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Energia, Pichetto: non possiamo più rinunciare a nucleare

Energia, Pichetto: non possiamo più rinunciare a nucleareRoma, 15 feb. (askanews) – “L’Italia non può più rinunciare al nucleare. Occorre un nuovo quadro giuridico che preveda i nuovi reattori e lo smaltimento delle scorie, che tuttavia sono una quantità molto limitata, visto che esse stesse possono essere utilizzate come combustibile del nucleare”. Lo ha dichiarato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, intervenuto oggi a ‘Green Pop’, il nuovo programma di Giornale Radio condotto da Lucia Lo Palo.


“Vanno bene fotovoltaico ed eolico off-shore, ma è giunto il momento di cambiare: l’Italia – ha aggiunto il Ministro -dipende quasi esclusivamente dall’estero per i costi dell’energia e nei prossimi vent’anni assisteremo al raddoppio delle necessità. Ecco perché il nucleare è indispensabile”.

Banche, Panetta: M&A non si possono commentare come a un talk show

Banche, Panetta: M&A non si possono commentare come a un talk show

Torino, 15 feb. (askanews) – Le prospettate operazioni bancarie di M&A “non possono essere commentate come se fosse un talk show” ma “richiedono una attenta e complessa analisi dei documenti” che tra l’altro non sono ancora tutti disponibili. Lo ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, in un commento fuori testo del suo intervento al 31esimo Congresso Assiom Forex a Torino.


“Nel dibattito pubblico ci si chiede come mai la Banca d’Italia non intervenga su queste operazioni, qualcuno addirittura ha ipotizzato che ce ne siamo scordati: non ce ne siamo scordati, io me le scrivo le cose che succedono”, ha dichiarato Panetta. “Sono operazioni che coinvolgono centinaia di migliaia di dipendenti, milioni di risparmiatori, banche che operano in più paesi: sono questioni molto delicate che richiedono un’analisi della normativa bancaria, assicurativa e della concorrenza che richiedono un tavolo congiunto da diverse autorità”. “E’ ingenuo e difficile ipotizzare che la Banca d’Italia possa commentare queste operazioni come se si fosse a un talk show, con osservazioni e valutazioni estemporanee”, ha detto il Governatore. “Non funziona così la vigilanza, non funziona così la Banca d’Italia e per quello che vale non funziono così neanche io. Parleremo di queste operazioni attraverso le analisi e le decisioni che verranno effettuate a tempo debito in accordo con tutte le altre autorità interessate”.


Le operazioni, ha concluso Panetta, “richiedono una attenta e complessa analisi dei documenti, peraltro per alcune di queste operazioni non tutti i documenti necessari per la valutazione del dossier sono disponibili”.

Panetta: Eurozona rischia 0,5 punti di Pil dai dazi, Italia di più

Panetta: Eurozona rischia 0,5 punti di Pil dai dazi, Italia di piùRoma, 15 feb. (askanews) – “Le guerre commerciali danneggiano la crescita, anche nei paesi che le avviano”. E i nuovi dazi annunciati dagli Usa, se pienamente attuati, possono sottrarre fino a 1,5 punti percentuali al Pil globale, con ricadute anche peggiori per gli Usa (-2 punti) e “più contenute” nell’area euro: -0,5 punti, ma con “effetti maggiori per Germania e Italia, data la rilevanza dei loro scambi con gli Stati Uniti”. Nel suo intervento al 31esimo congresso Assiom Forex, a Torino, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta ha illustrato le previsioni dell’istituzione su uno dei temi di maggiore attualità, le misure sul commercio annunciate dal presidente Usa Donald Trump.


“Il caso più significativo è quello della Cina”, che però ha ricadute anche per l’Europa. “L’imposizione di dazi elevati da parte degli Stati Uniti potrebbe spingere gli esportatori cinesi a cercare nuovi mercati per compensare il calo delle vendite sul mercato americano. In tale scenario – ha rilevato Panetta – le imprese italiane ed europee si troverebbero esposte a crescenti pressioni competitive”. Il tutto mentre l’economia dell’area euro “fatica a ritrovare slancio” e necessita di “un nuovo modello di sviluppo, che valorizzi il mercato unico e riduca la dipendenza da fattori esterni”. In Italia “la crescita si è arrestata nel secondo semestre” ma secondo le previsioni di Bankitalia “nei prossimi mesi il prodotto tornerà a espandersi”.


Di fronte a questa situazione, Panetta è tornato a pressare i suoi colleghi della Bce – come tutti i governatori di banche centrali dell’area euro partecipa al Consiglio direttivo dell’istituizione di Francoforte – affinché la manovra di riduzione dei tassi prosegua. “Un allentamento meno deciso” rispetto allo scenario di base – che considera un taglio dei tassi di riferimento “intorno al 2 per cento dalla metà del 2025” – potrebbe comportare un’inflazione “troppo bassa nel medio periodo”. Quindi “l processo di normalizzazione della politica monetaria va continuato – ha insistito – accompagnando le decisioni con una comunicazione orientata alle prospettive dell’economia reale e dell’inflazione nel medio termine”.


Per parte sua l’Italia deve andare avanti con l’attuazione dei piani di bilancio di medio termine approntati dal governo. Secondo Panetta stanno già dando “frutti” in termini di riduzioni dei differenziali dei tassi (spread) sui titoli di Stato, e possono favorire miglioramenti delle condizioni di finanziamento per famiglie e imprese. Bisogna anche “moltiplicare gli sforzi” su investimenti e riforme previsti dal Pnrr. Mentre sull’inflazione, il maggiore elemento di rischio al momento è rappresentato “dai mercati energetici, che stanno registrando una forte volatilità e un aumento dei prezzi, in particolare del gas. Nel breve termine potrebbero rendere più variabile il percorso dell’inflazione”. (fonte immagine: Banca d’Italia).

Bce, Panetta: avanti su tagli tassi o rischia inflazione troppo bassa

Bce, Panetta: avanti su tagli tassi o rischia inflazione troppo bassaRoma, 15 feb. (askanews) – Nell’area euro “il percorso di normalizzazione della politica monetaria non è concluso” e, guardando avanti, “un allentamento meno deciso” rispetto allo scenario di base, che considera un taglio dei tassi di riferimento “intorno al 2 per cento dalla metà del 2025, potrebbe comportare un’inflazione troppo bassa nel medio periodo”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta nel suo intervento al 31esimo congresso Assiom Forex.


“Il processo di normalizzazione della politica monetaria va quindi continuato – ha detto – accompagnando le decisioni con una comunicazione orientata alle prospettive dell’economia reale e dell’inflazione nel medio termine. In questa fase, un’eccessiva attenzione ai dati di volta in volta disponibili rischia di generare incertezza e volatilità nei mercati, riducendo l’efficacia della politica monetaria”. Come tutti i governatori di banche centrali nazionali dell’area euro, Panetta partecipa al Consiglio direttivo della Bce. “Il rientro dell’inflazione nell’area dell’euro all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine è quasi completo – ha fatto notare -. I rialzi degli ultimi mesi, fino al 2,5 per cento a gennaio, erano previsti e sono dovuti in parte a effetti di base legati all’evoluzione passata dei prezzi dell’energia. L’inflazione di fondo si è mantenuta al 2,7 per cento, ma la sua dinamica sui tre mesi, più rappresentativa delle tendenze recenti, evidenzia un calo pressoché continuo”.


Nel frattempo il principale tasso di riferimento della Bce “rimane superiore alle stime del tasso neutrale, ossia il livello compatibile con l’assenza di pressioni inflazionistiche e con la crescita potenziale dell’economia. Di conseguenza – ha rilevato Panetta – la politica monetaria continua a esercitare una pressione al ribasso sull’attività produttiva e sulla dinamica dei prezzi al consumo, un effetto sempre meno necessario in un contesto in cui l’inflazione è vicina all’obiettivo e la domanda interna resta debole”.

Draghi: lasciamo stare gli Usa, l’Europa si è messa dazi da sola

Draghi: lasciamo stare gli Usa, l’Europa si è messa dazi da solaRoma, 15 feb. (askanews) – L’Unione europea deve concentrarsi sui problemi che si è creata da sola, operando “una svolta radicale”, piuttosto che su quelli dovuti ai rapporti con l’amministrazione Usa a guida Trump. E’ la tesi di Mario Draghi, già presidente del Consiglio e della Bce in un articolo sul Financial Times, eloquentemente intitolato “Lasciamo stare gli Usa: l’Europa è riuscita a mettersi dazi da sola”.


Perché secondo Draghi ci sono due fattori, tutti europei, alla base di molti dei problemi dell’Unione. Il primo è “l’incapacità di lungo termine dell’Ue di intervenire sulle penurie di approvvigionamento, specialmente sulle barriere interne e i fardelli regolamentari. Questi – scrive – sono ampiamente più dannosi per la crescita di qualunque dazio possano imporre gli Stati Uniti. E i loro effetti dannosi stanno crescendo”. Draghi cita stime del Fondo monetario internazionale secondo cui le barriere interne equivalgono a dazi del 45% sul manifatturiero del 110% sui servizi. Al tempo stesso Bruxelles ha consentito alla regolamentazione di ostacolare la crescita delle imprese tecnologiche, bloccando gli aumenti di produttività.


Il secondo fattore è la tolleranza dell’Europa “a una domanda interna persistentemente debole, quantomeno dalla crisi del 2008”. Secondo Draghi entrambi questi elementi, approvvigionamenti e domanda, sono ampiamente dovuti all’Europa stessa. “Per questo ha il potere di cambiarli. Ma questo richiede un cambiamento fondamentale di mentalità. Finora l’Europa si è focalizzata su obiettivi specifici o nazionali, senza tenere conto del loro costo collettivo. Ora è chiaro che operando in questo modo non ha assicurato né welfare per gli europei, né finanze pubbliche sane, e nemmeno autonomia nazionale che olra è minacciata da pressioni esterne. Questo – conclude – è il motivo per cui sembrano cambiamenti radicali”.

Von der Leyen: proporrò sospensione Patto stabilità su spese difesa

Von der Leyen: proporrò sospensione Patto stabilità su spese difesaRoma, 14 feb. (askanews) – La Commissione europea intende proporre ai paesi dell’Ue di sospendere i vincoli del Patto di stabilità e di crescita per le spese relative alla difesa. Lo ha annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen durante il suo intervento al vertice sulla sicurezza a Monaco.


“In precedenti crisi straordinarie abbiamo assicurato ai Paesi margini di bilancio supplementari attivando la clausola di sospensione. In termini pratici, abbiamo assicurato ai Paesi membri un consistente aumento degli investimenti pubblici legato alla crisi. Ritengo – ha detto Von der Leyen – che siamo in un altro periodo di crisi che giustifichi un approccio analogo. Per questo motivo annuncio che proporrò l’attivazione della clausola di sospensione per gli investimenti in difesa”. “Questo consentirà ai paesi membri di aumentare in maniera consistente le loro spese in difesa. Ovviamente – ha precisato – lo faremo in maniera controllata e condizionata”. (fonte immagine: European Union).

Eurozona, conferma frenata Pil a +0,1% in IV trim, intero 2024 +0,7%

Eurozona, conferma frenata Pil a +0,1% in IV trim, intero 2024 +0,7%Roma, 14 feb. (askanews) – La crescita economica si conferma al lumicino nell’area euro, con un rallentamento a fine 2024: nel quarto trimestre il Pil è aumentato di un marginale 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, quando aveva registrato un già limitato più 0,2%. Lo riporta Eurostat, secondo cui nel paragone su base annua la crescita del Pil si è smorzata al più 0,6%, a fronte del più 1% registrato nel terzo trimestre.


I dati confermano le stime preliminari diffuse a fine gennaio. Complessivamente il 2024 si è chiuso con una crescita dello 0,7% per l’insieme dei paesi dell’area valutaria. (fonte immagine: Eurostat).

Ue: dazi “reciproci” Trump “un passo nella direzione sbagliata”

Ue: dazi “reciproci” Trump “un passo nella direzione sbagliata”Roma, 14 feb. (askanews) – Il nuovo ordine esecutivo del presidente Usa Donald Trump – che prevede dazi doganali reciproci sulle merci in entrata negli Stati Uniti, equivalenti ai dazi che i paesi terzi impongono sulle loro importazioni dagli Usa – rappresentano “un passo nella direzione sbagliata”. Lo sostiene la Commissione europea, che con un comunicato, ribadisce l’impegno a favore di un sistema degli scambi “aperto e prevedibile a beneficio di tutti i partecipanti”.


“L’Ue mantiene alcuni dei dazi più bassi nel mondo e non vede alcuna giustificazione per un aumento dei dazi Usa sulle sue esportazioni. I dazi sono tasse. Imponendo dazi gli Usa stanno tassando i cittadini, aumentando i costi delle imprese, soffocando la crescita e alimentando l’inflazione”, si legge. Bruxelles ribadisce di esser pronta a rispondere.

Unipol chiude 2024 con utili a 1,1mld e spinge intesa Bper-Sondrio

Unipol chiude 2024 con utili a 1,1mld e spinge intesa Bper-SondrioMilano, 14 feb. (askanews) – Unipol archivia il 2024 con un utile netto consolidato a 1,119 miliardi di euro, contro l’1,31 miliardi di profitti del 2023. La raccolta diretta assicurativa sale a 15,6 miliardi di euro (+4,6% rispetto al 31 dicembre 2023), con 9,2 miliardi dal comparto danni e 6,4 miliardi dal comparto vita. Il dividendo proposto è di 0,85 euro per azione per un dividend yield del 6,2%. La compagnia è al lavoro per il piano industriale 2025-2027 che sarà presentato al mercato il 28 marzo.


In occasione dell’approvazione dei conti, il consiglio di Unipol ha anche svolto un esame preliminare dell’Ops annunciata da Bper sulla totalità delle azioni di Popolare Sondrio, due banche che vedono nella stessa Unipol il loro principale azionista. Il board, si legge nella nota, condivide “il razionale strategico e industriale” dell’Ops e il consiglio di amministrazione, presieduto da Carlo Cimbri, “ha sottolineato l’importanza, sia per BPER che per BPSO di intraprendere – auspicabilmente con spirito costruttivo da entrambe le parti – un processo aggregativo che consentirà di rafforzare le dimensioni e il posizionamento competitivo nonché di favorire le evoluzioni delle stesse, con positivi riflessi anche sulle attività industriali in comune con il Gruppo Unipol, valorizzando al contempo i tradizionali legami con i territori di riferimento, segno distintivo della storia di entrambi gli istituti”. Una posizione assunta “tenuto anche conto dell’accelerazione del processo di consolidamento del settore bancario italiano attualmente in corso, quali azionisti significativi e partner bancassicurativi di entrambi gli istituti”. La compagnia evidenzia anche che l’operazione “coinvolge due istituti di credito con radici comuni e legati da una pluriennale condivisione di società prodotto in diversi ambiti di attività: dal risparmio gestito, al leasing e alle assicurazioni”.

Consumi, Confesercenti: spesa media 80 euro per San Valentino

Consumi, Confesercenti: spesa media 80 euro per San ValentinoRoma, 14 feb. (askanews) – Il 60% degli italiani continua a celebrare la festa di San Valentino: il budget medio si attesta sugli 80 euro, in leggero calo rispetto al 2024 (85 euro, -6%), con un aumento delle cene in casa. Complice, probabilmente, anche il Festival di Sanremo. Sono questi i dati principali emersi da un’indagine condotta da Confesercenti sui consumi per la festa di San Valentino.


Anche nel 2025, scrive la confederazione, la cena romantica è il modo preferito dagli italiani per onorare San Valentino con il 70% di chi ha deciso di festeggiare. Una percentuale maggiore rispetto a chi farà un regalo, quota che si attesta al 60%. Stabile al 5%, invece, la percentuale di chi festeggia in viaggio con il proprio partner. Diminuiscono dal 69% al 63% le coppie che sceglieranno un ristorante o un pubblico esercizio. Di contro, sale il numero degli italiani che festeggerà San Valentino con una cena homemade passando dal 22% al 29%.


Sono sempre i cioccolatini il dono romantico più amato dagli italiani, scelto dal 38% di chi festeggia. A seguire nella classifica dei regali più gettonati i prodotti di profumeria (26%), i fiori (24%), gli accessori di gioielleria (22%) e gli accessori moda (20%), anche grazie alla spinta dei saldi invernali ancora in corso. Chiudono questo speciale elenco le vacanze o i pacchetti di attività di coppia (12 %) e i prodotti di cosmetica o servizi e percorsi benessere (stabili al 10%). “Il periodo non è dei più semplici con l’economia italiana sostanzialmente ferma e i consumi che faticano a ripartire. San Valentino – commenta il presidente di Fiepet Confesercenti Giancarlo Banchieri – conferma purtroppo questa tendenza con un calo della domanda del 15%, in continuità con quanto succede da Capodanno in poi. Per invertire la rotta speriamo nelle scelte last minute che invece sono in aumento. Continua il momento difficile per le imprese del settore e i pubblici esercizi che, oltre al calo dei consumi, vivono il rischio concreto di una nuova stangata legata ai costi dell’energia”.