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Apple presenta nuovi iPhone 15: porta Usb-C per la ricarica come chiede Ue

Apple presenta nuovi iPhone 15: porta Usb-C per la ricarica come chiede UeMilano, 12 set. (askanews) – Apple alza il velo sui quattro nuovi modelli della linea iPhone 15 e su due smartwatch nell’atteso appuntamento di settembre, dedicato alle novità di prodotto, nel teatro intitolato al fondatore Steve Jobs.

La prima novità è che tutti i nuovi modelli di smartphone avranno la porta USB-C universale per la ricarica, adeguandosi alle direttive dell’Unione europea e abbandonando così il suo storico sistema Lightening. I prezzi per i nuovi modelli di iPhone 15 Pro Max partiranno da 1.199 dollari. I modelli Pro e Pro Max sono i primi smartphone con chip da 3 nanometri realizzati da Tsmc e Apple ha pubblicizzato una nuova Gpu “rivoluzionaria” per un’elaborazione grafica più rapida. Hanno tre fotocamere e possono realizzare “spatial video”, un formato proprietario progettato per essere visto attraverso il visore Vision Pro che sarà in vendita l’anno prossimo.

L’iPhone 15 standard e l’iPhone 15 Plus con schermo più grande hanno fotocamere migliorate con una fotocamera principale da 48 megapixel. Entrambi partono dallo stesso prezzo di un anno fa, rispettivamente 799 e 899 dollari. L’altra novità, anticipata dalle testate specializzate, è l’involucro in titanio, invece che in acciaio che li renderà più leggeri.

Il nuovo Apple Watch Series 9 presenta un nuovo riconoscimento dei gesti, chiamato “doppio tocco” che consentirà agli utenti di rispondere alle chiamate e mettere in pausa la musica con un semplice tocco dell’indice e del pollice. L’orologio, che parte da 399 dollari, è il “primo prodotto a zero emissioni di carbonio”, ha affermato Apple. Durante la presentazione Apple ha sottolineato il suo impegno green annunciando che non utilizzerà più la pelle in nessuno dei suoi prodotti. Ha introdotto, invece, il “FineWoven”, un materiale personalizzato da utilizzare nei cinturini degli orologi e nelle custodie degli iPhone, che dovrebbe avere un’impronta di carbonio “significativamente più bassa”.

Il prossimo trimestre sarà il più importante dell’anno, osserva il Ft, poiché include la stagione dello shopping natalizio. Nel frattempo, il più grande rivale dell’azienda in Cina, Huawei, ha appena rilasciato un nuovo telefono di punta che minaccia di intaccare la quota di mercato di Apple. Le azioni Apple a Wall Street hanno chiuso in calo dell’1,71% a 176,3 dollari.

Superbonus, Ance: il blocco della cessione dei crediti ha messo in crisi 320mila famiglie

Superbonus, Ance: il blocco della cessione dei crediti ha messo in crisi 320mila famiglieRoma, 12 set. (askanews) – Il blocco della cessione dei crediti derivanti dal superbonus edilizio “sta determinando forti criticità sotto il profilo sociale”. Lo ha affermato l’Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) aggiungendo che, in base alle sue stime, il blocco della cessione comporta “conseguenze dirette su 320.000 famiglie per un totale di 752.000 persone”. Tornando sulla questione del superbonus nel corso dell’audizione al Senato sul dl asset, l’Ance ha aggiunto che “a fronte di 30 miliardi di crediti fiscali incagliati stimati dal Governo in sede parlamentare, è possibile valutare che gli interventi in difficoltà per via del blocco delle cessioni è pari a quasi 95.000 mila e riguardano soprattutto i condomini” per i quali si registra un aumento della loro incidenza sul complesso degli interventi.

Negli ultimi mesi, infatti, precisa Ance, i condomini hanno rappresentato più del 95% dell’importo dei lavori e più dei tre quarti degli interventi. L’Ance, che è tornata sul tema nel corso dell’audizione al Senato sul decreto asset, chiede di prorogare di almeno 6 mesi il Superbonus per gli interventi sui condomini già avviati al 17 febbraio 2023 (per i quali operano ancora la cessione del credito e lo sconto in fattura), a condizione che, al 31 dicembre 2023, siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo. La proroga è necessaria, spiega l’associazione dei costruttori edili, anche alla luce del mancato avvio della piattaforma di cessione dei crediti, annunciata dal Governo come soluzione al problema dei crediti incagliati.

Per l’Ance è anche “indispensabile” riaprire rapidamente l’acquisto dei crediti da parte delle società partecipate dallo Stato.

L’Abi: la tassa sugli extraprofitti delle banche solleva dubbi di costituzionalità

L’Abi: la tassa sugli extraprofitti delle banche solleva dubbi di costituzionalitàRoma, 12 set. (askanews) – L’imposta sugli extraprofitti delle banche “solleva dubbi di compatibilità con i precetti costituzionali”. Lo ha sottolineato l’Associazione Bancaria Italiana nel corso di un’audizione alle commissioni Ambiente e Industria del Senato sul decreto asset.

“La Corte costituzionale – afferma l’Abi – ha delineato precise direttrici per verificare la compatibilità di una imposta straordinaria con i principi sanciti nella Carta, in particolare quello di uguaglianza (art. 3) e quello di capacità contributiva (art. 53)” e “ha ribadito come una misura fiscale di carattere discriminatorio, per superare il vaglio di costituzionalità, debba rispondere a criteri di adeguata ragionevolezza”. Secondo le banche, invece, “l’art. 26 del decreto-legge non sembra tener conto di tali precettive condizioni”. L’Abi ricorda anche che in occasione della sentenza sulla Robin Tax la Consulta ha giudicato “irragionevole e pertanto incostituzionale, l’addizionale IRES sul settore energetico, perché, tra le altre cose, difettava di un meccanismo che consentisse la tassazione separata del solo reddito suppletivo connesso alla posizione privilegiata delle imprese coinvolte”.

Secondo l’associazione bancaria “i medesimi profili di incostituzionalità possono ricorrere anche per l’art. 26 del DL 10 agosto 2023, che assume a base imponibile l’intero margine di interesse come individuato dalla relativa voce di bilancio, senza verifica concreta sulla sua correlazione con gli asseriti ‘extra’ profitti derivanti da ‘l’andamento dei tassi di interesse e del costo del credito’”. Infine l’Abi segnala sulla base della giurisprudenza comunitaria “possibili profili di incompatibilità con la disciplina comunitaria sono relativi all’articolo 42 della Costituzione, per lesione del diritto di proprietà, stante il carattere espropriativo della misura sulla ricchezza dell’impresa”.

Inoltre, la tassa sugli extraprofitti introdotta “senza alcun confronto preventivo anche con l’ABI” ha prodotto “sui mercati un impatto solo parzialmente poi attenuato” ed “un vulnus alla fiducia riposta sul mercato finanziario italiano”. “La nuova norma produce effetti retroattivi, in quanto si riferisce a periodi conclusi (2021 e 2022) o in corso (2023)” ha aggiunto l’associazione bancaria secondo la quale “la retroattività incide sulla certezza del diritto, in contrasto con i principi e i criteri di certezza, irretroattività, programmabilità cui si ispira la delega fiscale”.

Leonardo, con Gb e Giappone per elettronica bordo nuovo velivolo

Leonardo, con Gb e Giappone per elettronica bordo nuovo velivoloRoma, 12 set. (askanews) – Le aziende leader dell’industria dell’elettronica per la difesa di Regno Unito, Italia e Giappone hanno annunciato che stanno lavorando per concordare un assetto congiunto per la realizzazione del progetto Gcap nel settore Isanke & Ics (Integrated Sensing and Non-Kinetic Effects & Integrated Communications Systems). In particolare, Leonardo Uk per il Regno Unito, Mitsubishi Electric per il Giappone e Leonardo ed Elt Group in rappresentanza dell’Italia – stanno valutando una serie di possibili modelli operativi e commerciali. I partner hanno individuato – si legge in una nota congiunta – in una struttura comune per la realizzazione del progetto il modo più efficiente ed efficace per portare a termine il programma in tempi rapidi, oltre a garantire piena autonomia di azione e di modifica per tutte e tre le nazioni. Per raggiungere l’obiettivo del Gcap fissato al 2035 per l’entrata in servizio del nuovo velivolo, i partner concordano sul fatto che saranno necessarie nuove modalità di lavoro e hanno tenuto una serie di intensi colloqui per rivalutare le strutture dei programmi precedenti, le infrastrutture e i parametri di prestazione. L’obiettivo è quello di creare un modello trasformativo di collaborazione tecnica e commerciale su scala internazionale, che consenta di progredire ad un ritmo sostenuto. Isanke & Ics è l’elettronica avanzata a bordo del velivolo da combattimento Gcap, che fornisce agli equipaggi informazioni critiche per la missione e capacità avanzate di autoprotezione. Tra i motivi fondamentali per cui il nuovo velivolo da combattimento GCAP è considerato di nuova generazione, il nuovo concetto ISANKE & ICS passa dal modello tradizionale di aereo da combattimento con sensori separati per fornire invece una capacità di rilevamento, fusione e autoprotezione completamente integrata. Allo stesso tempo, il sistema di comunicazione, anch’esso integrato, consentirà all’Isanke di operare come una rete tra formazioni di velivoli con o senza equipaggio, come parte del più ampio sistema di sistemi multidominio di ciascuna nazione.

Campari: Kunze-Concewitz lascerà incarico Ceo, Fantacchiotti successore

Campari: Kunze-Concewitz lascerà incarico Ceo, Fantacchiotti successoreMilano, 12 set. (askanews) – Dopo 18 anni in Campari, di cui 16 come Ceo, Bob Kunze-Concewitz lascerà la guida del gruppo con l’assemblea degli azionisti in agenda l’11 aprile 2024. La successione è già pianificata: il capo azienda sarà Matteo Fantacchiotti, oggi nominato deputy Ceo “al fine di assicurare un passaggio di consegne graduale”, ha spiegato la società.

Kunze-Concewitz – che rimarrà nel board come membro non esecutivo – si ritira “per coltivare le sue passioni”. Per Campari è stato il manager dell’exploit: “Dal 2007 – ricorda il gruppo – la capitalizzazione di mercato è aumentata di oltre 6 volte fino a raggiungere oggi 13,8 miliardi di euro, generando un valore eccezionale per gli azionisti, con un Total Shareholder Return del 13% annualizzato”. Il suo, sottolinea il gruppo, è stato “un contributo senza pari” per la crescita di Campari che ha visto triplicare vendite nette e redditività, “grazie a una combinazione di crescita organica ed esterna, con 27 acquisizioni dal 2007, per un investimento complessivo di 3 miliardi di euro”.

Deciso l’impatto in Borsa dell’addio di Kunze-Concewitz: il titolo Campari perde il 4,47% intorno alle 12.40, a 11,33 euro per azione. Un tonfo che non è stato frenato dalla successione morbida: “Bob – ha detto il presidente di Campari, Luca Garavoglia – lascia il gruppo in una posizione ideale per cogliere le future opportunità di crescita. In questa transizione, pianificata da tempo, sono lieto di vedere il passaggio del testimone a Matteo Fantacchiotti, leader con grande esperienza nel settore degli spirit, che potrà continuare il percorso intrapreso da Campari, in continuità con la nostra strategia”. Matteo Fantacchiotti è attualmente managing director della Business unit Asia Pacific, un’area che sotto la sua gestione “si è sviluppata con successo” e lo stesso Kunze-Concewitz, che lo aveva portato nel gruppo, lo ha definito “un vero camparista”. Il focus per il nuovo top manager resta la crescita: “Campari Group – sottolinea Fantacchiotti – è oggi molto solida. Non vedo l’ora di continuare a lavorare con il management team, con il quale porteremo la nostra azienda alla fase successiva del suo percorso di crescita accelerata”. Fantacchiotti in cda sarà affiancato dagli altri due amministratori esecutivi, Paolo Marchesini (Chief Financial and Operating Officer) e Fabio Di Fede (General Counsel e Business Development Officer).

Terna, Mase autorizza tratta Ovest Tyrrhenian Link tra Sicilia e Sardegna

Terna, Mase autorizza tratta Ovest Tyrrhenian Link tra Sicilia e SardegnaMilano, 12 set. (askanews) – Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha autorizzato con decreto del 5 settembre 2023 il progetto definitivo del secondo tratto del Tyrrhenian Link, intervento in cavo sottomarino, in corrente continua, tra Sardegna, Sicilia e Campania di circa 970 km di lunghezza e 1.000 MW di potenza. Lo rende noto Terna con un comunicato. Si tratta di un’opera strategica per il sistema elettrico italiano nell’ambito degli obiettivi di transizione energetica fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec).

Per l’intera opera, il cui ramo est tra Sicilia e Campania è stato già autorizzato, Terna investirà nei prossimi anni circa 3,7 miliardi di euro coinvolgendo nella sua realizzazione 250 imprese. La nuova infrastruttura contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo del phase-out dal carbone previsto dal PNIEC 2019 e confermato nell’aggiornamento del 2023, incrementando la capacità di trasporto, migliorando la sicurezza, l’adeguatezza e la flessibilità della rete elettrica di trasmissione nazionale e favorendo l’integrazione del mercato interno e delle fonti rinnovabili. L’opera sarà realizzata per fasi successive e completata nel 2028. “L’autorizzazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è un passaggio fondamentale che ci permette di avviare la realizzazione di un’opera strategica per il Paese”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato di Terna. “Il Tyrrhenian Link, per cui Terna investirà complessivamente 3,7 miliardi di euro, consentirà lo sviluppo delle fonti rinnovabili contribuendo in maniera determinante alla decarbonizzazione del sistema elettrico. La rapidità con cui l’opera è stata autorizzata dal Ministero è frutto della continua collaborazione tra Terna e le istituzioni e conferma la strategicità del progetto”, ha concluso Di Foggia.

“L’Autorizzazione in tempi rapidi di un’opera così complessa – ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin – è il risultato degli importanti interventi di semplificazione autorizzativa introdotti negli ultimi anni e della efficace attività di consultazione dei territori interessati. È inoltre l’effetto di un lavoro sinergico del Ministero con Terna e con le amministrazioni regionali coinvolteche ci consente di effettuare un ulteriore grande passo verso il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema energetico nazionale previsti dal Pniec”.

L’Ad di Ryanair dice che il “decreto prezzi è stupido e inapplicabile”

L’Ad di Ryanair dice che il “decreto prezzi è stupido e inapplicabile”Milano, 8 set. (askanews) – “Il decreto prezzi è basato su dati spazzatura, è stupido e al Ministero non sanno come farlo funzionare”. Lo afferma l’Ad di Ryanair, Michael O’ Leary, presentando l’offerta invernale della compagnia.

“L’effetto sarà l’opposto di quello auspicato: il prezzo dei voli aumenterà. Abbiamo già ridotto del 10% i voli domestici verso la Sardegna e lo faremo quest’inverno anche per la Sicilia. Il taglio sarà compensato dall’aumento dei voli internazionali verso le isole”, ha aggiunto. Ryanair incontrerà domani il Ministro Urso per discutere del decreto.

Fininvest, controllo a Marina e Pier Silvio: assicurata continuità

Fininvest, controllo a Marina e Pier Silvio: assicurata continuitàMilano, 11 set. (askanews) – Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi hanno accettato l’eredità del loro padre e, per effetto di tale accettazione, Marina e Pier Silvio “assumono congiuntamente il controllo indiretto su Fininvest, assicurandone con chiarezza la stabilità e la continuità gestionale”. Lo rende noto un comunicato dei cinque figli dell’ex premier, scomparso lo scorso 12 giugno.

Nell’accettato l’eredità senza riserve, i figli hanno voluto così interpretare le ultime volontà del padre “in totale armonia per onorarne la memoria con profonda gratitudine, ispirandosi alla sua immensa generosità”.

Fininvest: per i figli prevista clausola di lock-up di 5 anni

Fininvest: per i figli prevista clausola di lock-up di 5 anniMilano, 11 set. (askanews) – L’intesa sottoscritta dai cinque figli di Silvio Berlusconi, che hanno accettato pienamente l’eredità del padre, prevede un patto parasociale che contempla una clausola di lock-up di 5 anni, in virtù della quale nessuno dei fratelli modificherà le quote possedute nelle holding e conseguentemente in Fininvest. Lo si apprende da fonti finanziarie.

Nel dettaglio, Marina e Pier Silvio deterranno rispettivamente il 29,1% (insieme oltre il 58%) di Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII. In virtù di questo, la loro partecipazione complessiva e in trasparenza in Fininvest si tradurrà rispettivamente nel 26% (insieme il 52%). Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi deterranno rispettivamente circa il 14% delle 4 Holding (insieme circa il 42%); la loro partecipazione complessiva e in trasparenza in Fininvest risulterà pertanto pari al 16% ciascuno (insieme il 48%).

Il patto parasociale prevede, inoltre, la convocazione di assemblee straordinarie di Holding Italiana I, Holding Italiana II, Holding Italiana III, Holding Italiana VIII e Fininvest per approvare modifiche statutarie che recepiscano le intese raggiunte.

La Commisione Ue rivede al ribasso le stime di crescita sull’Italia

La Commisione Ue rivede al ribasso le stime di crescita sull’Italia

Roma, 11 set. (askanews) – La Commissione europea ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica dell’Italia, nell’ambito di una riduzione generalizzata delle stime per tutta l’Unione Europea, in cui spicca il drastico taglio sulla Germania, per cui ora è attesa una recessione. Guardando al Pil della Penisola, secondo le ultime elaborazioni Bruxelles quest’anno dovrebbe segnare un aumento dello 0,9 per cento, mentre nel 2024 si dovrebbe registrare una crescita dello 0,8 per cento.

Nelle stime precedenti, che risalivano al 15 maggio, l’esecutivo comunitario indicava una crescita italiana all’1,2% quest’anno, mentre per il 2024 indicava un più 1,1% del Pil. “In Italia la crescita nel secondo trimestre ha sorpreso al ribasso”, con un calo del Pil “trainato dall’indebolimento della domanda interna”, ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle stime.

Ma ha anche voluto rimarcare come l’attuale rallentamento “non sia particolarmente italiano”, ha detto. Anzi, per l’Italia sono attesi livelli di espansione leggermente migliori della media – più 0,8 per cento quest’anno nell’area euro e più 1,3 per cento il prossimo – “e ho fiducia che l’economia italiana possa reagire in modo positivo”.

La penisola “fa meglio della media europea e quindi non dobbiamo dare di queste previsioni una interpretazione negativa. Le cause di questo rallentamento in Italia sono probabilmente diverse. La prima riguarda tutti i paesi, è il calo della domanda e dei consumi interni. La seconda – ha proseguito Gentiloni – che riguarda l’Italia in particolare, ma non solo, anche di più la Germania, è la difficoltà dell’industria, che oggi anche l’Istat ha rilevato e la contemporanea difficoltà nei mercati globali”.

Terzo, “direi certamente la stretta monetaria che influisce su tutti ma ha un ruolo forse particolare in un paese in cui dal finanziamento delle banche dipende molto degli investimenti nell’economia. Infine, ma questa è una storia che riguarda tutti i Paesi europei, l’eliminazione di misure straordinarie e di sostegno, come sull’energia, può contribuire a questo rallentamento”.

Un elemento che ha pesato sull’inatteso calo di Pil del secondo trimestre è stato il ritiro delle misure di aiuto degli anni passati, tra cui il discusso “superbonus” per l’edilizia. E interpellato proprio su questo aspetto, a margine della conferenza stampa dai giornalisti italiani, Gentiloni ha affermato come “il discorso sul ‘superbonus’ faccia parte di un discorso generale di misure che sono state considerate come misure straordinarie, prese in un momento straordinario, e che, gradualmente, è giusto eliminare”.

“Noi abbiamo sempre sollecitato tutti i governi a eliminare le misure straordinarie che erano state introdotte, sia per il Covid, che per i prezzi dell’energia – ha ricordato -. E la ragione è molto semplice: è che queste misure non solo hanno un costo economico, che nel tempo è difficile sostenere, ma anche perché sono misure che nel medio periodo rendono più difficile la riduzione dell’inflazione, che è nell’interesse delle economie europee e di tutte le famiglie”.

Come accennato, uno tra gli elementi di maggiore rilievo delle stime di oggi sembra essere il meno 0,4% di Pil pronosticato quest’anno per la Germania. Una recessione piena – che stride con le previsioni dei mesi passati, quando a Bruxelles si decantava la tenuta dell’economia rispetto alle ricadute della guerra in Ucraina e delle sanzioni contro l’import di gas e petrolio russi – dalla quale “paesi come l’Italia potrebbero essere colpiti più di altri”, ha ammesso Gentiloni, vista la rilevanza degli scambi tra le industria dei due Paesi.

Altro elemento potenzialmente problematico è nelle previsioni sull’inflazione. La Commissione europea ha infatti, sì, ritoccato al ribasso l’attesa di quest’anno al 5,6%, ma al tempo stesso ha leggermente rivisto in peggio quella sul 2024, al 2,9% (per la media dell’intera eurozona).

E questo potrebbe essere un elemento di ostacolo alla eventuale decisione di interrompere la manovra di rialzo dei tassi di interesse che molti sperano scaturisca dall’imminente consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì. La Banca centrale punta a riportare l’inflazione media dell’area euro al 2% simmetrico e per questo motivo nell’ultimo anno a complessivamente alzato i tassi di interesse di tutta l’eurozona di 4,25 punti percentuali.

In questo quadro Gentiloni ha rilanciato i richiami a cercare un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e di crescita entro la fine dell’anno. Perché, svincolandosi da una domanda su una possibile proroga della clausola di sospensione dello stesso Patto, ha avvertito: “senza un’intesa penso che la situazione sarebbe sicuramente più negativa”.