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L’Istat: l’inflazione scende al 7,6%. Calano i prezzi dell’energia

L’Istat: l’inflazione scende al 7,6%. Calano i prezzi dell’energiaRoma, 16 giu. (askanews) – A maggio l’inflazione registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 7,6% su base annua, da +8,2% nel mese precedente. Lo ha reso noto l’Istat confermando la stima preliminare. La decelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +26,6% a +20,3%) e, in misura minore, di quelli degli alimentari lavorati (da +14,0% a +13,2%), degli altri beni (da +5,3% a +5%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,0% a +5,6%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,9% a +6,7%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,4% a +8,8%) e di quelli dei servizi relativi all’abitazione (da +3,2% a +3,5%). L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra un lieve rallentamento da +6,2% a +6%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che passa da +6,3% a +6,2%.

Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +10,3% a +9,3%) e in misura minore quella relativa ai servizi (da +4,8% a +4,6%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -4,7 punti percentuali, da -5,5 di aprile. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali (da +11,6% a +11,2%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,9% a +7,1%). L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli alimentari non lavorati (+1,5%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,0%), degli alimentari lavorati (+0,6%) e dei servizi relativi all’abitazione (+0,4%), a cui si oppone il calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-1,6%) e regolamentati (-0,2%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,6% per l’indice generale e a +4,7% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’8% su base annua (in decelerazione da +8,6% di aprile); la stima preliminare era +8,1%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 7,2% su base annua.

Inflazione, Istat conferma: a maggio in calo al 7,6%, giù energia

Inflazione, Istat conferma: a maggio in calo al 7,6%, giù energiaRoma, 16 giu. (askanews) – A maggio l’inflazione registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 7,6% su base annua, da +8,2% nel mese precedente. Lo ha reso noto l’Istat confermando la stima preliminare.

La decelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +26,6% a +20,3%) e, in misura minore, di quelli degli Alimentari lavorati (da +14,0% a +13,2%), degli Altri beni (da +5,3% a +5%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +6,0% a +5,6%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,9% a +6,7%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +8,4% a +8,8%) e di quelli dei Servizi relativi all’abitazione (da +3,2% a +3,5%). L’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra un lieve rallentamento da +6,2% a +6%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che passa da +6,3% a +6,2%.

Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +10,3% a +9,3%) e in misura minore quella relativa ai servizi (da +4,8% a +4,6%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -4,7 punti percentuali, da -5,5 di aprile. I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali (da +11,6% a +11,2%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,9% a +7,1%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli Alimentari non lavorati (+1,5%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,0%), degli Alimentari lavorati (+0,6%) e dei Servizi relativi all’abitazione (+0,4%), a cui si oppone il calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-1,6%) e regolamentati (-0,2%). L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,6% per l’indice generale e a +4,7% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’8% su base annua (in decelerazione da +8,6% di aprile); la stima preliminare era +8,1%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 7,2% su base annua.

Pnrr, Gentiloni: decisione su III rata entro fine mese o a breve

Pnrr, Gentiloni: decisione su III rata entro fine mese o a breveRoma, 15 giu. (askanews) – “Complessivamente penso che questa decisione arriverà per la fine del mese o nel breve termine”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, rispondendo ad una domanda sul pagamento della III rata del Pnrr all’Italia, durante la conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo.

“In questi giorni – ha riferito – ci sta una delegazione dei nostri servizi a Roma e penso che questa missione probabilmente darà alcune risposte” alle domande sul Pnrr italiano. “Voglio anche aggiungere, non per minimizzare il problema, che la stessa cooperazione costruttiva è stata necessaria con altri Paesi che non sono stati in grado di concludere nei giorni previsti. Quindi, complessivamente, lavoriamo in maniera positiva e avremo una decisione penso per la fine del mese”, ha ribadito.

Gentiloni: economia eurozona resta resiliente, ma alta incertezza

Gentiloni: economia eurozona resta resiliente, ma alta incertezzaRoma, 15 giu. (askanews) – “L’economia dell’eurozona resta resiliente”, ma “in un contesto di persistente elevata incertezza, come dimostra la revisione dei dati sul Pil del primo trimestre di diversi Stati membri”. Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni nella conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo.

Ai lavori, oggi e domani con tutto l’Ecofin, partecipa anche la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva rispetto alle valutazioni dell’istituzione di Washington sui Paesi Ue. “Particolarmente incoraggiante è la forza dei nostri mercati del lavoro: nel primo trimestre dell’anno l’occupazione è cresciuta dello 0,6% nell’eurozona”, hanno notato Gentiloni. E intanto i prezzi dell’energia e l’inflazione totale hanno continuato ad attenuarsi, sebbene al 6,1% a maggio il carovita resti elevato. “Quindi è cruciale che le politiche di bilancio e monetarie spingano nella stessa direzione”, ha concluso.

La Bce alza ancora i tassi e spazza via l’ipotesi di una “pausa”

La Bce alza ancora i tassi e spazza via l’ipotesi di una “pausa”Roma, 15 giu. (askanews) – La Banca centrale europea tira dritto sui rialzi dei tassi di interesse. Nonostante dati che hanno sancito una caduta in recessione (per ora) “tecnica” dell’eurozona, e nonostante calmieramenti della dinamica inflazionistica, l’istituizione ha operato un nuovo aumento da 25 punti base su tutti i riferimenti. Inoltre, la presidente Christine Lagarde ha spazzato via qualunque ipotesi di “pausa”, dopo quella decisa ieri dalla Federal Reserve americana.

“E’ molto probabile che a luglio continueremo ad alzare i tassi”, ha detto chiaro e tondo nella conferenza stampa a seguito del Consiglio direttivo. Perché alla Bce “siamo determinati” a far abbassare l’inflazione e la manovra rialzista proseguirà “fino a quando non ci sarà un cambiamento materiale” della dinamica. Il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento sale così al 4%, massimo dal luglio del 2007, il tasso sui depositi sale al 3,50%, massimo dal maggio del 2001, e quello sulle operazioni marginali al 4,25%, massimo dall’ottobre del 2007.

Ora, se il rialzo di oggi era ampiamente atteso e scontato, meno lo è questa presa di posizione così esplicita sulle decisioni di luglio. Tanto più che finora la stessa istituzione affermava che avrebbe fatto le sue scelte in base all’evolversi dei dati determinandole “volta per volta”. Eloquente che quest’ultimo aspetto (sulle decisioni riunione per riunione) sia stato omesso stavolta dalla comunicazione. A spiegare questo rinnovato spirito “da falco” della Bce e di Lagarde possono contribuire le nuove previsioni economiche. I tecnici della Bce hanno rivisto al rialzo le attese di inflazione: al 5,4% sul 2023, al 3% sul 2024 e al 2,2% sul 2025. Soprattutto hanno nettamente rivisto al rialzo le attese sull’inflazione di fondo, cioè quella depurata da energia e alimentari: nel 2023 si collocherebbe al 5,1%, per poi ridursi al 3% nel 2024 e al 2,3% nel 2025. Tutti valori superiori all’obiettivo del 2% della Bce.

Parallelamente la Bce ha ritoccato al ribasso le attese di crescita economica su quest’anno e sul prossimo: indicando ora un tasso di crescita dello 0,9% nel 2023, dell’1,5% nel 2024 e dell’1,6% nel 2025. Con l’aumento dei tassi di oggi “abbiamo fatto quello che avevamo detto. Abbiamo finto? – si è chiesta retoricamente Lagarde -: No, non siamo a destinazione. Abbiamo ancora strada da fare? Sì, e posso anche dare una indicazione: è molto probabile che a luglio continueremo ad alzare i tassi”.

Nonostante i calmieramenti l’inflazione è prevista restare “troppo alta per troppo tempo”. E per questo il Consiglio intende portare i tassi “a livelli sufficientemente restrittivi” e poi tenerceli “finché necessario”. La Bce ha anche formalizzato la decisione, su cui si era già orientata, di azzerare a partire da luglio i rinnovi di titoli in scadenza accumulati con il programma di acquisti App. Lagarde non ha invece posto enfasi sulla recente revisione in peggio dei dati sul Pil da parte di Eurostat: con due cali consecutivi dello 0,1%, sul quarto trimestre 2022 e il primo del 2023, l’area è ufficialmente in recessione tecnica. La recessione piena è quando il Pil segna una diminuzione su un intero anno. Secondo la presidente Bce “l’attività economica dell’area euro ha ristagnato negli ultimi mesi” ed è probabile che si mantenga “debole nel breve termine”, ma poi dovrebbe “rafforzarsi nel corso dell’anno con il calo dell’inflazione”. Le preoccupazioni di Francoforte restano tutte sbilanciate sul caro vita. Lagarde ha reiterato i richiami ai governi a ritirare le misure di aiuto contro il caro energia, ora che i prezzi stanno calando. Mentre ha lanciato segnali anche alle parti sociali sulle contrattazioni salariali. “I recenti accordi salariali in alcuni Paesi hanno aggiunto pressioni all’inflazione”. All’opposto, ha aggiunto, la debolezza della domanda interna potrebbe frenare le pressioni sui prezzi. E ha comunque chiarito che al momento la Bce non ravvisa spirali tra prezzi e buste paga. Non vi è traccia nella linea mostrata delle richieste delle “colombe”, che vorrebbero una maggiore prudenza nella conduzione di questa fase finale della stretta monetaria, accordando al rischio di fare troppo sui tassi la stessa attenzione che finora si è data, in maniera prevalente, a quello opposto di fare troppo poco. E secondo alcuni analisti la pretesa di vedere “un materiale cambiamento” della dinamica inflazionistica, prima di interrompere la stretta sui tassi, potrebbe implicare un rialzo anche a settembre. (di Roberto Vozzi)

Euro in rally sopra 1,09 dollari a massimi oltre un mese dopo Bce

Euro in rally sopra 1,09 dollari a massimi oltre un mese dopo BceRoma, 15 giu. (askanews) – Rally dell’euro: a 1,0933 dollari nel pomeriggio la valuta condivisa sale ai massimi da oltre un mese a questa parte. Lo scatto segue le dichiarazioni della presidente della Bce, Christine Lagarde, che dopo il rialzo dei tassi di interesse da 25 punti base deciso oggi ha di fatto preannunciato un ulteriore aumento a luglio.

E secondo alcuni analisti la terminologia utilizzata implicherebbe una mossa ulteriore anche a settembre. Prima del Consiglio direttivo di oggi la valuta condivisa si attestava poco sopra 1,08 dollari.

Berlusconi, attesa per il testamento e il destino del 61% di Fininvest

Berlusconi, attesa per il testamento e il destino del 61% di FininvestMilano, 15 giu. (askanews) – C’è attesa per l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi che alzerà il velo sui futuri assetti azionari ed equilibri di Fininvest, la holding della famiglia che controlla MFE-Mediaset, Mondadori e detiene il 30% di Banca Mediolanum. Tre partecipazioni che tutte assieme oggi valgono in Borsa circa 2,9 miliardi di euro.

Le ultime volontà del Cavaliere, che si trovano nella mani del notaio Arrigo Roveda dello Studio RLCD di Milano, saranno determinanti per capire i pesi futuri tra i cinque figli Marina (presidente di Fininvest e Mondadori), Pier Silvio (AD di MFE), Barbara, Eleonora e Luigi, nonchè il ruolo di Marta Fascina e il futuro di Forza Italia. L’attesa è per come verrà redistribuito il 61,21% del capitale di Fininvest che era posseduto da Silvio Berlusconi attraverso quattro holding (la Prima 17,15%, la Seconda 15,75%, la Terza 7,835 e l’Ottava 20,48%). Il resto delle quote è diviso tra i figli: Marina e Pier Silvio hanno il 7,65% ciascuno, mentre Barbara, Eleonora e Luigi possiedono insieme il 21,42% attraverso la H14, di cui ognuno ha il terzo del capitale. Il restante 2% circa sono azioni proprie.Dal testamento si capirà quale sarà la destinazione del 33% del patrimonio dell’ex premier, ossia la quota disponibile per chi non ha coniuge ma più figli, e in quel 33% dovrebbe rientrare anche la partecipazione in Fininvest. Poiché Silvio Berlusconi deteneva il 61,21% della holding significa che circa il 40% viene assegnato in automatico ai figli, mentre bisogna capire come sarà assegnata la quota restante. Congetture di stampa riferiscono che potrebbero entrare nella cassaforte Marta Fascina o addirittura anche alcuni storici amici come Fedele Confalonieri e Adriano Galliani. Ma sarebbe un inedito nella storia di Fininvest dal momento che nessun membro esterno alla famiglia Berlusconi è mai entrato nel capitale.

L’assemblea dei soci della holding sul bilancio 2022, attesa per fine giugno, sarà il primo banco di prova per gli assetti futuri del gruppo, nonchè la prima riunione dopo la scomparsa del fondatore. E rispetto a un anno fa è venuto a mancare anche un altro consigliere, l’avvocato Niccolò Ghedini. Il cda di Fininvest è oggi così costituito: Marina Berlusconi, Danilo Pellegrino (amministratore delegato), Barbara Berlusconi, Luigi Berlusconi, Pier Silvio Berlusconi, Adriano Galliani, Ernesto Mauri e Salvatore Sciascia.Fininvest controlla il 53,3% di Mondadori, il 48,6% di MFE-Mediaset, il 30% di Banca Mediolanum. Tramite Fininvest Real Estate & Services gestisce alcune proprietà immobiliari, come Villa Gernetto a Lesmo, e possiede Alba Servizi Aerotrasporti che governa la flotta aerea del gruppo. E’ sua, inoltre, la proprietà del Teatro Manzoni di Milano e dal 2018 possiede il 100% del Monza Calcio.

Un anno fa, sotto i riflettori dei media c’era il testamento di Leonardo del Vecchio, scomparso il 27 giugno 2022, che aveva ridisegnato gli assetti di Delfin, la cassaforte dell’impero finanziario del fondatore di Luxottica. Le quote era state ripartite in otto parti uguali (12,5% ciascuno) tra: i sei figli – Claudio, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente -, la vedova Nicoletta Zampillo e il figlio di lei Rocco Basilico, nato dal primo matrimonio con il finanziere Paolo Basilico, fondatore del gruppo Kairos. La guida del gruppo era stata affidata al “delfino” Francesco Milleri. 

Generali: acquisisce Liberty Seguros per 2,3 miliardi

Generali: acquisisce Liberty Seguros per 2,3 miliardiMilano, 15 giu. (askanews) – Generali ha raggiunto un accordo con Liberty Mutual per l’acquisizione di Liberty Seguros, Compañia de Seguros y Reaseguros, compagnia assicurativa spagnola che opera in Spagna, Portogallo, Irlanda ed Irlanda del Nord. Il corrispettivo totale dell’operazione per cassa è pari a 2,3 miliardi, incluso l’intero eccesso di capitale di Liberty Seguros, soggetta ad aggiustamenti al closing. L’impatto stimato sul Solvency Ratio del gruppo è pari a circa -9,7 p.p. Liberty Seguros ha un Solvency Ratio superiore al 330% al 31 dicembre 2022.

L’operazione, coerente con il piano strategico “Lifetime Partner 24: Driving Growth”, permetterà al gruppo di crescere ulteriormente, incrementare lo sviluppo del business Danni e di rafforzare la propria leadership in Europa. Grazie a questa operazione, Generali raggiungerà la quarta posizione nel business Danni in Spagna e consoliderà la seconda posizione in Portogallo. Generali entrerà in Irlanda, collocandosi tra le prime dieci compagnie in un mercato attrattivo e profittevole, ampliando ulteriormente la presenza del gruppo in Europa. Dall’operazione il gruppo prevede di generare economie di scala attraverso la riduzione dei costi, l’ottimizzazione dei sistemi IT, il cross-selling dei prodotti Generali e anche grazie al comprovato track record del gruppo nelle integrazioni.

Metalmeccanici, sindacati: 4 ore di sciopero il 7 e 10 luglio

Metalmeccanici, sindacati: 4 ore di sciopero il 7 e 10 luglioRoma, 15 giu. (askanews) – Quattro ore di sciopero nazionale dei metalmeccanici il 7 e 10 luglio. Lo hanno proclamato i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm, chiedendo al governo risposte per impedire il declino industriale del Paese. Illustrando le ragioni dello sciopero il leader della Uilm, Rocco Palombella, ha spiegato: “Dopo mesi di confronti senza risultati sulle tante vertenze aperte che interessano migliaia di lavoratori in settori strategici, dopo l’assenza di condivisione di scelte e progetti per gestire la transizione ecologica, in particolare nel settore automotive, dopo i nostri numerosi appelli inascoltati sulla mancanza di visione e politiche industriali, con Fim e Fiom abbiamo deciso di proclamare quattro ore di sciopero nazionale da tenersi i prossimi 7 e 10 luglio”. Per il segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma, “sono 4 ore di sciopero di avvertimento che Fim Fiom Uilm hanno deciso di proclamare. Vogliamo contrattare, non vogliamo accompagnare il Paese alla dismissione industriale. È stato registrato dall’Istat un calo del 7% della produzione industriale. La transizione ecologica e digitale si fa con le lavoratrici e i lavoratori. I lavoratori metalmeccanici già stanno pagando gli effetti derivanti dalla pandemia, dalla crisi economica, dall’instabilità geopolitica e da un’inflazione a livelli record”. Per il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, “l’industria metalmeccanica ha superato meglio di altri settori le difficoltà post-pandemia e legate al conflitto, ma oggi soffre di l’incertezza totale e mancanza di politiche nelle transizioni in atto sulle principali filiere”. Ma “è urgente che il governo metta in campo politiche industriali capaci di gestire in maniera sostenibile sul piano sociale e lavorativo le transizioni. Per questo quella che oggi annunciamo unitariamente, è una mobilitazione di merito, una mobilitazione non contro ma costruttiva per rivendicare strumenti di politica industriale che siano condivisi con tutte le parti sociali interessate che permettano al nostro Paese, come sta avvenendo in altri paesi, di attrarre i grandi investimenti”. Mlp

La Bce ha alzato i tassi di altri 25 punti base, rifinanziamento al 4%

La Bce ha alzato i tassi di altri 25 punti base, rifinanziamento al 4%Roma, 15 giu. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente alzato i tassi di interesse dell’area euro di 25 punti base. La mossa, annunciata al termine del Consiglio direttivo, era ampiamente attesa e vede il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento salire al 4%, il tasso sui depositi salire al 3,50% e quello sulle operazioni marginali al 4,25%. Con un comunicato, l’istituzione rileva che sebbene sia calata l’inflazione è prevista restare “troppo alta per troppo tempo” – contestualmente ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul caro vita – e ribadisce la sua determinazione a farla attenuare. Per questo reitera l’intento di portare i tassi “a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine” e di mantenerceli “finché necessario”. La Bce ha anche formalizzato la decisione, su cui si era già orientata, di azzerare a partire da luglio i rinnovi di titoli in scadenza accumulati con il programma di acquisti App.