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Lavoro, Istat: ad agosto +59mila occupati, in un anno +523mila

Lavoro, Istat: ad agosto +59mila occupati, in un anno +523milaRoma, 2 ott. (askanews) – Ad agosto, dopo il calo registrato a luglio, l’occupazione torna a crescere – di 59 mila unità rispetto al mese precedente – soprattutto tra i dipendenti a termine. Il numero di occupati, su base annua, supera quello di agosto 2022 del 2,3%, pari a +523mila unità. Secondo le stime preliminari dell’Istat, in totale gli occupati si attestano a 23milioni 593mila e, rispetto ad agosto 2022, si registra un aumento di 550 mila dipendenti permanenti e di 48 mila autonomi, mentre il numero dei dipendenti a termine risulta inferiore di 74 mila. Il tasso di occupazione sale al 61,5% (+0,1 punti).

L’aumento dell’occupazione (+0,3%, pari a +59mila unità), osservato per uomini e donne, dipendenti e autonomi, coinvolge i 25-34enni e i maggiori di 50 anni di età. Confrontando il trimestre giugno-agosto 2023 con quello precedente (marzo-maggio 2023), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,5%, per un totale di 129mila occupati.

Su base annua l’aumento dell’occupazione coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa: il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,4 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+1,0 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva.

Lavoro, Istat: disoccupazione agosto cala al 7,3%, per giovani al 22%

Lavoro, Istat: disoccupazione agosto cala al 7,3%, per giovani al 22%Roma, 2 ott. (askanews) – Ad agosto il tasso di disoccupazione totale scende al 7,3% (-0,2 punti), quello giovanile al 22% (-0,1 punti). E’ la stima preliminare diffusa dall’Istat.

La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-3,2%, pari a -62mila unità) coinvolge sia uomini sia donne e riguarda tutte le classi d’età. Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni è sostanzialmente stabile ed è sintesi dell’aumento tra gli uomini e tra chi ha meno di 50 anni d’età e della diminuzione tra donne e ultracinquantenni. Il tasso di inattività è stabile al 33,5%.

Rispetto ad agosto 2022, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-9,1%, pari a -185mila unità) sia il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,1%, pari a -398mila).

Bce, De Guindos: rialzo petrolio complica ma non stravolge il quadro

Bce, De Guindos: rialzo petrolio complica ma non stravolge il quadroRoma, 2 ott. (askanews) – Per la Banca centrale europea i recenti aumenti dei prezzi di petrolio e gas, combinati con l’indebolimento dell’euro “rendono le cose più difficili. Ma non direi che si tratta di un punto di svolta. La mia preoccupazione è che l’aumento del petrolio possa avere un impatto peggiorativo sulle aspettative di inflazione di imprese famiglie”. Lo afferma il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos in una intervista al Financial Times.

Il numero due dell’istituzione afferma che nessuno alla Bce vuole creare “una recessione inutile e dolorosa. Dobbiamo riportare l’inflazione alla nostra definizione di stabilità dei prezzi, mentre al tempo stesso cerchiamo di minimizzare i danni che si possono creare in termini di rallentamento dell’economia. Alla fine della fiera questo è un equilibrio molto delicato”, prosegue. Il banchiere centrale spagnolo spiega che al momento un fattore chiave sotto analisi è quello della valutazione della trasmissione delle strette monetarie già operate con i rialzi dei tassi. La prima fase la trasmissione “è quasi completa” e lo si può vedere “nei canali bancari dove c’è stato un inasprimento delle condizioni di finanziamento e un calo rilevante della domanda di credito”. Più complicato è valutare la seconda fase dell’impatto della stretta monetaria, che riguarda l’insieme dell’economia reale. Qui “c’è molto incertezza e abbiamo visto un rallentamento dell’economia”, ma ci sono altri fattori da valutare, come i redditi disponibili delle famiglie e le esportazioni. “Bisogna capire quanto intensa sia la trasmissione all’economia reale e, indirettamente, all’inflazione”.

“Se la trasmissione fosse incompleta dovremmo essere un po’ più pazienti. Se la trasmissione fosse molto vicina al completamento allora dovremmo considerare i prossimi passi per garantire che l’inflazione converga al nostro obiettivo”. Indirettamente, quindi, sembra far capire che si tratterebbe a quel punto di interrompere la manovra di rialzo dei tassi, stabilizzarli e valutare quali altre eventuali misure adottare mentre la politica monetaria è arrivata la sua “quota di crociera”.

Manovra, Landini: taglio cuneo? Governo vende la Fontana di Trevi

Manovra, Landini: taglio cuneo? Governo vende la Fontana di TreviMilano, 1 ott. (askanews) – Una manovra “senza coraggio e visione”, che “non toglie le ragioni della nostra mobilitazione a partire dalla manifestazione di sabato” a Roma con 200 associaziono, dove “indicheremo la ‘Via Maestra’ per la Costituzione e la pace, contro la precarietà e per un futuro diverso”. Lo afferma il leader Cgil, Maurizio Landini, in un’intervista a Repubblica.

Secondo il sindacalista, “il taglio del cuneo è una nostra richiesta, conquistata con il governo Draghi. Ma qui viene riconfermato quel che già c’è, non si possono vendere la stessa operazione due volte, come Totò con la Fontana di Trevi. Tra l’altro la misura non è strutturale, dura solo un altro anno. I salari devono crescere per recuperare il potere d’acquisto perso, le detrazioni non sono indicizzate all’inflazione, le pensioni sono dimenticate anzi tagliate in questi anni del 10% da una rivalutazione parziale”. Landini di sofferma sulla “perdita del potere d’acquisto” delle famiglie italiane, con “il carrello della spesa ancora sopra l’8%”. E puntualizza: “Tutte le misure spot non stanno funzionando, dal prezzo medio dei carburanti al bonus benzina dato a pochi. Il carrello tricolore fa sorridere: sperimentale, a termine, volontario. Intanto aumenta tutto: bollette, carburanti, mutuo, affitti, scuola, sanità. Le ragioni per manifestare sono tantissime. E non sarà una manifestazione contro qualcuno, ma per chiedere cambiamenti e riforme”.

Inflazione, da oggi prezzi calmierati sui beni di largo consumo

Inflazione, da oggi prezzi calmierati sui beni di largo consumoRoma, 1 ott. (askanews) – Al via da oggi e fino a fine anno a sconti e prezzi calmierati o fissi sui beni di largo consumo appartenenti al “carrello della spesa”. A beneficiare dell’iniziativa frutto di un Patto siglato dal Governo con 32 associazioni di categoria legate al mondo del largo consumo sono beni di prima necessità come pane, latte, uova, farina, prodotti per l’infanzia e per l’igiene personale anche se ciascun operatore aderente potrà concorrere alla lotta all’inflazione scegliendo liberamente gli articoli che saranno oggetto di promozioni anti-inflazione, purché siano beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo.

I prodotti sui quali sono stati applicati prezzi fissi o promozioni sono riconoscibili da un bollino tricolore con il logo che riprende la forma stilizzata di un carrello della spesa e riporta la scritta “trimestre anti-inflazione. Gli esercizi e le aziende che aderiscono all’iniziativa sono riconoscibili tramite l’esposizione di questo logo, che potranno utilizzare anche nei propri canali di comunicazione al pubblico. Sul sito del ministero è possibile inoltre consultare l’elenco degli esercizi aderenti divisi per regione. (segue) .

Il presidente dell’Abi: stop alla spirale dell’aumento dei tassi, serve incentivare lo sviluppo

Il presidente dell’Abi: stop alla spirale dell’aumento dei tassi, serve incentivare lo sviluppoPaestum, 30 set. (askanews) – “In Italia non possiamo permetterci un’altra recessione”, “abbiamo un enorme debito pubblico che è cresciuto costantemente dal 1967 e per far fronte a questo debito pubblico e per non subire ulteriori aumenti delle tasse, bisogna aumentare lo sviluppo e l’occupazione e, di conseguenza, bisogna fermarsi con la spirale della crescita dei tassi, bisogna fermarsi con i restringimenti della liquidità e incentivare innanzitutto lo sviluppo prima ancora della stabilità”. Lo ha detto Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, intervenendo alla kermesse di Forza Italia a Paestum.

“Attenzione – ha aggiunto – a non ragionare con parametri vecchi. E’ vero lo spread è in questo ultimo anno sotto controllo, sotto ai 200 punti base che però attenzione sono un costo, ma non è più un termometro infallibile perché fa riferimento al costo del denaro in Germania, ma la Germania non è più la locomotiva e di conseguenza i Bund, i loro titoli del debito pubblico costano molto di più”.

Giorgetti: con la manovrà è necessario fare scelte difficili

Giorgetti: con la manovrà è necessario fare scelte difficiliRoma, 30 set. (askanews) – “In una situazione in cui la finanza pubblica è gravata dall’onere degli incentivi edilizi, dal rialzo dei tassi di interesse e dal rallentamento del ciclo economico internazionale, è necessario fare scelte difficili”. E’ quanto scrive il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella premessa alla Nota di aggiornamento del Def.

“Il Governo – prosegue – ha optato per misure che affrontino i problemi più impellenti del Paese, l’inflazione, la povertà energetica e alimentare, la decrescita demografica, promuovendo al contempo gli investimenti, l’innovazione, la crescita sostenibile e la capacità di reagire dell’economia”. “La strategia del Governo si basa, dunque, sull’individuazione di un punto di equilibrio tra sostegno alla crescita, agli investimenti e al potere d’acquisto delle famiglie italiane, da un lato, e disciplina di bilancio e riduzione del rapporto debito/PIL, dall’altro. Ciò sarà possibile anche attraverso la dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un’opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico” scrive ancora il ministro Giorgetti, nella premessa alla Nota di aggiornamento del Def.

Giorgetti spiega anche che “il Governo ha in programma non solo di dismettere asset, ma anche di acquisire partecipazioni strategiche in settori chiave per la modernizzazione e digitalizzazione della nostra economia, quali le reti di telecomunicazione, nonché di adottare politiche innovative per lo sviluppo delle infrastrutture”.

Confindustria: con la stretta della Bce +4,6 miliardi di interessi per i mutui a tasso variabile

Confindustria: con la stretta della Bce +4,6 miliardi di interessi per i mutui a tasso variabileMilano, 30 set. (askanews) – La stretta della Bce sui tassi di interesse “ha un impatto considerevole soprattutto sulle famiglie che hanno mutui casa”, con “un aggravio di interessi annui pari a +4,6 miliardi, in aggregato”, per chi ha sottoscritto il tasso variabile. E’ quanto scrive il Centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di settembre 2023. Un rincaro “che pesa da subito, nel 2023, dato che le rate sui mutui variabili si aggiornano mese per mese”.

Il maggiore onere legato all’aumento degli interessi, spiega Csc, “è abbastanza concentrato, perché riguarda solo le famiglie che hanno comprato casa con un mutuo variabile. I 4,6 miliardi di interessi in più nel 2023 sono pagati solo da queste famiglie, per le quali i maggiori tassi corrispondono a +3.683 euro di interessi nell’anno (+307 al mese, un aumento consistente della rata per una famiglia con un mutuo residuo medio di circa 130mila euro)”. Per il Centro studi “non si tratta necessariamente di famiglie povere: in Italia l’affitto è più diffuso tra le famiglie a minor reddito, mentre la proprietà e quindi il mutuo è più diffuso tra quelle a maggior reddito”.

Inoltre, “per una famiglia con mutuo variabile oggi e altri 5 anni di rate da pagare, a tassi invariati, l’aggravio complessivo di interessi è di circa 11mila euro; per 10 e 15 anni di rate l’aggravio arriva a +20mila e +29mila a famiglia. Si tratta di stime ipotetiche – sottolinea Csc – visto che ci si attende una discesa dei tassi nei prossimi due anni, ma se ciò non accadesse l’impatto sul settore edile sarebbe molto rilevante: ribasso dei prezzi, freno agli investimenti”.

Confindustria: con stretta Bce +4,6mld per mutui a tasso variabile

Confindustria: con stretta Bce +4,6mld per mutui a tasso variabileMilano, 30 set. (askanews) – La stretta della Bce sui tassi di interesse “ha un impatto considerevole soprattutto sulle famiglie che hanno mutui casa”, con “un aggravio di interessi annui pari a +4,6 miliardi, in aggregato”, per chi ha sottoscritto il tasso variabile. E’ quanto scrive il Centro studi di Confindustria nella congiuntura flash di settembre 2023. Un rincaro “che pesa da subito, nel 2023, dato che le rate sui mutui variabili si aggiornano mese per mese”.

Il maggiore onere legato all’aumento degli interessi, spiega Csc, “è abbastanza concentrato, perché riguarda solo le famiglie che hanno comprato casa con un mutuo variabile. I 4,6 miliardi di interessi in più nel 2023 sono pagati solo da queste famiglie, per le quali i maggiori tassi corrispondono a +3.683 euro di interessi nell’anno (+307 al mese, un aumento consistente della rata per una famiglia con un mutuo residuo medio di circa 130mila euro)”. Per il Centro studi “non si tratta necessariamente di famiglie povere: in Italia l’affitto è più diffuso tra le famiglie a minor reddito, mentre la proprietà e quindi il mutuo è più diffuso tra quelle a maggior reddito”.

Inoltre, “per una famiglia con mutuo variabile oggi e altri 5 anni di rate da pagare, a tassi invariati, l’aggravio complessivo di interessi è di circa 11mila euro; per 10 e 15 anni di rate l’aggravio arriva a +20mila e +29mila a famiglia. Si tratta di stime ipotetiche – sottolinea Csc – visto che ci si attende una discesa dei tassi nei prossimi due anni, ma se ciò non accadesse l’impatto sul settore edile sarebbe molto rilevante: ribasso dei prezzi, freno agli investimenti”.

Acampora (Confcommercio): economia del Mare strategica, vale 143 miliardi

Acampora (Confcommercio): economia del Mare strategica, vale 143 miliardiRoma, 29 set. (askanews) – “In una fase così importante per il nostro Paese, che sta vivendo una nuova stagione con l’istituzione del Ministero del Mare, che abbiamo chiesto a gran voce, e che, a luglio scorso, ha licenziato il suo primo Piano triennale del mare approvato dal Cipom, l’importanza delle analisi, dell’approccio metodologico e delle fonti utilizzate è fondamentale per avere un quadro esaustivo e chiaro delle dimensioni dell’Economia del Mare. In questo momento nel quale c’è grande attenzione sul tema, si corre il rischio di generare una disinformazione sui dati reali di questo settore, che credetemi non è utile a nessuno”. Così ha sottolineato Giovanni Acampora, coordinando i lavori di Confcommercio Nazionale sulla Blue Economy alla Conferenza di Sistema a Villasimius, in Sardegna.

“Il Piano del Mare è un lavoro frutto di una grande partecipazione, con l’audizione di circa 200 fra stakeholder e associazioni e a cui io stesso ho avuto l’onore di partecipare come componente del Comitato di esperti della Struttura tecnica di missione. Per questo voglio ringraziare il ministro Nello Musumeci per la fiducia e per essere sempre al nostro fianco. “Anche oggi ha voluto far sentire il suo pieno sostegno alla nostra Confederazione. Ora occorre, però armonizzare i dati con l’Europa per far comprendere ancora meglio il vero valore e l’unicità dell’Italia nell’economia del mare, che oggi tra componente diretta è indiretta arriva quasi a 143 miliardi di euro, quasi il 9% del complesso del valore aggiunto prodotto a livello nazionale”.

Acampora evidenziato come “il nostro Paese ha una vocazione marittima naturale: siamo secondi solo alla Grecia per km di costa; il 34% della popolazione, pari ad oltre 20 milioni di abitanti, vive nelle zone costiere; il Mediterraneo rappresenta l’1% della superficie marina del mondo e vi transita il 20% del traffico marittimo mondiale. Il mare è la nostra prima infrastruttura naturale e strategica. Per questo il lavoro associativo e conseguentemente il sistema camerale lavora sull’economia del mare, con l’obiettivo di dare la giusta importanza a tutto l’insieme di filiere che la compongono”. “La sintesi la facciamo con il Rapporto nazionale sull’Economia del Mare, giunto alla sua XI edizione, realizzato con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne di Unioncamere che, lo voglio sottolineare, è tra i pochi soggetti riconosciuti dal Sistema statistico nazionale. E, lo dico con una punta di orgoglio, le nostre metodologie sono state riconosciute una best practice dalla Commissione e dal Parlamento Europeo”.

“Ora occorre far convergere gli sforzi. L’Europa ci ha lanciato una sfida che noi, con il Blue Forum Italia Network, la rete degli utenti del mare, abbiamo voluto raccogliere. Creare la nuova visione strategica marittima dell’Italia”.