Eurozona, vendite commercio al dettaglio ancora invariate a maggioRoma, 6 lug. (askanews) – Vendite del commercio al dettaglio al palo a maggio nell’area euro, dopo una dinamica invariata anche ad aprile che seguiva due mesi consecutivi di contrazione (-0,4% mensile a marzo e -0,3% a febbraio). Lo riporta Eurostat, secondo cui la variazione su base annua delle vendite è rimasta negativa per il 2,9% a maggio, lo stesso calo che era stato registrato ad aprile.
I dati confermano la debolezza dei consumi nell’area valutaria. Ma a dispetto di questi sviluppi, che si accompagnano a un calmieramento dell’inflazione, a più riprese la Bce ha ripetuto che intende alzare ancora i tassi di interesse nell’area euro a luglio.
Germania, ordini industria maggio recuperano oltre attese +6,4%Roma, 6 lug. (askanews) – Recupero superiore al previsto a maggio per gli ordinativi dell’industria in Germania. Secondo i dati riferiti da Destatis, hanno registrato un aumento del 6,4% rispetto al mese precedente, ben superiore alle attese medie degli analisti. La variazione su base annua resta però decisamente negativa con un meno 4,3%.
L’agenzia federale di statistica ha anche ritoccato al rialzo i dati di aprile, al più 0,2% su mese a fronte della precedente stima di una contrazione dello 0,4%. Lo sviluppo si muove in senso opposto ai risultati delle indagini sull’industria manifatturiera, che hanno segnalato una pesante contrazione a giugno anche in Germania.
Mediaset, Pier Silvio Berlusconi: non ho intenzione di scendere in politica. Nessuno sostituirà mio papàMilano, 5 lug. (askanews) – “Assolutamente no, io non ho intenzione di scendere in politica”. Così l’amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, a poco meno di un mese dalla scomparsa del padre Silvio, esclude un suo impegno in politica a stretto giro. Durante la consueta presentazione dei palinsesti della nuova stagione di Mediaset, a Cologno Monzese, l’ad ha motivato ai giornalisti le ragioni di questa scelta. Motivazioni che se in due casi sono personali, nel terzo afferiscono alla situazione politica del Paese. Ieri per l’ad di Mfe-Mediaset c’è stata la prima uscita pubblica dopo il lutto, con la consueta presentazione dei palinsesti Mediaset negli studi di Cologno Monzese, andata avanti fino a tarda notte.
“Assolutamente no, io non scendo in politica”. L’amministratore delegato di Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, a poco meno di un mese dalla scomparsa del padre Silvio, esclude un suo impegno in politica a stretto giro. Durante la consueta presentazione dei palinsesti della nuova stagione di Mediaset, a Cologno Monzese, l’ad ha motivato ai giornalisti le ragioni di questa scelta: “La prima questione è del tutto personale: la politica è un mestiere serio e non dico a caso mestiere perché i mestieri si studiano ma ancora di più si imparano facendo esperienza. Non riterrei giusto dire: ‘ok, per quello che è successo andiamo’. Il secondo motivo è ancora personale, ed è che anche ove mai fosse, non penso sia giusto lasciare le cose a metà. Oggi Mediaset sta attraversando un momento importantissimo di crescita, nuovi progetti e sviluppo, e io ritengo di dover rimanere a Mediaset a fare il mio mestiere”. E poi c’è il terzo motivo, esterno: “E’ il motivo più importante di tutti – ha detto – anche ove mai, e così non è, dovessi sentire io una qualche chiamata, non bisogna dimenticare perchè si fanno le cose. Io penso che per scendere un politica uno debba pensare di dare un servizio agli italiani ma oggi non c’è nessuna emergenza, non vedo perchè”. “Detto questo – ha chiosato – io non ho intenzione di scendere in politica”.
Ma è proprio su questo terzo motivo che, a fine serata, chiacchierando con i giornalisti, invita a riflettere, ammettendo che “nei vari pensieri che ho fatto, la scomparsa di mio papà mi ha fatto nascere qualcosa dentro. Io ora ho 54 anni, mio padre quando è sceso in politica ne aveva 58. Qualcosa di emotivo e sentimentale si è mosso” ha confidato “onestamente”, salvo subito dopo ribadire che “non vado e non faccio politica non solo perché non voglio ma soprattutto perché non c’è nessuna necessità a oggi. C’è un governo eletto dagli elettori che sta facendo del suo meglio, diamogli tempo”. Su una cosa però è certo: “Chi sostituirà mio papà? Nessuno mai”. Parlando poi dell’azienda Pier Silvio ha detto: “In famiglia non si è mai parlato della cessione di Mediaset”. Alla domanda se gli avesse dato fastidio che i giornali ne avessero scritto immediatamente dopo la scomparsa del padre ha detto: “La risposta è sì, è inevitabile che sia così”.
“Non è che noi vogliamo dare l’impressione di compattezza, c’è compattezza. Io voglio un bene enorme a mia sorella Marina e voglio un bene enorme ai miei tre fratelli Barbara, Eleonora e Luigi. Ognuno fa il suo mestiere, abbiamo vite diverse ma c’è una compattezza assoluta”. Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mfe-Mediaset, usa parole nette nel descrivere il rapporto con le sorelle e il fratello, all’indomani della scomparsa del padre. A chi gli chiedeva, in occasione della presentazione dei palinsesti Mediaset a Cologno Monzese, se ci fosse una concreta unità di visione, dopo il primissimo messaggio di continuità lanciato come Fininvest all’indomani della morte di Silvio Berlusconi, l’ad di Mfe ha ribadito “l’assoluta compattezza” della famiglia rivelando di essere stato “un po’ turbato” da quello che hanno scritto i giornali pur comprendendo che “ognuno fa il suo mestiere”.
E nelle parole, come nei gesti, Pier Silvio Berlusconi ha portato il ricordo del padre: “La mancanza che sento è enorme, me l’avevano detto che la perdita di un genitore è la peggiore esperienza della vita, ma man mano che le settimane passano la mancanza cresce”. Un ricordo commosso per suo padre, scomparso il 12 giugno scorso. Martedì per l’ad di Mfe-Mediaset c’è stata la prima uscita pubblica dopo il lutto, con la consueta presentazione dei palinsesti Mediaset negli studi di Cologno Monzese, andata avanti tutta la notte. Fin dall’inizio della serata, presentata da Gerry Scotti, i ricordi e le emozioni si sono fatti strada tra l’annuncio di un programma nuovo e qualche informazione finanziaria. Come quando è salito sul palco emozionato, dopo il video-omaggio di Mediaset a lui e a suo padre Silvio: “E adesso?” ha detto col nodo alla gola, ringraziando “tutti gli amici di Mediaset, i giornalisti. Mi viene da dire ‘mamma mia’ ma dico ‘Papà, ti amo’”, indirizzando al cielo un bacio. E per sciogliere la tensione ha lasciato il palco alla performance degli Italian gospel Choir. Ma come già aveva detto ai dipendenti il giorno della morte del padre, “adesso facciamo click e torniamo a lavorare”. E lo ha fatto per tutta la presentazione, senza però respingere i ricordi che affioravano o venivano sollecitati dalla curiosità dei giornalisti: “Faccio ancora fatica a parlarne, la mancanza è più dell’uomo che del papà. Sono onesto e dico una cosa che rende ancora una volta onore a mio padre: non è una mancanza così forte a livello professionale, da questo punto di vista è stato un grande padre. Io ero in azienda quando è entrato in politica e ne sono stato completamente travolto da questa scelta. Mi ricordo che un giorno mi chiamò in cucina, vide la mia agenda e mi disse: ‘Ma fai veramente così tanti appuntamenti? Sei diventato me?’. Oggi la mancanza è totale ma sulla continuità devo dire che è stato così grande che è riuscito a dare ai suoi figli la possibilità di andare avanti senza di lui prima di quello che è successo”. Ripete a più riprese che è stato un padre “dolcissimo, di una dolcezza infinita” e anche molto “permissivo” sebbene non sia mancata “più di una sgridata e ora che ho un figlio io di 13 anni lo capisco”. E ricordando l’ultima volta che era andato da lui per un consiglio professionale, ha detto: “Quella volta mio padre mi disse ‘ma tu chiedi a me? Mediaset è più tua che mia. Quello che decidi tu a me va bene’. Ecco lui era amore, dolcezza e libertà”.
Giorgetti a banche: urgente accordo per allungare durata mutuiRoma, 5 lug. (askanews) – “E’ indispensabile e urgente un accordo per l’allungamento della durata dei mutui a tasso variabile, per limitare l’impatto dell’aumento dei tassi sulle famiglie”. E’ la sollecitazione che ha fatto il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, alle banche, nel suo intervento all’Assemblea dell’Abi.
In un contesto positivo per il settore bancario, come è quello attuale, Giorgetti ha anche ribadito la sua aspettativa di “un rapido avvicinamento tra i margini di interesse applicati ai crediti erogati e quelli riconosciuti sulle somme accantonate nei conti correnti. Un adeguamento dei tassi attivi al nuovo contesto che stiamo attraversando – ha aggiunto il Ministro – rappresenterebbe un’azione equa nei confronti dei clienti e contribuirebbe ad alleviare l’impatto della pressione inflazionistica”. Giorgetti ha quindi rivolto un appello alle banche affinchè si attivino per favorire lo smaltimento dei crediti derivanti dai bonus edilizi. Sarebbe “auspicabile”, ha detto, un “approccio proattivo circa lo ‘smaltimento’ dello stock di crediti fiscali generati dalle cessioni dei cosiddetti superbonus edilizi, su cui il governo è responsabilmente e coraggiosamente intervenuto”.
Visco sui tassi di interesse avverte i “falchi” della Bce: bisogna essere cautiRoma, 5 lug. (askanews) – Sui tassi di interesse e la linea monetaria della Bce “se occorre tenere alta la guardia e dritta la barra, sono altresì necessarie buone dosi di prudenza e pazienza nel valutare e anticipare gli effetti della restrizione monetaria in atto dallo scorso anno, pure giustificata e da mantenere”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco nel suo intervento all’Assemblea annuale dell’Abi.
“Non comprendo e continuo a non condividere, a questo riguardo, osservazioni anche di recente avanzate che spingerebbero a preferire il rischio di essere più, anziché meno, restrittivi”, ha detto, apparentemente in riferimento a coloro che nel Consiglio Bce spingono invece per una linea più aggressiva e intransigente. “Ritengo che si debba essere cauti quanto basta; un atteggiamento simmetrico, in linea con le conclusioni della revisione della strategia di politica monetaria della Bce, mi sembra adeguato alle circostanze – ha detto Visco – permetterebbe anche di contenere le ricadute sul credito e preservare la stabilità finanziaria, di cui ho trattato in questo intervento e che, come ho osservato, è essa stessa condizione necessaria per la stabilità dei prezzi e la tenuta delle nostre economie”.
Secondo il governatore, infatti, pur intervenendo contro l’alta inflazione “è certamente possibile limitare le conseguenze negative sull’attività economica e sulla domanda aggregata ed evitare che esse – ha avvertito – possano finire per riflettersi in pressioni eccessive al ribasso sui prezzi nel medio termine”. “Ora che i tassi sono in territorio restrittivo, calibrare la durata della stretta monetaria, piuttosto che aumentarne eccessivamente l’ampiezza, avrebbe il vantaggio di agevolare un’analisi più informata degli effetti dell’azione fin qui condotta”, ha suggerito. Finora nell’area euro “la qualità dei prestiti ha risentito in misura contenuta del peggioramento del quadro congiunturale”. Ma “il maggiore onere del debito innescato dai notevoli rialzi dei tassi potrebbe però determinarne un progressivo deterioramento”. E “la restrizione sarebbe inoltre accentuata se il riassorbimento della liquidità da parte dell’Eurosistema portasse a un aumento del costo della raccolta bancaria più rapido e ampio di quanto oggi previsto”, ha spiegato Visco.
Il presidente dell’Abi Patuelli: le banche possono allungare la durata dei mutuiRoma, 5 lug. (askanews) – “La lotta all’inflazione è la priorità non solo delle Banche centrali” (che hanno energicamente alzato i tassi di interesse). Ma “sono evidenti i rischi per il credito a imprese e famiglie che, in dieci anni di tassi a zero, spesso non avevano previsto i rapidi aumenti dei tassi e le riduzioni della liquidità”. E’ il monito lanciato dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli in apertura della sua relazione all’Assemblea annuale. Le banche in Italia “mantengono quasi i due terzi dei mutui a tasso fisso, con tassi di raccolta in continuo aumento, e, su richiesta, possono allungare la durata dei mutui per chi è in regola con i pagamenti o realizzare surroghe”, ha rivendicato il presidente dell’Abi, nella sua relazione all’Assemblea annnuale a Roma.
“Le banche sono impegnate nel garantire cospicui livelli di liquidità anche a medio e lungo termine, sempre più preziosa e costosa dopo le decisioni della Bce, quando stanno esaurendosi i divenuti più onerosi programmi europei di finanziamento Tltro, con rischi – ha avvertito – che le banche combattono, di razionamento del credito. Le banche in Italia mantengono quasi i due terzi dei mutui a tasso fisso, con tassi di raccolta in continuo aumento, e, su richiesta, possono allungare la durata dei mutui per chi è in regola con i pagamenti o realizzare surroghe”. “Le banche in Italia non hanno mai applicato tassi negativi sui depositi – ha detto – e remunerano crescentemente i risparmiatori con condizioni di mercato competitive anche con quelle offerte dagli Stati europei e da operatori non bancari, propongono ai risparmiatori, anche in difesa dall’inflazione, investimenti per la liquidità a medio e lungo termine, indispensabile, dopo la fine delle Tltro, per finanziare imprese e famiglie”.
“Le banche combattono i rischi di crescita dei crediti deteriorati, previsti dalla Bce, dal Fondo Monetario Internazionale e dal Centro studi di Confindustria, di fronte ai problemi della Germania, ai recenti cali della produzione industriale e delle esportazioni italiane e per devastanti eventi climatici. Fondamentali sono i sistemi di garanzia dei crediti – ha avvertito il presidente dell’Abi – che debbono proseguire assieme alla legislazione agevolativa per le imprese, il Mezzogiorno e per l’acquisto della prima casa soprattutto, ma non solo, per i giovani”.
Euro digitale, Visco: successo richiederà corso legale e incentiviRoma, 5 lug. (askanews) – Il negoziato sull’euro digitale “è appena iniziato”, ma affinché abbia successo secondo il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco dovrà avere “corso legale al pari delle banconote”, ma a differenza di queste ultime “un alto livello di privacy compatibile con gli interessi pubblici: tra cui la necessità di prevenirne l’utilizzo per il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo”. Nel suo intervento l’assemblea annuale dell’Abi, Visco ha aggiunto che servirà “un sistema di incentivi che favorisca l’adesione” di consumatori, imprese, banche e altri intermediari.
Visco ha ricordato che lo scorso 28 giugno la Commissione europea ha presentato la proposta di Regolamento per la possibile introduzione dell’euro digitale. L’eventuale decisione di emettere la nuova forma di moneta verrà presa dal Consiglio direttivo della BCE una volta completato il quadro normativo necessario. “L’euro digitale è un progetto importante non solo per promuovere la concorrenza e l’innovazione nel sistema dei pagamenti europeo con minori costi per gli utenti, ma anche per preservare l’autonomia strategica e la sovranità monetaria dell’area”, ha sostenuto.
“L’euro digitale dovrà essere uno strumento di pagamento, non di risparmio; andranno quindi prevenuti i rischi per la trasmissione della politica monetaria e per la stabilità finanziaria che potrebbero derivare da una eccessiva sostituzione di depositi bancari con la moneta pubblica digitale. In quanto passività della banca centrale esso sarà una forma di moneta priva di rischio come il contante, che si affiancherà a questo e agli altri strumenti di pagamento già esistenti, senza necessariamente sostituirli”. Le ipotesi che si stanno vagliando “includono in particolare l’assenza di remunerazione e una soglia alla quantità di euro digitale detenibile da ciascun utente. Esse saranno definite in modo da preservare la capacità delle banche di offrire credito all’economia e, al contempo, prevenire la possibile diffusione, come mezzi di pagamento, di strumenti altamente rischiosi – ha spiegato – quali alcune tipologie di criptoattività”.
Saldi al via (con le nuove regole), Confcommercio: 213 euro di spesa media a famigliaRoma, 5 lug. (askanews) – Domani partiranno i saldi in tutta Italia ad eccezione della Provincia autonoma di Bolzano (14 luglio). Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio quest’anno per l’acquisto di capi scontati ogni famiglia spenderà in media 213 euro – pari a 95 euro pro capite – per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro.
Il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Giulio Felloni, afferma: “Sono particolarmente soddisfatto per la scelta operata per la prima volta in Italia da tutte le regioni di partire giovedì 6 luglio con i saldi estivi evitando così un’inutile concorrenza tra territori. Saranno saldi importanti per i consumatori che potranno acquistare articoli di moda a prezzi molto convenienti e rinnovare il guardaroba estivo con nuovi colori, modelli e tendenze che corrispondono ad una voglia di socialità e d’innovazione. Anche in quest’occasione i negozi di moda contribuiranno in maniera sostanziale al contenimento dei prezzi e, di conseguenza, dell’inflazione. E ci aspettiamo una crescita delle vendite di circa il 5% rispetto al 2022. Inoltre, la novità di quest’anno è l’applicazione dal primo luglio del nuovo Codice del Consumo che modifica le norme su sconti, promozioni, liquidazioni e saldi ed introduce per la prima volta una regolamentazione anche delle vendite online. Un’importante risposta alla richiesta di Federazione Moda Italia e Confcommercio a tutela del principio ‘stesso mercato, stesse regole’. E per approfondire tutti gli aspetti legati all’introduzione delle nuove norme in questo periodo abbiamo avviato una serie di incontri sul territorio con gli imprenditori e le associazioni locali”.
Visco: Pil I trim tornato a crescere, possibile superi +1% in 2023Roma, 5 lug. (askanews) – Nel primo trimestre di quest’anno il Pil dell’Italia “è tornato a crescere, sospinto dal recupero dei consumi e dall’ulteriore espansione degli investimenti. Come nel resto dell’area dell’euro, all’indebolimento dell’attività manifatturiera si sono contrapposti i buoni risultati dei servizi privati; in questo settore al vigore della domanda, in particolare nel comparto turistico e ricreativo, si associano non trascurabili rialzi dei prezzi finali”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco che nel suo intervento all’Assemblea annuale dell’Abi si è richiamato alle previsioni pubblicate dall’istituizione a metà giugno.
“Date le condizioni di finanziamento più restrittive e il rallentamento del commercio globale ci attendiamo che il Pil aumenti in misura moderata nei prossimi trimestri. Nell’anno – ha detto – la crescita del prodotto potrebbe superare l’1 per cento, si manterrebbe in media intorno a questo valore nel prossimo biennio”. Si tratta di previsioni “ancora caratterizzate da elevata incertezza e da rischi orientati prevalentemente al ribasso”. Oltre a quelli sulla guerra, “si aggiungono i timori connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale, che potrebbe risentire della restrizione monetaria in atto nelle maggiori economie in misura maggiore delle attese, nonché quelli derivanti dal rischio di un eccessivo irrigidimento delle condizioni di offerta del credito”.
Secondo Visco in Italia “la robusta ripresa del prodotto indotta dalla piena riapertura delle attività economiche dopo la fine della fase di emergenza sanitaria si sta attenuando. Nel contesto di un indebolimento della congiuntura internazionale, di una restrizione monetaria volta a contrastare l’inflazione e della necessaria riduzione dei sostegni assicurati dalla politica di bilancio, il conseguimento di un adeguato, stabile, ritmo di sviluppo richiederà un elevato livello di investimenti, pubblici e privati, e l’efficace attuazione di riforme strutturali”. “La capacità di reazione di imprese e famiglie di fronte a shock inattesi e particolarmente violenti, quali quelli degli ultimi tre anni, deve costituire la base per un’azione pubblica volta a rendere la nostra economia meno rigida e lenta”, ha avvertito.
Bce, Visco: tenere alta la guardia ma con prudenza e pazienzaRoma, 5 lug. (askanews) – Sui tassi di interesse e la linea monetaria della Bce “se occorre tenere alta la guardia e dritta la barra, sono altresì necessarie buone dosi di prudenza e pazienza nel valutare e anticipare gli effetti della restrizione monetaria in atto dallo scorso anno, pure giustificata e da mantenere”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco nel suo intervento all’Assemblea annuale dell’Abi.
“Non comprendo e continuo a non condividere, a questo riguardo, osservazioni anche di recente avanzate che spingerebbero a preferire il rischio di essere più, anziché meno, restrittivi”, ha detto, apparentemente in riferimento a coloro che nel Consiglio Bce spingono invece per una linea più aggressiva e intransigente. “Ritengo che si debba essere cauti quanto basta; un atteggiamento simmetrico, in linea con le conclusioni della revisione della strategia di politica monetaria della Bce, mi sembra adeguato alle circostanze – ha detto Visco – permetterebbe anche di contenere le ricadute sul credito e preservare la stabilità finanziaria, di cui ho trattato in questo intervento e che, come ho osservato, è essa stessa condizione necessaria per la stabilità dei prezzi e la tenuta delle nostre economie”.
Secondo il governatore, infatti, pur intervevendo contro l’alta inflaizone “è certamente possibile limitare le conseguenze negative sull’attività economica e sulla domanda aggregata ed evitare che esse – ha avvertito – possano finire per riflettersi in pressioni eccessive al ribasso sui prezzi nel medio termine”. “Ora che i tassi sono in territorio restrittivo, calibrare la durata della stretta monetaria, piuttosto che aumentarne eccessivamente l’ampiezza, avrebbe il vantaggio di agevolare un’analisi più informata degli effetti dell’azione fin qui condotta”, ha suggerito. Finora nell’area euro “la qualità dei prestiti ha risentito in misura contenuta del peggioramento del quadro congiunturale”. Ma “il maggiore onere del debito innescato dai notevoli rialzi dei tassi potrebbe però determinarne un progressivo deterioramento”. E “la restrizione sarebbe inoltre accentuata se il riassorbimento della liquidità da parte dell’Eurosistema portasse a un aumento del costo della raccolta bancaria più rapido e ampio di quanto oggi previsto”, ha spiegato.