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Lavoro, studio Cgia: al 2027 3 mln in pensione (12%), mancano giovani

Lavoro, studio Cgia: al 2027 3 mln in pensione (12%), mancano giovaniMilano, 2 set. (askanews) -La crisi demografica sta facendo sentire i suoi effetti sul mercato del lavoro e nei prossimi anni la rarefazione delle maestranze più giovani è destinata ad accentuarsi ulteriormente. Lo scrive l’Ufficio studi della Cgia.

Negli ultimi dieci anni è sceso di quasi un milione il numero dei giovani tra i 15 e i 34 anni. Tra il 2023 e il 2027, il mercato del lavoro richiederà poco meno di tre milioni di addetti in sostituzione delle persone destinate ad andare in pensione. A legislazione vigente, pertanto, nei prossimi 5 anni quasi il 12 per cento degli italiani lascerà definitivamente il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di età. Con sempre meno giovani pronti a sostiutuirli. E oltre ad averne pochi, il tasso di disoccupazione giovanile e l’abbandono scolastico sono elevati, soprattutto nel Mezzogiorno. Insomma, i giovani italiani sono in calo, con un livello di povertà educativa “allarmante” e lontani dal mondo del lavoro. Un responso che emerge in maniera evidente quando ci confrontiamo con gli altri paesi europei. E’ un quadro “desolante che rischiamo di pagare caro se, come sistema Paese, non torneremo ad aumentare il numero delle nascite, a investire maggiormente nella scuola, nell’università e, soprattutto, nella formazione professionale”, conclude la Cgia.

Inps, già processate 4000 domande Supporto per ex percettori Reddito

Inps, già processate 4000 domande Supporto per ex percettori RedditoRoma, 1 set. (askanews) – Oltre 4.000 domande processate per il Supporto formazione lavoro (Sfp), circa 600.000 potenziali posti nei corsi di formazione e 60.000 opportunità di lavoro. Sono questi i primi numeri della piattaforma del Sistema informativo di inclusione sociale e lavorativo, a meno di 24 ore dal suo debutto online.

Questa mattina, informa un comunicato dell’Inps, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone – alla presenza del commissario straordinario Micaela Gelera e del Direttore Generale Vincenzo Caridi – ha visitato la Direzione Generale dell’Inps e in particolare la Sala Controllo dei Sistemi Informatici per verificare l’avvio del nuovo Sistema informativoper l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL) e il conseguente caricamento delle domande per la nuova misura di Supporto alla formazione e al lavoro per gli ex percettori del reddito di cittadinanza. Il Ministro, durante l’incontro con i dirigenti e i funzionari dell’Istituto, ha espresso i propri ringraziamenti per l’impegno e la professionalità profusi al servizio dell’Italia.

Più nel dettaglio, alle ore 12.00 erano già pervenute 4.015 domande per l’Sfl, mentre sul Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativo – a cui è possibile accedere tramite il portale www.inps.it – erano già presenti 52.798 offerte formative per una platea potenziale di almeno 600.000 possibili fruitori e 25.691 annunci di lavoro per circa 60.000 opportunità di lavoro. I dati sono tutti in continuo aggiornamento e descrivono una vivacità sia dell’offerta formativa che lavorativa.

Parlamento alla ripresa, nodi salario minimo e Nadef

Parlamento alla ripresa, nodi salario minimo e NadefRoma, 1 set. (askanews) – Salario minimo e Nota di Aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef): questi i temi che il Parlamento si trova ad affrontare alla ripresa dei lavori, dopo quattro settimane di pausa estiva. Camera e Senato riapriranno i battenti lunedì e hanno di fronte una maratona fino a Natale.

Nei primi giorni di settembre le forze politiche, di maggioramza e di opposizione, metteranno a punto le rispettive strategie. Dopa la riunione di maggioranza, che si terrà mercoledì alle 18, dovrebbe essere più chiaro il quadro delle proposte che saranno portate avanti con la prossima legge di bilancio, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili. Il percorso si presenta costellato di incognite, a partire dalle regole europee per il Patto di stabilità e crescita. A metà mese è prevista una riunione dell’Ecofin dove proseguirà la discussione sulla nuova governance economica. Sembra comunque difficile arrivare ad una sintesi. Intanto a via XX settembre il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, coadiuvato dai tecnici, lavora alla Nadef che deve essere presentata in Parlamento entro il 27 settembre. Il documento, propedeutico alla legge di bilancio, disegna il perimetro di finanza pubblica entro cui gli interventi dovranno essere collocati.

Per quanto riguarda il salario minimo, dopo la sospensiva di 60 giorni votata alla Camera per la proposta di legge di Pd, M5S, Avs, Azione e +Europa e l’incontro a Palazzo Chigi con i leader delle opposizioni dell’11 agosto scorso, si è in attesa della proposta della maggioranza per contrastare il ‘lavoro povero’, per la quale è stato chiesto anche al Cnel un supporto nella fase di formulazione. A fine settembre, quando scadono i 60 giorni, si dovrebbe riprendere la discussione sul tema con due proposte sul tavolo. Intanto, Camera e Senato saranno impegnati con l’esame dei provvedimenti non chiusi ad agosto, come il rendiconto e l’assestamento di bilancio, approvati dal Senato e ora all’esame della Commissione bilancio della Camera che si riunirà martedì 5 settembre. Sempre alla Camera, la Commissione lavoro si riunirà lunedì 4 settembre per l’esame del decreto sulla tutela dei lavoratori in caso di emergenze climatiche, il cosidetto “dl caldo”. Sul provvedimento lo stesso giorno sono previste le audizioni dei sindacati. Al Senato, martedì 5 settembre la Commissione Affari costituzionali riprenderà l’esame del ddl sull’autonomia differenziata.

Il decreto asset (disposizione urgenti a tutela di utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici) è stato assegnato al Senato ma non è ancora partito l’esame in Commissione. Il provvedimento contiene la contestatissima tassa sugli extraprofitti delle banche che dovrebbe garantire 2-2,5 miliardi di euro di coperture alla manovra e che sarà con ogni probabilità rivista nel corso dell’esame parlamentare. Nel decreto, tra l’altro, anche le norme sull’aumento delle licenze dei taxi, quelle contro i rincari dei biglietti aerei e la deroga al tetto degli stipendi per la società Ponte sullo Stretto. Da esaminare anche il decreto che autorizza il Mef ad acquisire la partecipazione fino al 20% della società Netco della rete fissa di Tim, approvato in Consiglio dei Ministri il 28 agosto e pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale. Il testo deve ancora essere assegnato alle Camere.

L’Aula di Montecitorio e quella di Palazzo Madama saranno entrambe impegnate alla ripresa, martedì 5 settembre, con le ratifiche di atti imternazionali. L’assemblea della Camera ha anche già calendarizzato il question time per mercoledì 6 settembre.

Piaggio, Matteo Colaninno presidente esecutivo, Michele ceo

Piaggio, Matteo Colaninno presidente esecutivo, Michele ceoRoma, 1 set. (askanews) – Matteo Colaninno è stato nominato presidente esecutivo di Piaggio & C. “con deleghe in sostanziale continuità con quelle a lui stesso attribuitegli in precedenza” mentre Michele Colaninno, già chief executive of global strategy, product, marketing and innovation, è stato nominato amministratore delegato-chief executive officer.

E’ quanto ha decisio il Consiglio di amministrazione della società che si è riunito successivamente alla scomparsa del Presidente e Amministratore Delegato Roberto Colaninno per ridefinire la nuova governance societaria. Il Consiglio di amministrazione, si legge in una nota, ha proceduto altresì a cooptare, con deliberazione approvata dal Collegio Sindacale, Carlo Zanetti quale nuovo membro non esecutivo, mantenendo inalterato il numero dei consiglieri.

Il Cda formato da 9 componenti, di cui 5 indipendenti, risulta pertanto composto da: Matteo Colaninno (Presidente esecutivo), Michele Colaninno (Amministratore Delegato), Graziano Gianmichele Visentin (Consigliere indipendente), Rita Ciccone (Consigliere indipendente), Patrizia Albano (Consigliere indipendente), Federica Savasi, Micaela Vescia (Consigliere indipendente), Andrea Formica (Consigliere indipendente) e Carlo Zanetti. Il nuovo Consigliere rimarrà in carica fino alla prossima assemblea. La naturale scadenza del Consiglio di amministrazione in carica è prevista con l’assemblea che sarà convocata per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023. Alla data odierna, Carlo Zanetti non possiede azioni Piaggio & C.

Usa, +187.000 posti lavoro ad agosto, disoccupazione al 3,8%

Usa, +187.000 posti lavoro ad agosto, disoccupazione al 3,8%New York, 1 set. (askanews) – Rapporto sull’occupazione di agosto superiore alle stime, negli Stati Uniti. Il mese scorso sono stati creati 187.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, mentre gli analisti attendevano un aumento di 170.000 posti. Il dato di luglio è stato rivisto da 187.000 a 157.000, e quello di giugno è stato anche rivisto a 105.000.

La disoccupazione è salita al 3,8% dal 3,5% del mese scorso (non rivista). Le attese erano per un dato del 3,5%. I salari orari medi sono aumentati di 8 centesimi, lo 0,24%, a 33,82 dollari; rispetto a un anno prima, sono aumentati del 4,29%. La settimana media lavorativa è aumentata di 0,1 ore a 34,4 ore. La partecipazione della forza lavoro è stata pari al 62,8%.

Pil, Istat: confermata flessione economia italiana nel II trimestre

Pil, Istat: confermata flessione economia italiana nel II trimestreRoma, 1 set. (askanews) – La stima completa dei conti economici trimestrali “conferma la flessione dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno”, risultata pari allo 0,4%, “lievemente più accentuata rispetto alla stima preliminare”, che aveva fornito una riduzione dello 0,3%. La crescita tendenziale del secondo trimestre si attesta allo 0,4%, in flessione rispetto ai trimestri precedenti, con “una revisione anche in questo caso al ribasso rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita dello 0,6%”. Lo ha reso noto l’Istat.

A determinare la flessione del Pil è stata soprattutto la domanda interna, incluse le scorte, mentre quella estera ha fornito un contributo nullo. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato anch’esso nullo, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche sia quello degli investimenti è risultato negativo. Positivo il contributo delle scorte, per 0,3 punti percentuali. Le ore lavorate hanno subìto una flessione dello 0,5%, le posizioni lavorative dello 0,1% e le unità di lavoro si sono contratte dello 0,3%. Sono risultati in crescita dello 0,8% i redditi pro-capite.

Pil, Istat rivede al ribasso le stime: nel II trimestre -0,4%

Pil, Istat rivede al ribasso le stime: nel II trimestre -0,4%Roma, 1 set. (askanews) – Nel secondo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente ed è cresciuto dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre del 2022. Lo ha reso noto l’Istat limando al ribasso le stime diffuse lo scorso 31 luglio che vedevano una riduzione congiunturale dello 0,3% e una crescita tendenziale dello 0,6%. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,7%.

Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione, con un calo dello 0,3% dei consumi finali nazionali e dell’1,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono anch’esse diminuite, entrambe in misura pari allo 0,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,7 punti percentuali alla variazione del Pil: nullo il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, -0,4 quello degli investimenti fissi lordi e -0,3 quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche. Per contro, la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil per 0,3 punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta è risultato nullo.

Si registrano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, con agricoltura, industria e servizi diminuiti rispettivamente dell’1,3%, dell’1,4% e dello 0,1%. Nel secondo trimestre, il Pil è cresciuto in termini congiunturali dello 0,6% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia ed è rimasto stabile in Germania. In termini tendenziali, si è registrata una crescita del 2,6% negli Stati Uniti e dello 0,9% in Francia, mentre si registra una diminuzione dello 0,1% in Germania. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area Euro è cresciuto dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% nel confronto con il secondo trimestre del 2022.

“La stima completa dei conti economici trimestrali – è il commento dell’Istat – conferma la flessione dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno, risultata pari allo 0,4%, lievemente più accentuata rispetto alla stima preliminare, che aveva fornito una riduzione dello 0,3%. La crescita tendenziale del secondo trimestre si attesta allo 0,4%, in flessione rispetto ai trimestri precedenti, con una revisione anche in questo caso al ribasso rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita dello 0,6%”. A determinare la flessione del Pil “è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera ha fornito un contributo nullo. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato anch’esso nullo, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche sia quello degli investimenti è risultato negativo. Positivo il contributo delle scorte, per 0,3 punti percentuali. Le ore lavorate hanno subìto una flessione dello 0,5%, le posizioni lavorative dello 0,1% e le unità di lavoro si sono contratte dello 0,3%. Sono risultati in crescita dello 0,8% i redditi pro-capite”.

Bce, Consiglio luglio: incertezza su inflazione e rischi su economia

Bce, Consiglio luglio: incertezza su inflazione e rischi su economiaRoma, 31 ago. (askanews) – A fine luglio i banchieri centrali dell’eurozona vedevano persistenti rischi sull’alta inflazione assieme a segni di possibili “sorprese negative” dall’economia e, contestualmente al rialzo dei tassi operato, hanno deciso di non fornire alcuna indicazione, né di ulteriori rialzi, né di pause, né di un eventuale raggiungimento del picco dei tassi in vista della riunione di settembre. E’ quanto emerge dai verbali del Consiglio Bce del 26 e 27 luglio, pubblicati oggi dall’istituzione monetaria, che mettono in rilievo una lunga analisi e dibattito sulle prospettive di inflazione e economiche tra i banchieri centrali dell’eurozona. Le prospettive di inflazione restano “altamente incerte”, secondo il direttorio Bce, con rischi sia al ribasso che al rialzo.

Alla fine, alla riunione tutti hanno appoggiato la proposta di alzare i tassi di interesse di altri 25 punti base, sebbene “inizialmente fosse stata espressa la preferenza (da un numero imprecisato di componenti-ndr) per non alzare i tassi, alla luce del rischio di una trasmissione più forte del previsto” dell’inasprimento monetario già operato. Al tempo stesso, riporta il documento, ha prevalso l’accordo sul fatto che per la riunione di settembre il Consiglio non dovesse “né indicare un ulteriore aumento dei tassi, né segnalare una pausa o che ha raggiunto il picco dei tassi. È stato sottolineato che qualunque ulteriore inasprimento dovrebbe essere deciso volta per volta sulla base dei dati e in base a un approccio di gestione del rischio attentamente soppesata”. Dal resoconto si evince che permangono due linee, quella di chi vorrebbe un approccio intransigente (solitamente bollati come “falchi”), che finora ha prevalso, e coloro che invece vorrebbero orientarsi a un approccio più prudente (le “colombe”), temendo di danneggiare troppo l’economia.

Da un lato, riportano ancora i verbali “è stato sottolineato che un ulteriore rialzo a settembre si renderebbe necessario se non ci fossero prove convincenti che gli effetti dell’inasprimento cumulato siano abbastanza forti da far calare l’inflazione in un modo consistente con un tempestivo ritorno all’obiettivo del 2%”. Dall’altro “è stato sostenuto che è piuttosto probabile che le previsioni dei tecnici della Bce di settembre rivedano la dinamica di inflazione sufficientemente al ribasso verso il 2%, senza la necessità di ulteriori rialzi dei tassi a settembre”, riferisce ancora il resoconto. Alla luce dell’elevata incertezza “è stata però espressa cautela sul accordare eccessiva importanza” sia alle previsioni che allo stesso Consiglio di settembre.

I banchieri centrali hanno concordato con l’analisi del capo economista, Philip Lane, secondo cui le prospettive di crescita economica per l’area euro “si sono deteriorate, ampiamente a causa della debolezza della domanda interna. L’alta inflazione e ulteriori inasprimenti delle condizioni di finanziamento stanno frenando la spesa”, prosegue il documento. “Ci si attende che l’economia resti debole nel breve termine. Più avanti, il calo dell’inflazione, il rialzo dei redditi e il miglioramento delle condizioni di approvvigionamento dovrebbero supportare l’economia”. Ma il documento rileva come vi sia stata “ampia convergenza” tra i banchieri centrali sulla valutazione che vi siano “segni di una possibile sorpresa negativa sull’attività economica” rispetto alle previsioni di giugno e che questo rappresenti “una novità importante”.

Sull’inflazione i banchieri centrali vedono rischi in entrambe le direzioni. Al rialzo da eventuali rinnovate pressioni sui costi di energia e alimentari, per gli effetti delle condizioni meteorologiche sulle forniture di alimentari. E un ulteriore rischio è dovuto alla possibilità che le attese di inflazione restino al di sopra dell’obiettivo della Bce più a lungo del previsto, se salari o margini di redditività delle imprese risultassero più alti delle attese. All’opposto le possibilità (“rischi”) di una inflazione più debole potrebbero derivare da una trasmissione più forte del previsto della stretta monetaria e da cali più rapidi delle attese di energie alimentari. “È stata anche espressa la valutazione che la combinazione del non avere sorprese negative sull’inflazione e prospettive di crescita più basse del previsto implichi che i rischi inflazionistici siano diventati più bilanciati”, aggiunge il documento. Alla stessa riunione è stato però anche osservato che l’area euro potrebbe finire in “stagflazione”, ossia bassa crescita economica accompagnata da persistente alta inflazione, scenario più negativo per la politica monetaria di un semplice rallentamento dell’economia (soft landing). Oggi Eurostat ha riportato una dinamica stabile dell’inflazione media dell’eurozona al 5,3% ad agosto, assieme ad una attenuazione dell’inflazione di fondo (l’indice depurato da energia, alimentari e tabacchi) sempre al 5,3% (dal 5,5% di luglio), comunque più del doppio del target Bce. Al tempo stesso l’istituto di statistica comunitario ha riferito che pur restando stabile il tasso di disoccupazione, al 6,4% a luglio nell’eurozona, il numero totale di disoccupati in un mese è cresciuto di 73.000 persone.

Giorgetti incontra Ministro Finanze ucraino Marchenko

Giorgetti incontra Ministro Finanze ucraino MarchenkoRoma, 31 ago. (askanews) – Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha incontrato oggi in videocollegamento il Ministro delle Finanze dell’Ucraina, Serhiy Marchenko. E’ quanto informa una nota del Mef.

Nel corso del colloquio sono stati toccati numerosi argomenti, in particolare il futuro dell’Ucraina. Giorgetti ha ricordato, tra le altre cose, il ruolo dell’Italia, primo Paese a contribuire con la cifra più alta (100 milioni di euro) al fondo con la Bei in supporto dell’Ucraina. Il Ministro dell’Economia ha anche sottolineato il ruolo cruciale della Bei per la ricostruzione. L’incontro è stato anche occasione per ribadire la proposta italiana di escludere le spese per l’Ucraina dal computo del debito in vista della riforma del patto di stabilità.

Brandizzo, Landini (Cgil): da domani scioperi nazionali e territoriali

Brandizzo, Landini (Cgil): da domani scioperi nazionali e territorialiRoma, 31 ago. (askanews) – “L’indignazione e il cordoglio non bastano più, è il momento di agire. Questa strage va bloccata immediatamente: domani si fermeranno per quattro ore, per uno sciopero nazionale, i dipendenti della società Rfi, addetti alla gestione e esecuzione della manutenzione alle infrastrutture. Altri due scioperi sono previsti per lunedì a Vercelli e in Piemonte”. E’ quanto annuncia in una nota il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in merito all’incidente ferroviario accaduto la notte scorsa nella tratta ferroviaria tra Brandizzo e Chivasso nel quale sono morti cinque operai e tre sono rimasti feriti.

“Tanta è la rabbia – dice – da tempo denunciamo il grave tema, mai risolto, delle procedure di sicurezza relative alle fasi di manutenzione della rete ferroviaria. Troppe tragedie sul lavoro sono determinate dalla volontà di abbassare i sistemi di sicurezza per accelerare i tempi e risparmiare sul lavoro. Negli ultimi anni decine di lavoratori hanno già perso la vita in simili eventi. È il momento di dire basta: basta morti sul lavoro, è necessario e non più rinviabile un atto di responsabilità del Governo e delle istituzioni per cancellare le morti sul lavoro e gli infortuni”. Alle cinque famiglie che “stanno piangendo i loro cari che non torneranno più a casa – aggiunge – va la solidarietà e la vicinanza di tutta la Cgil. Alla magistratura ora il lavoro di accertare la dinamica dell’incidente e di individuare le diverse responsabilità”.