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Banche centrali mantengono rotta, lotta inflazione diventa più dura

Banche centrali mantengono rotta, lotta inflazione diventa più duraRoma, 25 giu. (askanews) – Le banche centrali sono determinate a vincere l’inflazione, anche se l’ultimo miglio verso la stabilità dei prezzi potrebbe essere il più impegnativo. Esiste infatti un rischio significativo di ulteriore stress finanziario man mano che il sistema finanziario si adegua alla fine dei tassi di interesse bassi per lungo tempo. Per salvaguardare la stabilità e la fiducia, la politica monetaria e fiscale deve operare all’interno di una “regione di stabilità”. E’ quanto emerge dal rapporto annuale della Banca dei Regolamenti Internazionale, vera e propria ‘banca delle banche centrali’, presentato oggi a Basilea in Svizzera.

L’inflazione ha iniziato a diminuire dai massimi pluridecennali quasi ovunque, ma il lavoro di banche centrali è tutt’altro che finito, ha detto la Bri nel suo rapporto. Nonostante il più intenso inasprimento della politica monetaria della memoria recente, l’ultima tappa di il viaggio per ripristinare la stabilità dei prezzi sarà il più difficile. Secondo l’Annual Economic Report 2023 della BRI, i progressi compiuti finora nella lotta contro l’inflazione devono molto all’allentamento delle catene di approvvigionamento e al calo dei prezzi delle materie prime. Ma i mercati del lavoro restano ancora tesi e la crescita dei prezzi nei servizi si è rivelata più difficile da domare. Esiste un rischio concreto che un la psicologia dell’inflazione prenderà piede, dove gli aumenti dei salari e dei prezzi inizieranno a rafforzarsi a vicenda. Potrebbe dunque essere necessario che i tassi di interesse rimangano più alti più a lungo di quanto il pubblico e gli investitori si aspettino.

Il rapporto analizza i rischi posti dal mix unico di alta inflazione e rischi per la stabilità finanziaria. Le banche centrali stanno inasprendo la loro politica in un contesto di debito e prezzi delle attività elevati, eredità di una stagione nella quale i tassi di interesse sono stati bassi per lungo tempo. Le chiusure bancarie all’inizio del 2023 sono state l’esempio più eclatante di tali rischi che si stanno materializzando, ma sono lontani dall’essere gli unici. Lo sono i disallineamenti nascosti della leva finanziaria e della liquidità nel settore finanziario non bancario che costituiscono un’altra vulnerabilità. Se le banche centrali devono stringere di più o più a lungo per raggiungere la stabilità dei prezzi, il rischio di stress finanziario aumenterà.

“La sfida politica chiave oggi rimane domare completamente l’inflazione, e l’ultimo miglio è tipicamente il più difficile”, ha affermato Agustín Carstens, direttore generale della BRI. “Il fardello sta cadendo su molte spalle, ma i rischi di non agire tempestivamente saranno maggiori a lungo termine. Le banche centrali sono impegnate a mantenere la rotta per ripristinare la stabilità dei prezzi e proteggere il potere d’acquisto delle persone”, ha detto. Le politiche fiscali e prudenziali possono fare la loro parte per aiutare a stabilizzare l’economia e la finanza sistema. I governi dovrebbero restringere i propri budget, mirando al massimo di sostegno alle categorie più vulnerabili e intraprendendo un consolidamento a lungo termine della loro spesa. Questo aiuterebbe a frenare l’inflazione e tenere sotto controllo i rischi per la stabilità finanziaria riducendo la necessità per le banche centrali di mantenerli tassi più alti più a lungo.

Le autorità di regolamentazione e di vigilanza possono utilizzare l’intera gamma di strumenti a loro disposizione per rafforzare il sistema finanziario, dando alle banche centrali più spazio di manovra. Il rapporto discute poi di come l’inflazione elevata e le vulnerabilità finanziarie e le politiche fiscali stanno mettendo alla prova i confini della “regione della stabilità”. L’ultimo rischio di andare alla deriva fuori da quella regione significa perdere la fiducia che la società deve avere nello stato e nelle sue decisioni. A lungo termine, sono necessari aggiustamenti politici e tutele istituzionali per garantire che le politiche monetarie e fiscali rimangano saldamente all’interno della regione di stabilità. “Le attuali tensioni sono il culmine di decenni di dipendenza dalla politica monetaria e fiscale motori di fatto della crescita. Superare questa fallacia di “illusione di crescita” e trovare una combinazione di politiche coerenti richiede un cambiamento di mentalità, riconoscendo i limiti delle politiche di stabilizzazione”, ha affermato Claudio Borio, Capo Dipartimento Monetario ed Economico.

La Cgil e una rete di 90 associazioni in piazza per il diritto alla salute

La Cgil e una rete di 90 associazioni in piazza per il diritto alla saluteRoma, 24 giu. (askanews) – Cgil in piazza a difesa del diritto alla salute. La confederazione guidata da Maurizio Landini e una rete di circa 90 associazioni riunite nell’assemblea “Insieme per la Costituzione”, manifestano questa mattina a Roma a difesa dell’articolo 32 della carta costituzionale, per il rilancio del servizio sanitario nazionale e per garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’iniziativa si sviluppa con un corteo che parte da piazza della Repubblica per giungere in piazza del Popolo, dove sono previsti 14 interventi dal palco. La manifestazione sarà conclusa da Landini. Insieme con Cgil e associazioni in piazza ci saranno alcuni leader della sinistra, a partire da Elly Schlein (Pd) a Giuseppe Conte (M5S) e Nicola Fratoianni (Sinistra italiana).“La Cgil e un centinaio un di associazioni, giovani e pensionati, sono in piazza perché vogliono difendere il diritto alla salute, anche sul lavoro, e chiedere il rilancio del Servizio sanitario nazionale. Basta tagli”, ha detto Landini dal corteo della manifestazione.

“Abbiamo bisogno di investire e di non perdere neanche un euro del Pnrr, di fare assunzioni e garantire i servizi sul territorio che sono decisivi. Ci sono 4 milioni di persone che non si curano perché non hanno i soldi, non è accettabile. La situazione sta esplodendo. Sono gli stessi che hanno tenuto in piedi il Paese durante la pandemia”. 

Governo, Landini: sciopero generale? Risposte o non ci fermeremo

Governo, Landini: sciopero generale? Risposte o non ci fermeremoRoma, 24 giu. (askanews) – Gli scioperi generali “non si minacciano”, ma “si proclamano quando è necessario, se non ci sono risposte, se il Governo non ci ascolta”. Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, dal corteo della manifestazione sulla sanità che si concluderà in piazza del Popolo. “Vedremo – ha aggiunto – non abbiamo alcuna intenzione di fermarci finché non avremo risultati”.

La confederazione guidata da Landini e una rete di circa 90 associazioni riunite nell’assemblea “Insieme per la Costituzione”, manifestano a difesa dell’articolo 32 della carta costituzionale, per il rilancio del servizio sanitario nazionale e per garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Insieme con Cgil e associazioni in piazza ci sono alcuni leader della sinistra, a partire da Elly Schlein (Pd) a Giuseppe Conte (M5S) e Nicola Fratoianni (Sinistra italiana). “La Cgil e un centinaio di associazioni, giovani e pensionati, sono in piazza perché vogliono difendere il diritto alla salute, anche sul lavoro, e chiedere il rilancio del Servizio sanitario nazionale. Basta tagli – ha affermato Landini – abbiamo bisogno di investire e di non perdere neanche un euro del Pnrr, di fare assunzioni e garantire i servizi sul territorio che sono decisivi. Ci sono 4 milioni di persone che non si curano perché non hanno i soldi, non è accettabile. La situazione sta esplodendo. Sono gli stessi che hanno tenuto in piedi il Paese durante la pandemia”.

Ryanair, ferma 1 aeromobile e cancella 6 rotte a Venezia

Ryanair, ferma 1 aeromobile e cancella 6 rotte a VeneziaRoma, 23 giu. (askanews) – Ryanair ha annunciato di “essere stata costretta a rimuovere 1 aeromobile basato (investimento di 100 milioni di dollari), a cancellare 6 rotte ed a ridurre i voli su ulteriori 6 rotte dall’aeroporto Marco Polo di Venezia per l’inverno ’23 a causa della decisione del Comune di Venezia di applicare un eccessivo e sconsiderato aumento delle tasse pari al 38% (2,50 euro) per ogni uomo, donna e bambino in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia a partire dal 30 maggio 2023, che si aggiunge alla tassa di 6,50 euro attualmente in vigore”. “La decisione del Comune di Venezia – si legge in una nota della Compagnia – di aumentare i costi di accesso a Venezia soffoca la connettività e la crescita ed ha un impatto negativo sui veneziani e sull’industria turistica in ripresa”. A seguito di questo eccessivo aumento della tassa, “Ryanair è stata costretta a riallocare la capacità dall’aeroporto Marco Polo di Venezia verso città concorrenti in Spagna e Portogallo che non hanno una tassa così penalizzante ed offrono invece costi di accesso più bassi per stimolare la ripresa e la crescita del turismo”. Ryanair chiede al Comune di Venezia di fermare con urgenza questo eccessivo aumento delle tasse per evitare ulteriori tagli di capacità che avranno un impatto negativo non solo sull’Aeroporto Marco Polo di Venezia ma anche sulla città di Venezia, dove la connettività è la linfa vitale dell’industria turistica locale. Per Jason McGuinness, Chief Commercial Officer di Ryanair, “non esiste alcuna giustificazione per questo eccessivo aumento delle tasse che rende Venezia una delle città più costose e non competitive d’Europa. Il Comune di Venezia dovrebbe abbassare, non aumentare, i costi di accesso per contribuire a stimolare il traffico e la sua fragile industria turistica, che si sta ancora riprendendo dalla pandemia. Chiediamo al Comune di Venezia di eliminare immediatamente questo irragionevole aumento delle tasse per rendere Venezia nuovamente competitiva a vantaggio dell’industria turistica e, in ultima analisi, di tutti i residenti”.

Rai, Giorgetti incontra vertici. Un tavolo tecnico su canone

Rai, Giorgetti incontra vertici. Un tavolo tecnico su canoneRoma, 23 giu. (askanews) – Il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti ha incontrato oggi presso la sede del Dicastero l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, la presidente Marinella Soldi, il direttore generale Gianpaolo Rossi. Hanno preso parte alla riunione, tra gli altri, anche il capo di gabinetto del ministro, Stefano Varone, e il capo dipartimento del tesoro, Riccardo Barbieri.

Al primo punto del colloquio, riferisce una nota del Mef, lo stato dell’arte del Piano Industriale della Rai 2023-25, la necessità di proseguire la modernizzazione della tv pubblica in termini di digitalizzazione e delle nuove tecnologie, il nuovo contratto di servizio che sarà presto all’esame della Commissione di Vigilanza. Durante la riunione è stato affrontato anche il tema del canone Rai. A questo proposito è stata decisa la costituzione di un tavolo tecnico per individuare anche eventuali future nuove soluzioni che garantiscano la trasformazione della Rai in Digital Media Company, mantenendo le risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi concordati.

Estate, Confcommercio: quest’anno in vacanza 30 mln di italiani

Estate, Confcommercio: quest’anno in vacanza 30 mln di italianiRoma, 23 giu. (askanews) – Sono quasi 30 milioni, uno in più del 2022, gli italiani di età compresa tra 18 e 74 anni, pronti a partire tra giugno e settembre per uno o più viaggi, in Italia o all’estero, per un totale di quasi 63 milioni di partenze – poco più di 2 a testa – con un volume d’affari complessivamente generato nell’ordine di 45 miliardi di euro. Questi i dati principali dell’Osservatorio Turismo di Confcommercio sulle vacanze degli italiani realizzato in collaborazione con SWG.

Per quanto rigurda l’Italia, il mare occupa saldamente il primo posto con il 24% delle preferenze, qualche punto percentuale meno dell’estate 2022. Le città d’arte sono scelte dal 15% del campione, i piccoli borghi dal 9% e la montagna dall’11%. Per l’estero, riprende quota la domanda turistica verso l’estero. Se nel 2022, 3 italiani su 4 sceglievano esclusivamente mete nazionali, tale quota scende, quest’anno, a circa il 56%, mentre salgono dal 25% al 43% coloro che faranno vacanze sia in Italia che all’estero. Raddoppiano, in particolare, sul 2022, con riferimento ai viaggi di 7 giorni o più, coloro che sceglieranno una meta fuori Europa, con la ricomparsa di destinazioni particolarmente care agli italiani prima del COVID, come Mar Rosso e Stati Uniti. A dominare le scelte di vacanze oltralpe restano però comunque le vicine Francia, Austria e Slovenia, oltre a Spagna, Grecia e Regno Unito. Si aggiunge quest’anno il Portogallo, grazie anche all’effetto mediatico e di attrazione delle giornate mondiali della gioventù di inizio agosto.

Preferite le strutture turistico ricettive, ma con qualche distinguo. Le scelgono più della metà dei vacanzieri italiani per i soggiorni più lunghi, optando per un albergo in 4 casi su 10, mentre, per gli short break, lo fanno addirittura 2 su 3, optando però, in questo caso, per B&B e alberghi in pari misura. Campeggi, resort e villaggi vacanza totalizzano complessivamente una media del 20% delle preferenze mentre gli altri soggiorneranno in agriturismi e, soprattutto, in seconde case – di proprietà o in affitto – o da amici e parenti. Sul lato della spesa, a fronte di un incremento medio dei costi dei servizi prettamente turistici nell’ordine del 12% rispetto allo scorso anno – con punte più alte sui trasporti, dove il 28% degli intervistati riscontra aumenti superiori al 30% – gli intervistati dichiarano mediamente di mettere a disposizione, per le vacanze tra giugno e settembre, un budget di circa 1.130 euro ciascuno, il 10% in più dello scorso anno: 920 euro per le partenze in agosto, 560 a giugno e 700 per quelle tanto di luglio quanto di settembre. Nel raffronto con l’estate 2022 incoraggia quel 6% di intervistati che, non avendone fatte l’estate scorsa, torna a pianificare una vacanza, seppure breve, nell’estate 2023. Ne consegue che, per non ridurre né il numero delle partenze né la lunghezza dei soggiorni, un italiano su 2 dichiara che limiterà le spese extra in loco e uno su 3 rinuncerà ad attività a pagamento a destinazione.

“Quasi 30 milioni di italiani in viaggio quest’estate e un record di stranieri che visitano l’Italia – commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli -, superando i valori del 2019, fanno del turismo il motore principale della nostra economia. Riqualificare dunque le strutture e migliorare la formazione per sostenere le imprese della filiera turistica è l’investimento prioritario per creare nuova occupazione e rafforzare l’intero sistema paese”.

Tim: su rete esclusiva a KKR, offerta vincolante entro il 30 settembre

Tim: su rete esclusiva a KKR, offerta vincolante entro il 30 settembreMilano, 22 giu. (askanews) – Il cda di Tim ha concluso l’esame delle offerte non vincolanti per Netco e ha concesso un periodo di esclusiva a KKR. Lo comunica una nota del gruppo di tlc.

Il cda all’unanimità ha dato mandato all’AD, Pietro Labriola, di avviare, in esclusiva, una negoziazione migliorativa con il fondo Usa, finalizzata a ottenere la presentazione – nel più breve tempo possibile, compatibilmente con la complessità dell’operazione, e comunque entro il 30 settembre – di un’offerta conclusiva e vincolante secondo i migliori termini e condizioni, nonché di convenire il perimetro, le modalità e i tempi per l’esecuzione dell’attività di due diligence confirmatoria richiamata nella stessa offerta di KKR. Il cda di Tim ha ritenuto che l’offerta presentata dal fondo Usa sia risultata preferibile in termini di eseguibilità e relativa tempistica, nonché superiore rispetto all’offerta concorrente presentata dal consorzio formato da Cdp- Macquarie.

L’eventuale operazione avente ad oggetto la dismissione di NetCo, ricorda Tim, resta soggetta all’ottenimento, fra l’altro, delle autorizzazioni di legge, incluse quelle afferenti il processo di Golden Power e quelle Antitrust.

Esselunga, maxi sequestro da 48 milioni per frode fiscale sulla manodopera

Esselunga, maxi sequestro da 48 milioni per frode fiscale sulla manodoperaMilano, 22 giu. (askanews) – Maxi sequestro preventivo da 48 milioni di euro circa nei confronti di Esselunga per frode fiscale sulla manodopera. L’azienda, riferisce una nota della Gdo milanese, “si è immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie e pieno supporto per lo svolgimento delle attività. Attendiamo con fiducia le verifiche e gli approfondimenti, nella consapevolezza di aver operato sempre nel rispetto della legalità”.

I finanzieri del Comando Provinciale di Milano stanno dando oggi esecuzione a un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Milano per l’importo complessivo di oltre 47,7 milioni. Le indagini, eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, hanno ad oggetto il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera. È stata disvelata, spiega una nota della Procura di Milano, una complessa frode fiscale caratterizzata dall’utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva superiore a 47 milioni.

In particolare, ricostruendo la filiera della manodopera, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati in taluni casi schermati da società filtro che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società serbatoio), mentre in altri sono stati intrattenuti direttamente con quest’ultime che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva e, nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale. Sono in corso, inoltre, diverse perquisizioni nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte nelle province di Milano, Novara e Bergamo e si sta procedendo alla notifica delle informazioni di garanzia, oltre che per le responsabilità personali in ordine ai reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società.

Fisco, Entrate: online elenchi amessi ed esclusi al 5 per mille

Fisco, Entrate: online elenchi amessi ed esclusi al 5 per milleRoma, 22 giu. (askanews) – Pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate gli elenchi per la destinazione del 5 per mille 2022 con i dati relativi alle preferenze espresse dai contribuenti in dichiarazione. Si tratta di 71.674 soggetti tra Enti del Terzo Settore e Onlus, Ricerca sanitaria e scientifica, Associazioni sportive dilettantistiche, Enti per la tutela dei beni culturali e paesaggistici, Enti gestori delle aree protette e quasi 8mila Comuni.

In particolare, nella categoria degli Enti del Terzo Settore e Onlus sono compresi sia gli enti iscritti al Registro unico nazionale del terzo settore (Runts), gestito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sia le organizzazioni non lucrative di utilità sociale iscritte all’Anagrafe delle Onlus, gestita dall’Agenzia delle Entrate, accreditati al contributo. L’elenco degli enti ammessi e di quelli esclusi è consultabile online, nell’area tematica “5 per mille”, insieme agli importi attribuiti. L’elenco degli ammessi comprende in totale 71.674 enti, suddivisi per categoria: in cima alla classifica si trovano gli Enti del Terzo Settore e Onlus (50.301), a seguire le Associazioni sportive dilettantistiche (12.751), gli enti impegnati nella ricerca scientifica (427), quelli che operano nel settore della sanità (105), gli enti dei beni culturali e paesaggistici (160) e gli Enti gestori delle aree protette (24). Nell’elenco figurano anche 7.906 Comuni, a cui sono destinati oltre 16 milioni di euro.

In base alle scelte espresse dai cittadini, il 5 per mille 2022 distribuirà oltre 510 milioni di euro: alla categoria degli Enti del Terzo Settore e Onlus andranno oltre 324 milioni di euro, alla ricerca sanitaria quasi 81 milioni di euro mentre a quella scientifica saranno destinati nel complesso oltre 68 milioni di euro. Seguono i Comuni (16 milioni di euro), le Associazioni sportive dilettantistiche (17,4 milioni), gli Enti per la tutela dei beni culturali e paesaggistici (2,3 milioni) e gli Enti gestori delle aree protette (814mila euro).

Delfin: bilancio 2022 da record, stima dividendi per oltre 860 milioni

Delfin: bilancio 2022 da record, stima dividendi per oltre 860 milioniMilano, 22 giu. (askanews) – A quasi un anno dalla scomparsa di Leonardo del Vecchio, Delfin, la holding della famiglia, chiude un bilancio 2022 da record e stima di incassare quest’anno dividendi per oltre 860 milioni, in crescita del 20% rispetto all’anno precedente.

L’assemblea degli azionisti di Delfin ha approvato oggi la migliore performance di sempre della holding, con l’utile netto salito nel 2022 a circa 650 milioni, in crescita del 70% sul 2021, e ricavi da dividendi pari a oltre 720 milioni. Il valore degli asset in gestione (Nav) ai prezzi attuali è salito a circa 29 miliardi, in crescita di oltre il 50% rispetto alla chiusura del 2018, anno di creazione di EssilorLuxottica. Delfin, sulla base degli andamenti ottimali delle società partecipate, stima di ricevere dividendi nell’anno in corso per un totale di oltre 860 milioni, in crescita del 20% sul 2022. In virtù dei risultati raggiunti e come da disposizioni statutarie, Delfin devolverà 32 milioni a Fondazione Leonardo Del Vecchio – il 5% degli utili – per sostenere progetti di solidarietà e utilità sociale nel campo della ricerca scientifica, dell’istruzione e della formazione, della salute pubblica.

“I risultati registrati lo scorso anno ci rendono estremamente soddisfatti. È il miglior modo di celebrare il nostro fondatore, Leonardo Del Vecchio, ad un anno dalla sua scomparsa”, ha commentato Francesco Milleri, presidente di Delfin. “Il suo pensiero e la sua visione sono e rimarranno l’anima di Delfin. Tutte le principali società partecipate hanno contribuito positivamente a questa performance, e siamo fiduciosi che il trend in continuo miglioramento possa essere confermato anche per il 2023”. Il fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, è scomparso lo scorso 27 giugno all’età di 87 anni.