerenza. Il tema non è fare l’autonomia differenziata. Il Paese è diviso, non c’è bisogno di aumentare le divisioni. I temi si chiamano salario, pensioni e reddito. Il Governo continua a tassare il lavoro dipendente e i pensionati, non tassa il profitto, non combatte l’evasione fiscale che è di 110 miliardi”. Il segretario generale della Cgil ha insistito sulla necessità di una svolta per “cambiare il Paese, una società che di fronte a leggi e scelte sbagliate ha aumentato le diseguaglianze. E’ il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che non si può cambiare, che dobbiamo subire quello che altri decidono. Noi siamo quelli che vogliono unire questo Paese, non dividerlo, e siamo quelli che con il loro lavoro lo tengono in piedi”. In piazza c’erano anche i leader della sinistra a partire dal segretario del Pd, Elly Schlein.

Landini (Cgil): la priorità non è l’autonomia ma salari e pensioni

Landini (Cgil): la priorità non è l’autonomia ma salari e pensioniRoma, 7 ott. (askanews) – La priorità del Paese non è l’autonomia differenziata perché è già diviso. Ma bisogna concentrare gli sforzi su salari e pensioni, lotta all’evasione fiscale e alla precarietà. Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, concludendo la manifestazione nazionale in piazza San Giovanni.

“Ho avuto modo di dirlo al presidente del consiglio – ha affermato – le ho detto con molta franchezza che continuiamo a pensare che la Costituzione l’abbiamo sempre difesa. Non diciamo queste cose perché c’è un nuovo governo. L’abbiamo difesa quando c’erano Berlusconi e Renzi. C’è una coerenza. Il tema non è fare l’autonomia differenziata. Il Paese è diviso, non c’è bisogno di aumentare le divisioni. I temi si chiamano salario, pensioni e reddito. Il Governo continua a tassare il lavoro dipendente e i pensionati, non tassa il profitto, non combatte l’evasione fiscale che è di 110 miliardi. Questi temi sono centrali. Significa rinnovare i contratti, poi lotta alla precarietà”.

Corteo della Cgil, gli organizzatori: siamo 100mila. Landini: contateci

Corteo della Cgil, gli organizzatori: siamo 100mila. Landini: contateciRoma, 7 ott. (askanews) – Il leader della Cgil, Maurizio Landini, dice “contateci, noi non diamo numeri”. In piazza in tanti parlano di 100mila manifestanti ai due cortei partiti da piazzale dei Partigiani e piazza della Repubblica e che stanno confluendo in piazza San Giovanni, dove intorno alle 17 Landini prenderà la parola. E’ guerra dei numeri tra le oltre cento associazioni, che stanno sfilando insieme con la Cgil per le strade della capitale, e le voci che trapelano da ambienti ufficiali che parlerebbero di 35mila presenze.