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Imprese, Sabatini(Abi): per crescita più ricorso mercato capitali

Imprese, Sabatini(Abi): per crescita più ricorso mercato capitaliRoma, 4 giu. (askanews) – In Italia esiste il problema della crescita dimensionale delle imprese e del riequilibrio della loro struttura finanziaria. Un maggior ricorso al mercato dei capitali riduce la loro rischiosità generando un impatto immediato in termini di miglioramento del rating. Questi i messaggi del direttore genedell’Abi, Giovanni Sabatini, nel suo intervento al Festival dell’economia in corso a Torino.

“Un’equilibrata composizione delle fonti di finanziamento delle imprese può contribuire a favorire un’accelerazione del potenziale di crescita delle imprese. L’utilizzo di capitale azionario, data la natura di lungo periodo – ha spiegato Sabatini – consente ad esempio di sostenere investimenti e piani di sviluppo a lungo termine, che riguardano anche attività immateriali, come ad esempio quelle in R&S o innovazione, fondamentali per aumentare la competitività sui mercati e per migliorare la produttività”. Un maggior ricorso al mercato dei capitali, ha quindi precisato il direttore dell’Abi “riduce il grado di leva finanziaria delle aziende e quindi la loro rischiosità, generando un impatto immediato in termini di miglioramento del rating aziendale. Ciò si riflette positivamente sulla capacità di ottenere più credito e a migliori condizioni, elementi che innescano un circolo virtuoso per cui migliori rating delle aziende riducono la pressione sul capitale regolamentare delle banche, allargando gli spazi di manovra a sostegno dell’economia”.

Coldiretti: scatta rientro dal ponte, 15 mln di italiani in viaggio

Coldiretti: scatta rientro dal ponte, 15 mln di italiani in viaggioRoma, 4 giu. (askanews) – Scatta il rientro per i 15 milioni di italiani che hanno approfittato del ponte del 2 giugno per trascorre almeno qualche giorno di vacanza. E’ quanto afferma la Coldiretti nel tracciare un bilancio della Festa della Repubblica che ha visto quasi un cittadino su 3 (30%) mettersi in viaggio per raggiungere le località di villeggiatura. Le mete più gettonate – sottolinea la Coldiretti – sono state quelle lungo la Penisola che hanno consentito di ottimizzare il tempo limitato a disposizione, con la quasi totalità dei vacanzieri che ha scelto una destinazione nazionale. Tra quelle preferite – rileva Coldiretti -, ha vinto il mare davanti alle città d’arte, seguite dalla montagna e della campagna con il boom dei piccoli borghi.

L’alloggio più gettonato sono risultate – rileva Coldiretti – le abitazioni di proprietà ma anche quelle di parenti ed amici, grazie al ritorno della convivialità dopo gli anni delle restrizioni alla socialità. A seguire ci sono alberghi, bed and breakfast e agriturismi, dove sono cinquecentomila gli ospiti che secondo Terranostra hanno scelto di trascorrere la ricorrenza all’insegna della natura e della buona tavola. Non a caso l’alimentazione, anche a causa del tempo incerto, si è classificata come la principale voce di spesa degli italiani in viaggio per un importo stimato in oltre 2 miliardi di euro per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o acquistare souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese che si moltiplicano con l’avvicinarsi della stagione estiva.

L’enogastronomia – sottolinea la Coldiretti – è diventata un elemento qualificante della vacanza lungo la Penisola che può contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni – conclude Coldiretti – i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino o dell’olio.

Pnrr, Ue: scambi costruttivi con Italia su terza rata

Pnrr, Ue: scambi costruttivi con Italia su terza rataRoma, 3 giu. (askanews) – “Il lavoro per il pagamento della terza rata del Pnrr sta andando avanti. Sono in corso scambi costruttivi con le autorità italiane, che forniscono ulteriori informazioni quando vengono richieste”. Lo ha affermato un portavoce della Commissione europea.

“Comunicheremo la conclusione delle nostre valutazioni non appena saranno completate. Prendere tempo aggiuntivo oltre la scadenza indicativa – ha aggiunto – non è inusuale. Lo stesso è avvenuto per il pagamento chiesto da Lussemburgo, Romania e Slovacchia”.

Pnrr, Mirabelli: giustificato eliminare il controllo concomitante

Pnrr, Mirabelli: giustificato eliminare il controllo concomitanteRoma, 3 giu. (askanews) – “E’ giustificato, in questo caso, eliminare il controllo concomitante per rendere più snella la procedura, in un momento in cui ci sono tempi ristrettissimi per l’esecuzione dei lavori previsti dal piano”. Lo ha affermato il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, in un’intervista al Tg2, sulla questione delle modifiche del Governo al controllo concomitante della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr, vicenda che ha visto anche una contrapposizione tra il governo e la Commissione europea, poi rientrata.

Mirabelli ha spiegato che il cosiddetto ‘controllo concomitante’, che è stato eliminato per le spese del Pnrr con un emendamento del governo al dl P.a., è “il controllo che la Corte dei Conti può fare, secondo quanto prevede la legge, mentre l’amministrazione svolge la sua attività. Questo non esclude il controllo successivo che verifica il corretto funzionamento della pubblica amministrazione”. Il Presidente emerito della Corte Costituzione, sui possibili rischi legati alle modifiche introdotte dal governo per l’attuazione del Pnrr, ha aggiunto: “Viene meno il controllo concomitante che può ritardare lo svolgimento delle attività, se non altro per le interlocuzioni che l’amministrazione deve avere con la Corte dei Conti, ma rimane il controllo successivo e, quindi, la verifica della correttezza dell’andamento dell’amministrazione”.

Mirabelli ha poi concluso: “Riterrei che è giustificato, in questo caso, eliminare il controllo concomitante per rendere più snella la procedura, in un momento in cui ci sono tempi ristrettissimi per l’esecuzione dei lavori previsti dal piano”.

Visco: la politica monetaria della Bce è corretta, ma io sarei stato più graduale

Visco: la politica monetaria della Bce è corretta, ma io sarei stato più gradualeTorino, 3 giu. (askanews) – La politica monetaria della Bce “è sicuramente quella corretta in questo momento, anche se forse io avrei spinto per una gradualità maggiore”, lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso di un dibattito al Festival dell’economia di Torino. Visco ha anche sottolineato però un altro aspetto: “Non lasciare la politica monetaria operare da sola”. Bisogna accompagnarla, ha detto, con “una politica di bilancio accorta e responsabilità delle parti sociali”.

Con l’inflazione, ha spiegato, “in questo momento siamo sotto il 6% a livello europeo, stiamo andando nella direzione” del target del 2%, “bisogna essere sicuri che non riparta, io credo anche evitando che poi ci sia un effetto recessivo sull’economia reale, legato a una stretta troppo forte. Continuo a dire però di non lasciare la politica monetaria operare da sola”. “Che succede ora che il prezzo dell’energia scende così rapidamente al trasferimento sui prezzi dei prodotti finale? Io – ha detto – mi aspetto che si raffreddi anche quell’aumento, cioè l’inflazione di fondo dovrebbe riflettere questa riduzione del costo dell’energia: se questo avviene la politica monetaria è sicuramente quella corretta in questo momento, anche se forse io avrei spinto per una gradualità maggiore, ma è quella corretta per garantire il rientro sull’obiettivo di stabilità di prezzi”.

Sull’adeguamento dei salari Visco ha spiegato qual è il percorso corretto: “Quando si dice ‘c’è quello shock e non devi accomodarlo’ non è perchè noi vogliamo far cadere i salari, ma perché i salari devono crescere con la crescita dell’economia. Quindi dobbiamo puntare a far crescere l’ecomomia, ma se invece si mettesse in moto una rincorsa prezzi-salari questo sarebbe illusoria, come lo fu da noi negli anni 70 quella rincorsa”.

Rifiuti, Mase: in GU il decreto sul Registro per la tracciabilità

Rifiuti, Mase: in GU il decreto sul Registro per la tracciabilitàRoma, 3 giu. (askanews) – È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto interministeriale sul nuovo Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRi). Oltre ad assicurare l’attività di controllo sui rifiuti, il nuovo sistema intende mettere a disposizione di imprese e settore pubblico dati, servizi e informazioni per promuovere l’economia circolare e il recupero di materia. E’ quanto informa una nota del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase).

“L’obiettivo – spiega il Ministro Gilberto Pichetto Fratin – è quello di garantire un sistema efficiente per nuove catene di approvvigionamento delle materie prime da riciclo. Serve un tracciamento efficace che, anche attraverso procedure digitali e nuove tecnologie, semplifichi gli adempimenti delle imprese: ed è questa la sfida del nuovo Registro”. “Innoviamo e semplifichiamo, superando un modello obsoleto per migliorare il sistema e renderlo più efficiente ai fini degli obiettivi di economia circolare e rispetto all’attività degli operatori – ha precisato il Viceministro Vannia Gava -. Il tutto prevedendo la giusta gradualità temporale, approccio che riteniamo fondamentale per una transizione reale e pragmatica”.

Il RENTRi è gestito dal MASE con il supporto tecnico-operativo dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali e del sistema delle Camere di Commercio per la gestione del sistema informativo centrale. Il provvedimento, rientrante nelle azioni della Strategia Nazionale per l’Economia circolare, riforma abilitante del PNRR, entra in vigore dal 15 giugno e prevede un ampio periodo transitorio. I soggetti obbligati potranno aderire al Registro in un arco temporale che va dai 18 ai 30 mesi, a seconda delle dimensioni delle aziende. Anche le tariffe di iscrizione variano a seconda della grandezza delle imprese: dai cento euro ai quindici per il contributo del primo anno, mentre per i successivi si va dai sessanta ai dieci. Nel decreto interministeriale sono introdotti nuovi modelli di formulario di identificazione del rifiuto e dei registri cronologici di carico e scarico, che saranno vigenti a partire dal 15 dicembre 2024.

Si prevedono anche modalità di adempimento più semplici rispetto al passato, con la possibilità che i formulari digitali possano essere esibiti durante il trasporto anche su dispositivi mobili. Il periodo transitorio servirà a tarare al meglio le istruzioni operative per la gestione della piattaforma: sia in forma diretta, tramite gli applicativi che saranno resi disponibili alle aziende, sia in interoperabilità con i principali software gestionali di mercato.

Il viceministro dell’economia: “Nessuno pensa di tagliar fuori la magistratura contabile dal Pnrr”

Il viceministro dell’economia: “Nessuno pensa di tagliar fuori la magistratura contabile dal Pnrr”Roma, 3 giu. (askanews) – Maurizio Leo (FdI), viceministro dell’Economia, sdrammatizza le polemiche sul ruolo della Corte dei conti nel Piano nazionale di ripresa. “Nessuno pensa di tagliar fuori la magistratura contabile dal Pnrr – dice in un’intervista al Corriere della sera -. Si tratta solo di prevedere controlli compatibili con il massimo dell’efficienza possibile”.

Il governatore Ignazio Visco critica l’idea di ridurre la progressività delle imposte e della flat tax. Che ne pensa? “Ma la riforma fiscale non fa venir meno la progressività. Avremo un sistema più semplice – spiega -. Vogliamo evolvere verso una progressività basata sulla combinazione tra area esente, deduzioni, detrazioni e minori aliquote e scaglioni Irpef. Dopodiché, nel Rapporto sul coordinamento della spesa pubblica 2023 della Corte dei Conti c’è un’affermazione che dovrebbe far riflettere: si dice che se un’imposta progressiva si dimostra ‘molto difettosa’ – sfido chiunque a dire che l’Irpef oggi non lo sia – allora potrebbe essere meglio attenuare. “Non vogliamo tagliare il welfare, ma la sua parte improduttiva. Il fisco deve fare la sua parte e la può fare anche con la riduzione degli scaglioni Irpef e delle aliquote. Ma anche il welfare dovrà fare la sua parte, per scongiurare la crescita senza fine delle risorse necessarie”, avverte il viceministro.

“Mai pensato a una riforma in deficit. Molti interventi non comportano costi: vale, ad esempio, per le moltissime semplificazioni. Vale per l’accertamento, il contenzioso, la riscossione”. I conti del taglio del cuneo fiscale ? “Il taglio di 7 punti di cuneo fiscale costa 11,4 miliardi di indebitamento netto per l’anno in corso, ai quali si aggiungono circa 315 milioni sul 2024. Ma determina un aumento dell’imponibile” “Quel che ha detto il presidente del Consiglio è chiaro. Chi non lo vuole chiamare ‘pizzo’ lo chiami in un altro modo, la sostanza non cambia – spiega Leo -. Abbiamo un sistema che al peso di una tassazione tra le più esose al mondo unisce una serie infinita di adempimenti. Sono costi indiretti della burocrazia, una sorta di fiscalità occulta, ancora più opprimenti per i soggetti più piccoli. Anche qui vogliamo cambiare volto al sistema. Lo stesso vogliamo fare nel contrasto all’evasione, che resta uno dei punti chiave della riforma fiscale”. Ma definire le tasse come “pizzo” non suona come un incoraggiamento alla fedeltà fiscale…”L’imposta va pagata, su questo non ci piove. Giorgia Meloni si riferiva soprattutto all’aspetto sanzionatorio, che ormai è spropositato. E in quel caso il termine è appropriato. Pensi che sull’Iva si arrivano a pagare sanzioni fra il 120% e il 240% della somma dovuta. La stessa Corte costituzionale ha detto che il sistema sanzionatorio va rivisto, perché non è più proporzionale”.

Fisco, Cgia Mestre: 8 giugno il tax freedom day

Fisco, Cgia Mestre: 8 giugno il tax freedom dayRoma, 3 giu. (askanews) – Questo weekend è l’ultimo dell’anno nel quale lavoriamo per il fisco. In linea puramente teorica, infatti, mercoledì prossimo, i contribuenti italiani terminano di lavorare per destinare il reddito al pagamento di tasse, imposte, tributi e contributi sociali necessari per far funzionare le scuole, gli ospedali, i trasporti, per pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici, le pensioni, etc. Giovedì 8 giugno, pertanto, festeggiamo il “giorno di liberazione fiscale”. E’ quanto riporta uno studio della Cgia di Mestre.

In altre parole, spiega il comunicato della Cgia, se dall’inizio di gennaio al 7 giugno abbiamo lavorato per onorare le richieste del fisco, dal giorno successivo e fino al prossimo 31 dicembre, invece, lo facciamo per noi stessi e per le nostre famiglie. Da questo caso di scuola messo a punto dall’Ufficio studi della Cgia, emerge che per l’anno in corso sono stati necessari ben 158 giorni di lavoro (sabati e domeniche inclusi) per adempiere a tutti i versamenti fiscali previsti quest’anno (Irpef, Imu, Iva, Irap, Ires, addizionali varie, contributi previdenziali/assicurativi, etc.). Rispetto al 2022, il tax freedom day di quest’anno “cade” un giorno prima. Nel 2022, allorché la pressione fiscale ha raggiunto il record storico del 43,5 per cento e, di conseguenza, il “giorno di liberazione fiscale” è “scoccato” il 9 giugno. E’ corretto segnalare che il picco record di pressione fiscale toccato l’anno scorso non è ascrivibile ad un aumento del prelievo imposto a famiglie e imprese, ma da una serie di altri fattori che si sono concentrati nel 2022. In particolar modo: dall’impennata del costo dei prodotti energetici importati e dal deciso aumento dell’inflazione che hanno spinto all’insù il gettito dell’Iva. Inoltre i vari bonus edilizi non sono stati classificati come riduzione delle tasse ma come maggiore spesa pubblica.

Nel 2022 solo la Francia e il Belgio hanno registrato un peso fiscale superiore al nostro. Se a Parigi la pressione fiscale era al 47,7 per cento del Pil, a Bruxelles si è attestata al 45,1 per cento. In Italia invece, ha toccato la soglia record del 43,5 per cento. A giugno i contribuenti dovranno affrontare quallo che la Cgia di Mestre giudica un ‘ingorgo fiscale’ con 115 scadenze, mediamente 4 al giorno.

Bonomi: la Ue adotti una politica industriale comune

Bonomi: la Ue adotti una politica industriale comuneMilano, 2 giu. (askanews) – “Abbiamo richiamato l’attenzione sulla necessità che l’Europa adotti una politica industriale comune e abbandoni l’impostazione dirigista assunta su alcuni provvedimenti, come quello sull’automotive e sul packaging”. Questo il commento del presidente di Confindustria Carlo Bonomi in occasione del Copres Business Europe in corso a Madrid. L’associazione delle industrie europee, composta da 40 federazioni industriali europee, si è riunita in Spagna su invito della CEOE, la Confederazione degli imprenditori spagnoli, in vista dell’assunzione della Presidenza di turno dell’Ue da parte del governo iberico.

“Tutti i Paesi sono pienamente concordi sul principio della neutralità tecnologica per affrontare le transizioni in atto – ha chiarito Bonomi. Inoltre, in vista delle elezioni europee del 2024 gli industriali europei ritengono necessario che l’Ue si posizioni come continente industriale, che governi adeguatamente e nei tempi corretti le transizioni ambientali e digitali e che si impegni verso una maggiore autonomia sulle materie prime e sulle tecnologie chiave, tra cui le terre rare, i semiconduttori e i pannelli solari, l’intelligenza artificiale. È fondamentale – ha aggiunto il leader degli industriali italiani – consentire un approvvigionamento energetico a prezzi competitivi e, in questo senso, l’UE deve dotarsi di un mercato dell’elettricità con investimenti a lungo termine perché su queste sfide si giocherà il futuro del nostro manifatturiero”. Tra i temi al centro della riunione tra le Confindustrie europee anche il nuovo Patto di Stabilità e Crescita che, secondo Carlo Bonomi “è cruciale che salvaguardi e favorisca gli investimenti”.

2 Giugno, Urso da Washington: Italia Paese forte e affidabile

2 Giugno, Urso da Washington: Italia Paese forte e affidabileNew York, 2 giu. (askanews) – “L’Italia è un Paese forte, affidabile, che si assume le proprie responsabilità ed assolve ai propri doveri, in Europa, nei Balcani, nel Mediterraneo, in Africa, nel grande Medio Oriente”, ha detto il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo alla celebrazione della Festa della Repubblica presso l’ambasciata italiana a Washington, alla presenza oltre mille esponenti del mondo imprenditoriale e politico statunitense e italiano.

Urso ha elencato poi gli strumenti che provano tale affidabilità: “la politica, la diplomazia, promuovendo lo sviluppo economico e lo Stato di diritto, la nostra cultura e la nostra lingua, espressione di valori universali, dei valori e dei diritti della persona” Il ministro ha voluto ricordare particolarmente le Forze Armate, soprattutto quelle schierate in Kosovo, per evitare che la situazione degeneri. “A loro, ai nostri militari feriti, giunga in questo giorno da Washington il saluto e la riconoscenza della Comunità nazionale”, ha detto Urso strappando l’applauso dei presenti.

Un altro applauso è stato riservato all’Ucraina. Il ministro ha ricordato di essere stato a Kiev due volte “per sostenere la battaglia del popolo ucraino per la liberta e l’indipendenza del loro Paese”, definito dal ministro la “nuova frontiera dell’Occidente”, mentre arrivano proposte di integrazione di Kiev nella Nato e nell’Unione europea.