Petrolio, Arabia Saudita proroga tagli, Brent sopra 90 dollariRoma, 5 set. (askanews) – Petrolio in risalita, con il Brent che si riporta sopra i 90 dollari al barile dopo che l’Arabia Saudita ha deciso di prorogare di altri tre mesi, fino alla fine di quest’anno, il taglio supplementare volontario alla sua offerta di greggio, pari a 1 milione di barili al giorno. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale Saudita (Spa), citando fonti del ministero dell’Energia del paese.
Riyad ha comunque deciso di riesaminare con cadenza mensile questa decisione, per l’ipotesi di modificare l’offerta. La stretta Saudita si aggiunge alla riduzione concordata dal cartello dei produttori allargato, l’Opec Plus allo scopo di sostenere le quotazioni rispetto al quadro di indebolimento dell’economia. Nel frattempo i prezzi risultano in rialzo negli scambi pomeridiani. Il barile di Brent, il greggio di riferimento del mare del Nord aumenta dell’1,65 per cento a 90,46 dollari. Il West Texas intermediate sale del 2,05 per cento a 87,31 dollari.
Euro cala a 1,0741 dollari, sui minimi da quasi 3 mesiRoma, 5 set. (askanews) – L’euro accentua i ribassi a metà giornata, a 1,0748 dollari la valuta unica segna i valori minimi da metà giugno. Il deprezzamento si è accentuato dopo che i dati sui prezzi alla produzione dell’industria nell’area valutaria hanno evidenziato un nuovo e netto calo, dinamica che favorisce l’ipotesi di un mantenimento dello status quo sui tassi di interesse da parte del consiglio direttivo della Bce, che si terrà il 14 settembre.
Secondo Eurostat, a luglio i prezzi alla produzione hanno registrato un ulteriore meno 0,5% rispetto al mese precedente, mentre la dinamica di variazione su base annua è caduta al meno 7,6%. Gli sviluppi potrebbero preludere a ulteriori calmieramenti dell’inflazione dei prezzi al consumo, contro cui la Bce negli ultimi 12 mesi ha aggressivamente alzato i tassi di interesse per l’eurozona di 425 punti base complessivi. Per il direttorio del 14 l’istituzione ha indicato che potrebbe alzare ancora i tassi oppure mantenere lo status quo. La debolezza dell’economia e gli sviluppi di oggi sul venir meno delle pressioni inflazionistiche possono alimentare la seconda ipotesi.
Bce, attese di inflazione consumatori eurozona stabili al 3,4%Roma, 5 set. (askanews) – Inflazione percepita e aspettative sul suo andamento di breve termine invariate tra i consumatori dell’area euro: secondo l’ultima rilevazione della Bce in media giudicano che la crescita dei prezzi al consumo sia stata dell’8% su base annua sugli ultimi 12 mesi, mentre per i prossimi 12 mesi le aspettative sono del 3,4%, lo stesso livello dell’indagine precedente. Le aspettative di inflazione per i prossimi tre anni si sono invece moderatamente alzate, al 2,4% dal 2,3% di giugno.
Sempre secondo l’indagine della Bce i consumatori si attendono in media che i loro redditi sui prossimi 12 mesi aumentino dell’1,1%, un decimale di punto in meno rispetto alla rilevazione di giugno. Per quanto riguarda crescita economica le aspettative sui prossimi 12 mesi sono diventate più negative, con un’attesa del meno 0,7% sul Pil a fronte del meno 0,6% dell’indagine di giugno. Invariate all’11% le aspettative sulla disoccupazione. Infine, le famiglie dell’area euro si attendono che i prezzi degli immobili continuiono a crescere in media del 2,1% sui prossimi 12 mesi e che i tassi sui mutui sia attestino al 5,1%, marginalmente sopra il 5% atteso a giugno, segno che ormai ritengono che la fase rialzista operata dalla stessa istituzione sia ormai quasi finita.
In una intervista pubblicata oggi con una rivista specialistica, il capo economista della Bce, l’irlandese Philip Lane spiega che un aspetto chiave di questa fase, per la politica monetaria, è mantenere sotto controllo proprio le aspettative di inflazione del pubblico. “Vogliamo che la gente capisca che questo è un episodio di inflazione temporanea – ha detto -. Non sparirà da un giorno all’altro, ma al tempo stesso sarebbe un errore estrapolare che l’alta inflazione che abbiamo visto sul lungo termine”. Giovedì prossimo tornerà a riunirsi il direttorio della Bce per decidere sui tassi di interesse. Ad oggi l’istituzione ha indicato che potrebbe o alzarli ulteriormente o scegliere di confermare lo status quo. Gli sviluppi negativi sul versante dell’economia hanno aumentato le aspettative sulla seconda ipotesi.
Spazio, Emirati Arabi Uniti: passo avanti con missione Al NeyadiRoma, 4 set. (askanews) – Gli Emirati Arabi Uniti rivendicano che il completamento della missione spaziale portata avanti dal loro astronauta, Sultan Al Neyadi “segna un altro passo in avanti sul programma di esplorazione spaziale del Paese” e consolida ulteriormente la posizione degli Emirati nel settore. Lo riferisce l’agenzia statale Wam in un’analissi del suo direttore generale Mohammed Jalal Al Rayssi, sottolineando che l’interesse degli Emirati Arabi Uniti per l’esplorazione spaziale risale a ben prima del lancio della prima missione nel 2019: a quando il fondatore dela nazione, lo sceicco Zayed bin Sultan Al Nahyan incontrò un equipaggio delle missioni Apollo.
Il programma degli Emirati Arabi sullo spazio va avanti da un quarto di secolo ed è passato prima dal settore delle comunicazioni e poi dalla creazione della Agenzia Spaziale nazionale e dal centro spaziale Mohammed bin Rashid. Gli emirati rivendicano di essere il primo Paese ad avere allestito un centro di ricerche spaziali in Medio Oriente, per il quale sono stati allocati 100 milioni di dinari, circa 25 milioni di euro, su cinque anni per sviluppare personale e capacità operative.
Gas, Arera: bolletta +2,3% per i consumi di agostoRoma, 4 set. (askanews) – In aumento la bolletta gas per la famiglia tipo in tutela per i consumi di agosto 2023, che sale del 2,3% rispetto a luglio.
Lo rende noto Arera precisando che l’aggiornamento complessivo “è determinato interamente dall’aumento della spesa per la materia gas naturale” il cui prezzo è salito a 33,21 euro/MWh mentre “rimangono invariati gli oneri generali e la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura”. In termini di effetti finali, prosegue Arera, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (settembre 2022 – agosto 2023) è di 1.472 euro circa, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 12,1% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (settembre 2021 – agosto 2022).
L’Autorità ricorda che per il III trimestre 2023, quindi anche per i consumi di agosto, il decreto bollette del giugno scorso per il gas ha confermato la riduzione dell’Iva al 5% e l’azzeramento degli oneri generali di sistema.
Euro digitale, Panetta: Bce vicina a completare la fase istruttoriaRoma, 4 set. (askanews) – La fase istruttoria del progetto sull’euro digitale della Bce “sta volgendo al termine”, e il Consiglio direttivo “può decidere se passare alla fase successiva”. Lo ha riferito Fabio Panetta, componente del Comitato esecutivo della Bce durante una audizione al Parlamento europeo.
“Siamo vicini alla conclusione della fase istruttoria. Abbiamo riesaminato il progetto nel suo complesso al fine di garantire la coerenza tra tutte le opzioni progettuali approvate finora; abbiamo inoltre pubblicato i risultati relativi ai prototipi e alle ricerche di mercato. Abbiamo compiuto progressi nella predisposizione della bozza di regolamento relativa allo schema dell’euro digitale (scheme rulebook). Anche in questo caso stiamo collaborando strettamente con tutti gli attori di mercato: consumatori, commercianti, banche, istituti di pagamento ed esperti del settore pubblico”, ha proseguito Panetta, che ha ribadito l’appoggio alle proposte normative formulate su questo tema dalla Commissione europea. “Nel prossimo mese di ottobre presenteremo i risultati della fase istruttoria al Consiglio direttivo della Bce, che potrà così decidere se dar vita alla fase successiva del progetto. Su questo punto voglio essere chiaro: la decisione di emettere l’euro digitale non è attualmente in discussione presso il Consiglio direttivo, e verrà discussa solo dopo l’approvazione del quadro legislativo”, ha detto ancora Panetta.
“Se si deciderà di passare alla fase successiva, la Bce e le banche centrali nazionali dell’area dell’euro continueranno a esaminare le funzionalità dell’euro digitale e a sperimentare e sviluppare soluzioni tecniche e commerciali per essere pronti ad emettere la nuova moneta, se e quando sarà deciso”. Secondo il banchiere centrale la nuova moneta “ci offrirebbe un mezzo di pagamento digitale che ci unirebbe come il contante, poiché come il contante sarebbe utilizzabile ovunque e da chiunque nell’area dell’euro”.
Il governo italiano ha avviato nei mesi scorsi l’iter per la nomina di Panetta a governatore della Banca d’Italia. “Lascerò la mia attuale posizione alla Bce – ha detto – ma nel mio nuovo ruolo continuerò a impegnarmi per il successo di questo importante progetto”.
Lagarde: Bce riuscirà a riportare puntualmente l’inflazione al 2%Roma, 4 set. (askanews) – Alla Bce “riusciremo a riportare l’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2 nei tempi dovuti”. Lo ha affermato la presidente Christine Lagarde, intervendo presso lo European Economics & Financial Centre.
“Stiamo entrando in un mondo di grandi transizioni sul mercato del lavoro, sui mercati dell’energia e sulla geopolitica: tutti elementi che possono portare a shock più ampi e frequenti sui prezzi. In questo mondo – ha sostenuto – sarà cruciale per le banche centrali mantenere le aspettative di inflazione fermamente ancorate”. “L’azione si fa sentire di più delle parole. Le ricerche suggeriscono che il fattore più rilevante nel costruire fiducia presso le banche centrali è essere percepiti come in grado di attuare il proprio mandato. E per attuarlo – ha detto – abbiamo aumentato i nostri tassi di 425 punti base in 12 mesi, un record. Riusciremo a riportare l’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2 tempestivamente”.
Nel suo intervento Lagarde non è sembrata fornire segnali espliciti sugli orientamenti per il Consiglio direttivo della prossima settimana, in particolare se la banca centrale alzerà ancora i tassi o se invece confermerà i livelli attuali.
Eni, accordo per vendita Nigerian Agip Oil Company Ltd a OandoRoma, 4 set. (askanews) – Eni e Oando Plc, la principale società energetica nigeriana quotata sia alla Borsa della Nigeria che a Johannesburg, hanno siglato l’accordo per la cessione di Nigerian Agip Oil Company Ltd (Naoc Ltd), società interamente controllata da Eni e attiva in Nigeria nell’esplorazione e produzione di idrocarburi onshore e nella generazione di energia elettrica. Lo ha comunicato Eni.
In Nigeria Naoc Ltd detiene partecipazioni societarie in 4 blocchi onshore (Oml 60, 61, 62, 63) operati per conto della Naoc jv (operatore Naoc Ltd 20%, Oando 20%, Nnpc E&P Limited 60%), nelle centrali elettriche di Okpai 1 e 2 (con una potenza installata di 960Mw), e in due licenze esplorative onshore (Opl 282 e Opl 135, rispettivamente del 90% e del 48%), di cui è anche operatore. La quota che Naoc Ltd detiene in Spdc jv (Shell Production Development Company Joint Venture – operatore Shell 30%, TotalEnergies 10%, Naoc 5%, Nnpc 55%) non rientra nel perimetro della transazione e rimarrà nel portafoglio Eni.
In seguito al completamento dell’operazione con Oando Plc, Eni continuerà a essere presente in Nigeria attraverso Nigerian Agip Exploration (Nae) e Agip Energy and Natural Resources (Aenr), confermando l’impegno dell’azienda per la salute e la sicurezza delle proprie persone e per l’ambiente. Eni proseguirà le attività nel paese concentrandosi sugli asset offshore operati. Eni manterrà nel proprio portafoglio anche le quote detenute negli asset operati da terzi, sia offshore che onshore, e in Nigeria Lng. L’operazione è in linea con il piano 2023-2026 di Eni. L’Upstream affiancherà la crescita organica di base con attività di portafoglio di elevato profilo, aggiungendo risorse che ne incrementino il valore, cedendo allo stesso tempo attività in grado di offrire valore e opportunità maggiori ai nuovi proprietari.
Il closing dell’operazione è soggetto, inter alia, all’autorizzazione di tutte le autorità locali e regolatorie competenti.
Lavoro, 531mila assunzioni previste dalle imprese a settembreRoma, 4 set. (askanews) – Sono 531mila i lavoratori ricercati dalle imprese (con un contratto a tempo determinato superiore a un mese o a tempo indeterminato) per il mese di settembre, 7mila in più (+1,3%) rispetto a quanto programmato un anno fa. Per l’intero trimestre settembre-novembre 2023 le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, in aumento dell’1,9% rispetto all’analogo periodo del 2022. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal.
Continua a crescere la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese che coinvolge il 48% delle assunzioni programmate, in aumento di 5 punti percentuali rispetto a dodici mesi fa, con quote comprese tra il 60% e il 70% per molte figure tecnico – ingegneristiche e di operai specializzati. Sono le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) e le piccole imprese (10-49 dipendenti) a coprire completamente l’incremento complessivo rispetto al 2022 delle assunzioni programmate (rispettivamente, con +4,4mila e +4,3mila nel mese e +11mila e +12mila nel trimestre); mentre le imprese di minore dimensione (1-9 dipendenti) prevedono per settembre un calo delle assunzioni (-3mila).
Il comparto manifatturiero nel complesso programma 99mila entrate a settembre 2023 (dato analogo rispetto a 12 mesi fa) e 275mila entrate nel trimestre (-0,2%). Tra i principali settori manifatturieri si segnalano le previsioni della meccatronica con 25mila contratti a settembre e 69,5mila nel trimestre e dalla metallurgia (20mila e 55mila, rispettivamente). Più distanziate le industrie alimentari (13mila e quasi 40mila) e quelle della moda (11mila e 33mila). Le costruzioni programmano a settembre 60,5mila assunzioni e 196mila nel periodo settembre-novembre (+3,5mila nel mese e +15mila nel trimestre).
Per le imprese dei servizi sono previsti 371mila contratti di lavoro per settembre (+1,0% rispetto a 12 mesi fa) e quasi 989mila nel trimestre (+1,3% sull’analogo periodo del 2022). Previsioni positive soprattutto per i servizi alle persone (111mila contratti nel mese e 238mila nel trimestre), grazie in particolare alle assunzioni nel settore dell’istruzione e servizi formativi privati, e trasporti e logistica (44mila e 126 mila), mentre si collocano su livelli inferiori rispetto allo stesso periodo del 2022 le previsioni di assunzione delle imprese commerciali (59mila nel mese pari a -2,2% rispetto all’anno precedente e 185mila nel trimestre pari a -0,8%) e di quelle del turismo (69mila, cioè -7,3% sul 2022 e 193mila pari a -2,2%). Il tempo determinato si conferma la forma contrattuale maggiormente proposta con 284mila unità, pari al 53,4% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (108mila), i contratti di somministrazione (57mila), gli altri contratti non alle dipendenze (32mila), i contratti di apprendistato (26mila), gli altri contratti alle dipendenze (14mila) e i contratti di collaborazione (11mila).
Le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per oltre 252mila assunzioni a settembre (il 48% del totale), confermando come causa prevalente la “mancanza di candidati” con una quota del 31,7%, mentre la “preparazione inadeguata” si attesta al 12%. I gruppi professionali con mismatch più elevato sono gli operai specializzati (64,2% la quota di entrate difficili da reperire), i conduttori di impianti fissi e mobili (53,2%) e le professioni tecniche (49,5%). In particolare, le figure più difficili da trovare sono gli attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno (74,1% e un picco dell’87,7% nel Nord Ovest), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,6%, con un massimo nel Nord Est dell’80,9%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (73,1%, al 76,7% nel Nord Ovest) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (72%, ma fino all’81,5% nel Centro). Difficili da reperire anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (67,5%, che raggiunge il 74,5% nelle regioni centrali), i tecnici in campo ingegneristico (64,2%, con un massimo di 66,5% nel Nord Est), i tecnici della salute (58,9%, al 65,6% nel Centro) e i tecnici della distribuzione commerciale (58,8%, con una punta del 68,3% nel Nord Est). Cresce il ricorso alla manodopera straniera che passa da 95mila ingressi dello scorso anno, pari al 18,2% del totale entrate, agli attuali 108mila ingressi, pari al 20,4% del totale entrate (+13mila contratti; +13,6%). A ricorrere maggiormente alla manodopera straniera sono i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 35,2% delle entrate programmate è riservato a manodopera straniera), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,7%), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (25,8%), i servizi di alloggio ristorazione e turistici (25,7%) ed infine le industrie alimentari (25,1%). A livello territoriale evidenziano maggiori difficoltà di reperimento le imprese delle regioni del Nord Est, dove il 53,4% del personale ricercato è difficile da trovare, una quota notevolmente superiore a quella registrata nel Sud e Isole (43,5%) e nel Centro (45,9%), mentre il valore nel Nord Ovest (47,4%) si mantiene vicino alla media. In particolare, per le principali regioni in termini di flusso di assunzioni emergono le seguenti quote di difficoltà di reperimento: in Lombardia 122mila contratti e difficoltà di reperimento pari a 46,5%, nel Lazio 56mila e 38,0%, per il Veneto 52mila e 54,4%, in Emilia-Romagna 49mila e 51,9% e, infine, in Campania 42mila e 41%.
Giorgetti: debito, Ue consideri Ucraina e clima. Ho mal di pancia da superbonusCernobbio (CO), 3 set. (askanews) – L’Italia vuole ridurre il suo debito pubblico ma al tempo stesso chiede all’Europa di considerare in modo diverso le spese per la transizione energetica e per il sostegno all’Ucraina. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nel suo intervento al Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio.
“L’Italia condivide la politica di riduzione del debito pubblico e condivido quanto dice il mio collega tedesco. Però non posso ignorare che in questo momento – ha detto Giorgeti – la stessa Commissione Europea ci chiede una politica di un certo tipo ad esempio sulla transizione e quindi ci sembra ragionevole considerare in modo diverso questo tipo di investimento rispetto alle spe per pensioni o stipendi pubblici. Se a livello internazionale siamo impegnati ad aiutare l’Ucraina, ci pare evidente che l’aiuto umanitario all’Ucraino va sottratto dal Patto di stabilità. Noi li autiamo e continueremo ad aiutarli ma se dovessimo ridurre le pensioni agli italiani diventa un po’ più complicato”. Tra gli altri temi toccati c’è quello del superbonus. “Pensate al superbonus e capirete perché ogni giorno a pensarci mi viene mal di pancia: non solo per gli effetti negativi su conti pubblici, ma perché ingessa la politica economia lasciano margini esigui ad altri interventi”, così Giorgetti, che sul tema ha aggiunto: “C’è l’effetto pernicioso, distorsivo, il coddetto spiazzamento, che ha su realizzazione interventi previsti da Pnrr ovvero su rafforzamento strutturale della capacità produttiva”.