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Carenza manodopera, Confartigianato: introvabile il 48% dei lavoratori

Carenza manodopera, Confartigianato: introvabile il 48% dei lavoratoriMilano, 19 ago. (askanews) – Per le imprese italiane è sempre più difficile trovare manodopera: nell’ultimo anno la quota di lavoratori introvabili sul totale delle assunzioni previste è passata dal 40,3% di luglio 2022 al 47,9% registrato a luglio 2023. Lo rileva un rapporto di Confartigianato sulla carenza di personale da cui emerge l’allarme degli imprenditori per un fenomeno diffuso in tutta Italia e in tutti i settori, da quelli tradizionali fino alle attività digitali e hi tech.

In particolare, le maggiori difficoltà di reperimento si riscontrano per i tecnici specializzati nella carpenteria metallica (70,5% di personale difficile da trovare), nelle costruzioni (69,9%), nella conduzione di impianti e macchinari (56,6%). A livello regionale, le imprese che faticano di più a trovare dipendenti operano in Trentino-Alto Adige, con il 61,6% del personale di difficile reperimento. Seguono quelle della Valle d’Aosta (57,1%), dell’Umbria (54,6%), del Friuli-Venezia Giulia (53,3%), dell’Emilia-Romagna (52,7%), del Piemonte (52%) e del Veneto (51,4%).

Ma, secondo Confartigianato, la scarsità di manodopera è un’emergenza in crescita ovunque: nell’ultimo anno, infatti, la quota di lavoratori difficili da trovare è salita di 9,1 punti nel Mezzogiorno, di 6,9 punti nel Centro, di 7,4 punti nel Nord Ovest e di 6,5 punti nel Nord Est. In particolare, i maggiori aumenti si registrano in Abruzzo (+11,5%), in Calabria (+10,9%), in Liguria (+10,8%), in Puglia (+10,5%) e Trentino-Alto Adige, la regione più esposta al fenomeno, con +10,3%.

Dal rapporto di Confartigianato emerge, inoltre, che, tra le cause di difficile reperimento, per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati e il 10,8% all’inadeguata preparazione dei candidati. Per questo, le piccole imprese reagiscono intensificando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, l’utilizzo di stage, tirocini, percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Inoltre, all’aumento delle retribuzioni, affiancano l’offerta di pacchetti di welfare aziendale, flessibilità dell’orario di lavoro, l’utilizzo dello smart working, interventi per migliorare il clima aziendale e il comfort dei luoghi di lavoro. “La carenza di manodopera – sottolinea il presidente di Confartigianato, Marco Granelli – è diventato uno dei maggiori problemi per le nostre imprese. Siamo al paradosso: il lavoro c’è, mancano i lavoratori. E, nel frattempo, 1,7 milioni di giovani tra 15 e 29 anni non studia, non si forma, non cerca occupazione. Di questo passo, ci giochiamo il futuro del made in Italy. Ecco perchè il dibattito su salario minimo e lavoro povero deve allargarsi ad affrontare con urgenza il vero problema del Paese: la creazione di lavoro di qualità. Serve un’operazione di politica economica e culturale che avvicini la scuola al mondo del lavoro, per formare i giovani con una riforma del sistema di orientamento scolastico che rilanci gli istituti professionali e gli istituti tecnici, investa sulle competenze a cominciare da quelle digitali e punti sull’alternanza scuola lavoro e sull’apprendistato duale e professionalizzante”.

Chi è stato Roberto Colaninno

Chi è stato Roberto ColaninnoMilano, 19 ago. (askanews) – Aveva compiuto 80 anni lo scorso 16 agosto, Roberto Colaninno, presidente e ad di Piaggio, morto la notte scorsa. Con lui scompare un protagonista della vita economica del nostro Paese, che ha segnato la storia di aziende come Olivetti, Telecom e Alitalia per finire poi come imprenditore di Piaggio, il gruppo motociclistico di Pontedera.

Nato a Mantova, ma di famiglia originaria di Acquaviva delle Fonti, in Puglia, Colaninno, si sposa a 26 anni nel 1969 con Oretta Schiavetti. Due i figli: il primo, Matteo, nato nel 1970, è vicepresidente esecutivo del gruppo Piaggio, e per tre legislature è stato deputato, arrivando a ricoprire la carica di ministro dello sviluppo economico nel governo ombra del Partito Democratico, componente della direzione e responsabile economico della segreteria nazionale del Partito Democratico, e parlamentare di Italia Viva. Il secondogenito, Michele, classe 1976, è amministratore delegato e direttore generale della holding industriale Immsi, responsabile delle strategie di innovazione prodotto e marketing del Gruppo Piaggio, e presidente di Acem, l’associazione europea dell’industria motociclistica con sede a Bruxelles, Colaninno senior aveva iniziato la sua carriera in Fiaam, azienda italiana di componentistica auto, di cui diviene amministratore delegato. Nel 1981 fonda, nella sua città natale, Sogefi che, sotto la sua guida, diventa uno dei principali gruppi italiani nel settore della componentistica auto, quotato in Borsa, poi assorbita da Cir, la holding della famiglia De Benedetti. Nello stesso periodo ricopre incarichi di primo livello in importanti multinazionali americane e inglesi del settore automotive. Nel 1996 inizia la sua avventura in Olivetti: a settembre assume l’incarico di amministratore delegato dell’azienda che all’epoca versava in una grave crisi. In breve tempo, anche grazie ad accordi internazionali, risana l’azienda di Ivrea famosa nel mondo per macchine da scrivere e computer e la trasforma in una holding di telecomunicazioni, dando vita a Omnitel, la prima compagnia di telefonia mobile privata, e Infostrada, che invece gestiva la rete fissa in alternativa a Telecom, che all’epoca era monopolista.

Proprio partendo da questa “tesoretto”, venduto per oltre sette miliardi di euro ai tedeschi di Mannesmann che a loro volta lo cederanno tutto a Vodafone, nasce l’Opa su Telecom Italia del 1999. Nel febbraio di quell’anno viene lanciata la più grande offerta pubblica mai tentata sino ad allora in Italia: un’offerta dal un valore complessivo di oltre 60 miliardi di euro che si concluse con l’acquisizione del 51% circa della società di telecomunicazioni. Fu quella l’operazione che gli valse l’appellativo di capitano coraggioso da parte dell’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. In seguito all’Opa l’impreditore diviene presidente e amministratore delegato di Telecom, oltre che presidente di Tim, cariche che lascerà a luglio 2001, in seguito alla vendita da parte degli azionisti di Bell della propria quota a Marco Tronchetti Provera. Nel frattempo, era il settembre 1998, fonda Omniaholding, società finanziaria di famiglia di cui era presidente. Quattro anni dopo costituisce, con altri soci, Omniainvest, società di partecipazioni oggi controllata da Omniaholding. Nel novembre 2002, attraverso Omniaholding e Omniainvest rileva Immsi, società di gestione di attività immobiliari quotata in Borsa. Alle attività immobiliari, Immsi affianca dal febbraio 2003 anche quelle di partecipazioni in aziende industriali e di servizi, tra cui quelle di controllo del gruppo Piaggio (era il 2003) e del gruppo Intermarine. Nel dicembre 2004 amplia il perimetro industriale del gruppo di Pontedera e con l’acquisizione dei marchi motociclistici Aprilia e Moto Guzzi entra nel business delle moto. Nel 2006 condurrà l’azienda di Pontedera in Borsa. Anche in questo caso riuscirà a rilanciare l’azienda riportando sulla cresta dell’onda i suoi marchi storici, dalla Vespa alla Moto Guzzi alla Aprilia.

Nel 2008 il gruppo Immsi è tra i soci fondatori di Cai, (Compagnia aerea italiana), società che acquisisce le compagnie aeree Alitalia e Airone. Diviene presidente e consigliere di amministrazione di Alitalia, oltre a essere anche membro del consiglio di Mediobanca, Capitalia e altre istituzioni finanziarie, nonché nel consiglio direttivo e nella giunta di Confindustria. Nel 2000 è stato nominato Cavaliere del Lavoro e nel 2014 è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale della Legion d’Honneur. Colaninno, che era diplomato alla ragioneria, ha ricevuto la laurea honoris causa in economia e commercio dall’Università di Lecce (2001), diventando dottore a 58 anni, e il diploma di master h.c. in management, innovazione e ingegneria dei servizi dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (2013).

Addio a Colaninno: da Telecom a Piaggio protagonista economia italiana

Addio a Colaninno: da Telecom a Piaggio protagonista economia italianaMilano, 19 ago. (askanews) – Aveva compiuto 80 anni lo scorso 16 agosto, Roberto Colaninno, presidente e ad di Piaggio, morto nella notte. Con lui scompare un protagonista della vita economica del nostro Paese, che ha segnato la storia di aziende come Olivetti, Telecom e Alitalia per finire poi come imprenditore di Piaggio, il gruppo motociclistico di Pontedera.

Nato a Mantova, ma di famiglia originaria di Acquaviva delle Fonti, in Puglia, Colaninno, si sposa a 26 anni nel 1969 con Oretta Schiavetti. Due i figli: il primo, Matteo, nato nel 1970, è vicepresidente esecutivo del gruppo Piaggio, e per tre legislature è stato deputato, arrivando a ricoprire la carica di ministro dello sviluppo economico nel governo ombra del Partito Democratico, componente della direzione e responsabile economico della segreteria nazionale del Partito Democratico, e parlamentare di Italia Viva. Il secondogenito, Michele, classe 1976, è amministratore delegato e direttore generale della holding industriale Immsi, responsabile delle strategie di innovazione prodotto e marketing del Gruppo Piaggio, e presidente di Acem, l’associazione europea dell’industria motociclistica con sede a Bruxelles, Colaninno senior aveva iniziato la sua carriera in Fiaam, azienda italiana di componentistica auto, di cui diviene amministratore delegato. Nel 1981 fonda, nella sua città natale, Sogefi che, sotto la sua guida, diventa uno dei principali gruppi italiani nel settore della componentistica auto, quotato in Borsa, poi assorbita da Cir, la holding della famiglia De Benedetti. Nello stesso periodo ricopre incarichi di primo livello in importanti multinazionali americane e inglesi del settore automotive.

Nel 1996 inizia la sua avventura in Olivetti: a settembre assume l’incarico di amministratore delegato dell’azienda che all’epoca versava in una grave crisi. In breve tempo, anche grazie ad accordi internazionali, risana l’azienda di Ivrea famosa nel mondo per macchine da scrivere e computer e la trasforma in una holding di telecomunicazioni, dando vita a Omnitel, la prima compagnia di telefonia mobile privata, e Infostrada, che invece gestiva la rete fissa in alternativa a Telecom, che all’epoca era monopolista. Proprio partendo da questa “tesoretto”, venduto per oltre sette miliardi di euro ai tedeschi di Mannesmann che a loro volta lo cederanno tutto a Vodafone, nasce l’Opa su Telecom Italia del 1999. Nel febbraio di quell’anno viene lanciata la più grande offerta pubblica mai tentata sino ad allora in Italia: un’offerta dal un valore complessivo di oltre 60 miliardi di euro che si concluse con l’acquisizione del 51% circa della società di telecomunicazioni. Fu quella l’operazione che gli valse l’appellativo di capitano coraggioso da parte dell’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. In seguito all’Opa l’impreditore diviene presidente e amministratore delegato di Telecom, oltre che presidente di Tim, cariche che lascerà a luglio 2001, in seguito alla vendita da parte degli azionisti di Bell della propria quota a Marco Tronchetti Provera.

Nel frattempo, era il settembre 1998, fonda Omniaholding, società finanziaria di famiglia di cui era presidente. Quattro anni dopo costituisce, con altri soci, Omniainvest, società di partecipazioni oggi controllata da Omniaholding. Nel novembre 2002, attraverso Omniaholding e Omniainvest rileva Immsi, società di gestione di attività immobiliari quotata in Borsa. Alle attività immobiliari, Immsi affianca dal febbraio 2003 anche quelle di partecipazioni in aziende industriali e di servizi, tra cui quelle di controllo del gruppo Piaggio (era il 2003) e del gruppo Intermarine. Nel dicembre 2004 amplia il perimetro industriale del gruppo di Pontedera e con l’acquisizione dei marchi motociclistici Aprilia e Moto Guzzi entra nel business delle moto. Nel 2006 condurrà l’azienda di Pontedera in Borsa. Anche in questo caso riuscirà a rilanciare l’azienda riportando sulla cresta dell’onda i suoi marchi storici, dalla Vespa alla Moto Guzzi alla Aprilia. Nel 2008 il gruppo Immsi è tra i soci fondatori di Cai, (Compagnia aerea italiana), società che acquisisce le compagnie aeree Alitalia e Airone. Diviene presidente e consigliere di amministrazione di Alitalia, oltre a essere anche membro del consiglio di Mediobanca, Capitalia e altre istituzioni finanziarie, nonché nel consiglio direttivo e nella giunta di Confindustria.

Nel 2000 è stato nominato Cavaliere del Lavoro e nel 2014 è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale della Legion d’Honneur. Colaninno, che era diplomato alla ragioneria, ha ricevuto la laurea honoris causa in economia e commercio dall’Università di Lecce (2001), diventando dottore a 58 anni, e il diploma di master h.c. in management, innovazione e ingegneria dei servizi dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (2013).

Ue, Bce: bene proposta riforma Patto ma serve accordo entro il 2023

Ue, Bce: bene proposta riforma Patto ma serve accordo entro il 2023Roma, 18 ago. (askanews) – La BCE “accoglie con favore le proposte della Commissione in merito alla riforma del quadro di governance economica dell’Unione” e sollecita i paesi membri a raggiungere un accordo sul testo “non appena possibile e al più tardi entro la fine del 2023” quando scadrà la clausola di salvaguardia.

E’ quanto si legge in un parere della Banca Centrale Europea sulla riforma del Patto del 5 luglio scorso ma pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione. La BCE, si legge nel parere, “sollecita i legislatori dell’Unione a raggiungere un accordo sulla riforma del quadro di governance economica non appena possibile e al più tardi entro la fine del 2023. Dato che la clausola di salvaguardia generale prevista dall’Stability and Growth Pact sarà disattivata entro tale data, tale accordo sarebbe fondamentale per ancorare le aspettative per la sostenibilità del debito e la crescita sostenibile e inclusiva”.

“In assenza di un rapido accordo e di una rapida istituzione di un quadro di bilancio credibile, trasparente e prevedibile – avverte la Bce – si potrebbe creare incertezza e ritardare indebitamente il necessario adeguamento fiscale e l’impeto per riforme e investimenti”.

Cina, banca centrale intensifica la difesa del renminbi

Cina, banca centrale intensifica la difesa del renminbiMilano, 18 ago. (askanews) – La banca centrale cinese ha rafforzato la difesa della sua valuta mentre aumenta la preoccupazione per la salute della seconda economia più grande del mondo. Gli sforzi della People’s Bank of China per arrestare un calo del renminbi seguono una serie di foschi dati economici rilasciati questa settimana che hanno mostrato l’indebolimento delle esportazioni e il calo della fiducia dei consumatori.

Operatori e analisti, come scrive il Financial Times, ritengono che la pressione al ribasso sulla valuta cinese si sia intensificata dopo un inaspettato taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale martedì. Hanno aggiunto che le banche statali avevano acquistato renminbi e venduto dollari nel tentativo evidente di rallentare il ritmo del deprezzamento. Nell’ultima mossa per difendere la valuta, venerdì la banca centrale ha fissato il punto medio giornaliero per il renminbi – intorno al quale la valuta può scambiare il 2% in entrambe le direzioni – a 7,2006 Rmb per dollaro. Ciò rispetto a una stima media di 7,3047 degli analisti intervistati da Bloomberg. Il divario tra le aspettative e il livello fissato dalla PBoC è il più ampio dall’inizio dell’indagine nel 2018.

La Banca centrale cinese è sotto pressione per sostenere la crescita e questa settimana ha iniettato 757 miliardi di Rmb (104 miliardi di dollari) di liquidità a breve termine nel sistema bancario del Paese, la più grande mossa di questo tipo da marzo, potenzialmente minando gli sforzi per arginare la caduta della valuta. Giovedì, la banca centrale si è anche impegnata a “aumentare l’intensità degli aggiustamenti della politica macroeconomica”.

Cina,colosso immobiliare Evergrande presenta istanza fallimento in Usa

Cina,colosso immobiliare Evergrande presenta istanza fallimento in UsaRoma, 18 ago. (askanews) – Il gruppo cinese Evergrande ha presentato istanza di fallimento a New York, riferisce Cnn.

Evergrande era la più grande immobiliare cinese per vendite, ma travolta dai debiti, è fallita nel 2021, scatenando la peggiore crisi del mercato immobiliare cinese mai registrata. Nel marzo di quest’anno, Evergrande ha presentato un piano di ristrutturazione multimiliardario per ripagare i suoi creditori internazionali. La società aveva più di 270 miliardi di dollari di passività totali. Evergrande ha presentato istanza Usa di protezione dai creditori sulla base del Chapter 15, inteso ad aiutare le aziende a gestire i casi di insolvenza che coinvolgono più di un paese.

Coca-Cola Hbc Italia al meeting di Rimini 2023

Coca-Cola Hbc Italia al meeting di Rimini 2023Roma, 18 ago. (askanews) – Coca-Cola HBC Italia, il principale imbottigliatore di prodotti a marchio The Coca-Cola Company sul territorio nazionale, torna al Meeting di Rimini, in programma dal 20 al 25 agosto, con uno spazio interamente dedicato alla sostenibilità. Presso il padiglione A1 della fiera di Rimini tutti i visitatori potranno toccare con mano l’impegno dell’azienda nel favorire un progresso sostenibile e inclusivo e partecipare a “Missione Coca-Cola”, un’avvincente sfida a quiz sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare e un’occasione per approfondire queste tematiche e rispondere ai dubbi più comuni.

Lo rende noto l’azienda specificando che per i partecipanti più attivi, in premio gadget brandizzati, buoni sconto e gustose sorprese a base di miele, frutto del progetto speciale lanciato in occasione dell’ultima edizione del Rapporto di Sostenibilità dell’azienda “La Scelta di Guardare Lontano” e che ha visto le api protagoniste. Coca-Cola HBC Italia ha infatti adottato un alveare per ciascuna delle regioni in cui sono presenti i suoi sei stabilimenti produttivi e la sede centrale, per proteggere 1,8 milioni di api, che contribuiranno a salvaguardare la biodiversità del territorio e consentiranno la riproduzione degli organismi vegetali, come ad esempio lo zucchero e gli agrumi necessari per molte delle bevande Coca-Cola. All’interno dello spazio sarà presente anche un eco-compattatore Coripet dove i visitatori potranno contribuire attivamente alla raccolta di bottiglie in PET e scoprire le proprietà di questo prezioso materiale. “Siamo felici di tornare in presenza al Meeting di Rimini 2023 con uno stand che permette ai visitatori di potersi immergere nel nostro 19° Rapporto di Sostenibilità”. Dichiara Giangiacomo Pierini, Direttore Corporate Affairs e Sostenibilità di Coca-Cola HBC Italia “Quello della sostenibilità è un tema sempre più importante per l’opinione pubblica e con la nostra partecipazione vogliamo aiutare tutti i visitatori a chiarire i dubbi e le domande più comuni, permettendo loro anche di supportarci attivamente nel nostro obiettivo di incrementare quanto più possibile la raccolta e il riciclo degli imballaggi per bevande in PET.”

Negli ultimi 10 anni in Italia l’azienda – informa una nota – ha investito circa mezzo miliardo in progetti e iniziative volte a promuovere un processo di innovazione sempre attento alla sostenibilità e all’economia circolare. Proprio in questo senso si è inserita anche la riapertura della fabbrica CCH CircularPET di Gaglianico (Biella), divenuta un innovativo impianto capace di trasformare fino a 30.000 tonnellate di PET all’anno in preforme in 100% plastica riciclata (rPET) destinate all’imbottigliamento del portafoglio bevande Coca-Cola nel Paese.

La sfida della sostenibilità di Coca Cola Hbc Italia al Meeting di Rimini

La sfida della sostenibilità di Coca Cola Hbc Italia al Meeting di RiminiMilano, 18 ago. (askanews) – Coca-Cola Hbc Italia, il principale imbottigliatore di prodotti a marchio The Coca-Cola company nel nostro Paese, torna al Meeting di Rimini, in programma dal 20 al 25 agosto, con uno spazio dedicato alla sostenibilità. Presso il padiglione A1 della fiera di Rimini i visitatori potranno conoscere l’impegno dell’azienda e partecipare a “Missione Coca-Cola”, una sfida a quiz sui temi della sostenibilità e dell’economia circolare, e approfondire queste tematiche e rispondere ai dubbi più comuni.

Per i partecipanti più attivi, in premio gadget brandizzati, buoni sconto e sorprese a base di miele, frutto del progetto speciale lanciato in occasione dell’ultima edizione del Rapporto di Sostenibilità dell’azienda “La scelta di guardare lontano”, che ha visto le api protagoniste. Coca-Cola HBC Italia ha infatti adottato un alveare per ciascuna delle regioni in cui sono presenti i suoi sei stabilimenti produttivi e la sede centrale, per proteggere 1,8 milioni di api, che contribuiranno a salvaguardare la biodiversità del territorio e consentiranno la riproduzione degli organismi vegetali, come ad esempio lo zucchero e gli agrumi necessari per molte delle bevande Coca-Cola. All’interno dello spazio sarà presente anche un eco-compattatore Coripet dove i visitatori potranno contribuire attivamente alla raccolta di bottiglie in PET e scoprire le proprietà di questo materiale.

“Quello della sostenibilità è un tema sempre più importante per l’opinione pubblica – dichiara Giangiacomo Pierini, direttore corporate affairs e sostenibilità di Coca-Cola HBC Italia – e con la nostra partecipazione vogliamo aiutare i visitatori a chiarire i dubbi e le domande più comuni, permettendo loro anche di supportarci attivamente nel nostro obiettivo di incrementare quanto più possibile la raccolta e il riciclo degli imballaggi per bevande in Pet”. Un’iniziativa, quella di “Missione Coca-Cola”, che punta a coinvolgere in maniera ludica il pubblico, sensibilizzandolo sulle pratiche quotidiane capaci di fare la differenza per la tutela del Pianeta. Coca-Cola HBC Italia negli ultimi 10 anni ha investito circa mezzo miliardo in progetti e iniziative volte a promuovere un processo di innovazione sempre attento alla sostenibilità e all’economia circolare. Proprio in questo senso si è inserita anche la riapertura della fabbrica CCH CircularPET di Gaglianico (Biella), divenuta un innovativo impianto capace di trasformare fino a 30.000 tonnellate di Pet all’anno in preforme in 100% plastica riciclata (rPet) destinate all’imbottigliamento del portafoglio bevande Coca-Cola nel Paese.

Carburanti, Urso: taglio accise costerebbe 12 miliardi. Più del Rdc

Carburanti, Urso: taglio accise costerebbe 12 miliardi. Più del RdcRoma, 18 ago. (askanews) – Per riproporre lo sconto sulle accise dei carburanti fatto dal governo Draghi “dovremmo trovare in altro modo, con altre tasse, 12 mld euro l’anno che sono ben più di quanto è costato il reddito di cittadinanza”. Lo ha detto il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato ad Agiorà su Rai 3.

In Italia, ha detto, “la tassazione più alta si è realizzata a causa di una serie di interventi dei precedenti governi in anni in cui ha governato la sinistra italiana. Il governo Draghi, a fronte di un’emergenza quando prezzo è arrivato a 2,20 euro (oggi la media è 1,945 ben sotto quella soglia grazie ai nostri interventi, misure efficacissime sulla trasparenza) in quel momento decise un taglio parziale delle accise che è costato agli italiani 1 miliardo al mese”. “Se noi riproponessimo quella misura – ha proseguito – dovremmo trovare in altro modo, con altre tasse, 12 mld euro l’anno che sono ben più di quanto è costato il reddito di cittadinanza mentre noi, avendo una visione sociale e industriale ben chiara, abbiamo preferito usare quelle risorse per tagliare per due volte il cuneo fiscale, siamo andati in soccorso delle famiglie, di chi ha i salari più bassi e in quella direzione andremo”.

Corsera:Bce,in arrivo lettera a governo su tassa extraprofitti banche

Corsera:Bce,in arrivo lettera a governo su tassa extraprofitti bancheMilano, 18 ago. (askanews) – Sarebbe in arrivo una lettera da parte della Bce a Palazzo Chigi e al ministero dell’Economia con un parere della istituzione di Francoforte sulla tassa sugli extraprofitti delle banche. Ad anticipare la notizia è il Corriere della Sera che parla di una “questione di giorni, un paio di settimane al massimo”.

Secondo il quotidiano di via Solferino “sarà una netta censura sia sul merito del provvedimento, che Francoforte ritiene potenzialmente dannoso per l’economia e il credito, che sul metodo seguito dal governo”. A proposito di quest’ultimo aspetto si fa notare che la decisione del governo non sia stata comunicata nè alla Banca d’Italia nè preventivamente a Francoforte, mentre il Trattato Ue prevederebbe che la Bce sia “consultata dalle autorità nazionali su ogni progetto di legge nei campi di competenza”.