Metalmeccanici, sindacati: 4 ore di sciopero il 7 e 10 luglioRoma, 15 giu. (askanews) – Quattro ore di sciopero nazionale dei metalmeccanici il 7 e 10 luglio. Lo hanno proclamato i sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm, chiedendo al governo risposte per impedire il declino industriale del Paese. Illustrando le ragioni dello sciopero il leader della Uilm, Rocco Palombella, ha spiegato: “Dopo mesi di confronti senza risultati sulle tante vertenze aperte che interessano migliaia di lavoratori in settori strategici, dopo l’assenza di condivisione di scelte e progetti per gestire la transizione ecologica, in particolare nel settore automotive, dopo i nostri numerosi appelli inascoltati sulla mancanza di visione e politiche industriali, con Fim e Fiom abbiamo deciso di proclamare quattro ore di sciopero nazionale da tenersi i prossimi 7 e 10 luglio”. Per il segretario generale Fiom-Cgil, Michele De Palma, “sono 4 ore di sciopero di avvertimento che Fim Fiom Uilm hanno deciso di proclamare. Vogliamo contrattare, non vogliamo accompagnare il Paese alla dismissione industriale. È stato registrato dall’Istat un calo del 7% della produzione industriale. La transizione ecologica e digitale si fa con le lavoratrici e i lavoratori. I lavoratori metalmeccanici già stanno pagando gli effetti derivanti dalla pandemia, dalla crisi economica, dall’instabilità geopolitica e da un’inflazione a livelli record”. Per il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, “l’industria metalmeccanica ha superato meglio di altri settori le difficoltà post-pandemia e legate al conflitto, ma oggi soffre di l’incertezza totale e mancanza di politiche nelle transizioni in atto sulle principali filiere”. Ma “è urgente che il governo metta in campo politiche industriali capaci di gestire in maniera sostenibile sul piano sociale e lavorativo le transizioni. Per questo quella che oggi annunciamo unitariamente, è una mobilitazione di merito, una mobilitazione non contro ma costruttiva per rivendicare strumenti di politica industriale che siano condivisi con tutte le parti sociali interessate che permettano al nostro Paese, come sta avvenendo in altri paesi, di attrarre i grandi investimenti”. Mlp
La Bce ha alzato i tassi di altri 25 punti base, rifinanziamento al 4%Roma, 15 giu. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente alzato i tassi di interesse dell’area euro di 25 punti base. La mossa, annunciata al termine del Consiglio direttivo, era ampiamente attesa e vede il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento salire al 4%, il tasso sui depositi salire al 3,50% e quello sulle operazioni marginali al 4,25%. Con un comunicato, l’istituzione rileva che sebbene sia calata l’inflazione è prevista restare “troppo alta per troppo tempo” – contestualmente ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul caro vita – e ribadisce la sua determinazione a farla attenuare. Per questo reitera l’intento di portare i tassi “a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine” e di mantenerceli “finché necessario”. La Bce ha anche formalizzato la decisione, su cui si era già orientata, di azzerare a partire da luglio i rinnovi di titoli in scadenza accumulati con il programma di acquisti App.
Bce alza i tassi di altri 25 punti base, rifinanziamento al 4%Roma, 15 giu. (askanews) – La Banca centrale europea ha nuovamente alzato i tassi di interesse dell’area euro di 25 punti base. La mossa, annunciata al termine del Consiglio direttivo, era ampiamente attesa e vede il riferimento sulle principali operazioni di rifinanziamento salire al 4%, il tasso sui depositi salire al 3,50% e quello sulle operazioni marginali al 4,25%.
Con un comunicato, l’istituzione rileva che sebbene sia calata l’inflazione è prevista restare “troppo alta per troppo tempo” – contestualmente ha rivisto al rialzo le sue previsioni sul caro vita – e ribadisce la sua determinazione a farla attenuare. Per questo reitera l’intento di portare i tassi “a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine” e di mantenerceli “finché necessario”. La Bce ha anche formalizzato la decisione, su cui si era già orientata, di azzerare a partire da luglio i rinnovi di titoli in scadenza accumulati con il programma di acquisti App.
Gardini (Confcooperative): Pil in crescita ma le diseguaglianze aumentanoRoma, 15 giu. (askanews) – Lavoro e inclusione sociale sono il filo conduttore dell’azione delle cooperative che non delocalizzano, creano lavoro e pagano le tasse in Italia. Realizzano il 25% dell’agroalimentare Made in Italy. Rappresentano il 30% della distribuzione al consumo e al dettaglio, il 19,6% degli sportelli bancari ed erogano servizi di welfare a 7 milioni di italiani. Le cooperative sono protagoniste dello sviluppo del Paese e sono l’ossatura di quella parte di economia sociale che si fa carico di aiutare l’Italia a crescere in modo sostenibile. Lo ha detto il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, aprendo i lavori della 41esima assemblea nazionale che quest’anno ha come tema: “Abbiamo cura del paese”. “Il mismatch – ha detto Gardini – mina la competitività delle imprese, costa 1,2% di Pil e 21 miliardi di euro. Riguarda le imprese, grandi piccole e micro: 1 nostra cooperativa su 2 non trova le figure di cui necessita. Le nostre imprese occupano 540.000 persone, ne potrebbero assumere altre 30.000, ma non trovano professionalità, dal socio sanitario all’area tecnico scientifica, dall’agroalimentare al trasporto e ai servizi turisti e culturali”. Il presidente di Confcooperative ha sottolineato come nonostante il Pil cresca più delle aspettative aumentino le diseguaglianze. “Abbiamo 3,8 milioni di lavoratori poveri che ricevono una retribuzione annuale uguale o inferiore ai 6.000 euro e oltre 3 milioni di lavoratori irregolari o in nero. Investiamo sulle imprese virtuose che generano lavoro dignitoso, riducendo, ulteriormente, il cuneo fiscale che pesa circa il 10% in più della media Ocse. Libererebbe nuove risorse per le imprese e lascerebbe più soldi in tasca ai lavoratori con un effetto positivo sui consumi interni depressi dall’inflazione”. “Le famiglie in povertà assoluta sono 1,9 milioni, erano 800.000 nel 2005: parliamo di 5,6 milioni di persone. La povertà relativa riguarda invece 2,9 milioni di famiglie e 8,8 milioni di persone”. Gardini ha fatto cenno anche ad una povertà educativa: “500.000 giovani, più di 11 giovani su 100, nella fascia 18-24 anni, abbandonano i percorsi di formazione senza aver conseguito un titolo di studio”. E sul fronte sanitario, “drammatica la situazione del 12% di italiani che nel 2022 hanno scelto di non curarsi per mancanza di disponibilità economica pur avendone bisogno per risorse economiche scarse”. Inoltre, “circa 3 milioni di famiglie vivono nel sovraffollamento e lo indicano come il principale fattore di tensione e di criticità per la propria condizione personale. Il fenomeno riguarda 1,8 milioni di famiglie che vivono in affitto, il 35,6% del totale e 1 milione di famiglie proprietarie, circa il 15,2% del totale”. Un ultimo passaggio dedicato alla rappresentanza. “Ribadiamo la validità della scelta fatta con Alleanza delle Cooperative Italiane. L’Alleanza ha dato prova di unità, di capacità di individuare linee di indirizzo e di azione per la cooperazione e per il Paese, senza perdere di vista l’azione sindacale quotidiana di difesa e sostegno delle nostre imprese. Ciò non ci esime dal costruire insieme altre partnership nel mondo dell’associazionismo, dell’Accademia e dei corpi intermedi per trovare ambiti di lavoro comune, utili a convergere su linee strategiche da indicare a chi guida il Paese. Non possiamo – ha concluso Gardini – chiedere unità a chi governa se noi stessi non siamo capaci di muoverci in armonia”.
Intesa Sanpaolo: al via Isybank, la banca digitale del gruppoMilano, 15 giu. (askanews) – Intesa Sanpaolo presenta Isybank, la nuova banca digitale del gruppo, uno dei pilastri del piano d’impresa 2022-25, centrale nel modello di servizio alla clientela e nella strategia di sviluppo digitale.
Isybank si rivolge ai 4 milioni di clienti della banca che già non usano le filiali in quanto fruitori prevalentemente digitali dei servizi bancari e orientati al mobile banking. La nuova app Isybank sarà disponibile da oggi in versione sia iOS sia Android. Nell’arco del piano, per lo sviluppo e la crescita di Isybank sono previsti investimenti per 650 milioni: 128 milioni sono stati investiti nel 2022, altri 152 milioni sono stimati nel 2023, con un forte impatto sull’infrastruttura tecnologica dell’intero gruppo, e lancio operativo nel 2024 su un livello di clienti elevato. Ad oggi sono già 400 gli specialisti dedicati alla nuova banca digitale. “Sono orgoglioso di questa iniziativa che rappresenta un punto di forza non solo per il gruppo ma per l’Italia”, ha dichiarato il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. “E’ la dimostrazione che in questo Paese siamo capaci di far cose eccellenti a livello mondiale. La tecnologia è il futuro della forza di un’azienda, non è una minaccia per chi lavora in una banca ma è unga grandiosa opportunità”.
Al vertice della nuova banca digitale l’AD Antonio Valitutti e il presidente Mario Boselli. Nel board anche Virginia Borla, Giampio Bracchi, Donatella Busso, Renato Cerioli, Andrea Chioatto, Achille Galdini, Paola Papanicolaou. Il lancio della nuova realtà è avvenuto a Milano in Gioia 22 – la Scheggia di vetro – il grattacielo situato a Porta Nuova, che ospita la sede operativa di Isybank e altre divisioni del gruppo Intesa Sanpaolo.
La Fed segna una pausa sui rialzi dei tassi ma ne medita altriRoma, 14 giu. (askanews) – La Federal Reserve, la banca centrale statunitense ha come da attese segnato una pausa nella sua aggressiva manovra di rialzo dei tassi di interesse, ma al tempo stesso ha sorpreso gli operatori lanciando indicazioni che fanno presagire altri due aumenti entro la fine dell’anno. “Quasi tutti i partecipanti (al direttorio, il Fomc) hanno ritenuto che servirà qualche ulteriore inasprimento verso la fine dell’anno”, ha riferito il presidente, Jerome Powell nella conferenza stampa post Fomc.
Il segnale era già contenuto nelle nuove previsioni economiche, pubblicate contestualmente al comunicato del direttorio. Forniscono le attese degli esponenti del Fomc sul futuro dei tassi che essi stessi stabiliscono. E ora l’attesa mediana sul 2023 è di un picco al 5,6%, che implicherebbe altri due aumenti da 25 punti base. La Fed, poi, inizierebbe a tagliare i tassi già dal prossimo anno portandoli al 4,6% e poi al 3,4% nel 2025. A marzo queste stime interne indicavano, rispettivamente, 4,3% e 3,1% sui prossimi due anni. Attualmente i tassi sul dopllaro sono ad una forchetta del 5-5,25%. A più riprese oggi Powell ha spiegato che gli sforzi per far calare l’inflazione non sono finiti.
Intanto la Fed ha rivisto nettamente al rialzo le previsioni di crescita economica di quest’anno, ma ha limato al ribasso quelle dei due anni successivi. Ha limato l’attesa di inflazione per quest’anno al 3,2%, un decimale in meno rispetto alle previsioni di marzo, mentre ha confermato la stima sul 2024 al 2,5% e quella sul 2025 al 2,1%. Per l’economia Usa ora la Banca centrale statunitense prevede una espansione del Pil dell’1% quest’anno – una netta revisione al rialzo rispetto al +0,4% stimato a marzo – cui dovrebbe seguire un più 1,1% nel 2024 e un più 1,8% nel 2025. Sia il prossimo anno che quello successivo hanno visto le stime sul Pil ridotte di 0,1 punti percentuali rispetto a marzo.
Debolezza a Wall Street, che dopo una reazione iniziale tutta in ribasso ha visto tentativi di miglioramento in un quadro di volatilità. A fine scambi il Dow Jones perde lo 0,90%, mentre il Nasdaq ha guadagnato uno 0,39% e l’S&P è tornato leggermente positivo con un più 0,08%. Nette oscillazioni sul dollaro che in serata si attesta in parziale recupero, con l’euro a 1,0824 sul biglietto verde.
Tim: 9 consiglieri su 14 a favore di cooptazione in cda di PansaMilano, 14 giu. (askanews) – Nove consiglieri su 14 hanno votato a favore della cooptazione di Alessandro Pansa nel cda di Tim. Il voto, secondo quanto si apprende, non vuole rappresentare alcuna mossa ostile contro il primo socio Vivendi. Il gruppo francese aveva soltanto suggerito il nome dell’ex presidente di Leonardo, Luciano Carta, ma non lo aveva proposto ufficialmente come proprio rappresentante nel board, viene spiegato.
Pansa, presidente di Sparkle, è nel gruppo Tim dal 2019 ed è già informato sul dossier rete, argomento che sarà sul tavolo dei cda già convocati del 19 e 22 giugno. Pansa, 72 anni, nel 2013 è stato nominato Capo della Polizia e dal 2016 al 2018 è stato a capo del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza).
Tim: Alessandro Pansa cooptato nel cdaMilano, 14 giu. (askanews) – Il cda di Tim ha proceduto, a maggioranza, alla cooptazione di Alessandro Pansa come consigliere, in sostituzione del Ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, che si è dimesso lo scorso gennaio. Lo comunica una nota del gruppo.
Pansa, attuale presidente di Sparkle (Tim) e capo della Polizia dal 2013 al 2016, non detiene azioni Tim e si qualifica come amministratore non esecutivo, informa la nota. Il primo azionista di Tim, Vivendi, aveva proposto come consigliere l’ex presidente di Leonardo, Luciano Carta.
Google, Antitrust Ue avvia procedura sulla pubblicità onlineRoma, 14 giu. (askanews) – Nuova procedura dell’Antitrust europeo contro Google. La Commissione ha annunciato di aver inviato una nuova comunicazione di addebiti al gigante Internet statunitense, in merito a presunte violazioni delle regole sulla concorrenza nel settore pubblicitario.
Con un comunicato, l’esecutivo comunitario spiega di aver effettuato una analisi preliminare secondo cui Google favorirebbe i propri sistemi e i propri servizi pubblicitari online, a danno di fornitori di servizi analoghi, degli editori che vendono spazi pubblicitari e degli stessi inserzionisti. Secondo la commissione Google dispone di una posizione dominante anche a livello europeo su una serie di segmenti chiave della pubblicità online. In particolare con il suo servizio destinato a editori e server “Dfp” e con i sistemi “Google Ads” e “DV360”.
Le obiezioni mosse dall’antitrust comunitario riguardano un periodo che inizia dal 2014. Secondo la commissione Google avrebbe abusato della sua posizione dominante favorendo la sua piattaforma pubblicitaria AdX in violazione dell’articolo 102 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea.
Strasburgo approva norme Ue per regolare Intelligenza artificialeBruxelles, 14 giu. (askanews) – Divieto assoluto dell’uso dell’intelligenza artificiale (AI) per attività di sorveglianza biometrica, riconoscimento delle emozioni e polizia predittiva Considerati ad alto rischio i sistemi di IA utilizzati per influenzare gli elettori nelle elezioni I sistemi di IA generativa come ChatGPT devono dichiarare come è stato generato il contenuto
Le norme mirano a promuovere un uso di IA affidabile e incentrato sull’essere umano e sulla tutela di salute, sicurezza, diritti fondamentali e democrazia dai suoi effetti dannosi. La plenaria de Parlamento europeo ha adottato oggi a Strasburgo la sua posizione sulla proposta di Regolamento Ue sull’Intelligenza Artificiale (IA), con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astensioni. Il testo votato costituisce ora la posizione negoziale per avviare, oggi stesso, i colloqui con il Consiglio Ue e la Commissione (“trilogo”) per trovare un accordo sul testo definitivo.
Il regolamento mira a garantire che l’IA sviluppata e utilizzata in Europa sia conforme ai diritti e ai valori dell’Ue, ad esempio in materia di supervisione umana degli algoritmi, di sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale. Il testo adotta un approccio basato sul rischio e stabilisce obblighi per fornitori e operatori dei sistemi di IA a seconda del livello di rischio che può generare. In linea di principio, saranno vietati i sistemi di IA che presentano un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone, come quelli utilizzati per il punteggio sociale (ovvero classificare le persone in base al loro comportamento sociale o alle loro caratteristiche personali, come certi casi in Cina).
Gli eurodeputati hanno ampliato l’elenco delle pratiche vietate che era stato incluso nella proposta originaria della Commissione, per includere divieti sugli usi intrusivi e discriminatori dell’IA, come: 1) l’uso di sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” e “a posteriori” in spazi accessibili al pubblico; 2) i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili (ad esempio genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico); 3) i sistemi di “predittivi” usati nell’attività delle forze dell’ordine (basati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati); 4) i sistemi di riconoscimento delle emozioni utilizzati dalle forze dell’ordine, nella gestione delle frontiere, nel luogo di lavoro e negli istituti d’istruzione; 4)l’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare dei database di riconoscimento facciale (in violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy). Gli emendamenti approvati dal Parlamento europeo chiedono poi che la classificazione delle applicazioni “ad alto rischio” includa anche i sistemi di IA che comportano danni significativi per la salute, la sicurezza, i diritti fondamentali delle persone o l’ambiente. In particolare, sono stati aggiunti alla lista “ad alto rischio” i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per influenzare gli elettori e l’esito delle elezioni e i sistemi di raccomandazione utilizzati dalle piattaforme dei social media (quelli con oltre 45 milioni di utenti).
Gli eurodeputati hanno aggiunto un intero capitolo che mancava nella proposta originaria della Commissione, presentata nell’ormai lontano aprile 2021, riguardo ai nuovi, sorprendenti e anche inquietanti sviluppi dell’IA “generativa”, utilizzata dai sistemi come ChatGPT, che sono in rapida evoluzione con continui progressi. Chiedono che i fornitori di “foundation models” alla base dell’IA generativa, siano obbligati a valutare e mitigare i possibili rischi (alla salute, alla sicurezza, ai diritti fondamentali, all’ambiente, alla democrazia e allo stato di diritto) e a registrare i loro modelli nella banca dati dell’Ue prima della loro immissione sul mercato europeo. Il Parlamento europeo chiede che ai sistemi di IA generativa che si basano su questi modelli, come ChatGPT, sia imposto il rispetto dei requisiti di trasparenza, dichiarando che il contenuto è stato generato dall’IA, quando è il caso, e rendendo possibile la distinzione delle cosiddette immagini “deep-fake” da quelle reali. Secondo gli eurodeputati, inoltre, dovrebbero essere previste delle salvaguardie per evitare la generazione di contenuti illegali, ed essere pubblicate le sintesi dettagliate dei dati protetti dal diritto d’autore utilizzati per il “training” dei sistemi di IA generativa. Per stimolare l’innovazione nel campo dell’IA e sostenere le Pmi, gli emendamenti del Parlamento europeo prevedono esenzioni per le attività di ricerca e le componenti dell’IA fornite con licenze “open-source”. Il regolamento promuove i cosiddetti spazi di sperimentazione normativa, o ambienti di vita reale, creati dalle autorità pubbliche per testare l’IA prima che venga messa in opera. Infine, gli eurodeputati sostengono che va rafforzato il diritto dei cittadini di presentare reclami sui sistemi di IA e di ricevere spiegazioni sulle decisioni basate su sistemi ad alto rischio con un impatto significativo sui loro diritti fondamentali, e chiedono di riformare il ruolo del nuovo Ufficio Ue per l’IA, che la proposta prevede di istituire, e che avrà il compito di monitorare l’attuazione di queste norme. “Oggi tutti gli occhi sono puntati su di noi. Mentre le Big Tech lanciavano l’allarme per le loro creazioni, l’Europa è andata avanti e ha proposto una risposta concreta ai rischi che l’IA sta iniziando a rappresentare”, ha dichiarato dopo il voto il correlatore Brando Benifei (Pd), aggiungendo che “durante i negoziati con il Consiglio Ue ci batteremo per proteggere la nostra posizione e contrastare i pericoli per la democrazia e la libertà” che potrebbero comportare certe applicazioni dei sistemi di intelligenza artificiale, in particolare quella generativa.