Meta, multa record in Ue: 1,2 mld su privacy nel trasferimento datiRoma, 22 mag. (askanews) – Meta (Facebook) si è vista comminare una maximulta da 1,2 miliardi di euro nell’Unione europea, ad opera della Data Protection Commission dell’Irlanda, che ha anche ordinato al gigante dei social di sospendere il trasferimento di dati verso gli Usa. Secondo il Financial Times si tratta di una sanzione da record per la violazione della privacy sui dati nell’Unione.
Secondo l’autorità irlandese, nell’effettuare il trasferimento il gruppo di Mark Zuckerberg non interviene adeguatamente sui rischi attinenti a diritti e libertà fondamentali, dice il quotidiano, a dispetto di una pronuncia in tal senso da parte della Corte di giustizia europea. Per parte sua Nick Clegg, presidente per le attività globali di Meta ha affermato che alla società “siamo delusi per esser stati messi in mezzo, per aver usato un meccanismo utilizzato da altre migliaia di società. Questa decisione è ingiustificata, sbagliata e segna un pericolo precedente”.
Affitti brevi, Fimaa: piattaforme online controllino micro-struttureRoma, 22 mag. (askanews) – Rafforzare la responsabilità delle piattaforme online che consentono di prenotare il soggiorno in un B&B o in una casa vacanze, una maggiore tutela del consumatore, e soprattutto il rispetto delle competenze dei singoli Stati membri nello stabilire quali requisti una struttura ricettiva debba rispettare. Sono le proposte che avanza la Fimaa – Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari – esaminando la proposta di Regolamento europeo sulla raccolta e la condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine.
La bozza di regolamento – ricorda la Federazione – prevede l’istituzione di un registro nazionale unico che consenta di raccogliere in maniera uniforme in tutta l’Ue i dati relativi alle strutture ricettive di piccole dimensioni. Pur condividendo le finalità del testo, la Fimaa ritiene sia necessario che la regolamentazione europea rispetti le competenze che gli stati membri devono avere nell’adottare e nel modificare i requisiti di accesso al mercato. In questo ambito rientrano anche requisiti di sicurezza e salute per il consumatore che le strutture ricettive devono osservare. “Bisogna sottolineare – commenta il presidente di Fimaa, Santino Taverna – che la bozza di regolamento sembra in conflitto, sotto alcuni aspetti, con la normativa nazionale. Che peraltro è in evoluzione, visto che alla Camera si sta discutendo il disegno di legge sulle locazioni turistiche, che come Federazione stiamo seguendo da vicino”. In base all’attuale quadro normativo, spiega Taverna, “il regolamento Ue deve essere coordinato in particolare con il D.M. n. 161 25/09/2021. Alle autorità nazionali, infatti, deve essere sempre riconosciuto il potere di richiedere dati aggiuntivi per l’iscrizione di una struttura nel registro. Questo consentirà di soddisfare una serie di esigenze locali, come il computo e la rendicontazione delle tasse di soggiorno o di scopo”.
La Federazione chiede infine di fissare regole più stringenti sulla responsabilità delle piattaforme. “È necessario garantire in primo luogo la tutela del consumatore – prosegue il presidente di Fimaa. – Le piattaforme, ad esempio, devono effettuare maggiori controlli sugli immobili destinati alle locazioni brevi. E devono esporre, sia nella pagina che pubblicizza la struttura, sia nella prenotazione, il numero di registrazione che viene rilasciato all’immobile”, conclude Taverna.
Ocse, titoli Stato per 23.000 mld nell’area scadranno entro 3 anniRoma, 22 mag. (askanews) – Da qui a tre anni nelle economie avanzate e dell’area Ocse giungeranno a maturazione titoli del debito pubblico per 23.000 miliardi di dollari, che andranno rimborsati o rinnovati ma in un contesto nettamente meno agevole: tassi di interesse saliti, liquidità meno abbondandi e fiducia degli investitori diminuita. Lo afferma l’Ocse in un rapporto sulle prospettive dell’indebitamento pubblico (Sovereign Borrowing Outlook 2023).
Nell’ultimo anno l’inasprimento monetario ha mostrato una accelerazione, si legge, e la propensione al rischio dei mercati finanziari globali si è spostata, con la fiducia degli investitori diminuita. Questo segna la fine di un lungo periodo di condizioni di finanziamento benigne per le emittenti sovrane. Inoltre la graduale normalizzazione dei conti pubblici, dopo le derapate che si sono verificate durante i crolli dell’economia causati dalle restrizioni imposte a motivo del Covid, è stata minata dalle ricadute economiche finanziarie della guerra in Ucraina.
L’ente parigino stima che nel 2022 il fabbisogno di finanziamenti sia rimasto del 43% al di sopra della media del periodo tra 2011 e 2019 e l’indebitamento totale di 10 punti di Pil superiore. “Questi volumi rilevanti di debito pubblico dovranno essere ripagati o rifinanziati, in ampia misura a breve. Circa la metà di questo indebitamento extra, pari a 23.000 miliardi di dollari – sottolinea nell’editorale dello studio Carmine Di Noia, direttore per gli affari finanziari e imprenditoriali dell’Ocse – giungerà a maturazione nell’ambito dei prossimi tre anni”. E se fino a poco tempo fa la maggior parte dei Paesi avanzati potevano fare conto su politiche monetarie accomodanti, ora la situazione è cambiata, i costi di rifinanziamento sono più che raddoppiati dal 2021 e si profilano altri aumenti nel breve termine.
Intanto le emittenti sovrane devono affrontare sfide che vanno oltre l’aumento dei tassi. Con l’avvio delle manovre di inasprimento quantitativo, la domanda di titoli di Stato delle banche centrali “è evaporata”, mentre sui mercati le liquidità si sono deteriorate con una confluenza di incertezze macroeconomiche, rischi geopolitici e calo della fiducia degli investitori. Non va meglio per le economie emergenti: devono gestire livelli di indebitamento verso l’estero ai massimi storici, contesti di mercato analogamente impegnativi e esacerbati dal calo della qualità creditizia dei rispettivi titoli di Stato. In diversi casi anche in questi Stati i tassi sono in rialzo, e sono presenti diverse vulnerabilità legate al peggioramento della qualità degli asset. L’Ocse a contato 40 revisioni al ribasso di rating tra Europa e America latina.
Tutto questo messo assieme “implica che guardando avanti la sostenibilità del debito è una questione di acresciuta rilevanza e preoccupazione”, dice l’Organizzaizone per la cooperazione e lo sviluppo economico. “Servono una governance adeguata, una gestione economica responsabile e un percorso di gestione del debito credibile: tutti i fattori non possono essere dati per scontati”. A tutto questo, poi, si aggiunge la questione delle politiche ambientali e soprattutto sul concetto di “cambiamento climatico”, su cui governi stanno dirottando una crescente quantità di fondi. Guardando in parallelo al tema dei bond “sostenibili”, l’Ocse chiede una semplificazione, una standardizzazione delle procedure e dei criteri di rendicontazione.
Coldiretti: in Emilia-Romagna 5mila aziende agricole e allevamenti devastatiMilano, 22 mag. (askanews) – Dall’albicocca di Imola alla fragola di Romagna, dal grano Senatore Cappelli alla ciliegia di Cesena fino al maiale mora romagnola: l’alluvione che ha colpito il territorio romagnolo mette a rischio anche la biodiversità, con intere produzioni che sono state cancellate dopo che gli agricoltori erano riusciti in questi anni a salvarle dall’estinzione. Coldiretti in occasione della Giornata mondiale della Biodiversità lancia un allarme he è di tutti i gli agricoltori vittime dell’alluvione degli ultimi giorni. Le stime parlano di oltre 5mila aziende agricole e allevamenti devastati in una delle aree piu’ agricole del Paese con una produzione lorda vendibile di circa 1,5 miliardi di euro. L’alluvione ha sommerso i campi con la perdita di almeno 400 milioni di chili di grano decimando anche le semine del Senatore Cappelli, un grano duro antico che ha più di 100 anni, sottolinea Coldiretti, selezionato nel 1915 dall’agronomo Nazareno Strambelli che lo ha così chiamato in onore del senatore del Regno, Raffaele Cappelli. Una varietà che negli anni 60 ha iniziato a scomparire prima di essere recuperato negli ultimi anni. Ma l’esondazione ha sommerso anche i frutteti “soffocando” le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare quasi 15 milioni di piante tra pesche, nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, kaki e ciliegi. E tra queste le pesche e le nettarine di Romagna Igp le cui origini risalgono al XIX secolo, ma anche le albicocche Reale e Val Santerno di Imola, due varietà autoctone di grande qualità che già dal 1900 rappresentano una delle principali fonti di reddito per le aziende agricole del territorio e ha senz’altro contribuito ad arginare l’esodo rurale. Minacciate anche la Ciliegia di Cesena così come la fragola di Romagna, i cui campi sono da decenni parte integrante del paesaggio rurale dell’entroterra ed ora sotto finiti sott’acqua.
Preoccupante è la situazione anche per i 250mila bovini, maiali, pecore e capre allevati nelle stalle della Romagna alluvionata dove si contano anche circa 400 allevamenti avicoli, tra polli, galline da uova e tacchini dove secondo la Coldiretti si evidenziano purtroppo diverse situazioni di criticità con migliaia di animali morti e affogati. In pericolo è per Coldiretti l’azione di recupero delle razze storiche da parte degli allevatori, dal maiale di mora romagnola ai bovini da carne di razza romagnola, che nel passato avevano rischiato l’estinzione.
Maltempo,da lunedì riaprono le linee ferroviarie fra Forlì e RiminiRoma, 21 mag. (askanews) – Prosegue il lavoro delle squadre tecniche di Rete Ferroviaria Italiana per il ripristino dell’infrastruttura danneggiata dall’alluvione dei giorni scorsi.
Lunedì 22 maggio i treni riprenderanno a circolare fra Forlì e Rimini, riducendo l’interruzione della linea Bologna – Rimini al tratto compreso fra Faenza e Forlì. Il passaggio dei treni avverrà con una riduzione iniziale della velocità, che verrà gradualmente aumentata nel corso della giornata. Proseguono intanto i lavori di ripristino nel tratto ancora interrotto con l’obiettivo di riaprire interamente la linea prima del ponte del 2 giugno. Lo riporta un comunicato della Regione Emilia Romagna. Regionali della linea Milano/Piacenza – Rimini/Ancona: regolari fra Milano/Piacenza e Bologna con prolungamento a Faenza a cadenza oraria e fra Rimini e Ancona con prolungamento su Forlì a cadenza oraria. Fra Faenza e Forlì sarà attivo un servizio di autobus. In considerazione della viabilità stradale non ancora completamente ripristinata potrebbe non essere possibile garantire l’interscambio immediato treno/bus. Da considerare in ogni caso un aumento dei normali tempi di viaggio fra Bologna e Rimini di almeno un’ora.
Lunga percorrenza da e per la Puglia: Alcuni treni a lunga percorrenza da e per la Puglia continueranno a circolare su percorsi alternativi che possono comportare maggiori tempi di viaggio fino a tre ore. I passeggeri in possesso di prenotazione riceveranno informazioni via sms o e-mail sul proprio treno. Aggiornamenti sulla circolazione e sui treni sono disponibili sulla pagina web Infomobilità di RFI e di Trenitalia. Potenziata da Trenitalia e Trenitalia Tper l’assistenza nelle stazioni e a bordo. Riaprirà domani, sempre con una iniziale riduzione di velocità, anche la linea Ravenna – Rimini.
Ancora difficile fare previsioni di riapertura per le linee Faenza – Ravenna e Ferrara – Ravenna, a causa dell’incompleto deflusso dell’acqua che non consente la verifica totale dell’infrastruttura. Danni ingenti sono invece confermati fra Lugo e Russi e fra Lugo e Castelbolognese, linee già pesantemente danneggiate dalla prima alluvione. Impossibile, al momento, garantire collegamenti alternativi su strada.
Sono complessivamente oltre 350 le persone, 60 i mezzi e 21 le imprese appaltatrici messe in campo da RFI per il ripristino dell’infrastruttura danneggiata. Al momento la stima dei danni è di oltre 90 milioni di euro. Numerosi i punti in cui la forza dell’acqua ha eroso il terreno e il pietrisco su cui poggiavano i binari, rendendo necessaria la sua ricostruzione prima della posa di nuove rotaie. Danneggiati in più punti anche i cavi di trasmissione dati per l’interfaccia con i sistemi di circolazione.
Cina-Usa, s’inasprisce guerra semiconduttori:da Pechino stop a MicronRoma, 21 mag. (askanews) – Il gigante statunitense dei semiconduttori Micron ha fallito una revisione della sicurezza nazionale. Lo ha annunciato domenica l’agenzia cinese per la sicurezza informatica, invitando gli operatori di “infrastrutture informative critiche” a smettere di acquistare i suoi prodotti.
L’episodio segna l’ultima escalation nell’aspra guerra dei chip tra Stati Uniti e Cina, con Washington che cerca di bloccare l’accesso di Pechino ai semiconduttori all’avanguardia. Le autorità cinesi hanno lanciato a marzo una revisione dei prodotti venduti nel paese da Micron, uno dei maggiori produttori mondiali di chip.
I prodotti Micron “hanno potenziali problemi di sicurezza della rete relativamente seri, che rappresentano un grave rischio per la sicurezza della catena di approvvigionamento delle infrastrutture informatiche critiche della Cina e influenzano la sicurezza nazionale cinese”, ha affermato in una nota l’amministrazione della sicurezza informatica (CAC) aggiungendo che “gli operatori di infrastrutture informatiche critiche in Cina dovrebbero smettere di acquistare prodotti Micron”. L’ampia definizione cinese di infrastruttura informativa critica comprende settori che vanno dai trasporti all’assistenza sanitaria.
“Abbiamo ricevuto dal CAC l’avviso di conclusione della sua revisione dei prodotti Micron venduti in Cina”, ha dichiarato Micron in una nota. “Stiamo valutando la conclusione e valutando i nostri prossimi passi”. Alla domanda se la società presenterà ricorso contro la decisione, una portavoce di Micron ha dichiarato: “Non vediamo l’ora di continuare a impegnarci nelle discussioni con le autorità cinesi”.
Circa il 10 percento del fatturato annuo di 30,8 miliardi di dollari di Micron lo scorso anno proveniva dalla Cina, secondo i dati dell’azienda. Ma gran parte dei prodotti Micron venduti nel paese sono stati acquistati da produttori stranieri, avevano affermato in precedenza gli analisti, e non è chiaro se la decisione dell’agenzia della sicurezza informatica influirà sulle vendite ad acquirenti stranieri.
La Cina nel 2021 ha annunciato regole per proteggere le infrastrutture informative critiche con requisiti di sicurezza dei dati più severi. Recentemente ha anche rafforzato l’applicazione delle sue leggi sulla sicurezza dei dati e contro lo spionaggio.
La guerra dei chip tra Pechino e Washington si è intensificata lo scorso anno quando gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni all’accesso della Cina a chip di fascia alta, apparecchiature per la produzione di chip e software utilizzati per progettare semiconduttori.
Washington ha citato preoccupazioni per la sicurezza nazionale e ha affermato di voler impedire che la tecnologia che potrebbe aiutare a sviluppare attrezzature militari avanzate venga acquisita dalle forze armate e dai servizi di intelligence cinesi.
Nel 2021, la Cina ha importato semiconduttori per un valore di 430 miliardi di dollari, più di quanto ha speso per il petrolio.
Maltempo,Tomasi (Aspi): martedì ripristino viabilità autostradaleBologna, 20 mag. (askanews) – “Da martedì è previsto il ripristino di tutta la viabilità autostradale” nel tratto dell’Emilia-Romagna colpita dall’alluvione. Lo ha detto l’amministratore delegato di Aspi, Roberto Tomasi, facendo il punto sui danni alla rete autostradale e sugli interventi realizzati in questi giorni.
Il primo giorno dell’emergenza maltempo, il 16 maggio, ha ricordato Tomasi “abbiamo avuto 9 esondazioni sulla A14”. E “abbiamo messo subito a disposizione più di 600 risorse comprese quelle delle società di ricostruzione per cercare di ripristinare” il manto stradale “appena il livello dell’acqua è sceso”.
G7 vuole standard tecnici globali per l’intelligenza artificialeRoma, 20 mag. (askanews) – I leader delle nazioni del Gruppo dei Sette (G7), riuniti a Hiroshima in Giappone, caldeggiano lo sviluppo e l’adozione di standard tecnici per mantenere l’intelligenza artificiale (AI) “affidabile”, e sottolineano che la governance della tecnologia non ha tenuto il passo con la sua crescita. I Sette hanno riconosciuto che gli approcci per raggiungere “la visione comune e l’obiettivo di un’IA affidabile possono variare”, hanno affermato, nel comunicato finale del vertice, che le regole per le tecnologie digitali come l’IA dovrebbero essere “in linea con la nostra condivisione valori democratici”.
L’accordo è arrivato dopo che l’Unione Europea, che partecipa al G7, si è avvicinata questo mese all’approvazione di una legislazione per regolamentare la tecnologia AI, potenzialmente la prima legge globale sull’IA al mondo che potrebbe costituire un precedente tra le economie avanzate. “Vogliamo che i sistemi di intelligenza artificiale siano accurati, affidabili, sicuri e non discriminatori, indipendentemente dalla loro origine”, ha dichiarato venerdì il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
I leader del G7 hanno affermato di “aver bisogno di fare immediatamente il punto sulle opportunità e sulle sfide dell’IA generativa”, un sottoinsieme della tecnologia resa popolare dall’app ChatGPT. ChatGPT di OpenAI ha spinto Elon Musk e un gruppo di esperti di intelligenza artificiale a lanciare un allarme a marzo chiedendo una pausa di sei mesi nello sviluppo di sistemi più potenti, citando potenziali rischi per la società.
Finora – riporta la stampa Usa – gli Stati Uniti hanno adottato un approccio cauto sul governo dell’IA, con il presidente Joe Biden il mese scorso che ha affermato che restava da vedere se l’IA è pericolosa. Martedì Sam Altman, CEO di OpenAI sostenuto da Microsoft, ha dichiarato a un panel del Senato che gli Stati Uniti dovrebbero prendere in considerazione i requisiti di licenza e test per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale. Il Giappone, presidente del G7 di quest’anno, è stato ancora più accomodante, impegnandosi a sostenere l’adozione pubblica e industriale dell’IA monitorandone i rischi. “È importante affrontare adeguatamente sia i potenziali che i rischi”, ha detto la scorsa settimana il primo ministro Fumio Kishida al consiglio di AI del governo.
Lavoro, sindacati:a Napoli 50mila persone in piazza sotto la pioggiaNapoli, 20 mag. (askanews) – Sono state 50mila, secondo le stime dei sindacati, le persone che hanno partecipato a Napoli alla manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil “Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti”. La terza e ultima tappa della mobilitazione, partita da Bologna, passando per Milano, ha visto migliaia di donne e uomini di ogni età sfilare sotto la pioggia con bandiere, striscioni e palloncini.
Alla rotonda Diaz, sul lungomare partenopeo, è stato allestito il palco dove si sono succeduti i vari interventi dei vari delegati e i leader Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Centinaia i pullman e i treni arrivati nel capoluogo campano da tutte le regioni del Centro-Sud, ma anche simpatizzanti e iscritti giunti a piedi o in auto. Circolazione interdetta e divieti nell’intera area interessata alla manifestazione presidiata dalle forze dell’ordine. Nessun problema di ordine pubblico.
Autonomia, Sbarra:non accetteremo mai riforme contro unità e coesioneNapoli, 20 mag. (askanews) – “Non accetteremo mai riforme che indeboliscono l’unità e la coesione nazionale”. Così il leader della Cisl, Luigi Sbarra, dal palco di Napoli in occasione della manifestazione unitaria dei sindacati.
“L’autonomia presuppone riforme certe con infrastrutture sociali e materiali, servizi pubblici. Non è autonomia, ma è egoismo se – ha rincarato – lascia indietro i più deboli, se mortifica i diritti di cittadinanza, se non prevede un fondo nazionale di solidarietà, se non affronta il problema dei livelli essenziali delle prestazioni sociali e assistenziali”. “Noi restiamo affezionati a una nostra idea di Paese, per cui un giovane che vive in un quartiere degradato di Napoli, di Reggio Calabria o di Palermo deve avere le stesse opportunità di chi nasce a Bergamo o a Trento. Non è un progetto di coesione se non è costruito insieme alle forze in Parlamento, alle Regioni, ai Comuni e alle parti sociali”, ha concluso Sbarra.