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Gas, FT: Ue studia nuovo tetto ai prezzi ma lobby mercati frenano

Gas, FT: Ue studia nuovo tetto ai prezzi ma lobby mercati frenanoRoma, 12 feb. (askanews) – La Commissione europea sta valutando la possibilità di adottare un nuovo meccanismo di tetto ai prezzi del gas indicizzati sui mercati europei, da inserire nell’ambito di un documento sull’industria verde che dovrebbe essere presentato il mese prossimo. Lo riporta il Financial Times, citando diverse fonti anonime a conoscenza delle trattative.


Il quotidiano precisa che le lobby degli operatori che gestiscono i mercati e gli indici correlati a questi beni energetici stanno effettuando pressioni sulla Commissione, guidata da Ursula von der Leyen, affinché non si muove in tal senso. Nelle ultime settimane i prezzi del gas sul mercato di Amsterdam, che alcuni paesi tra cui l’Italia utilizzano come indice per i prezzi dell’energia, sono saliti ai massimi da due anni a questa parte, tra persistenti tensioni geopolitiche e dopo i tagli alle forniture residuali di gas russo che passavano dall’Ucraina. Nel frattempo le riserve europee di gas naturale sono scese sotto la metà, con maggiori consumi da parte dei paesi del Nord Europa a causa delle temperature basse.

Industria, Istat: nel 2024 in calo del 3,5%. A dicembre crollo del 7,1%

Industria, Istat: nel 2024 in calo del 3,5%. A dicembre crollo del 7,1%Roma, 12 feb. (askanews) – Il 2024 si chiude con una diminuzione della produzione industriale del 3,5%; la dinamica tendenziale dell’indice corretto per gli effetti di calendario è stata negativa per tutti i mesi dell’anno, con cali congiunturali in tutti i trimestri. Lo ha reso noto l’Istat.


Tra i principali raggruppamenti di industrie, solamente per l’energia si registra un incremento nel complesso del 2024. Nell’ambito della manifattura, solo le industrie alimentari, bevande e tabacco sono in crescita rispetto all’anno precedente, mentre le flessioni più marcate si rilevano per industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori e fabbricazione di mezzi di trasporto. A dicembre 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 3,1% rispetto a novembre. Al netto degli effetti di calendario, a dicembre 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 7,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 contro i 18 di dicembre 2023).

Industria, Istat: nel 2024 produzione -3,5%, a dicembre -7,1% su anno

Industria, Istat: nel 2024 produzione -3,5%, a dicembre -7,1% su annoRoma, 12 feb. (askanews) – Il 2024 si chiude con una diminuzione della produzione industriale del 3,5%; la dinamica tendenziale dell’indice corretto per gli effetti di calendario è stata negativa per tutti i mesi dell’anno, con cali congiunturali in tutti i trimestri. Lo ha reso noto l’Istat.


Tra i principali raggruppamenti di industrie, solamente per l’energia si registra un incremento nel complesso del 2024. Nell’ambito della manifattura, solo le industrie alimentari, bevande e tabacco sono in crescita rispetto all’anno precedente, mentre le flessioni più marcate si rilevano per industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori e fabbricazione di mezzi di trasporto. A dicembre 2024 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 3,1% rispetto a novembre. Al netto degli effetti di calendario, a dicembre 2024 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 7,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 20 contro i 18 di dicembre 2023).


Mlp

Tornano gli aumenti per benzina e diesel

Tornano gli aumenti per benzina e dieselRoma, 12 feb. (askanews) – Al quarto rialzo consecutivo delle quotazioni dei prodotti raffinati, si rivede il segno “più” anche sui listini dei prezzi consigliati dei maggiori marchi, dopo due settimane di ribassi.


Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, questa mattina Eni ha aumentato di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Stessa mossa per Q8 e Tamoil. Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati da Staffetta, rilevati alle 8 di lunedì mattina su circa 18mila impianti: benzina self service a 1,822 euro/litro (compagnie 1,828, pompe bianche 1,809), diesel self service a 1,728 euro/litro (compagnie 1,734, pompe bianche 1,716). Benzina servito a 1,962 euro/litro (compagnie 2,006, pompe bianche 1,877), diesel servito a 1,869 euro/litro (compagnie 1,913, pompe bianche 1,784). Gpl servito a 0,740 euro/litro (compagnie 0,749, pompe bianche 0,730), metano servito a 1,512 euro/kg (compagnie 1,506, pompe bianche 1,517), Gnl 1,500 euro/kg (compagnie 1,502 euro/kg, pompe bianche 1,498 euro/kg).


Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,920 euro/litro (servito 2,182), gasolio self service 1,842 euro/litro (servito 2,109), Gpl 0,870 euro/litro, metano 1,530 euro/kg, Gnl 1,629 euro/kg.

Fed, Powell si impegna a non emettere una valuta digitale (Cbdc)

Fed, Powell si impegna a non emettere una valuta digitale (Cbdc)Roma, 11 feb. (askanews) – Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell si è impegnato a non lavorare per tutto il suo mandato alla creazione di una valuta digitale della banca centrale (Cbdc): niente dollaro digitale dalla Fed, quindi. Powell ha infatti risposto in maniera affermativa (con un “sì”) a chi, durante l’audizione semestrale al Congresso Usa – l’esponente repubblicano Bernie Moreno – gli chiedeva di impegnarsi affinché l’istituzione non proceda alla emissione di una valuta digitale, “come invece stanno facendo in Cina e altrove”, ha aggiunto il parlamentare.


Poco dopo l’insediamento, il presidente Usa, Donald Trump ha emesso un ordine esecutivo che vieta alla Fed e a tutte le agenzie federali di effettuare qualsivoglia attività verso la creazione di una valuta digitale della banca centrale. Trump invece vuole puntare a fare degli Usa il polo globale di criptoattività e stablecoin. Molti esponenti dei repubblicani Usa, che ora hanno la maggioranza al Congresso, sono ostili alle ipotesi di Cbdc. Specialmente coloro che appartenengono all’ala più vicina a Trump (Maga) ritengono che le valute digitali delle banche centrali presentino il rischio di diventare strumenti di controllo sociale sulle popolazioni nelle mani dei governi.


Invece nell’area euro la Bce sta portando avanti da anni i preparativi per l’eventuale emissione di un euro digitale, su cui la decisione non è stata ancora presa. Ieri, intervenendo al Parlamento europeo, la presidente Christine Lagarde ha ribadito di essere favorevole alla creazione di un euro digitale, che anzi ritiene necessario per preservare la sovranità Ue nel quadro di cambiamenti in corso dell’economia globale, in particolare sulle transazioni elettroniche. Oggi proprio su questo tema il Parlamento Ue ha approvato una risoluzione con una serie di raccomandazioni alla Bce. In uno dei punti chiede che l’eventuale decisione di emettere l’euro digitale “non sia adottata esclusivamente dal Consiglio direttivo della Bce” ma che sia, “in ultima analisi una decisione politica che deve essere adottata dai colegislatori dell’Ue – recita il documento – dato il profondo impatto potenziale di tale decisione su un’ampia gamma di settori dell’Ue, tra cui la vita privata, la protezione dei consumatori, la stabilità finanziaria, la politica finanziaria e altri settori che esulano dallo stretto ambito di competenze della politica monetaria”. (di Roberto Vozzi). (fonte immagine: United States Senate).

L’oro sale a nuovo massimo, oncia a 2.942 dollari, poi ritraccia

L’oro sale a nuovo massimo, oncia a 2.942 dollari, poi ritracciaRoma, 11 feb. (askanews) – I prezzi dell’oro si stabilizzano nel pomeriggio, dopo che nel corso della seduta l’oncia del metallo prezioso per eccellenza ha segnato un nuovo massimo storico a quota 2.942,70 dollari. Successivamente l’oro rintraccia leggermente a 2.933 dollari, tra possibili prese di profitti.


Generalmente, secondo gli analisti ad alimentare la domanda sono i timori di tensioni sugli scambi commerciali e l’incertezza macroeconomica. L’impennata avviene alla vigilia di nuovi dati negli Stati Uniti sull’inflazione. Mentre alla prima giornata della sua audizione al Congresso, il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell ha affermato che i tassi di interesse sul dollaro Wstanno bene dove si trovanoW e che l’istituzione monetaria “non ha fretta” di modificarli.

Euro digitale, Parlamento Ue: decisione su emissione spetta a noi

Euro digitale, Parlamento Ue: decisione su emissione spetta a noiRoma, 11 feb. (askanews) – Il Parlamento europeo punta i piedi sull’euro digitale. In un documento sulle raccomandazioni rivolte alla Bce, approvato a maggioranza, l’istituzione rivendica che la decisione sul se procedere o meno all’emissione della valuta digitale della Banca centrale spetta agli stessi europarlamentari, e non ai banchieri centrali (il Consiglio direttivo della stessa Bce).


La decisione peraltro andrebbe presa solo dopo che la Bce abbia “dimostrato i suoi benefici ai legislatori”, perché per avere successo sull’eventuale introduzione dell’euro digitale “è necessaria la fiducia del pubblico”, afferma il documento approvato. Inoltre, i parlamentari europei “insistono sul fatto che l’euro digitale debba coesistere assieme al contante fisico, che ‘deve restare ampiamente disponibile a tutti livelli’”. E chiedono che la Bce tenga conto “delle preoccupazioni sulla stabilità e sulla struttura del sistema finanziario che deriverebbero dall’introduzione di un euro digitale”.


Il documento è stato adottato dal Parlamento Ue con 378 voti favorevoli, 233 contrari e 26 astenuti, riporta il comunicato. Il documento giunge dopo che per mesi la Bce ha sollecitato gli eurodeputati a procedere sul versante legislativo dei preparativi per l’euro digitale. L’obiettivo della Bce sarebbe quello di completare l’attuale fase preparatoria per l’euro digitale in modo che il suo Consiglio direttivo, al quale partecipano i governatori delle banche centrali nazionali di tutta l’area euro, possa deliberare la possibile emissione della valuta digitale per la fine dell’anno, una volta che la relativa legislazione sarà stata adottata.


Il documento licenziato oggi sembra mostrare che secondo i legislatori Ue permangono elementi da chiarire. E contiene una frase molto esplicita. Uno dei punti approvati afferma infatti che il Parlamento europeo “richiede che qualunque decisione sull’emissione dell’euro digitale non debba essere presa esclusivamente dal Consiglio direttivo della Bce. Ritiene invece che la decisione sul se introdurre o no l’euro digitale sia una decisione politica, che debba essere presa dai colegislatori europei – si legge – dato il profondo potenziale impatto di una tale decisione su un’ampia gamma di questioni europee, incluse la privacy, la tutela dei consumatori, la stabilità finanziaria, le politiche finanziarie e altre aree che vanno oltre lo stretto ambito della politica monetaria”. Il Parlamento europeo, poi, raccomanda alla Bce di fare di più per rimettere sotto controllo l’inflazione, rilevando che i livelli elevati degli anni passati hanno colpito maggiormente coloro che hanno redditi più bassi.


Gli eurodeputati mettono anche in rilievo quelli che chiamano “sussidi rilevanti” ricevuti dalle banche “in maniera indiretta tramite le politiche della Bce, che hanno elargito consistenti retribuzioni ai depositi” che gli stessi istituti di credito detengono presso l’istituzione centrale. Infine, per la prima volta gli eurodeputati chiedono formalmente alla Bce di effettuare uno studio sul “come guerre e conflitti influiscano sulla stabilità dei prezzi”. L’analisi dovrà focalizzarsi sul periodo tra il 2025 e il 2030, riporta ancora il comunicato. Inoltre, gli europarlamentari chiedono la Bce di valutare come i cambiamenti climatici influiscano sulla sua capacità di mantenere la stabilità dei prezzi e di intervenire affinché le banche tengano sufficientemente in conto i rischi finanziari ed esterni, inclusi quelli correlati al clima e alle vicende geopolitiche.

Amazon: a Milano primo negozio fisico d’Italia, dedicato a cura e beauty

Amazon: a Milano primo negozio fisico d’Italia, dedicato a cura e beautyMilano, 11 feb. (askanews) – Amazon apre nel centro di Milano il suo primo negozio fisico in Italia, dedicato, come dice l’insegna, ai prodotti per parafarmacia & beauty. Si tratta dell’unico negozio al mondo dell colosso dell’ecommerce dedicato al comparto del cura persona. Si estende anche l’offerta online di questi prodotti, che progressivamente nel corso dell’anno sarà resa disponibile negli store online in Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito, consentendo ai clienti di accedere a una gamma ancora più ampia di prodotti di bellezza.


Il negozio Amazon Parafarmacia & Beauty, che si trova in Piazzale Cadorna a Milano e aprirà ufficialmente al pubblico dal 12 febbraio, avrà una selezione di prodotti di bellezza e cura della persona dei migliori marchi. Ma all’interno sarà presente anche un’area dedicata ai farmaci da banco, con la presenza di farmacisti, dove i clienti possono acquistare farmaci da banco senza prescrizione medica. “Abbiamo progettato questo negozio per avvicinarci ancora di più ai nostri clienti e garantire un’esperienza innovativa, che unisce tecnologia all’avanguardia e consulenza da parte di esperti – ha dichiarato Giorgio Busnelli, vice presidente categorie Largo Consumo di Amazon in Europa – Grazie a quest’apertura, amplieremo nel corso del 2025 la nostra offerta online di prodotti per la bellezza e la cura della persona in tutti gli store di Amazon in Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito. Questa selezione arricchita riflette il nostro impegno nel soddisfare le diverse esigenze dei nostri clienti, sia presso il nostro negozio fisico a Milano che online in Europa”.


Amazon Parafarmacia & Beauty presenta due aree distinte, la galleria principale e il derma-bar. La galleria, cuore del negozio con l’esposizione di prodotti per la bellezza e la cura della persona, avrà le postazioni “Place & Learn” con display digitali interattivi che permettono ai clienti di conoscere meglio i prodotti di interesse. Il derma-bar, invece, è un’area dove i clienti potranno effettuare gratuitamente l’analisi digitale della propria pelle e ricevere consigli sui diversi prodotti da parte di esperti.

Commissione Ue: dazi Usa? “Risponderemo quando avremo i dettagli”

Commissione Ue: dazi Usa? “Risponderemo quando avremo i dettagli”Bruxelles, 11 feb. (askanews) – La Commissione europea sta ancora aspettando di avere “i dettagli” delle decisioni dell’Amministrazione Trump di imporre dal 12 marzo prossimo dei dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Usa, e quindi non può ancora rivelare in che cosa consisteranno le contromisure dell’Ue. Lo hanno spiegato oggi a Bruxelles, rispondendo ai giornalisti durante il briefing quotidiano per la stampa, la portavoce capo della Commissione, Paula Pinho, e il portavoce per il Commercio, Olof Gill.


“Ci sono stati gli ordini esecutivi di Trump, ma non sono ancora stati precisati i dettagli, per cui non ci pronunciamo oggi” sulle contromisure, ha detto Gill. E rispondendo a un’altra domanda ha aggiunto: “Che cosa comportano queste misure commerciali? Non sappiamo qual è il quadro completo dei gruppi di prodotti presi di mira” dai dazi, “né dei prodotti derivati E quindi, con la vostra gentile comprensione, non oggi entreremo nelle descrizioni tecniche” delle misure di difesa commerciale. Paula Pinho, inoltre, ha spiegato che “quando rispondere è parte della risposta”, e quindi la Commissione si riserva di comunicare al momento opportuno non solo i contenuti ma anche i tempi delle decisioni che prenderà in risposta ai dazi americani.


Ai giornalisti che chiedevano se la Commissione non tema che alcuni Stati membri possano cercare di negoziare separatamente con l’Amministrazione Usa, per strappare condizioni commerciali migliori rispetto al resto dell’Ue, Gill ha replicato: “Per evitare dubbi, il commercio è una competenza esclusiva dell’Ue. Gli stati membri non possono negoziare da soli”. Il portavoce è tornato più tardi sull’argomento, rispondendo a un’altra domanda: “E’ una verità fattuale – ha ricordato – che il commercio sia una competenza esclusiva a livello europeo, vale a dire della Commissione. E sono anche certo che il motivo per cui i nostri Stati membri hanno deciso di conferire questo potere alla Commissione, a livello europeo, è perché siamo più forti, agiamo con più incisività su scala mondiale quando lavoriamo uniti. E ci auguriamo – ha osservato – che i nostri Stati membri lo terranno a mente quando formuleremo le nostre risposte nelle prossime settimane”.


Per quanto riguarda i contatti della Commissione con gli Stati membri, Gill ha poi riferito: “Sì, certo che siamo in contatto con i nostri Stati membri. Siamo stati in contatto costante con i nostri Stati membri in tutte le fasi. E ci sarà una call tra gli Stati membri organizzata dalla presidenza polacca” del Consiglio Ue. “Sappiamo che avrà luogo domani”. Inoltre, riguardo alle ripercussioni che i dazi Usa potranno avere anche nelle relazioni dell’Ue con altri partner globali, il portavoce ha assicurato: “In generale, siamo in contatto con partner in tutto il mondo su queste questioni commerciali molto importanti”.


Sotto la pressione della stampa che insisteva per avere più informazioni “fattuali” e non “speculative”, almeno sul funzionamento e le dinamiche decisionali dei meccanismi Ue di difesa commerciale che verranno attivati per rispondere ai dazi americani, Gill ha infine insistito sulla necessità della Commissione di non fornire ulteriori dettagli. “E’ importante che capiate che c’è una differenza tra ciò che è fattuale e ciò che è ipotetico. Il motivo per cui non posso dare una risposta fattuale a questa domanda fattuale è perché non conosciamo ancora il quadro completo. Ci stiamo preparando per possibili scenari da più di un anno. Quando conosceremo il quadro completo, ci consulteremo con i nostri Stati membri, esamineremo l’impatto economico sulla nostra industria, sui nostri cittadini, sulle nostre aziende, quel quadro completo che non abbiamo ancora”. “Quindi – ha concluso il portavoce – quando mi chiedete una risposta diretta su cosa accadrà alla fine di marzo, non posso darvi una risposta diretta su cosa accadrà, perché non lo sappiamo ancora. E il motivo per cui non sappiamo cosa accadrà alla fine di marzo è perché non abbiamo ancora il quadro completo per quanto riguarda la fine di marzo”.

UniCredit, fonti Delfin: su quota nulla di deciso, piena fiducia a Orcel

UniCredit, fonti Delfin: su quota nulla di deciso, piena fiducia a OrcelMilano, 11 feb. (askanews) – “Al momento non è stata presa alcuna decisione relativa alla dismissione della quota detenuta in UniCredit”. Così fonti vicino a Delfin commentano l’indiscrezione odierna riportata dal Corriere della Sera secondo cui la holding della famiglia Del Vecchio avrebbe iniziato ad esplorare la possibilità di vendere la sua quota nella banca, pari al 2,7%.


Le stesse fonti “esprimono soddisfazione per i risultati conseguiti da UniCredit, sottolineando la piena fiducia nella leadership di Andrea Orcel”.