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Bce, Lagarde: siamo risoluti sull’inflazione, deve essere ridotta

Bce, Lagarde: siamo risoluti sull’inflazione, deve essere ridottaRoma, 21 set. (askanews) – Alla Bce “siamo risoluti a preservare la stabilità dei prezzi nella zona euro. Per questa ragione abbiamo alzato i tassi di interesse dieci volte dal giugno del 2022 e abbiamo agito ancora una volta, la scorsa settimana, per rafforzare i progressi verso il nostro obiettivo di inflazione”. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde nel suo intervento a un congresso a Marsiglia (les Rencontres méditerranéennes).

Guardando al quadro generale del Mediterraneo, non solo dell’area euro una condizione preliminare per la prosperità e “la stabilità economica, in particolare la stabilità dei prezzi. Oggi l’inflazione elevata è una sfida per l’insieme della regione. Deve essere ridotta, in particolare perché una inflazione debole e stabile – ha detto – è fondamentale per stimolare gli investimenti sul lungo termine”.

Banca d’Inghilterra conferma tassi al 5,25%, direttorio spaccato

Banca d’Inghilterra conferma tassi al 5,25%, direttorio spaccatoRoma, 21 set. (askanews) – La Banca d’Inghilterra ha confermato con un voto a maggioranza il livello dei tassi di interesse sulla sterlina al 5,25%. Secondo quanto riporta un comunicato diffuso al termine della riunione, il direttorio si è sostanzialmente spaccato: cinque componenti hanno votato per lo status quo, mentre altri quattro avrebbero preferito un ulteriore aumento dei tassi da 25 punti base.

L’ipotesi su cui poi si è orientata la Bank of England aveva guadagnato probabilità ieri dopo che i dati dell’inflazione nel Regno Unito avevano segnalato un inatteso calmieramento al 6,7% su agosto. L’istituzione prevede che l’inflazione torni al valore obiettivo del 2% nel secondo trimestre del 2025.

Landini: con il governo rapporti pessimi, non escluso sciopero generale

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Inps: nei primi 6 mesi dell’anno saldo positivo per i contratti di lavoro (+ 1 milione)

Inps: nei primi 6 mesi dell’anno saldo positivo per i contratti di lavoro (+ 1 milione)Roma, 21 set. (askanews) – Nel primo semestre dell’anno le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 4.287.000, in leggera flessione rispetto allo stesso periodo del 2022 (-1%), ma comunque superiori al livello prepandemico del primo semestre 2019. Le cessazioni sono state 3.286.000, in diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3%). Il saldo nei primi sei mesi è dunque positivo (+1.001.308 contratti). E’ quanto rileva l’osservatorio dell’Inps sul precariato.

In flessione, rispetto al 2022, risultano quelle di contratti in somministrazione (-9%), a tempo indeterminato (-6%) e in apprendistato (-4%). Tutti gli altri contratti registrano una leggera crescita: lavoro intermittente +3%, stagionali +2% e tempo determinato +1%. Si registra altresì una lieve flessione per tutte le classi di dimensione aziendale: fino a 15 dipendenti -1%, da 16 a 99 dipendenti -0,3%, per 100 e oltre -2%. Per quanto riguarda le tipologie orarie l’incidenza del part time è rimasta stabile sia per l’insieme delle assunzioni a termine (37%) che per quelle a tempo indeterminato (32%). Le trasformazioni da tempo determinato nel corso del primo semestre del 2023 sono risultate 400.000, in lieve aumento rispetto allo stesso periodo del 2022 (+5%), ma comunque inferiori al livello straordinario del primo semestre 2019 (quando erano risultate 420.000). Contemporaneamente le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano in flessione rispetto al corrispondente semestre 2022 (-19%).

Nei primi sei mesi dell’anno c’è stata una “forte riduzione” dei licenziamenti di natura economica (-18%) rispetto al primo semestre dello scorso anno. Calano anche i licenziamenti disciplinari (-12%) e le dimissioni (-3%). Sono invece in leggero aumento le cessazioni per risoluzione consensuale (+3%).

Trasporti, primo semestre record per Flix con ricavi a 860 mln

Trasporti, primo semestre record per Flix con ricavi a 860 mlnRoma, 21 set. (askanews) – Primo semestre da record per Flix. Da gennaio a fine giugno, più di 36 milioni di persone hanno viaggiato con i servizi FlixBus, FlixTrain, Greyhound e Kamil Koç, per un incremento del 53% rispetto al 2022. Il fatturato complessivo del gruppo ammonta a 860 milioni di euro, per un incremento del 54% rispetto ai 557 milioni di euro relativi al semestre gennaio-giugno 2022. Il periodo gennaio-giugno 2023 si conferma, così, il primo semestre di maggior successo nella storia della società. Bene anche l’adjusted Ebitda, pari a 26 milioni di euro, con un incremento di 85 milioni sull’anno precedente e un margine corrispondente del 3%.

“Flix sta continuando a crescere in modo sostenibile e profittevole – ha affermato André Schwämmlein, amministratore delegato e co-fondatore di Flix -. Stiamo raggiungendo i risultati prefissati in ciascuno dei segmenti in cui operiamo, e nel primo semestre dell’anno siamo riusciti a espandere la nostra offerta in modo significativo in diversi mercati. Flix si riconferma un caso di successo del travel tech globale”.

Glifosato, Commissione Ue propone autorizzazione uso altri 10 anni

Glifosato, Commissione Ue propone autorizzazione uso altri 10 anniBruxelles, 20 set. (askanews) – La Commissione europea ha proposto oggi a Bruxelles di rinnovare per altri 10 anni (cinque in meno della durata massima possibile di 15 anni) l’autorizzazione all’uso del principio attivo del Glifosato, l’erbicida più usato nell’Ue e nel mondo, e anche uno dei più controversi. Nel 2015, infatti, un organismo scientifico dell’Organizzazione mondiale della Salute (Oms), lo Iarc, aveva classificato questa sostanza come “probabilmente cancerogena”.

Successivamente, tuttavia, l’Autorità europea di sicurezza alimentare (Efsa) aveva smentito il verdetto dello Iarc, negando la presunta cancerogenicità del Glifosato, e di conseguenza la Commissione nel 2017 aveva proposto e ottenuto il rinnovo della sua autorizzazione per cinque anni, poi prorogati a sei. L’attuale autorizzazione dura fino a metà dicembre, e l’Esecutivo comunitario conta di riuscire a ottenerne il rinnovo per 10 anni prima di questa scadenza. La proposta della Commissione si basa su una nuova valutazione di rischio con cui l’Efsa, nel luglio scorso, ha concluso che l’uso del Glifosato come erbicida non presenta alcuna “area critica di preoccupazione” per la salute umana e animale e per l’ambiente, e che non ci sono prove della sua geno-tossicità, avvertendo però che ci sono alcuni aspetti su cui la mancanza di dati certi non consente conclusioni sicure, in particolare riguardo a certi possibili effetti eco-tossici o a rischi per i piccoli mammiferi.

La Commissione chiede comunque agli Stati membri di rispettare alcune “condizioni appropriate”, nell’autorizzare l’uso dell’erbicida, contemplando anche alcune restrizioni. Ad esempio, dovranno essere considerati i rischi di dispersione (“spray drift”) su altre piante del Glifosato applicato tramite spruzzatore, con effetti indiretti sulla biodiversità (un problema che riguarda tutti gli erbicidi), e si dovrà cercare di limitare i rischi legati all’uso “non professionale” della sostanza. Inoltre, l’impiego del Glifosato potrà e dovrà essere minimizzato o proibito dagli Stati membri nelle aree pubbliche come parchi e giardini di scuole e ospedali, e limitato (con zone tampone larghe da 5 a 10 metri) in prossimità di specchi d’acqua o aree in cui sono presenti acque sotterranee poco profonde.

Sarà proibito l’uso di quest’erbicida per il disseccamento delle piante prima che siano oggetto del raccolto (una pratica non inusuale). Anche se questa misura non potrà essere applicata ai cereali provenienti da colture in paesi extra-Ue, come il Canada, saranno effettuati controlli alle frontiere dei residui di Glifosato nelle derrate importate, ha assicurato oggi una fonte della Commissione. Infine, anche se la sostanza attiva sarà autorizzata in tutta l’Ue, resta comunque la possibilità per tutti gli Stati membri di limitare o proibire l’uso dei prodotti commerciali che la contengono, insieme ad altri ingredienti (“co-formulant”), prodotti che devono comunque essere autorizzati a livello nazionale.

La proposta verrà ora sottoposta al processo decisionale relativo degli atti esecutivi della Commissione (la “comitologia”), che prevede innanzitutto, a metà ottobre, un voto dei rappresentanti degli Stati membri nella riunione del Comitato permanente su piante, animali, cibi e mangimi. I rappresentanti dei Ventisette possono approvare o respingere la proposta, ma solo a maggioranza qualificata. Successivamente, se non si raggiunge una maggioranza qualificata né favorevole né contraria, è previsto un voto in appello. Se anche dopo questo secondo voto non ci sarà maggioranza qualificata (almeno 15 paesi che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Ue), la Commissione potrà procedere da sola e adottare la decisione.

La Fed conferma i tassi ma lascia la porta aperta ad un altro aumento

La Fed conferma i tassi ma lascia la porta aperta ad un altro aumentoRoma, 20 set. (askanews) – La Federal Reserve ha confermato i livelli dei tassi di interesse ma ha lasciato la porta aperta ad un altro aumento entro al fine dell’anno, mentre ha drasticamente rivisto al rialzo la previsione sulla crescita economica Usa del 2023. I Fed Funds restano quindi ad una forchetta del 5,25-5,50 per cento, massimo da 22 anni. Tuttavia “siamo pronti ad alzare ancora i tassi, se fosse appropriato, e intendiamo mantenere un livello restrittivo fino a quando vedremo prove convincenti e ci sentiremo fiduciosi” del rientro dell’inflazione stabilmente verso i livelli obiettivo, ha spiegato il presidente Jerome Powell, nella conferenza stampa al termine del direttorio sulla politica monetaria (il Fomc).

L’istituzione monetaria ha pubblicato le sue previsioni aggiornate, che indicano un più 2,1 per cento del Pil quest’anno, oltre il doppio del più 1 per cento previsto lo scorso giugno. La previsione di crescita sul 2024 è stata alzata all’1,5 per cento (dal precedente +1,1%), quella per il 2025 stata confermata all’1,8 per cento. La decisione sui tassi è in linea con le attese prevalenti, anche se c’era una certa incertezza sulla possibilità che la Fed alzasse nuovamente i tassi, sia per il vigore dell’economia, sia per la dinamica inflazionistica. Anche sulle previsioni di inflazione la Fed ha effettuato una revisione al rialzo, ma più marginale: il dato su quest’anno è stato alzato di un decimale di punto al 3,3 per cento, quello del 2025 sempre di un decimale di punto al 2,2 per cento, mentre la stima sul prossimo anno è stata confermata al 2,5 per cento.

Nel comunicato diffuso al termine del Fomc, l’istituzione ha ripetuto una formula in cui lascia aperta la porta a possibili ulteriori rialzi, senza però far intendere che siano scontati. “Nel determinare la portata di inasprimenti monetari addizionali che potrebbero essere appropriati per riportare l’inflazione al 2% nel corso del tempo – recita il comunicato – il Comitato terrà conto dell’inasprimento monetario già accumulato, del ritardo con cui la politica monetaria si ripercuote su attività economica e inflazione e degli sviluppi economici e finanziari”. Le previsioni della Fed diffuse contengono anche una tabella sulle attese dei banchieri centrali Usa sul futuro dei tassi di interesse (che peraltro essi stessi stabiliscono). Da questa emerge il pronostico di un altro aumento nel corso di quest’anno, mentre nel 2024 il riferimento sul costo del denaro Usa è previsto calare di mezzo punto percentuale, per poi diminuire in maniera più consistente nel 2025. L’attesa mediana è di tassi al 5,6% alla fine di quest’anno, al 5,1% il prossimo anno e al 3,9% nel 2025.

Powell ha poi spiegato un po’ meglio in cosa consistano queste attese. “Ogni componente del Fomc scrive cosa si attende sui tassi. 7 componenti hanno scritto che si attendono che non servano altri rialzi, mentre 12 componenti che si attendono un altro rialzo entro la fine dell’anno – ha riferito -. Ma questo non significa che poi faremo così. Sono semplicemente previsioni che facciamo oggi per avere un quadro in base al quale assumere le decisioni di oggi”. Per prendere le future decisioni, semmai, “vogliamo vedere i dati. Vogliamo prove convincenti” sul fatto che l’inflazione si muoverà nella direzione auspicata dalla Fed. “Ma siamo anche nella posizione di muoverci prudentemente”, ha spiegato. Powell infine, ha rimesso in guardia dalle ricadute di un eventuale stallo sul bilancio tra amministrazione Biden e repubblicani, che dovesse sfociare nella chiusura di diverse attività dell’amministrazione (government shutdown).

Fed conferma tassi e raddoppia previsione crescita Usa 2023 (+2,1%)

Fed conferma tassi e raddoppia previsione crescita Usa 2023 (+2,1%)Roma, 20 set. (askanews) – La Federal Reserve ha confermato i livelli dei tassi di interesse per gli Stati Uniti: i Fed Funds restano quindi ad una forchetta del 5,25-5,50 per cento. Contestualmente, ha pubblicato le sue previsioni aggiornate, che mostrano una drastica revisione al rialzo per crescita degli Stati Uniti quest’anno: più 2,1 per cento, oltre il del doppio del più 1 per cento previsto lo scorso giugno. La previsione di crescita sul 2024 è stata alzata all’1,5 per cento (dal precedente +1,1%), quella per il 2025 stata confermata all’1,8 per cento.

La decisione sui tassi è in linea con le attese prevalenti, anche se c’era una certa incertezza sulla possibilità che la Fed alzasse nuovamente i tassi, sia per il vigore dell’economia, sia per la dinamica inflazionistica. E sulle previsioni di inflazione la Fed ha effettuato anche in questo caso una revisione rialzo, ma più marginale: il dato su quest’anno è stato alzato di un decimale di punto al 3,3 per cento, quello del 2025 sempre di un decimale di punto al 2,2 per cento, mentre la stima sul prossimo anno è stata confermata al 2,5 per cento. Nel comunicato diffuso al termine del Fomc, il direttorio che governa la politica monetaria, l’istituzione ha ripetuto una formula in cui lascia aperta la porta a possibili ulteriori rialzi, senza però far intendere che siano scontati. “Nel determinare la portata di inasprimenti monetari addizionali che potrebbero essere appropriati per riportare l’inflazione al 2% nel corso del tempo – recita il comunicato – il Comitato terrà conto dell’inasprimento monetario già accumulato, del ritardo con cui la politica monetaria si ripercuote su attività economica e inflazione e degli sviluppi economici e finanziari”.

Sud Invest, Urso: consorzi Asi opportunità di crescita territorio

Sud Invest, Urso: consorzi Asi opportunità di crescita territorioRoma, 20 set. (askanews) – “I consorzi Asi rappresentano a livello nazionale un’opportunità per la crescita del territorio grazie alla loro capacità di dialogo tra istituzioni e tessuto imprenditoriale. Oggi, in modo particolare il nostro Meridione ha la possibilità di acquisire nuova rilevanza a livello europeo”. Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo quanto riporta una nota in un messaggio inviato in occasione della presentazione, al Senato, del seminario nazionale dei Consorzi Industriali “Sud Invest: la competitività dei Consorzi Asi per lo sviluppo del territorio”, promosso dall’Asi (Area di Sviluppo Industriale) di Benevento e dalla Ficei (Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione).

Nuove vie si stanno aprendo e nuove possibilità di sviluppo: dall’energia alla logistica, dalla manifattura tradizionale alle produzioni strategiche come quelle dei microchip. Il MiMIT ha avviato una politica per l’attrazione di imprese, articolata non solo attraverso il supporto finanziario agli investimenti ma anche con mirate misure di semplificazione e tutoraggio – ha spiegato Urso -. In questa chiave, i consorzi ASI rappresentano una preziosa leva a complemento, in grado di rendere ancora più efficace l’azione del governo. Creare un ambiente più business oriented è indispensabile per la crescita e in questo percorso sono certo che FICEI e i Consorzi ASI possano dare un grande contributo”.

Forum Acadi 2023, presentato il Bilancio di Sostenibilità

Forum Acadi 2023, presentato il Bilancio di SostenibilitàRoma, 20 set. (askanews) – È di 11,2 miliardi di euro di gettito nelle casse dello Stato nel 2022; 10,2 miliardi, pari a circa il 91 per cento, quello generato dal retail. Oltre 65mila le aziende della filiera che danno lavoro a 150mila persone. Una rete su tutto il territorio nazionale che conta oltre 85mila punti vendita, di cui ben 75mila appartenenti alla rete generalista: 41mila tra bar ed esercizi pubblici e 34.500 tra tabaccherie e ricevitorie. 53.500 i punti vendita in cui sono presenti gli apparecchi, di cui circa 49mila della rete generalista che presidiano oltre 6mila comuni italiani. Sono questi – recita una nota – i numeri principali del settore del gioco Pubblico in Italia, emersi oggi durante il Forum “Il gioco pubblico alla sfida della sostenibilità” promosso da Acadi, l’associazione dei concessionari di giochi pubblici. Nel corso del Forum, che si è svolto a Roma presso la sede di Confcommercio, è stato presentato il Bilancio di Sostenibilità 2022 del comparto e si è fatto il punto con addetti ai lavori e istituzioni sullo stato dell’arte e sul futuro dell’intero settore.

Per Geronimo Cardia, presidente di Acadi, “c’era la necessità di fare un bilancio di sostenibilità del comparto del gioco pubblico perché siamo convinti che gli strumenti e le verifiche degli indici ESG mettano ancora più in luce il ruolo strategico del comparto per il Paese. I dati dicono a chiare lettere che la rete distributiva terrestre degli esercizi generalisti (dei bar e dei tabacchi per intendersi) è protagonista tra le altre reti nel consentire il perseguimento degli interessi costituzionali sottesi all’esistenza dell’offerta pubblica di gioco”. “Ridurre, comprimere, limitare o in qualche modo penalizzare direttamente o indirettamente la sua presenza oggi radicata sui territori – ha aggiunto Cardia – significa compromettere gli interessi costituzionali della tutela della salute dell’utente e della fede pubblica, della tutela dell’ordine pubblico sui territori, come la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose, del gettito erariale che è di emersione e dell’occupazione assicurata ad oggi nei fatti in ogni parte d’Italia”. Al confronto sul futuro del settore hanno partecipato inoltre la sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano; il direttore Giochi dell’Agenzia della Dogane e dei Monopoli, Mario Lollobrigida; il presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati, Marco Osnato; il comandante del Nucleo Speciale Commissioni Parlamentari d’Inchiesta della Guardia di Finanza, Claudio Ramponi; il direttore del Servizio Controllo del Territorio della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Vincenzo Nicolì; il presidente aggiunto della Corte dei Conti, Tommaso Miele.

Per il presidente di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), Lino Stoppani, “a rischio sono soprattutto i bar di prossimità, quelli nei quali il gioco è intrattenimento, con gli apparecchi a piccola vincita, i corner scommesse, i servizi di ricarica per il gioco online. Guardando solo ai pubblici esercizi, il loro numero si è ridotto di un terzo tra il 2017 ed oggi. E’ necessario tornare ad un accordo di concertazione tra Stato ed Autonomie sulla corretta distribuzione degli esercizi per difendere legalità, salute ed economia. Per mantenere e migliorare ulteriormente questa qualità chiediamo la giusta attenzione legislativa alle istituzioni di governo e parlamentari, nazionali e territoriali, per rendere il gioco in denaro solo intrattenimento e sempre meno terreno di gestione criminale o di sfruttamento delle dipendenze di soggetti deboli”. “La tutela della rete fisica è imprescindibile. È sotto gli occhi di tutti che il riordino debba partire proprio dalla rete fisica, che è quella che accusa maggiormente l’attuale caos normativo, e che da troppo tempo sta chiedendo a gran voce interventi essenziali per la sua sopravvivenza e la sua crescita, tra cui in primis la risoluzione della questione territoriale. La tutela del gioco fisico significa anche tutela del gioco ‘legale’, e come già evidenziato, l’arma più potente per combattere quello irregolare, che ingrassa le mafie e la criminalità organizzata”, ha affermato Mario Antonelli, presidente di Fit (Federazione italiana tabaccai).

“Oggi sono emerse chiaramente le misure necessarie per il riordino del settore. Apprezziamo l’unità di intenti tra la nostra associazione e le istituzioni che si occupano di queste tematiche, a partire dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli”, ha aggiunto Geronimo Cardia, “E’ palese quali siano le leve di impatto più rilavanti. L’apporto in termini fiscali, previdenziali, occupazionali, di PIL ma anche di presidio di legalità dei territori sotto il profilo della tutela della salute, del risparmio e dell’ordine pubblico è sotto gli occhi di tutti. Qualsiasi riforma, dunque, non può prescindere da tutto questo. Siamo convinti che anche le istituzioni abbiano ben chiaro che una buona riforma è quella che non pregiudica neanche indirettamente gli interessi costituzionali garantiti in larga parte dalla rete generalista ben rappresentata in Confcommercio”.