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“Londinium”: l’Italia sfida l’Inghilterra, a confronto 50 birre diverse

“Londinium”: l’Italia sfida l’Inghilterra, a confronto 50 birre diverseRoma, 23 feb. (askanews) – Le immagini del match Italia-Inghilterra, che ha sancito la vittoria degli Azzurri nell’ultimo Campionato europeo di calcio, sono ancora fresche nella memoria di tutti. Ma in attesa di un nuovo confronto sui campi da calcio, c’è già una rivincita in arrivo, e stavolta sarà… a colpi di birra.
Al posto del consueto stadio, a far da cornice ci sarà la Treefolk Public House a Roma, in viale di Trastevere 192. E se, appunto, il “campo da gioco” vede l’Italia giocare in casa, le regole arrivano direttamente da Londra, perché oggetto della contesa sarà proprio la tradizionale Real Ale britannica, nota anche come Cask Beer: una vera e propria icona di un modo di bere la birra tutto inglese, che ha resistito caparbiamente al trascorrere dei secoli e alle innovazioni, per custodire i segreti di un metodo produttivo unico al mondo.
L’evento si terrà dal 2 al 5 marzo e vedrà “scendere in campo” 50 birre diverse: 25 inglesi e 25 italiane, per una sfida all’ultima pinta dove il vincitore sarà stabilito dai palati di appassionati, intenditori e amanti della birra. A fare da denominatore comune a tutti i fusti in gara, sarà appunto l’appartenenza alla tradizione che vede nel cask, tipo particolare di botte, un simbolo senza tempo. Uno stile classico nelle isole britanniche, che racconta dei tipici e pittoreschi pub delle periferie, o di quei pub cittadini che iniziano a riempirsi nel pomeriggio, quando si esce dal lavoro. E sarà curioso scoprire il lavoro dei birrai nostrani che si cimentano, per la prima volta, con questa tecnica di produzione.
Ma quali sono le caratteristiche delle Real Ale? Il cask, come detto, è il tipico contenitore da cui vengono spillate. Le sue dimensioni possono variare, ma c’è una caratteristica che non può mancare: l’assenza all’interno di anidride carbonica aggiunta. Queste birre, infatti, sono limpide e praticamente senza schiuma: “C’è appena una lieve gasatura – spiegano gli organizzatori – dovuta a un passaggio fondamentale, ovvero la rifermentazione in cask. Spesso si collega questo processo quasi esclusivamente all’area produttiva belga, senza riflettere sul fatto che invece è questa l’essenza di una Real Ale, una birra che resta in fusto ma viva, con lieviti attivi in quanto innescati da zuccheri residui”.
Altro elemento fondamentale è la spillatura cosiddetta ‘a caduta’: “L’innesto del rubinetto è un momento fatidico – spiegano gli organizzatori – la membrana in plastica presente sulla testa del cask viene penetrata dalla punta del rubinetto (tap) con un colpo di martello, poi, una volta posizionato il cask con una specifica inclinazione, si può finalmente iniziare a servire le prime pinte: nulla di più autenticamente inglese”. Altra tipologia di servizio, altrettanto particolare e tradizionale, è quello con hand pump, nel quale, aggirando la spinta dell’anidride carbonica, si tira letteralmente la birra fuori dal cask risucchiandola con una leva attraverso un tubo, un po’ come si faceva con le vecchie pompe idrauliche dei pozzi artesiani.
Ultimo elemento caratteristico è il servizio, rigorosamente a temperatura ambiente: e questo non solo perché è nelle cantine dei pub inglesi che i cask vengono tradizionalmente conservati fino alla spillatura, ma anche perché l’assenza di refrigerazione è fondamentale per mantenere il lievito ‘vivo , in modo da favorire la peculiare maturazione di questa bevanda.
Sono tutte specificità, queste, che danno vita a una birra unica, ricca di sfumature avvincenti e di storia, tanto che a sua tutela è stata istituita dal 1972 l’associazione CAMRA, “Campaign for Real Ale”. E se in Italia è ancora poco conosciuta, con un numero ridotto di birrifici che vi si cimentano, l’evento Londinium può porsi come un’occasione preziosa per scoprire un volto nuovo della birra, lasciandosi avvolgere dall’immagine di quella Londra seducente e un po’ misteriosa che, tra una pinta e l’altra, ha attraversato le epoche. È prevista anche un’ampia selezione food tipicamente inglese: dall’english breakfast del mattino, fino alle ribs e al fish and chips.

L’8 giugno a Copenaghen il battesimo di Msc Euribia

L’8 giugno a Copenaghen il battesimo di Msc EuribiaMilano, 23 feb. (askanews) – MSC Crociere ha annunciato oggi che la cerimonia di battesimo della futura ammiraglia MSC Euribia si terrà a Copenaghen l’8 giugno 2023. La nuova ammiraglia, che ha richiesto un investimento pari a circa 1 miliardo di euro, sarà la seconda nave di MSC Crociere ad essere alimentata a GNL, uno dei combustibili marini più puliti al mondo disponibile su scala, e sarà inoltre dotata di ulteriori tecnologie ambientali all’avanguardia, tra cui il sistema avanzato di trattamento delle acque reflue di bordo “Baltic Standard”, la gestione dei rifiuti, le misure di efficienza energetica e la connettività con la rete elettrica di terra per consentire l’azzeramento delle emissioni della nave laddove sarà disponibile.
“MSC Euribia – spiega Msc in una nota – simboleggia l’impegno della compagnia nella protezione degli oceani ed è per questo che è stato scelto il porto di Copenaghen come location per la Cerimonia di Battesimo, vista non solo la storica tradizione marittima del porto stesso ma anche il profondo impegno nel rispetto del mare e nella sostenibilità ambientale”.
La nave sarà caratterizzata da un suggestivo affresco dipinto sullo scafo che rappresenta l’impegno di MSC Crociere nel proteggere e preservare l’ambiente marino. Progettata dal graphic artist tedesco Alex Flaemig, l’opera d’arte è stata pensata per comunicare l’importanza del proteggere il delicato e complesso ecosistema marino. MSC Euribia prende il nome dall’antica dea Eurybia, che sfruttava i venti, le condizioni atmosferiche e le costellazioni per dominare i mari, nell’ottica di rappresentare a pieno la vision di MSC di impiegare tecnologie sostenibili e all’avanguardia per proteggere e preservare il prezioso ecosistema marino.
MSC Euribia passerà la propria stagione inaugurale in Nord Europa dove, a partire dal 10 giugno, offrirà crociere di 7 notti da Kiel, in Germania, e Copenaghen, in Danimarca, verso gli splendidi fiordi norvegesi, tra cui Geiranger, Ålesund e Flaam.

Alimentare, la parigina Carbon maps raccoglie 4 mln e guarda all’Italia

Alimentare, la parigina Carbon maps raccoglie 4 mln e guarda all’ItaliaMilano, 23 feb. (askanews) – Si focalizza esclusivamente sul sistema dell’industria alimentare e punta a misurare l’impatto ambientale dei singoli prodotti utilizzando modelli matematici e intelligenza artificiale. Carbon maps è una startup con sede a Parigi che ha appena raccolto 4 milioni di euro con un round di pre-seed sostenuta dai venture capital Breega e Samaipata. E ora guarda all’Italia. Con i quattro milioni di euro, infatti, punta a sviluppare nuove funzionalità e potenziare i modelli della sua piattaforma, assumere circa 15 nuovi talenti ed espandere i suoi servizi ad altri paesi dell’Unione Europea.
“La nostra ambizione è diventare la principale piattaforma di contabilità ambientale che riunisce tutti gli attori della catena del valore alimentare, consentendo loro di valutare l’impatto climatico dei loro prodotti in modo da poterlo ridurre in modo sostenibile” ha dichiarato Patrick Asdaghi, ceo di Carbon Maps che sull’Italia aggiunge: “Si tratta di un mercato chiave perché dopo la Francia è il secondo mercato agricolo (al pari della Germania) in Europa; ospita alcuni dei migliori marchi alimentari al mondo e ha una forte cultura della produzione locale e sostenibile. Stiamo lavorando per garantire solide partnership nel settore alimentare in Italia, per dotare gli attori industriali della nostra piattaforma e aiutarli a valutare e gestire meglio gli imperativi di riduzione dell’impatto climatico, a casa e, soprattutto, nei paesi in cui esportano”.
Carbon maps si occupa di eseguire una valutazione rapida e ad alta precisione dell’impatto ambientale dei prodotti di consumo, degli ingredienti e delle materie prime. Raccoglie e analizza i dati in tutte le fasi della catena alimentare, dagli agricoltori ai consumatori, per calcolare non solo l’impronta carbonica ma anche l’impatto sulla biodiversità, l’uso dell’acqua e il benessere degli animali, fornendo agli attori di tutte le fasi della filiera (produttori, cooperative, marchi, distributori) strumenti per valutare e monitorare le rispettive strategie climatiche. Per agricoltori e produttori, la start up evidenzia le migliori pratiche e simula i premi ambientali per sostenere il costo della loro transizione ecologica.
La startup è stata fondata da tre imprenditori e dirigenti con una solida esperienza. Patrick Asdaghi è imprenditore e fondatore di FoodChéri/Seazon, una start-up food tech sostenuta da VC e acquisita da Sodexo nel 2021, Jérémie Wainstain è un esperto di agritech con un dottorato in fisica mentre Estelle Huynh è l’ex COO di Mojix, un SaaS per la tracciabilità della supply chain con sede negli Stati Uniti. Il team fondatore è supportato da un comitato scientifico con esperti in scienze ambientali e agricoltura.
“L’approccio verticale di Carbon Maps, che nella sua piattaforma basata sulla scienza tiene conto di pratiche agricole spesso sottovalutate, è un punto di svolta”, ha dichiarato François Paulus, presidente e co-fondatore di Breega. “Il potenziale internazionale di Carbon Maps è chiaro e vasto. Vedendo l’ampio interesse iniziale in Francia, vogliamo sfruttare la nostra rete nell’Europa meridionale per aiutare l’azienda a espandersi rapidamente – ha commentato Aurore Falque-Pierrotin, partner di Samaipata – mentre l’urgenza di un’etichettatura ambientale standardizzata sta guadagnando slancio”.

Fedegroup arriva in Oman ed Europa, punta a 28 nuove aperture Italia

Fedegroup arriva in Oman ed Europa, punta a 28 nuove aperture ItaliaRoma, 23 feb. (askanews) – Fedegroup, leader in Italia nel settore dei servizi di ristorazione per l’hotellerie, annuncia lo sbarco in Oman con l’acquisizione del 51% di Seven Friends Ltd, società omanita specializzata nel settore food, attraverso la quale gestirà a Muscat 3 ristoranti sotto il brand Fresco e 2 outlet ristorativi Golocious.
Un primo tassello nel programma di espansione all’estero del gruppo guidato da Roberto Imperatrice, CEO di Nabucco Holding – holding di Fedegroup, che prevede a breve l’apertura di nuovi outlet ristorativi anche ad Abu Dhabi e Dubai e in Europa, in partnership con l’israeliana Leonardo Hotels. In pipeline ci sono infatti le aperture in Ungheria a Budapest, nel Regno Unito a Londra, in Svizzera e in Germania a Monaco di Baviera.
Lo sviluppo oltre confine dell’Azienda rientra nel nuovo piano industriale che in tre anni punta a superare i 100 milioni di euro di fatturato (con un 2022 chiuso a quota 60 milioni di euro) con anche un importante consolidamento della propria leadership in Italia. Nel nostro Paese è infatti prevista entro il 2025 l’apertura di ben 28 strutture: 14 hospitality leisure, di cui 4 in Campania, Puglia e Sicilia entro quest’anno; 11 ristoranti in alberghi, villaggi e campeggi in Lombardia, Veneto e Toscana; e 3 ristoranti su strada a Milano, Roma e Padova.
In termini di ricaduta occupazionale, il piano prevede un incremento del 100% degli attuali 1.200 dipendenti, per arrivare nel 2025 – tra Italia ed estero – ad avere uno staff di oltre 2.000 persone.
Particolare attenzione dell’Azienda verso il capitale umano, a partire dalle risorse interne per cui Fedegroup ha stanziato euro 800 mila per il consolidamento di welfare e formazione, con servizi “su misura” per i propri dipendenti, a cui si aggiunge, nel 2023, un investimento di euro 500 mila per l’apertura a Milano e Padova di due nuove sedi di Ho.Re.CaMp, il progetto gratuito promosso da Fedegroup per la formazione specializzata in ambito F&B e Hospitality e finalizzato a percorsi di assunzione.
Il piano industriale del prossimo anno prevede inoltre una nuova impostazione nelle relazioni con partner e fornitori, che portano al centro della collaborazione, sempre più sinergica, il valore del Made in Italy: il 100% delle materie prime utilizzate dall’azienda, in Italia e all’estero, arriverà dai migliori produttori italiani contribuendo all’esportazione delle eccellenze tricolori. Tutto questo è possibile grazie ad accordi quadro con i player del mercato, che consentono migliori condizioni d’acquisto, efficientamento della logistica e una spinta sempre più forte all’integrazione dei sistemi informativi.

Divulga: con accordo Onu oltre 20 mln tonnellate di cibo nel mondo

Divulga: con accordo Onu oltre 20 mln tonnellate di cibo nel mondoMilano, 23 feb. (askanews) – L’accordo Onu sul grano siglato a luglio a Istanbul tra Russia e Ucraina, prorogato per altri quattro mesi nel mese di novembre, ha garantito fino ad ora oltre 20 milioni di tonnellate di prodotti agricoli e alimentari sui mercati mondiali. È quanto afferma il Centro studi Divulga in occasione della pubblicazione del report “Un anno di guerra” con l’analisi delle ripercussioni del conflitto su alcuni settori importanti dell’economia del Paese.
Di questi, oltre 9 milioni (46%) di tonnellate è mais, seguito da 5,7milioni di tonnellate di frumento (29%) e da oltre 1 milione di tonnellate di olio di girasole (6%). Grazie a “Black sea grain initiative” è stata scongiurata la crisi alimentare che avrebbe potuto destabilizzare aree, come il Medio Oriente e il Nord Africa, fortemente dipendenti dalle importazioni dai Paesi in guerra.
Prima dello scoppio del conflitto, infatti, la dipendenza di queste aree dalle importazioni russe e ucraine toccava il 44% per i cereali, 50% per l’olio di girasole, 21% per il mais e il 45% per l’orzo. Lo sblocco dei porti del Mar Nero con l’accordo di Istanbul ha garantito oltre 9 milioni di tonnellate di prodotti nei Paesi in via di sviluppo. In particolare, sono 2,5 milioni le tonnellate di prodotti agricoli e alimentari giunte nei Paesi dell’Area Mena (Medio Oriente e Africa del nord) con l’Egitto che rappresenta il principale beneficiario (710 mila tonnellate), seguito da Tunisia (481mila tonnellate) e Libia (410mila tonnellate). Una boccata d’ossigeno, in particolare, per l’Egitto che importa il 70% dei cereali dai porti del Mar Nero, il Libano che ne dipende per il 75% e lo Yemen con poco meno del 50%. La situazione non è molto diversa in Libia, Tunisia e Giordania.

Divulga: in un anno export alimentare italiano verso Mosca -8%, Kiev -20%

Divulga: in un anno export alimentare italiano verso Mosca -8%, Kiev -20%Milano, 23 feb. (askanews) – Cala ma non crolla l’export alimentare italiano in Russia (-8%) e Ucraina (-20%) con una perdita complessiva di quasi 100 milioni di euro in valore. È quanto afferma il Centro studi Divulga in occasione della pubblicazione del report “Un anno di guerra” con l’analisi delle ripercussioni del conflitto su alcuni settori importanti dell’economia del Paese.
In Russia, mercato già provato dall’embargo del 2014, con il valore dell’export made in Italy che nei primi 10 mesi del 2022 ha sfondato 500 milioni di euro, arretrano in particolare pasta (-31%), caffè (-29%), bevande alcoliche (-43%), florovivaismo (-25%) e olio di oliva (-13%), mentre tiene l’export di vini (120milioni di euro esportati nei primi 10 mesi del 2022, +5%) e di prodotti dolciari (42 milioni di euro, +4%).
In Ucraina, con il valore dell’export italiano a 220 milioni di euro, a soffrire in particolare tabacco (-24%), vini e spumanti (-41%), latte e derivati (-35%), bevande alcoliche (-52%) e prodotti dolciari (-47%). Crescono invece le esportazioni di caffè (+4%), pasta (+10%) e ortaggi (+70%)

Divulga: in un anno di guerra +83% import italiano di cereali da Kiev

Divulga: in un anno di guerra +83% import italiano di cereali da KievMilano, 23 feb. (askanews) – In questo primo anno di guerra le importazioni italiane di cereali dall’Ucraina sono cresciute dell’83% mentre crollano gli arrivi, già esigui prima della guerra, dalla Russia (-60%). È quanto afferma il Centro studi Divulga in occasione della pubblicazione del report “Un anno di guerra” con l’analisi delle ripercussioni del conflitto su alcuni settori importanti dell’economia del Paese.
In particolare, sono arrivate dall’Ucraina oltre un milione di tonnellate di mais (+80%) destinate all’alimentazione zootecnica, 250mila tonnellate di frumento (+103%) e 4mila tonnellate di orzo (-31%).
Le importazioni di cereali dalla Russia, che prima dello scoppio del conflitto rappresentavano appena il 6% per l’Italia, hanno riguardato prevalentemente frumento (71mila tonnellate) in calo del 42%, e 15mila tonnellate di sorgo.
In crescita anche l’import di olio di girasole dall’Ucraina con 237mila tonnellate nei primi 11 mesi del 2022 (+11% rispetto allo stesso periodo 2021) che si aggiungono a 85mila tonnellate di panelli e farine di girasole (-33%). Dalla Russia, invece, 12mila tonnellate di olio di girasole nei primi 11 mesi del 2022, oltre a 133mila tonnellate di panelli e farine di girasole (-23%).

Bce chiude il 2022 con utili azzerati, è la prima volta dal 2007

Bce chiude il 2022 con utili azzerati, è la prima volta dal 2007Roma, 23 feb. (askanews) – Lo scorso anno la Banca centrale europea ha visto azzerarsi gli utili di bilancio, a fronte dei 192 milioni di euro realizzati nel 2021, dopo l’utilizzo di accantonamenti per 1,627 miliardi di euro sui rischi finanziari. È la prima volta dal 2007 che l’istituzione monetaria non realizza utili e conseguentemente, secondo quanto riporta un comunicato, non verranno distribuiti dividendi alle banche centrali nazionali.
Va chiarito che la Bce non è un ente con scopi di lucro, ma una istituzione europea che ha come mandato quello di perseguire la stabilità dei prezzi. E che nel portare avanti questa attività più incappare anche in perdite, nel 2004 aveva accusato un rosso di bilancio da 1,6 miliardi di euro.
La Bce riporta inoltre che il volume totale del suo bilancio è aumentato marginalmente lo scorso anno, di 19 miliardi di euro a quota 699 miliardi, fronte dei 680 miliardi del 2021. Questo deriva dal proseguimento dei programmi di acquisti di titoli, il piano anticrisi Covid Pepp e il precedente piano a App, che sono stati interrotti nella seconda metà dello scorso anno nell’ambito della manovra di inasprimento monetario.
Queste operazioni tuttavia vengono condotte prevalentemente a livello di Eurosistema delle banche centrali, il cui bilancio consolidato è calato a 7.956 miliardi di euro, a fronte degli 8.564 miliardi del 2021. La flessione riflette i rimborsi anticipati delle operazioni di rifinanziamento ultra agevolate alle banche (Tltro III), dopo che la Bce ha deciso di inasprirne le condizioni, sempre nell’ambito della sua stretta monetaria.
Lo scorso anno i titoli complessivamente detenuti dall’Eurosistema delle banche centrali per operazioni di politica monetaria sono aumentati di 224 miliardi di euro, a 4.937 miliardi di euro complessivi. Sul programma App sono aumentati di 130 miliardi a 3.254 miliardi e sul piano Pepp sono cresciuti di 100 miliardi a 1.681 miliardi.
La Bce ha deciso che da inizio marzo inizierà a ridurre lo stock di titoli accumulati con il piano App nella misura di 15 miliardi di euro al mese.
La Bce riporta inoltre che i costi del suo personale sono calati a 652 milioni di euro nel 2022, da 674 milioni di euro nell’anno precedente, prevalentemente a riflesso dell’attualizzazione delle plusvalenze realizzate sui benefit di lungo termine. Le altre spese amministrative sono invece cresciute a 572 milioni, dai 564 milioni del 2021, a riflesso del ritorno ai normali livelli di attività, dopo le limitazioni imposte a motivo del Covid, e dello sviluppo dei miglioramenti sulle attività di IT collegati alla Vigilanza bancaria.

NielsenIQ: in un anno più che raddoppiata quota famiglie in difficoltà

NielsenIQ: in un anno più che raddoppiata quota famiglie in difficoltàMilano, 23 feb. (askanews) – Nel 2022 il fatturato del largo consumo in Italia è cresciuto del 6,6%, essenzialmente per effetto dalla dinamica inflazionistica (+8,7% inflazione media 2022). Le famiglie italiane di fronte all’ulteriore aumento dell’inflazione (15% a gennaio 2023 per i beni di largo consumo) e alla conseguente diminuzione del potere d’acquisto, modificano i propri comportamenti, rivedendo da un lato la composizione del carrello della spesa e più recentemente riducendo i volumi d’acquisto. In meno di un anno, secondo le rilevazioni di NielsenIQ, è ulteriormente aumentato (+7 punti) il numero dei cosiddetti “consumatori cauti” (dal 52% al 59%) e, aspetto più rilevante, è più che raddoppiata la quota di famiglie in difficoltà che raggiungono il 23% rispetto al 10% di inizio 2022.
A definire lo stato dell’arte del largo consumo è NielsenIQ in occasione della la nuova edizione de Linkontro, la manifestazione giunta alla sua trentottesima edizione, che riunirà più di 200 aziende e 600 manager del largo consumo al Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula (CA) dal 18 al 21 maggio 2023. Il tema dell’edizione 2023 “Alla radice del tempo che viene” ha come obiettivo approfondire le capacità delle imprese di sviluppare relazioni forti con i propri stakeholder per rigenerare fiducia e affrontare le sfide odierne.
Lo scenario infatti è in continua evoluzione e l’incertezza domina il mercato tanto quanto le decisioni dei consumatori. Un italiano su tre è preoccupato per l’aumento dei prezzi della spesa e quasi la totalità dei consumatori (il 95%) intende risparmiare nei mesi a venire. Le strategie messe in atto dalle famiglie includono, per il 68% dei casi, la selezione dei prodotti da inserire nel carrello della spesa o la modifica del canale d’acquisto, per il 27% degli intervistati.
Dato lo scenario attuale, che verrà ampliamente analizzato a Linkontro da esperti di diverse discipline e sotto molteplici punti di vista, si fa sempre più stringente la responsabilità delle aziende a cooperare per sostenere il settore del largo consumo nel suo complesso e supportare le famiglie italiane nell’affrontare le sfide quotidiane.
“Anche quest’anno, Linkontro sarà un momento unico di dibattito e condivisione tra i protagonisti della business community del largo consumo – dichiara Stefano Galli, chairman Linkontro – Il clima politico, sociale ed economico globale ci obbliga a cercare nuove risposte agli attuali problemi, nuove strategie da realizzare per affrontare il cambiamento. Il progresso dipende dalle scelte che facciamo ed è questa la nostra responsabilità del presente per costruire con consapevolezza un domani migliore”.

Inflazione, Eurostat ritocca al rialzo dato eurozona gennaio: +8,6%

Inflazione, Eurostat ritocca al rialzo dato eurozona gennaio: +8,6%Roma, 23 feb. (askanews) – Eurostat ha ritoccato al rialzo i dati sull’inflazione nell’area euro di gennaio: secondo la lettura definitiva la crescita dei prezzi media su base annua si è attestata all’8,6%, in ulteriore rallentamento rispetto al più 9,2% segnato a dicembre. Nella stima preliminare, diffusa il primo febbraio, l’ente di statistica comunitario aveva indicato l’inflazione di gennaio all’8,5%.
I dati però non includevano le cifre sulla Germania che ha fornito la sua lettura solo questa settimana (nella prima economia dell’eurozona a gennaio l’inflazione armonizzata con il resto dell’Ue ha segnato a sua volta un rallentamento il 9,2% annuo, del 9,6% di dicembre).
Da segnalare che il rallentamento generale della dinamica per ora non coinvolge l’inflazione di fondo, cioè l’indice depurato dalle componenti più volatili come energia, alimentari alcolici e tabacchi che a gennaio, nell’area euro, ha visto il tasso di crescita segnare il più 5,3% su base annua, a fronte del 5,2% di dicembre. Anche su queste componenti, tuttavia, sull’ultimo mese Eurostat riporta un calo dei prezzi dello 0,8%, a fronte del -0,2% mensile dell’indice di inflazione generale.
Secondo l’ente comunitario a gennaio i prezzi al consumo dell’energia hanno segnato un ulteriore rallentamento al più 18,9%, sempre su base annua, dopo il più 25,5% di dicembre. Su alimentari, alcolici e tabacchi invece si è registrata una accelerazione al più 14,1%, dal più 13,8% di dicembre.
In Italia a gennaio l’inflazione segnato una moderazione al 10,7%, guardando all’indice armonizzato con l’Ue, dal +12,3% di dicembre. Guardando a tutta l’Ue, i tassi inflazionistici più elevati riguardano Ungheria (26,2%) Lettonia (21,4%) in Repubblica ceca (19,1%). All’opposto i livelli più contenuti si registrano in Lussemburgo (5,8%), Spagna (5,9%) Cipro e Malta (entrambi 6,8%).
Contro l’alta inflazione la Bce sta portando avanti una manovra di rialzo dei tassi di interesse, su cui ha appena ribadito l’intenzione di aumentare ulteriormente il costo del denaro di 50 punti base a marzo.