Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Generali, quota complessiva di UniCredit salita al 5,23% (Consob)

Generali, quota complessiva di UniCredit salita al 5,23% (Consob)Milano, 17 feb. (askanews) – La quota complessiva aggregata detenuta da UniCredit in Generali è salita al 5,229% dal precedente 5,118%. Lo si apprende dagli aggiornamenti della Consob sulle partecipazioni rilevanti. L’aggiornamento della quota nel Leone è datato 10 febbraio.


Nel dettaglio, il 4,184% in diritti di voto, riferibili ad azioni, è rimasto stabile rispetto alla precedente rilevazione, mentre le posizioni lunghe con regolamento fisico sono ora pari allo 0,89% del capitale (da 0,772%), le posizioni lunghe con regolamento in contanti sono lo 0,155% (da 0,162%).

Ue, Germania scettica su sospensione Patto stabilità su spese difesa

Ue, Germania scettica su sospensione Patto stabilità su spese difesaRoma, 17 feb. (askanews) – La Germania si mostra aperta a deroghe alle regole Ue sui limiti di spesa, relativamente alla difesa, ma esprime “scetticismo” sull’ipotesi di far ricorso alla clausola generale di sospensione del Patto di stabilità e di crescita, che non sarebbe adatta ad essere utilizzata in questo ambito. Lo ha spiegato il ministro delle finanze, Joerg Kukies, arrivando all’eurogruppo.


“Stiamo valutando tutte le opzioni sul tavolo. Siamo scettici sul fatto che la clausola generale di sospensione (del Patto di stabilità e di crescita) sia sufficientemente operabile, perché richiede ‘una grave evoluzione negativa dell’economia’, che al momento non vediamo – ha spiegato -. Le spese in difesa sono qualcosa di molto diverso rispetto a una svolta economica negativa. Per questo non pensiamo che funzionerebbe. Ma le regole europee prevedono anche deroghe nazionali”. “Dobbiamo vedere una proposta concreta e oggi e domani sarà una buona opportunità per capire cosa stia pensando la Commissione”, ha proseguito. Ad ogni modo “qui non si tratta di eurobond o di finanziamenti comuni – ha chiarito – qui si tratta del fatto di cambiare le regole sul fatto che ogni Stato membro, per conto suo, abbia la flessibilità per il finanziamento che va oltre i livelli concordati a livello Nato, per raggiungere nuovi obiettivi comuni sulle spese in difesa”. (fonte immagine: Europea Union 2025).

Federdistribuzione: sostegno a imprese retail per rincari energetici

Federdistribuzione: sostegno a imprese retail per rincari energeticiMilano, 17 feb. (askanews) – “Negli anni le imprese della distribuzione moderna hanno continuato a investire in azioni di contenimento dei consumi energetici, ma oggi hanno costi non comprimibili. Si pensi ad esempio all’importanza della climatizzazione dei punti vendita o della tenuta delle catene del freddo. Il nostro è un settore energivoro, seppur non classificato come tale, ed è necessario che misure di tutela dall’incremento delle tariffe, oltre a essere correttamente orientate alle famiglie e a soggetti economici più fragili, tengano in considerazione un settore importante come quello della distribuzione moderna, che costituisce una parte cruciale del tessuto economico”. Lo afferma in una nota Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione. Le aziende della distribuzione moderna sono preoccupate dall’aumento delle tariffe energetiche che rischia di mettere sotto pressione le imprese del settore retail, con maggiori costi. “In un periodo di grandi sfide, le nostre imprese devono poter contare su politiche di sostegno lungimiranti che ne garantiscano la tenuta e la capacità di investimento”, ha concluso Buttarelli.

Donohoe: dibattito su come alzare spese difesa si aprirà rapidamente

Donohoe: dibattito su come alzare spese difesa si aprirà rapidamenteRoma, 17 feb. (askanews) – Il dibattito sul come procedere tecnicamente per aumentare le spese sulla difesa tra i paesi dell’area euro “si aprirà molto rapidamente”. Lo ha affermato il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe interpellato, al suo arrivo alle riunioni di oggi, in merito all’annuncio della Commissione europea di voler formulare una proposta per attivare la clausola di sospensione del Patto di stabilità e di crescita, appunto per le spese sulla difesa dei Paesi Ue.


“Nell’ambito delle regole esistenti del Patto di stabilità e di crescita c’è flessibilità per rispondere a emergenze nazionali. Ed è assolutamente evidente che le spese in difesa in Europa nei prossimi anni aumenteranno ulteriormente – ha rilevato -. Le regole sono una fonte di stabilità e sono in particolare una fonte di stabilità di noi che condividiamo una valuta. E sono fiducioso che troveremo un modo con cui le spese in difesa potranno aumentare mantenendo la stabilità per l’euro e per le nostre economie. Il dibattito sul come faremo esattamente si aprirà rapidamente”. In generale “dobbiamo riconoscere che l’inflazione non è ai livelli degli anni scorsi e che dobbiamo investire sul nostro futuro”. Mentre “oggi – ha aggiunto – c’è stata una ulteriore escalation sull’importanza delle spese in difesa”. (fonte immagine: European Union, 2025).

Dombrovskis: prepariamo proposta sospensione Patto Ue conti su difesa

Dombrovskis: prepariamo proposta sospensione Patto Ue conti su difesaRoma, 17 feb. (askanews) – La Commissione europea sta lavorando a “modalità e dettagli” della proposta per attivare la clausola di sospensione del patto di stabilità e di crescita relativamente alle spese per difesa dei paesi dell’Unione Europea. Maggiori elementi su questo versante verranno forniti “nei prossimi giorni o settimane”, ha riferito il commissario europeo all’Economia, Valdis Dombrovskis giungendo alla riunione dell’eurogruppo.


“Come ha annunciato la presidente Ursula von der Leyen al vertice di Monaco, stiamo esaminando più flessibilità riguardo alle regole di Bilancio per la difesa e di come applicare la clausola di sospensione, che è prevista nelle nostre leggi. lavoreremo a modalità e dettagli nelle prossime settimane. Nei prossimi giorni e settimane”, ha detto. “Se proponiamo più flessibilità riguardo alla difesa sui bilanci dei paesi, certamente questo cambierà la linea una verso maggiore tendenza espansiva – ha aggiunto -. Sul quanto, questo è ancora da vedere”, in base a “alle modalità che saranno proposte e a come i Paesi membri le useranno”. (fonte immagine: European Union).

Eurozona, export 2024 +0,6%, import -3,7% e surplus triplica a 177 mld

Eurozona, export 2024 +0,6%, import -3,7% e surplus triplica a 177 mldRoma, 17 feb. (askanews) – Lo scorso anno complessivamente i paesi dell’area euro hanno esportato merci per 2.864 miliardi di euro, in aumento dello 0,6% rispetto al 2023, mentre le importazioni sono cadute del 3,7% a 2687 miliardi. Secondo Eurostat, l’anno si è così chiuso con un avanzo commerciale praticamente triplicato a 176,9 miliardi, a fronte di 57,4 miliardi del 2023.


Gli scambi commerciali all’interno dell’area euro si sono ridotti del 2,9%, a un ammontare complessivo di 2566,2 miliardi di euro. Guardando a tutta l’Unione europea, l’export 2024 è salito dell’1,1% a 2.584,1 miliardi, mentre le importazioni sono calate del 3,5% a 2.434 miliardi. Il surplus è balzato a 150,1 miliardi, a fronte di 34,4 miliardi del 2023. Gli scambi interni all’Unione europea sono calati del 2,2% a 4.023,9 miliardi di euro.


Le variazioni degli aggregati totali risentono dei cali dei prezzi delle importazioni di beni energetici lo scorso anno, rispetto ai livelli del 2023. Eurostat precisa che dicembre ha mostrato una dinamica invertita rispetto all’insieme del 2024, con un aumento delle esportazioni dell’eurozona del 3,1%, a 226,5 miliardi, mentre le importazioni sono salite del 3,8% a 211 miliardi. L’avanzo commerciale si è così ridotto a 15,5 miliardi, a fronte di 16,4 miliardi nel dicembre del 2023.

Tim, Poste entra nel capitale: è un investimento strategico

Tim, Poste entra nel capitale: è un investimento strategicoRoma, 15 feb. (askanews) – Poste entra nel capitale di Tim. In una settimana densa di notizie per il gruppo di telefonia con la cessione al Mef e Retelit del 100% Sparkle e l’aggiornamento del piano industriale, oggi è arrivata la notizia attesa nelle ultime ore: l’ingresso di Poste come azionista del gruppo di tlc con una quota del 9,81% al posto di Cassa depositi e presiti cui ha ceduto il suo 3,78% di Nexi più un corrispettivo mediante cassa che dovrebbe aggirarsi sui 180 milioni. Cessione che fa salire Cdp in Nexi dall’attuale 14,46% al 18,25%.


Il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha definito l’operazione “nel suo complesso un investimento di natura strategica, con la finalità di creare sinergie tra le aziende e favorire, con tutti gli attori interessati, il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia”. Una indicazione che sembra aprire la strada al coinvolgimento di altri attori per ridurre il numero di operatori esistenti con margini sempre più risicati. A tal proposito Poste ha fatto sapere di avere in fase avanzata la negoziazione per la fornitura di servizi per l’accesso di Postepay, società interamente controllata da Poste Italiane all’infrastruttura di rete mobile di Tim. Collaborazioni che potrebbero allargarsi ulteriormente convolgento altre parti del business.


Le possibili sinergie commerciali sono state messe in luce giovedì scorso, in occasione della presentazione del Piano, dall’ad di Tim Pietro Labriola che ha valutato positivamente un accordo con Poste, giudicato come uno dei candidati migliori per un consolidamento del mercato. Tuttavia ieri il titolo è stato fortemente penalizzato in Borsa perdendo fino al 7,6% con scambi sul 7% del capitale. Vendite scattate da parte di chi scommetteva in direzione di un’operazione di riassetto con protagonista Iliad e il fondo Cvc su cui erano emerse indiscrezioni nei giorni precedenti. L’ingresso di Poste è stato visto nelle ultime ore dagli investitori come una frenata ai progetti di consolidamento per ridurre gli operatori da quattro a tre. Lunedì l’operazione, ufficializzata, andrà al test dei mercati.

Energia, Pichetto: non possiamo più rinunciare a nucleare

Energia, Pichetto: non possiamo più rinunciare a nucleareRoma, 15 feb. (askanews) – “L’Italia non può più rinunciare al nucleare. Occorre un nuovo quadro giuridico che preveda i nuovi reattori e lo smaltimento delle scorie, che tuttavia sono una quantità molto limitata, visto che esse stesse possono essere utilizzate come combustibile del nucleare”. Lo ha dichiarato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, intervenuto oggi a ‘Green Pop’, il nuovo programma di Giornale Radio condotto da Lucia Lo Palo.


“Vanno bene fotovoltaico ed eolico off-shore, ma è giunto il momento di cambiare: l’Italia – ha aggiunto il Ministro -dipende quasi esclusivamente dall’estero per i costi dell’energia e nei prossimi vent’anni assisteremo al raddoppio delle necessità. Ecco perché il nucleare è indispensabile”.

Banche, Panetta: M&A non si possono commentare come a un talk show

Banche, Panetta: M&A non si possono commentare come a un talk show

Torino, 15 feb. (askanews) – Le prospettate operazioni bancarie di M&A “non possono essere commentate come se fosse un talk show” ma “richiedono una attenta e complessa analisi dei documenti” che tra l’altro non sono ancora tutti disponibili. Lo ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in un commento fuori testo del suo intervento al 31esimo Congresso Assiom Forex a Torino.


“Nel dibattito pubblico ci si chiede come mai la Banca d’Italia non intervenga su queste operazioni, qualcuno addirittura ha ipotizzato che ce ne siamo scordati: non ce ne siamo scordati, io me le scrivo le cose che succedono”, ha dichiarato Panetta. “Sono operazioni che coinvolgono centinaia di migliaia di dipendenti, milioni di risparmiatori, banche che operano in più paesi: sono questioni molto delicate che richiedono un’analisi della normativa bancaria, assicurativa e della concorrenza che richiedono un tavolo congiunto da diverse autorità”. “E’ ingenuo e difficile ipotizzare che la Banca d’Italia possa commentare queste operazioni come se si fosse a un talk show, con osservazioni e valutazioni estemporanee”, ha detto il Governatore. “Non funziona così la vigilanza, non funziona così la Banca d’Italia e per quello che vale non funziono così neanche io. Parleremo di queste operazioni attraverso le analisi e le decisioni che verranno effettuate a tempo debito in accordo con tutte le altre autorità interessate”.


Le operazioni, ha concluso Panetta, “richiedono una attenta e complessa analisi dei documenti, peraltro per alcune di queste operazioni non tutti i documenti necessari per la valutazione del dossier sono disponibili”.

Panetta: Eurozona rischia 0,5 punti di Pil dai dazi, Italia di più

Panetta: Eurozona rischia 0,5 punti di Pil dai dazi, Italia di piùRoma, 15 feb. (askanews) – “Le guerre commerciali danneggiano la crescita, anche nei paesi che le avviano”. E i nuovi dazi annunciati dagli Usa, se pienamente attuati, possono sottrarre fino a 1,5 punti percentuali al Pil globale, con ricadute anche peggiori per gli Usa (-2 punti) e “più contenute” nell’area euro: -0,5 punti, ma con “effetti maggiori per Germania e Italia, data la rilevanza dei loro scambi con gli Stati Uniti”. Nel suo intervento al 31esimo congresso Assiom Forex, a Torino, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta ha illustrato le previsioni dell’istituzione su uno dei temi di maggiore attualità, le misure sul commercio annunciate dal presidente Usa Donald Trump.


“Il caso più significativo è quello della Cina”, che però ha ricadute anche per l’Europa. “L’imposizione di dazi elevati da parte degli Stati Uniti potrebbe spingere gli esportatori cinesi a cercare nuovi mercati per compensare il calo delle vendite sul mercato americano. In tale scenario – ha rilevato Panetta – le imprese italiane ed europee si troverebbero esposte a crescenti pressioni competitive”. Il tutto mentre l’economia dell’area euro “fatica a ritrovare slancio” e necessita di “un nuovo modello di sviluppo, che valorizzi il mercato unico e riduca la dipendenza da fattori esterni”. In Italia “la crescita si è arrestata nel secondo semestre” ma secondo le previsioni di Bankitalia “nei prossimi mesi il prodotto tornerà a espandersi”.


Di fronte a questa situazione, Panetta è tornato a pressare i suoi colleghi della Bce – come tutti i governatori di banche centrali dell’area euro partecipa al Consiglio direttivo dell’istituizione di Francoforte – affinché la manovra di riduzione dei tassi prosegua. “Un allentamento meno deciso” rispetto allo scenario di base – che considera un taglio dei tassi di riferimento “intorno al 2 per cento dalla metà del 2025” – potrebbe comportare un’inflazione “troppo bassa nel medio periodo”. Quindi “l processo di normalizzazione della politica monetaria va continuato – ha insistito – accompagnando le decisioni con una comunicazione orientata alle prospettive dell’economia reale e dell’inflazione nel medio termine”.


Per parte sua l’Italia deve andare avanti con l’attuazione dei piani di bilancio di medio termine approntati dal governo. Secondo Panetta stanno già dando “frutti” in termini di riduzioni dei differenziali dei tassi (spread) sui titoli di Stato, e possono favorire miglioramenti delle condizioni di finanziamento per famiglie e imprese. Bisogna anche “moltiplicare gli sforzi” su investimenti e riforme previsti dal Pnrr. Mentre sull’inflazione, il maggiore elemento di rischio al momento è rappresentato “dai mercati energetici, che stanno registrando una forte volatilità e un aumento dei prezzi, in particolare del gas. Nel breve termine potrebbero rendere più variabile il percorso dell’inflazione”. (fonte immagine: Banca d’Italia).