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Olanda scivola in recessione, colpite esportazioni e spesa famiglie

Olanda scivola in recessione, colpite esportazioni e spesa famiglieRoma, 16 ago. (askanews) – I Paesi Bassi sono caduti in una recessione dopo che le esportazioni e la spesa delle famiglie sono diminuite a causa dell’aumento dei tassi di interesse, saliti a loro volta per frenare l’inflazione. Lo ha comunicato l’ufficio statistico del nazionale secondo cui il prodotto interno lordo del Paese è diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre dopo essere calato dello 0,4% nei primi tre mesi dell’anno.

L’Olanda, che a lungo aveva superato il suo peso relativo nel commercio globale rispetto alle dimensioni ridotte del Paese, sta ora frenando dopo il forte rimbalzo seguito alla pandemia globale di COVID-19, ha affermato il capo economista dell’ufficio statistico, Peter Hein van Mulligen. Va anche ricordato che le economie dei vicini dei Paesi Bassi, Francia e Belgio, sono entrambe cresciute nell’ultimo trimestre, mentre l’economia di un altro Paese vicino, la Germania, che da sola pesa un terzo del Pil dell’Eurozona, ha ristagnato. Anche se il Paese è ufficialmente in recessione, il mercato del lavoro rimane forte, con una disoccupazione vicina ai minimi storici al 3,6%.

La notizia arriva mentre i Paesi Bassi affrontano l’incertezza politica dopo le recenti dimissioni della coalizione di governo guidata da Mark Rutte. Le elezioni nazionali sono previste per la fine di novembre.

Fegica (benzinai): governo consideri di mettere mano ad accise carburanti

Fegica (benzinai): governo consideri di mettere mano ad accise carburantiMilano, 16 ago. (askanews) – “E’ arrivato il momento che il governo abbandoni slogan e giustificazioni poco credibili e prenda seriamente in esame l’ipotesi di mettere le mani sulla tassazione dei carburanti, fosse pure temporaneamente. Contrariamente, assuma la piena responsabilità delle sue decisioni senza provare a scaricare nuovamente la colpa su altri e le spieghi ai cittadini/automobilisti”. E’ quanto afferma in una nota la Fegica, la federazione italiana dei gestori di carburanti e affini.

“Anche questa mattina, per il sedicesimo giorno consecutivo, i prezzi medi dei carburanti comunicati dal Mimit hanno subito un aumento. Il cartello dei prezzi medi, imposto ai distributori dal governo, nulla ha potuto, né ha mai avuto alcuna possibilità di farlo, contro gli aumenti dei prezzi dovuti ai valori in ascesa dei mercati internazionali dei prodotti – prosegue la nota – Al contrario si può cominciare a intravedere il concretizzarsi di quel pericolo di cui l’Antitrust aveva a più riprese informato il governo: l’esposizione dei prezzi medi non è solo inutile, ma rischia di essere controproducente. C’è quindi bisogno di interventi seri sia in prospettiva, con una riforma strutturale del settore, sia nell’immediato. I prezzi dei carburanti sono ormai al medesimo livello di quando il governo Draghi decise di tagliare le accise”. Fegica ricorda che “l’attuale governo ha inserito una clausola ‘taglia accise’ collegata però ad un livello di prezzo troppo alta per essere funzionale nelle presenti condizioni di emergenza”.

Contro il decreto sul caro voli le compagnie chiedono un intervento alla Ue

Contro il decreto sul caro voli le compagnie chiedono un intervento alla UeMilano, 16 ago. (askanews) – Le compagnie aeree europee riunite in Airlines for Europe hanno chiesto alla Commissione europea di intervenire contro il piano del governo italiano per la limitazione delle tariffe aeree su alcune rotte. L’invito rivolto a Bruxelles è di “chiarire con l’Italia che questo intervento ha un impatto sul mercato del trasporto aereo libero e deregolamentato in Europa”, si legge in una lettera anticipata ieri dal Financial Times.

Airlines for Europe è una associazione europea di compagnie aeree di cui fanno parte Lufthansa, Air France-Klm, Ryanair e EasyJet tra gli altri. “Siamo fortemente preoccupati che se questa legge venisse adottata, potrebbe costituire un precedente e portare a un effetto domino con conseguente adozione di regolamenti simili in altri Stati membri dell’UE”, ha scritto l’amministratore delegato di A4E, Ourania Georgoutsakou, nella lettera.á Limitare le tariffe su queste rotte “violerebbe” i diritti delle compagnie aeree “di competere ove possibile, fissare i prezzi e definire i servizi come meglio credono”, ha sottolineato Georgoutsakou.

Cina, timori per colosso immobiliare Country Garden in crisi profonda

Cina, timori per colosso immobiliare Country Garden in crisi profondaRoma, 16 ago. (askanews) – Cresce di ora in ora la preoccupazione per la crisi di Country Garden il più grande gruppo immobiliare della Cina. L’azienda appesantita dal forte calo dei prezi degli immobili e da scelte gestionali sbagliate si trova oramai sull’orlo del default con miliardi di dollari di perdite e 200 miliardi di fatture non pagate.

Country Garden, fondata dall’ex agricoltore Yang Guoqiang nel 1992, ha beneficiato del più grande boom immobiliare mondiale. Il suo successo ha trasformato il Yang in un miliardario ed è diventato un simbolo della notevole crescita del paese. I cinesi, avendo poche altre opzioni affidabili per creare ricchezza, hanno investito i loro redditi e risparmi nel settore immobiliare. Come altri grandi sviluppatori privati, Country Garden ha continuato a prendere in prestito e spesso ha preso in prestito di più per ripagare i suoi stessi prestiti, operando sul presupposto che finché avesse continuato ad espandersi, avrebbe potuto continuare a ripagare il proprio debito. Ma i conti – sottolinea il New York Times che dedica un lungo articolo a questa crisi – sono cresciuti così tanto che le autorità hanno iniziato a temere che il debito avrebbe minacciato il sistema finanziario nel suo complesso.

I mercati, gli investitori e gli acquirenti di case temono il peggio. All’inizio di agosto, Country Garden ha saltato due pagamenti di interessi sui prestiti. Se non paga entro l’inizio di settembre o se non convince i creditori a concedergli più tempo dopo un periodo di grazia di 30 giorni, l’azienda andrà in insolvenza rendendo molto improbabile il suo ulteriore accesso al credito. Il prezzo delle azioni della Country Garden è oramai sceso sotto quota un dollaro a Hong Kong mentre le sue perdite stanno aumentando, con una previsione di registrare una perdita fino a 7,6 miliardi di dollari nei primi sei mesi dell’anno.

Gas, stoccaggi Italia pieni oltre 90,22% con 176,12 TWh

Gas, stoccaggi Italia pieni oltre 90,22% con 176,12 TWhRoma, 16 ago. (askanews) – Gli stoccaggi italiani di gas al 14 agosto erano pieni al 90,22% con 176,12 terawattora. E’ quanto emerge dai dati della piattaforma aggregata Agsi+ di Gas Infrastructure Europe. La media Ue è di un livello di riempimento dell’89,75% a 1018,98 TWh.

Secondo i dati Gie la Spagna è già al 99,62%, seguita da Croazia, 96,72%, Svezia, 95,29% e Slovacchia, 93,44%. La Germania con 230,29 terawattora e un fattore di riempimento del 91,92% è il Paese che ha immagazzinato più gas in Ue a lunedì.

Germania, Ifo: peggiora carenza lavoratori qualificati

Germania, Ifo: peggiora carenza lavoratori qualificatiRoma, 16 ago. (askanews) – Sempre più aziende tedesche sono a corto di lavoratori qualificati, rileva l’ultimo sondaggio Ifo Business su circa 9.000 aziende in tutta la Germania. Secondo il sondaggio, il 43,1% delle aziende ha dichiarato di soffrire di una carenza di lavoratori qualificati a luglio, rispetto al 42,2% dell’aprile 2023. “Nonostante un’economia lenta, molte aziende sono ancora alla disperata ricerca di dipendenti idonei”, afferma in una nota l’esperto di Ifo Stefan Sauer . Il massimo storico del 49,7% è stato raggiunto nel luglio 2022.

Il settore dei servizi è stato particolarmente colpito. Nei servizi legali e contabili, il 75,3% delle aziende non trova i candidati di cui ha bisogno. Circa due terzi delle aziende nei settori dei trasporti, dell’architettura e dell’ingegneria segnalano una carenza di lavoratori qualificati, un nuovo massimo per questi settori. Tra i produttori di apparecchiature IT, il 43,1% delle aziende intervistate è interessato. Per i produttori di macchinari e attrezzature, questa cifra è del 40,9%. Nel complesso, la quota nel settore manifatturiero è leggermente diminuita al 34,6%. Nel commercio e nell’edilizia, poco meno di un terzo delle imprese lamenta una carenza di manodopera qualificata.

Sul prezzo a 2,7 euro in A8 dovrà valutare la Guardia di Finanza

Sul prezzo a 2,7 euro in A8 dovrà valutare la Guardia di FinanzaRoma, 16 ago. (askanews) – E’ stato richiesto l’intervento della Guardia di Finanza sul caso della benzina in vendita a 2,7 euro al litro sull’ autostrada A8 Varese-Milano. Assoutenti deposita infatti oggi un esposto con richiesta di ispezione delle Guardie Gialle, denunciando il listino record raggiunto a Ferragosto dal prezzo alla pompa praticato da quel distributore.

“Vogliamo capire – ha spiegato il presidente dell’associazione di tutela di utenti e consumatori Furio Truzzi -come sia possibile vendere un litro di benzina in modalità self a 2,722 euro al litro, e quali siano le motivazioni di un prezzo così astronomico e ben al di sopra della media dei distributori di zona Per un pieno ad un’auto di media cilindrata, vuol dire spendere ben 136,1 euro, un salasso su cui la Guardia di Finanza dovrà fare luce, considerato che alla data odierna il prezzo medio della benzina in modalità self venduta in autostrada si attesta a 2,017 euro al litro. Questo significa che il distributore in questione applica prezzi più alti del 35% rispetto alla media autostradale. Nell’esclusivo interesse degli automobilisti che attraversano l’A8, chiederemo alle Fiamme Gialle di effettuare una ispezione presso l’impianto, verificando i fatti così come riportati dal mass media e acquisendo la documentazione utile a capire come sia possibile vendere la benzina a listini così elevati”.

A Ferragosto tanti stranieri sulle spiagge ma niente sold out

A Ferragosto tanti stranieri sulle spiagge ma niente sold outRoma, 14 ago. (askanews) – Sulle spiagge italiane “non è ancora tempo di bilanci anche se al momento abbiamo constatato una ‘sofferenza’ della domanda interna rispetto a quella internazionale, con una “polarizzazione” delle presenze nei fine settimana e una sua riduzione durante il periodo feriale”. Lo dichiara Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio. “A ciò si deve aggiungere una significativa diminuzione dei consumi. È di tutta evidenza che l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse stanno erodendo sia i risparmi degli italiani che, di conseguenza, la loro capacità di spesa. Altro fattore importante da prendere in considerazione è che, dopo il periodo pandemico, molti nostri connazionali hanno ripreso a viaggiare all’estero” rileva Capacchione, che riassume la situazione: “un’estate 2023 al di sotto delle aspettative ancorché positiva”.

“Oggi la principale preoccupazione degli imprenditori balneari non è costituita dalla concorrenza degli altri Paesi, quanto per l’irrisolta questione della Direttiva Bolkestein. Non si può investire e crescere in una condizione di incertezza sul futuro. L’augurio di questo Ferragosto è che sia l’ultimo in queste condizioni. I balneari e il Paese hanno bisogno che si superi, finalmente, questa situazione di incertezza amministrativa sulla durata delle concessioni che paralizza gli investimenti” afferma il numero uno dell’associazione dei balneari di Confcommercio.

Il pranzo di Ferragosto costerà agli italiani +10,7% a casa e +5,3% al ristorante

Il pranzo di Ferragosto costerà agli italiani +10,7% a casa e +5,3% al ristoranteRoma, 14 ago. (askanews) – Gli italiani che decideranno di festeggiare in casa il Ferragosto organizzando il tradizionale pranzo in famiglia spenderanno quest’anno in media il 10,7% in più rispetto allo scorso anno. Chi invece opterà per il ristorante dovrà mettere in conto una spesa aggiuntiva di circa il +5,3% sul 2022. I dati arrivano da Assoutenti che, sulla base dei dati Istat, calcola oggi l’impatto dei rincari alimentari sul classico pranzo di Ferragosto in casa o al ristorante.

Considerato un pranzo da 8 persone realizzato in casa la spesa, a parità di consumi, sale di circa 22 euro rispetto allo scorso anno – stima Assoutenti – Su una platea potenziale di 15 milioni di famiglie l’aggravio complessivo risulterebbe pari a +330 milioni di euro. Questo perché si registrano in Italia fortissimi incrementi dei prezzi in tutto il comparto alimentare: l’aumento più alto è quello dello zucchero, i cui prezzi salgono mediamente del +47,3% rispetto allo scorso anno – analizza Assoutenti – L’olio d’oliva rincara del 30,6%, le patate del 26,9%, il riso del 26,7%, i pomodori del 25%, l’insalata del 15,5%. La verdura fresca sale in media del 19,8%, la frutta del 13,8% con punte del 24,3% per le arance, 20,8% la frutta con nocciolo. I gelati segnano +16,2% su anno. Particolarmente salate questa estate risultano bibite e bevande: quelle gassate aumentano in media del 18,8%, le bibite analcoliche del 16,9%. Nel dettaglio i prezzi delle birre a basso contenuto di alcol e non alcoliche rincarano del 17,8% (+12,8% quelle alcoliche), i succhi di frutta del 14,9%, l’acqua minerale del 10,7%.

I listini della carne crescono solo del 6,2%, ma per il pesce surgelato si spende in media l’11,6% in più rispetto allo scorso anno, +18,6% per il latte conservato, +12,5% gli yogurt, +18,1% i formaggi fusi – spiega ancora Assoutenti – I piatti pronti aumentano del 10,1%, salse e condimenti del 10,5%, prodotti di pasticceria confezionati +14,3%. Non andrà meglio a chi sceglierà il ristorante per il pranzo di Ferragosto: le tariffe nel comparto della ristorazione hanno subito infatti un incremento medio del +5,3% rispetto allo scorso anno, con punte del +14,5% a Viterbo, +12,1% a Brindisi, +11,2% a Benevento – conclude Assoutenti.

Salario minimo, Sbarra (Cisl): bene Cnel per confronto parti sociali

Salario minimo, Sbarra (Cisl): bene Cnel per confronto parti socialiRoma, 13 ago. (askanews) – “Aprire un confronto al Cnel è un modo per valorizzare il ruolo centrale delle parti sociali ed avviare un percorso-istruttorio che deve portare ad una norma quadro “leggera” capace di estendere e rafforzare la contrattazione collettiva, assicurando salari dignitosi e la copertura dei contratti leader e maggiormente diffusi a tutti i lavoratori, senza alcuna deroga”. E’ quanto sottolina oggi il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra in una intervista a “Il Messaggero” e “Il Mattino”.

“Per noi la soluzione resta quella dell’estensione settore per settore del trattamento economico complessivo dei contratti nazionali maggiormente diffusi e applicati ai pochi segmenti non ancora coperti da contratti nazionali e a quelli colpiti da contrattazione pirata. È la formula sollecitata anche dall’Unione Europea nella Direttiva, che indica la via della “cifra legale” solo per quei Paesi a bassa intensità di relazioni industriali. Come lo stesso Cnel ha certificato l’ Italia ha CCNL che coprono circa il 98% dei segmenti produttivi. Come titolo di riferimento, in Germania la contrattazione copre non più del 55/60 per cento» aggiunge il leader Cisl che rilancia il tema della detassIone dei salari. “Azzerare la tassazione sui frutti della contrattazione decentrata, sia nel privato che nel pubblico impiego può portare benefici alla crescita economica ed alla produttività, così come può incentivare lo sblocco dei contratti scaduti che e’ una della principali cause del progressivo calo del potere d’acquisto dei salari. Ci sono contratti come quello delle società di handling negli aeroporti che non si rinnova da 7 anni; abbiamo rinnovato da poco dopo 8 anni quello delle guardie giurate; si continua a negare il diritto alla contrattazione per milioni di persone in settori come turismo commercio , servizi; il Ccnl delle RSA Sanità Privata non si rinnova da 13 anni. Mi lasci dire , una vera vergogna nazionale che va avanti nell’indifferenza generale e sopratutto della politica. Bisognerebbe trovare un sistema per sanzionare le imprese che rifiutano di trattare i rinnovi con il sindacato”.