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Landini: il governo sta pianificando il collasso della sanità

Landini: il governo sta pianificando il collasso della sanitàRoma, 20 giu. (askanews) – “Bisognerebbe investire nella sanità almeno il 9% del Pil. In linea con altri paesi in Europa, come ad esempio Germania e Francia”. Lo dice, in una intervista a “La Stampa”, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini commentando il rischio che le persone non possano più curarsi se non ricorrendo ai privati. “Da tempo la Cgil denuncia il definanziamento per la spesa sanitaria. Con il Def 2023 – sottolinea Landini – la spesa sanitaria torna addirittura a scendere, con un taglio del 2,4% (oltre 3 miliardi) nel 2024 rispetto all’anno in corso, e il finanziamento del sistema sanitario nazionale scende fino al 6,2% del Pil a partire dal 2025: il valore più basso degli ultimi decenni. Il governo sta quindi programmando e pianificando il collasso del sistema sanitario nazionale. Noi riteniamo, invece, che siano necessarie più risorse” tuona Landini che lancia la manifestazione indetta per sabato a Roma. “Saremo in piazza per rilanciare gli investimenti sugli ospedali pubblici e per impedire che la gente continui a morire sul lavoro, per tutelare la salute e la sicurezza”.

Israele, Guterres: nuovi insediamenti un ostacolo alla pace

Israele, Guterres: nuovi insediamenti un ostacolo alla paceRoma, 20 giu. (askanews) – Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres “è profondamente turbato dalla decisione di ieri del governo israeliano di modificare le procedure di pianificazione degli insediamenti” e “ribadisce che gli insediamenti sono una flagrante violazione del diritto internazionale” oltre a rappresentare “un ostacolo importante alla realizzazione di una possibile soluzione a due Stati e di una pace giusta, duratura e globale”. E’ quanto si legge in un comunicato dell’ONU.

Il Segretario generale, prosegue la nota, “esorta il governo di Israele a fermare e revocare tali decisioni ea cessare immediatamente e completamente tutte le attività di insediamento nel Territorio palestinese occupato e a rispettare integraalmente i suoi obblighi legali”.

Ivass, Signorini: per Eurovita verso via d’uscita,spero accordo a breve

Ivass, Signorini: per Eurovita verso via d’uscita,spero accordo a breveRoma, 19 giu. (askanews) – Per Eurovita “si sta delineando una via d’uscita che vede coinvolto un gruppo di banche e assicurazioni. Ivass ha lavorato in stretto raccordo con le autorità di Governo per la definizione di una soluzione sostenibile, robusta, equilibrata. Le negoziazioni sono in corso; auspico che possa essere raggiunto nel più breve tempo possibile un accordo che consenta di salvaguardare pienamente i diritti degli assicurati, a beneficio della stabilità del sistema nel suo complesso e della fiducia che i cittadini vi ripongono”. A sottolinearlo è il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, in occasione dell’assemblea annuale.

Ripercorrendo le vicende della compagnia assicurativa, Signorini ha spiegato che quello di “Eurovita è stato un caso a parte. Una compagnia di medie dimensioni caratterizzata da specifiche debolezze emerse in seguito all’azione di vigilanza cartolare e ispettiva, debolezze che nelle mutate condizioni di mercato ne hanno determinato la crisi. Nel luglio del 2022, dopo un accesso ispettivo che ha fatto rilevare la sovrastima dei fondi propri e la determinazione non corretta del requisito di solvibilità, Ivass ha richiesto un radicale cambio della governance e l’immissione di mezzi propri, a cui l’azionista non ha dato tempestivo seguito; né si è concretizzata la ricerca di un compratore”. In assenza di “concrete iniziative di risanamento, e in considerazione delle gravi violazioni delle disposizioni che regolano l’attività delle imprese di assicurazione e dell’urgenza di prevenire un ulteriore deterioramento della situazione aziendale, il 31 gennaio 2023 Ivass ha nominato un commissario per la gestione provvisoria e il 6 febbraio ha adottato la sospensione dei riscatto per salvaguardare la stabilità dell’impresa e tutelare le ragioni di tutti gli assicurati. Su proposta di Ivass, il 29 marzo il ministro delle Imprese e del made in Italy ha disposto l’amministrazione straordinaria della compagnia; Ivass ha contestualmente prorogato al 30 giugno la sospensione dei riscatti, per consentire l’ordinata gestione della fase commissariale e accompagnare la ricerca di una soluzione di mercato”, ha concluso. Mlp

Ivass, Signorini: nel I trimestre prezzo Rc auto sale a 368 euro, +4%

Ivass, Signorini: nel I trimestre prezzo Rc auto sale a 368 euro, +4%Roma, 19 giu. (askanews) – Nel primo trimestre di quest’anno il prezzo medio pagato per l’assicurazione r.c. auto è stato di 368 euro, con un aumento del 4% su base annua. E’ quanto sottolineato dal presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, in occasione dell’assemblea annuale.

In media lo sconto sulla tariffa è maggiore al Sud (40,3) dove le tariffe di base sono più alte. Gli sconti elevati al Sud sono associati a una maggiore diffusione della “scatola nera”. Le compagnie possono offrire su Preventivass, in modo trasparente, uno sconto per la scatola nera, “ma finora di questa facoltà ci si è avvalsi solo in pochi casi”, ha spiegato Signorini. Preventivass è a regime da marzo. Nei primi tre mesi dell’anno sono stati elaborati circa 22 milioni di preventivi, contro poco più di 3 milioni nei quattro mesi precedenti.

Confrontando i prezzi esposti su Preventivass con quelli effettivamente applicati ai contratti assicurativi r.c. auto sulla stessa targa “emerge che in non pochi casi il premio effettivamente pagato è inferiore al preventivo proposto su Preventivass dall’impresa che ha stipulato il contratto. La differenza è dovuta agli sconti commerciali. Solo otto imprese offrono su Preventivass prezzi al netto degli sconti. E’ lecito domandarsi come mai molte imprese abbiano scelto di non offrire il miglior prezzo su una vetrina destinata a essere visitata da milioni di persone”, ha concluso. Mlp

Ivass, Signorini: gestione Vita in perdita nel 2022, I volta da 10 anni

Ivass, Signorini: gestione Vita in perdita nel 2022, I volta da 10 anniRoma, 19 giu. (askanews) – “Per la prima volta da dieci anni la gestione Vita ha chiuso in perdita: è passata da un utile di 4,3 miliardi a una perdita di 0,4. Per i rami Danni, invece, l’utile è stato di 2,7 miliardi, sostanzialmente invariato rispetto al 2021, anche se, per la prima volta dal 2011, l’assicurazione auto ha segnato una lieve perdita per l’effetto dell’inflazione sul costo dei sinistri e a causa di una raccolta in diminuzione”. E’ quanto sottolineato dal presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, in occasione dell’assemblea annuale.

“La crescita dei tassi e quella dei prezzi – ha detto Signorini – hanno avuto impatti di rilevo sulle compagnie assicurative italiane attraverso, rispettivamente, la riduzione del valore di mercato delle attività e passività finanziarie e l’aumento dei costi dei sinistri. Il mutato contesto ha contribuito ad accrescere il rapporto fra riscatti e premi nel segmento Vita. Si è innalzata l’attenzione delle compagnie e del supervisore sul rischio di liquidità”. La raccolta Danni, dunque, “è cresciuta con l’eccezione del ramo auto. La raccolta Vita si è ridotta dell’11 per cento; trend proseguito nei primi mesi del 2023”, ha aggiunto Signorini. L’incremento dei rendimenti delle attività finanziarie alternative alle polizze “ha frenato la raccolta premi e alimentato le estinzioni anticipate dei contratti Vita. Il rapporto tra riscatti e premi è cresciuto e dopo aprile si è stabilizzato intorno al 90%”.

Tensioni sulla liquidità “possono essere un fattore critico specie in presenza di minusvalenze latenti sul portafoglio investimenti. Il 9 giugno il saldo tra plusvalenze e minusvalenze era negativo per 30 miliardi”. Entrando nel dettaglio dei numeri, la raccolta vita, nel 2022, si riduce del -11% rispetto all’anno precedente e avviene per il 56,9% tramite sportelli bancari e postali, il 26,1% tramite agenzie e il 15% tramite promotori. Il 64,3% riguarda polizze vita rivalutabili e il 30,7% polizze unit-linked.

La raccolta danni cresce del +4,6% rispetto all’anno precedente e avviene per il 76,7% tramite agenzie, il 9,7% tramite broker, l’8,6% tramite sportelli bancari e postali e il 4,6% tramite vendita diretta. Il 42,6% riguarda polizze auto, il 20,1% assicurazioni su immobili, il 19,5% sulla salute e il 10,5% per copertura della r.c. generale. Le imprese hanno pagato agli assicurati 78,8 miliardi di euro per capitali, rendite e riscatti nei rami vita e 20,6 miliardi a fronte di sinistri nei rami danni.

Il risultato di esercizio delle imprese italiane, vigilate dall’Ivass, è stato di 2,3 miliardi di euro, in diminuzione del 65,9% rispetto all’anno prima.

Electrolux, Ciriani: Governo potrebbe esercitare Golden Power

Electrolux, Ciriani: Governo potrebbe esercitare Golden PowerPordenone, 19 giu. (askanews) – Continua la cassa integrazione, a singhiozzo, negli stabilimenti italiani dell’Electrolux, ma l’interesse è soprattutto per il futuro del Gruppo. Questa mattina, a Pordenone, c’è stato un incontro delle Organizzazioni sindacali col Ministro per i Rapporti col Parlamento, Luca Ciriani, sulla possibile vendita degli stabilimenti a investitori stranieri. Si parla da tempo in particolare dei cinesi di Midea.

“Nel caso, che ora riteniamo ipotetico, ci fosse la volontà, da parte di chiunque, di cedere, vendere o trasferire le aziende di Electrolux, il governo sicuramente farà sentire la propria voce attraverso l’esercizio del Golden Power, come sta facendo in questi giorni con Pirelli” ha detto Ciriani.

Confesercenti:in arrivo 14 mld quattordicesime, 6,8 mld a consumi

Confesercenti:in arrivo 14 mld quattordicesime, 6,8 mld a consumiRoma, 17 giu. (askanews) – Arrivano le quattordicesime. Tra la seconda metà di giugno e la prima settimana di luglio circa 10 milioni di italiani riceveranno la mensilità in più, per un totale di circa 14 miliardi di euro. Un’iniezione di liquidità consistente che potrebbe generare 6,8 miliardi di euro di consumi delle famiglie. A stimarlo è Confesercenti, sulla base di un sondaggio condotto con Ipsos.

Ai consumi, complessivamente, saranno destinati quasi 6,8 miliardi della quattordicesima. Una spinta considerevole, che si riverserà soprattutto sul turismo: tra gli utilizzi più indicati in assoluto per la mensilità aggiuntiva c’è infatti la voce vacanze, scelta dal 51% degli intervistati e per la quale stimiamo verranno usati 3,7 miliardi di euro. Segue, al 25%; l’intenzione di investirla nello shopping durante i saldi estivi – per circa 1,8 miliardi di euro -, mentre un ulteriore 18% indica che la impiegherà per l’acquisto di altri prodotti (1,3 miliardi). Le spese obbligate. Una buona parte delle restanti risorse, però – circa 4,7 miliardi di euro – verrà impiegata per saldare conti in sospeso o pagare spese obbligate: il 21% risponde che userà almeno una parte della quattordicesima per pagare debiti, per un totale di circa 1,5 miliardi di euro; il 15% per pagare mutui e finanziamenti (poco più di 1 miliardo di euro), voce di spesa aumentata nell’ultimo anno per via dell’aumento dei tassi di interesse. Un altro 15% degli intervistati, invece, investirà parte delle risorse in più per pagare centri estivi o vacanze studio per i figli (1.106 milioni di euro circa), mentre il 14% sceglierà spese legate alla sanità o alla salute (1.018,7 milioni di euro).

Risparmio e investimenti. Circa 1,5 miliardi di euro, secondo le nostre stime, andranno nel risparmio, fortemente eroso da questi mesi di alta inflazione: il desiderio di impiegare parte o tutta la quattordicesima per incrementare le proprie riserve è indicato solo dal 21% degli intervistati, mentre il 12% indica anche fini di investimento, cui saranno riservati oltre 870 milioni di euro. “L’effetto quattordicesima – commenta Confesercenti – potrebbe dare un’accelerazione importante dopo una primavera ‘fredda’ per i consumi, a causa della corsa dei prezzi e dell’aumento del peso delle spese obbligate sui budget familiari. Si conferma dunque la necessità di salvaguardare il potere d’acquisto degli italiani: noi proponiamo di agire attraverso la leva fiscale, detassando gli aumenti retributivi previsti dai rinnovi dei contratti nazionali. Ci sono milioni di lavoratori in Italia che attendono il rinnovo del contratto, ed un intervento di questo tipo velocizzerebbe la contrattazione e sbloccherebbe risorse per le famiglie: secondo le nostre stime, porterebbe per il solo 2023 a una spesa per consumi aggiuntiva di 2,8 miliardi”.

Bankitalia raddoppia la stima del Pil 2023 (+1,3%) e abbassa le stime dell’inflazione (6,1%)

Bankitalia raddoppia la stima del Pil 2023 (+1,3%) e abbassa le stime dell’inflazione (6,1%)Roma, 16 giu. (askanews) – La Banca d’Italia ha rivisto nettamente al rialzo la previsione di crescita economica della Penisola di quest’anno, all’1,3% ora l’espansione del Pil attesa è più del doppio del più 0,6% stimato lo scorso gennaio. All’opposto Bankitalia ha ritoccato al ribasso le attese sul successivo biennio, al più 1% sul 2024 e al più 1,1% sul 2025, laddove sei mesi fa prevedeva il più 1,2% di crescita per ognuno di questi due anni. Migliorano le attese su inflazione e mercato del lavoro.

La crescita è rivista al rialzo nel 2023 grazie a un andamento migliore delle attese nel primo trimestre, afferma Bankitalia co un comunicato, e al ribasso nel biennio 2024-25, principalmente per via di un più forte deterioramento delle condizioni finanziarie. Lo scorso 7 giugno anche l’Ocse aveva raddoppiato la previsione di crescita del Pil dell’Italia sul 2023 al più 1,2%, mentre sul 2024 prevedeva un più 1%. Queste proiezioni sono state elaborate dagli esperti di Via Nazionale nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, relativo all’intera area euro e che è stato rese note ieri dalla Bce. Sono basate sulle informazioni disponibili al 23 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 31 maggio per i dati congiunturali. Una più ampia discussione dello scenario previsivo verrà presentata, come di consueto, nel Bollettino economico della Banca d’Italia in uscita il prossimo 14 luglio.

Lo scenario presentato presuppone che le tensioni connesse con il conflitto in Ucraina non comportino ulteriori difficoltà nell’approvvigionamento di materie prime. Il quadro macroeconomico risente invece degli effetti di condizioni monetarie e creditizie più restrittive per imprese e famiglie. Lo scenario incorpora le misure contenute nel c.d. “Decreto Lavoro” e tiene conto degli interventi finanziati nell’ambito del programma Next Generation Eu, sulla base delle informazioni più aggiornate relative al Pnrr. Le previsioni di inflazione sono state attenuate al 6,1% sulla media di quest’anno, al 2,3% sul prossimo e al 2% sul 2025. A gennaio Bankitalia pronosticava un carovita 2023 al 6,5%, sul 2024 il 2,6% e sul 2025 al 2%. Migliorano anche le attese sul tasso di disoccupazione: 7,7% sia quest’anno che il prossimo e 7,6% del 2025. Sei mesi fa era previsto un 8,2% quest’anno, il 7,9% il prossimo, per poi calare al 7,6% nel 2025 L’inflazione è stata rivista al ribasso principalmente per la discesa dei corsi energetici, più rapida di quanto ipotizzato a gennaio. “Queste proiezioni sono circondate da un’incertezza elevata, con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso. Il conflitto in Ucraina rimane uno dei principali fattori di instabilità, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di famiglie e imprese – avverte Bankitalia -. Rischi non trascurabili sono anche connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale, che potrebbe risentire in misura maggiore degli effetti della restrizione monetaria in atto nelle economie avanzate, riflettendosi in una minore domanda dall’estero di beni e servizi italiani”.

Il Pil “potrebbe inoltre essere frenato da un più forte irrigidimento delle condizioni di offerta del credito. I rischi per l’inflazione sono bilanciati. Pressioni al rialzo potrebbero provenire, oltre che da nuovi aumenti dei prezzi delle materie prime, dalla possibilità che la trasmissione del calo dei prezzi dell’energia a quelli degli altri beni e dei servizi risulti significativamente più lenta e meno pronunciata rispetto alle regolarità osservate in passato. Per contro – conclude lo studio – la possibilità di un deterioramento più marcato e duraturo della domanda aggregata potrebbe tradursi in una inflazione più contenuta rispetto a quanto prefigurato”.

Ita, Mef: ok Corte dei Conti ad accordo con Lufthansa

Ita, Mef: ok Corte dei Conti ad accordo con LufthansaRoma, 16 giu. (askanews) – La Corte dei Conti ha registrato l’atto di approvazione dell’accordo per la cessione di una quota di minoranza di ITA Airways a Deutsche Lufthansa.

Il contratto già firmato dal Mef, dalla compagnia tedesca e da Ita prevede per il biennio 23-24 che Lufthansa acquisisca una partecipazione pari al 41% del capitale sociale di ITA Airways a fronte di un investimento di 325 milioni di euro. Il piano industriale 2023-2027 condiviso tra MEF e Lufthansa prevede una crescita dei ricavi dai 2,5 miliardi di euro attesi quest’anno a 4,1 miliardi di euro previsti per il 2027.

Bankitalia raddoppia stima Pil 2023 +1,3%, lima 2024 +1% e 2025 +1,1%

Bankitalia raddoppia stima Pil 2023 +1,3%, lima 2024 +1% e 2025 +1,1%Roma, 16 giu. (askanews) – La Banca d’Italia ha rivisto nettamente al rialzo la previsione di crescita economica della Penisola di quest’anno, all’1,3% ora l’espansione del Pil attesa è più del doppio del più 0,6% stimato lo scorso gennaio. All’opposto Bankitalia ha ritoccato al ribasso le attese sul successivo biennio, al più 1% sul 2024 e al più 1,1% sul 2025, laddove sei mesi fa prevedeva il più 1,2% di crescita per ognuno di questi due anni. Migliorano le attese su inflazione e mercato del lavoro.

La crescita è rivista al rialzo nel 2023 grazie a un andamento migliore delle attese nel primo trimestre, afferma Bankitalia co un comunicato, e al ribasso nel biennio 2024-25, principalmente per via di un più forte deterioramento delle condizioni finanziarie. Lo scorso 7 giugno anche l’Ocse aveva raddoppiato la previsione di crescita del Pil dell’Italia sul 2023 al più 1,2%, mentre sul 2024 prevedeva un più 1%. Queste proiezioni sono state elaborate dagli esperti di Via Nazionale nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema, relativo all’intera area euro e che è stato rese note ieri dalla Bce. Sono basate sulle informazioni disponibili al 23 maggio per la formulazione delle ipotesi tecniche e al 31 maggio per i dati congiunturali. Una più ampia discussione dello scenario previsivo verrà presentata, come di consueto, nel Bollettino economico della Banca d’Italia in uscita il prossimo 14 luglio.

Lo scenario presentato presuppone che le tensioni connesse con il conflitto in Ucraina non comportino ulteriori difficoltà nell’approvvigionamento di materie prime. Il quadro macroeconomico risente invece degli effetti di condizioni monetarie e creditizie più restrittive per imprese e famiglie. Lo scenario incorpora le misure contenute nel c.d. “Decreto Lavoro” e tiene conto degli interventi finanziati nell’ambito del programma Next Generation Eu, sulla base delle informazioni più aggiornate relative al Pnrr. Le previsioni di inflazione sono state attenuate al 6,1% sulla media di quest’anno, al 2,3% sul prossimo e al 2% sul 2025. A gennaio Bankitalia pronosticava un carovita 2023 al 6,5%, sul 2024 il 2,6% e sul 2025 al 2%. Migliorano anche le attese sul tasso di disoccupazione: 7,7% sia quest’anno che il prossimo e 7,6% del 2025. Sei mesi fa era previsto un 8,2% quest’anno, il 7,9% il prossimo, per poi calare al 7,6% nel 2025 L’inflazione è stata rivista al ribasso principalmente per la discesa dei corsi energetici, più rapida di quanto ipotizzato a gennaio. “Queste proiezioni sono circondate da un’incertezza elevata, con rischi per la crescita orientati prevalentemente al ribasso. Il conflitto in Ucraina rimane uno dei principali fattori di instabilità, da cui possono scaturire nuovi rincari delle materie prime e un deterioramento della fiducia di famiglie e imprese – avverte Bankitalia -. Rischi non trascurabili sono anche connessi con l’evoluzione dell’attività economica globale, che potrebbe risentire in misura maggiore degli effetti della restrizione monetaria in atto nelle economie avanzate, riflettendosi in una minore domanda dall’estero di beni e servizi italiani”.

Il Pil “potrebbe inoltre essere frenato da un più forte irrigidimento delle condizioni di offerta del credito. I rischi per l’inflazione sono bilanciati. Pressioni al rialzo potrebbero provenire, oltre che da nuovi aumenti dei prezzi delle materie prime, dalla possibilità che la trasmissione del calo dei prezzi dell’energia a quelli degli altri beni e dei servizi risulti significativamente più lenta e meno pronunciata rispetto alle regolarità osservate in passato. Per contro – conclude lo studio – la possibilità di un deterioramento più marcato e duraturo della domanda aggregata potrebbe tradursi in una inflazione più contenuta rispetto a quanto prefigurato”.