Industria, Istat: produzione maggio +1,6% su mese, -3,7% su annoRoma, 11 lug. (askanews) – A maggio l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1,6% rispetto ad aprile. Corretto per gli effetti di calendario, l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali del 3,7% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 come a maggio 2022). Lo ha reso noto l’Istat.
Nella media del periodo marzo-maggio il livello della produzione diminuisce dell’1,8% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice destagionalizzato mensile segna aumenti congiunturali in tutti i raggruppamenti principali di industrie: variazioni positive caratterizzano, infatti, i beni strumentali (+1,4%), i beni intermedi (+1,2%), i beni di consumo (+1,1%) e, in misura marginale, l’energia (+0,1%).
Tra i principali settori cresce, su base annua, solo quello dei beni strumentali (+2,1%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-4,2%), i beni intermedi (-7,4%) e l’energia (-8,5%). Tra i settori di attività economica in crescita tendenziale si segnalano la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+8,9%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+8,4%) e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+5,1%). Le flessioni più ampie si registrano nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-19%), nell’industria del legno, della carta e della stampa (-15,8%) e nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-10,3%). “La produzione industriale – è il commento dell’Istat – torna a crescere a maggio, in termini congiunturali, dopo quattro flessioni consecutive. L’incremento coinvolge tutti i principali comparti. Considerando gli ultimi tre mesi, tuttavia, la produzione continua a mostrare un calo congiunturale, che si estende a tutti i settori di attività, con le uniche eccezioni rappresentate dai prodotti della raffinazione petrolifera e dai mezzi di trasporto. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo è in diminuzione a maggio, come pure quelli relativi ai principali raggruppamenti di industrie, con l’eccezione dei beni strumentali”.
Big Tech, Approvato trasferimento dati da Europa a UsaNew York, 10 lug. (askanews) – L’Unione Europea ha approvato un piano che consentirà alle aziende di continuare a archiviare i dati sugli europei sul suolo statunitense, evitando un’interruzione potenzialmente costosa, soprattutto per le Big Tech dei flussi di dati transatlantici.
L’accordo, noto come Trans-Atlantic Data Privacy Framework, segna il culmine di lunghi negoziati con gli Stati Uniti sui trasferimenti di dati che vengono utilizzati da migliaia di aziende per vendere annunci online e misurare il traffico verso i loro siti web. Ora il Data Privacy Framework dovrà affrontare i sostenitori della privacy in Europa, che chiedono agli Stati Uniti di apportare modifiche sostanziali alle leggi sulla sorveglianza dei dati. L’accordo prevede che gli Stati Uniti creino un tribunale che avrà l’autorità per gestire le rivendicazioni dei cittadini dell’UE e imporre rimedi se rileva che le leggi statunitensi sono state violate. Gli Usa si sono impegnati a limitare la raccolta di segnali di intelligence, che possono intercettare le comunicazioni elettroniche
I regolatori della privacy dell’UE all’inizio di quest’anno hanno multato Meta per 1,3 miliardi di dollari, per aver archiviato informazioni sugli utenti europei sui server negli Stati Uniti. L’accordo implica che Meta potrebbe non dover ubbidere all’ordine di cancellare i dati e interrompere i flussi, anche se si prevede che la società sarà comunque soggetta alla sanzione.
Caro-voli, Brunini (Sea): domanda forte, riempimento oltre il 2019Ferno (Varese), 10 lug. (askanews) – “Oggi siamo tutti sorpresi perché nonostante l’aumento notevole dei prezzi dei biglietti aerei, la domanda è forte e sostenuta, il riempimento degli aerei oggi è superiore al riempimento che c’era nel 2019”. Lo ha sottolineato l’ad di Sea, Armando Brunini, parlando del caro dei prezzi aerei a margine di un evento Malpensa organizzato da Sea e Dhl Express.
“Mentre i volumi complessivi sono vicini al 2019: se con meno voli il riempimento è forte significa che nonostante i prezzi più alti la gente ha una voglia elevatissima di volare. Vediamo se dura”, ha chiosato.
Stellantis, Urso vede Tavares: entro fine luglio accordo di transizioneMilano, 10 lug. (askanews) – Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso ha incontrato lunedì a Palazzo Piacentini a Roma, l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, per un colloquio di 90 minuti che il ministero ha definito “cordiale e costruttivo”. Al termine dell’incontro, spiega una nota del Mimit, le parti hanno costituto un gruppo di lavoro tecnico per giungere entro la fine del mese ad un “accordo di transizione”.
Le parti, si legge nella nota, hanno condiviso la necessità di invertire da subito il trend produttivo negativo degli ultimi venti anni, nella convinzione che l’Italia possa consolidare, nel nuovo contesto globale, la sua produzione industriale orgoglio del made in Italy. Il ministro Urso ha illustrato il documento di politica industriale sull’automotive elaborato sulla base anche del confronto con le le parti sociali e produttive e con le Regioni sede di stabilimenti di Stellantis, nel quale si indicano obiettivi e modalità per aumentare i livelli produttivi, ampliare la gamma dei modelli, investire su ricerca e innovazione, a tutela della occupazione e della intera filiera del settore. Le parti, condividendo gli obiettivi del documento, hanno costituto un gruppo di lavoro tecnico per giungere entro la fine del mese ad un “accordo di transizione” nel quadro di una rinnovata politica industriale europea che dovrà tutelare la produzione e l’occupazione interna.
In occasione dell’incontro avvenuto a Palazzo Piacentini, a quanto si apprende, il ministro ha regalato una copia della Costituzione italiana all’ammininistratore delegato di Stellantis con evidenziati gli articoli 1 e 41, il primo a ricordare che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, il secondo a sottolineare che in Italia l’iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana.
Bonomi: da Timmermans approccio ideologico sulla sostenibilitàModena, 10 lug. (askanews) – Dobbiamo “raggiungere gli obiettivi di sostenibilità però in una serietà di approccio non ideologico. Purtroppo abbiamo un commissario di nome Timmermans che ha un approccio ideologico”. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, all’assemblea generale dei soci Ucima a Baggiovara di Modena.
“Condividiamo gli obiettivi di sostenibilità a condizione che siano nello spirito iniziale della Commissione che era quello della neutralità tecnologica, cosa che è venuta meno – ha spiegato Bonomi -. Noi siamo primi in Europa per tecnologie del riciclo” e “abbiamo raggiunto gli obiettivi dell’Unione europa previsti per il 2030 con nove anni di anticipo” tanto che “noi ricicliamo il 73% dei materiali”. Quindi “non comprendiamo la scelta dell’Ue quando dice ‘si va solo sul riuso’ – ha aggiunto il presidente degli industriali -. Innanzitutto perché non è supportato da dati empirici che dimostrino il riuso è meglio del riciclo”. Infatti “da quello che sappiamo il riuso consuma molta più energia e molta più acqua e ha anche alcune carenze dal punto di vista sanitario”. In linea di massimo, ha precisato Bonomi “non siamo contrari al riuso ideologicamente come fa l’Ue, perché già oggi 2,2 milioni di tonnellate di prodotti sono di riuso. Quindi bene raggiungere gli obiettivi di sostenibilità però in una serietà di approccio non ideologico. Purtroppo abbiamo un commissario di nome Timmermans che ha un approccio ideologico”.
Cina a un passo dalla deflazione: giù prezzi degli immobiliRoma, 10 lug. (askanews) – L’economia cinese a giugno si avvicinata a un passo dalla deflazione. L’indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato su base annua ed è diminuito dello 0,2% rispetto al mese precedente, mentre i prezzi alla produzione sono scesi al ritmo più rapido dal 2016, poiché la domanda di beni di consumo e manufatti si è indebolita.
Gli analisti – riporta il Financial Times – prevedevano che le cifre avrebbero portato la banca centrale cinese, la People’s Bank of China, a ridurre nuovamente i tassi di interesse, in aggiunta a una serie di tagli del mese scorso che molti ritengono che Pechino dovrà integrare con politiche di stimolo fiscale. “La Cina è ancora in crescita: la domanda è se raggiungerà il suo obiettivo”, ha affermato Heron Lim, economista di Moody’s Analytics. “In termini di quella ripresa, è ancora lì, ma la preoccupazione è che stia rallentando”.
La Cina mira a una crescita del prodotto interno lordo del 5% quest’anno mentre l’economia emerge dai controlli draconiani del Covid-19, ma la ripresa si sta rivelando fragile, con i prezzi degli immobili e le esportazioni in calo. Il consumo è ancora in crescita, ma vi sono preoccupazioni che il governo dovrà fare di più per sostenere la ripresa mentre la crescita economica globale rallenta, riducendo la domanda per le esportazioni cinesi.
L’indebolimento dell’economia arriva mentre Pechino sta cercando di placare le tensioni con gli Stati Uniti, che molti attribuiscono alla mancanza di fiducia degli investitori in Cina a seguito di un’ondata di sanzioni tit-for-tat. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Janet Yellen durante una visita a Pechino nel fine settimana ha cercato di rassicurare i suoi ospiti, incluso il numero due funzionario cinese, il premier Li Qiang, che gli Stati Uniti non stavano cercando un disaccoppiamento economico su vasta scala.
L’indice dei prezzi alla produzione è diminuito del 5,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, accelerando da un calo del 4,6% a maggio. Gli analisti di Goldman Sachs hanno affermato che il calo è stato in parte dovuto all’indebolimento dei prezzi delle materie prime e alle continue riduzioni dei prezzi dovute al festival dello shopping online “618” di metà anno in Cina. L’inflazione alimentare è aumentata a giugno in parte a causa dell’aumento dei prezzi degli ortaggi, che sono aumentati del 10,8% su base annua rispetto al calo dell’1,7% di maggio. L’indebolimento della performance economica arriva mentre gli economisti cinesi stanno esortando il governo a passare dalla sua tradizionale forma di stimolo – investire in progetti infrastrutturali di grandi dimensioni – a prendere di mira i consumatori.
Industria calzaturiera italiana cresce in 1° trim.:+ 13,6% fatturatoRoma, 10 lug. (askanews) – Continua la ripresa del comparto calzaturiero italiano, che nel primo trimestre del 2023 registra una crescita del fatturato del +13,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. E’ la fotografia scattata dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che evidenzia anche un progresso del saldo commerciale (+21%).
“Dopo l’ennesimo record conseguito a consuntivo 2022 (12,65 miliardi di euro, +23% sul 2021), prosegue l’incremento dell’export, segnando +16,1% a valore – spiega in una nota Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici – In particolare, tutte le prime 20 destinazioni, con la sola eccezione della Svizzera (-7,8%), mostrano aumenti in valore e quasi sempre a doppia cifra. Diverso però il discorso in termini di volume, dove rallenta vistosamente il Nord America (-19,4%) e frenano la Germania (-8,8%), il Regno Unito (-10,1%) e i flussi diretti in Svizzera (-24,8%), tradizionale hub logistico delle griffe del lusso. Rimbalzo in Russia e Ucraina, anche se va tenuto conto che nel marzo dello scorso anno, subito dopo l’avvio del conflitto, le vendite verso i due mercati erano crollate; risultati premianti in Kazakistan (+77% in valore). Continua inoltre il recupero sul mercato interno (+8,2% in spesa gli acquisti delle famiglie su gennaio-marzo 2022)”. Nonostante il trend favorevole nelle principali variabili congiunturali, non mancano però elementi di preoccupazione. Sono diversi, infatti, i segnali di affievolimento (per certi versi fisiologico) della crescita, dopo il rimbalzo registrato nel 2021 e l’ulteriore consolidamento del 2022 che, seppur con un andamento piuttosto disomogeneo tra le aziende, hanno permesso al settore nella sua generalità di tornare sui livelli di fatturato del 2019 pre-Covid: le previsioni delle aziende sui ricavi nei trimestri successivi al primo, sebbene permangano positive, evidenziano una progressiva decelerazione, mentre in termini di volume il rallentamento risulta ancora più evidente, con alcuni segni negativi che già emergono nel confronto con la prima frazione dello scorso anno. Calano infatti nei primi 3 mesi, seppur lievemente, le quantità esportate (-2%) e quelle prodotte (-1% l’indice Istat della produzione industriale).
“L’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda presso i nostri associati – rileva Giovanna Ceolini – ha evidenziato inoltre come i costi elevati di energia e materie prime rappresentino attualmente il problema maggiore per le imprese calzaturiere, per il forte impatto sui bilanci aziendali. Le risposte raccolte hanno altresì confermato l’irrigidimento negli ultimi mesi dell’offerta di credito bancario segnalato da Banca d’Italia e da Istat: ben il 39% del campione (quota che sale al 51% non considerando le imprese che hanno dichiarato di non farvi attualmente ricorso) ha sperimentato un peggioramento in tal senso. L’analisi ha infine ribadito come il problema del reperimento di manodopera qualificata sia ritenuto rilevante per la propria realtà aziendale dall’84% degli imprenditori del settore.” Il report indica inoltre come non si arresti il processo di selezione tra le imprese (-107 attive rispetto a dicembre, pari al -2,8%), mentre rimangono pressoché stabili gli addetti (-0,3%). Calano nuovamente, dopo il picco eccezionale indotto dall’emergenza pandemica, le ore di cassa integrazione autorizzate nella filiera pelle (-20,4% nei primi 5 mesi), nonostante l’inversione di tendenza del bimestre aprile-maggio (+12,6%): 5,7 milioni le ore autorizzate nel complesso, comunque ancora superiori del +76,2% rispetto ai primi 5 mesi 2019 pre-Covid.
Tornando all’export, il dettaglio per tipologia merceologica mostra andamenti disomogenei. Il comparto delle calzature con tomaio in pelle – primo per importanza con un’incidenza del 63% sulle vendite estere in valore – è l’unico a presentare nel primo trimestre incrementi dell’export sia in valore (di poco superiori alla media, +18,6%) che in volume (+1,4%) a confronto con gennaio-marzo 2022; denota però, in quantità, ancora un divario non trascurabile rispetto al 2019 (-16,6%). Tra le voci del comparto, sensibile riduzione per le calzature in pelle da bambino (-12% in volume), che interrompono il recupero dell’ultimo biennio; segni positivi per i segmenti “uomo” (+4,7% in paia globalmente, malgrado la flessione della tipologia marginale “stivali alti”) e “donna” (+1,5% in quantità, con un +2,2% per le scarpe da passeggio, +4,2% per i sandali e un -24,5% per gli stivaletti/scarponcini). Per quanto riguarda l’andamento delle esportazioni nei territori, va premesso che nella lettura dei dati vanno ovviamente considerate le distorsioni indotte dalla possibile differenza tra distretto di produzione e luogo di spedizione. Forti crescite dell’export in alcune province sono da ricondursi alla presenza di hub logistici, spesso legati alle vendite online, o di depositi delle multinazionali del lusso. In quest’ottica va letta la performance significativa di Milano, che mostra nel primo trimestre un incremento tendenziale del +64% ed è divenuta la prima provincia esportatrice del settore, scavalcando Firenze (-11%). Esaminando nel dettaglio i mercati di sbocco di questi due territori, però, si rileva il marcato aumento dei flussi da Milano verso la Svizzera, cresciuti del +251%, ovvero di 103 milioni di euro rispetto a gennaio-marzo 2022: all’incirca l’ammontare del calo registrato dalla provincia di Firenze verso lo stesso paese (-99,8 milioni di euro, pari al -28% sulla prima frazione del 2022). Variazioni legate puramente a cambiamenti nelle dinamiche distributive e non alla congiuntura distrettuale.
Per effetto di questi movimenti – conclude la nota di Assocalzaturieri – la Lombardia (con un +49,5%) ha superato la Toscana (-6%) nella graduatoria dell’export per regione, salendo nel periodo analizzato al secondo posto dietro al Veneto, che evidenzia un incremento del +12,6%. Con l’eccezione della Toscana e della Puglia (rimasta stabile, -0,2%), tutte le altre aree a vocazione calzaturiera presentano aumenti a due cifre; del +20,3% la crescita delle Marche (con intensità analoga per Fermo, +23,3%, e Macerata, +21,8%, e più moderata per Ascoli, +13,6%), grazie alla quale hanno superato del 4% i livelli del primo trimestre 2019 pre-Covid. La Campania, nonostante un +22,2%, è invece la sola, tra queste, ancora al di sotto di allora (-3,8%). Tornando ai numeri della Toscana, va sottolineato che, al netto dei flussi verso la Svizzera, l’export risulterebbe anch’esso in crescita a doppia cifra (+14,3%) in linea con la media nazionale, escludendo la presenza di particolari criticità rispetto alle altre aree.
A Silverstone trionfo di Verstappen, nono posto per LeclercRoma, 9 lug. (askanews) – Avvio a razzo di Lando Norris, poi al quinto giro il sorpasso di Max Verstappen e la cavalcata vincente fino all’arrivo per la settima vittoria in questo 2023 del campione del mondo, olandese. Tanto è durato il Gp di Gran Bretagna per la leadership della classifica. Il tempo di vedere la McLaren scattare in avvio. Sette vittorie su 10, 10 vittorie su 10 per la Red Bull, che tra due settimane può eguagliare le 11 vittorie su 11 della super McLaren del 1988. Un dominio e una sentenza definitiva per questo campionato. Le monoposto di Woking sono le vincitrici morali di questo weekend perché Norris ha preceduto Lewis Hamilton e Oscar Piastri (quarto) che ha tenuto dietro George Russell. Battere le Mercedes a Silverstone è davvero un bel risultato ed è bello e doveroso ricordare che dietro a questa risalita c’è anche il lavoro dell’italiano Andrea Stella, che da quest’anno guida la scuderia di Woking da team principal. Capitolo Ferrari. Dopo le buone qualifiche di sabato alla fine Charles Leclerc, che era partito quarto, si è dovuto accontentare del nono posto dietro a Sergio Perez (6°), Fernando Alonso e Alex Albon. La conferma dei problemi di passo della SF-23 si è avuta anche con Carlos Sainz junior, che ha chiuso decimo malgrado una sosta in meno del compagno di squadra. Sembra che questa macchina sia destinata ad andare forte in base alle piste. Il mondiale riprende in Ungheria il 23 luglio. In classifica comanda Verstappen con 229 punti davanti a Perez con 156, Alonso 137, Hamilton 121, Leclerc è settimo a quota 74.
“Sono partito malissimo, dobbiamo analizzare il motivo. Ma anche dopo Lando ed entrambe le McLaren erano veloci. Ci sono voluti un po’ di giri per superarlo – ha detto il campione all’arrivo -. Una volta in testa li ho staccati un po’ e le cose si sono messe a posto. Però di nuovo dopo la Safety Car, con una mescola più soft, è stato difficile tenere in vita le gomme. Il vantaggio è rimasto sempre sui 3 secondi e mezzo. Sono contento che abbiamo vinto ancora. 11 vittorie di fila per il team sono qualcosa di incredibile. Ma non è stata una gara semplice né lineare. In partenza ho fatto un po’ di drift, che non è stato certamente positivo. Dovremo guardare cosa è successo, perché le ultime partenze erano state migliori. Questo ha reso la gara emozionate, perché ho dovuto spingere. Lando mi ha dato filo da torcere, anche se nella lotta non mi ha ostacolato troppo, è stato molto corretto”.
Arriva un nuovo memorandum dell’Abi per chi ha scelto i mutui a tasso variabileRoma, 9 lug. (askanews) – L’Associazione Bancaria Italiana ha reso noto un nuovo Memorandum, in cinque punti, dedicato alle tematiche di coloro che abbiano problemi conseguenti alle scelte di mutui a tasso variabile e alla crescita dei tassi di interesse conseguenti alle decisioni della BCE.
L’ABI segnala, in modo semplice e immediato, le possibilità che oggi sono disponibili in Italia per le famiglie per ridurre l’impatto del rialzo dei tassi di interesse sui mutui a tasso variabile. Innanzitutto, l’ABI raccomanda che ai primi segnali di possibili difficoltà il titolare del mutuo si rivolga alla propria banca per valutare le possibili soluzioni per affrontare l’aumento dei tassi di interesse: la banca fornirà tutte le informazioni utili per comprendere le diverse opzioni e per valutare preventivamente gli impatti, si legge in un comunicato. In particolare, l’ABI segnala che il titolare del mutuo può: concordare con la propria banca l’allungamento della durata del proprio mutuo; chiedere una revisione di altre condizioni contrattuali; effettuare la cosiddetta portabilità/surroga dei mutui, cioè la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario presso un’altra banca, modificandone le relative condizioni contrattuali; ricorrere al Fondo di solidarietà per i mutui prima casa cosiddetto “Fondo Gasparrini” che permette di sospendere il pagamento della rata del mutuo ipotecario per l’acquisto dell’abitazione principale, fino a 18 mesi, allungando il piano di ammortamento per il periodo della sospensione, in caso di eventi quali, ad esempio, la perdita del posto di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro (cosiddetta cassa integrazione) o la riduzione del fatturato per i lavoratori autonomi; trasformare il mutuo da tasso variabile a tasso fisso. La legge di bilancio per il 2023 ha disposto che le banche siano obbligate alla trasformazione, in caso di richiesta del mutuatario che non sia in ritardo nei rimborsi, per i mutui di importo fino a 200.000 euro e con l’ISEE del mutuatario che non deve superare i 35.000 euro.
Estate “rovente” nel settore dei trasporti con una raffica di scioperiRoma, 8 lug. (askanews) – L’estate si preannuncia rovente anche nel settore dei trasporti, dove nella prossima settimana sono stati annunciati una serie di scioperi dai sindacati di categoria.
Si inizia giovedì prossimo con lo sciopero nazionale di 24 ore di tutto il personale di Trenitalia. I lavoratori dell’azienda incrocieranno le braccia dalle 3 del mattino fino alle 2 del giorno successivo. A proclamarlo unitariamente sono state Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal, secondo le quali “serve un adeguato piano di assunzioni, una mitigazione dei carichi di lavoro nella programmazione dei turni degli equipaggi, favorendo la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della vita privata, il rilancio del settore manutenzione e ridare centralità alla rete vendita e assistenza ai passeggeri e investimenti tecnologici, crescita professionale e percorsi formativi per tutto il personale degli uffici”. Sabato prossimo 15 luglio invece sarà una giornata da “bollino nero” per chi dovrà spostarsi in aereo. La Filt Cgil ha infatti confermato un nuovo sciopero nazionale, dalle 10 alle 18, dei piloti e assistenti di volo della compagnia aerea Vueling.
“A fronte della nostra disponibilità ad avviare un confronto costruttivo – spiega il sindacato di settore della Cgil – per scongiurare qualsiasi possibilità di conflitto, continuiamo a riscontrare un totale atteggiamento di chiusura verso l’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa dei lavoratori e delle lavoratrici assunti in Italia dalla compagnia low cost spagnola, di proprietà del gruppo IAG che comprende anche Iberia e British Airways”. Sempre sabato prossimo, dalle 12 alle 16, si fermeranno i piloti della compagnia Malta Air che opera i voli di Ryanair. A proclamarlo in questo caso sono state unitariamente Filt Cgil, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo, a seguito, affermano i sindacati, “della sottoscrizione da parte di alcuni soggetti di un accordo totalmente insoddisfacente per la categoria piloti e vista la totale chiusura al dialogo ed al confronto da parte della compagnia”.
Secondo le tre organizzazioni sindacali si tratta di “un accordo assolutamente insoddisfacente e poco rispettoso della professionalità e del contributo che il personale navigante ha assicurato e che in particolare, nella fase post pandemia, ha consentito all’azienda un deciso incremento della reddittività”.