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Petrolio a massimi oltre un anno, Brent sopra 97 usd poi ritraccia

Petrolio a massimi oltre un anno, Brent sopra 97 usd poi ritracciaRoma, 28 set. (askanews) – Leggeri ripiegamenti, forse su possibili prese di profitti nel pomeriggio sul petrolio, dopo che nel corso della seduta le quotazioni hanno raggiunto i massimi da oltre un anno a questa parte. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del Mare del Nord si attesta in calo di uno 0,35% a 96,20 dollari. Precedentemente aveva toccato quota 97,69 dollari, sui massimi dall’estate del 2022. Negli scambi di preapertura il West Texas Intermediate cede uno 0,30 per cento a 93,39 dollari, mentre in precedenza aveva marginalmente superato 95 dollari.

In mattinata le quotazioni potrebbero esser state trainate al rialzo dai nuovi dati sul calo delle scorte negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Biden ha fatto un massiccio ricorso alle riserve strategiche per cercare di contenere l’inflazione. Nel frattempo diversi dei maggiori produttori mondiali di greggio, tra cui l’Arabia Saudita e vari altri Stati dell’Opec allargata, stanno contenendo l’offerta proprio per sostenere i prezzi, in un malcelato braccio di ferro anche riguardo alle sanzioni di Usa e Ue contro la Russia, che fa parte dell’Opec+.

Bce, studio: fughe notizie opera di singoli con pareri minoritari

Bce, studio: fughe notizie opera di singoli con pareri minoritariRoma, 28 set. (askanews) – I dati che vengono fatti trapelare dalla Bce “arrivano probabilmente da singoli interni con opinioni minoritarie”, rispetto alle decisioni che vengono poi adottate. E’ la conclusione a cui giungono tre studiosi – Michael Ehrmann, Phillipp Gnan, Kilian Rieder – in un documento di analisi pubblicato dalla stessa Bce, che si concentra proprio sulle indiscrezioni di stampa riguardanti la banca centrale.

“Le soffiate di informazioni confidenziali che provengono da istituzioni pubbliche hanno costituito un argomento di ricerca per molto tempo. Le loro determinanti, così come il loro potenziale impatto sull’opinione pubblica e sull’efficacia delle politiche restano sfuggenti. Sulla base di un database di soffiate anonime di politica monetaria nell’area euro, riportate dalle agenzie di stampa, forniamo evidenze sul fatto che molte di queste indiscrezioni – affermano gli autori – probabilmente arrivano da singoli interni con pareri minoritari”. Secondo lo studio, queste indiscrezioni “hanno ampi effetti sui mercati e indeboliscono gli annunci di policy ufficiali”. Al tempo stesso, “i risultati suggeriscono anche che le indiscrezioni non vincolano i decisori” nelle loro determinazione e che una appropriata comunicazione “può mitigare i loro effetti”.

Da notare che questo studio viene pubblicato non molto tempo dopo il Consiglio direttivo del 14 settembre, in cui secondo indiscrezioni di stampa la presidente della Bce Christine Lagarde avrebbe fatto ricorso a provvedimenti drastici proprio dopo fughe di notizie che sarebbero trapelate, prima degli annunci ufficiali, in merito alle revisioni delle previsioni economiche che erano all’esame dei banchieri centrali.

L’Inps ha inviato a 17mila nuclei familiari l’sms per comunicare lo stop al reddito di cittadinanza

L’Inps ha inviato a 17mila nuclei familiari l’sms per comunicare lo stop al reddito di cittadinanzaRoma, 28 set. (askanews) – Circa 17 mila nuclei familiari hanno ricevuto dall’Inps una comunicazione (sms/mail) con la quale l’Istituto informa gli interessati di aver erogato – a settembre – la settima e ultima mensilità del Reddito di Cittadinanza. Lo ha reso noto l’Inps.

Si tratta di famiglie senza minori, disabili o over 60. L’invio fa seguito alle comunicazioni dello scorso luglio, destinate a 159 mila nuclei familiari – di cui 47mila successivamente presi in carico dai servizi sociali – e di agosto (33 mila, di cui 12.000 successivamente presi in carico dai servizi sociali). Fino a dicembre saranno inviate altre comunicazioni indirizzate ai restanti nuclei familiari (23 mila circa, numero di sms complessivo stimato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre). I destinatari di questo messaggio, così come coloro che lo hanno già ricevuto o che lo riceveranno nei prossimi mesi, potranno presentare la domanda per il Supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl). Ricordiamo che, qualora sussistano i requisiti per accedere alla suddetta prestazione, i beneficiari potranno essere avviati a un percorso di professionalizzazione e di inserimento lavorativo durante il quale, per 12 mesi, riceveranno un contributo di 350 euro mensili non frazionabili. Come previsto dalla Circolare numero 77 del 29 agosto 2023, l’Istituto sta verificando i requisiti delle domande già trasmesse, sulla base delle informazioni immediatamente disponibili nelle proprie banche dati.

Lo stato di lavorazione di ciascuna domanda è visibile sia all’interno del Sistema informativo di inclusione sociale e lavorativa (Siisl) che nella procedura internet della domanda Sfl. Inoltre è stato pubblicato un Messaggio Hermes che definisce i dettagli delle diverse finestre di pagamento dell’indennità Sfl.

Banche, Abi-Cerved: risalita Npl con inflazione, tassi e frenata Pil

Banche, Abi-Cerved: risalita Npl con inflazione, tassi e frenata PilRoma, 28 set. (askanews) – Inflazione, politica monetaria restrittiva della Bce e rallentamento della crescita determineranno un aumento dei nuovi crediti deteriorati fino a tutto il 2024, quando i tassi di deterioramento del credito raggiungeranno i livelli massimi dal 2016. Ma poi nel 2025 questa voce rientrerà sui livelli di quest’anno. E’ la fotografia previsionale dell’ultimo Outlook di Abi e cerved sugli Npl (non performing loans), secondo cui i rialzi più consistenti di crediti deteriorati riguarderanno nel 2023 le medie imprese dell’industria, mentre nel complesso del triennio saranno prevalentemente sulle microimprese, del settore agricolo e delle costruzioni.

Inflazione, politica monetaria restrittiva della Bce con conseguente aumento dei tassi di interesse e rallentamento dell’economia si traducono in una nuova crescita dei crediti deteriorati, spiega il rapporto, che nel prossimo biennio aumenteranno in maniera significativa rispetto ai livelli storicamente bassi registrati negli anni precedenti. In base alle stime di Abi e Cerved, infatti, nel 2023 il tasso di deterioramento del credito alle imprese (l’indicatore che esprime la percentuale dei crediti in bonis all’inizio del periodo che nel corso dell’anno diventano non performing) toccherà il 3,1% dal 2,2% del 2022, superando per la prima volta i valori pre-Covid che si attestavano nel 2019 a 2,9%.

Nel 2024 si prevede poi un ulteriore aumento che porterà l’indice a raggiungere un picco del 3,8%, il valore più alto dal 2016, mentre nel 2025 la tendenza si invertirà, con una riduzione dei nuovi crediti deteriorati che riporterà il tasso di deterioramento al 3,1%, quindi sempre su valori più alti del 2019 ma ben lontani dai massimi fatti registrare nel 2012 (7,5%). Abi e Cerved realizzano periodicamente il report sulle stime dei flussi dei nuovi crediti deteriorati delle imprese (dati che oltre alle sofferenze includono i crediti che le banche devono classificare come inadempienze probabili o crediti scaduti), con dettagli dimensionali, per settore e per area geografica.

Come mostrano gli ultimi dati ufficiali pubblicati dalla Banca d’Italia, il tasso di deterioramento dei crediti delle società non finanziarie, dopo il lieve aumento di fine 2022 (2,2% contro il 2,0% del quarto trimestre 2021), ha continuato a crescere anche nel primo trimestre del 2023 portandosi al 2,3% contro il 2,0% dello stesso periodo dello scorso anno. Abi e Cerved stimano che nella media del 2023 gli incrementi più alti riguarderanno le micro (da 2,4% al 3,3%) e le grandi imprese (dall’1% all’1,9%), e le aziende che operano nel settore industriale (dall’1,7% al 2,8%), soprattutto di media dimensione (dallo 0,9% al 2,4%) e situate nel Sud Italia (dal 2,8% al 4,0%). Dopo il picco del 2024, a fine 2025 il tasso di deterioramento dei crediti si riporterà su valori simili o inferiori al 2023 in tutte le classi dimensionali di impresa. A livello settoriale la situazione è invece più eterogenea, con le costruzioni e l’agricoltura che peggioreranno la propria condizione rispetto al 2023 (rispettivamente dal 2,9% al 3,3% e dal 2,8% al 3,2%), benché le costruzioni risultino l’unico comparto a far osservare livelli più bassi del 2019 (3,3% contro il 4,0%). A livello territoriale, il Mezzogiorno è l’unica zona con un tasso di deterioramento in riduzione rispetto al 2019 (3,9% contro il 4,2% del 2019).

“Avevamo previsto che nel corso del 2023, a causa delle incognite derivanti dal contesto geo-politico e con la fine certa delle misure emergenziali applicate nel periodo pandemico, i crediti deteriorati delle imprese sarebbero tornati a crescere. Il mercato però negli ultimi anni si è strutturato per gestire l’aumento dei volumi di Npl e sono maturate anche le politiche di gestione delle banche e degli operatori specializzati – afferma Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved Group – In questa delicata fase economica, è necessario gestire gli Npl con stabilità e regole certe. Dati, algoritmi e tecnologie consentono di rendere più efficiente lo smaltimento dei crediti deteriorati, continuando a finanziare le imprese”. “Inflazione elevata, orientamento restrittivo della politica monetaria e rallentamento dell’economia rischiano di portare ad una riacutizzazione dei rischi finanziari delle imprese, creando le condizioni per un aumento dei crediti deteriorati”, commenta del direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini. “Al riguardo andrebbero, ad esempio, riviste tempestivamente alcune regole europee vigenti – ha aggiunto – che penalizzano la rinegoziazione dei finanziamenti bancari”.

A settembre in calo la fiducia dei consumatori e delle imprese (lo dice l’Istat)

A settembre in calo la fiducia dei consumatori e delle imprese (lo dice l’Istat)Roma, 28 set. (askanews) – A settembre si stima una diminuzione sia del clima di fiducia dei consumatori, con l’indice che passa da 106,5 a 105,4, sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 106,7 a 104,9. Lo ha reso noto l’Istat. Tra le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori emergono segnali negativi dalle variabili che si riferiscono alla situazione economica generale mentre è presente una maggiore eterogeneità tra le variabili che si riferiscono alla situazione personale. Tali variazioni sono sintetizzate dai quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti: il clima economico, il clima corrente e il clima futuro calano, rispettivamente, da 121,5 a 115,2, da 101,4 a 100,2 e da 114,1 a 113,2; invece, il clima personale aumenta passando da 101,5 a 102,2.

Con riferimento alle imprese, per tutti i comparti indagati si stima una riduzione dell’indice di fiducia ad eccezione delle costruzioni. Più in dettaglio, l’indice di fiducia scende nella manifattura da 97,7 a 96,4, nei servizi da 103,5 a 100,5 e nel commercio da 108,7 a 107,3. Nelle costruzioni l’indice sale leggermente da 160,2 a 160,9. Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura e nei servizi tutte le variabili peggiorano. Nel commercio al dettaglio i giudizi sulle vendite si deteriorano marcatamente mentre le relative attese diminuiscono lievemente in presenza di un calo delle scorte. Per quanto attiene alle costruzioni, i giudizi sugli ordini/piani di costruzioni sono improntate all’ottimismo mentre le aspettative sull’occupazione presso l’azienda registrano una dinamica negativa.

In base ai giudizi forniti dagli imprenditori sulle condizioni di accesso al credito bancario, si stima un peggioramento delle condizioni nel terzo trimestre 2023. “La diminuzione dell’indice di fiducia delle imprese – è il commento dell’Istat – si estende a tutti i settori di attività, con l’eccezione delle costruzioni. L’indice complessivo si attesta sullo stesso valore di ottobre 2022. L’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno. Si evidenzia un deciso peggioramento dei giudizi sulla situazione economica generale, un aumento delle attese sulla disoccupazione e un miglioramento delle valutazioni attinenti la situazione finanziaria della famiglia”.

Istat, a settembre in calo la fiducia di consumatori e imprese

Istat, a settembre in calo la fiducia di consumatori e impreseRoma, 28 set. (askanews) – A settembre si stima una diminuzione sia del clima di fiducia dei consumatori, con l’indice che passa da 106,5 a 105,4, sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 106,7 a 104,9. Lo ha reso noto l’Istat.

Tra le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori emergono segnali negativi dalle variabili che si riferiscono alla situazione economica generale mentre è presente una maggiore eterogeneità tra le variabili che si riferiscono alla situazione personale. Tali variazioni sono sintetizzate dai quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti: il clima economico, il clima corrente e il clima futuro calano, rispettivamente, da 121,5 a 115,2, da 101,4 a 100,2 e da 114,1 a 113,2; invece, il clima personale aumenta passando da 101,5 a 102,2. Con riferimento alle imprese, per tutti i comparti indagati si stima una riduzione dell’indice di fiducia ad eccezione delle costruzioni. Più in dettaglio, l’indice di fiducia scende nella manifattura da 97,7 a 96,4, nei servizi da 103,5 a 100,5 e nel commercio da 108,7 a 107,3. Nelle costruzioni l’indice sale leggermente da 160,2 a 160,9.

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura e nei servizi tutte le variabili peggiorano. Nel commercio al dettaglio i giudizi sulle vendite si deteriorano marcatamente mentre le relative attese diminuiscono lievemente in presenza di un calo delle scorte. Per quanto attiene alle costruzioni, i giudizi sugli ordini/piani di costruzioni sono improntate all’ottimismo mentre le aspettative sull’occupazione presso l’azienda registrano una dinamica negativa. In base ai giudizi forniti dagli imprenditori sulle condizioni di accesso al credito bancario, si stima un peggioramento delle condizioni nel terzo trimestre 2023.

“La diminuzione dell’indice di fiducia delle imprese – è il commento dell’Istat – si estende a tutti i settori di attività, con l’eccezione delle costruzioni. L’indice complessivo si attesta sullo stesso valore di ottobre 2022. L’indice di fiducia dei consumatori si riduce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso dallo scorso giugno. Si evidenzia un deciso peggioramento dei giudizi sulla situazione economica generale, un aumento delle attese sulla disoccupazione e un miglioramento delle valutazioni attinenti la situazione finanziaria della famiglia”.

Secondo Bonomi la prossima manovra sarà il grande banco di prova del governo

Secondo Bonomi la prossima manovra sarà il grande banco di prova del governoRoma, 28 set. (askanews) – Per il governo Meloni “il grande banco di prova arriverà con la prossima legge di bilancio, quella che arriva adesso. I testi non ci sono ancora e quindi preferisco dare giudizi solo quando li potremo valutare”. Ad affermarlo è il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un’intervista al quotidiano tedesco Faz, alla vigilia dell’incontro trilaterale a Berlino con i suoi omologhi di Germania e Francia.

“Per quanto riguarda – ha aggiunto il leader degli industriali italiani – il generoso sussidio statale per l’edilizia abitativa”, il superbonus, “il governo ha operato correttamente nel limitarlo perché era molto costoso per lo Stato. La tassa sugli extraprofitti bancari è un errore ed è rischiosa per la stabilità finanziaria. Infatti, il governo in Parlamento sarà costretto a modificarla radicalmente. Per Confindustria vanno ridotti in maniera strutturale i contributi previdenziali per portare più reddito nelle tasche dei lavoratori e va effettuato un grande rilancio degli incentivi per il programma Industria 5.0”, ha concluso Bonomi.

Francia presenta Bilancio 2024, conta di limare deficit a 4,4% Pil

Francia presenta Bilancio 2024, conta di limare deficit a 4,4% PilRoma, 27 set. (askanews) – La Francia ha presentato il piano di bilancio per il prossimo anno, che si basa sull’assunto di una crescita economica che rallenterebbe allo 0,8%, secondo le previsioni aggiornate diffuse dal governo, a fronte del più 2,1% del Pil atteso su quest’anno.

Il governo conta di ridurre in misura limitata il deficit, al 4,4% rispetto del Pil, dal 4,9% atteso che per quest’anno. Il debito-Pil dovrebbe restare stabile, secondo le tabelle diffuse, al 109,7%. La spesa pubblica si conterrebbe al 55,3% del Pil, 6 decimali di punto in meno rispetto al livello di quest’anno. Il deficit-Pil resterebbe quindi ampiamente al di sopra della soglia del 3% prevista dal Patto di stabilità e di crescita e secondo il Financial Times questa limitata manovra “solleva interrogativi sulla capacità del governo risanare le finanze pubbliche”.

Parigi conta di risparmiare 16 miliardi di euro, prevalentemente tramite rimozione dei sussidi contro i rincari dell’energia, rinvii dei tagli fiscali per le imprese e riduzione dei sussidi di disoccupazione. Ma al tempo stesso, noto il quotidiano, il bilancio è appesantito da 7 miliardi di euro di spese supplementari per la transizione verde, una delle priorità del presidente Emmanuel Macron. Secondo il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, questo piano di bilancio è invece “il primo passo ambizioso per accelerare il disindebitamento del nostro paese e ridurre la nostra spesa pubblica”.

I rendimenti sui titoli di Stato della Francia sono saliti di circa 5 punti base oggi, al 3,39% in chiusura sulla scadenza decennale, in linea con la dinamica generale sull’eurozona. A tarda seduta la Borsa di Parigi fluttua poco sotto la parità.

”Product Heroes”, Milano capitale dei product manager 6-7 ottobre

”Product Heroes”, Milano capitale dei product manager 6-7 ottobreRoma, 27 set. (askanews) – Nel mondo del lavoro si sta affermando sempre di più la figura del product manager: negli Stati Uniti sono ormai oltre 41 mila, in Italia sono più di 7.000 e in Europa sono attive al momento quasi 4.800 posizioni aperte su LinkedIn. Il product manager è il principale responsabile della strategia e dello sviluppo di un prodotto, fisico o digitale, non solo per il lancio sul mercato ma per tutto il ciclo di vita. Il 6 e 7 ottobre Milano (NH Congress Centre di Assago) diventerà la capitale del product management, con una conferenza internazionale – la “Product Heroes Conference” – organizzata da Product Heroes, azienda punto di riferimento in Italia per la formazione nel product management.

L’uso sempre più comune di prodotti virtuali, dal classico sito web alle app di nascita più recente, ha avuto come conseguenza l’espansione del ruolo dei product manager soprattutto in campo digitale. Ogni giorno, ormai quasi senza accorgercene, utilizziamo decine di prodotti digitali per i bisogni più diversi, dalla gestione del tempo libero all’e-commerce e ai pagamenti online, fino all’incontro con l’anima gemella. Qualche nome? AirBnb, Spotify, Paypal, Meetic: tech company innovative che affidano a professionisti il lancio e la crescita dei loro prodotti, con un impatto sul successo, sull’evoluzione e sulla reputazione aziendale. Molti di questi si ritroveranno all’NH Congress Centre di Assago alla “Product Heroes Conference”. Sono 1.000 i partecipanti previsti (800 già confermati), 15 i talk e 4 i workshop in programma, 22 gli speaker presenti. Tra questi: Joe Zadeh, tra i fondatori di AirBnb; Maria Arnaoutaki, product lead di Spotify; Fabrice Des Mazery, chief product officer di The Fork. Non mancheranno neanche i product leader che, negli anni, hanno lavorato per costruire una cultura di prodotto in Italia, insieme a Product Heroes: tra questi Fausto Dasseno e Antonella Testaguzza, rispettivamente chief product officer e head of product development di Subito e PrimaAssicurazioni.

La domanda crescente di queste figure professionali sta portando un conseguente aumento delle retribuzioni: nel Regno Unito lo stipendio medio annuo si attesta a circa 46mila sterline, in Germania sui 60mila euro, in Italia, soprattutto nell’area milanese, un product manager guadagna circa 43mila euro. Cifre ancora lontane dal Nord America dove si va dagli 84mila dollari di Montreal ai 138mila di San Francisco. “Lo scenario è in evoluzione – spiega Marco Imperato, fondatore di Product Heroes -: il product manager avrà un ruolo chiave nel guidare la trasformazione di molte aziende. È già successo negli Stati Uniti e accadrà in Italia: l’accelerazione digitale imporrà anche al nostro mercato di farsi trovare pronto, con professionisti qualificati. Per questo abbiamo voluto e immaginato la Product Heroes Conference come un’occasione di incontro per condividere esperienze, relazioni, idee, in un contesto in cui, purtroppo, le opportunità di formazione dei product manager sono ancora rare. È la più grande conferenza sul tema mai organizzata finora: un momento prezioso per fare networking, confrontarsi con specialisti, ascoltare da speaker dalla Silicon Valley e dai migliori tech hub europei come si costruisce un prodotto di successo, qual è la chiave per far crescere il team di lavoro e quali sono i segreti per sfruttare al meglio le tecnologie emergenti. Sul palco porteremo testimonianze, metodo e visione”.

Bce, ok Consiglio direttivo a Cipollone nel Comitato esecutivo

Bce, ok Consiglio direttivo a Cipollone nel Comitato esecutivoRoma, 27 set. (askanews) – Via libera del Consiglio direttivo della Bce alla nomina di Piero Cipollone, attuale vicedirettore generale della Banca d’Italia, quale nuovo membro del Comitato esecutivo, dove andrà a sostituire Fabio Panetta. Con un comunicato, l’istituzione monetaria riferisce che il consiglio “non ha avuto obiezioni al candidato proposto, Piero Cipollone, che è una persona di esperienza e standing professionale riconosciuti nelle questioni monetarie e bancarie”, come richiesto dai trattati sul funzionamento dell’Unione Europea.

A seguito del parere positivo del Consiglio Bce e di quello del Parlamento europeo, ora la nomina dovrà essere formalizzata dal Consiglio europeo. Cipollone avrà un mandato non rinnovabile di otto anni. Il comitato esecutivo è il cuore operativo della Bce, a cui partecipano il presidente, il vicepresidente e altri quattro componenti di cui tradizionalmente (non è una regola formale) uno è italiano, uno francese e uno tedesco (salvo che la nazionalità sia già rappresentata livello di presidenza o vicepresidenza). Panetta, per parte sua, rileverà la carica di governatore di Bankitalia alla scadenza del mandato di Ignazio Visco (a novembre).