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Usa, su trattative debito ancora ‘serie differenze’

Usa, su trattative debito ancora ‘serie differenze’Roma, 20 mag. (askanews) – La Casa Bianca e i negoziatori repubblicani hanno ripreso i colloqui sul tetto del debito degli Stati Uniti dopo una breve pausa di venerdì che ha scosso i mercati finanziari. Il presidente della Camera dei rappresentanti Kevin McCarthy ha affermato che i negoziati al Campidoglio sono ripresi, ma la Casa Bianca segnalato ‘gravi differenze’. I repubblicani avevano sospeso i colloqui ore prima, accusando la Casa Bianca di richieste “irragionevoli”. Lo riporta la Bbc.

Senza un accordo, gli Stati Uniti potrebbero andare in stato di insolvenza sul loro debito di 31,4 migliaia di miliardi di dollari. Ciò significherebbe che il governo non potrebbe più prendere in prestito denaro o pagare tutti i suoi conti. Il Dipartimento del Tesoro ha avvertito che il default potrebbe iniziare il 1° giugno. Lo speaker McCarthy ha detto a Fox Business venerdì sera: “Torneremo nella stanza stasera. Ma è molto frustrante se vogliono entrare nella stanza e pensare che spenderemo più soldi l’anno prossimo rispetto a quest’anno. Non è giusto e non accadrà”.

McCarthy ha aggiunto di non aver parlato con il presidente Joe Biden, che parteciperà al vertice del G7 in Giappone e tornerà a Washington domenica dopo aver interrotto il suo viaggio all’estero. Garret Graves, il principale negoziatore repubblicano, ha detto ai giornalisti di aver avuto una “discussione sincera su numeri realistici, un percorso realistico in avanti e qualcosa che cambia davvero la traiettoria del problema della spesa e del debito di questo paese”. La Casa Bianca ha suggerito che le due parti fossero ancora lontane da un accordo.

Parlando a una conferenza stampa a Hiroshima, l’addetta stampa Karine Jean-Pierre ha dichiarato: “Abbiamo serie divergenze. E questa continuerà ad essere una conversazione difficile. Non ci perdiamo”. La portavoce ha anche messo in dubbio che i repubblicani del Congresso vogliano seriamente ridurre il deficit e raggiungere un accordo “ragionevole”. Il mancato aumento del tetto del debito rispetto al limite attuale potrebbe portare gli Stati Uniti a sospendere i pagamenti delle assicurazioni sociali e gli stipendi dei dipendenti federali e militari. Il default minaccia anche di devastare l’economia globale, influenzando i prezzi e i tassi dei mutui in altri paesi.

La pausa nei colloqui di venerdì è stata ampiamente considerata come uno stratagemma negoziale a Capitol Hill, ma i mercati finanziari statunitensi hanno sussultato di fronte allo sviluppo, chiudendo in territorio negativo ieri pomeriggio. Il Dow ha perso lo 0,3%, l’S&P 500 lo 0,1% e il Nasdaq lo 0,2%.

Fs, ad Ferraris: connettere Sud a Europa, maxi-piano investimenti

Fs, ad Ferraris: connettere Sud a Europa, maxi-piano investimentiRoma, 20 mag. (askanews) – Gli investimenti previsti dal Gruppo Fs per i prossimi dieci anni, insieme alle risorse del Pnrr, contribuiranno a colmare il gap tra il Nord e il Sud dell’Italia, permettendo di collegare in maniera più efficiente il nostro Mezzogiorno all’Europa. A confermarlo è stato l’amministratore delegato Luigi Ferraris in occasione dell’incontro “Verso sud”, organizzato da The European House – Ambrosetti e tenutosi venerdì 19 maggio a Sorrento.

Nel corso della sesta sessione della giornata – dal titolo “Focus infrastrutture” – che ha visto la partecipazione del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, Ferraris ha sottolineato come il Piano industriale di Fs preveda circa 200 miliardi di euro di investimenti nei prossimi dieci anni dedicati a infrastrutture, servizi, tecnologia e digitalizzazione. “Bisogna ricordare – ha detto l’Ad di FS Italiane – che degli oltre 24 miliardi assegnati dal Pnrr a Rete Ferroviaria Italiana, il 45% è destinato a progetti per il Sud Italia. Inoltre, il nostro piano prevede circa 80 miliardi di investimenti in dieci anni nel Mezzogiorno, di cui circa 47 miliardi in infrastrutture ferroviarie attraverso RFI”. Come ricordato da Ferraris, rientrano tra le opere finanziate anche con i fondi del Pnrr l’asse ferroviario Palermo – Catania – Messina, la Salerno-Reggio Calabria, la Taranto – Metaponto – Potenza – Battipaglia, Ferrandina-Matera e la Pescara-Bari, la linea Palermo – Trapani via Milo e il bypass ferroviario di Augusta sulla tratta ferroviaria Catania – Siracusa. Senza dimenticare la Napoli-Bari che, una volta completata, consentirà di collegare le due città senza cambio treno e in sole due ore.

Nel corso della tavola rotonda si è discusso anche del Ponte sullo stretto di Messina, un progetto strategico per il Mezzogiorno che vede coinvolto direttamente il Gruppo Fs e che è parte integrante anche di un corridoio europeo: quello Scandinavia – Mediterraneo, nonché elemento di continuità tra due linee fondamentali per lo sviluppo del Mezzogiorno, quali la Salerno – Reggio Calabria e la Messina-Palermo-Catania. “Il Ponte sullo Stretto è necessario per rendere la Sicilia più integrata con il resto dell’Italia, per permettere la continuità di trasporto dal Nord Europa fino al Mezzogiorno”, ha dichiarato Ferraris, sottolineando il ruolo cruciale che rivestirà quest’opera nell’implementare il corridoio che parte dalla Scandinavia fino alla Sicilia, con la possibilità di aumentare il flusso turistico e ridurre i costi dei trasporti. Sulle tempistiche dell’opera, è intervenuto proprio durante l’incontro il ministro Salvini annunciando che “la settimana prossima in Senato ci sarà l’approvazione definitiva del decreto sul Ponte sullo Stretto”. Ampio spazio durante il dibattito, moderato dal direttore del quotidiano Il Mattino Francesco De Core, è stato dato anche ai progetti che il Gruppo FS ha in cantiere in chiave logistica e infrastrutturale per trasformare i porti del Sud in hub del Mediterraneo. “Nel sistema logistico italiano tutti i nostri porti giocano un ruolo di estrema importanza, soprattutto se ben connessi alla rete ferroviaria”, ha spiegato Ferraris. “Basti pensare a Genova che, grazie al Terzo Valico, potrà fare concorrenza ai porti del mare del Nord. Oppure pensiamo al porto di Gioia Tauro che il sistema ferroviario può e deve valorizzare e che, grazie ai lavori sulla Salerno Reggio Calabria AV e alla galleria Santomarco, andremo a connettere anche con la linea adriatica, potendo così trasportare le merci fino al cuore dell’Europa”.

Confindustria,Cgil,Cisl,Uil insieme per solidarietà per Emilia R.

Confindustria,Cgil,Cisl,Uil insieme per solidarietà per Emilia R.Roma, 20 mag. (askanews) – Confindustria e Cgil Cisl Uil, di fronte alla drammaticità degli eventi che si sono verificati a seguito dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, sono vicini e esprimono la massima solidarietà alle popolazioni così duramente colpite. Per questo hanno deciso di prendere insieme un impegno concreto e di sostenere una iniziativa congiunta di aiuto ai cittadini, ai lavoratori ed al sistema produttivo profondamente ferito.

Stanno, pertanto, attivando un “Fondo di intervento per la popolazione dell’Emilia Romagna” nel quale confluiranno contributi volontari da parte dei lavoratori pari ad un’ora di lavoro e un contributo equivalente da parte delle imprese. Confindustria e Cgil, Cisl e Uil effettueranno una valutazione puntuale sulle modalità dell’intervento a sostegno nei modi e con le forme che ne garantiscano la certezza della destinazione e la più rapida utilizzazione.

Maltempo: Coldiretti, da frutta a grano, il conto dei danni

Maltempo: Coldiretti, da frutta a grano, il conto dei danniRoma, 20 mag. (askanews) – E’ andata perduta quest’anno la produzione di almeno 400 milioni di chili di grano nei terreni allagati dell’Emilia Romagna, dove si ottiene circa 1/3 del grano tenero nazionale, mentre il raccolto della frutta sarà compromesso per i prossimi quattro o cinque anni perché l’acqua rimasta nei frutteti ha “soffocato” le radici degli alberi fino a farle marcire con la necessità di espiantare e poi reimpiantare intere piantagioni. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui gravi danni provocati dall’alluvione che ha devastato oltre 5mila aziende agricole e allevamenti con animali affogati in Romagna, una delle aree piu’ agricole del Paese con una produzione lorda vendibile di circa 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso.

Ai danni sulla produzione agricola si aggiungono – sottolinea la Coldiretti in un comunicato – quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali dove si moltiplicano frane e smottamenti. Nelle aree colpite secondo la Coldiretti sono a rischio nell’intera filiera almeno 50mila posti di lavoro tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione. Ad essere sconvolto è un territorio – sottolinea la Coldiretti – con la diffusa presenza di albicocche, pesche nettarine, susine, mele, pere, kiwi, fragole e ortaggi che alimentano industrie e cooperative di lavorazione e trasformazione che fanno della Romagna la “fruit valley” italiana.

Ma forte è la presenza dei cereali con i terreni coltivati a grano tenero destinato alla produzione di pane e quello duro per la pasta che sono stati – sottolinea la Coldiretti – i più interessati dall’alluvione insieme ai frutteti. Una decimazione dei raccolti che – precisa la Coldiretti – rischia di pesare fortemente sui bilanci delle aziende ma anche sull’approvvigionamento nazionale di grano in un momento di grandi tensioni internazionali. Consistente anche la produzione di mais, orzo, girasole, soia, erba medica e molto rilevante dal punto di vista economico – continua la Coldiretti – sono le colture da seme per cereali, bietole, girasole, erba medica ed ortaggi con migliaia di ettari coltivati completamente coperti dal fango.

Sott’acqua anche ulivi e vigne che – rileva la Coldiretti – sono stati anche travolti dalle frane nelle aree collinari dove diffusa è l’attività di allevamento in forte crisi per le difficoltà a garantire acqua e cibo agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario. Sono proprio i danni alle infrastrutture a preoccupare con strade interrotte, ponti abbattuti e terreni franati. “Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire con la nomina di un Commissario alla ricostruzione come fatto ai tempi del terremoto” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare in vista del Consiglio dei Ministri che “gli strumenti ordinari di intervento vanno attivati quanto prima, ma non sono sufficienti a garantire il salvataggio e la continuità delle filiere agricole del territorio colpito”.

Autonomia diff., Landini: non ce n’è bisogno, regressione pericolosa

Autonomia diff., Landini: non ce n’è bisogno, regressione pericolosaNapoli, 20 mag. (askanews) – “Se non ci ascoltano decideremo tutto quello che c’è da decidere, utilizzando tutti gli strumenti democratici che abbiamo a disposizione, perché questa è davvero una regressione pericolosa e non è quello di cui ha bisogno il nostro Paese”. Così Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a margine dalla manifestazione sindacale unitaria a Napoli, in merito al progetto di autonomia differenziata portato avanti dal governo Meloni.

“Noi la Costituzione, com’è noto, l’abbiamo sempre difesa, quando la voleva cambiare Berlusconi e quando la voleva cambiare Renzi perché – ha aggiunto – continuiamo a pensare che la Costituzione va applicata non va cambiata. Le vere riforme si fanno applicando la Costituzione e pensare che oggi, per quello che sta succedendo in Italia e nel mondo, la soluzione sia costruire tante piccole patrie, tanti piccoli territori che risolvono i problemi è una bugia, è una follia”. Secondo il leader della Cgil “si stanno raccontando delle balle alle persone e per questo noi saremo contrari, non ci fermeremo e, se qualcuno pensa di modificare la Costituzione a colpi di maggioranza, penso che sarà il popolo italiano che interverrà, si mobiliterà utilizzando tutti gli strumenti che sono a disposizione. Intanto – ha concluso Landini – noi chiediamo di fermarsi e di non andare avanti con quel progetto perché è sbagliato e di fare altre riforme. Le opposizioni facciano la loro parte, noi ci rivolgiamo a tutti. Noi stiamo chiedendo al governo di aprire un vero confronto con noi, cosa che non sta avvenendo e per questo siamo in piazza”.

Maltempo, Arera: stop pagamento bollette a popolazioni colpite

Maltempo, Arera: stop pagamento bollette a popolazioni colpiteMilano, 19 mag. (askanews) – L’Arera ha approvato un provvedimento di urgenza che sospende il pagamento di bollette e avvisi di pagamento di acqua, rifiuti luce e gas (compresi il gpl e altri gas distribuiti per mezzo di reti canalizzate) a favore delle popolazioni dell’Emilia-Romagna colpite dagli eccezionali eventi meteorologici.

La delibera riguarda tutte le utenze nei Comuni danneggiati dagli eventi calamitosi dal 1 di maggio, con i peggioramenti degli ultimi giorni. Sarà applicata dalla data di emanazione da parte delle autorità competenti dei provvedimenti per l’identificazione dei Comuni coinvolti. Tra le fatturazioni sospese rientrano tutte quelle emesse o da emettere con scadenza a partire dal 1 maggio, comprese le eventuali fatture relative ai corrispettivi previsti dai venditori o dai gestori del Servizio Idrico Integrato per allacciamento, attivazione, disattivazione, voltura o subentro. Inoltre, per garantire la fruizione dei servizi essenziali nelle aree colpite, non si applicherà la disciplina delle sospensioni per morosità, anche nel caso di morosità verificatesi precedentemente alla medesima data del 1 maggio. La sospensione dei pagamenti delle bollette è un primo provvedimento di urgenza, in vista degli eventuali provvedimenti straordinari che verranno adottati dal Governo a sostegno delle popolazioni interessate da alluvioni ed esondazioni. Nuovi interventi dell’Autorità potranno prevedere anche l’introduzione di specifica disciplina in materia di rateizzazione dei pagamenti, agevolazioni anche di natura tariffaria ed eventuali deroghe dal rispetto degli obblighi di cui alla regolazione vigente a favore degli operatori colpiti dagli eventi in argomento. Infine, i venditori e gestori che erogano i servizi pubblici sopra richiamati potranno offrire ulteriori agevolazioni più favorevoli, in linea con quanto disposto dalla delibera Arera.

Ponte Stretto, Salvini: settimana prossima approvazione definitiva

Ponte Stretto, Salvini: settimana prossima approvazione definitivaNapoli, 19 mag. (askanews) – “La settimana prossima in Senato ci sarà l’approvazione definitiva del decreto sul Ponte dello Stretto”. A dirlo il ministro dei Trasporti e Infrastrutture, Matteo Salvini, intervenendo a Sorrento (Napoli) al forum “Verso Sud”. “A me piace mantenere gli impegni che prendo con gli elettori prima del voto perché – ha aggiunto in videocollegamento – anche da questo deriva la maggiore o minore astensione: se in un programma di governo in cui chiedo il consenso, e poi vado a fare il ministro, c’è anche il collegamento del Ponte sullo stretto non posso più andare a chiedere a qualcuno di fare questo perché la scrivania dove passano questi progetti è la mia”. In merito al Ponte, il leader della Lega ha poi spiegato: “Il Ponte sullo stretto vede la luce normativamente nel 1971, il progetto ha più anni rispetto a quanti non ne abbia io, il Ponte che non c’è è costato milioni”. “Il Ponte da solo – ha poi aggiunto – non risolve i problemi della Sicilia, dell’Italia, dell’Europa, va inserito in un contesto. Il ponte non è tra Messina e Villa San Giovanni, ma è tra Palermo-Roma-Berlino e il Nord Europa e serve solo alla Sicilia questo gap che costa 6 miliardi di euro all’anno, ma alle imprese di tutta Italia. Il ponte creerà circa 100mila posti di lavoro veri negli anni di lavorazione. A lavori ultimati, oltre a essere un’opera di ingegneria unica al mondo potrà attrarre in Italia un turismo di elite e non solo di massa che oggi va a visitare i ponti in giro per il mondo. Sarà il ponte a campata unica più lungo al mondo. Conto entro l’estate prossima l’avvio dei lavori possano essere oggettivamente e non politicamente smentiti quelli che criticano”, ha concluso Salvini.

La Bce: il peggior crollo della domanda di mutui da 20 anni

La Bce: il peggior crollo della domanda di mutui da 20 anniRoma, 19 mag. (askanews) – Nel primo trimestre nell’area euro si è verificato il più drastico inasprimento delle condizioni di erogazione del credito bancario dal 2011, quando avvenne la crisi sui debiti pubblici, e sempre nei primi tre mesi di quest’anno la domanda di mutui da parte delle famiglie ha registrato il crollo più pesante da vent’anni a questa parte. Lo rileva la Banca centrale europea nel bollettino economico. “Le banche hanno segnalato un forte calo della domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie”, si legge.

La Bce fa riferimento alla sua ultima indagine sul credito bancario nell’area euro. “Nel primo trimestre – si legge – i criteri per la concessione dei prestiti alle imprese e alle famiglie per l’acquisto di abitazioni hanno evidenziato un ulteriore significativo inasprimento, segnalando un perdurante indebolimento della dinamica del credito. L’inasprimento è stato più forte di quanto le banche avessero previsto nel trimestre antecedente e, in prospettiva storica, il suo ritmo per le imprese si è confermato il più intenso mai registrato dalla crisi del debito sovrano dell’area dell’euro nel 2011”. Secondo la stessa Bce a determinare la stretta “sono stati la percezione di maggiori rischi relativi alle prospettive economiche e, in misura minore, la più ridotta tolleranza al rischio da parte delle banche”, oltre ai rialzi dei tassi di interesse di riferimento operati dalla stessa Bce e la contrazione della liquidità che la banca centrale rende disponibile.

Nel frattempo “le banche hanno segnalato un forte calo della domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie nel primo trimestre del 2023. Il calo della domanda di prestiti da parte delle imprese è stato il più marcato dalla crisi finanziaria mondiale, mentre la contrazione della domanda di prestiti da parte delle famiglie – rileva la Bce – è stata la più elevata dall’avvio dell’indagine nel 2003”. Secondo l’istituzione questa flessione della domanda di prestiti “è stata superiore alle aspettative” delle stesse banche, che “hanno segnalato che il livello generale dei tassi di interesse è stato il principale fattore alla base” di questo calo. “La contrazione della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni si è confermata significativa ed è stata principalmente trainata dall’aumento dei tassi di interesse, dall’indebolimento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali – si legge – e dal basso clima di fiducia dei consumatori”.

La domanda di prestiti crolla ma la Bce insiste sui rialzi dei tassi

La domanda di prestiti crolla ma la Bce insiste sui rialzi dei tassiRoma, 19 mag. (askanews) – Nel primo trimestre di quest’anno si è verificato il peggior crollo da almeno vent’anni a questa parte della domanda di prestiti da parte delle famiglie nell’eurozona, prevalentemente a riflesso del drastico aumento dei tassi operato dalla Bce. E nel suo ultimo Bollettino economico, l’istituzione di Francoforte ribadisce l’intenzione di continuare con questa stretta creditizia: “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento”, si legge.

Secondo la Bce, anche se è calata l’inflazione dell’area euro resta “troppo elevata da troppo tempo”. E i tassi di interesse “restano lo strumento principale utilizzato per definire l’orientamento di politica monetaria”, che spingendosi in senso restrittivo punta a favorire un abbassamento delle spinte inflazionistiche. La Bce ha avviato la manovra di aumento dei tassi nel luglio del 2022 e da allora li ha complessivamente aumentati di 375 punti base, ovvero 3,75 punti percentuali, con un recente rialzo da 25 punti base anche a inizio maggio. Una stretta da record nella storia dell’istituzione, contro una inflazione galoppante a sua volta a massimi storici.

E da record sono anche gli effetti che questa stretta sta avendo sul mercato del credito. Nel primo trimestre “il calo della domanda di prestiti da parte delle imprese è stato il più marcato dalla crisi finanziaria mondiale, mentre la contrazione della domanda di prestiti da parte delle famiglie – rileva la Bce – è stata la più elevata dall’avvio dell’indagine nel 2003”. Il riferimento è all’ultima indagine sul credito bancario condotta dalla stessa istituzione. Le banche coinvolte “hanno segnalato che il livello generale dei tassi di interesse è stato il principale fattore alla base” del crollo. “La contrazione della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni si è confermata significativa ed è stata principalmente trainata dall’aumento dei tassi di interesse, dall’indebolimento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali – si legge – e dal basso clima di fiducia dei consumatori”.

La contrazione non è ancora finita, dato che per il secondo trimestre “le banche si attendono un’ulteriore, ma più contenuta, flessione (netta) della domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie”. Il tutto mentre gli istituzti di credito stanno a loro volta stringendo i criteri per la concessione dei prestiti. “In prospettiva storica”, rileva ancora la Bce, il ritmo di questa stretta sul credito alle imprese “si è confermato il più intenso mai registrato dalla crisi del debito sovrano dell’area dell’euro nel 2011”.

Bce alzerà ancora tassi “a livello sufficientemente restrittivo”

Bce alzerà ancora tassi “a livello sufficientemente restrittivo”Roma, 19 mag. (askanews) – La Banca centrale europea ribadisce l’intenzione di proseguire con i rialzi dei tassi di interesse: “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e siano mantenuti su tali livelli finché necessario”. Lo si legge nel Bollettino economico, pubblicato a due settimane dall’utima riunione operativa del direttorio, che ha alzato i tassi di altri 25 punti base.

Secondo l’istituzione di Francoforte “le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo. L’inflazione complessiva ha registrato una riduzione negli ultimi mesi, sebbene le pressioni di fondo sui prezzi rimangano intense”, si legge. Inoltre, la Bce ripete che i tassi “restano lo strumento principale utilizzato per definire l’orientamento di politica monetaria”. Ma che paralelamente proseguirà anche la manovra di riduzione degli stock di titoli, prevalentemente pubblici, accumulato negli anni scorsi “a un ritmo misurato e prevedibile”. In questo ambito si opera con un inasprimento quantitativo passivo: cioè mediante il non rinnovo dei bond che giungono a scadenza. E a inizio mese, assieme al rialzo dei tassi, la Bce ha deciso di sospendere tutti i rinnovi sul piano di acquisti App a partire da luglio.