Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Veronica Tibiletti nel Cda di CDP Real Asset SGR S.p.A

Veronica Tibiletti nel Cda di CDP Real Asset SGR S.p.ARoma, 14 lug. (askanews) – La Prof.ssa Veronica Tibiletti è stata nominata consigliere indipendente nel Consiglio di Amministrazione della SGR del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti. La nomina di Tibiletti, professoressa associata di Economia Aziendale all’Università di Parma e membro effettivo del Collegio Sindacale di Fondazione Cariparma, si inserisce nell’ambito del piano di sviluppo della società CDP Real Asset SGR S.p.A., che ha ampliato il suo raggio di azione ai settori del turismo e delle infrastrutture. Il Piano industriale della SGR prevede nel mandato del nuovo Cda un rafforzamento della presenza nei progetti dell’abitare sostenibile, social, student e senior housing, un significativo incremento delle masse gestite e l’ingresso di nuovi investitori istituzionali per massimizzarne l’impatto sul territorio. Per supportare tali obiettivi sono state potenziate le competenze del Cda, che è passato da 5 a 7 membri.

“Siamo davvero orgogliosi di questa nomina – ha affermato Franco Magnani, Presidente di Fondazione Cariparma – riconosce il valore delle competenze presenti in Fondazione Cariparma a livello nazionale e va a rafforzare la nostra presenza e la nostra partecipazione alle sfide di sistema che ci attendono”. Già Professoressa Associata di Economia Aziendale presso l’Università di Parma. dopo aver conseguito la Laurea in Economia e Commercio e un PhD in Determinazione e Comunicazione del valore nelle aziende presso l’Università di Parma, Veronica Tibiletti è docente presso l’Università di Parma e autrice di numerose pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali in materia di Corporate Governance e Sostenibilità. Relatrice a convegni, in particolare sulle tematiche ESG, è iscritta all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Parma e al Registro dei Revisori Legali. Si occupa di corporate governance, con particolare riferimento ai Modelli di Organizzazione, Gestione e controllo di cui al D.Lgs. 231/2001 e di ESG.

“È per me un grande onore entrare a far parte del Consiglio di Amministrazione di un’importante società del Gruppo CDP, notoriamente un motore di eccellenza e sviluppo, dove convergono grandi professionalità e progetti cruciali per la crescita del nostro Paese. Le esperienze e le sensibilità maturate in Fondazione Cariparma e in ACRI mi aiuteranno ad affrontare gli importanti progetti del piano strategico di CDP Real Asset, tra cui rientra anche quello delle Terme Berzieri e il rilancio della città di Salsomaggiore Terme” ha affermato la Prof.ssa Tibiletti Oltre cinque miliardi di euro di masse gestite per investimenti complessivi immobiliari generati sul territorio pari a 10 miliardi. È l’obiettivo che il Gruppo CDP conta di raggiungere nell’arco di tre anni attraverso la gestione di fondi immobiliari e infrastrutturali. Protagonista di questa sfida CDP Real Asset SGR, la società guidata da Giancarlo Scotti che rappresenta nel Gruppo il polo dedicato alle attività di fund e asset management nel settore del real asset. Sono quattro le linee di intervento strategiche che valorizzano un patrimonio di competenze unico nel panorama delle SGR immobiliari italiane: sviluppo delle infrastrutture sociali dell’abitare, riqualificazione del patrimonio pubblico dismesso, supporto al settore turistico, crescita del mercato infrastrutturale italiano. Queste attività verranno realizzate grazie anche a un forte focus sugli investimenti ESG (Environment, Sustainability, Governance) e al ruolo di CDP Real Asset quale catalizzatore di risorse finanziarie italiane ed europee.

A Bruxelles incontro Fitto-Vestager su Zes unica e “Decontribuzione Sud”

A Bruxelles incontro Fitto-Vestager su Zes unica e “Decontribuzione Sud”Bruxelles, 13 lug. (askanews) – Il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto ha incontrato questa mattina a Bruxelles la Vicepresidente Esecutiva della Commissione europea responsabile per la Concorrenza, Margrethe Vestager, al fine di illustrare la proposta del governo di istituire un’unica Zona Economica Speciale (Zes) per l’intero Mezzogiorno d’Italia, e iniziare un confronto per rendere strutturale la misura “Decontribuzione Sud”, secondo quanto riferisce un comunicato del Ministero.

Vestager, secondo il comunicato, ha accolto positivamente la proposta della Zes, che supererà le attuali otto zone economiche speciali già previste, per rafforzare il sistema e sostenere la crescita e la competitività dell’intero Mezzogiorno d’Italia (le regioni interessate sono Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna). “Verranno estese a tutto il Mezzogiorno le misure di semplificazione e accelerazione delle procedure di approvazione e autorizzazione, e di sostegno alle imprese per le Zone Economiche Speciali. Gli strumenti di incentivazione saranno improntati a principi di certezza e stabilità del quadro normativo e di semplificazione procedurale, coprendo un orizzonte temporale più esteso rispetto agli attuali strumenti”, spiega la nota.

Tutto questo avverrà “in coerenza con i diversi strumenti di programmazione pluriennale europei e nazionali: il Pnrr e il relativo capitolo ‘REPowerEU’, la politica di Coesione e il Fondo di Sviluppo e Coesione”. “Sul piano operativo – continua la nota -, si estende a tutto il Mezzogiorno l’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti. Trasparenza ed efficienza dell’intero processo saranno assicurate attraverso uno ‘Sportello Unico Digitale’”. Durante l’incontro di Fitto con Vestager è stato anche avviato il confronto con la Commissione in ordine all’intenzione di rendere strutturale la misura “Decontribuzione Sud”, in scadenza al 31 dicembre 2023. “Come già fatto a fine 2022, quando siamo passati dalla proroga semestrale a quella annuale, il governo – riferisce la nota – intende promuovere un quadro normativo stabile pluriennale di riferimento per le imprese e per i lavoratori, al fine di sostenere l’occupazione nel Mezzogiorno, in particolare per le donne e i giovani”.

Secondo la nota del Ministero, la vicepresidente esecutiva Vestager “ha espresso la piena disponibilità della Commissione ad aprire un dialogo con il governo italiano per la trasformazione di questo strumento in una misura strutturale e permanente, rendendola al tempo stesso più orientata agli investimenti, e andando così incontro alle necessità e alle sfide per la crescita economica del Mezzogiorno”. Il ministro Fitto, riferisce ancora la nota, si è detto “molto soddisfatto dell’incontro”, e ha sottolineato il fatto che “queste misure rappresentano importanti strumenti per accrescere l’attrattività e la competitività del Mezzogiorno d’Italia riducendo i divari con il resto del Paese e dell’Ue”.

Secondo Fitto, “la Zes unica rappresenta un’importante opportunità di sviluppo e di attrazione degli investimenti, che insieme all’utilizzo efficace delle risorse europee e nazionali può rendere il Mezzogiorno d’Italia un riferimento importante, non solo del nostro paese ma di tutto il continente europeo”. “Si tratta – ha sottolineato ancora Fitto – di un vero e proprio volano decisivo per l’economia del Sud, dell’Italia e del Mediterraneo, e capace di segnare una svolta per il rilancio anche in termini di rinnovata centralità dell’intera area”. Il ministro ha giudicato poi “positiva” anche “l’apertura” della vicepresidente della Commissione sulla misura “Decontribuzione Sud”, che “si cercherà di rendere strutturale, dando così certezza normativa e temporale a imprese e lavoratori”. Oltre alla Zes unica per il Sud, nell’incontro si è parlato anche delle Politiche di Coesione e del Pnrr. “Ho ringraziato la vice presidente esecutiva per l’impegno comune profuso nella soluzione del caso del recupero di aiuti di Stato a suo tempo erogati a beneficio di alcune imprese del territorio di Venezia e Chioggia”, ha riferito Fitto. “Da marzo 2023 l’Italia cesserà finalmente di pagare i 24 milioni annui corrisposti negli ultimi sette anni” ha spiegato. “Viene così premiato – ha concluso il ministro – un lavoro comune tra governo, Regione Veneto e Commissione europea che, nel chiudere un lungo contenzioso, apporta un consistente beneficio per le finanze pubbliche e tutela gli interessi dei contribuenti italiani”, ha concluso Fitto.

Pnrr, Gentiloni: modifiche chieste da Italia sono sostanziali

Pnrr, Gentiloni: modifiche chieste da Italia sono sostanzialiBruxelles, 13 lug. (askanews) – Mentre proseguono i negoziati per il via libera sulla terza rata del Pnrr, l’Italia ha chiesto “modifiche sostanziali” agli obiettivi previsti per la quarta rata, per 1/3 del totale, e per valutarle servono “verifiche serie” delle condizioni e degli argomenti addotti, cosa che la Commissione sta facendo “con grandissimo impegno per ridurre il più possibile i tempi”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo alla riunione dell’Eurogruppo, oggi a Bruxelles.

“Le risorse previste dai programmi del Pnrr ci sono, la Commissione è pronta a erogarle e c’è un grande lavoro con i diversi paesi Ue, inclusa l’Italia, per concludere le valutazioni sulle diverse rate di erogazione”, ha detto il commissario, rispondendo a una domanda sulle conseguenze che può avere sui prestiti del Piano di Recovery dell’Ue all’Italia l’aumento dei tassi d’interesse, deciso dalla Bce per cercare di ridurre l’inflazione. Comunque, ha aggiunto Gentiloni, “penso che sia molto importante continuare a lavorare per abbassare l’inflazione, che alla fine è una tassa occulta che colpisce soprattutto il ceto medio, il lavoro dipendente e le famiglie. Dobbiamo abbassarla senza ricadere in una visione di austerity, che abbiamo abbandonato in questi anni”, ha osservato.

Quanto alla quarta rata del Pnrr italiano, “finora non abbiamo preso delle decisioni; abbiamo ricevuto – ha riferito Gentiloni – una richiesta del governo italiano di modificare 10 dei 27 obiettivi”, una richiesta “che stiamo esaminando il più velocemente possibile”. “Sulla base di questa valutazione – ha continuato il commissario – daremo un ritorno al governo italiano. In seguito a questo, nelle prossime settimane arriverà la vera e propria richiesta formale della quarta rata, e poi scatterà il periodo di due mesi per le valutazioni della Commissione”.

“Tutto questo può sembrare complicato, ma è certo che, se dobbiamo modificare così sostanzialmente i programmi, e nel caso della quarta rata per l’Italia si tratta di un terzo degli obiettivi, dobbiamo farlo – ha sottolineato Gentiloni – verificando molto seriamente le condizioni e gli argomenti, e prendendoci il tempo necessario. Ma vi assicuro che stiamo lavorando veramente con grandissimo impegno per ridurre il più possibile i tempi”. Quanto alla decisione finale sulla terza rata, è stato chiesto al commissario quando ci si può aspettare che arrivi: “Io – ha risposto il commissario – sono tante settimane che dico: prossimamente”, e ha ribadito: “Prossimamente”.

Infine, a una giornalista che ricordava l’affermazione di ieri della premier Giorgia Meloni, secondo cui sul Pnrr ci sarebbe più allarmismo in Italia che in Europa, Gentiloni ha replicato: “Io sono in Europa”.

Immobiliare, Idealista: rendimento delle abitazioni sale all’8,4%

Immobiliare, Idealista: rendimento delle abitazioni sale all’8,4%Milano, 13 lug. (askanews) – Passa dal 7,9% all’8,4% il rendimento lordo delle abitazioni alla fine del secondo trimestre del 2023, mentre rimangono stabili quelli degli altri prodotti del real estate. I titoli di Stato decennali offrono un rendimento inferiore del 4,2%, in forte ascesa nell’ultimo anno ma ancora inferiori a tutte le tipologie immobiliari. E’ quanto emerge da uno studio di Idealista che mette in relazione i prezzi di vendita e affitto di diversi prodotti immobiliari per calcolarne la redditività lorda.

I negozi rimangono il segmento più redditizio su cui investire. Acquistare un locale commerciale in Italia per affittarlo offre un rendimento lordo stabilmente fermo al 12%, lo stesso di dodici mesi fa. Gli uffici offrono un rendimento del 9,3% (contro il 9% di un anno fa) e nel caso dei garage il rendimento atteso sale al 7,4%, dal 7,2% del secondo trimestre del 2022. Tra i capoluoghi italiani, Ragusa (11,8%) si rivela il più redditizio davanti a Biella con il 9,8%. Alle loro spalle rendimenti al sopra la media italiana dell’8,4% anche per Trapani (9,7%), Siracusa (9,5%) e Catanzaro (9,1%) seguite da Brindisi, Pesaro, Massa (8,8% nei tre casi) e Andria (8,7%).

Al contrario è Cuneo (4,5%) il capoluogo meno remunerativo per i proprietari. Il centro piemontese precede Venezia, Siena e Trento (4,8% per le 3 città). Nei grandi mercati la Napoli e Roma promettono ritorni nell’ordine del 5,8%, Milano si ferma al 5.4%. Per i locali commerciali, esclusi i capannoni, il rendimento più alto si ottiene a Milano (15,8%), che precede Como (15,5%), Napoli e Genova (entrambe 15%). I ritorni a doppia cifra interessano oltre l’80% dei capoluoghi analizzati, dal 14,9% di Bologna al 10% di Lucca e L’Aquila. I quattordici centri con la redditività più bassa sono compresi una forchetta che va dal 9,8% di Ragusa e Ascoli Piceno e l’8% di Vibo Valentia.

Sciopero dei treni, i sindacati: altissima adesione, cancellazioni già programmate. Il Mit ha creato confusione

Sciopero dei treni, i sindacati: altissima adesione, cancellazioni già programmate. Il Mit ha creato confusioneRoma, 13 lug. (askanews) – “Altissime adesioni tra tutti i lavoratori con tante cancellazioni tra i treni non garantiti e ritardi tra quelli che circolano”, a riferirlo in una nota è la Filt Cgil sullo sciopero di oggi nel trasporto ferroviario.

“I ferrovieri di Trenitalia e Italo hanno risposto in massa alla protesta indetta a seguito dell’incapacità di due aziende di chiudere due vertenze aperte da mesi – spiega Filt Cgil – ma anche contro un’ordinanza vergognosa del ministero dei Trasporti che penalizza lavoratori e lavoratrici e osteggia pesantemente il diritto di sciopero previsto dalla costituzione”. L’ordinanza del Ministro Matteo Salvini, che ha limitato alle 15 di oggi la durata dello sciopero “oltreché essere illegittima e sbagliata – sottolinea la Federazione dei Trasporti della Cgil – ha creato più confusione e maggiori disagi, illudendo alla vigilia gli utenti che lo sciopero fosse revocato e mandando in tilt il sistema della circolazione dei treni visto che erano state già programmate le cancellazioni”.

“Dopo questa nuova ed alta risposta di adesione di lavoratrici e lavoratori delle ferrovie – conclude la Filt Cgil – siamo in attesa di sapere come proseguirà il tentativo di mediazione del ministro per far uscire le due aziende dal torpore di questi ultimi mesi di trattative e per riavviare un confronto costruttivo con Trenitalia su turni di lavoro e assunzioni e con Italo sul rinnovo del contratto”.

Diritti tv del campionato di Serie A, l’Antitrust multa Tim per 760mila euro e Dazn per 7 milioni

Diritti tv del campionato di Serie A, l’Antitrust multa Tim per 760mila euro e Dazn per 7 milioniRoma, 13 lug. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso l’istruttoria relativa ad alcune clausole dell’accordo fra Tim e Dazn sulla trasmissione delle partite del campionato di calcio di Serie A nel triennio 2021-2024. In base ai ricavi derivanti alle due società dalla commercializzazione dei diritti televisivi per la stagione 2021-2022, l’Autorità ha sanzionato Tim per 760.776,82 euro e Dazn per 7.240.250,84 euro. Si ricorda che, per il triennio 2021-2024, a seguito della gara indetta dalla Lega Calcio nel 2021, il titolare dei diritti tv è Dazn.

Secondo l’Autorità l’accordo, che prevedeva l’esclusiva a favore di Tim e il divieto di partnership con suoi concorrenti nel settore delle telecomunicazioni, poteva determinare effetti dannosi per le dinamiche competitive in atto nel settore delle TLC nei mercati dei servizi di connettività e della vendita al dettaglio dei servizi televisivi a pagamento. In virtù dell’accordo, infatti, Tim ha commercializzato un’offerta in bundle non replicabile dai suoi concorrenti, comprensiva dei contenuti di TimVision e di Dazn e del servizio di connettività. Si trattava, inoltre, di un’offerta suscettibile di sottrarre ai concorrenti di Tim, attivi nei mercati delle comunicazioni elettroniche, la possibilità di associare ai propri servizi di connettività contenuti di particolare pregio, come i diritti per la visione delle partite del campionato di Serie A per il triennio 2021-2024, limitando la capacità di esercitare una pressione concorrenziale nei confronti della stessa Tim. Peraltro alcune clausole risultavano idonee a limitare le opzioni commerciali di Dazn in relazione allo sviluppo di offerte di contenuti audiovisivi su altre piattaforme tecnologiche. Gli effetti dell’accordo, con particolare riferimento a quelli derivanti dall’esclusiva, sono durati circa un mese, in quanto sterilizzati dal tempestivo avvio del procedimento istruttorio da parte dell’Autorità avvenuto il 6 luglio 2021. Il contestuale sub-procedimento cautelare, intervenuto a ridosso dell’avvio della prima stagione calcistica del triennio 2021-2024, ha infatti impedito il protrarsi degli effetti dell’intesa, in quanto ad agosto 2021 Tim e Dazn hanno interrotto l’applicazione delle clausole contestate. L’originario accordo è stato poi sostituito da un nuovo contratto, stipulato il 4 agosto 2022, che ha eliminato del tutto l’esclusiva.

In tal modo, si è consentito a tutti gli operatori interessati, tra i quali Sky, di concludere partnership con Dazn e, quindi, di offrire in combinazione servizi di connettività e contenuti audiovisivi relativi al campionato di calcio di Serie A.

Diritti serie A, Antitrust multa Tim per 760mila euro e Dazn per 7 mln

Diritti serie A, Antitrust multa Tim per 760mila euro e Dazn per 7 mlnRoma, 13 lug. (askanews) – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso l’istruttoria relativa ad alcune clausole dell’accordo fra Tim e Dazn sulla trasmissione delle partite del campionato di calcio di Serie A nel triennio 2021-2024. In base ai ricavi derivanti alle due società dalla commercializzazione dei diritti televisivi per la stagione 2021-2022, l’Autorità ha sanzionato Tim per 760.776,82 euro e Dazn per 7.240.250,84 euro. L’Antitrust ricorda che per il triennio 2021-2024, a seguito della gara indetta dalla Lega Calcio nel 2021, il titolare dei diritti tv è Dazn.

Secondo l’Autorità l’accordo, che prevedeva l’esclusiva a favore di Tim e il divieto di partnership con suoi concorrenti nel settore delle telecomunicazioni, poteva determinare effetti dannosi per le dinamiche competitive in atto nel settore delle Tlc nei mercati dei servizi di connettività e della vendita al dettaglio dei servizi televisivi a pagamento. In virtù dell’accordo, infatti, Tim ha commercializzato un’offerta in bundle non replicabile dai suoi concorrenti, comprensiva dei contenuti di TimVision e di Dazn e del servizio di connettività. Si trattava, inoltre, di “un’offerta suscettibile di sottrarre ai concorrenti di Tim, attivi nei mercati delle comunicazioni elettroniche, la possibilità di associare ai propri servizi di connettività contenuti di particolare pregio, come i diritti per la visione delle partite del campionato di Serie A per il triennio 2021-2024, limitando la capacità di esercitare una pressione concorrenziale nei confronti della stessa Tim. Peraltro alcune clausole risultavano idonee a limitare le opzioni commerciali di Dazn in relazione allo sviluppo di offerte di contenuti audiovisivi su altre piattaforme tecnologiche”.

Gli effetti dell’accordo, “con particolare riferimento a quelli derivanti dall’esclusiva, sono durati circa un mese, in quanto sterilizzati dal tempestivo avvio del procedimento istruttorio da parte dell’Autorità avvenuto il 6 luglio 2021”. Il contestuale sub-procedimento cautelare, intervenuto a ridosso dell’avvio della prima stagione calcistica del triennio 2021-2024, “ha infatti impedito il protrarsi degli effetti dell’intesa, in quanto ad agosto 2021 Tim e Dazn hanno interrotto l’applicazione delle clausole contestate. L’originario accordo è stato poi sostituito da un nuovo contratto, stipulato il 4 agosto 2022, che ha eliminato del tutto l’esclusiva”. In tal modo, “si è consentito a tutti gli operatori interessati, tra i quali Sky, di concludere partnership con Dazn e, quindi, di offrire in combinazione servizi di connettività e contenuti audiovisivi relativi al campionato di calcio di Serie A”.

Sciopero dei treni dimezzato, finisce alle 15 di oggi (Salvini precetta e i sindacati protestano)

Sciopero dei treni dimezzato, finisce alle 15 di oggi (Salvini precetta e i sindacati protestano)Milano, 13 lug. (askanews) – Lo sciopero dei treni è stato dimezzato: durerà fino alle 15 di oggi (ma con il rischio di ripercussioni anche oltre questo orario). Lo sciopero nazionale, proclamato dalle organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Slm Fast Confsal e Orsa Ferrovie, è stato ridotto a 12 ore, a seguito dell’ordinanza emessa dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il Mit ha inviato ieri ai sindacati “un provvedimento di riduzione della durata delle astensioni già proclamate per domani, giovedì 13 luglio 2023, dalle 3 del mattino fino alle 2 di venerdì 14. Con il provvedimento firmato da Matteo Salvini lo sciopero terminerà alle ore 15”. Il ministro, ha deciso di prendere questa misura “anche alla luce dell’assicurazione – maturata durante il tavolo convocato al dicastero di Porta Pia e di cui Salvini si fa garante – dell’immediata ripresa delle trattative sindacali su tutti i punti oggetto dell’agitazione. Non solo. Il Mit ha agito anche in base a una nota della Commissione Garanzia Scioperi”. Salvini, in una dichiarazione video alla stampa, ha spiegato di aver firmato l’ordinanza che dimezza lo sciopero, “perché lasciare a piedi un milione di italiani, di pendolari, di lavoratrici e di lavoratori, un giovedì di luglio con temperature fino ai 35 gradi era impensabile”. “Quindi – ha aggiunto il ministro – mi adopererò perché le aziende incontrino i sindacati per arrivare a dare soddisfazione ai lavoratori delle ferrovie italiane senza però lasciare a piedi centinaia di migliaia di italiani che non ne hanno colpa”.

Dura la protesta dei sindacati. “La precettazione è un’iniziativa, vergognosa, sbagliata e illegittima”, ha dichiarato il segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio, spiegando che “le proclamazioni degli scioperi sono a conoscenza del Ministero dei Trasporti dall’8 e dal 22 giugno, in questi 34 giorni nulla è stato fatto per evitarli mentre vi era tutto il tempo e la disponibilità per farlo”. I tavoli convocati da Mit ieri, che non hanno prodotto i risultati sperati, sono stati giudicati tardivi e – ha sottolineato il segretario generale della Filt – “l’impressione generale è di un Ministero che prova a recuperare tempo perso quando ormai è troppo tardi. Treni ed aerei sono già stati cancellati in previsione dello sciopero e quindi in ogni caso non saranno evitati i disagi ai viaggiatori che vanno imputati a chi ha portato le trattative ad un punto morto”. E “i lavoratori protestano per il rinnovo di due contratti nazionali e per una vertenza nella più grande azienda di trasporto del paese, altro che micro rivendicazioni come le definisce il Ministro e, se si fossero date risposte, avrebbero evitato di perdere salario con uno sciopero”.

“Ricorreremo nelle sedi giudiziarie competenti per impugnare questo provvedimento che contrasta pesantemente con il diritto allo sciopero previsto dalla nostra Costituzione”, hanno affermato il segretario generale della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi e il segretario nazionale Roberto Napoleoni, ricordando che “lo sciopero, sia quello di Trenitalia che Italo-Ntv era stato proclamato da tempo e con l’approvazione del Garante sugli scioperi”, e il ministero, “fuori tempo massimo” ha deciso di convocare “un tavolo assolutamente inconcludente che non ha portato a nessuna soluzione per le lavoratrici e i lavoratori”. “Comprendiamo i buoni intenti, seppure molto tardivi, che hanno spinto il ministro Salvini a convocare i sindacati e le imprese ferroviarie nel tentativo estremo di rinviare l’azione di sciopero programmata dalle ore 03.00 di questa notte. Ma facciamo davvero fatica a capire la scelta della precettazione, con cui il ministro ha dimezzato l’iniziativa di protesta e imposto ai lavoratori di riprendere le attività alle 15.00”, hanno commentato il segretario generale Fast Confsal, Pietro Serbassi.

Trenitalia, nel prendere atto dell’ordinanza, ha però avvertito che lo sciopero “potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni Regionali di Trenitalia”, e gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, sottolinea, “potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine dello sciopero”. Durante lo sciopero “sarà comunque programmata l’effettuazione di alcune corse nazionali elencate nelle apposite tabelle dei treni da assicurare in caso di sciopero, consultabili su trenitalia.com”. Informazioni su collegamenti e servizi sono diffusi anche attraverso l’app Trenitalia, la sezione Infomobilità di trenitalia.com, i canali social e web del Gruppo FS Italiane, oltre che nelle biglietterie e negli uffici assistenza delle stazioni ferroviarie, alle biglietterie self-service e presso le agenzie di viaggio convenzionate.

Treni, il Mit notifica ai sindacati la riduzione dello sciopero

Treni, il Mit notifica ai sindacati la riduzione dello scioperoMilano, 12 lug. (askanews) – È stato inviato dal Mit ai sindacati “un provvedimento di riduzione della durata delle astensioni già proclamate per domani, giovedì 13 luglio 2023, dalle 3 del mattino fino alle 2 di venerdì 14. Con il provvedimento firmato da Matteo Salvini lo sciopero terminerà alle ore 15”.

Il ministro, informa un comunicato del Mit, ha deciso di prendere questa misura “anche alla luce dell’assicurazione – maturata durante il tavolo convocato al dicastero di Porta Pia e di cui Salvini si fa garante – dell’immediata ripresa delle trattative sindacali su tutti i punti oggetto dell’agitazione. Non solo. Il Mit ha agito anche in base a una nota della Commissione Garanzia Scioperi”.

Fisco, alla Camera primo giro di boa per delega. Governo accelera

Fisco, alla Camera primo giro di boa per delega. Governo acceleraRoma, 12 lug. (askanews) – Primo giro di boa oggi alla Camera per il disegno di legge delega sulla riforma fiscale. I sì (182) sono giunti oltre che dai gruppi di maggioranza anche da Azione-Italia Viva, che vede continuità con la delega del governo Draghi. I deputati di +Europa si sono astenuti.

L’esecutivo vuole accelerare l’iter parlamentare per giungere all’approvazione definitiva prima della pausa estiva, questo almeno l’auspico del vice ministro dell’economia, Maurizio Leo, che però non si è sbilanciato sui tempi della fase attuativa. “Faremo previsioni quando avremo certezza sulle risorse disponibili – ha detto interpellato da Askanews -. Dobbiamo aspettare di valutare l’andamento dei conti del 2023 e la Nadef”. Intanto però dal 2024 “potranno entrare il vigore le misure che non comportano copertura, come quelle sui procedimenti e gli adempimenti”. Il disegno di legge delega disegna la cornice della riforma foscale, ne delinea i principi, precisa che la riforma non dovrà comportare oneri per le casse dello Stato, nè aggravi della pressione fiscale. In buona parte si finanzierà con la revisione delle tax expenditure, che sono proliferate a oltre 600 e hanno un costo di 165 miliardi, ma serviranno ulteriori risorse.

La delega tocca tutti i tributi, diretti e indiretti, degli enti territoriali, doganali e sui giochi. Per l’irpef si prevede la revisione di aliquote e scaglioni con la prospettiva dell’aliquota unica (flat tax). Ma questo è un obiettivo graduale di legislatura. L’Ires, che versano le società di capitali, sarà più bassa sulla quota di reddito che viene destinata a investimenti o assunzioni. Una parte importante della delega è riservata alla semplificazione dei procedimenti dichiarativi, accertativi, di riscossione e del contenzioso. I decreti delegati che conterranno le norme attuative dovranno essere adottati entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge delega.

Quanto alle procedure di accertamento, il nuovo fisco punta sul potenziamento della cooperative compliance e sull’istituzione del concordato preventivo biennale per i contribuenti, titolari di reddito di impresa o di lavoro autonomi, di minori dimensioni. Con quest’ultimo istituto, in sostanza, i contribuenti avranno la possibilità di aderire alla proposta che formula l’Agenzia delle Entrate sulla base delle informazioni contenute nelle banche dati, per il pagamento delle imposte sui redditi per due anni. Eventuali maggiori o minori redditi imponibili rispetto a quelli proposti dall’Agenzia diventano irrilevanti ai fini del pagamento delle imposte, fermi restando gli obblighi contabili e dichiarativi. L’esame della Camera non ha apportato modifiche significative al testo. Tra le principale figurano l’aliquota agevolata per le tredicesime, gli straordinari sopra una certa soglia e i premi di produttività e la possibilità di rateizzare il pagamento degli acconti e del saldo irpef per gli autonomi e gli imprenditori individuali.