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Superbonus, Governo: ferma determinazione per una soluzione

Superbonus, Governo: ferma determinazione per una soluzioneRoma, 20 feb. (askanews) – Il Governo conferma la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi, al termine dell’incontro delle associazioni di categorie del settore edile sul Superbonus.
“Al termine degli incontri svolti a Palazzo Chigi – si legge -, sentito il Presidente Giorgia Meloni, il Ministro Giancarlo Giorgetti conferma, unitamente al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al ministro Gilberto Pichetto Fratin e agli altri esponenti di Governo presenti, la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi. Partendo dal decreto legge approvato lo scorso 16 febbraio, il Governo ribadisce il suo impegno a trovare le soluzioni più adeguate per quelle imprese del settore edilizio che hanno agito correttamente nel rispetto delle norme. Tale situazione, che l’Esecutivo Meloni ha ereditato riguardante i cosiddetti ‘crediti incagliati’ (cioè i crediti maturati e che il sistema bancario ha difficoltà ad assorbire) verrà esaminata al più presto in un tavolo tecnico al quale saranno presenti i rappresentanti delle associazioni di categoria oggi intervenuti”.
“Nel tavolo tecnico saranno individuate norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto legge a quello attuale – prosegue -, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post-sisma. Il Governo ribadisce, come già illustrato al termine del Consiglio dei Ministri, la permanenza dei bonus per l’edilizia nella forma delle consuete detrazioni d’imposta dalla dichiarazione dei redditi”.
Sen-Fgl

Trasporto aereo, Air France-KLM punta sui carburanti sostenibili

Trasporto aereo, Air France-KLM punta sui carburanti sostenibiliMilano, 20 feb. (askanews) – Il settore del trasporto aereo è chiamato sempre più a ragionare in termini di sostenibilità e una delle strade che stanno venendo intraprese è quella dei carburanti sostenibili, SAF, sustainable aviation fuel. Una scelta che viene portata avanti da Air France-KLM, anche attraverso uno specifico programma denominato SAF Corporate.
“Essendo un player globale – ha detto ad askanews Fabio Andaloro, direttore vendite di Air France-KLM Italia – noi abbiamo deciso di sostenere e affidarci a dei partner esterni per lo sviluppo e la produzione del SAF. Quindi oggi cerchiamo di convincere le nostre aziende ad aderire a questo programma. Per noi è di vitale importanza, perché nei prossimi 20, 30 0 40 anni il viaggio in aereo dovrà necessariamente essere sostenibile ed eco-responsabile”.
Attualmente il trasporto aereo è responsabile del 2-3% delle emissioni complessive, dato che però sarebbe previsto in crescita nei prossimi decenni. Il SAF, secondo gli studi, è in grado di ridurre le emissioni di CO2 in media dell’80% e non richiede alcuna modifica ai motori degli aeromobili.
“Il sentimento che abbiamo oggi – ci ha spiegato Cristina Lazzaroni, Sustainability Coordinator East Mediterranean di Air France- KLM – è che il trasporto aereo è considerato un grande inquinante e quindi in primo luogo dobbiamo fare capire che c’è la possibilità di ridurre le emissioni e di viaggiare in modo più responsabile”.
In questo senso il gruppo ha individuato due azioni fondamentali: “Una è sicuramente il rinnovo della flotta – ha aggiunto Andaloro – che è di vitale importanza ed è uno dei punti nei quali possiamo raggiungere una riduzione del 25-30% delle emissioni di CO2. Il secondo punto è lavorare sulla produzione del SAF”.
E molte aziende, soprattutto italiane, hanno deciso di sposare la scelta di cambiamento per puntare su una sempre maggiore sostenibilità. “Il SAF Corporate – ha concluso Lazzaroni – è un programma che noi proponiamo alle aziende che vogliono acquistare congiuntamente ad Air France Klm delle tonnellate di SAF. Si rendiconta a fine anno il loro volato, il carburante che è stato consumato per i viaggi d’affari a esse collegate, si va a misurare anche l’impatto delle tonnellate di CO2 emesse e si va a calcolare quanta riduzione è stata fatta grazie all’acquisto che loro hanno fatto di SAF”.
Nel 2022 il programma di Air France-KLM ha coinvolto una ventina di aziende, nel 2023 le prospettive sono di una significativa crescita delle adesioni. In uno scenario che vede anche le grandi compagnie aeree farsi attori su vasta scala del concetto di eco-responsabilità.

Speck Alto Adige Igp: lieve aumento produzione 2022, sale quota Igp

Speck Alto Adige Igp: lieve aumento produzione 2022, sale quota IgpMilano, 20 feb. (askanews) – Lo Speck Alto Adige Igp nel 2022 registra un lieve incremento della produzione. Lo scorso anno, infatti, sono state contrassegnate con il marchio di qualità Speck Alto Adige Igp 2.883.777 baffe, pari al 46,5% della produzione complessiva dei membri del Consorzio, con una crescita dello 0,08% rispetto al 2021. Sempre nel 2022, la quota Igp ha registrato un incremento di tre punti percentuali, il più alto di sempre. Un bilancio quelle del 2022 positivo secondo il Consorzio che ha spento le sue prime 30 candeline
È l’Italia a riconfermarsi consumatrice numero uno di Speck Alto Adige Igp, con un dato di vendita del 68,8% e una preponderanza in Alto Adige e nel settentrione in generale. Tuttavia, da qualche anno, la richiesta sta aumentando costantemente anche nelle regioni centrali e meridionali. Anche il dato di esportazione è significativo, dimostrando che ancora una volta lo Speck Alto Adige Igp è uno dei salumi più amati fuori dall’Italia. È il 31,2% di tutta la produzione a essere soggetto a export, in particolare in Germania (24,7%), principale acquirente, e poi negli Stati Uniti (2,7%), in Francia (1,7%), in Austria (0,6%) e in Svizzera (0,7%). Crescono le attività di export anche in mercati finora debolmente esplorati, come la Polonia, la Svezia e il Canada.
La grande distribuzione organizzata si conferma il canale di vendita preferenziale (67%), seguita da discount (21,5%), punti vendita al dettaglio (1,7%) e grossisti (3,2%). Menzione d’onore alla ristorazione, che con un 5,4% dimostra una ripresa significativa dopo due anni difficili. Conferma anche per la modalità prediletta degli italiani nell’acquisto e consumo: la confezione pre-affettata da 100 grammi resta anche nel 2022 la più venduta. E se consumarlo in purezza con una fetta di pane resta la modalità preferita, la sperimentazione è comunque ben accetta grazie alla versatilità del prodotto. Crescono, infatti, richiesta e consumo dei prodotti compositi, che nascono dalla grande popolarità acquisita dallo Speck Alto Adige Igp negli ultimi anni. Basti pensare che nel 2022, il Consorzio vantava 37 contratti attivi con aziende europee e l’obiettivo del 2023 è sicuramente quello di ampliare ancora di più l’offerta per il consumatore finale.
“Il 2022 è stato un anno straordinario per lo Speck Alto Adige Igp. Non solo perché il consorzio che lo tutela ha festeggiato 30 anni – ha detto il presidente del Consorzio tutela Speck Alto Adige, Paul Recla, al suo secondo anno di mandato – ma anche perché sono stati raggiunti, in termini di business e comunicazione, risultati davvero importanti, che ci permettono di pensare a un futuro ancora più roseo. Naturalmente, al primo posto ci sono sempre qualità e rispetto per la tradizione, due aspetti che ci danno la certezza di offrire un prodotto buono e sano, oltre che unico nel suo genere”.

Ita Airways, operativo l’Airbus A320neo con livrea azzurra

Ita Airways, operativo l’Airbus A320neo con livrea azzurraRoma, 20 feb. (askanews) – L’Airbus A320neo con nuova livrea azzurra Ita Airways ha effettuato oggi il suo primo volo commerciale: l’AZ 1781 è partito da Roma Fiumicino alle 13:20 ora locale per atterrare all’aeroporto Punta Raisi di Palermo.
L’Airbus A320neo è dedicato a Francesco Moser, straordinario ciclista italiano degli anni Settanta e Ottanta, e sfoggia dettagli unici di design come la Zorro mask e le sharklets, e andrà a servire le rotte di corto e medio raggio della Compagnia.
Tecnologico ed efficiente il nuovo Airbus A320neo vanta consumi di carburante ed emissioni di CO2 per passeggero inferiori del 20% rispetto agli aeromobili di precedente generazione.
Consentirà ad ITA Airways di arricchire ulteriormente la sua flotta moderna ed environment-friendly, che entro il 2026 sarà composta per l’80% da aerei di nuova generazione con la conseguente riduzione di 1,3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Inoltre, grazie al disegno innovativo della cabina, il nuovo A320neo offrirà ai passeggeri una esperienza di viaggio di riferimento, con sedili più moderni e confortevoli.
Il nuovo A320neo servirà le rotte del network nazionale e internazionale della Compagnia da Roma Fiumicino verso gli aeroporti di Brindisi, Bari, Bologna, Catania, Genova, Milano Linate, Napoli, Palermo, Lamezia Terme, Torino e Venezia in Italia, e quelli di Parigi CDG, Madrid e Bruxelles in Europa fino a coprire nella Summer 2023 tutte le destinazioni di breve e medio raggio di Ita Airways.

Italgrob-Censis: per 92% italiani convivialità fuori casa fa bene alla vita

Italgrob-Censis: per 92% italiani convivialità fuori casa fa bene alla vitaRimini, 20 feb. (askanews) – Stare fuori casa, bere una birra in compagnia, mangiare una pizza con gli amici e passeggiare nei luoghi della movida “fa bene alla vita”. Uscire la sera “fa vivere meglio” secondo il 47,3% degli intervistati da Censis che ha redatto, in collaborazione con Italgrob, il rapporto “Nuove sfide per la distribuzione: Horeca e il fuori casa”. Il 70,5% degli italiani ritiene che sia importante avere luoghi con una certa concentrazioni di locali, e il 78,5% è convinto che la chiusura di locali non faccia che attivare processi di degrado nelle città. Il 91,1% delle persone apprezza i locali che comunicano le pratiche ecologiche quali, ad esempio, la riduzione degli sprechi, la differenziata per i rifiuti, il ricorso a prodotti bio o a chilometro zero. Il rapporto, giunto alla seconda edizione, è stato presentato a Beer & food attraction alla fiera Rimini.
Nel Rapporto Italgrob-Censis, il 92,9% degli italiani dichiara che lo stare insieme per bere e mangiare è uno degli aspetti fondamentali dello stile di vita italiano. Un’opinione trasversale ai gruppi sociali e ai territori. Il 47,3% quando esce la sera si reca in locali pubblici e, in particolare, in quelli nei territori della Movida: l’8,8% (oltre il 23% tra i giovani) lo fa quasi sempre, il 10% almeno una volta ogni quattro giorni e il 28,5% sempre. Al 40,3% degli italiani piacerebbe uscire di più la sera, perché ritiene che avrebbe un effetto positivo sulla propria qualità della vita. Nel tempo è cresciuta l’attenzione degli italiani alla sostenibilità ambientale, alla lotta al riscaldamento globale, alla spesa e i consumi alimentari sono stati rimodulati anche in funzione di questi nuovi valori. Il 91,1% delle persone apprezza molto i locali che comunicano in modo trasparente le pratiche ecologiche quali, ad esempio, la riduzione degli sprechi, la differenziata per i rifiuti, il ricorso a prodotti bio o a chilometro zero. Farsi riconoscere come green, non a parole ma con i fatti, è oggi una sfida importante per gli operatori del fuori casa e della Distribuzione Horeca. Le pratiche anti-spreco sono particolarmente apprezzate dagli italiani, se si pensa che oltre il 57% dei giovani è pronto a portarsi via dal ristorante gli alimenti avanzati dai pasti.
(segue)

Sostenibilità, “Le nuove sfide per la distribuzione Horeca e il fuori casa”

Sostenibilità, “Le nuove sfide per la distribuzione Horeca e il fuori casa”Roma, 20 feb. (askanews) – Si è tenuta presso la Fiera di Rimini la presentazione del Secondo Rapporto Italgrob-Censis dal titolo ‘Nuove sfide per la distribuzione: Horeca e il fuori casa. Una più alta qualità della vita per una società più sostenibile’. Italgrob è la Federazione Italiana dei Distributori Horeca, unica associazione nazionale di riferimento per il settore della distribuzione nel canale Horeca – acronimo di Hotel, Restaurant e Café – che comprende tutto il circuito dei consumi “fuori casa”.
In un periodo segnato dal moltiplicarsi delle emergenze e dal primato della sostenibilità, che hanno modificato radicalmente la vita degli italiani, la relazionalità sociale acquisisce ancora più valore. In questo senso, è fondamentale il contributo della Distribuzione Horeca e della molteplicità di esercizi pubblici sui territori per promuovere la socialità tra le persone e per migliorare la qualità della vita individuale e collettiva.
La Distribuzione Horeca
Il fuori casa, grazie all’allentarsi dell’emergenza sanitaria dovuta dalla pandemia da Covid-19, è potuto ripartire, modulando l’offerta sulle nuove esigenze dei cittadini, anche grazie alla Distribuzione Horeca che, connettendo industrie produttrici e imprese, ha continuato a garantire l’approvvigionamento puntuale di cibi e bevande a costi sostenibili per imprese piccole e piccolissime, alle prese con enormi difficoltà a seguito dell’ondata inflazionista. In particolare, con modalità flessibili in relazione alla mutevolezza dei contesti, essa ha garantito e garantisce respiro nei pagamenti delle forniture, erogando credito sostanziale. La Distribuzione Horeca fa da argine allo sfoltimento estremo con relativi costi economici e sociali oltre a esercitare una funzione pedagogica di upgrading delle culture imprenditoriali e di gestione, trasferendo alle imprese del fuori casa approcci più evoluti con la promozione di prodotti locali inseriti dai punti vendita nella loro offerta, oltre ad adottare soluzioni più in linea con le nuove sensibilità e i nuovi valori dei consumatori. Secondo gli italiani, supportare l’azione dei protagonisti del fuori casa consente di dispiegare gli effetti positivi della loro azione sull’economia e sulla società italiana.
Quanto è diffuso il fuori casa tra gli italiani? È il quesito diretto a cui rispondono i dati del Rapporto Italgrob-Censis. Il 92,9% degli italiani dichiara che lo stare insieme per bere e mangiare è uno degli aspetti fondamentali dello stile di vita italiano. Un’opinione trasversale ai gruppi sociali e ai territori. Il 47,3% quando esce la sera si reca in locali pubblici e, in particolare, in quelli nei territori della Movida: l’8,8% (oltre il 23% tra i giovani) lo fa quasi sempre, il 10% almeno una volta ogni quattro giorni e il 28,5% sempre. Al 40,3% degli italiani piacerebbe uscire di più la sera, perché ritiene che avrebbe un effetto positivo sulla propria qualità della vita.
Sostenibilità ambientale e nuove sensibilità alimentari. Nel tempo è cresciuta l’attenzione degli italiani alla sostenibilità ambientale, alla lotta al riscaldamento globale, alla spesa e i consumi alimentari sono stati rimodulati anche in funzione di questi nuovi valori. Il 91,1% delle persone apprezza molto i locali che comunicano in modo trasparente le pratiche ecologiche quali, ad esempio, la riduzione degli sprechi, la differenziata per i rifiuti, il ricorso a prodotti bio o a chilometro zero. Farsi riconoscere come green, non a parole ma con i fatti, è oggi una sfida importante per gli operatori del fuori casa e della Distribuzione Horeca. Le pratiche anti-spreco sono particolarmente apprezzate dagli italiani, se si pensa che oltre il 57% dei giovani è pronto a portarsi via dal ristorante gli alimenti avanzati dai pasti.
Per Federico Freni, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze: “Il Rapporto ci offre una fotografia nitida dell’importanza centrale che il settore della distribuzione nel canale Horeca riveste per il Paese, sia sotto il profilo economico che sociale, con 3.800 imprese, oltre 60 mila addetti e 17 miliardi di euro di fatturato. A fronte di un quadro economico particolarmente complesso a causa degli effetti negativi del caro energia e dell’inflazione, il circuito dei consumi ‘fuori casa’ sta mostrando, ancora una volta, un approccio resiliente. In questo scenario in rapida evoluzione, il compito del Governo deve essere quello di affiancare le imprese. In tal senso, si spiega la scelta di destinare una parte significativa delle risorse previste dalla Manovra finanziaria al contrasto del caro bollette, il cui impatto minacciava di mettere in ginocchio il tessuto produttivo del Paese. In secondo luogo, occorre intervenire attraverso una complessiva riforma della tassazione volta a favorire una maggiore semplificazione e una riduzione del carico fiscale, necessaria per immettere liquidità nell’economia reale”.
Secondo l’onorevole Maria Cristina Caretta, Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, delegata del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Lollobrigida: “Horeca è un soggetto industriale forte, che genera un volume economico importante sui mercati. Il settore ha saputo adattarsi ai profondi cambiamenti dei consumi mostrandosi attento alla sostenibilità delle attività più piccole. Con l’istituzione del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare abbiamo voluto dare un messaggio chiaro, mettendo al centro la tutela delle eccellenze agroalimentari ‘Made in Italy’ e aprendo dei canali di interlocuzione con tutte le realtà del comparto Horeca per riuscire a dare risposte concrete. Il Rapporto Italgrob-Censis ci fornisce una fotografia nitida della nostra quotidianità, ovvero la convivialità e lo stare insieme. Due aspetti che accompagnano la diffusione di prodotti agroalimentari di qualità. Le nuove sfide sono il rilancio, la ripartenza e la capacità di confrontarsi in ambito europeo. Siamo certi che con il dialogo e il costante coinvolgimento delle realtà che operano all’interno della filiera riusciremo a difendere le nostre eccellenze e i nostri stili di vita”.
Per Antonio Portaccio, Presidente di Italgrob: “Il mercato Horeca è il contesto in cui nascono le mode dei consumi, è il contesto in cui il rapporto umano ha grande valore, dove per il 92,9% degli italiani bere e mangiare fuoricasa è parte irrinunciabile del proprio stile di vita e contribuisce al proprio benessere psico-fisico. La sfida che Italgrob vuole raccogliere è quella di portare il distributore a essere attore protagonista, e non comparsa “logistica” al servizio del nuovo ecosistema HO.RE.CA. Una sfida da cogliere e portare avanti non solo attraverso le attività politico sindacali, nelle quali questa Federazione è impegnata sin dalla sua fondazione (1992) a tutela di tutta la categoria dei distributori Horeca, ma anche attraverso un impegno “culturale” funzionale alla crescita del comparto: la collaborazione con il Censis e la realizzazione del rapporto va esattamente in questa direzione”.
Corrado Peraboni, CEO di Italian Exhibition Group, ha sottolineato che: “Beer&Food Attraction, BBTech Expo e l’International Horeca Meeting tornano quest’anno alla loro tradizionale collocazione di calendario, strategica per l’intero settore del fuori casa. Quest’anno sono ben 600 i brand presenti su 60mila metri quadri di area espositiva, disposti su 12 dei nostri padiglioni. E sono 114 i buyer, provenienti da 36 Paesi, presenti in fiera grazie alla consolidata collaborazione di IEG con ICE Agenzia e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. E se le nostre fiere rispondono alle aspettative e trovano l’accoglienza del mercato avviene anche grazie alle consolidate e proficue collaborazioni con i principali e più attivi attori delle diverse filiere, quale è appunto il caso di Italgrob alla quale ci lega da anni una fattiva intesa per lo sviluppo del settore”.
Secondo Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis: “La sostenibilità connoterà sempre più le attività economiche e la vita collettiva, ma la tutela dell’ambiente dovrà andare di pari passo con una più alta qualità della vita delle persone, altrimenti non conquisterà il consenso sociale. La filiera del fuori casa, e in essa la Distribuzione Horeca, possono apportare un contributo importante a questa transizione, poiché promuovono quella relazionalità sociale diffusa che è essenziale per un upgrading della qualità della vita ed è tanto apprezzata dagli italiani”.
Per Maurizio Marchesini, Vicepresidente per le Filiere e le Medie Imprese di Confindustria: “Le filiere rappresentano la via italiana per la competitività e la transizione digitale ed ecologica del sistema produttivo: è proprio nelle filiere che tante piccole imprese hanno trovato la strada per crescere e creare gruppi industriali di medie dimensioni. Questo ragionamento è applicabile a maggior ragione nell’Horeca, dove la distribuzione assume anche un compito pedagogico e finanziario. In una filiera composta a valle da piccole o piccolissime aziende e a monte da imprese industriali grandi o comunque medie, la distribuzione ha la responsabilità di questa intermediazione, non solo di interessi ma anche finanziaria e culturale. Le nostre filiere, e quella dell’Horeca in particolare, hanno dimostrato una grande resilienza, riuscendo a risollevarsi in brevissimo tempo e facendo fronte alla risalita dei consumi. I tempi sono difficili e incerti, ma noi siamo un grande Paese con imprese bellissime e ce la faremo anche stavolta”.
Dino Di Marino, Direttore Generale di Italgrob, ha dichiarato che: “Una manifestazione che nasce per aggregare i diversi attori della filiera, farli incontrare, dialogare, avviare un confronto, far nascere delle idee e delle proposte. Siamo e vogliamo essere i fautori delle tre ‘C’: collaborare con le istituzioni e con autorevoli Istituti di ricerca, cooperare e condividere progetti con associazioni di riferimento e crescere tutti insieme. È questo il ruolo di Italgrob nel contesto della filiera Horeca, prezioso e insostituibile”.

Leonardo realizza con Arbolia un’area verde nello stabilimento di Foggia

Leonardo realizza con Arbolia un’area verde nello stabilimento di FoggiaRoma, 20 feb. (askanews) – Leonardo ha dato vita al primo intervento di riforestazione completa di un sito industriale del Gruppo attraverso la creazione di un’area verde realizzata nello stabilimento della Divisione Aerostrutture di Foggia. Si tratta di un progetto nato dalla collaborazione con Arbolia, società benefit creata da Snam e Fondazione Cassa Depositi e Prestiti, che promuove e realizza azioni di imboschimento e rimboschimento sull’intero territorio nazionale con l’obiettivo di combattere il cambiamento climatico, migliorare la qualità dell’aria e della vita nelle città e creare aree verdi per le comunità.
In particolare, l’intervento nello stabilimento di Foggia prevede la messa a dimora di oltre 1.650 piante, disposte sia in aree marginali del sito sia nelle aree frequentate dai dipendenti. Per il rimboschimento sono stati scelti, attraverso uno specifico studio agro-forestale, piante autoctone che rispettano la biodiversità locale, con lo scopo di preservarla. Obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 Grazie all’intervento nello stabilimento di Foggia si stima che in 20 anni di vita dell’area verde sarà assorbito un totale di CO2 di oltre 360 tonnellate, l’abbattimento di PM10, ovvero l’insieme delle polveri sottili presenti in atmosfera, fino a 16,6 tonnellate, con un rilascio di ossigeno di oltre 260 tonnellate.
L’area diverrà nel tempo un polmone verde, accessibile a tutti i dipendenti del sito. L’idea alla base del progetto di collaborazione tra Leonardo e Arbolia parte da un semplice assunto: in un orizzonte sempre più avanzato tecnologicamente, piantare un albero rimane un’azione efficace per contrastare il cambiamento climatico e favorire la biodiversità. Gli alberi rappresentano dei preziosi alleati: attraverso la fotosintesi, infatti, assorbono e accumulano grandi quantità della CO2 presente in atmosfera, contribuendo alla lotta ai cambiamenti climatici e al benessere e alla salute delle persone.
L’impegno di Leonardo per la decarbonizzazione Leonardo lavora da tempo a progetti volti a diminuire le emissioni – con l’obiettivo ad oggi di ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2030, per rendere più efficiente l’impiego delle risorse e supportare la transizione ecologica. Nel 2022 Leonardo ha inoltre ufficializzato il proprio commitment alla Science Based Target initiative (SBTi). SBTi supporta le aziende nella loro ambizione di decarbonizzazione, guidandole nella definizione di target allineati all’obiettivo di limitare l’incremento della temperatura ad 1,5 °C come definito dall’Accordo di Parigi del 2015.
Il sito produttivo di Leonardo a Foggia Con circa 1.000 dipendenti al netto dell’indotto, lo stabilimento di Foggia è uno dei fiori all’occhiello nel panorama aeronautico di Leonardo. Oggi è un centro di eccellenza per la produzione di aerostrutture in materiale composito in ambito militare e civile: dall’Eurofighter Typhoon all’F-35, dal Boeing 787 Dreamliner all’ultimo arrivato nella famiglia Airbus l’A220 fino al best seller nel settore dei velivoli regionali turboelica ATR. Il sito, inoltre, rappresenta un esempio concreto del percorso intrapreso dall’azienda nei processi di innovazione e trasformazione industriale, attuato attraverso investimenti sulla digitalizzazione delle linee produttive e dei processi aziendali per garantire competitività ai programmi attuali e catturare opportunità future. A Foggia è infatti in essere l’automazione completa della linea per l’assemblaggio automatico di alcuni prodotti del programma Airbus A220, finalizzata all’ampliamento e potenziamento delle capacità e dei processi produttivi nonché dei flussi logistici, attraverso soluzioni volte al miglioramento della competitività all’interno del mercato aeronautico globale, oltre che all’ottimizzazione dell’integrazione con le aziende dell’indotto.

Auto,Marchesini (Confindustria):stop diesel-benzina?Temo effetto Cuba

Auto,Marchesini (Confindustria):stop diesel-benzina?Temo effetto CubaRimini, 20 feb. (askanews) – Con lo stop ai motori diesel e benzina voluto dal Parlamento europeo a partire dal 2035 “si rischia l’effetto Cuba”, il paese dell’America centrale “dove viaggiano auto vecchissime” perché le famiglie non si possono permettere di acquistare quelle più moderne. Lo stesso può avvenire in Italia, secondo il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Marchesini: “le auto elettriche costano care, le famiglie non se lo possono permette” e a questo si aggiungono i problemi “infrastrutturali”.
Quelli della sostenibilità sono “obiettivi troppo ambiziosi”, ha spiegato Marchesini intervenendo alla presentazione del Rapporto Italgro-Censis “Nuove sfide per la distribuzione: Horeca e il fuori casa” alla fiera Beer attraction a Rimini. Tra l’altro “si è fissato un unico modo per raggiungere gli obiettivi: il motore elettrico – ha aggiunto il vicepresidente di Confindustria -. Il problema è che se all’industria si dà un termine breve e un solo mezzo” per realizzare gli obiettivi “cerca il metodo di adesso, non quello del futuro”. In questo modo si “smette di fare ricerca, perché non c’è spazio, tempo e modo”. Un problema che sta investendo tutto il settore dell’automotive: “le ricerche su tipi di batterie diverse e sull’induzione per ricarica sono tutte abbandonate: lo scopo è di arrivare al 2035 senza auto diesel-benzina e addirittura nei piani industriali della case automobilistiche è indicato il 2030: ovviamente i tempi non ci sono e non ci sono i denari”.
Così, secondo Marchesini “si rischia l’effetto Cuba, dove hanno auto vecchissime. Temo molto anche per il nostro paese. Le auto elettriche costano care, le famiglie non se lo possono permette, ci sono problemi di infrastrutture, non conviene comprare le macchine endotermiche perché a un certo punto usciranno di produzione e di costo”. Quindi “avremo le vecchie macchine” in circolazione.

Liguria, Toti: realizzate opere rigenerazione urbana per 100 mln

Liguria, Toti: realizzate opere rigenerazione urbana per 100 mlnGenova, 20 feb. (askanews) – “La Regione Liguria negli ultimi sette anni ha indicato tra i principali obiettivi quello della rigenerazione urbana, con la finalità di restituire ai cittadini luoghi che versavano in stato di degrado o abbandono, migliorando la qualità abitativa, l’assetto urbanistico e paesaggistico. L’obiettivo è stato anche quello di non aumentare i metri cubi di cemento, garantendo il rispetto dell’ambiente. Il convegno di oggi è stato quindi pensato come momento di confronto importante per stilare un bilancio di ciò che è stato fatto in questi anni, con la realizzazione di opere per più di 100 milioni di euro”. Lo hanno detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore regionale all’Urbanistica Marco Scajola, a margine del convegno “Rigenerazione Urbana: oltre il passato la nuova Liguria” al palazzo della Borsa di Genova.
“Grazie al Programma Regionale di Rigenerazione Urbana – hanno aggiunto Toti e Scajola – da ottobre 2021 abbiamo infatti finanziato 76 progetti, prevalentemente in Comuni medio-piccoli che avevano più difficoltà a reperire le risorse, i progetti ‘Restart Begato’, la riqualificazione della Pigna di Sanremo e del Borgo di Marinella di Sarzana. Interventi che hanno attirato ingenti investimenti anche da parte di privati”.
“Ad ottobre del 2022 – ha ricordato Toti – è stato finanziato anche il progetto per la riqualificazione di Borgo Castello ad Andora, un intervento di grande rilevanza che mette in campo un’articolata serie di azioni con l’obiettivo di recuperare, valorizzare e in prospettiva permettere il ripopolamento di uno dei borghi storici più affascinanti della nostra Liguria. L’obiettivo non è semplicemente il recupero dei luoghi, ma anche della vita, dell’economia e delle attività”.
Al convegno, dove è stato presentato anche il punto di vista degli stakeholders, hanno partecipato anche il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, il sindaco di Imperia Claudio Scajola, il sindaco di Savona Marco Russo, il sindaco di La Spezia Pierluigi Peracchini, il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri, il sindaco di Andora Mauro Demichelis, il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli, l’assessore all’Urbanistica del Comune di Genova Mario Mascia, gli ordini professionali degli Ingegneri, Architetti, Geometri e Ance Liguria.

Auto, Unrae: piano Ue abbadono motori termici è errore strategico

Auto, Unrae: piano Ue abbadono motori termici è errore strategicoRoma, 20 feb. (askanews) – Nuove critiche ai drastici piani dell’Unione europea di messa al bando dei motori termici, anche quelli più efficienti e meno inquinanti: stavolta a lanciarle è l’Unrae – Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri – che rappresenta le case estere operanti sul mercato italiano di auto, veicoli commerciali e industriali.
“Già oggi i costruttori producono e consegnano veicoli industriali elettrici con autonomia di oltre 500 km. Esistono poi anche soluzioni ecologicamente valide per continuare a sfruttare i motori endotermici di ultima generazione, come ad esempio l’utilizzo di biocarburanti, tra cui il biodiesel Hvo, che riducono le emissioni di CO2 fino al 95% rispetto al gasolio tradizionale o soluzioni già in stato avanzato di sperimentazione a emissioni zero come l’impiego di idrogeno sui motori a combustione”, sottolinea con un comunicato il presidente della Sezione veicoli industriali dell’Unrae, Paolo Starace.
“Consideriamo quindi un errore strategico l’abbandono della tecnologia del motore endotermico di ultima generazione Euro 6/VI, che, grazie alla ricerca e sviluppo, fornisce in prospettiva promettenti livelli di abbattimento delle emissioni. Incoerente poi – prosegue – richiedere ulteriori inventimenti a favore delle motorizzazioni Euro 7, costringendo i Costruttori a investire in una tecnologia che sarà nel prossimo futuro in gran parte rimpiazzata, distraendo risorse ingenti dallo sviluppo delle altre soluzioni”.
L’Ue ha deciso una accelerazione sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, che rispetto ai livelli del 2019 per i veicoli industriali implica emissioni ridotte del 45% a partire dal 2030; meno 65% a partire dal 2035 e meno 90% a partire dal 2040.
“Tutti i Costruttori di veicoli industriali hanno già da tempo abbracciato la transizione ecologica e hanno sostenuto negli anni ingenti investimenti per lo sviluppo di veicoli sempre più rispettosi dell’ambiente e sicuri. Le Case – ha detto ancora Starace – sono quindi pronte alla sfida e consapevoli che il nostro settore debba contribuire, come tutti gli altri, a ridurre le emissioni climalteranti. Nonostante gli obiettivi siano molto ambiziosi, siamo coscienti che la strada è già stata tracciata”.
“Le emissioni di CO2 dei veicoli di nuova immatricolazione sono, infatti, sottoposte a rigide misurazioni a livello europeo e, qualora non venga rispettato l’obiettivo già in vigore della riduzione del 15% entro il 2025 (rispetto ai valori emessi nel 2019), la Commissione imporrà ingenti sanzioni in capo alle Case costruttrici, pari a 4.250 €/gCO2/tKm per le emissioni di CO2 in eccesso”.
Secondo l’associazione, però, gli obiettivi di abbattimento delle emissioni potranno essere raggiunti mediante un mix di soluzioni tecnologiche, tra cui le motorizzazioni elettriche, a idrogeno e l’utilizzo di biocarburanti compatibili con i motori endotermici Euro 6/VI in circolazione.
“Da ultimo – afferma ancora Starace – non va dimenticato che per ridurre in maniera consistente le emissioni del trasporto pesante e velocizzare l’adozione delle nuove tecnologie, dovranno essere messe in campo misure decise per togliere dalla circolazione i veicoli vetusti e svecchiare così il parco circolante italiano, che attualmente conta un’età media di 14,3 anni, con il 54,6% dei veicoli ante Euro V”.
“In conclusione, crediamo che le tempistiche delineate dalla Commissione Ue sono stringenti, ma raggiungibili solo se nei prossimi anni sarà messa in campo dal Governo un’agenda che supporterà efficacemente la transizione energetica del comparto. L’adozione di nuovi veicoli con tecnologie a zero emissioni, infatti, è al momento limitatissima in Italia perché non opportunamente sostenuta da infrastrutture di ricarica e distributive idonee e da incentivi adeguatamente parametrati. Pertanto – conclude – auspichiamo un’accelerazione delle politiche italiane affinché gli sforzi finora profusi dai Costruttori non vengano vanificati e gli autotrasportatori nazionali non vengano relegati a svolgere un ruolo marginale nella movimentazione internazionale delle merci”.