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Fondazione Fs italiane compie 10 anni, celebrazioni a Pietrarsa

Fondazione Fs italiane compie 10 anni, celebrazioni a PietrarsaNapoli, 8 mar. (askanews) – Si sono celebrati oggi al museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, a Napoli, i dieci anni della Fondazione Ferrovie dello Stato, nata il 6 marzo 2013 con l’obiettivo di recuperare, preservare e valorizzare il patrimonio storico delle ferrovie italiane. Il tutto promuovendo il turismo lento, sostenibile e di prossimità, alla scoperta delle ricchezze del territorio italiano e dei suoi borghi a bordo dei treni storici e su linee ferroviarie recuperate dall’abbandono. E proprio su due treni storici prende il via la giornata di celebrazioni del decennale. A partire dal Binario 1 della Stazione di Roma Ostiense un elettrotreno Arlecchino, simbolo dell’Italia del boom economico, inaugurato il 23 luglio 1960 per le Olimpiadi di Roma e recuperato dalla Fondazione FS e un altro convoglio che è partito dal binario 21 della stazione Garibaldi a Napoli.
La destinazione di entrambi i treni, con a bordo alcuni esponenti del Governo e una rappresentanza del Gruppo FS e della Fondazione FS è il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, allestito nei locali delle ex Officine di Pietrarsa, davanti alla Stazione Pietrarsa-San Giorgio a Cremano. Un luogo iconico per la storia delle ferrovie italiane, visto che proprio qui, il 3 ottobre 1839 nel Regno delle Due Sicilie veniva inaugurata la prima strada ferrata d’Italia: la leggendaria ferrovia Napoli-Portici.

Dl carburanti: ok Senato. Resta obbligo cartelli, multe più leggere

Dl carburanti: ok Senato. Resta obbligo cartelli, multe più leggereRoma, 8 mar. (askanews) – Resta l’obbligo per i distributori di carburanti di esporre il prezzo medio regionale sulla rete non autostradale e il prezzo medio nazionale sulle autostrade, ma le multe per chi non lo rispetta sono attenuate. Creazione di un’app specifica da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy per consentire ai consumatori la consultazione dal telefonino dei prezzi medi, regionali o nazionali, e dei prezzi praticati dai singoli esercenti. Accisa agevolata sul gasolio utilizzato dai bus turistici della categoria Euro VI.
Queste le principali novità introdotte nel corso dell’iter parlamentare al decreto legge sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti. Oggi il Senato ha approvato definitivamente il decreto che è così convertito in legge.
Confermate le misure previste nel decreto uscito dal Consiglio dei Ministri, tra cui il meccanismo di riduzione delle accise sui carburanti in corrispondenza di un maggior gettito Iva derivante dall’aumento del prezzo del greggio, il bonus trasporti fino a 60 euro per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici per le persone più fragili (con reddito non superiore a 20.000 euro), già previsto dal precedente governo per i redditi fino a 35.000 euro e ora prorogato per il 2023, l’esenzione dal computo del reddito imponibile del lavoratore dei buoni benzina erogati dai datori di lavoro privato per l’anno 2023, nel limite di 200 euro ciascuno.
Nello specifico, per quanto riguarda l’obbligo di esposizione dei prezzi medi, regionali e nazionale, il decreto prevede che le medie siano calcolate dal Ministero delle imprese sulla base delle comunicazioni ricevute da tutti gli esercenti. Con un decreto dello stesso Ministero verranno indicate le caratteristiche e le modalità di esposizione della cartellonistica sui prezzi.
Il decreto approvato in Parlamento attenua le sanzioni rispetto a quelle previste nel decreto licenziato dal Consiglio dei MInistri. Si prevede infatti l’applicazione di una sanzione da 200 a 2.000 euro, anziché da 500 a 6.000 euro, in caso di violazione degli obblighi di indicazione del prezzo medio e dell’obbligo di comunicazione dei prezzi. La sospensione dell’attività da uno a trenta giorni ora è prevista solo nel caso che la violazione degli obblighi di comunicazione sia reiterata per almeno quattro volte consecutive nell’arco di 60 giorni mentre non è prevista in caso di violazione reiterata dell’obbligo di esposizione del prezzo medio.
Il decreto infine rafforza le attività del Garante della sorveglianza prezzi, prevedendo il raccordo e il coordinamento con organismi territoriali quali gli uffici regionali dei prezzi, e una più fattiva collaborazione con l’Istat per l’utilizzo dei dati rilevati dall’istituto di statistica.

Idealista: 40,5% delle donne cerca un trilocale, 62% guarda al green

Idealista: 40,5% delle donne cerca un trilocale, 62% guarda al greenMilano, 8 mar. (askanews) – Le donne italiane sono sempre più protagoniste nella compravendita della casa. Lo rivela uno studio di Idealista che ha condotto un sondaggio su un campione di 3.938 utenti. La componente femminile interessata alla casa di proprietà è cresciuta in particolare nella categoria single. In generale, quasi 4 donne su 5 che hanno intenzione di acquistare una casa hanno un’età compresa tra 36 e 65 anni.
Nel 53,7% dei casi sono assunte a tempo indeterminato, nel 23,8% si tratta di pensionate; comprano quando raggiungono una maggiore stabilità lavorativa e economica.
La componente di ‘sostituzione’, ovvero chi per vari motivi cambia casa, riguarda complessivamente il 44,8% delle donne; la prima casa è la seconda tra le motivazioni di acquisto (31,7%); la quota di acquirenti di seconda casa si ferma al 12,5%, mentre l’11,3% del campione dichiara di essere interessato all’acquisto per investimento.
La tipologia preferita dalle acquirenti, con il 40,5%, è il trilocale, segue il quadrilocale (22,9%), quindi il bilocale (19,5%) per una fascia di prezzo per i più compresa tra i 100.000 e 200.000 euro (38,2% del panel). La domanda di prezzo inferiore ai 100mila euro riguarda il 26,1% delle persone, mentre il 19,4% delle utenti cerca abitazioni tra i 200.001 e i 300.000 euro.
Cresce notevolmente la sensibilità delle donne per case ad elevata efficienza energetica. Quest’anno il 62,1% delle rispondenti si dice disposta a pagare di più per una casa a basso consumo energetico, contro il 55% dello scorso anno. Tra le caratteristiche qualitative che la casa dovrebbe avere, ai primi posti troviamo il garage (20,3%) la terrazza (20%), il giardino ad uso esclusivo (19,2%) e il balcone (15,6%).
L’aumento dei tassi di interesse sui mutui stanno influenzando le decisioni di acquisto delle donne italiane negli ultimi mesi. Il 41,3% delle potenziali acquirenti dichiara di esserne stata influenzata, tanto da aver rinviato la decisione di acquisto dell’immobile (33,1% dei casi) o addirittura preferendo la locazione (22,8%) in attesa di tempi migliori. Il 22% si accontenterà di una casa più piccola, mentre il 21,9% acquisterà casa in una zona più economica. Se i tassi molto elevati generano condizioni sfavorevoli, sono aumentate dal 25,5% al 33,3% le persone intervistate che affermano di non averne bisogno. Segno, conclude la ricerca, “che nel peggioramento delle condizioni di accesso al credito e il rallentamento del mercato molte donne vedono opportunità d’investimento”.

Stellantis: accordo per la produzione di veicoli in Sudafrica

Stellantis: accordo per la produzione di veicoli in SudafricaMilano, 8 mar. (askanews) – Stellantis ha siglato un memorandum d’intesa con l’Industrial Development Corporation (IDC) e il Department of Trade, Industry and Competition (DTIC) per lo sviluppo di uno stabilimento produttivo in Sudafrica. La realizzazione dello stabilimento è prevista all’interno di una zona economica speciale (ZES) sudafricana e l’obiettivo prefissato è quello di completare il progetto entro il 2025.
“Si tratta di un passo importante del nostro piano strategico Dare Forward 2030 mirato a rafforzare la nostra leadership nella regione mediorientale e africana e a diventare un attore di primo piano in Sudafrica”, ha dichiarato Samir Cherfan, Stellantis Middle East and Africa Chief Operating Officer. “Il sito produttivo sudafricano costituirà un nuovo tassello della nostra strategia di industrializzazione, che comprende il progetto di vendere un milione di veicoli in questa regione entro il 2030 con il 70% di autonomia produttiva regionale”.
“Sono lieto che Stellantis abbia scelto il Sudafrica per espandere la propria attività produttiva”, ha detto Ebrahim Patel, Ministro del Commercio, dell’Industria e della Concorrenza. “L’azienda è una grande casa automobilistica globale, con una gamma di brand molto noti. Il Sudafrica è un’ottima destinazione per gli investimenti, con una notevole capacità di produzione di automobili. Siamo impazienti di lavorare a stretto contatto con Stellantis per consentire all’azienda di realizzare uno stabilimento che amplierà la nostra base produttiva e offrirà nuovi posti di lavoro a livello locale”.
“Un partner d’investimento come Stellantis rappresenta un’opportunità incredibile per il Sudafrica”, ha affermato Mr. TP Nchocho, Ceo della IDC. “La sua esperienza nel realizzare stabilimenti di produzione in tutto il mondo è davvero notevole e siamo impazienti di creare una joint venture con Stellantis per la costruzione di uno stabilimento di successo in Sudafrica. Sarà un altro mattone delle fondamenta per raggiungere il nostro obiettivo di produrre localmente un milione di vetture in Sudafrica.”

Ispezioni a sorpresa su industrie profumi Ue, sospetto cartello

Ispezioni a sorpresa su industrie profumi Ue, sospetto cartelloRoma, 8 mar. (askanews) – La Commissione europea ha confermato di aver effettuato ispezioni a sorpresa presso sedi e impianti di diverse industrie dei profumi in vari paesi europei, nell’ambito di una apparente indagine internazionale su un possibile cartello anticoncorrenziale nel settore. Con un comunicato, l’esecutivo comunitario riferisce di aver inviato anche richieste formali di informazioni a diverse imprese del comparto.
Si sospettano “possibili conllusioni in relazione alla fornitura di aromi o ingredienti di aromi”, che, riporta la nota, vengono utilizzati nella produzione di varie tipologie di beni di consumo, come quelli per la cura della persona e l’igiene domestica.
L’Antitrust Ue precisa di aver avuto interlocuzioni sulla questione con il Dipartimento di giustizia Usa, con l’autorità sulla concorrenza della Gran Bretagna e le autorità analoghe della Svizzera. La Commissione, invece, non ha fornito dettagli sui Paesi europei in cui sono state condotte le ispezioni.

Recommerce, opportunità per le Pmi e un’imprenditoria più green

Recommerce, opportunità per le Pmi e un’imprenditoria più greenRoma, 8 mar. (askanews) – Una nuova ricerca condotta in tutta Europa per conto di Visa rivela che la crisi del caro vita e gli effetti ormai visibili del cambiamento climatico stanno spingendo i cittadini europei a rivedere le loro attuali abitudini di acquisto e a cercare modi più sostenibili per comprare e vendere prodotti e servizi.
Una ricerca di Opinium condotta per conto di Visa, informa una nota, ha rilevato che l’87% delle persone intervistate in diversi mercati europei ha già partecipato ad almeno un’attività di Recommerce: un metodo più sostenibile di acquistare, riciclare e condividere beni e servizi. Tuttavia, i consumatori non sono ancora consapevoli che molti dei loro comportamenti stanno già contribuendo a un futuro più sostenibile e adottarli più spesso accelererà i cambiamenti in questo settore.
I comportamenti del Recommerce, che comprendono il Rinnovo, la Ricarica, la Riparazione, la Rivendita, la Restituzione e la Ridistribuzione – intesi come la condivisione, lo scambio o la vendita a prezzi inferiori di oggetti di cui non si ha più bisogno o di cui si possiede una quantità eccessiva – sono chiamati da Visa le “sei R”. Tra queste, la Rivendita è il comportamento più comune e apprezzato, con oltre due quinti dei consumatori (45%) che rivendono beni almeno due volte l’anno. Un quarto (25%) delle PMI in Europa offre già opzioni di rivendita e la metà (48%) prevede di farlo in futuro. Poco più di un quarto (27%) dei consumatori è disposto a pagare per articoli da riparare, ristrutturare o adattare perché più convenienti o a un prezzo inferiore. I consumatori di età superiore ai 65 anni sono i più propensi a ricorrere alla Riparazione per allungare la vita dei prodotti. Come la Riparazione, anche la Ricarica è utilizzata dai consumatori come metodo per risparmiare, con quasi un terzo degli intervistati ad affermare che il risparmio dei costi è uno dei principali fattori che li spingono a investire. La Restituzione include il ritiro o l’accettazione dei prodotti alla fine del loro ciclo di vita ed è indicata come l’attività che gli utenti adotteranno con maggiore frequenza in futuro.
L’ultimo studio di Visa e Opinium dimostra che il riconoscimento delle opportunità finanziarie e la possibilità di risparmiare sui costi sono fondamentali per incoraggiare il Recommerce. Un quarto degli adulti intervistati ha dichiarato che vi aderirebbe se potesse trovare un modo per guadagnare dalle proprie azioni, ad esempio creando un’app per vendere abiti o mobili usati o ricevendo incentivi in denaro per ridistribuire le eccedenze alimentari.
Anche i benefici ambientali sono un fattore chiave per i consumatori. Visa ha rilevato che 9 adulti su 10 hanno partecipato attivamente ad attività ecologiche negli ultimi tre mesi e la stragrande maggioranza (93%) ha dichiarato di ritenere che il minore utilizzo di imballaggi abbia un impatto sull’ambiente e sulla società. Quasi la metà (43%) degli intervistati ha individuato nella riduzione dei rifiuti, degli imballaggi o della plastica il motivo principale che li ha spinti a partecipare all’economia Recommerce, ed è evidente che la combinazione di preoccupazioni ambientali e costi stia guidando la diffusione del ri-commercio elettronico.
Come network globale leader nei pagamenti, Visa punta a rendere più facile, vantaggioso e accessibile per le persone e le imprese affidarsi al Recommerce per le loro attività quotidiane. Lavorando con partner strategici come la Ellen MacArthur Foundation, organizzazione benefica internazionale che sviluppa e promuove l’economia circolare – concepita per eliminare i rifiuti e l’inquinamento, far circolare i prodotti e i materiali e rigenerare la natura – Visa si impegna nel contribuire ad accelerare la transizione verso un’economia circolare più rigenerativa.
Visa ha creato una nuova piattaforma digitale dedicata al Recommerce per aiutare i privati e le imprese a imparare, tramite risorse educative, come adottare le sei R del ri-commercio elettronico: Resale (Rivendita), Repair (Riparazione), Rental (Noleggio), Refill (Ricarica), Return (Restituzione) e Redistribution (Ridistribuzione). Come prossimo passo, Visa intende sviluppare un laboratorio di analisi comportamentale. Attraverso la ricerca e la collaborazione con clienti e partner, il laboratorio punta a individuare modi praticabili per implementare soluzioni concrete e mettere gli individui in condizione di adottare comportamenti più sostenibili nella loro vita quotidiana. “Il nuovo Behavioural Insights Lab condurrà attività di ricerca per promuovere questa iniziativa, mentre la Ellen MacArthur Foundation garantirà che i suoi “Circular Design Principles” siano integrati e che le opportunità pre-competitive possano svilupparsi attraverso la sua rete”, afferma Joe Murphy, Executive Lead Network della Ellen MacArthur Foundation.
“La transizione da un’economia lineare “prendi, produci, butta via” a un’economia circolare e rigenerativa richiederà un cambiamento dell’intero sistema, ma l’ultima ricerca di Visa dimostra che esiste un chiaro interesse della società per opzioni più sostenibili. Lavorare insieme per fornire maggiore educazione e supporto sia alle PMI che ai consumatori continuerà a ispirare scelte più sostenibili a livello globale”, commenta Katherine Brown, Vice President Inclusive Impact & Sustainability in Europa di Visa. “Siamo focalizzati nel favorire la transizione verso un’economia più rigenerativa inclusiva e accessibile a tutti. Oggi, la ridistribuzione è già un comportamento diffuso nelle comunità, e aggiungendo questo elemento nei modelli di reimmissione in commercio guardiamo all’intero ciclo di vita di beni e servizi; attraverso la donazione o la vendita troviamo nuovi modi per ridistribuire quelli che non sono necessari o non possono essere utilizzati prima della scadenza “.
Con il cambiare delle preferenze dei consumatori, cambiano anche le opportunità per le imprese. Entro il 2030, si stima che la transizione verso un’economia circolare in Europa rappresenterà un’opportunità economica da 900 miliardi di euro, e i dati indicano che le imprese ne stanno già beneficiando . Visa riporta che le PMI che offrono il Recommerce hanno riscontrato una crescita del fatturato annuo del 22% negli ultimi due anni, con la possibilità di un’ulteriore crescita. La maggior parte dei consumatori (69%) ha dichiarato di essere più propensa ad acquistare prodotti o servizi da aziende che li aiutano a partecipare ad attività di Recommerce. È incoraggiante notare che quasi tutte le PMI intervistate in Europa (91%) hanno dichiarato di voler adottare pratiche più sostenibili, con un quarto che ha dichiarato di voler investire il 20% o più del proprio fatturato in attività di Recommerce.
Tuttavia, sebbene il futuro delle pratiche commerciali sostenibili sia promettente, l’economia del ri-commercio elettronico non è ancora consolidata. Un terzo degli adulti che hanno dichiarato di essere propensi a partecipare al Recommerce lo farà quando le attività diventeranno più facili e convenienti da utilizzare; inoltre un quinto degli intervistati non è sicuro della qualità di certi prodotti quando si tratta di noleggio e rivendita di oggetti di seconda mano.

Xtb, in Italia più di una donna su 10 investe e oltre la metà fa trading via mobile

Xtb, in Italia più di una donna su 10 investe e oltre la metà fa trading via mobileRoma, 8 mar. (askanews) – E’ pari all’11% la percentuale di donne che investono in Italia: questa la quota secondo XTB, fintech globale e uno dei maggiori broker FX e CFD quotati in borsa al mondo, che ha analizzato il profilo della donna-investitrice in aumento di anno in anno in Europa, anche alla luce della crescente popolarità dei mercati finanziari nel corso degli ultimi tre anni.
Nel 2020 abbiamo avuto a che fare con tassi di interesse bassi, maggiore digitalizzazione e il lockdown dovuto alla pandemia. Il dover stare forzatamente a casa, spiega una nota, ha fatto sì che le persone avessero più tempo per familiarizzare con il funzionamento dei mercati finanziari. In particolare, il 2022 è stato un anno di enorme volatilità dei mercati, causata dalla tesa situazione geopolitica: l’inflazione in tutto il mondo ha pesato sulle economie mondiali e ha motivato gran parte delle persone a cercare di proteggere il capitale accumulato, anche attraverso operazioni sui mercati finanziari.
I mercati finanziari stanno diventando più “rosa” Secondo i dati della piattaforma di investimento XTB, nel 2022 la quota di donne tra i nuovi clienti è stata da record, pari al 16%. Fino a poco tempo fa questa percentuale era molto più bassa, ma negli ultimi anni ha iniziato ad aumentare. Quale è il motivo?
“Il cosiddetto gender gap, ovvero la differenza tra la percentuale di uomini e donne che partecipano al mercato dei capitali, è del 68%. Ciò significa che, sebbene in minoranza, le donne sono attive in questo settore e il trend di crescita osservato è un segnale positivo. Il motivo principale della loro crescente partecipazione è da attribuire al cambiamento nell’atteggiamento delle donne stesse nel mondo moderno”, commenta Anna Szczepanska-Przekota della Koszalin University of Technology. “Le donne del 21° secolo sono professionalmente attive, creative e agiscono in aree precedentemente considerate dominio degli uomini. Risulta quindi centrale l’aspetto della competizione di genere, o in altre parole un tentativo di dimostrare che le donne, proprio come il sesso opposto, possano avere successo in questo campo”.
I dati sulla quota di donne fra tutti gli investitori sono ancora più interessanti se analizzati per Paese: secondo XTB, in Italia la percentuale di donne investitrici è dell’11%. La quota maggiore di investitori donne tra i partecipanti ai mercati finanziari è in Romania (26%) – risultato che può rappresentare un modello per altri Paesi – seguita dalla Gran Bretagna (14%). Le percentuali più basse si trovano in Repubblica Ceca, Francia e Germania, unici mercati in cui attualmente sono inferiori al 10%. Nel corso degli anni sono stati diffusi molti stereotipi sulla presenza delle donne nei mercati finanziari. I fatti, però, si rivelano ben diversi: le donne e le loro scelte di investimento non differiscono significativamente da quanto si può osservare tra gli uomini. Negli anni 2020-2022, le donne hanno scelto più spesso i CFD sugli indici azionari mondiali. In questo caso, dominavano due mercati: quello americano e quello tedesco.
È possibile trarre conclusioni interessanti anche osservando le scelte delle donne sui mercati. Nel biennio 2020-2022, le donne hanno chiaramente scelto di investire nelle Big Tech. Basti pensare che durante questo periodo, sulla piattaforma XTB, le donne hanno acquistato più volentieri azioni di tre società americane: Palantir Technologies, Tesla e Apple. Tuttavia, questo fenomeno non significa che non avessero fiducia nelle aziende locali. I dati dei singoli Paesi mostrano che il sentiment regionale era comunque fortemente visibile.
In che modo le donne si distinguono dagli uomini nei mercati finanziari? I dati di XTB mostrano che una donna sul mercato finanziario è un utente con un profilo leggermente diverso da un uomo. Il primo punto riguarda l’età anagrafica: nel loro caso, l’età media è di 37 anni, mentre per gli uomini è pari a 35 anni. Tuttavia, la differenza maggiore consiste nel modo di investire.
Negli ultimi anni, tra gli uomini, gli investimenti sono stati fatti più spesso tramite dispositivi mobili. Le donne, in generale, sono più tradizionaliste: ben il 59% delle transazioni eseguite da donne è stato effettuato tramite un’applicazione desktop, ovvero utilizzando un computer. Le donne italiane, insieme a quelle spagnole, sono contro corrente e sembrano prediligere gli smartphone per la loro praticità e facilità d’uso (con il 53% di transazioni via mobile).
A cosa è dovuta questa preferenza per i laptop nel caso degli investimenti? “In effetti, la sproporzione nell’uso di dispositivi per investimento è grande, ma a mio avviso non sorprende. Indicherei due ragioni per raccontare questo fenomeno: la natura umana e il tempo”, spiega Szczepanska-Przekota. “Le donne sono naturalmente più caute, hanno bisogno di più informazioni e tempo per prendere decisioni, ma lo fanno sulla base di analisi approfondite, spesso avvalendosi di vari tipi di consulenze. Effettuare transazioni tramite desktop crea un senso di maggiore controllo e sicurezza sulle proprie finanze. Gli uomini, invece, prendono decisioni più velocemente, sono meno pazienti e non chiedono il parere di nessuno. Ecco perché i dispositivi mobili sono i loro alleati”.
Le donne hanno il potenziale per conquistare i mercati finanziari I tempi in cui era dominante l’approccio stereotipato alla “divisione dei ruoli nelle famiglie” sono passati. Come società, ci impegniamo a costruire collaborazioni in cui tutti dovrebbero avere spazio per lo sviluppo personale. Il potenziale per un aumento dinamico del numero di donne sui mercati finanziari è evidente dal crescente numero di studentesse che scelgono materie economiche. Ad esempio, in Polonia le donne che studiano economia sono più numerose degli uomini. Quindi cosa si dovrebbe fare per incoraggiare le donne a essere più attive nella gestione delle proprie finanze?
“La giusta direzione sarà l’attività didattica nel campo dell’autoeducazione finanziaria delle donne. Le organizzazioni, i club e le associazioni nazionali e internazionali possono aiutare a sostenerle offrendo loro materiali didattici accessibili e laboratori. Forse questa azione diventerà un trampolino di lancio per il mondo degli investimenti”, suggerisce Anna Szczepanska-Przekota.
“Una questione importante sul mercato del lavoro sono le azioni intraprese dai datori di lavoro per aiutare le donne a conciliare la loro carriera con il ruolo di madri. Offrire alle donne la possibilità di un lavoro part time o consentire orari di lavoro flessibili favorisce la creazione di condizioni per lo sviluppo delle loro qualità gestionali individuali”, conclude l’esperta.

Assicurazioni, Cnp Partners diventa Medvida Partners

Assicurazioni, Cnp Partners diventa Medvida PartnersRoma, 8 mar. (askanews) – Medvida, compagnia spagnola specializzata nel ramo vita e guidata dal Ceo Antonio Trueba, ha finalizzato l’acquisizione del 100% di Cnp Partners, che è stata così ridenominata Medvida Partners. L’operazione segna una tappa importante per Medvida, che punta alla crescita e al consolidamento delle attività nel ramo vita in Europa. A seguito dell’acquisizione la compagnia assicurativa gestisce oggi investimenti in Spagna e in Italia per un valore totale di circa 4 miliardi di euro.
Country Manager per l’Italia di Medvida Partners, informa una nota, è Francesco Fiumano, già responsabile di CNP Partners Italia, che vanta una lunga carriera nel settore assicurativo e bancario italiano.
“L’Italia è al centro della strategia di MEDVIDA e siamo entusiasti della collaborazione avviata con tutto il management internazionale del Gruppo” ha dichiarato Francesco Fiumanò Country Manager per l’Italia di Medvida Partners “L’integrazione in Medvida, specializzata nella gestione di prodotti di investimento assicurativi, rappresenta un’opportunità straordinaria per la squadra “storica” di Medvida Partners di rafforzare la gamma di soluzioni d’investimento e la qualità del servizio offerto ai nostri clienti. Grazie alle competenze, alle risorse e all’esperienza internazionale dei nostri nuovi colleghi potremo proseguire con nuovo slancio il nostro percorso di sviluppo nel mercato italiano”.
Medvida Partners continuerà ad essere attiva nella costruzione e nell’offerta di soluzioni di investimento assicurative, in particolare di prodotti multiramo – con una componente ramo III molto diversificata e ramo I caratterizzata da elementi di forte innovazione – personalizzati in base alle esigenze dei clienti e della rete distributiva.

Trasporti, Cantamessa: a Pietrarsa grazie a Campania creiamo un molo

Trasporti, Cantamessa: a Pietrarsa grazie a Campania creiamo un moloNapoli, 8 mar. (askanews) – “Pietrarsa è al centro del nostro sviluppo. È un museo unico al mondo, raggiungibile via ferro con una stazione interna, sarà raggiunto con un sottopasso stradale, ma soprattutto grazie alla regione Campania stiamo creando un presupposto per un attracco, un molo”. A dirlo è Luigi Cantamessa Direttore generale della Fondazione FS Italiane, al Museo di Pietrarsa, a Napoli, per l’evento dei 10 anni della Fondazione, dove per l’occasione è stato organizzato un viaggio a bordo di un treno storico Arlecchino dalla stazione di Roma Ostiense fino al Museo di Pietrarsa che ospita un evento a cui parteciperanno, tra gli altri, i vertici del Gruppo FS, della Fondazione FS e istituzioni. “Immaginate da Capri, 30 minuti di navigazione e arrivare in questo luogo magnifico e qui imbarcarsi su un treno storico nella nostra piccola stazione dopo aver visitato i suoi fratelli fermi immobili che aprono la strada ad un treno storico che può partire da qui e lasciarli a Trieste a Campo Marzio il secondo museo di Ferrovie dello Stato. Musei sul mare, questa è l’Italia, questa è la bandiera che corre lungo le ferrovie” evidenzia Cantamessa.
Sul tema delle innovazioni, Cantamessa ricorda che “il passato è fonte inesauribile di ispirazione e nel 2023 la fortuna della nostra generazione è quella di godere della tecnologia. Immaginate la tecnologia applicata alla solidità di questi mostri di ferro. E quindi si riscopre prima di tutto l’identità, cosa ha fatto l’Italia nel campo dell’ingegneria ferroviaria e si rigenera l’indotto”. “Da quando Pietrarsa è tornata allo splendore che vedete hanno riaperto bar e ristoranti. Seimila persone lo visitavano all’anno, oggi sfioriamo 250 mila turisti e la metà sono stranieri” conclude il direttore generale.

Hera: con ACR nasce primo operatore nazionale nelle bonifiche ambientali

Hera: con ACR nasce primo operatore nazionale nelle bonifiche ambientaliMilano, 8 mar. (askanews) – Il Gruppo Hera e l’azienda modenese ACR hanno perfezionato l’operazione che sancisce la nascita del maggiore operatore italiano nel settore delle bonifiche ambientali e nel global service dei rifiuti industriali.
Il closing fa seguito all’accordo vincolante firmato dalle parti lo scorso 7 novembre, con l’acquisizione da parte della multiutility del 60% di ACR e il conferimento nella nuova società di alcune attività di bonifica e global service precedentemente in capo ad HASI. Il restante 40% rimane in capo alla famiglia Reggiani. In data odierna, inoltre, è stato nominato il cda della nuova ACR, in cui amministratori delegati restano i fratelli Alberto e Claudio Reggiani.
La partnership consentirà a Hera di rafforzare ulteriormente la propria leadership nel campo delle bonifiche, nel trattamento dei rifiuti industriali, nel decommissioning e nei lavori civili legati all’oil&gas. Il contributo atteso alla crescita del margine operativo lordo consolidato del gruppo è pari a circa 20 milioni di euro.
“Per il Gruppo Hera investire in un importante operatore emiliano come ACR è perfettamente in linea con l’orientamento strategico del gruppo che, con le sue attività, mira a garantire ritorni positivi e benefici economici per i territori, rendendoli sempre più competitivi”, ha dichiarato il presidente esecutivo Tomaso Tommasi di Vignano. “Inoltre, in piena continuità con le operazioni già concluse in questi anni la partnership con ACR ci consente di potenziare i servizi ambientali dedicati alle grandi aziende, espandendo la capacità operativa e impiantistica e ampliando la nostra presenza sul territorio nazionale. Forti della nostra pluriennale esperienza, con impianti all’avanguardia e personale altamente specializzato, siamo in grado di supportare le aziende con proposte chiavi in mano, con elevati standard di qualità e sicurezza, avanzate anche in termini di economia circolare, per rendere sempre più efficienti e virtuosi i loro processi e aiutarle a raggiungere obiettivi di sostenibilità concreti, misurabili e sempre più sfidanti”.